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CAPITOLO 1 - Dare forma all'energia

IDENTITY

1.4. CONSERVAZIONE O MUTAMENTO? RITUALI E COMPLESSITA' SOCIALE


 Durkheim
o Il rito consiste nel passare dalla prevalenza della forma individuale a quella della forma collettiva per poi
tornare alla prevalenza della forma individuale
Il rituale contribuisce al mantenimento dello status quo o promuove il mutamento sociale?
o Durkheim cerca di capire come è possibile mantenere la coesione sociale e la condivisione di credenze e valori
evitando la dis-integrazione e l'anomia
o Rituale durkheimiano è collegato all'idea di armonia e coesione e quindi al mantenimento e alla riproduzione dello
status quo
o Obbligatorietà dei riti è costituita da
1. Obbligo di partecipare = dimensione attiva che caratterizza la libertà individuale
2. Obbligo di rispettare la liturgia
o Le società complesse e differenziate di oggi presentano delle differenze rispetto al modello di Durkheim
1. DIFFERENZIAZIONE SOCIALE > ciascun individuo si trova ad appartenere contemporaneamente a più gruppi
> Simmel = il grado e l'intensità con cui ci lasciamo coinvolgere sono più sfumati
perché se le nostre
appartenenze sono plurime nessuna di esse è totalizzante
> Goffman = pur essendo obbligati ad indossare queste maschere sociali, il fatto
di averne a
disposizione diverse ci da la possibilità di prendere le distanze da
un ruolo
assumendone un altro
> per questi fatti diminuisce il grado di coercitività per quanto riguarda l'obbligo
di parteciparvi, ma
se si decide di prendervi parte esiste l'obbligo modale di rispettare la liturgia e
i simboli
2. GERARCHIE > interne ai gruppi
> rendono rilevanti le dimensioni di POTERE e STRATIFICAZIONE
> Van Gennep
> la stratificazione non riguarda solo le gerarchie tra individui all'interno dei gruppi, ma anche le
differenze di
potere tra gruppi all'interno della società
> non sempre i rituali integrano l'intera collettività, talvolta rafforzano i gruppi dominanti,
talvolta rafforza gruppi
sociali subordinati che sfidano l'ordine sociale
3. GRUPPO > ogni rituale riguarda un gruppo che per quanto grande sia è sempre parte di una collettività più
ampia composta da
altri individui i quali pur non partecipando al rituale possono essere spettatori
E' possibile suddividere i riti in due grandi categorie
1. Riti che non alterano la struttura sociale ma la rigenerano, confermano e rafforzano
2. Rituali che portano un cambiamento nella struttura interna, nei confini o nella forma esterna della società
1.5. DONARE E LEGARE. RITI, RETI E VINCOLI
 Lo scambio di doni è un importante esempio di interazione rituale
 Ogni volta che gli attori di una relazione si scambiano dei doni confermano il loro coinvolgimento nel rapporto e in
questo modo rigenerano e rafforzano il legame che li unisce
o Per Durkheim il dono è l'oggetto sacro che simboleggia la comunione tra gli attori riuniti
o Il dono può essere qualcosa di superfluo e inutile dal punto di vista strumentale ma necessario dal punto di vista
simbolico
o Oltre a fornire fiducia e sicurezza il legame creato dalla relazione implica anche vincolo e dipendenza
o Ogni dono mette alla prova chi lo riceve il quale deve confermare la propria adesione alla relazione e dimostrarsene
all'altezza con un contro-dono
o Scambio simbolico un collante sociale
1. Anello Kula > Malinowski
> catena di scambi rituali tra gli abitanti delle isole Trobriand
> gli scambi non servono ad arricchire
> assicurano la SOLIDARITA' PRECONTRATTUALE = base di fiducia reciproca necessaria ad effettuare
gli scambi e le
contrattazioni economiche vere e proprie
2. Le strutture elementari della parentela > Lévi-Strauss
> nelle società tribali la solidarietà precontrattuale è creata attraverso i
matrimoni = scambio
di donne con cui le famiglie stringevano alleanza tra di loro
> dando una figlia in sposta una famiglia vincolava l'altra a
contraccambiare
3. Il dono > Mauss
> lo scambio simbolico implica un obbligazione morale
a. DARE
b. RICEVERE
c. RICAMBIARE
> regole ben precise su come e quando fare un dono
4. Potlatch > Boas
> il dono e il contraccambio generano costrizione, dipendenza e potere
> scambi competitivi di doni in cui ciascun rivale cerca di dimostrare la propria superiorità umiliando
l'altro attraverso doni
via via più grandi
> il dono stabilisce una gerarchia e da forma alla struttura sociale
> la competizione è una forma di interazione legittima
> Collins = forma di capitalismo dinamico
1.6. STUTTURE, GERARCHIE E POTERE
 In genere l'integrazione avviene anche in presenza di stratificazione, tensione e conflitto
 Le forme dell'integrazione e della sua gestione cambiano nel tempo
 Norbert Elias
 "Il processo di civilizzazione" 1939
 Nell'evoluzione delle società si è passati da una struttura cortese-cavalleresca a una borghese permettendo lo
sviluppo dell'individualismo
 L'individualismo ha
 Cambiato le forme delle manifestazioni dell'azione rituale
 Cambiato i modi in cui le società si mantengono integrate
 Ha spostato la responsabilità del controllo sociale dalla collettività all'individuo
 Tanto più è cresciuto il livello di auto-controllo sviluppato dagli individui tanto meno gli appartati
repressivi dello Stato hanno dovuto intervenite con la forza per mantenere l'ordine
 Controllo delle pulsioni corporee e limitazione della loro espressione
 Questo processo non è irreversibile o inevitabile
 Il processo di civilizzazione passa attraverso un'ampia serie di pratiche con cui gli individui ribadiscono la
sacralità delle buone maniere
 Queste pratiche possono essere considerate dei rituali
 
 
 Durkheim
o Oggetto sacro dei riti è il GRUPPO
 Goffman
o Il processo di individualizzazione ha fatto del self il vero oggetto sacro
o La società attraverso i piccoli riti dell'interazione quotidiana crea il sé come oggetto sacro
o Gli individui hanno poco spazio di autonomia
o Dimensione di contrainte = le forme sociali si impongono alla libertà dell'individuo
 Foucault
o Analizza i modi in cui i saperi di verità si incarnano nelle pratiche quotidiane
o Le nostre scelte quotidiane sono pesantemente influenzate da consigli e prescrizioni di esperti che ci dicono
come comportarci
o Obbligazione morale evidenzia come le pratiche quotidiane con le quali incorporiamo i saperi riproducono a
livello micro-sociologico gli stessi meccanismi del rituale durkheimiano
o MICROFISICA DEL POTERE = rituali di addestramento attraverso i quali si incarnano fisicamente i repertori
d'azione e se ne fanno uno
stile di vita (atleti, seminaristi, attori)
o Il fatto che qualcuno ritenga doveroso assoggettare il proprio corpo a determinate pratiche rituali implica che
qualcun altro abbia il potere di definire determinati comportamenti come salutari, utili, giusti e doverosi
o La solidità delle strutture sociali è strettamente legata alla riproduzione del potere e delle gerarchie rispetto
all'istituzione rappresentata
o I paramenti sacri e gli arredi cerimoniali hanno la funzione ben precisa di conferire potere al discorso
dell'oratore sottolineando la legittimità della sua posizione nel rituale
 Antony Giddens
o La nostra sensazione di stabilità ontologica si basa oggi sulla stabilità sulla fiducia che riponiamo nei sistemi
esperti la quale dipende a sua volta dal corretto operato dei rappresentanti di tale sistema (nodi di accesso)
 Pierre Bourdieu
# riflette sul fatto che le postazioni di prestigio occupate dai depositari dei saperi di verità vengono esse stesse create
e assegnate
attraverso dei rituali
# i cambiamenti di status degli individui sono sanciti da cerimonie che creano un'immagine nuova del consacrato
# i riti istitutivi costituiscono la struttura sociale attraverso una produzione di gerarchie. Nel sancire il passaggio di
qualcuno da uno
status ad un altro stabiliscono il punto esatto in cui ciò avviene, celebrano una linea di passaggio arbitraria
# i riti di investitura trasferiscono potere dall'istituzione all'individuo che viene consacrato e producono una
differenza tra lui e i non
