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Osservatorio sull’artigianato

dell’Emilia-Romagna
Focus CoVid-19: effetti sulle imprese
artigiane e prospettive

Il 2020 è stato caratterizzato dalle pesanti conseguenze economico-sociali della diffusione della
pandemia da CoVid-19. In ragione di ciò, si è valutato opportuno realizzare, nell’ambito
dell’Osservatorio sull’artigianato, un monitoraggio degli effetti di questi fenomeni sulle imprese
artigiane emiliano-romagnole ed un’analisi sulle prospettive future per queste imprese alla luce
delle maggiori tendenze in atto. Il monitoraggio si è protratto per tutti e 4 i trimestri del 2020, in
coincidenza con le rilevazioni congiunturali ma, dove non diversamente specificato, i dati riportati
in questo documento si riferiscono al quarto trimestre del 2020, ciò al fine di dare l’immagine più
aggiornata possibile della situazione.

Le analisi svolte
L’inserimento nel monitoraggio di domande ad-hoc relative al periodo complessivo della
pandemia permette di valutarne con maggior accuratezza gli effetti sulle grandezze aziendali
rispetto a quanto consentito dalla consueta articolazione della rilevazione per trimestri ma le
indicazioni emerse da queste domande complessive sono state confrontate con quelle nascenti
dalle domande congiunturali, al fine di ricavarne la maggior portata segnaletica possibile.
Status dell’impresa al momento della rilevazione. Dato relativo al quarto trimestre 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Impatto della pandemia da CoVid-19 sugli ordinativi totali delle imprese artigiane e non in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

La prima grandezza presa in esame è costituita dagli ordinativi alle imprese. L’andamento che
emerge è piuttosto uniforme tra imprese artigiane e non e mette in luce l’entità notevole degli
effetti del CoVid-19 per il sistema imprenditoriale regionale. Per oltre 6 imprese su 10 la pandemia
ha comportato una contrazione degli ordini che, per oltre un terzo delle imprese, sono diminuiti di
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oltre il 20%. Solo poco più di 1 impresa su 10 ha visto, per contro, aumentare gli ordini che
nell’1,5% dei casi sono cresciuti di oltre il 20%. Poco più di un quarto delle imprese si colloca in
terreno intermedio non avendo registrato cambiamenti degli ordinativi a seguito del CoVid-19 nel
corso di tutto il 2020.
Andamento tendenziale (variazione rispetto allo stesso trimestre anno precedente) per classe dimensionale delle imprese
dell’industria. Trim 4 del 2020

Fonte: Rilevazione congiunturale dell’Emilia-Romagna; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Si sottolinea come la ripartizione delle risposte delle imprese tra le diverse modalità sia,
sostanzialmente, uniforme tra imprese artigiane e imprese non artigiane. Quest’ultimo dato va
tuttavia letto alla luce di quanto emerge dal complesso della rilevazione congiunturale1 che mette
in luce come vi sia una relazione inversa tra dimensione delle imprese e peso delle conseguenze
della crisi da CoVid-19, tenendo presente che non tutte le imprese artigiane sono di piccole
dimensioni ma, sicuramente, una buona parte di queste lo è emergono alcune considerazioni. Il
combinato disposto di questi dati infatti ci dice, da una parte, che il peso delle imprese investite
dalla crisi pare essere simile tra imprese artigiane e non artigiane ma, dall’altra parte, l’entità delle
conseguenze sulle imprese di dimensioni minori pare essere superiore. Nel mondo artigiano,
dove più frequentemente le imprese sono di dimensioni ridotte, quindi, le imprese che sono state
colpite dalla crisi lo sono state in maniera più intesa.
Impatto della pandemia da CoVid-19 sugli ordinativi esteri delle imprese artigiane e non in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Per quel che riguarda gli ordinativi dall’estero, il comportamento delle imprese artigiane si
differenzia sotto alcuni profili da quello delle altre imprese industriali. Mentre, infatti, il peso delle
imprese che hanno visto diminuire gli ordini è sostanzialmente identico tra le due tipologie di
imprese (poco più di 4 imprese su 10) si registra un diverso comportamento per quel che riguarda
gli aumenti di ordini e la loro stabilità. In particolare, le imprese artigiane hanno registrato meno

