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1. PSICOLOGIA E SCIENZA
PSICOLOGIA= studio scientifico del comportamento e dei processi mentali dell'essere umano e degli animali
WUNT (1832-1920)
SCIENTIFICA * NASCITA > 1879 Università di Lipsia (DE) da Wihlem Wunt = primo laboratorio -psicologo, fisiologo, filosofo
-tedesco
-padre della psicologia scientifica
-ha definito la psicologia disciplina
pensava che psicologia=tutte le scienze autonoma per teoria e metodologia
-rigoroso metodo sperimentale
> 1880 ca Harvard da William James = altro laboratorio
JAMES (1842-1910)
fare scienza = risolvere problemi attraverso raccolta e analisi sistematica dei dati -psicologo, filosofo
-statunitense
-”Principi di Psicologia” 1890
TEORIA INGENUA
Non fondata su controlli TEORIA SCIENTIFICA
scientifici, ma Utilizza il metodo scientifico
sull'esperienza personale
2. IL METODO SPERIMENTALE
Obiettivo: applicazioni del metodo sperimentale e spiegazione del funzionamento dei principali metodi di ricerca utilizzati dalla psicologia
scientifica
> si basa su OSSERVAZIONI OGGETTIVE Ottenute attraverso uno strumento di misura
È replicabile
> COMPORTAMENTISMO = bisogno di applicare il metodo in modo molto rigoroso, rifiutando lo studio di
comportamenti non direttamente osservabili
Psicologia moderna = studia i comportamenti osservabili per inferire quali processi avvengono nella mente
2.1. Gli scopi della ricerca scientifica
> SCOPERTA DI REGOLARITA' – descrizione del comportamento
Definizione delle VARIABILI utilizzando la classificazione
(es p.15)
Eventi e entità coinvolte
Individuare una relazione tra eventi non significa individuare automaticamente un rapporto di CAUSA-EFFETTO
> SVILUPPO DI TEORIE SCIENTIFICHE - insieme di asserzioni che collega tra loro varie leggi
- include almeno un concetto che non deriva direttamente dalle osservazioni, ma è
necessario per spiegare le relazioni
- servono a sistematizzare le conoscenze e a spiegare le leggi
- permettono di prevedere nuove leggi, cioè nuove relazioni
- guidano la ricerca scientifica
gli esperimenti si basano su IPOTESI cioè una previsione sui fatti nuovi formulata in base a una teoria
il metodo sperimentale rende un'ipotesi una teoria scientifica stabilendo una reazione
sistematica tra variabili
2.2. Gli studi sperimentali
ESPERIMENTO = studio delle relazioni tra variabili, cioè tra entità che variano
1. situazioni IDEALI
2. situazioni REALI Scopo: individuare il segnale della variabile di interesse tra le tante
variabili del fenomeno
+ si considera una sola variabile di un fenomeno per ridurre la complessità
+ in psicologia = una delle variabili è la misura del comportamento osservato su gruppi di soggetti sperimentali
+ VARIABILE DIPENDENTE = dipende dal valore di un'altra variabile manipolata
(accuratezza nel risolvere problemi matematici)
+ VARIABILE INDIPENDENTE = fattore che influenza la variabile dipendente
(sesso dei soggetti)
= essa è manipolata dallo sperimentatore
Esperimento = procedura con cui lo sperimentatore manipola una o più variabili indipendenti per osservare come esse
influenzano la variabile dipendente
• più è alto più è alta la probabilità di una differenza tra gruppi causata dalla VI
• più è basso più è alta la possibilità che la differenza sia causata dalle differenze individuali dei soggetti
• procedimento alla base della procedura statistica
• permette di stabilire se la differenza tra medie è significativa
Differenza STATISTICAMENTE SIGNIFICATIVA= non
prodotta dal caso
2.3. Gli studi correlazionali
RICERCHE CORRELAZIONALI = i ricercatori non manipolano sistematicamente le variabili studiate
(autostima e studi = scopo è di scoprire se esistono relazioni tra variabili (variabili correlate)
universitari)
>LIMITI: l'aggiunta di un grado di sperimentazione può variare i tempi di risposta delle altre operazioni
2. EFFETTO STROOP
è chiesto di denominare il colore dell'inchiostro ignorando la parola scritta
il significato della parola scritta può essere *CONGRUENTE ROSSO
*INCONGRUENTE VERDE
*NEUTRO XXX
SCOPO: stabilire se il TR varia in funzione del tipo di condizione sperimentale (congruente/incongruente/neutro)
RISULTATI: – i TR sono maggiori in caso di INCONGRUENZA
– i TR sono minori in caso di CONGUENZA
J. Ridley STROOP (1897-1973)
– in caso di NEUTRALITA' i TR si posizionano nel centro -psicologo
-americano
– l'interferenza varia in base al valore della parola -studio anni '30
-studia il costrutto della memoria a
INFERENZE: * incapacità di focalizzarsi su un'informazione ignorando le altre breve termine
– prime proposte di modelli anatomo funzionali in cui il linguaggio veniva suddiviso in componenti separate
con correlati anatomici distinti Metodo per studiare le altre funzioni mentali
– ruolo di individuare la posizione di lesioni e studiare il funzionamento dei processi mentali normali
• Neuropsicologia cognitiva
– studiare il comportamento di pazienti con disturbi neuropsicogici per capire il funzionamento dei processi
mentali normali
– strumento d'indagine = DISSOCIAZIONE
=paziente con un danno selettivo ad una componente del sistema cognitivo
Libro: “L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello”
>> è la dimostrazione dell'esistenza di un MODULO
per farlo è necessario confrontare la condizione sperimentale con una condizione di controllo attraverso
procedure STATISTICHE.