consacrati
1.7. CONFLITTO E CAMBIAMENTO
 Integrazione sociale si realizza tramite dispositivi rituali diversi tra loro
1. Legami sociali fondati sullo scambio > ORIZZONTALE
2. Pratiche rituali basate sull'esercizio del potere > VERTICALE
 Le differenze di risorse e di potere generano tensioni conflittuali
 Stratificazioni e gerarchie devono continuamente essere riprodotte attraverso riti implica la possibilità che vengano
sfidate e sovvertite
 Coercività dei riti
1. È difficile individuare dei rituali ai quali nessuno possa sottrarsi
2. Collins = Teoria rituale delle culture di classe > le intuizioni di Durkheim se applicate ai diversi gruppi
permettono di cogliere il modo
in cui si riproducono le differenze di cultura e di potere tra gli
individui di una società
stratificata
> i meccanismi dei rituale pongono le basi per una lotta conflittuale tra
gruppi
= analizzare la stratificazione in classe tenendo conto delle catene di rituali di interazione
a. Verticale del potere
b. Orizzontale della socievolezza
3. Gluckman = individua varie forme di rituali che mettono in scena il conflitto sociale
= pratiche collettive che hanno come esito la conservazione dello status quo
= le rappresentazioni rituali dei conflitti agiscono solo sul piano simbolico senza cambiare la realtà
= ne individua varie forme
1. RITUALI DI RIBELLIONE > contestazioni istituzionalizzate come valvole di sfogo che realizzano la
catarsi collettiva
2. PRATICHE METAFORICHE DELLA DISCORDIA > esorcizzano il potenziale disgregante di una
situazione sociale o di una
relazione spostando il conflitto sul piano simbolico
discorsivo
3. RITUALI DI DISSOCIAZIONIE TRA PREASSI E RAPPRESENTZIONE > conflitti realmente esistenti
risolvibili sul piano
sovrannaturale
Hanno in comune la messa in discussione delle gerarchie e delle regole sociali e ipotizzano che la
struttura sociale esistente non sia la sola possibile
= proteste e manifestazioni sono valvole di sfogo che, ritualizzando il conflitto, in realtà lo ricompongono
entro l'ordine
stabilito
= alcuni atti di ribellione sono tollerati come espressioni di protesta che pur infrangendo
momentaneamente delle norme
non allentano l'ordine sociale
Es. Carnevale = evasione dai vincoli quotidiani, socialmente organizzata, come
conferma della
necessità di tali vincoli per ovviare al disordine
 Turner = osserva i rituali di conflitto e contraddizione sociale
= ritiene che questi vincoli non siano funzionali al mantenimento dello status quo, ma potano a
cambiamenti
nella realtà sociale con
1. Rituale come anti-struttura > l'azione rituale crea sospensioni e crisi
2. Dramma sociale > prima avviene una situazione di crisi gestita con la sua
ritualizzazione
= nel rito i singoli si uniscono in un gruppo morale
= se i singoli occupano normalmente una posizione marginale il loro rituale può portare al
cambiamento della
struttura e delle regole (contestazioni del '68)
= altre forme di protesta rituale hanno inciso sui modelli di comportamento ordinari tanto da
essere tollerate e
accettate come normali
= all'interno dell'ordine stabilito esistono gruppi liminari che formano delle communitas che
attraverso i rituali mettono in scena un'anti-struttura alimentando un potenziale mutamento
 Esistono situazioni di messa in dubbio dell'ordine sociale come effetto del divenire sociale
 La drammaticizzazione della crisi in pubblico ne sottolinea la valenza morale e permette di gestirla
attraverso due modalità
1. Liturgia di riparazione che ricompone l'ordine sociale
2. Ritualizzando il passaggio e celebrando il nuovo ordine
L'esito finale scaturisce dalla lotta con cui diversi gruppi cercano di imporre la propria definizione della
situazione
 Turner = Il ripristino dell'ordine sociale precedente non è l'unico esito possibile con cui i rituali risolvono
la situazione di
liminarità e sospensione determinata dai drammi sociali
1.8. PAROLE DI RITO (IL DITO E LA LUNA)
 I rituali permettono ai partecipanti di dare forma alle interazioni sociali e di esprimerle, sono dunque forme di
comunicazione
 Ciò che viene detto non passa esclusivamente attraverso le parole, ma attraverso l'azione rituale nel suo complesso
 Ciò che viene detto dipende da ciò che viene fatto
 Le competenze comunicative non riguardano tanto la capacità di de-codifica delle parole sulla base di un loro presunto
significato intrinseco, quanto appunto quella di comprenderne il senso all'interno delle dinamiche interattive di tipo
rituale
 Goffman = il linguaggio verbale ha un valenza simbolica e meta-comunicativa che non riguarda il significato etimologico,
bensì la sacralità delle relazioni sociali > le parole dicono di più di quanto sembrano dire
 Gli studi sulla comunicazione metaforica confermano che il linguaggio rituale non abbia la funzione di trasmettere
informazioni, ma quella di stabilire una comunicazione, mantenerla e interromperla. Il significato delle parole non sta
unicamente nel loro significato letterale, ma nel loro legame sociale, lo esprimono, lo mantengono in vita e gli danno
forma

CAPITOLO 2 - Cercando di essere qualcuno. " lei mi chiederà…


e io risponderò…"
sabato 12 gennaio 2019
09:51
2.1. CHE COSA STUDIA L'INTERAZIONISMO SIMBOLICO?
  
 La realtà conosciuta dall'essere umano è data dalla comunicazione rielaborata in diversi messaggi attraverso il dialogo
interiore che vi attribuisce significato
 diversi oggetti assumono significato in relazione all'interazione con gli altri
 Il passato non è immutabile, ma acquisisce significati diversi in relazione alle ridefinizioni che ne diamo nel presente
 Tendiamo a vedere la realtà come abbiamo appreso a considerarla ritenendo che essa sia in un modo
 L'esistenza degli esseri umani appare come un intreccio di significati che si ridefiniscono continuamente allo stesso
modo in cui i differenti pattern si compongono
 Ciò che vediamo e creiamo è frutto delle lenti che utilizziamo >> occhiali specifici creati nella socializzazione primaria e
modificati da quella secondaria
2.2. L'INTERAZIONE NEL METODO
 Scuola di Chicago
o Qui nasce l'INTERAZIONISMO SIMBOLICO
OGGETTI SIMBOLICI
o Nasce nel momento in cui vige il comportamentismo e lo strutturalismo
o Utilizza come strumenti d'indagine l'osservazione costante e rigorosa >> GROUND THEORY
COSE
o Presuppone un certo tipo di interazione tra il ricercatore e i protagonisti della ricerca >> RICERCA QUALITATIVA
o A Chicago per la sua espansione urbanistica sull'onda dello sviluppo industriale e per il suo centro di ricerca
AZIONE
o Filone principale dell'interazionismo simbolico fa riferimento a Blumer
o Due oppositori
1. Iowa School > divergenze di tipo metodologico per l'impiego dei questionari per operativizzare i
concetti
elaborati
> tenta di afferrare il processo interpretativo con atteggiamento distaccato
* secondo Blumer = i concetti sensibilizzanti permettono di cogliere nella ricerca relazioni e
pattern
che normalmente passano inosservati, orientano la direzione della ricerca
senza fornire risposte pre-confezionate. Il concetto è uno strumento di
lavoro
che orienta senza rappresentare qualcosa di definito
= individua nella ricerca naturalistica due momenti non separati
1. ESPLORAZIONE = si contatta la realtà
2. ISPEZIONE = utile l'impiego dei concetti sensibilizzanti che
orientano la ricerca senza forzature
= il ricercatore può svolgere un ruolo attivo oppure marginale nel luogo che
intende studiare
2. Struttural-funzionalismo > divergenze nelle diverse implicazioni in parte politiche per l'attenzione ai processi
a
livello micro piuttosto che macro per i metodi utilizzati
> studiano le grandi imprese di cui interpretano valori, norme, ruoli attraverso
l'utilizzo
di questionari strutturati
* gli interazionisti studiano il mondo degli emarginati ponendo l'attenzione
sull'interazione nella quotidianità attraverso l'osservazione
o L'omogeneità della natura tra chi osserva e chi è osservato espongono l'interazionismo a delle critiche
