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CARATTERI GENERALI
Il computo degli anni era basato sui consolati, che non prevedeva né un sistema continuo, tanto
meno capace di fornire una data precisa di un certo avvenimento lontano nel tempo.
Il conto lungo, ab urbe condita teneva conto del passare del tempo a partire dalla fondazione della
città di Roma, sembra essere stato in uso solo nel mondo letterario.
Le ore hanno denominazione a base numerica, hora prima al levare del sole o al suo tramonto,
mentre mezzo giorno e mezzanotte era definita come l'hora settima.La divisione della notte in 4
parti denominate vigiliae: prima o caput, secunda o media, tertia o gallicinium, quarta o matutina,
mentre il giorno in 4 parti: tertia, sexta, nona, vespera.
Il giorno e la settimana, per quanto riguarda i momenti più antichi, hanno una natura contrastante tra
la mezzanotte e il tramonto. La divisione della settimana, avviene secondo due concezione diverse e
discordanti, la prma (forse l'originare derivata dalle fasi lunari) detta Nundinae, la seconda basata
sulla concezione astrologica del tempo. Le Nundinae erano divise in otto giorni denominati con le
lettere dalla A alla H, di cui l'ottavo giorno (di festa) era dedicato al mercato.
La settimana astrologica dava il nome ai suoi giorni, partendo dalle divinità legate ai pianeti, nell'
ordine (dal più lontano al più vicino): Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e Luna. Dopo
l'Impero di Costantino, il giorno dies Solis divenne dies Dominica e il dies Saturni divenne dies
Sabbati.
I giorni venivano contati a partire dalle calendae, nonae e idi; le prime coincidevano con il primo
giorno di ogni mese, tale nome deriva dal fatto che in quel giorno i pontefici gridavano il giorno in
cui sarebbero cadute le nonae, cioè nove giorni prima delle idi (giorni di plenilunio) Le Idi di
corrispondevano al giorno 13 del mese, esclusi i mesi con 3l giorni in cui cadevano il 15 ( di Marzo,
Maggio, Luglio, Ottobre). Il conteggio degli alti giorni procedeva a ritroso rispetto agli altri.
Suadoni tania Andrea Lisciarelli
CALENDARI E RIFORME
Anno di Romolo
Di tipo lunare, riprende i canoni di conteggio già propri dei calendari Babilonese e greco. Questo
era costituito da 10 mesi, compreso da Marzo a Dicembre per un totale di 304 giorni. Non sussiste
a tutt'oggi nessuna prova riscontrabile dell'esistenza di questo calendario, comunque importante
rispetto a quello che veniva considerato il cosidetto “anno vivo” dei calendari successivi (vedere
spiegazione nei sistemi di computo delle lunazioni in rapporo all'anno solare riporate
successivamente nel mese di febbraio).
Calendario di Numa
Nel VI° secolo aC. ad opera di Numa venne adottato un calendario lunisolare che era composto da
355 giorni, con l'introduzione dei mesi di Gennaio e Febbraio a cui ogni due anni veniva intercalato
un perodo di 22/23 giorni, in base a calcoli piuttosto arbitrari, che avevano come unico scopo quello
di riavvicinarsi il più possibile alla durata dell'anno solare (365,2422 gg.). Questo periodo veniva
chiamato mercedonius, perchè utilizzato per le operazioni di mercato: pagamento di debiti,
riscossione dei crediti ecc.
Riforma Giuliana
Con l'aiuto dell'astronomo greco Sosigene, Giulio Cesare attuò una vasta riforma del calendario nel
46 a.C. Anzitutto stabili la lunghezza dell'anno in 365 giorni e 6 ore, cioè 365,25, e decretò che ogni
periodo di quattro anni fosse costituito da tre anni comuni di 365 giorni ed un anno speciale di
366gg..Il giorno aggiunto ogni 4 anni era intervallato fra il sesto e settimo giorno avanti le calende
di Marzo, cioè dopo il 24 Febbraio, anniversario della cacciata dei Tarquini. Poichè detto giorno era
chiamato dai Romani sexto calendas Martii, e nell'anno speciale doveva essere contato due volte, il
secondo venne detto bis sexto calendas Martii: l'anno di 365 gg. venne successivamente indicato
con il nome di Bisestile.
L'anno in cui fu riformato il calendario fu detto"anno della confusione" per le varie modifiche
apportate. Fra l'altro per rimettere le date degli equinozi e dei sostizi al loro solito posto nell'anno,
Cesare fu costretto ad aggiungere, una tantum, 90 giorni, inoltre eliminò il mese mercedonius;
stabilì l'inizio di ogni anno al primo giorno di gennaio, i 12 mesi li fece alternativamente di 31 e di
30 giorni, ad eccezione di Febbraio di 29 gg. negli anni comuni e di 30gg. in quelli bisestili.