LIMITI: >esiste un gap temporale di 4 secondi tra l'azione e la risposta sanguigna
con questi metodi = no funzionamento, cause e andamento dell'azione
3. ERPS = Event Related Potential
*registrazione della risposta elettrica del cervello in tempo reale
*registrazione avviene prima, durante e dopo
*registrazione delle diverse risposte attraverso i picchi
LIMITI: >non identifica la localizzazione dell'attività
>registra ogni tipo di attività = possibili perturbazioni
Basano su potenziali elettrici o
4. EEG = elettroencefalogia magnetici misurabili al di
fuori del cranio
Utilizzata per misurare i potenziali
evento-correlati
risposte elettrofisiologiche associate ad
un particolare stimolo
5. MEG = magnetoencefalogia
3.5. La Simulazione
* in psicologia è possibile utilizzare soltanto metodi di studio INDIRETTI
METODO SIMULATIVO = sviluppare un modello esplicito dal punto di vista computazionale
*la forza delle idee = le idee diventano consce solo se hanno una certa forza
2. Germania = Willelm Wunt (1832-1920)
* primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia 1879
* codifica il METODO SPERIMENTALE
Quando lo stimolo varia lungo una sola dimensione i sistemi sensoriali funzionano come STRUMENTI DI MISURA delle grandezze
fisiche fondamentali
= si basa sull'isolamento delle variabili e sulla spiegazioni dei sistemi complessi in
PSICOFISICA base alle proprietà dei loro costituenti elementari
= ponte tra corpo e spirito e determina una relazione matematica tra i due
PARALLELISMO PSICOFISICO
Due realtà diverse, ma parallele >> si influenzano a vicenda
Curva psicometrica
PES
Misurare una soglia assoluta (PES)
*metodo è lo studio della soglia percepita per metà delle volte 50%
> si sottopone il soggetto a vari stimoli di diversa intensità, ripetendo più volte stimoli di uguale intensità e se ne registra la
percezione
STIMOLO MINIMO = indica la sensibilità dei nostri sensi
x vista: fiamma di una candela a 45 km in una notte senza luna
x udito: ticchettio di un orologio a 6 m in ambiente silenzioso
x gusto: un cucchiaino di zucchero in 9 l di acqua
x olfatto: una goccia di profumo diffusa in 6 stanze
x tatto: un ala di mosca che cade sulla guancia da 1 cm
COSTANTE DI WEBER = la discriminazione tra due intensità dipende dal loro rapporto
ΔI= incremento necessario a produrre una differenza
ΔI =k percepibile (JND) tra lo stimolo standard e quello di
I confronto
I = intensità dello stimolo standard
Questa relazione ha un antecedente in ambito economico (Daniel Bernoulli) K = costante di Weber
= non è un valore costante la minima differenza d'intensità che può essere rilevata, è invece costante e direttamente
proporzionale la minima differenza di intensità in una modalità sensoriale
• la JND non è costante, ma è proporzionale all'intensità di riferimento
• permette di definire la JND di ogni intensità
• la legge è GENERALE = vale in tutte le modalità sensoriali
MINIME DIFFERENZE PERCEPIBILI
– luce 8%
– suono 5%
– frequenza del suono 1%
– concentrazione di odore 15%
– concentrazione di sale 20%
– pesi sollevati 2%
– scarica elettrica 1%
2.3. Generalità e limiti della legge di Weber
> capacità discriminativa varia molto a seconda della proprietà considerata
la sensibilità è definita come l'inverso della soglia k *se il valore di k è piccolo = sensibilità elevata
*se il valore di k è grande = la sensibilità è scarsa
> idealizzazione = la sensibilità umana alla luce copre una gamma amplissima si intensità, ai cui estremi il valore della
frazione di Weber è più elevato (sensibilità minore)
3. LEGGE DI FECHNER
> riconobbe nella proporzionalità delle JND un fondamentale invariante sensoriale
Gustav Theodor FECHNER (1801-1887)
> come cresce la sensazione al crescere dello stimolo?
- fisico,filosofo, psicologo
-tedesco
PARALLELISMO PSICOFISICO = il mondo fisico e il mondo fenomenico sono diversi ma paragonabili
*il valore delle JND non è sempre uguale, ma aumenta continuamente
3.1. La funzione logaritmica
Il parallelismo psicofisico è regolato da una legge matematica
I = variabile indipendente (intensità dello stimolo)
S = c log(I) S = variabile dipendente (intensità della sensazione)
C = costante specifica per la modalità sensoriale >
pari a 1/log(1+k) dove k è la frazione di Weber
Le sensazioni agli stimoli crescono in proporzione LOGARITMICA e non lineare
* una modalità è molto sensibile se due intensità-stimolo sono divise da molte JND
* ASSUNTI
1. esiste una soglia assoluta sotto la quale uno stimolo fisico esiste ma è così debole da risultare privo di
corrispettivo psicologico nella sensazione
il parallelismo si attua tra due semirette con origini sfasate
– aumenti costanti della sensazione corrispondono ad aumenti proporzionalmente crescenti dell'intensità di stimolo
– intervalli uguali sulla scala delle sensazioni corrispondono a intervalli proporzionalmente crescenti sulla scala
delle intensità fisiche
* unità di misura = decibel
4. LEGGE DI STEVENS
> Fechner = psicofisica indiretta perché basata sulle misure della soglia assoluta
> Stevens = psicofisica diretta perché utilizza i giudizi quantitativi espressi dagli osservatori
mette direttamente in relazione stimoli e sensazioni utilizzando i giudizi quantitativi espressi dagli
osservatori (associare un numero a una sensazione)
METODI UTILIZZATI
4.1. “Magnitude estimation” > l'osservatore attribuisce un numero a ciascuna intensità sopra soglia.
> per facilitare il confronto = stesso MODULO (intensità di riferimento)
4.2. “Magnitude production” > dato un numero assegnato l'osservatore deve aggiustare il valore dello stimolo che meglio lo
rappresenta
> variante: BISEZIONE > l'osservatore deve generare lo stimolo che gli appare intermedio tra
due stimoli dati
4.3. “Cross-modal matching” > l'osservatore regola l'intensità di uno stimolo in una modalità rendendola uguale all'intensità di
uno presentato in un'altra modalità
FUNZIONE DI POTENZA
PB INTRODUZIONE
L'attività elettrica nella corteccia visiva è trasformata nell'esperienza del vedere, ma nessuno sa come questo avvenga.
Si pensa che l'immagine retinica = fedele rappresentazione del mondo e che al cervello siano inviate istruzioni su come riprodurlo
MA, non è così
PB CAPITOLO 1 – La luce
2.1. L'occhio
= un po' più piccolo di una pallina da ping pong
= posto nell'ORBITA >> può muoversi grazie a tre coppie di muscoli
Movimento, che è studiabili (VD)
1. fissare > far cadere l'immagine d'interesse sulla fovea
2. inseguire > mantenere l'immagine sullla fovea quando l'oggetto si muove
= una sfera rivestita da tre membrane
1. SCLERA *bianco dell'occhio >> ben visibile
*strato più esterno
*mostra la direzione in cui si sta guardando >> aiuta la cooperazione e la comunicazione
*è composta da fibre strettamente intrecciate >> pressione interna dell'occhio è doppia di quella esterna
*zona frontale dell'occhio la sclera diventa trasparente >> CORNEA
Ha densità diversa da quella dell'aria =
rifrazione dei raggi in arrivo
2. COROIDE *strato intermedio
* fitta rete di vasi sanguigni
* funzione di ossigenazione e nutrimento
* funzione di assorbire la luce che la colpisce eliminando i riverberi interni >> contiene pigmenti neri
3. RETINA * strato interno
* sensibile alla luce
= suddiviso in due parti che permettono la forma sferica dell'occhio
a) UMOR ACQUEO = spazio anteriore (tra cornea e cristallino)
= soluzione salina diluita
= fornisce ossigeno, nutrimento e depurazione alle strutture che bagna
= prodotto continuamente
= se si rompe l'equilibrio e si accumula>> pressione interna sale, vasi sanguigni si comprimono e
si arriva alla degenerazione di retina, fibre nervose e nevo ottico
Impulsi nervosi non arrivano più al cervello> cecità
GLAUCOMA
b) UMOR VITREO = spazio posteriore (tra cristallino e retina)
= fluido (albume)
= non è continuamente rinnovato >> sostanze di scarto si accumulano