A. Risultati inattendibili perché i ricercatori sono troppo implicati nella cultura osservata.
B. Le loro indagini sono prevalentemente centrate sull'analisi della vita quotidiana e ciò rende
impossibile effettuare generalizzazioni delle analisi
C. Manca una sistematizzazione teorica completa e accurata
o Inserito nel filone della "sociologia comprendente" = analizza i motivi dell'azione sociale dove l'azione è un
comportamento umano in quanto l'individuo congiunge ad esso un significato soggettivo
2.3. LA DINAMICA IO-ME
 George Herbert Mead
 Fondatore dell'interazionismo simbolico
 Idea di fondo = diventiamo esseri sociali attraverso la comunicazione che si fonda su di un repertorio di simboli
che emerge nel corso dell'interazione
 L'interpretazione modifica lo stimolo con cui si sta interagendo
 È il sistema del sé a interpretare la situazione
 La mente umana e il sé hanno origine all'interno della società e non sono preesistenti
 DINAMICA IO-ME
 ME = costituisce il sé così come lo vedono gli altri > sé sociale
= interiorizzazione delle aspettative sociali
 IO = parte più creativa del sé
= disposizione, impulso ad agire, capacità creativa, libertà vitale
 L'io valuta le richieste del me nel dialogo interiore
 L'io rappresenta la fase in cui è manifestata la propria istintualità verso le aspettative degli altri
 È dalla co-esistenza dei due che emerge il sé che rappresenta il nostro progetto nel futuro
 Nella dinamica esiste anche un ALTRO GENERALIZZATO = capacità di cogliere simultaneamente il
punto di vista di tutti gli altri coinvolti nell'interazione che
hanno delle aspettative sull'individuo
 Esistono due diversi orientamenti teorici fondati sulla distinzione tra me e io
1. Iowa School > enfatizza la rilevanza del me
2. Blumer > sottolinea l'importanza dell'io
> la costruzione della realtà avviene all'interno della situazione
3. Interpretazioni più recenti > distinzione analitica tra io e me enfatizzazione ad opera di
Morris
 La natura sistemica dell'iterazione non permette di separare l'io e il me in entità distinte, ma mette in
evidenza i continui feedback e la circolarità tra i due come se i singoli elementi costituissero due poli
dello stesso processo in cui l'esistenza dell'uno è imprescindibile da quella dell'altro
2.5. PERCHE' "INTERAZIONISMO" E PERCHE' "SIMBOLICO"
 Blumer
o Parola interazionismo simbolico è un "neologismo barbaro"
o La società umana è stata spesso considerata come una forma di interazione simbolica
o Interazione simbolica = interpretare e definire gli uni le zioni degli altri invece che semplicemente reagire ad
esse
o Gli individui agiscono con gli oggetti in relazione al significato che essi assumono per loro
o L'interazione non è considerata solo in termini di rapporti tra due individui ma costituisce l'elemento fondante
dell'origine sociale e l'unità di analisi dell'indagine sociologica
o Simbolica in quanto si avvale dei significati che sono disponibili agli attori per orientare il loro agire
o Principi della relazione sociale
1. Si agisce nei confronti delle cose sulla base dei significati che tali cose hanno per noi > ORIENTA
L'AGIRE
2. Il significato di tali cose è derivato dall'interazione sociale che il singolo ha con i suoi simili o sorge da
essa > APPRESI SOCIALMENTE
3. Questi significati sono elaborati e trasformati in un processo interpretativo messo in atto da una
persona nell'affrontare le cose in cui si imbatte
o I significati che guidano le azioni umane sono appresi e elaborati attraverso la comunicazione
o Possiamo attribuire nuovi significati alle cose in cui ci imbattiamo da sempre anche se, fino a quel momento,
avevamo condiviso quelli elaborati in seno alla comunità di appartenenza
2.6. CRESCERE ATTRAVERSO L'INTERAZIONE CON GLI ALTRI
 Socializzazione primaria = individuo apprende a vedere se stesso il mondo come li vedono gli altri significativi (genitori)
 Socializzazione secondaria = costruzioni pregresse sono talvolta messe in discussione
 Centrale nello sviluppo dei bambini è il colloquio interiore, l'auto-interazione = Tizio assumendo il ruolo di Caio valuta le
proprie azioni con il metro di giudizio di
Caio
 I bambini imparano a condividere le conoscenze e i simboli di una cultura, in altre parole ad usare significati che hanno
un identico valore per tutti coloro che sono implicati in una determinata situazione
 Mead suddivide gli stadi di sviluppo del sé
Pre- Fino ai due anni di età. Non sono ancora in grado di attribuire significato. Agire imitativo
rappresentazione
Rappresentazione Sanno porsi nei panni dell'altro. Capaci di gioco simbolico quindi superano
(play) l'egocentrismo infantile. Si mettono nei panni dell'altro, ma non c'è relazione tra i ruoli
degli attori
Gioco di squadra Capaci di partecipare al gioco di regole. Capacità di acquisire una visione sovraordinata
(game) delle relazioni che includa il proprio punto di vista e quello dell'altro. Possibile grazie alla
formazione dell'altro generalizzato
meccanismo di ROLE-TAKING (assunzione di ruolo)
 Costruzione di una società più giusta avviene attraverso la capacità di assumere il ruolo o l'atteggiamento degli altri
 La formazione sociale del sé può dirsi realizzata quando l'individuo ha interiorizzato il modello di comportamento
dell'altro generalizzato definendo la propria condotta in relazione alle aspettative della collettività
2.7. LA DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE
 L'essere umano teme più di ogni altra cosa di non riuscire a definire la realtà è ha bisogno di pensare che gli oggetti
esistono e assumono per lui un preciso significato
 La definizione della situazione è un concetto cardine dell'interazionismo simbolico
 Thomas
 Prima di ogni azione autodeterminata vi è sempre una fase di esame e decisione che possiamo chiamare
definizione della situazione = processo in cui attribuiamo etichette (tipizzazione per Schutz)
 Tentiamo di categorizzare e di organizzare i molteplici stimoli al fine di rendere la situazione comprensibile
attraverso la disposizione di configurazioni significative
 TEOREMA DI THOMAS = se gli uomini definiscono le situazioni come reali, esse sono reali nelle loro
conseguenze
= le situazioni tendono ad avere il significato che vi attribuiamo
= le azioni di cui abbiamo consapevolezza si fondano sempre sulle nostre definizioni
= diverso dalla profezia che si auto-adempie
Teoria che si auto- Rientrano eventi che influenziamo con i significati ad essi attribuiti in
adempie cui la definizione influisce l'esito
Teorema di Thomas Include situazioni in cui la definizione della situazioni non incide
sull'esito
= quel che accade può essere vissuto e interpretato in modo diverso non assumendo un
valore obiettivo uguale per tutti e perla stessa
persona in momenti differenti della sua esistenza
= se le definizioni della situazione sono differenti allora è necessaria la NEGOZIAZIONE cioè
una contrattazione per giungere a significati
condivisi (Strauss)
 Il SE' SPECCHIO = ci si specchia nell'altro
Percezione
NESSO CIRCOLARE TRA
AZIONE DELL'INDIVIDUO E
LE RELAZIONI DEGLI ALTRI
Risposte degli altri Concetto di sé
 
Comportamento
2.8. PARLAR TRA SE' E SE', OVVERO L'AUTO-INTERAZIONE
 Attraverso il dialogo interiore l'individuo definisce a realtà, cioè stabilisce la sua posizione rispetto alle pressioni del
mondo esterno
 Auto-interazione = l'attore indica le cose a se stesso (Blumer)
 Questo processo di rifà all'idea di Mead che l'essere umano diventa oggetto a se stesso attraverso il dialogo interiore
 Funzioni associate al dialogo interiore
i. Anticipatoria dell'azione in cui l'individuo si prefigura le possibili mosse dell'altro
ii. Costruzione della complessa dinamiche sé-mente-società
 Il processo di SELF-INDICATION serve a prendere atto del significato del reciproco agire e ad orientare di conseguenza la
