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ROMY PADOVANO
tel.+39.335.8713813
e-mail: romy.padovano@gmail.com
PETE
Mi chiamo Randolph Peter Best.
Sono nato il 24 Novembre del 1941 a Madras, in India,
ma ho vissuto quasi tutta la mia vita a Liverpool.
Se sono qui a raccontare la mia storia devo dire grazie a mia
madre, Mona Best, che un giorno decise di aprire un locale
con bar e musica dal vivo nello scantinato della nostra casa
al numero 8 di Hayman’s Green: il Casbah Coffee Club.
FX ON sottofondo voci
PETE (continua)
La mia fortuna e la mia dannazione passano attraverso il
Casbah, un’ampia cantina che un tempo serviva come
deposito per il carbone, trasformata in un club privato.
L’iscrizione costava mezza corona all’anno, un prezzo
volutamente alto per tenere lontano un certo tipo di
pubblico più… Diciamo esuberante.
Al Casbah si servivano analcolici, merendine, dolci e caffè…
Caffé preparato con una macchina espresso che nessun altro
locale di Liverpool aveva a quell’epoca.
L’idea del club a mia madre era venuta dopo aver visto un
servizio alla televisione sul 2i’s Coffee Bar di Londra, il locale
più alla moda nella seconda metà degli Anni ’50.
In due parole il Casbah Coffee Club era una buona scusa per
ascoltare un po’ di musica suonata dal vivo o con i pochi
dischi in commercio.
Quasi tutta roba che arrivava dall’America.
MONA BEST
Per pagare la casa che avevamo preso di ritorno dall’India
con mio marito John e i ragazzi, Pete e Rory, mi ero
impegnata tutti i gioielli che avevo.
Ma i soldi non erano sufficienti, così decisi di tentare la
sorte: piazzai una scommessa su un cavallo montato da un
fantino all’epoca sconosciuto: Lester Piggott.
Lo davano 33 a 1, praticamente un’impresa impossibile.
E invece…
PETE
Per la serata d’apertura del locale mia madre Mona aveva
scritturato il ‘Les Stewart Quartet’ dove suonavano Ken
Brown e un giovanissimo George Harrison.
All’ultimo momento però Stewart diede forfait per un litigio
con Ken Brown.
Peccato che 300 tessere erano già state vendute!
KEN BROWN
Mona Best, la madre di Pete, ci aveva scritturato a patto che
l’avessimo aiutata a dipingere il locale.
Per questo motivo saltai diverse prove con la band facendo
infuriare Stewart che si rifiutò di suonare per il giorno del
debutto.
Per rimediare George… George Harrison, mi disse che aveva
due amici che suonavano in un gruppo.
La band si chiamava ‘The Quarrymen’ e i due nuovi musicisti
erano: John Lennon e Paul McCartney.
PETE
Così Ken Brown insieme a John, Paul e George aiutarono mia
madre a dipingere lo scantinato con stelle, arcobaleni, draghi
e ragni.
Con loro c’era anche Cynthia Powell, che poi sarebbe
diventata Cynthia Lennon, che dipinse la silhouette di John
che ancora oggi si può vedere.
Ultimato il locale, Ken Brown, John Lennon, Paul McCartney
e George Harrison, senza un batterista e con solo un
microfono collegato al piccolo sistema di amplificazione,
debuttarono di fronte a 300 teenagers: era la sera del 29
Agosto 1959!
PETE
La serata fu un successo tale che mia madre propose ai
Quarrymen di diventare ‘resident band’, gruppo fisso del
Casbah Coffee Club e la band suonò 7 sabati sera
consecutivi.
In mancanza di una vera e propria amplificazione sonora,
Lennon convinse mia madre a scritturare un chitarrista
amatoriale per suonare qualche brano prima del concerto
vero e proprio dei Quarrymen.
Non si trattava di generosità, ma di opportunismo: Harry,
questo era il suo nome, possedeva un magnifico
amplificatore da 40 watt di potenza, un vero lusso, che la
band poteva così utilizzare durante le proprie esibizioni.
RINGO
Rory Storm era il nome d'arte di Alan Caldwell, un ex
venditore di cotone che aveva formato il gruppo musicale
verso la metà degli Anni ’50.
Entrai a far parte della band il 25 marzo del 1959, in
occasione di un concerto in un locale chiamato Mardi Gras.
Per dare al gruppo un appeal più aggressivo, Rory Storm
decise di cambiare i nomi anche agli altri musicisti della band
inspirandosi all’epopea del Far West.