Alla morte di Cesare (44 a.C.) si commisero errori nell'introduzione degli anni bisestili, che furono
considerati ogni tre anzichè ogni quattro anni. Questo errore fu scoperto e riparato al tempo di
Augusto (8 a. C.).
Il mese quintile, in onore di Giulio Cesare,fu chiamato Luglio e quello sestile Agosto, in onore di
Augusto. Inoltre quest'ultimo guadagnò un giorno che venne sotratto a Febbraio. Il calendario
Giuliano si mantenne praticamente inalterato fino al 1582, anno in cui fu introdotta la riforma
gregoriana, resa necessaria dal fatto che la durata dell'anno tropico è in effetti di 365gg. 5 h 48 min
45,98s e non di 365 gg. 6h cosi come era stato stabilito ai tempi di Giulio Cesare.
Gennaio
Era il mese dedicato a Giano, il Dio bifronte, garante dell'ordine cosmico, a testimonianza appunto
del momento di fine dell'anno ed inizio di quello nuovo. Il primo giorno di Gennaio (le calende)
entravano in carica i nuovi consoli e si scambiavano i doni augurali, le strenae. Al 9 del mese
veniva fissato il rito sacrificale di un ariete nella Reggia a protezione del nuovo anno.
I Carmentalia (11 e 15) e le Idi (13) erano unite nella sacralizzazione della lunazione (la prima e
perciò la più importante dell'anno) sotto la "protezione" della dea Carmenta (la Luna).A dire il vero
questa, non era una vera e propria dea, ma il simbolo stesso della ritualizzazione. Un rito tanto
profondo da legittimare addirittura il fatto che le idi, di solito dedicate a Giove Statore (per mezzo
di un sacrifco ovino),divenissero esse stesse oggetto del culto.
Febbraio
Dalla parola Februa, che indicava i mezzi di espiazione e da cui derivava il verbo februare, cioè
"purificare". Le calende erano dedicate a Giunone Sospita, intesa come salvatrice, a cui i consoli
dedicavano un sacrificio, mentre le Idi erano dedicate a Fauno. Imporante è sottolineare come
anche queste siano state sottratte a Giove. Sia quelle di Gennaio (Carmenta) che quelle di Febbraio
(Fauno) ritualizzano il “divenire”, mentre quelle di Marzo sono dedicate a Giove, il dio dell'
"essere" per eccellenza.
I giorni dal 13 al 21 sono detti I Parentalia, si commemoravano i morti, quelli considerati antenati,
al contario dei Lemuria dal 9 al 3 Maggio, dove tutti erano i defunti ricordati. Il 15 si svolgeva la
processione dei Luperchi in nome del dio Fauno fino alla grotta ai piedi del Palatino, ove la
tradizione voleva che Romolo e Remo fossero stati allattati da una Lupa.
I Feralia cadeva il 21 del mese, era la festa che chiudeva il periodo dei Parentalia nel momento in
cui si portavano offerte ai morti.
Carista è il giorno 22 del mese al di fuori della norma calendariale romana, la quale voleva le feste
solo nei giorni dispari.
Questa era la “festa del giorno dopo" dove il gruppo parentale, stettamente consanguineo, assolti i
propri doveri nei confronti dei propri morti-antenati, festeggiavano in un banchetto solenne.
Terminalia il 23 del mese, festa del dio Termino. Qui finisce il tempo di Giano (il dio degli inizi).
Ad essa segue il Refigium che cade il 24 del mese, la seconda eccezione, cessazione delle attività
del rex sacrorum, da alcuni identificato con Giano, ma ancora più imporante, segnava la fine della
lunazione di Febbraio. Il rex era il Pontificie che annunciava in comizio la venuta della luna nuova e
fissava le successive idi. Prima della riforma Giuliana, in questo periodo venivano inseriti gli 11
giorni di incongruenza tra il calendario lunisolare e quello solare. Questo sottolinea il carattere
"informale" che assumevano i primi due mesi rispetto al più "stabile" mese di Marzo, il quale
acquistava di fatto, la propenzione ad essere considerato il primo mese dell'anno. Un anno detto
"vivo' e che caratterizzava l'anno Romuleo.
Equirria il giorno 27, festa riconducibile alla guerra, con corsa di carri nel Campo Marzio, che
introduceva al mese di Marzo, il Dio della guerra, Marte.
Marzo
Marte era anche il Dio che tutelava la comunità nei confronti di quelle vicine e che si faceva garante
del nuovo anno. Le calende erano molto importanti, dal momento che, si rinnovava il fuoco del
tempio di Vesta e le corone d'alloro che contrassegnavano le case del rex sacrorum e dei tre flamini
maggiori: il sacerdote di Giove( flamen Dialis) quello di Marte (f. Martialis) e quello di Quirino
(f.Quirinalis).