= cristallino e cornea sono isolati dal sistema sanguigno >> facile sostituzione senza possibilità di rigetto
= occhi sono importantissimi nella comunicazione sociale >> sensibilità umana alla direzione dello sguardo
ESPERIMENTO: * occhi che dall'osservatore si muovono verso la periferia = meno interesse
* occhi che dalla periferia si muovono verso l'osservatore = mostrano interesse
Sguardo diretto di un individuo attraente attiva le aree legate alla ricompensa >> contatto
sociale con qualcuno di attraente ha valore di ricompensa
2.1.1. L'iride
= parte colorata dei nostri occhi
* il suo colore naturale è azzurro >> diffonde la luce e la rinvia in tutte le direzioni
* contiene melanina >> assorbe varie lunghezze d'onda
>> se è abbondante la maggior parte della luce è assorbita = occhio marrone (come per la pelle)
Un'ipotesi = variabilità incoraggiata dalla preferenza per il colore più raro > vantaggio per la selezione sessuale
(donne del nord)
* tessitura dell'iride = irregolare, causale e unica per ogni individuo
2.1.2. La pupilla
= apertura centrale dell'iride
= la funzione non è di regolare la luce, ma di migliorare la mesa a fuoco restringendosi quando la luminosità è sufficiente
= la coroide assorbe tutta la luce, quindi non c'è luce che torna indietro > pupilla nera
albini = non sintetizzano la melanina, la coroide non assorbe molta luce > cecità in caso di luce intensa
> pupilla piccola = aumenta il numero di oggetti posti a distanze diverse che appaiono a fuoco
> pupilla dilatata = capacità dell'occhio di discriminare dettagli diminuisce
* si può contrarre fino a 2 mm (molta luce) o dilatare fino a 8mm (poca luce)
* la quantità di luce che attraversa la pupilla è proporzionale alla sua area (proporzionale al quadrato del diametro)
* la grandezza della pupilla dipende anche da fattori EMOZIONALI (interesse, attrazione, repulsione)
x l'entità della dilatazione è proporzionale alla difficoltà del compito
x ricerche di Eckhard Hess (1960) università di Chicago = presenta agli osservatori immagini a alto
contenuto emotivo e registra le risposte (neonato)
– donna : si dilata sempre
– uomo : di dilata solo se è già padre
x dilatazione in caso di elevato interesse >> le pupille dilatate appaiono più attraenti (Hess)
2.1.3. Il cristallino
= lente posta dietro la pupilla
* funzione di deviare i raggi luminosi per farli convergere esattamente sulla retina = ruolo di MESSA A FUOCO
1. rifrazione eccessiva = convergere la luce davanti alla retina > no visione a distanza
2. rifrazione insufficiente = convergere la luce dietro la retina > no visione da vicino
* tende ad una forma sferica
* tenuto sospeso da filamenti dei muscoli ciliari
a) RILASSATO = diametro massimo e tensione dei filamenti >> cristallino piatto mette a fuoco gli oggetti LONTANI
b) ACCOMODAZIONE = contrazione dei muscoli e no filamenti tesi >> cristallino sferico mette a fuoco il VICINO
è assente alla nascita > neonati ha un'immagine sfocata di ciò che è vicino
meccanismo sviluppatosi quando gli oggetti più fissati erano lontani >> oggi è il contrario = miopia
* unico organo che cresce in continuazione = strati più interni sono più vecchi e perdono elasticità
Capacità di mettere a fuoco ciò che
è vicino diminuisce con il tempo
* unico tessuto trasparente >> programma di autodistruzione che si interrompe lasciando cellule vive, ma vuote
distruzione anche dei programmi di sintetizzazione = no
rigenerazione o riparazione
* vulnerabile allo stress >> possibile formazione di una cataratta per la sovraesposizione agli infrarossi
2.1.4. La retina (rappresentazione pag 33)
= superficie che ricopre interamente il fondo dell'occhio (nome dato per il fitto intrico di vasi sanguigni che la riveste)
= il luogo dove l'energia luminosa viene convertita in segnali nervosi
* è sottilissima, ma a strati
1. FOTORECETTORI (130 milioni) = cellule sensibili alla luce
= convertono gli stimoli luminosi in segnali elettrici
2. CELLULE BIPOLARI = raccolgono i segnali dei fotorecettori e li trasmettono allo strato successivo
3. CELLULE GANGLIARI (1milione) = le code costituiscono il nervo ottico
= 15 tipi > riceve, elabora e invia il messaggio in modo diverso
> ogni zona del cervello = rappresentazioni pre-elaborate
4. cellule di connessione che collegano orizzontalmente le aree della retina
i 130 milioni di messaggi dei fotorecettori sono condensati e trasformati in 1 milione diretti al cervello
* i fotorecettori sono posti in fondo alla retina = la luce deve attraversare tutti gli strati per giungervi
perché il primo occhio collocato sotto la pelle trasparente e guardava nella direzione opposta alla nostra
a) il nervo ottico per uscire dall'occhio deve bucare il tappeto dei fotorecettori formano la MACCHIA CIECA
È gialla a causa dei carotenoidi (pigmenti = fissando un oggetto gli occhi ruotano in modo che l'immagine dell'oggetto cada
antiossidanti) esattamente sulla fovea
= ruolo protettivo = zona della retina molto sottile
= filtrano le lunghezze d'onda non spettrali Qui le cellule di connessione sono spostate lateralmente così da
circondare la fovea, altrimenti questa zona sarebbe molto più spessa e
assorbirebbe tutta la luce prima che essa arrivi ai numerosi fotorecettori
* non sono uniformemente distribuiti sulla retina > scoperto da Ostenberg nel 1935
* due tipi che permettono di operare in una vasta gamma di condizioni luminose
1. BASTONCELLI – attivi di notte Prove della suddivisione dei
– assenti nella fovea e numerosi in periferia compiti = studi su individui
-alta sensibilità – a più bastoncelli corrisponde una cellula di connessione senza coni o bastoncelli
-poca acuità visiva – non permettono la visione né di dettagli che di colori
– sensibili a livelli molto bassi di intensità luminosa
Conseguenza della loro
2. CONI – mediano la visione in condizioni di luce elevata (giorno) distribuzione
– concentrati soprattutto nella fovea e poco in periferia - punto centrale è nitido
- poca sensibilità – a un cono corrisponde una cellula di connessione
- alta acuità visiva - periferia sfocata
– permettono la visione di colori e dettagli
3. CLASSE SPECIALE DI GANGLIARI – sensibili al livello generale di luce
– inviano le info necessarie per la costrizione della pupilla
– inviano le info necessarie per la regolazione dell'orologio circadiano
* alternanza di luce e buio = mantiene un a normale funzione visiva
* per poter reagire alla luce contengono un PIGMENTO VISIVO
Quando è colpito dalla luce cambia forma liberando energia che
innesca un segnale elettrico
– Non è sensibile a tutte le lunghezze d'onda allo
stesso modo Dopo la rottura il pigmento si rigenera e richiede
– per produrre una sensazione visiva è necessario – 10 minuti per i coni
colpire un certo numero di fotorecettori – mezz'ora per i bastoncelli
RISULTATO = quando si fissa un punto un oggetto alla sua sinistra è rappresentato interamente nell'emisfero destro anche se è
proiettata su entrambe le retine
* il sistema visivo consiste in due vie
a) VIA VENTRALE = capacità di riconoscere gli oggetti (più recente)
= responsabile della visione per le percezione
b) VIA DORSALE = capacità di distinguere le figure dagli sfondi (più antica)
= rilevare posizione, profondità e movimento
= più sensibile al contrasto e più veloce
= cieca al colore e ai dettagli
= responsabile della visione per l'azione
* una parte delle fibre invece di dirigersi al corpo genicolato si dirige al COLLICOLO SUPERIORE
Prima analisi del
Compito di rielaborare e Localizzazione degli oggetti e
colore e del contrasto
raffigurare l'informazione controllo dei movimenti oculari
il numero di nomi di colori a disposizione non influenza il modo in cui vediamo i colori o la capacità di discriminarli
IL LINGUAGGIO NON PLASMA LA NOSTRA REALTA', MA SOLTANTO IL MODO IN CUI LA SUDDIVIDIAMO IN CATEGORIE
E LA ETICHETTIAMO