Fu proprio il suggerimento di Rory che mi convinse ad
adottare il nome d’arte con cui sarei passato alla storia:
dal convenzionale Richard Starkey divenni l’inconfondibile Ringo
Starr.
RINGO
Il primo successo con i Rory Storm and the Hurricanes
fu il secondo posto in una competizione fra gruppi musicali
tenutasi nell'ottobre del 1959 all'Empire Theatre di
Liverpool.
Ma fu l’anno dopo che avvenne la vera svolta.
Seguendo la tendenza in atto, mutammo stile e repertorio
passando dall'originario skiffle al rock’n’roll.
Ci esibivano nei più popolari ritrovi di Liverpool, inclusi il
Jacaranda e il Cavern, suonando canzoni di Chuck Berry e
Jerry Lee Lewis.
La qualità delle nostre esibizioni musicali era eccellente, Rory
Storm era un’incredibile leader e sul palco non si limitava a
cantare, ma faceva delle vere e proprie evoluzioni
acrobatiche.
Pensate che al Cavern, allora frequentato soltanto dai puristi
del jazz, fummo multati dal proprietario del club per avere,
interpretato un brano rock di Jerry Lee Lewis ‘Whola Lotta
Shakin’ Goin’ On’.
PETE
Mentre i Quarrymen, ovvero i tre quarti di quelli che poi
sarebbero diventati i Beatles, suonavano senza un batterista
nella cantina di casa trasformata da mia madre in un locale
per teenagers, io stavo ancora studiando alla Collegiate
Grammar School.
KEN BROWN
Lasciai i Quarrymen per un problema legato ai soldi.
Era un sabato sera, avevo l’influenza e Mona, la madre di
Pete, la padrona del locale, mi ordinò di non scendere a
suonare e di rimanere su di sopra, in casa.
Così John, Paul e George fecero il concerto senza di me.
MONA BEST
Al momento di pagare l’esibizione, i tre Quarrymen
pretesero di dividere la paga tra loro escludendo Ken Brown
perché non aveva suonato.
Ovviamente mi rifiutai e divisi la paga in quattro.
PETE
Fu sempre al Casbah Coffee Club che Lennon e McCartney
convinsero il loro amico Stuart Sutcliffe, detto ‘Stu’, pittore
di talento, a suonare il basso nella band.
E fu sempre ‘Stu’ insieme a John che nell’estate del 1960,
prendendo spunto dai Crickets, i grilli, di Buddy Holly,
inventarono il nome Beatles dopo aver fatto alcuni concerti
con il nome di ‘Silver Beatles’, gli scarafaggi d’argento.
Con loro c’era un tale che si chiamava Tommy Moore, un
operaio che durante il tempo libero si dilettava alla batteria.
ALLAN WILLIAMS
Quando mandai Tommy a suonare nei Silver Beatles pensavo
di aver risolto il problema batteria, invece nella band
mancava di nuovo un batterista fisso.
Così quando Tommy lasciò i Silver Beatles, nel Giugno del
1960, lo sostituii con Norman Chapman.
Norman suonò soltanto in tre concerti, poi per sua sfortuna
venne chiamato a fare il servizio militare.
Sembrava impossibile: in giro era pieno di batteristi,
ma io non riuscivo a trattenerne nemmeno uno per suonare
insieme a John, Paul, George e con loro Stuart ‘Stu’ Sutcliffe.
RINGO
All'inizio degli Anni ’60 Rory Storm & the Hurricanes era il
gruppo più popolare di Liverpool.
E fu proprio per un ingaggio in un campeggio estivo nel
Galles del Nord che saltò la possibilità di una prima tournée
in Germania.
ALLAN WILLIAMS
Allora i Beatles, che ancora per qualche giorno si sarebbero
chiamati Silver Beatles, continuavano a non avere un
batterista fisso.
Per questo in previsione della loro prima tournée ad
Amburgo decisi di scritturare Pete Best.
PETE
Il 12 Agosto del 1960 ero diventato il batterista dei Beatles!
Il primo batterista dei Beatles!
ALLAN WILLIAMS
Ad Amburgo Pete Best si esibì assieme a Lennon, McCartney,
Harrison e Sutcliffe, poi ‘Stu’ lasciò la band per dedicarsi alla
sua vera passione, la pittura e Paul passò a suonare il basso.
Nella città tedesca però, dopo i primi momenti di euforia, il
rapporto tra Best e compagni cominciò a incrinarsi.
PETE
Ero anche l’unico a non fare uso di anfetamine, pastiglie di
Preludin che agli altri servivano per mantenere le energie
durante quei ‘tour de force’ nei locali a luci rosse di
Amburgo.
