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SIMONE 526/19

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Classi di concorso A29 - A30 (ex A031 - A032) - A53 E n l
Gruppo Editoriale Simone o

Elementi di organologia

Usato per la prima volta da Michael Praetorius, nel trattato Syntagma musicum (1618), il
termine organologia, che deriva dal greco ο῎ργανον (= utensile, strumento, strumento musica-
le), è riferito allo studio degli strumenti musicali: ne analizza, infatti, la storia, le caratteristiche
meccaniche e acustiche, le tecniche di costruzione e le pratiche esecutive.
Victor-Charles Mahillon (1880-1922), alla fine dell’Ottocento, sviluppò, sulla base degli studi di
François-Auguste Gevaert (1828-1908), una classificazione quadripartita, in seguito perfezionata
da Eric Moritz von Hornbostel e Curt Sachs nel 1914. Le quattro classi organologiche, determinate
sulla base del materiale responsabile della produzione del suono, sono: 1) cordofoni, 2) aerofoni,
3) membranofoni e 4) idiofoni.
Sachs, in particolare, è, ad oggi, riconosciuto come il fondatore dell’organologia moderna: ad
egli è intitolato il premio annuale della American Musical Instrument Society.
In ambito extraeuropeo, ci si è dedicati all’organologia molto prima, segnatamente in Cina,
India e nel Mondo arabo.
Presumibilmente già nell’VIII secolo a.C., in Cina, sulla base del materiale ritenuto più im-
portante, fu elaborato il sistema — poi diffuso in tutta l’Asia orientale — dei bayin “otto timbri”,
corrispondenti a metallo, pietra, seta, bambù, zucca, terra, pelle e legno.
La stessa classificazione europea in quattro categorie perfezionata da Hornbostel e Sachs,
potrebbe essere stata ispirata da un’opera in sanscrito, Nātyaśāstra, trattato su teatro, poesia e
musica del saggio Bhārata, risalenti a un’epoca che va dal 200 a.C. al 200 d.C.

Per uno studio più approfondito:


https://users.unimi.it/musica/cons/meucci2.pdf

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