• Il numero dei nomi dei colori è legato all'utilità di scambiarsi informazioni sui colori delle cose
• colori complementari = due colori che che producono un colore acromatico quando vengono mescolati assieme
> rosso – ciano o turchese
> verde – rosso magenta
> blu – giallo
Ogni colore insieme al complementare da origine a una miscela proporzionala dei tre colori primari
= bianco
3.3.2. Contrasto simultaneo di colore
* Chevreuil = principi dell'armonia e del contrasto fra colori e l'applicazione alle arti
Perché ogni colore acquista una componente complementare al colore adiacente
– due colori complementari diventano più saturi
– due colori non complementari assumono una tinta leggermente diversa = CONTRASTO
CROMATICO >> permette di discriminare un oggetto dal suo sfondo
Quando un colore è immerso in un altro colore = esaltazione della differenza fra il colore di due superfici adiacenti
aumenta il contrasto tra i due colori
(due anelli dello stesso viola variano in A volte, però, l'adiacenza fa diminuire le differenze (Von Bezold)
base allo sfondo : blu su sfondo rosso e > regione omogenea contiene molte linee sottili e vicine tra loro. Il
rosso su sfondo blu. Questo è rafforzato colore della regione tende a spostarsi nella direzione del colore delle
dal gradiente= transazione graduale tra il linee = ASSIMILAZIONE CROMATICA>> avvicinando porzioni
blu e il rosso che testimonia una (non oggetti) di colori molto piccole essi non creano contrasto, ma si
variazione di illuminazione) assimilano
(segmenti rossi tutti uguali. Rosso nella spira gialla contrasta con il
blu e quindi appare arancio, il rosso nella spira blu contrasta con il
giallo e appare viola)
Mattonelle sono
un esempio
anche di * CONTRASTO CROMATICO = mattonelle grigie sono percepite blu dove lo sfondo è giallo e gialle dove lo sfondo è blu
costanza del * COSTANZA CROMATICA = mattonelle rosse appaiono uguali quando invece sono arancioni sotto al giallo e viola sotto
colore al blu
* effetti di contrasto si hanno anche quando ciò che varia non è l'illuminazione, ma l'intensità
* questi fenomeni fanno si che la capacità di ricordare i colori è pessima = colori variano in funzione all'illuminazione e ai
colori circostanti >> IL COLORE DIPENDE DAL CONTESTO IN CUI ESSO E' INSERITO
> oggi la scienza del colore = problemi di visibilità e affaticamento oculare (verde delle sale operatorie per ridurre il
riverbero delle luci a neon e il contrasto del rosso sangue che è il suo colore complementare)
3.3.3. Adattamento cromatico
= variazione della sensibilità a un dato stimolo in seguito a un'esposizione prolungata a quello stimolo
> in seguito all'adattamento a due dischi 1. verde giallo appare arancione
2. arancio giallo appare verde
• molto evidente quando nell'intero campo visivo è presente per lungo tempo un colore omogeneo (Ganzfeld = campo
totale o uniforme)
– esempio : esploratori polari > suolo innevato e cielo l'illuminazione è così diffusa da non essere gettate ombre
– indipendentemente dal suo colore iniziale qualsiasi Ganzfeld è destinato a diventare acromatico
• è alla base del fenomeno delle immagini consecutive
3.3.4. Immagini consecutive
* l'esposizione prolungata a uno stimolo intenso causa adattamento
= diminuzione selettiva e temporanea della sensibilità visiva a quello stimolo
= durante questo periodo di abbassata sensibilità in risposta a uno stimolo neutro si tenderà a percepire
l'opposto dello stimolo di adattamento
* LEGGE DI EMMERT= la grandezza dell'immagine consecutiva e la distanza si osservazione sono tra esse
direttamente proporzionali >> invarianza grandezza-distanza
> stesso angolo ottico può appartenere a un oggetto piccolo-vicino o grande-lontano
* IMMAGINI CONSECUTIVE NEGATIVE > quando si fissa un colore saturo e si sposta poi lo sguardo su un foglio
bianco di vede una debole immagine del colore complementare a quello fissato
> in seguito all'adattamento i due dischi 1. verde sfondo neutro appare rosino Colori complementari di
2. rosso sfondo neutro appare azzurrino verde e rosso
* IMMAGINI CONSECUTIVE POSITIVE > esposizione a una luce molto intensa genera invece un'immagine dello
stesso colore
luminanza
REALTA' FISICA
luminanza
REALTA'
FENOMENICA
cosa accade?
Connessione eccitatoria +1 Ogni stimolo
attiva una
10 10 10 10 5 5 5 5 cellula
recettori
Connessione inibitoria – 0,2 gangliare e ne
inibisce un'altra
6 6 6 7 2 3 3 3
+ GRIGLIA DI HERMANN
1 – all'interazione delle bande = deboli macchie scure >> quando si cerca di guardarle direttamente svaniscono
– macchie = conseguenza dei processi di inibizione laterale
– cellule sulle bande bianche lontano dalle intersezioni = inibite da cellule intensamente illuminate ai lati e
poca inibizione dai lati neri
– cellule in prossimità dell'incrocio sono inibite da cellule molto illuminate su tutti i lati
> risposta delle cellule sulle intersezioni è inferiore a quelle collocate nelle zone delle bande bianche
2 – versione scintillante
– le macchioline nere alle intersezioni lampeggiano
> piccola sfasatura temporale tra le risposte del centro (attivazione) e della periferia (inibizione)
risposte eccitatorie sono più rapide delle inibitorie
= le cellule che segnalano bianco in corrispondenza delle intersezioni generano una risosta vigorosa che è
ridotta bruscamente non appena si attiva l'inibizione delle cellule vicine
+ ESPERIMENTO
– un fotometro (converte l'intensità della luce in numeri)
1. valori elevati nelle aree bianche
2. valori bassi nelle aree nere
3. valori intermedi nelle aree grigie
– percezione dei grigi non corrisponde al livello dei fotorecettori (basata sull'intensità luminosa)
– luminanza delle due strisce grigie sulla superficie superiore = a quelle delle strisce della superficie inferiore
fotorecettori generano risposte identiche a questi grigi
MA i neuroni della corteccia rispondono alle aree bianche più vigorosamente che per le grigie
tra retina e corteccia la chiarezza è aggiustata in base alle informazioni di tridimensionalità
> doppio ancoraggio = risultato sia il frutto di operazioni di – raggruppamento percettivo
– ancoraggio al bianco di ciascun gruppo
• processi di inibizione laterale > molto importanti
> non spiegano completamente la percezione della chiarezza
– rombi grigi ricevono dallo sfondo nero meno inibizione dei rombi su sfondo grigio
MA appaiono più scuri e non più chiari
le risposte dei neuroni della retina e del corpo genicolato laterale dipendono da
a) intensità luminosa
b) non sono in relazione diretta con la chiarezza percepita
compito di codificare informazioni sulla posizione dei contorni nella scena
cellule della corteccia visiva primaria
a) rispecchiano fedelmente la chiarezza percepita
b) indifferente a cambiamenti nel livello globale dell'illuminazione
le informazioni necessarie a valutare la chiarezza degli oggetti sono elaborate progressivamente in più aree
visive e poi rappresentate per la prima volta nella corteccia
la chiarezza delle superfici è influenzata radicalmente da
1. interpretazione della scena
2. informazioni sulla struttura tridimensionale degli oggetti
3. presunta illuminazione degli oggetti
Adulto Bambino
• PRINCIPIO DI MINIMO = l'organizzazione percettiva tende all'uso della minima quantità di risorse mentali
> approccio ecologico alla percezione – James J Gibson (1904-1979)
GESTALT – – > FORTE CONTRASTO CON IL COMPORTAMETISMO
• ciò che vediamo è una ricostruzione dell'oggetto stesso in base ai sui elementi, forma, grandezza, orientazione, posizione
Percepiscono colori e forme , ma non riescono a
dimostrato dagli studi di casi di AGNOSIA =
combinarli in oggetti
§ L'aggiunta di una caratteristica elementare è più facilmente rilevabile l'eliminazione di una caratteristica, a parità di differenza locale
> facilità nel trovare un uomo con il cappello tra uomini senza e la difficoltà nel trovare un uomo senza cappello tra uomini con.
