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FRANCESCO

Il MAGO (?)
ERESIA di un FOLLE e/o MAGIA dei SERAFINI

Riflessioni e ricordi di una Vita semplice,

a contatto con la Percezione dell’Infinito Indescrivibile

All Rights reserved – prof. dr. cav+ Tommaso Raucci – 16 giugno 2021

PREFATIO
“Vieni Spirito, Vieni Spirito , Scendi su di noi, Marhanathà ! ”

Diario addì 06 apr21 - La storia di Francesco, in quel Giorno di lunedì in Albis, dopo il
legame con Metatron-Enoch, del giorno prima, la Pasqua di Resurrezione. Fù così, che
visualizzando il Fratello Francesco servo per amore, sacerdote dell’umanità, nei suoi traguardi, si
spinse oltre ogni limite, come un Mago nero, nelle Qliphot, Albero della Morte, in parallelo
nell’Ain Soph, dalla Kabbalah, L’Albero della Vita.
Cosa aveva pensato, questo fratello, simile a me? Così l’ho veduto, perché mi somiglia,
nelle cose che ha fatto, sicché ho potuto entrare nella sua mente, nella sua conversione, come
accadde a me, nella sua disperazione, incessante, per portare la Conoscenza dell’Amore di Dio.
Francesco era dotato di un carisma ed un’energia, degne di Gesu’ Cristo, un entusiasmo
che posso capire, al limite tra Autismo, Isteria, Esaurimento nervoso, Follia e qualcos’altro.
Ma tuttavia, che fosse lebbra, la causa della morte, che fosse debilitato, i suoi digiuni, le sue opere,
comunque, a livello magico, quantistico, avranno attivato dei poteri magici, i quali Doni di Dio,
all’interno delle 10 Sephiroth della Santità, avrebbero, come accaduto, portato inevitabilmente alla
resistenza santa, rispetto al freddo, la sua forza incantatrice e coinvolgente, la sua presenza divina
al cospetto degli animali; tutti i segni dell’Amore del Padre, BaB.
Dio divenne, come per me, l’unico suo Padre, che vedeva nel creato: lui era estasiato, dalla
perfezione e vastità ma dalle emozioni che poteva provare.
Un magia ‘sentimentale’ che lo accompagnava ogni secondo, nelle prove alle quali ,
esagerando si poneva, come me, ogni giorno una sfida mentale nel comprendere la mente di DIO,
solo per Amore.
Il mio fratello, che ha conquistato tutto me, insieme a Dio; nemmeno Gesù stesso in quanto
di sesso maschile, ha potuto attirarmi così’ tanto, perchè forse è un Dio o Dio.
Mentre lui, lo vedo sotto sforzo, e vorrei correre a curarlo, a sostenerlo. Lui che sostenne e
ricostruì la Chiesa. Lui, il mio Angelo dei Serafini, non mi lascia mai, il suo calore cristico da
Taumaturgo. Io anche che sono taumaturgo come lui e S. Antonio da Padova, posso comprendere
le sue crisi, la sua ostinazione. La sua malattia, come la mia, non possiamo vedere una persona
soffrire: daremmo tutto noi per evitarlo. Di qui la nostra magia.
La Magia degli Angeli Serafini, dai Quali lui è stato folgorato, il nostro fratello d’Assisi del
1220; la Magia che io e lui, avevamo sempre sognato e non trovavamo la strada, finché Dio con la
Sua Magia Cristiana Solare Mistica, ci ha pervasi, con la Sua semplicità, siamo noi che ci siamo
buttati nei compiti che a Lui abbiamo chiesto e che Lui ci Ha donato.
“Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore, di incontrare Te, di stare insieme e Te, unico
riferimento del mio andare, unica Ragione Tu, unico sostegno Tu, al centro del mio cuore ci sei