1 https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/analisi/os-congiuntura/pdf/2020t4-congiuntura-industria.pdf
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frequentemente un aumento degli ordini dall’estero (8,6% delle imprese artigiane contro il 13,4
del complesso delle imprese industriali) e più frequentemente una stabilità di questo tipo di ordini.
Anche in questo caso il dato si intreccia con quello dimensionale della rilevazione congiunturale
ordinaria che mostra come l’andamento degli ordini esteri sia pesantemente influenzato dalla
dimensione aziendale con le imprese di maggior dimensione che riescono a chiudere il quarto
trimestre dell’anno con, addirittura, un aumento degli ordini esteri sullo stesso periodo dell’anno
precedente.
Andamento tendenziale (variazione rispetto allo stesso trimestre anno precedente) per classe dimensionale delle imprese
dell’industria

Fonte: Rilevazione congiunturale dell’Emilia-Romagna; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Il fatturato totale delle imprese segue l’andamento messo in luce più sopra per gli ordini totali:
la proporzione delle imprese colpite dalla pandemia sembra essere la stessa tra imprese artigiane
e non ma le imprese colpite paiono esserlo stato in misura maggiore visto che il dato per
dimensione, anche in questo caso, mette in luce la maggior sofferenza delle piccole imprese.
Dov’è arrivata la crisi, quindi, la stessa ha colpito più duro nell’ambito delle imprese artigiane.
Impatto della pandemia da CoVid-19 sul fatturato totale delle imprese artigiane e non in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Andamento tendenziale (variazione rispetto allo stesso trimestre anno precedente) per classe dimensionale delle imprese
dell’industria

Fonte: Rilevazione congiunturale dell’Emilia-Romagna; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.
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L’andamento del fatturato estero segue, invece, quello degli ordinativi dai paesi stranieri ma con
alcuni distinguo. Anche in questo caso, infatti, l’incidenza delle imprese artigiane che registrano
un aumento del fatturato risulta inferiore alla media del settore manifatturiero (sono, in particolar
modo, davvero rare me imprese che registrano un aumento del fatturato estero superiore al 20%).
Anche in questo caso, poi, le imprese artigiane hanno registrato con maggior frequenza una
stabilità del fatturato estero ma, differentemente da quanto visto per gli ordinativi, il peso delle
imprese artigiane che riportano riduzioni del fatturato dai paesi stranieri è minore del
corrispondente peso tra le imprese manifatturiere nel loro complesso. In sintesi, potremmo quindi
dire che in termini di fatturato estero le imprese artigiane si distinguono per una maggior stabilità
a discapito sia dell’aumento, sia della diminuzione. Anche in questo caso, l’andamento trimestrale
della grandezza mette in luce una forte relazione diretta tra dimensione dell’impresa e andamento
degli ordinativi esteri.
Impatto della pandemia da CoVid-19 sul fatturato estero delle imprese artigiane e non in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Andamento tendenziale (variazione rispetto allo stesso trimestre anno precedente) per classe dimensionale delle imprese
dell’industria

