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(Parte 1)
Lavorazioni per deformazione plastica
Sono fondate sulla capacità dei materiali metallici di poter
subire una deformazione permanente senza subire rottura.
Tale capacità deriva dalla particolarità del legame metallico,
non preferenziale e non direzionale, che dà luogo alla
formazione di un reticolo in cui gli ioni positivi, che si
respingono, vengono tenuti insieme da elettroni, liberi di
vagare in tutto il volume occupato dal materiale.
SCOPI
1. Modificare la geometria di un grezzo conservandone la
massa
2. Migliorare le proprietà del materiale
2
MECCANISMO DI DEFORMAZIONE
Deformazione nei mono cristalli
La deformazione plastica avviene solo per slittamento tra piani
cristallini, che si verifica quando la sollecitazione di taglio, ,
parallela alla giacitura dei piani, raggiunge un valore critico.
I piani trai quali si può verificare lo scorrimento sono i piani di
massimo addensamento atomico. Parimenti, in questi piani le
direzioni di scorrimento sono quelle di massima densità
atomica.
+ + + +
+ + + +
+ + + + + + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + + + + + +
+ + + + + + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + +
4
MECCANISMO DI DEFORMAZIONE
Trazione Compressione
+ + + +
+ + + +
+ + + + + + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + +
+ + + + + Nella deformazione
plastica gli scorrimenti
+ + + + + sono multipli della
distanza interatomica
+ + + + +
+ + + + +
6
MECCANISMO DI DEFORMAZIONE
(con riferimento al caso della dislocazione lineare)
7
Analogia del moto delle dislocazioni con il
movimento di un bruco
8
LIVELLO MACROSCOPICO
Δ𝐿
F Allungamento unitario 𝜀 =
𝐿0
(deformazione ingegneristica)
𝐹
Sollecitazione nominale 𝜎=
𝑆0
9
TENSIONE TANGENZIALE
F 𝑁 𝐹 cos 𝛼 𝐹
𝜎= = = cos 2 𝛼 TENSIONE NORMALE
𝑆 𝑆0 𝑆0
T cos 𝛼
N S 𝑇 𝐹
𝜏 = = 𝑠𝑖𝑛𝛼 cos 𝛼 TENSIONE TANGENZIALE
S0 𝑆 𝑆0
1𝐹 𝜎𝑓
𝜏𝑚𝑎𝑥 = per = 45° → 𝜏𝑓 = =𝑘
2 𝑆0 2
Struttura cristallina
osservata al
microscopio ottico
prima e
dopo la deformazione.
Dopo la lavorazione:
Prima della lavorazione:
struttura fine, orientata lungo la
grana grossa,
direzione del flusso plastico.
disposizione casuale
La resistenza è maggiore lungo la
direzione di orientamento dei grani.11
EFFETTO DELLA GRANA FINE
12
Incongruenza della deformazione ingegneristica
L0 L
Δ𝐿
Trazione 𝑒=
𝐿0
−Δ𝐿
Compressione 𝑒 =
𝐿0 + Δ𝐿
Riportando alla lunghezza iniziale la barretta precedentemente
deformata si ottiene una deformazione di segno opposto, ma di
valore diverso.
Es.:
L0 = 50 → 60 : e = 10 / 50 = 0.20
L0 = 60 → 50 : e = -10 / 60 = - 0.17
13
DEFORMAZIONE REALE
𝐿1
𝑑𝐿 𝑑𝐿 𝐿1
𝑑𝜀 = 𝜀= න = ln
𝐿 𝐿0
𝐿 𝐿0
L0 L1
𝜀 = ln( 1 + 𝑒)
Es.:
60
𝐿0 = 50 → 60 𝜀= 𝑙𝑛
50
= 0.18
50
𝐿0 = 60 → 50 𝜀= 𝑙𝑛
60
= - 0.18
Es.:
2
𝐿0 = 50 → 52 ∶ 𝑒 = = 0.040
50
52
𝜀 = ln = 0.039
50 14
COSTANZA DEL VOLUME
L1
S1L1 = S0L0
S1
S0 L0
𝐿1 𝑆0 𝐷02 𝐷1
𝜀1 = ln( ) 𝑆0 𝐿0 = 𝑆𝐿 ⇒ 𝜀1 = ln = ln( 2 ) = −2 ⋅ ln = −2 ⋅ 𝜀2
𝐿0 𝑆1 𝐷1 𝐷0
𝜀2 ≡ 𝜀3
𝐷1 𝜀2 = 𝜀3 = −0.5 ⋅ 𝜀1
= ln( )
𝐷0
𝜀1 + 𝜀2 + 𝜀3 = 0
N.B.
in campo elastico: 𝜀2 = 𝜀3 = −𝜈 ⋅ 𝜀1
dove (coefficiente di Poisson) ~ 0.3
15
INFLUENZA DELLA VELOCITA’ DI DEFORMAZIONE
La velocità di deformazione è determinata dalla velocità
con cui l’utensile agisce sul materiale.