condotta che si intende intraprendere
2.9. CIAK, AZIONE!
 Abbiamo bisogno di definire le azioni degli altri per potervi reagire e programmare le nostre
 Divario tra le aspettative e la realizzazione di un comportamento non previsto o spiacevole
1. Scusanti > tendono a rendere accettabile l'errore dell'attore
2. Contrapposizioni > difendono l'azione dell'attore e attaccano le definizioni condivise
 Gli accounts costituiscono un esempio di come l'interazione con se stessi possa aiutare a resistere alle pressioni
dell'altro generalizzato
 L'agire umano non può formarsi attraverso l'auto-interazione . Il senso dell'azione individuale o collettiva è spiegato
attraverso gli stessi processi
 Quello che facciamo non è altro che il risultato del nostro dialogo interiore
 L'azione individuale è qualcosa di costruito piuttosto che di automatico e spontaneo, essendo formata attraverso
l'osservazione e l'interpretazione delle caratteristiche della situazione in cui l'individuo agisce
 Blumer
o La situazione fa da sfondo all'interazione ma non ne determina lo svolgimento
o Le azioni dell'uomo sono qualcosa di costruito e programmato piuttosto che qualcosa di spontaneo. Deve
tener conto delle richieste, delle aspettative, dei divieti, delle minacce che possono presentarsi nell'ambito della
situazione in cui egli agisce
o " L'auto-indicazione è un processo di comunicazione dinamico in cui l'individuo nota le cose, le valuta, da loro
un significato e decide la propria azione sulla base di tale significato"
o L'azione sociale si colloca al livello di individui agenti che adattano l'un l'altro le rispettive linee d'azione per
mezzo di un processo di identificazione: l'azione di gruppo è l'azione collettiva di tali individui
o " L'organizzazione sociale entra in azione solo nella misura in cui modella delle situazioni in cui agiscono gli
individui e solo nella misura in cui fornisce una serie definita di stimoli"
o Lo stesso mutamento sociale è mediato dall'interpretazione. Il mutamento si presenta sotto forma di nuove
forme d'azione
 Mead
o Meccanismo con cui l'essere umano guida il proprio agire è centrale nel suo modo di trattare e affrontare il
mondo
2.10. QUALI SIGNIFICATI?
 Conoscere vuol dire categorizzare e questo implica il DISTINGUERE e l'UNIRE
 La parola fa emergere le ISOLE DI SIGNIFICATO >> alle diverse isole corrisponde una differente concezione del mondo
 Mead
 Gesto = simbolo significante, espressione di un'esperienza condivisa e perpetuata da una partecipazione
sociale comune
 Significati hanno un valore transindividuale e quindi oggettivo comune a tutti i membri di una società
 Il significato è indipendente da uno stato di coscienza soggettivo
 Il significato è la relazione di un organismo al gesto di un altro organismo e soltanto nell'essere umano esso ha
la possibilità di divenire cosciente
 La mente si sviluppa all'interno della società attraverso l'interazione. La società non è altro che un insieme di significati
condivisi
 Le cose esistono per il singolo nella misura che è in grado di indicarle a se stesso e questo è possibile attraverso il
linguaggio
 Il significato universale delle parole deriva dalla necessità, in una conversazione, di assumere numerosi punti di vista
rappresentati da quelli dei nostri interlocutori possibili
 Il linguaggio non assolve solo ad una funzione comunicativa, ma costituisce una capacità di oggettivazione del sé
attraverso apparati simbolici che rappresentano stimoli le cui reazioni sono date in anticipo
 Simboli significativi considerati contenitori di un significato universale condiviso da tutti i membri di una stessa
comunità
 Blumer
o Il significato è idiosincratico, personale e va messo in relazione all'interpretazione che Tizio da del
comportamento di Caio
2.11. IL SE': COMPLESSITA' DELLE IMMAGINI
 L'individuo diventa oggetto a se stesso riuscendo a vedersi come gli altri lo vedono
 L'immagine di sé nasce dalla comunicazione
 William James
 Principi di Psicologia
 Distingue tra io agente, io puro e self di cui l'individuo è consapevole
 Ulteriore divisione del self
1. Self materiale = oggetti a cui si è particolarmente legati
2. Self sociale = immagini che gli altri si sono fatti su di lui
3. Self spirituale = abitudini e facoltà psichiche
 Un uomo ha tanti self sociali quanti sono gli individui che lo riconoscono e portano nella loro mente la sua
immagine
 Ciascuno di noi mostra differenti aspetti di sé in relazione ai diversi gruppi che frequenta
 Nella costruzione dei self sociali l'individuo gioca un ruolo attivo nella misura in cui si mostra in modo diverso
proprio a queste persone per lui rilevanti
 Chales Cooley
 Sé-specchio = tre elementi principali
1. Immaginazione intorno a come la nostra immagine appare ad un'altra persona
2. Immaginazione del giudizio che questa persona pronuncia su di essa
3. Sentimento
 Stretta corrispondenza tra l'opinione degli altri e l'immagine di se in relazione all'idea che ci siamo costruiti
della loro opinione su di noi
 Cogliamo la complessità del nostro modo di essere e di agire quando ci rendiamo conto che esistono differenti
mondi sociali all'interno dei quali ci manifestiamo in relazione agli specifici ruoli
 Turner
 Ha spiegato i diversi ruoli attraverso due concetti
1. SELF CONCEPTION = mette in evidenza la parte di noi che viene percepita in modo permanente e
duraturo > identità
2. SELF IMAGES = diverse immagini di noi avvertite dall'individuo come instabili e talvolta in
contraddizione tra loro
 Nella società contemporanea, caratterizzata dalla complessità, è possibile che gli individui si riconoscano in
definizioni che non coincidono con quelle riconducibili all'altro generalizzato
2.12. LE STEROTIPIZZAZIONI DEL SE' DELL'ALTRO
 Necessità dell'essere umano di definire le situazioni per evitare di entrare nel caos
 L'individuo è rigidamente inchiodato nella manifestazione di un suo unico aspetto
 Un sé flessibile piuttosto che rigido nella definizione della situazione permette più facilmente di disporsi all'ascolto di sé
e dell'altro rendendosi conto della relatività della propria definizione >> FUZZY MIND
 La mente dai contorni sfumati facilita una concezione della realtà in cui i diversi elementi sono interconnessi tra loro
 Quando si stereotipizza un individuo vengono impiegati processi di edificazione e di demolizione cioè si costruiscono
immagini correnti attorno ad alcuni elementi centrali omettendo altri aspetti di quella persona
 ROLE RESERVAL= l'inversione dei ruoli è una tecnica di psicodramma utilizzata per aiutare il soggetto ad uscire dalla
sclerotizzazione delle parti
 L'uscita da una visione unidirezionale permette di vedere le cose dal punto di vista dell'interlocutore
 TEORIA DELL'ETICHETTAMENTO
 Spiega come la stigmatizzazione dalla devianza possa contribuire a cerarla
 A causa della molteplicità e della segregazione dei mondi sociali in cui siamo inseriti è fondamentale la maniera
in ci presentiamo ai diversi interlocutori affinché si facciano un'idea di noi
 COACHING
 Spiega l'influenza degli altri
 Siamo formati ad orientare in una determinata direzione l'immagine che abbiamo costruito di noi stessi
 Il coach cerca di creare un'identità nuova per il suo allievo coinvolgendolo in una serie di manovre
 ALTERCASTING
 Tentativo di influire su di un individuo calandolo in un determinato personaggio positivo
2.13. GRUPPO DI RIFERIMENTO E TRASFORMAZIONE
 Gruppo di riferimento = gruppo la cui presunta prospettiva viene adottata dall'attore come schema di riferimento per
organizzare il proprio campo percettivo
 Sorgono attraverso l'interiorizzazione di norme e costituiscono l'insieme strutturato delle aspettative imputate ad un
certo pubblico nei confronti del quale l'individuo orienta la propria condotta
 Quando un individuo si trova a dover definire una situazione in modo radicalmente diverso dalle persone che gli stanno
attorno potrà entrare in crisi e rimettere in discussione le concezioni elaborate oppure cercherà degli altri interlocutori
che gli confermino le proprie
 Per poter modificare le definizioni delle situazioni che sono per l'individuo dannose o inaccettabili diventa necessario
ricorrere a nuovi gruppi di riferimento e a nuovi altri significativi
 CONCETTO DI CARRIERA = il sé si modifica nel tempo in relazione alle diverse interazioni e situazioni che si vengono a
costruire
 Glaser e Strauss = considerano la desiderabilità del passaggio di status all'interno di una
carriera quindi quanto esso sia inevitabile,
reversibile e ripetibile
= in alcuni casi il passaggio è consapevole, in altri invece no
= il cambiamento varia in funzione di
1. Grado di volontarietà
2. Grado di controllo esercitato dagli altri
3. Legittimazione esterna
4. Chiarezza dei segni tangibili
5. Centralità nella vita dell'individuo
6. Durata per la transizione
 Il passato non è qualcosa di immutato, ma assume significati differenti attraverso le diverse definizioni delle situazioni