Non riuscivo a legare con John, Paul e George e preferivo
rimanere in disparte mentre loro socializzavano con ragazze,
musicisti, avventori.
ALLAN WILLIAMS
Pete Best era un elemento fondamentale per la notorietà dei
Beatles: la madre Mona gestiva in parallelo con la mia
attività manageriale, quello che lei amorevolmente definiva
il “gruppo di Pete”, facendo del Casbah Coffee Club il quartier
generale della band, fornendo il supporto di un telefono
fisso e del furgone per gli spostamenti dei musicisti.
Pete ad Amburgo aveva sviluppato un personale stile
strumentale che gli aveva procurato il soprannome di “Atom
Beat”.
A Liverpool era molto popolare proprio per il suo aspetto
tenebroso e aveva un notevole seguito di ammiratrici, ma
con i Beatles…
Qualcosa non funzionava.
RINGO
Allora i rapporti tra gli Hurricanes e i Beatles erano molto
cordiali e spesso ci si ritrovava assieme a casa di Rory Storm,
da lui ribattezzata ‘Stormville’, a chiacchierare di musica,
dischi, concerti...
Nel 1961 un sondaggio della rivista Mersey Beat, collocò gli
Hurricanes al quarto posto tra le band preferite dai lettori e
l'anno seguente andammo a fare dei concerti nelle basi
dell'esercito americano in Francia.
MONA BEST
Era la notte del 24 Giugno 1962, una domenica, quando i
Beatles fecero la loro 37esima ed ultima performance sul
palco del Casbah Coffee Club.
Fu anche l’ultimo concerto del club che proprio quel giorno
nonostante avesse ormai superato il migliaio di iscritti,
chiuse i battenti.
PETE
La chiusura del Casbah non fu il solo evento tragico
di quella drammatica estate.
Il 6 Giugno, il produttore discografico George Martin, su
richiesta del nostro nuovo manager Brian Epstein, ci aveva
convocato a Londra negli studi di registrazione della EMI in
Abbey Road per un provino.
PETE (continua)
Non andò benissimo.
FREDA KELLY
Mi chiamo Freda, Freda Kelly.
Per 11 anni sono stata la segretaria di Brian Epstein cioè…
La segretaria dei Beatles!
In occasione del provino alla EMI, il produttore George
Martin ritenne che l’anello debole della band fosse Pete Best
e chiese… anzi, pretese da Brian Epstein che venisse
sostituito.
Ci fu chi sostenne che non era musicalmente all’altezza, chi
disse che era per il suo carattere schivo e taciturno.
Forse si trattava soltanto di gelosie interne alla band.
Fatto sta che, due anni dopo il suo ingresso nel gruppo,
Pete Best venne licenziato.
I fan in principio non la presero bene, al Cavern si sentiva
urlare “Ringo never, Pete Best forever”.
Nei documenti ufficiali della EMI, la casa discografica dei
Beatles, si parla di un distacco amichevole, ma è sicuro che
Pete ne rimase profondamente amareggiato.
PETE
Quel Giovedì mattina Neil Aspinall, il road manager dei
Beatles che all’epoca aveva una relazione con mia madre ed
era appena diventato padre di mio fratello Roag, mi lasciò
davanti alla NEMS record, gli uffici del nostro manager Brian
Epstein.
Mi accorsi subito che Brian non era affabile come al solito
e parlava di tutto meno che di affari.
Un’anomalia per un business man come lui.
Poi finalmente sputò il rospo dicendo che i ‘ragazzi’
volevano me fuori dal gruppo e Ringo al mio posto.
Il 16 Agosto 1962 non ero più il batterista dei Beatles!
Ero basito e soltanto una parola echeggiava nella mia testa:
“Perché, perché, perché?”.
FREDA KELLY
Epstein rispose che non lo ritenevano un buon batterista e
anche George Martin pensava che non fosse abbastanza
bravo.
A Pete la vicenda suonò come un complotto: tutto era già
deciso e nessuno dei Beatles aveva avuto il coraggio di
parlargli, nemmeno Ringo che fino a quel momento
considerava un amico.
Dopo avergli dato la terribile notizia, Brian Epstein proseguì
serenamente quello che per lui era semplicemente un
meeting d’affari, offrendo a Pete alcuni concerti che Ringo,
andando a suonare con i Beatles, non poteva più fare.
PETE
Risposi di sì, ma non sapevo cosa stavo dicendo.
Avevo la testa in confusione e continuavo a ripetermi:
“Come può tutto questo accadere proprio a me?
