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Cartesio

Cartesio è uno dei filosofi più importanti dell’età moderna. Egli pose le basi della geometria
analitica inventando il cosiddetto piano cartesiano. Per quanto riguarda la filosofia, Cartesio
è conosciuto come il padre del razionalismo filosofico.
Il razionalismo filosofico è il movimento secondo il quale la ragione ha grandi possibilità pur
essendo una facoltà limitata.
Secondo Cartesio tutti i campi della metafisica possono essere studiati Con la ragione e
inoltre crede nell’esistenza delle idee innate.

Vita
Nasce in Francia nel 1596 e fin da piccolo si dimostra intelligente e perspicace. Frequenta
un collegio di gesuiti, ma nonostante fosse molto bravo gli mancava la capacità di discernere
le nozioni vere da quelle false (se avessi un cesto di mele e anche una fosse Bacata,
renderebbe marce tutte le mele: anche una sola conoscenza sbagliata potrebbe inficiare
sulle altre).
Cartesio decide così di dedicarsi ai suoi gusti personali: matematica, fisica e ottica (studia gli
effetti speciali usati nei teatri).

La matematica è la sua prima passione: un giorno vide che in un paesino c’era un concorso,
bisognava risolvere un quesito matematico in una lingua non conosciuta da Cartesio.
Così chiese a un passante di tradurlo. Cartesio lo trovò molto semplice e il signore, che era
Bekkem , un famoso matematico, gli chiese di portargli la soluzione.
Dopo questo avvenimento i due strinsero un bel rapporto di amicizia e spesso Bekkem
faceva sue le idee di Cartesio.

Egli ebbe anche un figlio che morì in tenera età e questo provocò in Cartesio un dolore che
non lo abbandonerà mai.
Ebbe anche una corrispondenza epistolare con la regina di Svezia, che lo invitò a insegnarle
filosofia e matematica. Così Cartesio prese la nave per raggiungere la Svezia, ma dopo
poche lezioni, a causa del freddo, si ammalò alla di polmonite e muore nel 1650.

Opere
L’opera più importante di Cartesio è “il discorso sul metodo”.è scritta in modo avvincente,
accessibile e nella sua madrelingua.
La sua preoccupazione era quella di trovare un metodo per essere sicuri di scegliere bene
ciò che era vero e ciò che era falso.
Egli non aveva troppa fiducia in se stesso, infatti credeva che il merito delle sue scoperte in
ambito matematico fosse la matematica stessa.

Applicazione del metodo matematico alle altre discipline


Ciò che voleva fare Cartesio era trovare un criterio, sia teoretico che pratico, che
consentisse anche alla filosofia di fare dei progressi per arricchire la conoscenza anche a
livello pratico.
Per fare ciò decise di applicare il metodo usato per la matematica anche alle altre discipline.
Prima però Individua delle regole di applicazione del metodo:
-La prima regola è quella dell’evidenza: noi dobbiamo accettare per vero solo ciò che appare
in modo chiaro e distinto alla nostra mente.
-La seconda regola è quella dell’analisi: dobbiamo comportarci esattamente come quando
risolviamo un problema di matematica, cioè scomporlo nei suoi elementi e risolvendo
separatamente le singole parti. Sto processo va applicato anche alle altre conoscenze.
-La terza regola è quella della sintesi: dobbiamo procedere dal semplice al complesso e
procedere per gradi per arrivare alla soluzione.
-L’ultima fase è quella dell’enumerazione, la più importante: dobbiamo fare una revisione
generale per controllare di aver applicato bene le tre regole precedenti.

Secondo Cartesio, anche applicando questo metodo, c’è la possibilità dell’errore, che non
dipende dal metodo stesso, ma dalla precipitazione con la quale noi vogliamo arrivare alla
risoluzione.
Quindi questo errore è dovuto alla volontà: ovvero non saper controllare la nostra voglia di
concludere il problema velocemente.
Il percorso che conduce alla conoscenza deve iniziare con il dubbio, è necessario dubitare
su tutto e considerare provvisoriamente tutto falso (Morale provvisoria).
Solo se alla fine troverò dei punti più sicuri, allora rielabora e Rho le mie regole per giungere
ad una morale definitiva.