che ne diamo nel presente
2.14. QUALI RUOLI ABBIAMO?
 Il concetto di ruolo sembra costituire il punto teorico di articolazione tra psicologia e sociologia
 Visto dagli interazionisti come dinamico
FUNZIONALISMO INTERAZIONISMO
1. Diritti e doveri connessi alle 1. Diritti e doversi connessi alle posizioni di
posizioni di status status
2. Aspettative apprese tramite 2. Aspettative apprese tramite
socializzazione socializzazione
3. Ruoli hanno un impatto sugli 3. Gli individui agiscono di proposito per
individui creare impressioni
4. Il comportamento può essere creativo o
imprevedibile
5. Gli individui assumono ruoli piuttosto che
farsi impattare da essi
 Parsons
 Quello che un individuo fa è determinato dalle aspettative legate alla posizione all'interno della società
 Ciò che ciascuno di essi fa può essere compreso in termini di ruolo ovvero di aspettative in relazione alla
posizione occupata all'interno del sistema sociale
 Le aspettative sono apprese nel corso del processo di socializzazione
 I ruoli sono giocati in modo meccanicistico attraverso l'influenza che la società esercita sugli individui
 Mead
 Gli individui allineano i loro atti con quelli dei partner di ruolo
 ASSUNZIONE DEL RUOLO DELL'ALTRO = capacità di anticipare quello che il nostro partner di ruolo farà in
risposta alla nostra azione
 Levinson
 Si oppone alla concezione passiva del ruolo
 TEORIA DELLA SPUGNA = tre diversi modi per intendere il ruolo
1. Aspetto prescrittivo = quanto chi occupa una determinata posizione deve
mettere in atto
2. Aspetto giusto
3. Aspetto della realizzazione del ruolo nel comportamento
= un concetto unitario di ruolo è irrealistico e costrittivo
 Il ruolo include una dimensione psicologica e una sociale che non possono prescindere l'una dall'altra
 Concezione interazionista
 L'attenzione non può focalizzarsi solo sul comportamento perché allo stesso comportamento possono essere
attribuiti più significati
 Il concetto di ruolo non può prescindere da quello di atteggiamento
 Sono rilevanti anche le caratteristiche del soggetto
 Non è possibile individuare i ruoli a priori esclusivamente in relazione alle qualità o alle funzioni espletate
 Perché si possa parlare i ruolo è necessario far riferimento alle categorie cui le relazioni rimandano
 Ogni individuo in quanto inserito in una rete occupa numerosi status e gioca numerosi ruoli che non vengono
svolti uno indipendentemente dall'altro
 In alcune relazioni determinati ruoli hanno carattere preminente sugli altri
 Merton
 ROLE-SET = insieme di ruoli giocati da uno steso individuo
 Conflitto di ruolo = le aspettative relative ad una posizione di status entrano in conflitto con quelle di un'altra
posizione di status
 Non tutti i ruoli ricoperti da un individuo rivestono la stessa importanza
 I ruoli di un individuo portano a categorizzare gli altri e se stessi in modi rilevanti per definire la situazione e
comportarsi in un certo modo al suo interno

CAPITOLO 3 - Cappelli o serpenti, mulini a vento e brecce


domenica 13 gennaio 2019
09:43
3.1. MONDI STABILI E MERAVIGLIA: L'APPROCCIO DELLA FENOMENOLOGIA SOCIALE
 Einsein
 "il passaggio dalla libera associazione al pensiero è caratterizzato dalla funzione più o meno dominante che
assume in quest'ultimo concetto. Tutti i nostri pensieri hanno questa natura di libero giuoco con i concetti; e la
giustificazione di esso consiste nel maggiore o minore aiuto che esso può dare per raggiungere una visione
generale dell'esperienza dei sensi. Per me non c'è dubbio che il nostro pensiero proceda in massima parte senza far
uso di segni e assai spesso inconsapevolmente. Come può accadere altrimenti che noi ci meravigliamo di certe
esperienze in modo così spontaneo?"
 La meraviglia si manifesta quando un'esperienza entra in conflitto con un mondo di concetti già
sufficientemente stabile in noi
 Nell'Europa centrale del XIX e XX secoli si susseguono una serie di colpi di scena che minano le fondamenta della
scienza tradizionale
 Ciò che è messo in discussione è la capacità della scienza di produrre leggi universali ed assolute, essa deve fornire
interpretazioni guidate da un principio di congruenza tra l'osservatore e ciò che viene osservato
 Le interpretazioni sono necessariamente il frutto di un'intesa tra l'osservatore scientifico e la comunità scientifica
 Entra in crisi l'idea che esista una realtà esterna in cui si debba cogliere il funzionamento e le leggi che la regolano
 Il compito dello scienziato è quello di individuare uno dei tanti ordini possibili quanti sono i punti di vista degli
osservatori
 
3.2. CAPPELLO O SERPENTE?
 Come accade che di fronte al medesimo oggetto differenti soggetti vi attribuiscano differenti significati?