Come è possibile che John e gli altri ci abbiano messo due
anni per decidere che non ero alla loro altezza?”.
Distrutto lasciai l’ufficio di Brian.
Fuori Neill Aspinall mi stava aspettando.
“Che ti è successo?” mi chiese preoccupato.
“Sembra che tu abbia visto un fantasma!”.
FREDA KELLY
Quando Pete tornò a casa scoppiò a piangere davanti a sua
madre che già sapeva dell’accaduto informata per telefono
da Neil Aspinall.
Quel giorno Mona Best tentò invano di parlare con Brian
Epstein ottenendo come risposta:
“Non è al momento disponibile”.
Due giorni dopo arrivò Ringo.
RINGO
Quando John e Paul mi contattarono per chiedermi se
volevo entrare a far parte dei Beatles ero ancora impegnato
in alcuni concerti con Rory Storm.
Non ci misero molto a convincermi, ero contento avessero
pensato proprio a me ed ero eccitato all’idea che ai primi di
Settembre saremmo andati in studio per registrare il primo
disco 45 giri.
Ma le cose non partirono come avevo immaginato e per un
momento rischiai addirittura di vedere finita la mia
avventura con la band dopo solo 17 giorni!
ANDY
Mi chiamo Andy White.
Sono nato a Glasgow il 27 Luglio del 1930.
Mio padre era un panettiere, mia madre una casalinga.
A 12 anni ho cominciato a suonare le percussioni in una
banda scozzese di cornamuse, diventando musicista
professionista a diciassette anni.
Il mio genere preferito, ma anche quello per cui ero più
portato, era il jazz e lo swing.
Nel 1960 mi cimentai anche nell’emergente genere del rock
and roll incidendo assieme a Billy Fury quello che è ritenuto
uno dei primi grandi album britannici proprio di rock’n’roll.
Si intitola: ‘The Sound of Fury’.
FREDA KELLY
A dire il vero fino a quel momento Andy White, piuttosto che
come batterista, era conosciuto come marito di Lyn Cornell,
la cantante del gruppo vocale delle Vernon Girls, sposata
nell’Aprile del 1962.
Andy apparteneva ad un'associazione di musicisti
professionisti di cui il produttore discografico della EMI
George Martin si serviva quando aveva bisogno di un
turnista per qualche sessione musicale.
Una di queste occasioni si presentò l'11 settembre 1962
quando Andy, fu convocato agli studi di Abbey Road per
sostituire Ringo Starr nella registrazione del primo 45 giri dei
Beatles.
ANDY
Ascoltando la registrazione del 4 settembre 1962, George
Martin considerò la prova di Ringo Starr poco soddisfacente
e per la sessione in studio della settimana successiva decise
di sostituirlo.
Così, per 4 minuti e 23 secondi sono stato il secondo
batterista dei Beatles!
FREDA KELLY
Andy suonò la batteria in ‘Love me do’, il lato A del primo
singolo inciso dai Beatles e in P.S. I love you, il lato B dello
stesso disco.
Il 45 giri venne pubblicato un mese dopo, il 5 Ottobre 1962,
raggiungendo la posizione numero 17 delle classifiche
inglesi.
In realtà anche Ringo è presente in quella incisione: suona le
maracas in ‘P.S. I love you’ e il tamburello in ‘Love me do’.
ANDY
Quella fu la mia sola e breve esperienza con i Beatles,
dopodiché entrai a far parte dell'orchestra radiofonica della
BBC di Glasgow prima di spostarmi negli Stati Uniti, dove
ebbi modo di accompagnare artisti come Chuck Berry,
Shirley Bassey, Louis Armstrong, Marlene Dietrich.
RINGO
Nonostante l'iniziale passo falso durante la registrazione
del primo disco, da quel momento in avanti il batterista dei
Beatles, quello che tutti conoscono, l’unico vero batterista
che ha vissuto e condiviso il successo e l’incredibile
avventura dei Beatles sono io: Ringo Starr!
FREDA KELLY
Ringo in poco tempo si amalgamò con le chitarre di John e
George, ma soprattutto con il basso di Paul, di cui divenne la
colonna portante della base ritmica nell’inconfondibile
sound del gruppo.
Lo spirito gioviale e spensierato, la simpatia e la semplicità di
Ringo lasciarono spazio alle prorompenti personalità degli
altri tre musicisti senza mai metterne in discussione le loro
scelte artistiche.
In cambio, oltre al ruolo che gli spettava, John e Paul diedero
a Ringo alcune canzoni da cantare al posto loro,
consegnando alla storia uno dei primi batteristi cantanti.
