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I segni distintivi
L'attività di impresa e attività di relazioni sul mercato ed in un mercato che di regola vede coesistere più
imprenditori che producono e distribuiscono beni o servizi identici o similari. La ditta, l'insegna ed il
marchio sono i tre principali segni distintivi dell'imprenditore. La ditta contraddistingue la persona
dell'imprenditore nell'esercizio dell'attività di impresa, l'insegna individui locali in cui l'attività di impresa
esercitata, il marchio, infine, individue, distingue i beni o servizi prodotti. Pur avendo un proprio specifico
ruolo, ditta insegna, marchio e nome a dominio assolvono una funzione comune nell'economia di mercato,
favoriscono la formazione, il mantenimento della clientela in quanto consentono al pubblico. Ed in
particolare ai consumatori di distinguere fra i vari operatori economici e di effettuare scelte consapevoli.
L'interesse degli imprenditori a dotarsi di segni che abbiano una spiccata forza, distintive adattiva e di
precludere ai concorrenti l'uso di segni similari idonei a sviare la propria clientela. L'interesse degli stessi
imprenditori a poter liberamente accedere ad altri i propri segni distintivi, in modo da monetizzare
l'autonoma valore economico che questi soventi acquistano per il legame abitudinario che creano fra
imprese e clientela. Dalle tre discipline, tuttavia, possibile desumere taluni principi ispiratori comuni,
l'imprenditore gode di ampia libertà nella formazione dei propri segni distintivi e tenuto però a rispettare
determinate regole volte ad evitare inganni e confusione sul mercato. Verità, novità. E capacità distintiva.
L'imprenditore ha diritto all'uso esclusivo dei propri segni distintivi. Si tratta però di un diritto non assoluto
ma relativo e strumentale alla realizzazione della funzione distintiva rispetto agli imprenditori concorrenti.
L'imprenditore può trasferire ad altri i propri segni distintivi, ma neppure tale diritto è pieno ed
incondizionato, poiché l'ordinamento tende ad evitare, sia pure con regole differenti, che la circolazione dei
segni distintivi possa trarre in inganno il pubblico.
La ditta
Il marchio
Il marchio è il segno distintivo dei prodotti o dei servizi dell’impressa. Esso è disciplinato sia
dall'ordinamento nazionale che da quello comunitario ed internazionale. Il marchio nazionale è regolato
dagli articoli 2569 e 2574 e dal codice della proprietà Industriale. Il marchio comunitario ha una disciplina
che consente di ottenere con un'unica procedura un marchio unico, unitariamente regolato e tutelato in
tutti i paesi dell'Unione europea. Il marchio internazionale è a sua volta disciplinato da due convenzioni
internazionali, ovvero la Convenzione di Unione di Parigi del 1883 per la protezione della proprietà
industriale e l'accordo di Madrid del 1891 sulle registrazioni internazionale dei marchi. Integrato dal
Protocollo di Madrid del 1989 attualmente in vigore. Queste normative sono imperniate sull'istituto della
registrazione del marchio e riconoscono al titolare del suddetto un rispondente a determinati requisiti di
validità. Il diritto all'uso esclusivo dello stesso. Così permettendo che il marchio assorba la sua funzione di
identificazione differenziazione dei prodotti similari esistenti sul mercato. Al marchio gli imprenditori
affidano. La funzione di differenziare i propri prodotti da quelli dei concorrenti. Il pubblico è così messo
nella posizione di poter riconoscere con facilità ai prodotti provenienti da una determinata fonte di
produzione. Può quindi selezionare fra i molti prodotti similari, quelli ritenuti i migliori per qualità o prezzo.
Orientando consapevolmente le loro scelte. Il marchio e anche indicatore della provenienza del prodotto da
una fonte autoritaria di produzione. I marchi possono essere classificati in raggruppati secondo diversi
criteri del marchio. Può servirsi innanzitutto il fabbricante del prodotto e i beni che subiscono successive
fasi di lavorazione o risultano dall’assemblaggio delle parti distintamente prodotte. Possono essere
presentate anche con più marchi di fabbrica. Su uno stesso prodotto possono quindi coesistere più marchi.
Il marchio può essere utilizzato anche dalle imprese che producono servizi, la forma tipica di uso di questi
marchi e quella pubblicitaria. Un'altra classica distinzione, quella fra il marchio generale e i marchi speciali.
L'imprenditore può utilizzare un solo marchio. Per tutti i propri prodotti, ma può anche servirsi di più
marchi. Rispettati i requisiti di validità del marchio, la fantasia dell'imprenditore può esplicarsi nella
composizione dello stesso. Il marchio può essere costituito solo da parole e può coincidere quindi con la
ditta oppure il nome civile dell'imprenditore. Inoltre, si possono inserire anche cifre, lettere, disegno, colori.
E anche suoni. Il marchio, infine, può anche consistere nella combinazione di parole o uno più altri simboli.
Un tipo particolare di marchio e infine il marchio collettivo si distingue nettamente dai marchi di impresa in
quanto titolare del marchio collettivo. E un soggetto che svolge la funzione di garantire l'origine, la natura o
la qualità di determinati prodotti o servizi. Per essere tutelato giuridicamente, il marchio deve rispondere a
determinati requisiti di validità, ovvero la liceità. Verità, originalità e novità. Il marchio non deve contenere
segni contrario alla legge, all'ordine pubblico, al buon costume. Stemmi o altri segni protetti da convenzioni
internazionali, senza l'autorizzazione dell'autorità competente e segni lesivi di un altrui diritto d'autore o di
proprietà industriale. e a tutela dell'altrui diritto di immagine, altresì fatto di utilizzare come marchio l'altrui
ritratto senza il consenso dell'interessato dell'interessato. O dopo la morte di questi degli eredi? Il principio
della verità, invece enunciato dall'articolo 14 e vieta di inserire nel marchio segni idonei ad ingannare il
pubblico, in particolare sulla provenienza geografica, sulla natura o sulla qualità dei prodotti e dei servizi.