∆𝐿 1 𝑣
Deformazione ingegneristica: 𝑒ሶ = ∙ =
𝐿0 ∆𝑡 𝐿0
𝑑𝜀 𝑑 𝐿 1 𝑑𝐿 𝑣
Deformazione reale: 𝜀ሶ = = ln = =
𝑑𝑡 𝑑𝑡 𝐿0 𝐿 𝑑𝑡 𝐿
v = cost
L
𝑒ሶ = 𝑐𝑜𝑠𝑡
𝜀ሶ = 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒
𝜎𝑓 = 𝑓 𝑚𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝜀, 𝜀′, 𝑇
17
RESISTENZA ALLA DEFORMAZIONE vs. DEFORMAZIONE
f
… quindi si possono
trascurare.
In realtà le
Valori reali desunti deformazioni
dalla R-e elastiche sono molto
fino alla strizione piccole…
A CALDO
Nelle lavorazioni a caldo
l’aumento di velocità di
deformazione determina un
RICRISTALLIZZAZIONE incrudimento temporaneo
maggiore.
𝜀ሶ PLASTICA
Tf (K) PLASTICA
A CALDO
Campo Ricristallizzazione → la resistenza alla deformazione si
approssimativo mantiene costante durante la
delle lavorazione.
A FREDDO
lavorazioni a Incrudimento → aumento della resistenza alla
caldo. deformazione con tendenza ad un valore
asintotico corrispondente al massimo
disordine della struttura cristallina.
0 (K) 22
Modello di influenza della velocità di deformazione
𝑑𝑛 𝑑𝑛
=𝐷−𝑟∙𝑛 = 𝑑𝑡
𝑑𝑡 𝐷−𝑟∙𝑛
ln(𝐷 − 𝑟 ∙ 𝑛) = − 𝑟 ∙ 𝑡 + 𝑐𝑜𝑠𝑡
Assumendo n = 0 per t = 0 → cost = ln D
𝐷−𝑟∙𝑛
= 𝑒 −𝑟∙𝑡 → − 𝑟 ∙ 𝑛 = 𝐷 ∙ 𝑒 −𝑟∙𝑡 − 𝐷
𝐷
𝐷 𝐷
𝑛= 1 − 𝑒 −𝑟∙𝑡 Per t → 𝑛=
𝑟 𝑟
25
Influenza della velocità di deformazione
𝐷 Numero di atomi in
𝑛=
𝑟 posizioni disordinate
26
Lavorazioni a caldo e a freddo
27
Lavoro di deformazione plastica
Parallelepipedo ricalcato nella direzione dell’altezza
a0 b0
• pressione uniforme 𝑝 = 𝜎𝑓 = 2𝑘
c0 • deformazione parallelepipeda
c1
b1
a1
h0
Ad identico risultato si perviene se si h1
considera un cilindro retto ricalcato nella
direzione dell’altezza. d0 d1
28
Lavoro di deformazione plastica
p = f 𝐹 = 𝜎𝑓 ∙ 𝑎𝑏
𝑑𝐿 = −𝐹 ∙ 𝑑𝑐 = −𝜎𝑓 ∙ 𝑎𝑏 ∙ 𝑑𝑐
a0 b0
𝑐1
c0 𝐿 = − න 𝜎𝑓 ∙ 𝑎𝑏 ∙ 𝑑𝑐
c1 𝑐0
STATO DI TENSIONE
QUALSIASI
STATO MONOASSIALE
EQUIVALENTE
30
STATO DI TENSIONE QUALSIASI
Nel caso di stato di tensione comunque complesso, è
possibile determinare una terna di assi, mutuamente
ortogonali, lungo i quali agiscono soltanto tensioni normali
(tensioni principali).
Note le tensioni principali, è possibile determinare lo stato
di tensione su un piano avente giacitura qualsiasi rispetto
alla terna principale.