La morale e le regole dell’agire quotidiano


Cartesio inoltre elabora delle regole per determinare come comportarsi durante la
quotidianità
La prima regola è quella di obbedire alle leggi e ai costumi del paese in cui si vive, bisogna
sempre esprimere delle pignone moderate, lontane dagli eccessi
La seconda regola è quella di essere determinanti nella nostre azioni. In poche parole una
volta che si è presa una decisione deve essere portata a termine, per questo non bisogna
essere avventati
La terza regola è quella di vincere se stessi più che la fortuna e il mondo. Non possiamo
modificare il fato e la sorte, quindi dobbiamo adattarci agli eventi in cui ci troviamo.

Dubbio metodico e iperbolico


Cartesio si pose delle domande riguardo alla possibilità della conoscenza poiché è molto
scettico. Inizia così a mettere in discussione tutte le conoscenze che avevo acquisito negli
anni: voleva esercitare un dubbio metodico, un procedimento che ha lo scopo di mettere in
dubbio tutto per trovare qualcosa di solido su cui basarsi. Questo dubbio diventerà poi
iperbolico ovvero esagerato.

Il Filosofo parte dal presupposto che i sensi ci ingannano… Ci ingannano talmente tanto che
quando dormiamo abbiamo delle percezioni che sembrano reali: è difficile distinguere tra la
veglia e il sogno.
Se anche la vita fosse un sogno, ci sarebbe qualcosa di sicuramente vero, come gli assiomi
matematici.
A questo punto il dubbio diventa iperbolico, magari nella realtà c’è un genio maligno che ci
sta ingannando.
Proprio perché siamo tutti sostanze pensanti, dubitiamo. Riprende in parte il pensiero di
Agostino. Cogito Ergo Sum, Penso dunque sono. L’atto del dubbio è la certezza massima.
Le cose pensate, immaginate e sentite possono non essere reali, ma sicuramente sono reali
il mio pensare e il mio sentire. La mia esistenza di soggetto pensante è certa, ma non lo è
l’esistenza di delle cose che penso e sento.

La critica di Hobbes
Hobbes solleva una critica, la critica della passeggiata
Io se sto passeggiando non posso dire di essere una passeggiata, bensì un uomo che
passeggia.
Allo stesso tempo, non posso dire se sto pensando di essere delle sostanze pensanti, ma
solo corpi.

La critica di Harrould

A questo punto noi siamo sicuri di esistere come pensiero, ma non ho la certezza che i miei
pensieri siano reali.
Quindi io sono un essere pensante che ha idee: sono sicuro che queste idee esistono nel
mio spirito, ma non sono sicuro che queste idee corrispondano alla realtà fuori di me.

Prove dell’esistenza di Dio


Prima prova
Per elaborare la prima prova dell’esistenza di Dio Cartesio individua tre tipi di idee:
Le idee innate, idee matematiche, principi della logica, idea dell’io, infinito. Sono le idee
presenti in me da sempre, che non provengono dall’esterno
Le idee avventizie, idee che provengono dall’esterno, estranee a me
Le idee fattizie , sono quelle formate o trovate da me stesso
Cartesio inizia ad interrogarsi sulla loro causa e si chiede se sia possibile trovare un’idea
che non sia causata da me ( Soggetto pensante), ma da una realtà extra mentale.
A questo interrogativo risponde che è possibile, ma solo per quanto riguarda Dio.
È difficile infatti supporre che io creatura finita e perfetta abbia potuto produrre l’idea di una
sostanza infinita, eterna e onnipotente.
È una realtà finita come la mente umana non può produrre la rappresentazione dell’infinito.
Seconda prova
Se io sono in grado di riconoscermi come un essere finito e imperfetto, è perché esiste un
essere più perfetto del mio.
Se io fossi la causa di me stesso, ovviamente mi sarei dato tutte le perfezioni.evidentemente
non sono io che era il creatore di me stesso, ma Dio.
Terza prova (prova ontologica)
Non è possibile concepire Dio come essere perfetto senza ammettere la sua esistenza.