Fonte: Rilevazione congiunturale dell’Emilia-Romagna; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Prima di passare all’analisi delle altre evidenze, è bene cercare di mettere a fattor comune quanto
emerso sinora in termini di fatturato ed ordinativi delle imprese, in Italia e all’estero. Le risposte
delle imprese, per quel che riguarda il fatturato sul mercato nazionale, evidenziano una
estensione del fenomeno CoVid-19 – in termini di imprese colpite – uniforme tra imprese artigiane
e non artigiane. Su questo mercato, tuttavia, le imprese di dimensione minore riportano maggior
riduzione del fatturato, segno che le imprese artigiane (che più frequentemente delle altre sono
piccole) sono state colpite più duramente delle altre. Stessa percentuale di imprese colpite,
quindi, ma colpite più diramente. Sul mercato estero, invece, con maggior frequenza le imprese
artigiane – rispetto alle imprese non artigiane –riportano risultati meno brillanti e, oltre a ciò,
l’entità di questi risultati negati appare più intensa.
In termini di ordinativi, il quadro che si delinea è simile a quello appena descritto per il fatturato
ma tinte più forti. Visto che gli ordini ci danno la misura della capacità delle imprese di garantirsi
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il business per l’immediato futuro, in Italia e all’estero, la cosa appare preoccupante. Ne risulta
che le ferite inferte dal CoVid-19 sulle imprese artigiane non solo sono più profonde ora ma lo
saranno anche per l’immediato futuro.
Questa situazione può, con ogni probabilità, essere messa in relazione al ruolo delle imprese
artigiane nelle catene produttive. Cioè, il fatto che, spesso, questo tipo di imprese sia inserito in
un rapporto di sub-fornitura con imprese più grandi ha precluso loro la possibilità di far leva sui
mercati esteri (a cui di norma hanno più facile accesso le imprese più grandi) e, in Italia, le ha
penalizzate poiché, in un momento di forte discontinuità come quello che stiamo vivendo, il
controllo del rapporto col cliente finale è l’elemento strategico fondamentale.
Impatto della pandemia da CoVid-19 sulla produzione delle imprese artigiane e non in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Fissati questi concetti, è ora possibile passare alle altre evidenze emerse dalla rilevazione.
Allargando l’ottica, il monitoraggio ha poi mirato a verificare quali siano stati gli effetti della
pandemia sul complesso della gestione aziendale (modalità di approvvigionamento,
produzione, distribuzione e struttura organizzativa e del personale). Da questo punto di
vista, leggermente più frequente il caso delle imprese artigiane che non hanno registrato impatto
su nessuno degli aspetti gestionali considerati (42% contro il 40% delle imprese manifatturiere).
In particolare, mentre risultano sostanzialmente uniformi le risposte per quel che riguarda le
modifiche delle modalità di approvvigionamento, produzione e distribuzione con poco meno di
una impresa su quattro coinvolta, le imprese artigiane riportano una minor incidenza di imprese
che sono intervenute sulla struttura organizzativa e sul personale. Le imprese artigiane sono
quindi state investite anche più intensamente di quelle non artigiane dalla crisi pandemica ma
sono intervenute meno, almeno finora, sulla struttura organizzativa e sul personale.
Reazione delle imprese artigiane e non alle conseguenze di CoVid-19 sulla produzione in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Tra le imprese che hanno dovuto intervenire sulla produzione, risulta contenuta l’incidenza delle
imprese che hanno dovuto convertire/cambiare la produzione (3,2% delle imprese artigiane),
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largamente maggioritario il caso di imprese che hanno dovuto ridurre la produzione (poco meno
dell’83% per delle imprese artigiane) e poco diffuso il caso di imprese che hanno dovuto
aumentare la produzione (14,1%).
Anche le modalità con le quali le imprese stanno affrontando l’emergenza occupazionale
mettono in luce l’estensione della crisi subita dal sistema imprenditoriale. Oltre il 40 delle imprese,
anche artigiane, ha attivato cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali e strumenti di
sostegno del reddito.
Come le imprese artigiane e non affrontano le conseguenze di CoVid-19 sull’occupazione in Emilia-Romagna. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Qual è stato l’impatto del CoVid-19 sulla catena di fornitura e come è stato gestito dalle imprese, artigiane e non. Trim. 4 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