In particolare, si possono determinare 3 piani, ognuno a 45°
rispetto alle coppie di tensioni principali 1 - 2, 2 - 3,
3 - 1 sui quali agiscono sollecitazioni tangenziali
massime.
𝜎1 − 𝜎3 𝜎𝑓
𝜏𝑚𝑎𝑥 = = =𝑘
2 2
32
Criterio di von Mises
Il criterio di von Mises (o criterio della massima energia di
distorsione) afferma che:
“il materiale comincia a deformarsi plasticamente quando
l’aliquota di energia di deformazione elastica associata alla
variazione di forma (energia di distorsione) raggiunge un
valore caratteristico del materiale [ad una data temperatura]“:
1 2 2 2
1 2
𝐸𝑑 = 𝜎1 − 𝜎2 + 𝜎2 − 𝜎3 + 𝜎3 − 𝜎1 = 2𝜎𝑒𝑞
12𝐺 12𝐺
dove:
𝐸
-G= modulo di elasticità tangenziale
2(1+𝜈)
- 𝜎𝑒𝑞 (tensione equivalente) è la tensione di flusso
plastico (𝜎𝑓 ) misurata con una prova di trazione.
N A
1 1
𝐸𝑑 = 𝜎1 − 𝜎2 2 + 𝜎2 − 𝜎3 2 + 𝜎3 − 𝜎1 2 = 2𝜎𝑓2
12𝐺 12𝐺
𝜎1 − 𝜎2 2 + 𝜎2 − 𝜎3 2 + 𝜎3 − 𝜎1 2 = 2𝜎𝑓2
𝜎𝑓
𝜏2 + 𝜏2 + 2𝜏 2 = 2𝜎𝑓2 → 3𝜏 =2
𝜎𝑓2 → 𝜏= = 0.577 𝜎𝑓
3
𝜏 = 0.5 𝜎𝑓 Tresca-Guest 34
Confronto tra diversi stati di tensione
35
INFLUENZA DELL’ATTRITO
Ci si riferisce al caso della ricalcatura di un blocco tra due
stampi piani.
Ipotesi semplificative:
1) pezzo molto lungo in direzione Deformazione piana
perpendicolare al disegno (piano del disegno)
2) legge di attrito coulombiano 𝜏 = 𝜇 ⋅ 𝜎
3) v = cost lungo l’altezza (nonostante la S T
presenza dell’attrito)
𝜏 𝑇 =𝜇⋅𝑁
v
𝑘
𝜎 36
b/2
𝜎𝑧 INFLUENZA DELL’ATTRITO
DEFORMAZIONE PIANA
𝜎𝑥 𝜎𝑥 + 𝑑𝜎𝑥
dx
Spessore unitario in direzione y
x
− 𝜎𝑥 + 𝑑𝜎𝑥 ℎ + 𝜎𝑥 ℎ − 2𝜇 ⋅ 𝜎𝑧 ⋅ 𝑑𝑥 = 0
Condizione di
equilibrio −ℎ𝑑𝜎𝑥 − 2𝜇 ⋅ 𝜎𝑧 ⋅ 𝑑𝑥 = 0
𝜎1 ≅ 𝜎𝑧
Condizione di plasticità 𝜎1 − 𝜎3 = 𝜎𝑓
di Tresca/Guest 𝜎3 ≅ 𝜎𝑥
[La tensione principale 𝜎2 𝜎𝑥 = 0
risulta uguale alla media
𝜎 − 𝜎𝑥 = 𝜎𝑓 𝑥 = 𝑏/2
delle altre due essendo lo 𝑧
stato di deformazione piano
𝜎𝑧 = 𝜎𝑓
per l’ipotesi di barra 𝑑𝜎𝑥 = 𝑑𝜎𝑧
infinitamente lunga]
37
INFLUENZA DELL’ATTRITO
𝑑𝜎𝑧 𝜇
−ℎ𝑑𝜎𝑧 − 2𝜇 ⋅ 𝜎𝑧 𝑑𝑥 = 0 → = −2 𝑑𝑥
𝜎𝑧 ℎ
2𝜇 𝑏
𝜎𝑧 = 2𝑘 ⋅ 𝑒 ℎ (2−𝑥)
𝜇⋅𝑏
𝜎𝑓 ℎ max
𝜎𝑥 𝜎𝑓
Andamento della pressione
di contatto con lo stampo b
38
ZONA DI ADERENZA
Lo stampo esercita sul pezzo un’azione tangenziale che non
può superare la resistenza a taglio, k, del materiale.