 Ciò che cambia da un soggetto all'altro è la relazione che le differenti persone instaurano con il medesimo oggetto
 Alfred Shutz
 Cerca di comprendere in che modo le persone assumono come reale il mondo che li circonda e attraverso quali
processi vi attribuiscono significato
 È attraverso l'interazione e la comunicazione che gli individui attribuiscono a determinati oggetti, esperienze,
relazioni lo statuto di realtà
 È tramite il comune accordo sul senso da attribuire alle nostre esperienze che queste vengono percepite come
reali = SENSO COMUNE
 È quindi necessario considerare la possibilità che il significato della realtà sia una questione anche soggettiva
3.3. "IL CHIODO A CUI E' APPESO TUTTO IL RESTO"
 William James
 Idea della centralità del soggetto che nella relazione con la realtà attribuisce ad essa un senso
 Il senso che attribuiamo alle nostre esperienze non è una caratteristica intrinseca dell'azione stessa ma è il
risultato di un processo soggettivo
 Schutz
 Per comprendere la natura del processo soggettivo utilizza concetti filosofici
1. Bergson - concepisce la coscienza come un fiume, un continuo fluttuare di esperienze senza nessuna
connessione
significativa tra loro
- durée = tempo della durata in cui non sono possibili distinzioni e specificazioni
- tempo spazializzato = permette di organizzare e separare le esperienze vissute > RIFLESSIONE e
CONCETTUALIZZAZIONE
o CONCETTO DI RIFLESSIVITA' = benché si possa cogliere il flusso stesso della durata si presuppone un rivolgimento di
sguardo contrario al flusso di durata
= il senso che attribuiamo alle nostre esperienze è sempre successivo al momento in
cui ne
facciamo esperienza
2. Husserl - spiegazione del modo in cui facciamo esperienza attraverso due meccanismi
A. RITENZIONE = conoscenza soggettiva percepisce l'azione che compie in termini di unità
(fluire presente)
B. RIPRODUZIONE = si ricrea il tempo vissuto, lo si interpreta e lo si trasforma
o AZIONE DOTATA DI SENSO
 Nasce perché si sviluppa sulla base di un progetto che la precede a cui il soggetto conferisce senso in
base alla sua esperienza precedentemente vissuta
 Si rivolge al futuro, ma rimane strettamente collegata al passato
 Agire secondo un progetto comprende la dimensione della consapevolezza e della volontarietà
 Esistono tre fasi nell'agire secondo un progetto
1. Anticipazione di ciò che sta per avvenire
2. Vissuto nel corso dell'azione
3. Senso attribuito all'azione compiuta
o Il senso dell'azione non è una caratteristica ad essa intrinseca
o Il senso non è una caratteristica intrinseca dell'azione che scegliamo di compiere o dell'esperienza, è il soggetto che
in base alle sue esperienze, alla relazione instaurata con quella situazione in quel determinato momento a
interpretarlo
o SISTEMA DI RILEVANZE = sistema di connessioni che stabilisce relazioni significative tra determinate esperienze
nell'ambito del flusso indistinto del vissuto
o È riuscito a spiegare come il soggetto conferisce senso alle sue esperienze mettendo in evidenza la stretta
connessione del senso con il vissuto interiore soggettivo >> il senso dell'azione deriva dal sistema di rilevanze
individuale di chi compie l'azione
o Formula l'analisi della costruzione soggettiva del senso a partire dalla teoria dell'AZIONE SOCIALE di Weber
= l'agire è un atteggiamento umano, per
agire sociale si deve però intendere un
agire riferito all'atteggiamento di altri
individui e orientato nel suo corso in base
a questo
o L'AZIONE SOCIALE implica che il senso di un'azione intenzionalmente soggettiva venga rivolto ad altri individui
 Weber
 Sulla base dell'intenzione con cui il soggetto compie l'azione distingue quattro tipi di agire
1. Intenzionale razionale rispetto allo scopo
2. Intenzionale razionale rispetto al valore
3. Affettivamente e emotivamente
4. Tradizionalmente rispetto alle abitudini
 Non fornisce spiegazioni
1. Sulle modalità attraverso cui il senso è costruito dal soggetto
2. Come il senso possa essere compreso dagli altri a cui è rivolta l'azione
 Ha spostato il focus d'attenzione sull'individuo e sul senso che egli attribuisce alle relazioni di cui fa esperienza
 Schutz formula un'ulteriore divisione = alcune azioni sono frutto di una semplice reazione a un'azione altrui >>
COMPORTAMENTO
 In base all'analisi sulle relazioni di Weber, tenta di ricostruire i processi attraverso cui attribuiamo senso alla
realtà circostante
 QUINDI il significato non è una caratteristica intrinseca dell'oggetto ma è frutto della relazione dell'oggetto con
quell'oggetto determinata anche dal tempo e dallo spazio in cui il soggetto si trova
 A partire da quest'idea le relazioni con gli altri sembrano impossibili
3.4. IO, TU, NOI
 Il senso di un'azione sarà sicuramente diverso per chi compie l'azione che per colui a cui questa azione è rivolta
 ATTEGGIAMENTO NATURALE INGENUO = assunzione profonda che il mondo c'è e che io lo vedo come lo vedono tutti
gli altri
 EPOCHE' = sospensione del dubbio che la realtà possa essere diversa da come la percepiamo. La sospensione è possibile
da
un insieme di conoscenze condivise che costruiamo nell'interazione con gli altri
 L'individuo è in grado di attribuire un senso soggettivo alle proprie azioni solo sottoponendole a uno sguardo riflessivo =
PRESA DI COSCIENZA
 Con l'atto riflessivo il soggetto si coglie in quanto tale
 Schutz
o Presupposti fondamentali attraverso cui possiamo cogliere il senso delle azioni altrui
1. TESI DELL'ESISTENZA DI ALTER = assunzione profonda che gli altri individui esistono e fanno
esperienza
della realtà di cui anche io faccio esperienza
2. TESI DELLA RECIPROCITA' DELLE PROSPETTIVE = dare per scontato che gli altri con cui condivido la
medesima realtà la percepiscano così come la
percepisco io
3. TESI DELLA CONGRUENZA DEI SISTEMI DI RILEVANZA = considerare irrilevanti le differenze tra ego e
alter e di assumere che i due ritengono
significativi i medesimi aspetti dell'interazione
In questo modo è possibile interagire con gli altri in un mondo comune
o È attraverso l'esperienza dell'altro che noi costruiamo il senso comune
o Le conoscenze hanno in FINE PRATICO e servono a costruire un'immagine del mondo e ad orientare l'agire
all'interno del mondo
o Immersi in questo senso condiviso è possibile fare esperienza solo di parti di questa realtà dando per scontata
l'esistenza di gran parte del mondo sociale sulla base d ciò con cui ci relazioniamo direttamente = utilizzo di GOLSSE
o Utilizzo di GLOSSE rappresenta il modo in cui una parte o un elemento della realtà viene considerata come
indicante una realtà più ampia di cui non facciamo direttamente esperienza
o Tre tipi di espressioni esterne che permettono ad alter di manifestare il senso del suo vissuto
A. MARCHI > espedienti mnemonici
B. SEGNI > connessioni significative
C. SIMBOLI > contatto tra elementi della realtà circostante con elementi che appartengono a realtà che
non è possibile cogliere
Attraverso questo = rapporto intersoggettivo che unisce ego e alter
o MONDO AMBIENTE (UMWELT) = implica la condivisione dello spazio e del tempo
= solo attraverso questo si può verificare la validità delle due tesi perché è solo qui
che ego fa esperienza con alter
= attraverso le relazioni con i diversi alter, ego ha la possibilità di accumulare una
serie di elaborazioni concettuali, di formare delle categorie a cui fare riferimento,
delle tipizzazioni che utilizzerà per relazionarsi a tutti coloro che appartengono al
medesimo contesto socioculturale
o Per comprendere il significato bisogna contestualizzarlo = ERMENEUTICA > tecnica dell'interpretazione
 Wilhelm Dilthey (1833-1911)
 Formula la distinzione tra
 SPIEGARE > proprio delle scienze della natura
 COMPRENDERE > proprio delle scienze dello spirito
 MONDO DELLA VITA QUOTIDIANA > concetto ripreso da Husserl
o Husserl
Lebenswert =ambito fondamentale entro il quale i soggetti attribuiscono significato ai fenomeni di cui fanno
esperienza
= ambito delle certezze famigliari ritenute incondizionatamente valide nella vita umana
 Mira a ridimensionare la pretesa della scienza >> la conoscenza scientifica è solo una delle possibili realizzazioni
dello spirito umano
 Il modo per raggiungere una conoscenza che trascenda le differenti elaborazioni teoriche prodotte fino a questo
momento sia quello di ritornare alla coscienza individuale e all'esperienza che questa fa dei fenomeni così come
questi appaiono
 Questa operazioni è possibile esercitando l'EPOCHE' FENOMENOLOGICA
= indica la sospensione del dubbio nell'esercito delle attività quotidiane
= messa tra parentesi di ogni conoscenza che permette di raggiungere i fenomeni così