Meno del 9% delle imprese artigiane, tuttavia, ha attivato o ha intenzione di attivare lo smart-
working contro un più consistente 12,8% del totale delle imprese manifatturiere. Diverse le
imprese, anche artigiane, che non hanno rinnovato i contratti in scadenza (5,5%), quelle che
hanno ridotto l’organico o prevedono di farlo (7%) e quelle che hanno posticipato o cancellato le
assunzioni previste (4,8%). Nel complesso, risultano leggermente più frequenti le imprese
artigiane che non sono intervenute in nessun modo sull’occupazione (31,5% contro il 27,7% delle
imprese manifatturiere). Quest’ultima differenza è riconducibile quasi totalmente al minor ricorso
allo smart-working.
L’elemento della gestione aziendale ad essere maggiormente colpito dalle conseguenze della
pandemia è, sicuramente, stato la catena di fornitura delle imprese. Oltre il 15% delle imprese
hanno subito una interruzione di una parte delle forniture mentre oltre il 53% delle imprese hanno
subito un rallentamento di tutte le forniture o di una loro parte, tanto che solo il 45% delle imprese
in oggetto non ha registrato impatti sulla catena di fornitura. Questi dati danno, evidentemente, la
misura della rilevanza dell’impatto della pandemia sul sistema imprenditoriale, rilevanza che,
ancora una volta, pare aver colpito sia le imprese artigiane, sia la manifattura nel suo complesso
con la stessa drammatica entità. Pare esserci qualche difformità, invece, nel modo in cui le
imprese hanno risposto a queste criticità. In particolare, le imprese artigiane hanno sostituito i
propri fornitori con una frequenza che pare essere inferire al medesimo dato per le imprese
industriali nel loro complesso (28,7% contro il 32,7%). Di nuovo, sostanzialmente, uniforme tra i
due tipo di imprese l’altro tipo di risposta al problema degli approvvigionamenti, cioè, la
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produzione diretta dei beni prima acquistati esternamente. Questa soluzione è stata adottata da
circa 1 impresa su 10.
Durante i trimestri più critici della pandemia (primo e secondo) il monitoraggio ha previsto la
verifica di come le imprese avessero reagito, o avessero intenzione di reagire, alla
situazione venutasi a creare.
Reazioni delle imprese artigiane alla crisi innescata dal CoVid-19. Emilia-Romagna. Trim. 2 del 2020

Fonte: Osservatorio regionale sull’Artigianato; Unioncamere Emilia-Romagna e Camere di commercio della regione.

La reazione più diffusa tra le imprese è quella di cercare nuovi mercati e nuovi clienti per sopperire
al calo subito della domanda (hanno optato per questa possibilità oltre il 43% delle imprese
artigiane e non). Grossomodo 1 impresa su 5 sta creando o intende creare nuovi prodotti e/o
nuovi servizi da offrire alla clientela, con una frequenza leggermente inferiore per le imprese
artigiane. La terza reazione più diffusa tra le imprese è quella di modificare l’organizzazione
dell’impresa (dal lavoro agile alla maggior automazione dei processi), anche in questo caso le
imprese artigiane che hanno scelto la modalità sono leggermente meno delle non artigiane. Con
maggior influenza rispetto alle imprese manifatturiere, invece, le imprese artigiane hanno riferito
di star ponderando la chiusura dell’attività (7,3% per le imprese artigiane contro il 5,0% delle
imprese manifatturiere nel loro complesso). Le percentuali riportate fanno riferimento al secondo
trimestre del 2020 ma sono analoghe anche per il primo trimestre.
Il fatto che le risposte più frequenti siano stato proattive (ricerca di nuovi mercati, prodotti, forme
organizzative e fornitori) restituisce, al di là di tutto, un’immagine di vitalità del tessuto produttivo
regionale. Per quel che riguarda in specifico le imprese artigiane, va segnalata la relativamente
minor reattività sul versante dell’innovazione di prodotto ed organizzativa che risulta – tuttavia –
contenuta entro pochi punti percentuali ed è, probabilmente, più legata al ruolo nella catena del
valore ed alla dimensione che alla natura artigiana.
Per quel che riguarda la particolare tipologia delle imprese costruttrici artigiane, va notato
come, rispetto alle imprese artigiane dell’industria in senso stretto, le stesse abbiano ripreso le
attività con maggior velocità lungo il terzo ed il quarto trimestre 2020. In particolare, le imprese
che si occupano di ristrutturazione hanno risentito in misura più contenuta delle criticità da CoVid-
192 rispetto a quelle che si occupano delle costruzioni di edifici e della progettazione.