Calende dedicate alla sessualità femminile nella venerazione della dea Venere Verticordia (ses. nel
matrimonio) e Fortuna Virile (ses, per solo piacere).
None e Idi (5 e 13) Il 5 si festeggiava il tempio alla dea fortuna il 13 era dedicato a Giove.
Fordicidia (15) era la festa delle fordae,"vacche pregne" le quali venivano sacrificate e
rappresentavano la terra seminata.
Togliendo il feto dalla vacca si facilitava la produzione agraria.
Cerialia (19) festa di Cerere, dea della plebe.
Parilia (21) si festeggiava la nascita di Roma con purificazioni di persone, di pecore e di ovili.
Vinalia (23) festa del vino.
Robigalia (25) festa di Robbigus, il quale riusciva a debellare la ruggine (malattia del frumento).
Tutto il ciclo festivo di aprile sembra incentrato ad indirizzare la sessualità femminile vero
l'incremento dei prodotti del matrimonio dell'allevamento e dell'agricoltura.
Maggio
Le Calende sono un sacrificio in onore di Maia. Madre di Ermes e figlia di Atlante e Pleione ( fa
dunque parte delle Pleiadi). Ogni 1° di Maggio Vulcano, le offriva in sacrificio una scrofa gravida,
come richiesta di una terra gravida e feconda di frutti. Tutta una serie di nomi, che possono essere
comparati a Maia (Maius maiestas, maiores), indicano una maturità maggiore raggiunta dall'anno,
testimoniata anche dai Fratelli Arvali, i quali agiscono in questo mese e che sono considerati”
anziani" rispetto ai Lupercali (di Febbraio) e ai Salii (di Marzo). Arvali deriva dalla cultura dei
campi chiamati arva.
I Lemuria che cadono il 9, 11 e il 13, avevano a che fare con gli spettri, detti Lemures, i fantasmi
degli "uomini morti anzitempo” cioè prima di formarsi una famiglia. Questi venivano scacciati
tramite la mietitura primiziale (simbolica) ad opera delle vestali.
Argei ossia il 15, alcuni fantocci di giunco che venivano getati nel Tevere, rituale anch'esso
eseguito dalle vestali. Mercurio (prototipo del ladro), comparato con il dio greco Hermes era il
titolare di quesa giornata. Q.R.C.F. (21, 23, 24) giornate simile al 24 marzo.Fortuna Pubblica e
Primgenia (25) anniversario del tempio dedicatovi sul Quirinale.
Giugno
Calende delle fave: questo prodotto, ormai maturo, veniva utilizzato nei sacrifici in onore della dea
Carna, la quale aveva le stesse proprietà di Giano. Era in questo momento che si apriva un nuovo
periodo dell'anno, i mesi non hanno più nome proprio ma solo un ordine numerico.
La dea Carna solo in questo mese, veniva associata a Giunone, la vera protagonisa di tutte le
calende. In più era la dea dei matrimoni e per questo Giugno era adatto alla congiunzione delle
coppie.
Dius Fidius (5-none)è il dio che garantisce la fede nei patti sottoscritti dai giuramenti, dalle minacce
che arrivano, come fulmini dal cielo. ll culto era gestito dai bidentales sacri, i quali, quando cadeva
un fulmine, circoscrivevano il punto e ve ne facevano una sorta di pozzo, così da allontanare i
malefici effetti.
Vestalia il giorno 9, c'era l'aperura del penus Vestae dove si conservavano le immagini dei penati
pubblici.
Metralia l'11 era la festa di Mater Matua, aveva così inizio l'aurora del giorno più lungo dell'anno
(il solstizio d'estate), alla fine della lunazione, il 21.
I figli venivano offerti alla protezione della dea.
Quinquatrus minisculae il 13, prevedeva la chiusura del penus Vestae. Era la festa dei suonatori di
tibia.
Fors Fortuna il 24, si festeggiava con la solita scampagnata del giorno festivo. L'importanza si
ritrovava nell'introduzione del "fortuito" proprio in un momento di soluzione di continuità dell'anno,
il solstizio estivo, posto erroneamente il 24 dagli antichi.
Luglio
Settembre
Questo mese si distingue dagli altri perchè interamente dedicato a Giove, sin dal prmo giorno.
Le calende, infatti, normalmente dedicate a Giunone, presentano un culto per l'anniversario del
tempio a Giove Tonante sul Campidoglio.
Ludi Magni o Romani dal 4 al 19, prevedono giochi solenni e si ripeterono ogni anno, il dio
principale a cui erano offerti era Giove.