come ci appaiono senza che noi li organizziamo in categorie o che costruiamo dei pregiudizi
 Ogni atto della nostra coscienza si esprime sempre in una relazione intenzionale con un fenomeno fisico o psichico
 Non esiste mai una coscienza vuota e non esiste un fenomeno senza la coscienza di questo
 La totalità delle relazioni sociali che costituiscono la società in cui viviamo non esiste indipendentemente da noi. La
vita sociale in cui siamo costantemente immersi non si pone come già data ma è frutto degli atti intenzionali delle
nostre coscienze
 La società si costituisce a partire dalla coscienza intenzionale del soggetto che fa esperienza dell'estranietà del
mondo e dell'altro
 La società risulta essere una delle possibili realizzazioni dell'intersoggettività fondata sulla messa in comune delle
intenzionalità individuali, vale a dire sulla possibilità che un insieme di individui intenzionalmente percepisca la
realtà esterna e comunichi con gli altri come un noi
3.5. PROVINCE (FINITE) DI SIGNIFICATO
 Husserl
 L'interpretazione scientifica è soggetta alle stesse limitazioni che caratterizzano il senso comune utilizzato dalle
persone della vita ordinaria
 Schutz >> SOCIOLOGIA FENOMENOLOGICA
 Possiamo assumere che ci sia identità di sensi tra agente e interlocutore per quanto riguarda i fini pratici della
vita quotidiana non per lo psicologo sociale
 Scopo dello psicologo = chiedersi come si costruisce il significato dell'azione
= opposto di ciò che si fa quando si è immersi nell'atteggiamento naturale ingenuo
= indaga su tutto quello che nelle nostre interazioni ordinarie diamo per scontato
= vuole comprendere il modo in cui la percezione della realtà viene strutturata socialmente
o FENOMENOLOGIA COSTITUTIVA DELL'ATTEGGIAMENTO NATURALE = presupposti che permettono ai soggetti di
definire il proprio rapporto con la realtà
o Lo psicologo deve dunque indagare sul funzionamento dell'intersoggettività della Lebenswlt dalla quale si origina
l'accumulazione della conoscenza che rende possibile lo sviluppo dei saperi esperti in particolare quello scientifico
o L'osservatore scientifico può fare ciò solo se non è coinvolto nella situazione osservata
o Lo scienziato sociale costruisce delle generalizzazioni su ciò che le persone comuni fanno nelle loro routine
o Idea è che alla base della concezione la scienza e il mondo quotidiano siano due sfere dell'esistenza distinte
o La realtà può essere interpretata in modi diversi a seconda del sistema di rilevanze adottato
o Nel pensiero quotidiano agiamo dando per scontato di comprendere le cose per quello che sono
o Crediamo reale tutto ciò che è percepito dai nostri sensi in modo non contradditorio e nel caso un avvenimento
mettesse in dubbio ciò che si è pensato fino a quel momento allora si è costretti a fare una scelta
o Possiamo affermare l'esistenza di realtà differenti a seconda di quella in cui scegliamo di credere
o Esistono REALTA' MULTIPLE
o TEORIA DELL PROVINCE DI SIGNIFICATO = vari modi in cui possiamo fare esperienza in ognuno dei quali
interpretiamo la
realtà in base a uno specifico SISTEMA DI RILEVANZE
o Le diverse realtà sono esperibili in tempi diversi: nel momento in cui facciamo esperienza di una provincia di
significato mettiamo tra parentesi le altre
o Il ogni provincia di significato interpretiamo la realtà in base al suo specifico sistema di rilevanze
o La provincia di significato della vita quotidiana è la più importante = in essa è riconfermato il senso comune che
tiene in piedi la società
o Solo quando facciamo esperienze che interrompono il nostri vissuto ordinario riusciamo a vedere ciò che fino a
quel momento davamo per scontato e a concepire la possibilità di ricorrere a interpretazioni, significati e pratiche
diverse da quelle considerate ovvie prima
o Le realtà multiple costituiscono
A. Province finite di significato
B. Convinzione che il senso comune non possa essere messo in dubbio da chi è immerso nel mondo della
vita quotidiana, ma solo di chi si pone al di fuori di esso
3.6. ETNOMETODOLOGIA (OVVERO: COME EVITIAMO DI COMPLICARCI LA VITA)
 Schutz
o Mondo della scienza e il mondo della vita quotidiana costituiscono due sfere separate, due province finite di
significato
o Per lo scienziato sociale è possibile astrarsi dal mondo della vita quotidiana e formulare le proprie osservazioni
senza ricorrere alle procedure che normalmente utilizziamo per attribuire un significato alla realtà
 Etnometodologia
o Mostra come le diverse province di significato non sono così finite
o TEORIA DELLA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA'
o Mostra come gli scienziati
A. Nel formulare le ricerche si confrontano con gli stessi limiti con cui hanno a che fare le persone
comuni
B. Nell'affrontare tali limiti e nell'aggirarli ricorrono a procedure e modalità analoghe
o Sfida la visione tradizionale che ritiene ingenue le pratiche quotidiane e razionali quelle scientifiche
o Le elaborazioni elaborate dagli studiosi non sono valide in assoluto in quanto sono prodotte contestualmente
attraverso pratiche sociali che mirano a renderle accettabili e plausibili dentro il mondo scientifico e accademico
o Al pari di quanto tutti noi facciamo nelle pratiche della vita quotidiana anche i membri di una comunità
scientifica sono costantemente impegnati a rendere un certo fenomeno visibile e comprensibile come un caso
particolare di un termine o concetto generale
o POLITICA DELL'INDIFFERENZA = essi non sono interessati al compito di sostituire le espressioni ordinarie del
senso comune con espressioni oggettive o scientifiche che abbiano la pretesa di validità universale
o Nella vita quotidiana agiamo in maniera pragmatica al fine di ridurre la complessità, ma anche gli scienziati non
possono sfuggire a questa esigenza
3.7. STRANI ESAMI E CANDID CAMERA
 Etnometodologia >> Garfinkel
 Cercando di attribuire ad un evento insolito dei significati normali si tenta di rendere ordinaria una realtà che
sembra sfuggire a tale ordinarietà. Stiamo cercando di ri-costruire un ordine sociale
 Le persone che si trovano di fronte a una situazione notevolmente insolita cercano di non scomporsi e di
comportarsi in modo normale
 Si occupa di osservare i metodi che le persone usano nella vita quotidiana per interpretare la realtà secondo il
senso comune e per agire in base ad esso in modo da mantenere l'impressione di vivere in un mondo ordinario e
dato per scontato
 Se la fenomenologia dice che interpretiamo il mondo secondo il senso comune, l'etnometodologia dice come
costruiamo tali interpretazioni attraverso le nostre azioni
 Quando succede qualcosa di anormale si escogitano interpretazioni che dimostrano un ordine sottostante per
poter continuare ad agire in modo sociale
 Consiste nel considerare come straordinarie delle pratiche che sono invece ordinarie e che come tali si
presentano
 Garfinkel utilizza molti concetti della sociologia fenomenologica di Schutz
 Assunto di base = costruzione soggettiva della realtà che attraverso l'interazione si configura in un
sistema di conoscenze condiviso a cui gli individui fanno continuamente riferimento nell'interpretare
le realtà circostante
 Per l'etnometodologia appartenere ad una cultura vuol dire mostrarsi in continuazioni l'un l'altro che si
condividono nella pratica forme di classificazioni e di organizzazione della conoscenza
 Condivide con Durkheim l'idea che questa regole morali di comportamento siano talmente scontate per i
membri di una comunità che è difficile rendersi conto della loro esistenza
 Le norme appartengono invariabilmente al contesto dell'azione concreta e non sono delle realtà a se stanti che
possono essere applicate universalmente
 Gli individui fanno riferimento ad un ordine sociale che viene di volta in volta creato e costituito dall'attività di
interpretazione messa in atto dagli individui stessi
 È nell'ambito dell'interazione che gli individui creano le norme e le regole a cui fare riferimento
3.8. BREACHING EXPERIMENTS
 Garfinkel
 Per gli scopi pratici delle interazioni quotidiane gli individui ripongono una fiducia incondizionata nel fatto che
ego e alter interpretino la realtà circostante attraverso le medesime procedure, che il senso dell'azione comunicato
da ego attraverso il suo agire venga inteso da alter correttamente
 Metodo = BREACHING EXPERIMETNS
 Ausili per un'immaginazione pigra
 Consistono nel creare delle situazioni che mettano in discussione il normale andamento
delle interazioni quotidiane e nell'osservare il tipo di reazioni che ciò suscita in chi è
coinvolto