solo Tu…”. Queste parole della canzone, mi hanno fatto incontrare di nuovo Dio Padre e
Francesco, il ‘Giullare’ di Dio, la figura più simile a me.
Avrei voluto avere il suo coraggio, nelle battaglie, nella prigionia, ma ho il suo ardore,
un’energia tale da affrontare demoni tra i più potenti e da sfidare le leggi fisiche, per raccogliere e
portare cibo ad ammalati ed affamati.
La PIETA’, l’unica ragione, il Movente maximo, sempre davanti ai miei occhi.
Senza questa energia che si scatena come vortice, malattia del mio cuore, come mi sarei
tenuto in piedi, rispetto alle piaghe delle persone e della quali Dio mi ha fatto essere Osservatore
certosino. “ECCOMI”, una parola che vale anche per chi si sposa e davanti alla morte.
Dio è sempre presente, il Padre, a Lui dobbiamo tutto.
Francesco davanti al Crocifisso di S. Damiano, talmente andato in allucinazione e
devozione, che ebbe la sua conversione, io direi trasformazione; un processo psico-analitico prima
e psichico dopo; un qualcosa che dopo avvenuto, non ne è più venuto indietro, un passo definitivo,
un salto quantico, di energia come livello, che ti porta nel Regno dei Serafini, dal quale non scendi
più (anche se vorresti, puoi andare solo avanti).
La cosa che più mi è piaciuta è che Francesco, viveva la sua santità normalmente, senza
esaltazioni, nella vita privata quasi, semplicemente; dinnanzi a lui c’era solo il suo compito, la sua
magia: attraeva energia dall’Universo e la riutilizzava, come avviene per me.
Ad un certo punto ti rendi conto che hai tanta di quella energia, che la devi dare, anche
perché facendolo, ti senti diverso e felice.
La felicità dei santi, è molto particolare, anche se parte da poco, come per i bambini, arriva
a livelli così alti da logorare, sfilacciare il cuore, come avveniva a S. Gemma Galgani, più vicina a
noi temporalmente. Eppure Francesco appare a me coetaneo, nella sua stravaganza, da nobile
quale era, nella sua a volte, cosi istruito, ignoranza di un bambino: proprio le caratteristiche da
sviluppare, indicate nel Vangelo e tante acclamate dai miliardi di sacerdoti che si sono avvicendati
nel corso dei secoli.
Francesco era a capo di 12 persone e poi di 5.000; fin quando, come anche oggi, ha perso
il conto …
Forse, i canti, le liturgie, i riti, come nella magia nera, sono di complemento, lo stesso
crocifisso, servono a velocizzare dei processi quantistici, per chi già ve ne è predisposto.
Un vero mago, si connette a stati diversi e superiori, aiutandosi con sigilli candele, colori,
paramenti, vestiti, etc..
Mentre Francesco partiva, come Gesù, spinto dalla Evangelizzazione, per lui necessaria, si
accendeva un Fuoco: la terra e i demoni bruciavano sotto i suoi piedi. Un vero Leader, un Padre.
E chi meglio di lui, fù un vero mago ? Senza sigilli delle mani (mudra) e talvolta con mantra
(preghiere verbali e/o interne).
Francesco ‘vero attore’, ma ‘vero mago’: ti trasportava con sé, ti emozionava.
Sarà stata anche l’energia dello Spirito Santo ?
I Serafini, coloro che tessono le Lodi a Dio, incessantemente, sono gli Angeli di Francesco:
il Fuoco divino dell’Ardore della Carità, della Povertà, della Misericordia, della Pietà.
Essi sono Angeli potenti della sfera più alta dei Gironi della Santa Gerarchia.
Il loro coro è un incanto divino, tanto che gli umani potrebbero non poterlo ascoltare.