FREDA KELLY
Secondo l'opinione di Paul, Ringo «non aveva una gamma
vocale molto ampia, ma era bravo ‘con brio e spirito’ se il
motivo era semplice e orecchiabile».
Così, in quasi tutti gli album dei Beatles, c’è almeno un brano
cantato da Ringo.
Nel 1963, oltre a ‘Boys’ contenuta nel primo album della
band, Ringo cantò anche un brano scritto da John e che
sarebbe diventato il primo successo dei Rolling Stones.
RINGO
Il 1963 fu un anno strepitoso per la mia carriera con i
Beatles:
pubblicammo 2 album e 4 singoli scalando le classifiche di
mezzo mondo, con fan in delirio ad ogni concerto e la critica
concorde nel giudicarci come la migliore band in
circolazione.
FREDA KELLY
L'esperienza di Amburgo era ormai superata: concerti in giro
per l’Europa, la storica esibizione al ‘Royal Variety
Performance’ alla presenza dei reali inglesi, le apparizioni
televisive.
Se all’inizio del 1963 gli aderenti al Beatles fan club
ammontavano a un migliaio, alla fine dello stesso anno il
numero degli iscritti era salito vertiginosamente a 80 mila!
Con le apparizioni televisive negli show musicali, la
loro immagine innovativa, la pettinatura e i vestiti, i Beatles
conquistarono un immediato e immenso seguito tra gli
adolescenti inglesi dando inizio alla ‘beatlemania’.
Ogni loro concerto era caratterizzato dalle urla assordanti
delle fan che rendevano impossibile ascoltare le canzoni.
RINGO
All'aeroporto di New York fummo accolti da un enorme
schieramento di fotografi e da scene di isteria collettiva da
parte di diecimila fan urlanti.
Andò avanti così per tutta la prima settimana.
Il 9 febbraio 1964, partecipammo ad una puntata del famoso
programma tv americano ‘Ed Sullivan Show’ visto da oltre 73
milioni di telespettatori e da tutti ricordata come ‘la notte
che cambiò l’America’!
Termina il sottofondo
off LUCE ROSSA BAND
off SPOT BATTERISTA CENTRO PALCO
<<< esce di scena il BATTERISTA
RINGO (continua)
Ricordo che quella sera, prima di cominciare a suonare, Ed
Sullivan ci fece un annuncio…
ED SULLIVAN
Ho appena ricevuto un telegramma. Ve lo leggo…
“Congratulazioni per la vostra partecipazione al Ed Sullivan
Show e benvenuti in America. Spero che la vostra esibizione
sia un successo e la trasferta sia piacevole. Salutatemi il
signor Sullivan. Con affetto Elvis”.
RINGO
La risposta di George fu: “Chi è Elvis?”
George aveva queste battute.
Durante l'apparizione all'Ed Sullivan Show, il numero di
crimini riportati a New York fu molto vicino allo zero e quelli
minorili praticamente si azzerarono e George rispose:
“Quando hanno suonato i Beatles anche i criminali si sono
presi dieci minuti di pausa”.
JIMMIE
Mi chiamo Jimmie Nicol.
Sono nato a Battersea il 3 Agosto del 1939.
La mia carriera come musicista professionista comincia nel
1957 quando l’impresario Larry Parnes mi reclutò per
suonare con alcune band al 2i’s Coffee Bar di Londra…
Sì, il locale che ispirò Mona Best per il suo Casbah Coffee
Club.
FREDA KELLY
Jimmie Nicol apparteneva all’Associazione Musicisti
a cui aderiva anche Andy White.
All’inizio degli Anni ’60 Jimmie era diventato un session-man
conosciuto e stimato e spesso gli capitava di suonare in band
che nemmeno conosceva.
RINGO
La mattina del 3 giugno 1964, il giorno prima di partire per
un tour mondiale, durante una seduta fotografica ebbi un
malore e svenni.
Avevo la febbre alta e mi portarono all'ospedale dove mi
venne diagnosticata una tonsillite.
I medici mi dissero che non potevo uscire e mi imposero un
ricovero per qualche giorno.
Gli altri Beatles, soprattutto George, volevano rimandare la
partenza, ma era troppo tardi: in piena Beatlemania non si
poteva cancellare un tour che avrebbe toccato
tre continenti!
FREDA KELLY
Da diverse ore Brian Epstein si aggirava per l’ufficio
affannato e preoccupato non sapendo cosa fare.
Poi, d’accordo con George Martin, fece una telefonata e nel
giro di pochi minuti risolse il problema.