Zona dove la
deformazione si
concentra
Zone dove la
deformazione è
scarsa
Zone morte
Stato tensionale
nelle zone morte 40
DISTRIBUZIONE DELLA DEFORMAZIONE
Simulazione
Il disegno rappresenta:
• a sinistra, ¼ del pezzo indeformato in sezione dove è
stato tracciato un reticolo
• a destra, ¼ del pezzo dopo riduzione di altezza del 50%
(la linea tratteggiata indica il contorno originale)
Valore approssimativo,
calcolato considerando che
l’altezza del quadratino
d’origine si è ridotta all’incirca
alla metà.
41
DISTRIBUZIONE DELLA DEFORMAZIONE
Simulazione fisica
42
Ricalcatura di un cilindro
Stato
(lega di alluminio AlCu2Mg2NiSi)
tensionale
nelle zone
morte Pressione di
contatto
Tensioni d’attrito
Zone morte:
struttura
grossolana
43
LAMINAZIONE
Processo di lavorazione per deformazione plastica A CALDO
(nelle ultime passate di lamierini < 1 mm: a freddo)
ℎ ≥ 130
Prodotti
BLUMI
40 ≤ ℎ ≤ 130
BILLETTE
1
ℎ> 𝑙 ℎ > 130
BRAMME 4
PROFILATI
BARRE
NASTRI
45
LAMINAZIONE (schema base)
ℎ1 < ℎ0
𝑉𝑝 𝑏1 ~ > 𝑏0
𝑆1 < 𝑆0
ℎ0 𝑉0 𝑉1 ℎ1
47
ARCO DI CONTATTO
Definisce il tratto entro il quale avviene la deformazione.
C
𝐿 = 𝑎𝑟𝑐𝑜𝐴𝐵 ≅ 𝐴𝐵
O
Dal 1° teorema di Euclide:
A D 2R:AB = AB:BD
B Δℎ/2
∆ℎ
𝐿= 2𝑅 ∙ = 𝑅 ⋅ Δℎ
2
48
FORZA E POTENZA DI LAMINAZIONE
Ipotesi:
R pressione media uguale alla
tensione di flusso plastico
a
Fz
ℎ0 ℎ1
𝐹𝑧 = 𝑝𝑚 𝑏𝑚 𝐿 𝑝𝑚 ≅ 𝜎𝑓
𝐿 = 𝑅 ⋅ Δℎ 𝐿
𝑎≅
𝑏𝑚 2
𝑏𝑖 + 𝑏𝑢
=
2
f
𝑀 = 𝐹𝑧
𝐿
coppia agente su un rullo
2
𝑃 = 2 ⋅ 𝑀𝜔 potenza complessiva
49
V SEZIONE DI INVERSIONE
Analogia con la ricalcatura. A sinistra e a destra
della sezione di simmetria il materiale si muove
in senso opposto, sulla sezione di simmetria la
velocità orizzontale è nulla (sezione di
Vx inversione).
𝑑𝑇 cos 𝛼 ≥ 𝑑𝑁 sin 𝛼
𝑅∆ℎ ∆ℎ
𝛼= =
𝑅 𝑅
∆ℎ𝑀𝐴𝑋 = 𝜇2 𝑅
54
Stima della forza orizzontale totale
B
𝜌 𝑉2 2 𝑆2 𝑑𝑡 − 𝜌 𝑉1 2 𝑆1 𝑑𝑡 = 𝐹𝑜 𝑑𝑡
S1
V1 S0 S2 V2
𝑉2 𝑆2 = 𝑉1 𝑆1
𝑆1
𝐹𝑜 = 𝜌 𝑉1 2 𝑆1 −1
𝑆2
Esempio
56
Analisi delle forze
𝑑𝑁 = 𝜎𝑓 𝑏 𝑑𝑠
𝑑𝑇 = 𝜇 𝑑𝑁 𝑑𝑥
𝑑𝑠 =
𝑑𝐹′ = −𝑑𝑁 sin 𝛼 + 𝑑𝑇 cos 𝛼 cos 𝛼
𝑑𝐹 ′′ = −𝑑𝑁 sin 𝛼 − 𝑑𝑇 cos 𝛼 57
Analisi delle forze
𝑑𝑁 = 𝜎𝑓 𝑏 𝑑𝑠
𝑑𝑇 = 𝜇 𝑑𝑁
𝑑𝐹′ = −𝑑𝑁 sin 𝛼 + 𝑑𝑇 cos 𝛼
𝑑𝐹 ′′ = −𝑑𝑁 sin 𝛼 − 𝑑𝑇 cos 𝛼
𝑑𝑥
𝑑𝐹 ′ = −𝜎𝑓 𝑏 𝑑𝑠 sin 𝛼 + 𝜎𝑓 𝑏 𝑑𝑠 μ cos 𝛼 𝑑𝑠 =
cos 𝛼
𝑑𝐹 ′ = −𝜎𝑓 𝑏 tan 𝛼 𝑑𝑥 + 𝜎𝑓 𝑏 𝜇 𝑑𝑥 = 𝜎𝑓 𝑏 ∙ tan 𝜌 − tan 𝛼 𝑑𝑥
𝐼 𝐵 L’integrale calcolato fino alla sezione Sx
rappresenta la forza orizzontale totale
𝐹𝑜 = න 𝑑𝐹′ + න 𝑑𝐹 ′′ ≅ 0 esercitata dal rullo fino a quella sezione.