Ma Francesco aveva visto la lebbrosa, come accadde a Siddhartha e queste campane gli
tronarono nel cervello, mettendolo in stato di choc. E da allora divenne S. Francesco di Assisi, il
poverello e giullare di Dio. Schernito, nudo, folle, impavido, cambiato, ancora più forte; dapprima
triste, più sereno. Il Maestro trascinatore. Patrono d’Italia e d’Europa. Un record !.

Mi fa divertire troppo, immaginare questo personaggio bizzarro, appunto un Santo 0 = 23


dei Tarocchi (la carta inesistente, come Da’ath, la 10’ Sephira (nascosta), che permette di passare dal Sitra
Haqadesha al Sitra Ahra dei demoni), il Folle; il massimo grado del mago, uomo e divinità, come i
Santo Taoisti, vecchi e felici, gli Immortali, oltre l’umanità, nella loro ebrezza divina,
apparentemente ubriachi. Ubriachi come Francesco, nella loro Magia Altissima, Eterni (forse)
come Francesco, rimasto nei cuori di tutti.

“Pange, lingua, gloriosi Corporis Mysterium, sanguinisque pretiosi ...”

In un’atmosfera di guerra e sangue, fame e dolore, Francesco si eleva, vede oltre.


Tutto quel Medio-evo, così affascinante, per me, ma che lui viveva, se ne staccò. Vide Dio,
sentì la Sua Voce. Così il Mago si incammina in un viaggio senza fine, senza limiti e senza morte.
Quando lui si separò dal corpo, gli avevano cauterizzato gli occhi, lui indenne, mentre i
suoi monaci scapparono via dal dolore...spaventati ! …

Un donnaiolo, incline alle feste, aveva trovato qualcosa che lo potesse saltare, anche
davanti ala gente, per sempre, se è stato il suoi orgoglio, la sua ricerca di fama e gloria, ci è
riuscito, anche se gli è costato tanto. Eppure ha segnato la Chiesa stessa; il Papa fù colpito
davvero, dalla dormita in mezzo ai maiali e dalla richiesta in nudità, al limite della blasfemia da
pagare con la morte. Dal suo coraggio, dalla sua simpatia, ad ogni modo, dalla originalità di
Francesco.
Anche questo un miracolo? Come altri? Sapete, sappiamo, quante volte, come in guerra o
in prigione, sarebbe dovuto morire ? Se si fosse trattato, dunque, solamente un folle, ipocrita,
superomista, malato, esaltato, matematicamente sarebbe stato impossibile, scappare alla galera ed
alla morte, alle malattie, per tuto questo tempo ? !
Adesso abbiamo solo il cuore per immaginare e la mente per valutare, ma per me, non fa
differenza, poiché io sono molto simile a lui e che sian un grande santo o un mago o un folle, mi
interessa vivere così, perché è ciò che cercavo e ciò che mi piace.

S. Tommaso d’Aquino, ha composto degli Inni coì paradisiaci, serafinici, eppure buttò i
suoi libri: dubitò della sua intelligenza, troppo grande ed inutile.
Eppure ci ha donato delle composizioni così grandi, altrettanto eterne. Ogni santo, ci ha
donato cose grandi, con compiti e caratteristiche diverse. Proprio perché siamo tanti e diversi. A
qualcuno piacerebbe uno stile, ad un altro un altro tipo ancora.
Anche qui Dio ha abbondato con una varietà santa, come nel creato materiale, per poter
appassionare tutti, e Francesco vedeva, (percezione - come uno shamano), questa grandezza e ne era
ipnotizzato, continuamente, senza riti particolari, basta che guardava gli animali ed i monti,
andava in estasi, vedeva l’Amore del Padre, così Grande.
Immagino che Francesco, anche, in quell’atmosfera mistica medievale, chiese piene di
candele anche nere,...incensi abbondanti sfumacchianti, nonostante fosse un impavido, in realtà
non si era mai soffermato a questa liturgia rituale (magia) cattolica cristiana e ciò a vantaggio,
direi, del suo stato di shock, come è capitato a me.

Uno shock che ti segna, anche perché trovi qualcosa di infinito, che ti potrà accompagnare
per sempre; qualcosa che riesci a padroneggiare solo tu e che ti pone oltre le sofferenze terrene.
Un qualcosa che non sai cosa è, ma come una magia che funziona, ogni volta che l’invochi,
esso funziona, e più ti ci alleni, e più ti dà risposte, cosicchè se un giorno penseresti di
allontanartene, di poter divenire nuovamente un uomo comune, uno qualunque, con le sue
debolezze, senza un qualcosa di magico, superiore, divino, senza essere protetto da nessuno e da
nulla, senza poter sperare di sopravvivere….
… Senza poter alleviare le pene dei tuoi simili, ti sentiresti morto, incapace, impotente,
molto di più che per la sofferenza e lo spavento che proveresti per tè stesso.

Come per la storia del Principe Siddharta Gautama, ci fù lo scontro col padre umano,
momenti memorabili, indimenticabili, quando sei solo, tutti ti ripudiano, per qualcosa che tu vedi e
loro no. Qualcosa di immateriale e scomodo o comodo solo per te, tanto da cominciare a dubitare
tù stesso della tua sanità mentale; momenti di dubbio o per Francesco, momenti decisi, nei quali si
è fatto pezza da piedi davanti a tutti, facendosi insultare, incurantemente.
Pensando già solo a questi sacrifici, che poi mi chiedo, le stesse persone o giù di lì, l’hanno
poi seguito come maestro … .

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