§ L'asimmetria permette una maggiore individualità dell'elemento atipico, deviante dalla norma
§ L'ancoramento agli assi cardinali, che fungono da schema di riferimento menale, influenza la percezione degli angoli
> forma geometrica ≠ forma percepita
– – > Le leggi di organizzazione visiva agiscono in ambito relativamente locale
5.1. Il raggruppamento percettivo (A)
• Max WERTHEIMER negli anni '20
> regole base di organizzazione degli elementi del campo percettivo
> riconducibile al principio di minimo= minor dispendio di energie La grandezza dell'immagine che cade sul
fondo dell'occhio non può dire nulla
> usati dagli esseri viventi per raggiungere due obiettivi primari sull'effettiva grandezza dell'oggetto che l'ha
1. farsi vedere 2. non farsi vedere determinata, se non si conosce la sua distanza
5.1.1. Vicinanza
= cose vicine tra loro sono raggruppate insieme
> natura : animali che si aggregano in forme di mimesi collettiva per rendersi più o meno visibili
5.1.2. Somiglianza
= cose che appaiono simili sono raggruppate insieme
> può riguardare : 1. COLORE
2. FORMA
3. GRANDEZZA
4. ORIENTAZIONE
> natura : MIMETIZZAZIONE = assumere il colore simile all'ambiente, anche rompendo la coesione percettiva della
superficie del corpo alternando i colori, o cambiali in base ad esso
(una piccola somiglianza casuale che salva un animale su 10mila è conservata)
METTERSI IN MOSTRA = segnali di avvertimento, corteggiamento o richiamo sessuale (rossetto, ombretto)
> il raggruppamento per somiglianza (corpo-ambiente) ha la meglio sul raggruppamento per vicinanza (parti del corpo)
5.1.3. Buona continuazione
= elementi allineati che possono essere visti come continuazione uno dell'altro sono raggruppati insieme
> natura : Animali che per mimetizzarsi alterano l'aspetto del proprio sfondo e non del corpo
Mantelli di zebre, tigri, leopardi – > difficile individuare e unificare le sue parti del corpo
Scorretta unificazione delle regioni del corpo di un individuo con regioni simili dei corpi altrui (pesci = +grandi)
Continuità fasulla tra l'ambiente e il loro corpo
5.1.4. Chiusura
= elementi che danno origine a una figura chiusa sono raggruppati insieme
5.1.5. Destino comune
= cose che si muovono insieme sono raggruppati insieme
> il movimento è un rivelatore di presenza infallibile
unifica le parti del corpo dell'animale e le segrega dallo sfondo = oggetto separato e identificabile
5.1.6. Esperienza passata
= elementi che danno origine a una figura famigliare o dotata di significato vengono raggruppati insieme
> il raggruppamento più aver luogo anche dopo aver riconosciuto gli oggetti in quanto tali
raggruppare gli elementi di una scena tra loro è indispensabile per creare gli oggetti
le nostre conoscenze su questi oggetti possono tornare indietro e ricreare la scena iniziale
5.1.7. Buona forma
=elementi che danno origine a una figura semplice, regolare, simmetrica sono raggruppati insieme
> le figure regolari e simmetriche risaltano più facilmente contro lo sfondo
> grado di simmetria rappresenta un indicatore della capacità di resistere agli effetti dannosi delle perturbazioni che si
verificano durante lo sviluppo intra e extra uterino – – > esprime la qualità genetica di un individuo
> volti resi simmetrici sono considerati più sani e attraenti
CI SIAMO EVOLUTI IN MODO DA UTILIZZARE QUESTI PRINCIPI PER ORGANIZZARE LE INFORMAZIONI PERCHE'
RISPECCHIANO LE COMUNI PROPIRETA' DEL MONDO FISICO
• nel separare figure da sfondi = principi che rispecchiano le proprietà fisiche che distinguono oggetti e spazi
* è più facile vedere una regione piccola come una figura e una grande come lo sfondo
* è più facile vedere una regione inclusa come figura e una includente come sfondo
* è più facile vedere una regione orientata secondo le direzioni privilegiate dello spazio come figura e una obliqua come sfondo
* è più facile vedere una regione convessa come figura e una concava come sfondo
* è più facile vedere una regione chiusa come figura e una aperta come sfondo
* è più facile vedere una regione simmetrica come figura e una asimmetrica come sfondo >> LARGHEZZA COSTANTE
• l'utilizzo innaturale di questi principi = FIGURE IMPOSSIBILI
• a parità di tutte le altre condizioni riusciamo a distinguere meglio i dettagli quando appartengono a una figura che come sfondo
• l'organizzazione figura-sfondo non è determinata solo da ciò a cui prestiamo attenzione = sono le figure a attirare l'attenzione
• il ruolo dell'organizzazione figura-sfondo è determinare quali regioni corrispondono agli oggetti e quali agli spazi intorno
• percezione delle figure al di là dello sfondo è data da una discontinuità luminosa sulla retina
5.2.1. Il completamento amodale (B1)
= il completamento di oggetti o sfondi dietro a oggetti che li celano parzialmente > la posizione nascosta e completata non è
presente in alcuna modalità percettiva
* gli oggetti sono generalmente opachi = nascondono parti di altri oggetti e superfici
* la regola percettiva della buona continuazione spesso implica il completamento amodale
> frammenti grigi 1. frammenti chiusi e completi senza relazioni tra di essi
2. i frammenti formano delle B = posta su di essi una macchia nera
= i contorni in comune appartengono alla regione nera
> triangolo di Kanizsa (pag 81 manuale)
Le figure reversibili (B2)
= l'organizzazione figura-sfondo è così debole da invertirsi spontaneamente
> coppa di Rubin
> non si riesce a vedere le due immagini simultaneamente come figure = dobbiamo associare i bordi a una o all'altra figura
5.3. Gli oggetti che vediamo sono costruzioni del nostro cervello
• l'esperienza degli oggetti è creata per intero dal cervello
• malfunzionamento delle aree celebrali destinate a questa attività
1. AGNOSIA VISIVA = il sistema non funziona più
> si percepiscono linee, colori, movimenti, ma non si riesce più a combinarli in modo da creare
gli occhi forniscono informazioni sottili e precise sui piccoli cambiamenti di postura permettendo ai muscoli i giusti movimenti
7.3.2. Effetto autocinetico
* fissando una stella solitaria nel cielo essa pare muoversi
x ESPERIMENTO
– test della personalità
– è detto agli osservatori che la luce avrebbe tracciato delle parole nel buio e che avrebbero dovuto leggerle
– osservatori leggono frasi relativi alla loro vita personale
– la luce era in realtà IMMOBILE
* nello spiegare questo effetto si ipotizza un coinvolgimento dei movimenti oculari
7.3.3. Adattamento al movimento
= se guardiamo a lungo qualcosa che si muove in una certa direzione si diventa meno sensibili a quella direzione
* mano a mano che ci si adatta ad un movimento questo sembra rallentare
* flusso ottico = incessante scorrimento di immagini
7.3.4. Effetti consecutivi
= dopo aver fissato per un po' qualcosa che si muove e si sposta lo sguardo su qualcosa di immobile questo apparirà muoversi in