𝐴 𝐼 Integrando su tutto l’arco di contatto, si
ottiene 0, per quanto detto precedentemente
applicando il teorema dell’impulso.
𝐼 𝐼 𝐵 𝐵
𝜎𝑓 𝑏 ∙ න tan 𝜌 𝑑𝑥 + න −tan 𝛼 𝑑𝑥 + න − tan 𝜌 𝑑𝑥 + න − tan 𝛼 𝜌 𝑑𝑥
𝐴 𝐴 𝐼 𝐼
≅0 58
Andamento delle forze orizzontali
𝑥𝐶 𝑥𝐶
𝐹𝑥 ∝ න tan 𝜌 𝑑𝑥 + න −tan 𝛼 𝑑𝑥
0 0
𝑥𝐶
K න tan 𝜌 𝑑𝑥 = tan 𝜌 ∙ 𝑥 = 𝑦
y = tan 𝜌 ∙ 𝑥
0
y La derivata dell’equazione del 𝑑𝑦
D
cerchio che rappresenta il rullo è il tan 𝛼 =
coefficiente angolare della retta 𝑑𝑥
tangente al rullo stesso.
I B
C 𝑥𝐶 𝑥𝐶
A − න tan 𝛼 𝑑𝑥 = − න 𝑑𝑦 = −𝑦𝑐
0 0
XC x
𝐹𝐶 = 𝑦𝐷 − 𝑦𝐶 𝐹𝐼 = 𝑦𝐾 − 𝑦𝐼
Il segmento CD rappresenta, in scala opportuna,
(ricordare le semplificazioni effettuate) la forza
orizzontale complessiva agente sul laminato fino alla
sezione Sx ; idem IK per la sezione d’inversione Si 59
Andamento delle forze orizzontali
2° integrale che va dalla 𝑥𝐵 𝑥𝐵
sezione I a quella di uscita B: 𝐹𝐼−𝐵 ∝ න tan 𝜌 𝑑𝑥 + න −tan 𝛼 𝑑𝑥
𝑥𝐼 𝑥𝐼
K 𝑥𝐵
y = tan 𝜌 ∙ 𝑥 න tan 𝜌 𝑑𝑥 = tan 𝜌 ∙ 𝑥 = 𝑦
y = −tan 𝜌 ∙ 𝑥
y 𝑥𝐼
𝑥𝐵 𝑥𝐵
− න tan 𝛼 𝑑𝑥 = − න 𝑑𝑦 = −(𝑦𝐵 −𝑦𝐼 )
I B 𝑥𝐼 𝑥𝐼
C
A
xC x
𝐹𝐼−𝐵 = 𝑦𝐼 − 𝑦𝐾
𝐹𝐴−𝐵 = 0
𝐹𝐼 = 𝑦𝐾 − 𝑦𝐼
60
Condizioni limiti
Condizione di
imbocco spontaneo Condizione di trascinamento
𝜇 = 𝑡𝑔𝜌 ≥ 𝛼 𝛼
𝜇≥
2
𝛼
𝛼 A
A
C
. .I B
I
𝜌=𝛼 B K
Il laminato viene respinto [le ordinate comprese
tra la retta inclinata di e il cerchio che
rappresenta il profilo del rullo hanno segno
opposto rispetto al caso di 𝜌 > 𝛼] fino a che non
𝜌 𝜌 si supera la sezione C, dove la forza orizzontale
diventa 0. Superata questa sezione, la forza
K 𝜌>𝛼 risultante diventa di attrazione verso il rullo. 61
Pressione di contatto pezzo-rullo
Analogia con la fucinatura libera alla
pressa; b corrisponde alla lunghezza
dell’arco di contatto.