La fisica di Cartesio

La Fisica di Cartesio è molto superata, ma alcuni principi sono ancora validi. Per esempio i
principi di inerzia, la conservazione della quantità del moto e il moto rettilineo uniforme.
Ai suoi tempi ebbe molto successo la sua impostazione teorica, molto più di quella di Galileo
Galilei: teoria dei vortici.

Cartesio partiva da idee fondamentali per poi procedere in modo deduttivo. Egli credeva che
l’intero cosmo fosse composto da materia inerte e che
l’universo fosse ordinato da leggi ferree.
Da queste idee fondamentali, vengono dedotti alcuni principi:
Ogni corpo mantiene il suo stato fino a che è un altro corpo lo urta
Quando un corpo si muove tende a procedere in linea retta ( Moto rettilineo uniforme)
Il corpo che va ad urtare un altro corpo trasmette una quantità di movimento e allo stesso
tempo ne perde un’altra quantità. La quantità totale ovviamente rimarrà invariata.
A questo punto Cartesio prosegue per via deduttiva partendo da questi presupposti E
compie l’errore di partire dal piano logico , deducendo qualcosa così qualcosa sul piano
ontologico.
L’esperienza pur essendo teoricamente valorizzata ha una funzione subordinata al
ragionamento: fa pochi calcoli.
Inoltre il filosofo per parlare del movimento ricorre alla teologia cioè presuppone Dio come
artefice del movimento.
Inoltre noi dobbiamo studiare quelle idee che ci appaiono chiare.
Ad esempio se tutto È materia e, il vuoto non può esistere. E tutto è composto da materia e
visto che la materia è infinita respinge l’idea dell’esistenza di atomi: la materia è sempre
divisibile.
Inoltre nega anche l’esistenza di forze di attrazione e di repulsione che non prevedono il
contatto.
Altre parole un corpo non può agire a distanza.
Critico il finalismo, secondo il quale il mondo viene paragonato a una grande macchina. Se
ne scopro le leggi, posso capire il funzionamento.
Respinge le visioni mistiche e magiche Respinge la visione antropologica della natura.
Cartesio fece anche importanti studi riguardo alla geometria analitica che applico alla natura.
Per quanto riguarda lo studio della biologia e della psicologia, possiamo dire che Cartesio
vede l’uomo come una macchina, che viene paragonata a orologi.
E a pochissima sensibilità nei confronti degli animali in quanto non hanno emozioni e
sentimenti sono... solo macchine perché non parlano e non riflettono riguardo alla filosofia.

Res Cogitans e Res Extensa

Cartesio ha una visione dualistica della realtà e viene spiegata attraverso:


Res Cogitans e Res Extensa, due sostanze opposte tra di loro, indipendenti le une dalle
altre.
La Res cogitans é tutto ciò che esiste come puro pensiero e non occupa alcuno spazio
(realtà psichica)
La Res extensa rappresenta le cose che sono determinate, che occupano uno spazio e
hanno un’estensione (realtà fisica)
L’uomo è contemporaneamente composto da queste due sostanze opposte, infatti abbiamo
dei pensieri, ma lo stesso tempo sentiamo di avere un corpo.
Per il filosofo Res cogitans e Res extensa sono collegate tra di loro dalla Ghiandola Pineale,
che si trova al centro del nostro cervello ed l’unica parte del cervello non doppia.
Gli stimoli esterni provenienti dal mondo producono stimolazioni sui nostri sensi che
recepiscono le informazioni e le trasmettono i nervi.
Al loro interno scorrono degli spiriti vitali che portano alla ghiandola la stimolazione. In
questo modo la fanno oscillare facendole rilasciare altri spiriti vitali che vanno a creare il
pensiero.
Vi è quindi un passaggio tra sensazione, registrazione attraverso gli spiriti vitali,
comunicazione alla Res Cogitans e formulazione del pensiero. Tutti questi passaggi
scaturiscono un’azione nel corpo.
STIMOLI—> NERVI—>GHIANDOLA—>PENSIERO.
Ora sappiamo che questa ghiandola ha un ruolo molto importante nel nostro corpo oggi
sappiamo che questa ghiandola è fondamentale, ma per la sua epoca ha dato una
spiegazione importante.

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