2 Si veda la rilevazione congiunturale al link indicato nella nota precedente.


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Le maggiori evidenze in un’ottica prospettica


Cercando di fissare le maggiori evidenze che emergono da questi dati e di dar loro una visione
prospettica possiamo notare quanto segue:
1) Il tessuto imprenditoriale regionale, artigiano e non artigiano, è stato notevolmente colpito dal
CoVid-19;
2) L’estensione delle conseguenze pandemiche sul fatturato, in termini di incidenza delle imprese
colpite, sembra essere la stessa all’interno delle imprese artigiane e delle imprese non
artigiane. Quel che fa la differenza è la severità delle conseguenze che, essendo mediamente
più elevata per le imprese di piccole dimensioni, ha colpito più intensamente le imprese
artigiane;
3) Questa problematicità appare ancor più evidente nei confronti dei mercati esteri nei confronti
dei quali le imprese artigiane che sono riuscite piazzare i propri ordini sono percentualmente
meno frequenti e quelle che ci sono riuscite lo hanno fatto con risultati mediamente inferiori;
4) Su entrambi questi aspetti, chiaramente, pare avere un peso notevole il ruolo giocato dalle
imprese artigiane nella catena di produzione. Un ruolo che le vede, di norma, non presidiare
direttamente i rapporti con l’estero e, in molti casi, il rapporto col cliente finale – anche a livello
nazionale;
5) In termini di prospettive future, questa situazione mette in luce la maggior sensibilità delle
imprese artigiane alle iniziative di sostengo alla domanda interna costituite, da una parte, dal
sostegno al reddito (in grado di sostenere la domanda privata) e, dall’altra, dal sostegno agli
investimenti per il tramite, ad esempio, del Recovery Plan del Next Generation EU;
6) Sempre in termini di prospettive future, la divaricazione della velocità tra imprese artigiane ed
altre imprese all’interno delle catene di fornitura rischia di essere un problema poiché le
relazioni rischiano di spezzarsi, ad esempio, per la ricerca affannosa di maggiori vantaggi in
termini di costo. Per attenuare questo rischio, sarebbe importante progettare le future iniziative
di promozione in modo che le stesse si rivolgano all’intera filiera produttiva, puntando sulla
partecipazione anche degli anelli della catena produttiva più lontani dal cliente finale;
7) Questo vale, a maggior ragione, per le iniziative di promozione all’estero. L’attuale differenziale
nella velocità di vaccinazione tra i paesi della UE e, soprattutto, tra UE e resto del mondo
sviluppato (USA in particolare) rende evidente che i mercati esteri saranno in grado di ritornare
prima di quello interno ad una situazione simile a quella pre-CoVid-19 e, quindi, vivranno prima
la conseguente ripresa della domanda;
8) L’importanza che le imprese artigiane riservano alla filiera risulta evidente considerando la
minor incidenza tra queste delle imprese che hanno cambiato fornitori alla luce delle criticità
di approvvigionamento che hanno seguito la diffusione del CoVid-19;
9) Sempre in termini prospettici, le imprese artigiane potrebbero giovarsi di azioni volte a
diffondere le potenzialità delle innovazioni organizzative e del lavoro e della innovazione di
prodotto visto che, meno di altre imprese, hanno riferito di aver fatto ricorso a queste attività
per fronteggiare la crisi;
10) La netta prevalenza delle risposte proattive alla domanda su come le imprese stiano
affrontando / abbiano intenzione di affrontare le criticità da CoVid-19 (ricerca di nuovi mercati
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e clienti, di nuovi prodotti e processi ecc. ecc.) fa ben sperare sulle prospettive di ripresa
quando la pandemia verrà finalmente messa sotto controllo – fermo restando quanto detto ai
punti precedenti, in particolare al punto 5;
11) Particolare attenzione deve, però, essere riservata alla maggiore incidenza delle imprese
artigiane che stanno meditando la chiusura. Questo dato suggerisce che la relativa stabilità
del Registro imprese di questi trimestri3 rischia di essere temporanea poiché molte imprese
artigiane sono, in realtà, in attesa di capire quale piega prenderanno gli eventi, soprattutto per
quanto riguarda il punto 5.

3 Si veda la rilevazione congiunturale al link indicato nella nota precedente.

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