JIMMIE
Fu George Martin, il produttore discografico dei Beatles, a
suggerire il mio nome al loro manager Brian Epstein.
Mi conosceva bene perché avevo da poco suonato la
batteria in un album di cover dei Beatles.
Quando ricevetti la telefonata non ebbi un attimo di
esitazione e accettai subito.
Quella notte non riuscii a dormire: ero uno dei mitici
Beatles!!
FREDA KELLY
Jimmie venne presentato a John, Paul e George e dovette
imparare tutte le canzoni del loro repertorio… e suonarle alla
Ringo in un solo pomeriggio!
Aveva i capelli lunghi e disordinati e dovette adattarli allo
stile dei Beatles e in attesa che arrivasse l’abito su misura
che Brian Epstein aveva commissionato apposta per lui,
cominciò la tournée indossando il vestito di Ringo.
Quando i Beatles gli chiedevano durante le prove come stava
andando, la sua risposta era sempre: “It's getting better - Sta
andando meglio”.
Qualche anno dopo Paul McCartney, alla comparsa del sole
dopo una lunga giornata di pioggia, esclamando “It's getting
better!” gli venne in mente Jimmie Nicol.
Scoppiò a ridere e decise di utilizzare quella frase nella
canzone ‘Getting Better’ pubblicata nello storico album ‘Sgt.
Pepper’s’ del 1967.
JIMMIE
Ammetto che avrei suonato con i Beatles anche gratis…
Chi non l’avrebbe fatto?!
Epstein mi offrì 2.500 sterline a concerto più un bonus di
altre 2.500 sterline.
John, che era presente alla riunione con Paul e George,
intervenne dicendo se era matto a offrirmi quella cifra.
Per un attimo pensai: “Ecco, ora mi sbattono fuori e
prendono un altro per molto meno”.
Brian Epstein guardò John che aggiunse: “Devi dargliene
almeno 10 mila”.
FREDA KELLY
Durante una conferenza stampa, un giornalista chiese a John
perché per rimpiazzare Ringo non avessero scelto Pete Best.
In fin dei conti lui era stato il batterista dei Beatles per due
anni ed era stato ‘scaricato’ alla vigilia del successo.
Dargli quest’opportunità poteva essere un gesto carino di
riconoscenza.
John rispose che Pete adesso aveva il suo gruppo, con
impegni e progetti ai quali non sarebbe stato giusto rinunciare.
PETE
Subito dopo essere stato allontanato dai Beatles cercai di
rimanere nel circuito musicale…
Incisi anche un 45 giri che però non ebbe molto successo.
Sotto la gestione di Mona, di nuovo in attività forse più come
madre che come manager, con la mia nuova formazione, il
‘Pete Best Combo’, volai negli Stati Uniti e partecipai a
diversi programmi televisivi dove spesso mi presentavano
come il primo batterista dei Beatles…
Quello che ha mancato il successo.
JIMMIE
La scaletta dei concerti prevedeva 11 canzoni, senza ‘I
wanna be your man’ che era il brano che cantava Ringo.
Cominciammo con…
JIMMIE
Suonavo con talmente tanto ardore e gioia che Paul mandò
un telegramma a Ringo dicendo di rimettersi in fretta perché
con tutto l’impegno che mettevo gli stavo consumando il
vestito!
Era fantastico: tutte quelle ragazze là davanti che mi
guardavano e urlavano… Cioè… guardavano i Beatles e
urlavano e si strappavano i capelli!
FREDA KELLY
Corre voce che in occasione del concerto ad Amsterdam,
Jimmie Nicol e John Lennon trascorsero un’intera notte in un
bordello.
La polizia li aveva scortati fino al quartiere a luci rosse per
evitare che venissero riconosciuti per strada e potesse
scoppiare uno scandalo.
In qualsiasi città si trovassero i Beatles c’erano ragazze
disposte ad… “accompagnarli”.
JIMMIE
Il giorno prima di diventare un Beatle le ragazze neanche mi
guardavano.
Il giorno dopo, vestito e pettinato da Beatle, scorazzando in
limousine con Paul e John, le ragazze mi morivano dietro
soltanto per potermi toccare.
Era tutto così… strano e… pauroso!
Poi un giorno il sogno svanì.
JIMMIE (continua)
Dopo 8 concerti e 10 giorni da Beatle, Ringo tornò al suo
posto raggiungendo gli altri dall’altra parte del mondo, a
Melbourne, Australia
JIMMIE
Quando partii per tornare a Londra non riuscii nemmeno a
salutare John, Paul e George perché stavano ancora
dormendo e non volevo disturbarli.