direzione opposta a quella di adattamento
*l'impressione di movimento è netta , ma gli oggetti che appaiono muoversi non sembrano cambiare posizione
= movimento e posizione sono analizzati da meccanismi neurali separati
* l'effetto consecutivo non è legato alla percezione vera e propria del movimento , ma al semplice spostamento dell'oggetto
sulla retina
* sono una conseguenza ineliminabile del funzionamento delle cellule selettive alla direzione
– In assenza di movimento queste cellule non tacciono del tutto, ma hanno un livello di attività spontanea
– In seguito al superlavoro determinato dall'esposizione prolungata al movimento le cellule specializzate per quel
movimento diventano meno sensibili e quando lo sguardo è spostato su un'immagine immobile esso sembrerà muoversi
nella direzione opposta
* percezione di eventi molto lenti = percezione di eventi molto rapidi >> la percezione è diretta e non richiede operazioni
cognitive di confronto tra stimoli temporalmente successivi
1. UN CONCETTO ETEROGENEO
• Riconoscere un oggetto = inserirlo in una categoria
CATEGORIZZARE = stabilire una funzione univoca tra elementi diversi in
un determinato piano e un elemento condiviso in un altro piano
• Categorie hanno una STRUTTURA GERARCHICA
1. CATEGOSIA BASE = generalmente il nome generico dell'esemplare
2. CATEGORIA SUBORDINATA E SOVRAORDINTA Il livello di riconoscimento dipende dalla
3. CATEGORIA D'ENTRATA = permette il riconoscimento spontaneo famigliarità che si ha con l'oggetto in questione
≠ da BLUM – – > dalla figura sono estratti gli ASSI MEDIALI = punti interni alla figura equidistanti dal perimetro
= descrivono la struttura (skeletron) dell'immagine
Anche in caso di figure irregolari il tocco è sempre sugli assi mediali – Quando si formano e che funzioni hanno?
4. PERCEZIONE CATEGORIALE
* Azione top-down della familiarità > conseguenza sulla somiglianza percepita e sulla discriminabilità
– stimoli dello stesso continuum sono percepiti in modo categoriale
a) ASSIMILAZIONE INTERNA = elementi della stessa categoria appaiono più simili
b) CONTRASTO ESTERNO = elementi di categorie diverse appaiono più diversi
x ESPERIEMNTO SULLA PERCEZIONE CATEGORIALE di Beale e Keil del 1995
– tecnica del morphing sui volti di Kennedy e Clinton
– sono avvertite come più diverse tra loro le facce centrali appartenenti a categorie diverse
– il partecipante deve decidere a quale personaggio è più simile la coppia di immagine intermedie presentatagli
a) percentuale di accuratezza alta per la coppia centrale a cavallo del confine categoriale
b) discriminazione più difficile quando le facce appartenevano alla stessa categoria
> la posizione del confine categoriale lungo il continuum è influenzata da vari fattori che tendono a accentuare le
differenze tra gli stimoli separati dal confine categoriale e a ridurre le differenze tra gli stimoli inclusi nella stessa
categoria
1. CONCEZIONE TRADIZIONALE
> Una singola rappresentazione usata per il riconoscimento e per l'azione
2. CONCEZIONE DELLE NEUROSCIENZE MODERNE
> Due percezioni indipendenti che derivano da due vie nervose diverse e da meccanismi funzionali diversi
partono entrambe dal lobo occipitale, ma attivano vie diverse VIA = insieme di regioni celebrali disposte in
successione e connesse tra loro
2. DUE SISTEMI VISIVI
• Le aree corticali sembrano essere organizzate in due sistemi visivi distinti
1. VIA VISIVA DORSALE
* collega l'area visiva del lobo occipitale con il lobo parietale
* attiva le zone motorie
* avviene n modo INCONSAPEVOLE
2. VIA VISIVA VENTRALE
* collega l'area visiva del lobo occipitale con il lobo temporale
* attiva le zone del riconoscimento
* avviene in modo CONSAPEVOLE
* crea una rappresentazione del mondo accessibile alla coscienza e in continua interazione con la memoria
3. TRASFORMAZIONE DI COORDINATE
• Lo spazio esterno non è rappresentato come unitario, ma come una MOLTEPLICITA' DI MAPPE SPAZIALI che utilizzano
sistemi di COORDINATE e sono specializzate nella guida di azioni motorie (hanno sede nel sistema dorsale)
• Per raggiungere un oggetto a) determinare ampiezza e direzione
b) conoscere la posizione spaziale dell'oggetto e la posizione di partenza dell'effettore
necessarie più mappe spaziali
> interazione delle informazioni visive con le informazioni propriocettive generate nell'organismo
PROPRIOCETTORI= recettori sensoriali presenti nei muscoli e nelle articolazioni che informano
continuamente sulla postura o posizione degli arti e delle parti del corpo
> il cervello codifica la posizione della mano in una serie di sistemi di coordinate centrate su diverse parti del corpo
* in caso di deficit le informazioni propriocettive devono essere supportate da quelle visive (guardare la mano)
• Codifica della posizione dell'oggetto nel movimento di raggiungimento
1. informazioni sulla posizione dello stimolo sono riferite ad un sistema di coordinate centrate sulla retina
> coordinate RETINOCENTRICHE
2. molteplicità di rappresentazioni della posizione dell'oggetto progressivamente più stabili e centrate sul corpo
3. rappresentazioni codificano lo spazio esterno in funzione dell'effettore motorio che controllano
• I sistemi di coordinate usati per descrivere la posizione dell'oggetto nello spazio sono sistemi EGOCENTRICI o centrati
sull'osservatore >> rappresentano l'oggetto dal punto di vista dell'osservatore
• I sistemi di coordinate ALLOCENTRICI o centrati sull'oggetto sono utili per il riconoscimenti degli oggetti e sono indipendenti
dalla posizione dell'osservatore
4. RAPPRESENTAZIONI SPAZIALI MULTIPLE
• Lo spazio che ci circonda è analizzato separatamente da una varietà di moduli funzionali che interagiscono
per comprenderlo = studi su pazienti con negligenza spaziale unilaterali (NEGLECT)
= disturbo dell'attenzione e rappresentazione dello spazio opposto alla sede della lesione parietale (spazio sinistro per una
lesione a destra)
* non opera puramente in coordinate retiniche >> è relativamente indipendente dai movimenti oculari
* ha permesso la distinzione tra due tipi di spazio
1. SPAZIO PERIPERSONALE (VICINO) = spazio entro cui agisce il nostro corpo
2. SPAZIO EZTRAPERSONALE (LONTANO) = regione al di là della distanza di raggiungimento
> il neglect è un deficit che riguarda solo lo spazio peripersonale (non si considera una parte di spazio)
* colpisce diversi sistemi di riferimento
a) Deficit rispetto a tutto ciò che si trova a sinistra dello sguardo
visto DEFICIT
non visto CENTRATO SULLA
RETINA
CENTRATO
SULL'OCCHIO
CENTRATO SUL
CORPO
L L L L
T
T
V V
V V
> I distrattori producono maggiore interferenza quando erano vicini alla posizione di partenza della mano; anche se
questa era lontana dal corpo