Influenza dell’attrito, del diametro dei
rulli e della riduzione di altezza
sull’andamento della pressione di
contatto (Giusti - Santochi).
Sia l’aumento della
profondità di passata h
che del diametro provocano
un aumento dell’arco di
contatto e quindi della
pressione media e
della
forza Fz
62
LAMINATOIO A GABBIA SINGOLA
c: cilindri
a: allunghe
m: motore
g: gabbia pignoni
i: indicatore della distanza tra i cilindri
63
Duo irreversibile
SCHEMI DI IMPIANTO
- Duo irreversibile (grandi laminatoi)
64
LAMINAZIONE DELLE LAMIERE
Le lamiere, che rappresentano una delle categorie più
importanti di prodotti laminati sono caratterizzate da uno
spessore costante, molto più piccolo in confronto con le
altre due dimensioni.
Peculiarità
1 2 3
A B D A D
90° C A
C B 45°
D C
4 B
5
C A B
B D 66
90° 135°
A D C
Effetto dell’inflessione dei rulli
Schema di carico
Rulli cilindrici
Laminato più
spesso al centro
Rulli a botte
Spessore costante
67
Effetti termici
Distribuzione di temperatura
lungo il cilindro
Esempio:
per T= = 100 °C
diametro del cilindro = 1 m
acciaio = 1.2 x 10-5 °C-1
si ottiene:
D = 1000 x 1.2x10-5 x 100 = 1.2 mm per ciascun cilindro
E’ necessario tener conto di questo effetto nella tornitura
a freddo dei cilindri. 68
Laminazione delle lamiere
Con rulli di piccolo diametro l’arco di contatto
è piccolo: si riduce la pressione massima
dovuta all’attrito.
I rulli esterni hanno solo funzione di
sostegno.
69
Treno di laminazione per nastri
Effetto della
controtrazione
70
Tensioni residue nei laminati
+ − + −
Rulli di piccolo Rulli di grande
diametro e/o piccole diametro e/o
riduzioni per passata passate profonde
71
Tensioni residue nei laminati
+
-
72
Tensioni residue nei laminati
Deformazione Deformazione in
superficiale profondità 73
Principio della «pallinatura»
-
+
74
TENSIONI RESIDUE SUI NASTRI
75
FABBRICAZIONE DI BARRE E PROFILATI
76
Necessità degli angoli di spoglia
A B
A B A-A B-B
77
Laminatoio trio per la realizzazione di billette
78
Aspetti generali
• calibri successivi di forma
differente
• presenza di angoli di spoglia
• rotazione di 90° per evitare
l’accumulo di tensioni
Bombatura per evitare l’urto
al momento dell’imbocco
79
Necessità di ruotare il laminato
Sequenza dei calibri
rotazione 90° A
Esempi di sequenze
A
Profilato con
sezione a “C”
Profilato con
sezione ad “H”
82
FABBRICAZIONE DEI TUBI SENZA SALDATURA
Stato tensionale A
nel punto P 83
Laminatoio a passo di pellegrino
Serve per assottigliare lo spessore di un corpo
forato (realizzato ad esempio con laminatoio
avanzamento
Mannesman). A
Barra
(mandrino)
Barra
A-A (mandrino)
arretramento
A
84
Fasi di deformazione nel laminatoio a
«passo di pellegrino»
Ulteriore assottigliamento:
laminatoio continuo per tubi
85
Laminatoio Sendzimir
86
Laminatoi speciali
Laminatoio per
centriruota ferroviari
Laminatoio per
cerchioni ferroviari
87
Laminatoio planetario
Riesce a realizzare
una forte riduzione di
spessore grazie alla
drastica riduzione delle
forze di attrito.
Non si realizzano nè la
condizione Ia imbocco
spontaneo nè quella di
trascinamento.
Il materiale deve
essere molto duttile.
88
Costruzione dei cerchi di Mohr
y 𝜎𝑦 +
(stato di tensione piano) 𝜏𝑦𝑥
B 𝜏𝑥𝑦
𝜎𝑥
A
2
x
(𝜎𝑦 ; 𝜏𝑦𝑥 )
2
B
1
2
3 = 0 1 𝜎
(𝜎𝑥 ; 𝜏𝑥𝑦 )
N A
89