All’aeroporto Brian Epstein mi diede un assegno da 500
sterline e un orologio d’oro con inciso sulla cassa:
‘Dai Beatles e Brian Epstein a Jimmie, con apprezzamento e
gratitudine’.
Nel viaggio di ritorno sull'aereo ero molto triste, mi sentivo
come un bambino bastardo rifiutato dalla nuova famiglia.
Ancora non riuscivo a crederci: per 10 giorni ero stato il
batterista dei Beatles?
FREDA KELLY
Ringo concluse la tournée mondiale del 1964 e da quel
momento, fino allo scioglimento del gruppo, fu il solo e
inimitabile batterista dei Beatles partecipando anche alla
scrittura di alcune canzoni.
Come per esempio ‘What goes on’, brano che portarono
anche nel successivo tour mondiale: quello del 1965.
RINGO
All’inizio dell’estate eravamo in Italia per alcune date a
Milano, Genova e Roma: due concerti al giorno, uno al
pomeriggio e uno alla sera.
Suonavamo al massimo una mezz’oretta dopo che si erano
esibiti sullo stesso palco non so quanti cantanti e gruppi
locali.
Nonostante le nostre esibizioni fossero molto brevi, i fan che
vennero ad ascoltarci… O forse è meglio dire a vederci, visto
che con tutte quelle grida era quasi impossibile sentire la
musica…
Beh, insomma, i fan furono entusiasti!
FREDA
Come in ogni posto in cui andavano a suonare!
Anche se, al Velodromo Vigorelli di Milano e poi al Palasport
di Genova e al teatro Adriano di Roma, non ci fui mai il tutto
esaurito.
FREDA KELLY
Negli anni a seguire, oltre a prestare la sua voce per la
dolcissima ‘Goodnight’ e la celebre ‘Yellow Submarine’,
Ringo canta anche nella meravigliosa ‘With a little help from
my friends’ che Joe Cocker porterà sul palco di Woodstock
due anni più tardi.
RINGO
Nel 1967 i Beatles avevano smesso di fare concerti e
lavoravano ormai soltanto ai dischi in studio di registrazione.
Ad Agosto il nostro manager Brian Epstein si era tolto la vita
e da quel momento i Beatles non ebbero più un manager
vero e proprio.
In quegli ultimi anni che portarono alla fine del gruppo ho
scritto una decina di canzoni, ma soltanto due portano
unicamente la mia firma: una si intitola ‘Don’t pass me by’.
FREDA KELLY
E mentre Ringo e i suoi Beatles continuavano la loro
inesorabile cavalcata al successo che li accompagna dalla
storia al mito come la più grande band musicale mai esistita,
gli altri tre ‘beatles’ fab four’, ovvero i nostri tre batteristi
che per un attimo hanno accarezzato il sogno, ma sono
scomparsi come meteore nel firmamento della musica, che
fine avevano fatto?
ANDY
Mi chiamo Andy White.
Sono nato a Glasgow il 27 Luglio del 1930.
Mio padre era un panettiere, mia madre una casalinga.
A 12 anni ho cominciato a suonare le percussioni in una
banda scozzese di cornamuse, diventando musicista
professionista a 17 anni.
Nel 1962 sono stato il batterista dei Beatles per 4 minuti e
23 secondi!
Non ho mai suonato in un concerto, ma la mia batteria è
quella che sentite nelle due canzoni del primo 45 giri dei
Beatles: ‘Love me do’ e ‘P.S. I love you’.
ANDY (continua)
Ho continuato a suonare come musicista professionista per
tutta la mia vita accompagnando anche artisti importanti
come Rod Stewart o suonando in orchestre prestigiose come
la BBC Scottish Radio Orchestra di Glasgow.
Negli Stati Uniti ho partecipato agli show di Marlen Dietrich
sotto la direzione di Burt Bacharach e proprio negli Stati
Uniti, era il 1980, mi sono trasferito definitivamente
continuando a insegnare batteria.
Un giorno un mio studente mi ha regalato un adesivo che ho
attaccato sulla mia auto.
Sopra c’era scritto: “Il Quinto Beatle”!
JIMMIE
Mi chiamo Jimmie Nicol.
Sono nato a Battersea il 3 Agosto del 1939.
La mia carriera come musicista professionista comincia nel
1957 quando l’impresario Larry Parnes mi reclutò per
suonare con alcune band al 2i’s Coffee Bar di Londra…
Nel 1964 per 10 giorni sono stato il batterista dei Beatles!