Per assolvere la sua funzione di marchio, quest'ultimo deve essere originale. Deve cioè essere composto in
modo da consentire l'individuazione dei prodotti contrassegnati fra tutti i prodotti dello stesso genere
immessi sul mercato. Quindi avremo sostanzialmente una denominazione generica del prodotto,
un'indicazione descrittiva dei caratteri essenziali e i segni di uso comune nel linguaggio corrente. E infine
possibile usare come marchio denominazioni generiche o parole di uso comune, modificato e combinate fra
loro in modo fantasioso il marchio e perciò definito marchio debole e basteranno lievi modifiche o aggiunte
per escludere la confondibilità con altri marchi. La distinzione in concreto fra marchio debole, marchio
forte, non è però agevole e si può quindi anche verificare che un marchio inizialmente dotato di scarsa
capacità distintiva diventi poi forte a seguito dell'uso che ne è stato fatto e dalla notorietà che ha acquisito
presso il pubblico, anche grazie a un'accorta pubblicità. Si riconosce, infatti, che il secondary mining può far
acquistare carattere distintivo ad un segno che originariamente ne era privo. Rendendone così possibile la
registrazione come marchio, può trasformare un marchio originariamente privo di capacità distintiva in un
marchio valido. Ultimo dei requisiti di validità e la sua novità. I Il marchio registrato può essere ottenuto
non solo dall'imprenditore che intende utilizzarlo direttamente nella propria impresa, ma anche da chi si
Proponga di utilizzarlo in altre imprese di cui abbia il controllo che ne facciano uso, con il suo consenso. La
registrazione attribuisce quindi al titolare del marchio il diritto all'uso esclusivo dello stesso su tutto il
territorio nazionale. Il diritto di esclusiva sul marchio registrato copre poi non solo i prodotti identici, ma
anche quelli affini, qualora possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico. Vale a dire tutti i
prodotti che a causa della loro vicinanza merceologica, possano ritenersi infatto destinati alla stessa
clientela o al soddisfacimento dei bisogni identici o complementari. Il diritto di esclusiva sul marchio
consente di impedire l'utilizzo. Disegni confondibili non solo in funzione del marchio, bensì anche come
ditta, denominazione o ragione sociale insegna a nome. A dominio, altro segno distintivo. Il diritto di
esclusiva sul marchio registrato decorre dalla data di presentazione della relativa domanda dell'Ufficio
brevetti. Il titolare del marchio registrato e quindi tutelato ancor prima che inizia ad utilizzare il marchio
stesso e quindi anche nella fase di lancio pubblicitario di un nuovo prodotto. La registrazione nazionale dura
10 anni e non più 20 e però rinnovabile per un numero illimitato di volte, sempre con efficacia decennale.
Del marchio side cade anche parzialmente per Volgarizzazione. Sopravvenuta ingannevolezza della stessa
mancata utilizzazione entro 5 anni dalla registrazione o se l'utilizzazione è stata sospesa per ugual periodo.
Sia poi volgarizzazione del marchio quando lo stesso è divenuto nel commercio denominazione generica di
quel dato prodotto. Così per da perdere la propria capacità distintiva. Il marchio registrato e tutelato
civilmente e penalmente. In particolare, il titolare del marchio, il cui diritto di esclusiva sia stato leso da un
concorrente, può promuovere contro questi l'azione di contraffazione. L'azione di contraffazione volta ad
ottenere l'inibitoria alla continuazione degli atti lesivi del proprio diritto e alla rimozione degli effetti degli
stessi. Si, attraverso la distruzione delle cose materiali per mezzo delle quali è stata attuata la
contraffazione, il giudice può altresì ordinare, su domanda di parte, la pubblicazione della sentenza di
condanna in uno o più giornali. Sanzione Ritenuta particolarmente grave per il discredito commerciale che
ne consegue. Il marchio è trasferibile e può essere trasferito sia a titolo definitivo che a titolo
contemporaneo. E così consentito al titolare di marchio di monetizzare il valore commerciale dello stesso,
determinato dalla capacità attrattiva della clientela. E quindi possibile il trasferimento a titolo definitivo del
marchio solo per una parte di prodotti coperti dal diritto di esclusiva dell'ALIENANTE, con conseguente
contitolarità del marchio, anche se comunque controverso. Se ciò sia possibile per i prodotti identici o affini
a quelli dell'alienante, il quale li continua a produrre. La novità più significativa è costituita dall’espresso
riconoscimento dell'ammissibilità della licenza di marchio non esclusiva, per la quale in passato si nutrivano
fondate perplessità. Il legislatore si preoccupa però di prevenire, reprimere i pericoli di inganno per il
pubblico. Cui può dar luogo la libera circolazione del marchio e soprattutto la licenza non esclusiva,
utilizzata in particolare per lo sfruttamento economico di marchi celebri attraverso i contratti di franchising
e di Merchandising. La violazione di tali regole espone alla sanzione della decadenza eventualmente
parziale del marchio per sopravvenuto uso ingannevole dello stesso.
L’insegna
La disciplina dell’insegna si esaurisce in due sole norme l'articolo 2568, che dichiara applicabili alla stessa il
primo comma dell'articolo 2564. L'insegna non potrà perciò essere uguale o simile a quella già utilizzata da
altro imprenditore concorrente, con conseguente obbligo di differenziazione qualora possa ingenerare
confusione del pubblico. Nulla è disposto circa il trasferimento dell’insegna. E tuttavia pacifico che il diritto
sull insegna può essere trasferito.