> Oggetti irrilevanti evocano automaticamente una risposta motoria che interferisce con la risposta diretta
• Lo spazio peripersonle è uno spazio sensomotorio in cui gli oggetti sensoriali sono convertiti automaticamente in programmi
motori
• Il confine tra spazio vicino e spazio lontano non è rigido, ma cambia dinamicamente con 'uso di attrezzi
• La rappresentazione dello spazio esterno ha un'organizzazione modulare
5. OGGETTI E CODIFICA AUTOMATICA DELLE AZIONI
• La rappresentazione mentale dell'oggetto include
1. descrizione delle proprietà visive
2. informazioni relative all'uso degli oggetti >> tipo di azioni appropriate per interagire in modo efficace con essi
tipi di informazioni analizzate parallelamente in sistemi funzionali separati
• La semplice visione dell'oggetto attiva simultaneamente e automaticamente i due sistemi visivi indipendentemente dal compito
> via ventrale = PRIMING SEMANTICO > attivazione della rappresentazione motoria non comporta necessariamente
l'esecuzione della risposta motoria
> via dorsale = PRIMING VISUO-MOTORIO > accesso automatico a schemi motori
x ESPERIEMNTO
– partecipanti vedono immagini di oggetti afferrabili
– la parte afferrabile (manico) può essere
* COMPATIBILE con il movimento di afferramento Rivolto a destra o sinistra
* INCOMPATIBILE con il movimento di afferramento
– immagini degli oggetti potevano essere al diritto o al rovescio
– compito di premere con la mano DX o con le mano SX i pulsanti rispetto all'orientamento diritto o rovescio
– RISULTATI * le risposte erano sempre corrette
* il tempo di risposta era minore nel caso in cui il manico dell'oggetto fosse rivolto dalla parte del
pulsante con la risposta corretta
la direzione del manico influenza la rapidità della risposta
• La visione degli oggetti potenzia automaticamente le azioni appropriate anche in assenza di esplicite intenzioni d'azione
TEMPO
H 4 2
H C Y 4 M M
C H 4 4 2 2
H H Y Y 2 2
C 4 M
a b c
– secondo stimolo = lettere
A RISULTATI :
A A – secondo stimolo presentato dopo a o b = tempo di reazione è uguale
– secondo stimolo presentato dopo c = tempo di reazione è superiore
D D Perché la risposta corretta 2 era presente nello stimolo precedente
A A interferenza >> informazione inibita
A
* dovendo denominare un oggetto precedentemente ignorato il tempo per la sua denominazione è generalmente più lungo
rispetto al tempo impiegato per denominare un oggetto presentato per la prima volta
x Effetto flanker – Erikson e Hoffman
– sono presentate tre lettere dove le due esterne sono uguali, ma diverse da quella centrale
– il partecipante deve indicare la lettera centrale, scegliendola tra due alternative, senza considerare i flanker
X A X
Tempo
AoE MoN
Vista EP 2 SR 2 EM 2 Piede
1000 ms TR 1
E' possibile condurre contemporaneamente entrambi i compiti fino a quando le due fasi SR non si sovrappongono
Vista EP 2 SR 2 EM 2 Piede
100 ms TR 2
negativo
N2pc controlaterale
Si genera quando l'attenzione è rivolta a
Secondo picco Parte posteriore dello uno stimolo bersaglio preventivamente
negativo scalpo identificato (guardato)
Nell'intervallo 180-300 ms la risposta ERP registrata nella zona temporo-occipitale contro-laterale allo stimolo bersaglio tende a essere
più negativa della risposta ERP registrata nella zona temporo-occipitale ipsi-laterale allo stimolo bersaglio
= MAGGIORE NEGATIVITA' – – > N2pc = elemento utile nel capire lo spostamento dell'attenzione
= alla comparsa dello stimolo si sposta l'attenzione e questo spostamento causa una
diversa attività dei sue emisferi (N2pc) >> DENUNCIA LO SHIFT
DELL'ATTENZIONE
2. Strumenti per capire il concetto di identificazione
* Flusso di informazioni = VERSO e DIREZIONE
> selezione precoce – filtro vicino all'origine
– opera sulle caratteristiche fisiche
> selezione tardiva – filtro lontano dall'origine
– caratteristiche astratte
= organizzazione delle vie nervose celebrali prevede circolarità > caratteristica del cervello
1. analisi sensoriale
Effetto LOOP 2. centri di elaborazione che si attivano tardivamente (analisi astratta)
3. l'informazione rientra nei centri precoci influenzando l'attività in modo sostanziale
x EFFETTO DI MASKED PRIMING
x MASCHERAMENTO PER QUATTRO PUNTI
blocca l'informazione vecchia con quella nuova >> se non c'è mascheramento riusciamo a muovere l'attenzione nella
memoria sensoriale e recuperare le info di interesse
– appare un punto di fissazione
– appaiono figure geometriche
– una di queste è circondata da quattro punti
– compito = dire quale figura è contornata di punti
> PERCEZIONE MINIMA = non si sa identificare la figura
x QUATTRO PUNTI di Di Lollo, Enns, Rensik (2000)
– appare il punto di fissazione
– appaiono i quattro punti
– appaiono e figure
> si sa quale figura è contenuta nei puntini
= LIMITAZIONI non sono * TEMPORALI = non è il tempo di esposizione dello stimolo a mascherare la figura
* PERCETTIVI = bersaglio e puntini non interferiscono
INTERFERENZA avviene a un livello successivo ordine di presentazione di figure e puntini
* TEORIA COGNITIVO-NEURALE > il cervello consolida le informazioni con un meccanismo di continua verifica tra livelli alti
e bassi di elaborazione
> si vede uno stimolo che passa da uno stadio post retinico alle aree visive primarie per
essere elaborate, poi con in meccanismo di LOOP seguono il processo inverso per essere
confermate e consolidate >> l'N2pc verifica lo spostamento dell'attenzione nella zona in
cui prima c'era il triangolo e poi solo i puntini.
STADIO POST RETINICO – – > AREE ISIVE PRIMARIE – – > AREE PARIETALI – – > AREE FRONTALI
processo circolare
* TEORIA DEI CIRCUITI RIENTRANTI
ELABORAZIONE
ASSEMBLAGGIO/ SEMANTICA
IDENTIFICAZIONE
PROCESSI
SENSORIALI
TESI
ERIFICA DI IPO
OP PE R LA V
SO A LO
PROCES
Quando il flusso di informazioni RIENTRA non trova più la forma geometrica ma solo i
4 punti generando un conflitto tra la seconda tornata di informazioni che diparte dai
centri nervosi è quella già elaborata nei centri di attivazione tardiva
nel conflitto l'informazione più vecchia è eliminata. Essa è stata vista inconsciamente ma
non effettivamente
verificabile con l'N2pc che dimostra lo spostamento dell'attenzione
TERMINI DI DESCRIZIONE
– TEMPO > quanto le info sono conservate
– QUANTITA' > dipende dal livello di elaborazione
– QUALITA' > natura percettiva o astratta delle informazioni
= embodied cognition: livello di astrazione
RECENCY
PRIMACY – Watkins 1974
Grado di
rievocazione La RECENCY scompare se dopo la
presentazione della sequenza di parole e
prima della richiesta di rievocazione è
necessario fare un compito diverso
Numero della serie
CRITICATO
BLOCCO CICLO
VISUO-SPAZIALE FONOLOGICO
ELABORAZIONE
CENTRALE
2. ATTENTIONAL BLINDNESS = se non si presta attenzione a qualcosa, anche se esso si trova davanti a noi, non
lo vediamo
PERCHE' ABBIAMO L'IMPRESSIONE DI VEDERE MOLTO DI PIU'?
