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SALVADOR DALI’

BIOGRAFIA (pietro)
Salvador Dalí nacque a Figueres, piccola cittadina in Catalogna vicino al confine Francese, l'11
maggio del 1904 da una benestante famiglia di borghesi spagnoli. Suo fratello maggiore,
anch'egli di nome Salvador nato tre anni prima di lui, era morto di meningite nove mesi prima la
sua nascita, il 1º agosto del 1903. Il padre, Salvador Rafael Aniceto Dalí i Cusi (1872-1950) era
affetto da una forte rigidità nell’educazione. La mamma si chiamava Felipa Domènech i Ferrés
(1874-1921), che incoraggiò le aspirazioni artistiche del figlio. All'età di cinque anni, Dalí fu
condotto sulla tomba del fratello dai genitori, i quali gli fecero credere di esserne la
reincarnazione, convinzione che lo fece impazzire. Di suo fratello Dalí disse: "Ci somigliavamo
come due gocce d'acqua, ma rilasciamo riflessi diversi. Probabilmente lui era una prima
versione di me, ma concepito in termini assoluti". Dalì era talmente afflitto dalla morte di suo
fratello che alcune notti andava alla tomba a pregare per ore.Dalí aveva anche una sorella, Ana
María (1908-1989) che nel 1949 pubblicò un libro sul fratello, “Dalí visto da sua sorella”. Tra i
suoi amici d'infanzia vi erano i futuri calciatori del Barcellona Emilio Sagi Liñan, detto Sagi-Barba,
e Josep Samitier.
Dalí frequentò la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. Nel 1919 durante una
vacanza a Cadaqués con la famiglia di Ramon Pichot, un artista locale che faceva regolarmente
viaggi a Parigi, scoprì la pittura moderni. L'anno seguente il padre di Dalí organizzò nella
residenza di famiglia una mostra dei suoi disegni a carboncino. La prima vera esposizione
pubblica la tenne nel 1919 al Teatro Municipale di Figueres.
Nel febbraio del 1921 la madre di Dalí morì di tumore. Dalí aveva sedici anni; in seguito disse
che la morte della madre "è stata la disgrazia più grande che mi sia capitata nella vita. La
adoravo... Non potevo rassegnarmi alla perdita di una persona su cui contavo per rendere
invisibili le inevitabili imperfezioni della mia anima." Poco dopo il padre sposò la sorella della
moglie morta. Dalí non si risentì per le nuove nozze, perché amava e rispettava molto la zia.
Tutti questi traumi e la vita confusionaria lo portarono a dipingere in maniera surreale
influenzata dai maestri rinascimentali.
Nel 1923 Dalì fu accusato di avere organizzato una protesta repressa dalla polizia all'Accademia
di San Fernando. In seguito fu espulso per un anno e nel 1924 fu arrestato. Tra il 48 e il 49
dipinse quadri religiosi e nel 1974 venne inaugurato un Museo a lui dedicato. Morì 13 anni dopo
nel 1989.

OPERA 1(mattia)
All’interno di un paesaggio fantastico sono disposti alcuni oggetti irreali. Dominano la scena
alcuni orologi dalla consistenza deformata. Sono chiamati, infatti, orologi molli. Pur
segnando ancora il tempo, sembrano aver perso la loro solidità. Sopra al parallelepipedo
dipinto a sinistra, un orologio è poggiato per una metà sul piano. Sopra di esso, si è
appoggiata una mosca che crea una lunga ombra verso le dodici. La metà inferiore, invece,
pende mollemente lungo il fianco del solido. Un altro orologio, con la cassa però chiusa, è
poggiato più a sinistra. Su di esso alcune formiche, grandi e piccole, creano un motivo
decorativo
Sul terreno, un essere mostruoso composto da un grande occhio chiuso, con lunghe ciglia,
sopracciglia e la lingua al di fuori porta come una groppa un altro orologio. Verso il fondo
dello spazio rappresentato, si apre uno specchio d’acqua.
OPERA 2 (mattia)
Le Visage de la Guerre è un’opera che fa riferimento alla distruzione causata dalla guerra.
I teschi che si riproducono all’infinito all’interno degli occhi stanno a rappresentare l’infinito,
ed il fatto che nel destino dell’umanità ci sia sempre la guerra. Il dipinto rappresenta un viso
spaventoso con all’interno delle sue cavità (occhi e bocca) dei teschi, che contengono al loro
volta dei teschi al loro interno. La fisionomia è quella di un uomo o di una donna, ed il viso
sembra profondamente spaventato. L’opera è stata realizzata in un piccolo appartamento
negli stati uniti, dove Salvador Dalì si era rifugiato per via della seconda guerra mondiale,
prima di fare l’opera definitiva, fece molte altre prove, dove ritraeva sempre lo stesso volto,
ma in altre situazioni atroci.

OPERA 3 (pietro)
Il quadro venne completato sei mesi prima della guerra civile spagnolo cominciata nel 1936.
Il clima ai tempi era drammatico e si rispecchia sul quadro che rappresenta un essere
immenso e orribile composto da due parti umanoidi distorte. Questo mostro sta cercando di
strozzarsi che simbolicamente rappresenta la violenza irrazionale senza motivo. Il paesaggio
di sfondo è arido e desolato come devastato, si riconosce però che è una regione della
Catalogna: la regione natale del pittore. Sono presenti degli oggetti molli e deformi, presenti
anche in “La persistenza della memoria” che rappresentano lo scorrere del tempo che causa
la trasformazione di ogni cosa.

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