Giovia Ottimio Massimo il 13 era l' anniversario del tempio omonimo, simbolo stesso dello stato
romano. Equorum probatio il 14, si ha la prova di abilità tra cavalieri, forse un carosello.
Ottobre
Le Calende Fides, Tigillum Sororium, sono riferite a Numa Pompilio, il quale istituì il culto di
Fides, dio che incarnava la lealtà nel comporamento sociale e nella pace tra i popoli che formavano
l'impero romano. A tale scopo si sacrificava sull'altare al di sotto del Tigillum Sororium, arco di
equilibro tra le due opposte pareti di una viuzza che portava dalle Carene al vicus Ciprus.
Iuppiter Fulgur e Iuno Quiris il 7, messe ad integrazione delle calende, le none ripropongono la
necessità di un equilibrio salvaguardato dalla folgore del dio Giove.
Meditrinalia l'11 secondo Varrone questa giornata derivava dal "medicare" con la possibilità che il
vino nuovo (ancora mosto) venisse degustato miscelandolo (ed in qualche modo medicandolo) con
il vino vecchio.
Fontinalia il 13 era la festa delle fonti (Dio Fons) Si può fare una correlazione con la testa del vino
precedente ricordando che l'acqua può anch'essa medicare (propietà chimico-Fisiche) e
nell'accezione più vasta del termine "purificare" (utilizzata nei riti).
October Equus il 15, in cui si sacificava un cavallo alla festa mensile di Giove in Campo Marzio,
dove aveva sede anche la cosiddetta arca vinaria. Parallelo tra lo sgorgare del sangue dal cavallo
sacrificale e lo sgorsare del succo dal gappolo d'uva.
Armilustrium il 19 rappresenta l' ultima festa del ciclo arcaico, che consisteva nella purificazione
delle armi, caduta in disuso molto presto.
Novembre
Il ciclo festivo rispecchia nella sua suddivisione cronologica quello di Settembre, anche se vi sono
differenze nella diversa concezione delle feste. Le ludi di Novembre hanno carattere plebeo e
accanto al Dio massimo Giove compaiono la Dea Fortuna e la Dea Feronia. Specialmente la prima
fu contrapposta in modo netto dai plebei a Giove, considerato, dagli stessi, il Dio che raffigurava il
mondo patrizio romano. Feronia, dal canto la suo, era la Dea tutelare dei liberti, ed a Terracina era
venerata con il culto che prevedeva la manomissione degli schiavi. Infne, come a Settembre, alcune
giornate erano dedicate al mercato dal 20 al 23, a Novembre dal 18 al 20.
Dicembre
Gaia e Tiberino l'8, la prima doveva essere una vestale mentre Tiberno il Dio che incarnava il
Tevere.
Agonalia l'11 era indicata con le lettere Q.R.C.F, giorni in cui si tenevano i comizia calata,
sembrano, in questo caso, affiancati dalle sigle IND e IN. Che potrebbero essere lette come Sol
Indiges, così da generare la prima presa di coscienza della fine dell'anno solare in vista
dell'imminente solstizio invernale.
Le idi del 13prevedono la temporanea cessazione del regno di Giove dovuta alla Dea Tellus (terra) e
alla Dea Cerere.
Consualia il 15 questa è la seconda festa chiamata così ed infatti anch'essa, come la prima (21
Agosto) è legata al ciclo del grano più precisamente appena dopo la semina.
Saturnalia il 17 è la festa di Saturno, instituitasi in occasione della dedica del tempio a Saturno nel
497 aC, tempio utilizzato come erario. Saturno era stato scelto come il conservatore della cassa di
stato e traeva il propro nome da satus, semina.
In questo periodo si dovevano scambiare doni e non si doveva lavorare. Il sole stava per morire con
l'inizio del solstizio invernale, così come seme (semina). Era necessario sostituire a Giove, il Dio
dell' "essere", un altro Dio capace di far morire l'anno, c'era bisogno di Saturno, l'unico che aveva
questa facoltà.
Opalia il 19 è la festa della Dea Ops, considerata la sposa di Saturno, che tutela i frutti della terra.
Divalia il 21 o Angeronalia dalla Dea Diva Angerona, che prescrisse la cura del male di angina.
Essa era raffigurata con la bocca chiusa e con il dito indice in atteggiamento di ammonimento.
Laurentalia il 23 era la festa che chiudeva l'anno e definitiva l'uscita dalla primordialità dei
Saturnalia per una reintroduzione del dio Giove, in attesa del nuovo anno, nato sotto la
"protezione" del dio Giano prima, di Marte poi e ancora di Giove.
BIBLIOGRAFIA
D.Sabbatucci "LA RELIGIONE DI ROMA ANTICA, dal calendario festivo all'ordine cosmico"
1988-Milano- Il Saggiatore.