>> Se è vero che possiamo elaborare solo 3 o 4 elementi dovremmo vedere solo questi e il resto apparirci nero
Tendenza a sovrastimare le proprie capacità di attenzione e di memoria di lavoro = ci sembra di vedere non solo il
punto di fissazione ma anche quanto lo circonda (carta da gioco che si avvicina)
>> IPOTESI DELLA STATISTICA D'INSIEME (ENSEMBLE STATISTICS)
= il mondo visivo non contiene elementi casuali di informazioni non correlate
– struttura Il sistema visivo si avvantaggia di queste proprietà rappresentando gruppi di elementi
– regolarità attraverso una statistica che riassume varie informazioni
– ridondanza
L'osservatore ricostruisce attraverso la STATISTICA D'INSIEME ciò che circonda il punto
di fissazione
> elementi fissati = alto livello di risoluzione
> elementi in periferia = un insieme offuscato
> separazione tra – CAMPO DI ATTENZIONE = ciò che vediamo
– COSCIENZA = ciò che percepiamo
>> PERCEZIONE DI SCENE NATURALI IN SOTTOFONDO
– caratteristiche sensoriali di BASSO LIVELLO (luminosità, orientazione) sono combinate in rapporti di ALTO
LIVELLO sufficienti per classificare una scena
– elaborazione molto rapida
EFFETTO PRIMING
TR
Studio Nuove
= esperienza di aver incontrato prima alcune parole è sufficiente a influenzare il comportamento successivo
indipendentemente dal tentativo di recuperare consapevolmente quella informazione
• NATURA COSTRUTTIVA – RICOSTRUTTIVA DELLA MLT
> riportare alla memoria = mettere insieme vari tipi di informazione distribuiti in luoghi diversi del cervello
> memoria è un atto RICOSTRUTTIVO = non ci fa rivivere esattamente un evento
> i ricordi sembrano cambiare in funzione del contesto in cui lo si recupera
> TUTTA LA MEMORIA E' UNA RICOSTRIZIONE E QUESTA PUO' ESSERE PIU' O MENO CORRETTA
> recuperare le informazioni permette di solidificare le conoscenze – Tulvin
– suggerimenti e indicazioni permettono il recupero
– il recupero rinforza la memoria
ECCEZIONI
* EFFETTO RETRIVED INDUCED FORGETTING – Anderson e Bijork 1994
= oblio indotto dal recupero
– FASE 1 = ricordare 48 parole appartenenti a 12 categorie presentate in coppia
– FASE 2 = training > si allenano su alcuni stimoli (2 parole su 4 di 6 categorie su 12)
– FASE 3 = chiesto di ricordare tutte le coppie
> RISULTATI: * 73,6% si ricordano gli stimoli allenati
* 48,5% si ricordano gli stimoli non allenati
* 37,5% si ricordano le parole non allenate appartenenti a categorie allenate
il recupero di alcune parole di una categoria, associate quindi ad un dato cue di suggerimento, ha inibito il
recupero di altre parole appartenenti alla stessa categoria, associate allo stesso cue
conseguenze positive e negative?
• LA MEMORIA DIPENDE DAL CONTESTO AMBIENTALE – Godden e Baddley 1975
– un gruppo di sub memorizza una lista di parole sulla spiaggia
– un gruppo di sub memorizza una lista di parole sotto l'acqua
– prove di memoria per entrambi nei vari ambienti
> RISULTATI: * è più facile memorizzare sulla spiaggia
* a parità di difficoltà ci sono netti vantaggi nello stesso contesto ambientale dell'apprendimento
>> la memorizzazione e l'apprendimento dipendono anche dallo STATO EMOTIVO – Bower 1978-1981
• NATURA COSTRUTTIVA – RICOSTRUTTIVA DELLA MLT > DIMENTICARE
> la memoria ricostruisce e organizza gli eventi e le informazioni così da ricordare solo il significato più generale
> conseguenza = il passare del tempo altera i ricordi, la natura dell'informazione modella continuamente i ricordi
• INTEGRAZIONE E DISTORSIONE DELLA MEMORIA – Bransfort e Frank 1971
> la memoria non mantiene separate le informazioni
> le informazioni interferiscono, si modificano in vista di un significato
x ESPERIMENTO
– mostrate 4 frasi separate
– dopo un certo lasso di tempo gli osservatori dicono di aver visto una sola frase che comprende più proposizioni
> RISULTATO: – la memoria integra le rappresentazioni in un'unità significativa
– i ricordi sono spesso sovrapposti o confusi pur rimanendo vividi
• DISTORSIONI DELLA MEMORIA : IL RUOLO ELLE INFORMAZIONI FUORVIANTI – Lofrusa Coll 1974-1978
– mostrate a due gruppi una uguale serie di diapositive che mostrano un incidente
– al gruppo A si chiede di stimare la velocità delle auto nel momento dello schianto
– al gruppo B si chiede di stimare la velocità delle auto nel momento in cui di sono colpite
> RISULTATI – Gruppo A = 41 miglia/h e dopo una settimana il 32% afferma di aver visto dei vetri rotti
– Gruppo B = 34 miglia/h e dopo una settimana il 14% afferma di aver visto dei vetri rotti
* è difficile distinguere tra la realtà e le cose immaginate
* i bambini sono maggiormente sensibili alle informazioni fallaci
* le testimonianze possono essere influenzate dalle informazioni fallaci
il riconoscimento della scena a cui si è assistito è frutto di processi di ricostruzione
6. LA MEMORIA AUTOBIOGRAFICA
• 3 livelli 1) Periodi di vita lunghi > livello astratto (conoscenze di persone significative, stati d'animo, scopi)
2) Eventi generali > episodi ampi e eterogenei misurati in giorni e settimane
3) Eventi specifici > conoscenza percettiva e sensoriale di un eventi che dure minuti o poche ore = livello specifico
• la si ritiene accurata e affidabile = è accurato il senso generale del ricordo, i dettagli sono distorti
• NATURA RICOSTRUTTIVA = naturale tendenza delle persone a riempire i buchi del ricordo con dettagli ritenuti verificati su
plausibili inferenze
• MEMORIA RIEPISODICA = in molti casi nella rievocazione degli eventi avviene un'integrazione di dettagli estratti da episodi
simili
• MEMORIA RETROSPETTIVA = recuperare dalla memoria fatti e episodi del passato
• MEMORIA PROSPETTIVA = ricordare piani, azioni, interazioni che si svolgeranno in futuro
= insieme dei meccanismi che permettono il recupero di un'azione intenzionale, pianificata
precedentemente, che potrà essere svolta solo al momento opportuno
> ci sono 5 FASI che caratterizzano il processo che pota al ricordo di un'intenzione – Brandimonte 1991
1. Formazione e codifica dell'intenzione = ricordo di cosa fare, intenzione e quando agire
2. Intervallo di ritenzione = tra la codifica dell'intenzione e l'inizio dell'intervallo potenziale di prestazione
3. Intervallo di prestazione = periodo di tempo in cui l'intenzione deve essere recuperata
4. Inizio e esecuzione dell'azione (compilance o no-compilance)
5. Valutazione del risultato