JIMMIE (continua)
Terminata la breve ma incredibile esperienza come
batterista dei Beatles ho inciso un paio di singoli con il mio
vecchio gruppo, ma senza successo…
Ho ricevuto 5 mila lettere dalle fan australiane e ho risposto
a tutte che prima o poi sarei tornato in Australia.
Pausa sottofondo
JIMMIE (continua)
Nove mesi dopo ero in bancarotta.
Riparte il sottofondo
JIMMIE (continua)
Mi sono salvato suonando con un gruppo svedese…
Abbiamo fatto anche un paio di tour mondiali.
Poi sono andato in Messico a studiare i ritmi della samba
e della bossa nova.
Nel 1975 sono tornato a Londra per lavorare nel campo delle
ristrutturazioni edilizie.
PETE
Mi chiamo Randolph Peter Best.
Sono nato il 24 Novembre del 1941 a Madras, in India, ma
ho vissuto quasi tutta la vita a Liverpool.
Se sono qui a raccontare la mia storia devo dire grazie a mia
madre Mona Best che un giorno decise di aprire un locale
con bar e musica dal vivo nello scantinato della nostra casa
al numero 8 di Hayman’s Green: il Casbah Coffee Club.
Per 2 anni sono stato il batterista dei Beatles, ma sono
entrato nella storia come: ‘Pete Best, il PRIMO batterista dei
Beatles’!
PETE (continua)
Dopo essere stato scaricato dai Beatles non volevo più
vedere e parlare con nessuno.
Più i Beatles salivano sull’Olimpo della gloria, più io scendevo
nella voragine degli inferi.
Pausa sottofondo
PETE (continua)
Caddi in depressione e tentai il suicidio.
Riparte il sottofondo
PETE (continua)
Fu mia madre Mona con mio fratello Rory che mi tirarono
fuori dal limbo in cui vagavo.
Con la nuova band firmammo un contratto discografico e
incidemmo un singolo che fu un fiasco.
Ho provato con altre due formazioni e una tournée negli
Stati Uniti, ma purtroppo…
Alla fine ho deciso di lasciare il business della musica, ho
trovato lavoro come fattorino in una fabbrica di pane e poi
come funzionario amministrativo in un ufficio di
collocamento.
Mi sono sposato… due figlie e 5 nipoti.
Sono tornato a suonare nel 1988 ad un evento
commemorativo sui Beatles e ho continuato a suonare a
livello amatoriale con la mia ‘Pete Best Band’.
Ci suona anche il mio ‘fratellino’ Roag, batterista anche lui,
siamo venuti anche in Italia…
Pausa il sottofondo
PETE (continua)
E da questa band nessuno può cacciarmi!
FREDA KELLY
Nel 1995 i Beatles pubblicano la raccolta ‘Anthology’ che
contiene numerose registrazioni con Pete Best alla batteria,
compresi i provini fatti alle case discografiche Decca e
Parlophone.
Per quelle partecipazioni di Pete si è parlato di un compenso
intorno ai 4 milioni di sterline!
A Liverpool Pete e sua madre Mona sono stati onorati
intitolando loro due strade: la ‘Pete Best Drive’ e la ‘Casbah
Close’…
Poi c’è Ringo.
FREDA KELLY
Beh, Ringo lo conosciamo tutti, è il batterista dei Beatles da
quando hanno cominciato a fare dischi fino al loro
scioglimento, per poi intraprendere una lunga e intensa
carriera solista di cui sono piene le pagine della cronaca e
della storia...
Magari ve la racconto alla prossima occasione.
Però abbiamo ascoltato tutte le canzoni che lui ha cantato
per i Beatles, tutte eccetto una, l’ultima, ‘Octopus’s Garden’,
sulle cui note vi ringrazio per essere stati con noi e vi saluto
ricordando loro:
Pete…
BEATLES’ FAB FOUR © 2019 R. PADOVANO
40
Andy…
Jimmie…
e Ringo,
i ‘Beatles’ Fab Four’ ovvero…
i quattro batteristi dei Beatles!
FREDA
In realtà ci sarebbe ancora una canzone cantata da Ringo.
PETE
Un’altra?
JIMMIE
Ma no, le abbiamo eseguite tutte!
FREDA
Non tutte, ne manca una.
RINGO
È vero, ne manca una.
PETE
E quale sarebbe la canzone mancante?!
RINGO
Nel 1965 per l’album ‘Help’ i Beatles incisero una canzone
cantata da Ringo Starr, che però fu scartata e non venne mai
più inserita in nessun dei successivi album della band.
JIMMIE
Una canzone inedita?
FREDA
Inedita e praticamente sconosciuta che si intitola:
‘If you’ve got trouble’.
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