 Rovesciamento del normale atteggiamento analitico nelle scienze sociali
 A partire dalla stabilità ricerca quali elementi possano incrinarla in modo da rilevare
come questa sia mantenuta nella normalità
1. Comportarsi con i propri famigliari come se fossero ospiti ben educati
2. Chiedere delucidazioni su tutto ciò che non risulta chiaro
 Queste provocazioni permettono di osservare il funzionamento delle procedure del
ragionamento di senso comune. Occorre analizzare le caratteristiche fondamentali di
tale ragionamento di senso comune: indicalità e riflessività
3.9. ACCOUNTABILITY, INDICALITA' E RIFLESSIVITA'
 Garfinkel
 Tesi fondamentale = in ogni gruppo sociale le attività attraverso cui i membri producono e gestiscono
situazioni di
relazioni quotidiane organizzate sono identiche ai procedimenti usati dai membri per
renderle
spiegabili
>> si riferisce ad una caratteristica intrinseca delle pratiche di spiegazione ossia alla loro
accountability (spiegazione, descrizione)
 Le procedure con cui noi spieghiamo le nostre azioni sono esse stesse delle azioni e in quanto tali sono osservabili e
riferibili cioè disponibili come pratiche situate consistenti nel guardare e raccontare
 L'etnometodologia si interessa dunque delle pratiche con cui le persone spiegano le proprie azioni perché
considera la descrizione delle attività sociali come parte integrante delle attività descritte in quel modo
 Parte di ciò che facciamo nelle nostre attività ordinarie consiste proprio nel rendere ordinarie tali attività ossia nel
renderle socialmente riconoscibili e accettabili
 Attraverso l'analisi degli accounts evidenzia alcune caratteristiche invarianti
1. INDICALITA'
 Carattere contestuale dell'azione e del significato
 Organizzazione locale e contestuale delle attività ordinarie e naturali che consiste nelle relazioni
endogene tra le azioni che vi fanno parte
 Caratteristica di contenere elementi che si riferiscono a qualcos'altro, ma che non hanno bisogno di
spiegazioni ulteriori tra gli interlocutori
 Il significato che attribuiamo alle nostre interazioni è strettamente legato al contesto e la sua
comprensione rimanda necessariamente ad esso
2. RIFLESSIVITA'
 Indica la caratteristica degli account di contenere elementi che si riferiscono a qualcos'altro di più
generale (espressioni di senso comune) la cui comprensione è data per scontata dagli interagenti
 Ripresa del concetto schutziano di glosse
 Siamo costantemente impegnati a riprodurre socialmente l'ordinarietà del mondo e dall'altro
nascondiamo a noi stessi il fatto che lo stiamo facendo
 Visione pessimistica di riflessività perché si riferisce a una scatola da cui non possiamo uscire perché
vediamo qualsiasi cosa attraverso le pre-concezioni
 La riflessività sottolinea una caratteristica delle azioni stesse ossia il fatto che esse vengano realizzate
in maniera da apparire riconoscibili e comprensibili perché riconducibili a una più ampia
organizzazione di attività
 ACCOUNT = invece di essere ciò che è sollecitato solo quando qualcosa va storto e sorgono problemi
di interpretazione o di comprensione, per l'etnometodologia l'accountability è una proprietà
continuamente esibita e pubblica degli affari mondani come attività ordinarie
3.10. LE PROCEDURE DEL RAGIONAMENTO DI SENSO COMUNE
 Etnometodologia
 Diverse procedure che utilizziamo per far funzionare il ragionamento di senso comune
1. ASSUNTO ET CETERA
 Riportare le cose in modo conciso
 L'ordinarietà si basa sulla reciproca cooperazione in modo che l'assunto possa funzionare
 Il bambino che attraversa la fase dei perché non permette il funzionamento dell'assunto
perché non c'è cooperazione
2. ATTENDERE CHIARIFICAZIONI
 Di fronte ad una stranezza cercheremo di attribuire un significato provvisorio in attesa di
ulteriori elementi che chiariscano ciò che resta oscuro
3. OFFRIRE SPIEGAZIONI
 Dobbiamo formulare scuse, spiegazioni o giustificazioni perché abbiamo disatteso alcune
delle aspettative che gli altri avevano nei nostri confronti
 Non sempre questi rituali di riparazione permettono al trasgressore di recuperare la faccia.
Le reazioni suscitate variano a seconda che le chiarificazioni vengano considerate come
giustificazioni accettabili come scuse o assunzioni di colpa
3.11. PENSIERI INTESTINI: LA TESTA E LA PANCIA
 L'etnometodologia permette una riflessione sul rapporto tra la dimensione cognitiva e quella emotiva dell'esperienza
 Lo stile di ragionamento pratico ha come obiettivo principale quello di non complicarci la vita considerando come
ordinaria e prevedibile la realtà
 Lo stile di ragionamento pratico non si basa su un razionalità profonda e complessa ma mira a semplificare le
interpretazioni della realtà
 Le teorie che spiegano l'interazione e la comunicazione enfatizzando la dimensione cognitiva risultano deboli e
necessitano di prendere in considerazione altre modalità del nostro esistere
 Quando si vedono infrante le routine sulle quali si basa il senso di normalità non si reagisce razionalmente, ma
emotivamente
 La dimensione rituale dell'interazione fa si che le persone avvertano una sorta di obbligo morale a seguire le ordinarie
procedure della costruzione sociale della realtà e quindi a non disturbare le routine con cui gli altri conferiscono un senso
di normalità agli eventi
 Il CONTAGIO EMOZIONALE dell'interazione è ciò che tiene insieme la società >le persone reagiscono alle azioni fisiche
delle persone che le circondano e al senso di tonalità emozionale che si accompagna a ogni situazione
 Un tentativo particolare di considerare la circolarità dei processi di interazione è costituito dalla teoria della costruzione
sociale della realtà che cerca di mostrare l'intreccio e l'influenza reciproca tra il livello della soggettività e delle micro-
interazioni da un lato e quello dei vincoli e delle strutture macro-sociali dall'altro
3.12. RENDERE REALE LA REALTA'
 Berger e Luckmann 1966
 Prospettiva teorica "la realtà come costruzione sociale"
 Approfondisce lo studio dei modi in cui l'ordine sociale è costruito intersoggettivamente
 Ponte tra la discriminazione micro delle interazioni tra i soggetti e la dimensione macro delle strutture e delle
istituzioni sociali
 Tentativo di coniugare l'attenzione di Weber per i significati soggettivi dell'azione umana con l'attitudine di
Durkheim a guardare i fatti sociali come fossero cose
 Presupposto = il mondo non è quello che appare e potrebbe essere diverso da quello che è
 La realtà quotidiana è un sistema costruito socialmente che le persone esperiscono al tempo stesso come
oggettivamente fattuale e soggettivamente significante
 Approccio che ha ricevuto molti apprezzamenti e molte critiche
1. Enfatizza il ruolo attivo e creativo dei soggetti
2. Teoria che non tiene conto del soggetto = sociologia oggettiva
3.13. ESTERIORIZZAZIONE, OGGETTIVAZIONE, INTERIORIZZAZIONE…
 Berger e Luckmann
 La costruzione sociale della realtà avviene attraverso tre processi in costante relazione dialettica tra loro
1. ESTERIORIZZAZIONE
 La realtà sociale è creata e ricreata tramite l'azione dei soggetti
 Le persone sono in grado di creare una nuova realtà sociale, riprodurla e mantenerla in vita
2. OGGETTIVAZIONE
 La realtà sociale data dall'azione umana assume una propria autonomia retroagendo sulle
persone e imponendo loro vincoli e richieste
3. INTERIORIZZAZIONE
 Facciamo nostra la realtà creata socialmente con l'esteriorizzazione e divenute parzialmente
autonome con l'oggettivazione
 Appendiamo e interiorizziamo gli elementi che compongono il mondo sociale in cui viviamo
attraverso la socializzazione
>primaria = riguarda ruoli, norme e aspettative di comportamento generali
>seconda = riguarda attitudini e competenze particolari relative a quell'ambito specifico
 Le azioni tendono a diventare routine cioè a cristallizzarsi secondo uno schema fisso così da permettere di non
dover ridefinire da zero ogni situazione e fornisce un fondo stabile in cui l'attività umana può procedere con un
minimo di decisioni che possono essere necessarie in alcune situazioni
 La routinizzazione delle azioni quotidiane riguarda innanzitutto l'esistenza individuale
 Il passaggio chiave nella costruzione sociale della realtà è costituito dal processo di istituzionalizzazione =
tipizzazione reciproca di azioni consuetudinarie da parte di gruppi di esecutori
 L'istituzione definisce sia la tipologia di azioni e di modalità di realizzazione delle stesse, sia la tipologia di attori che
le compiono fissando modelli prestabiliti
 Il processo di istituzionalizzazione ha a che fare con il trasferimento di una determinata realtà sociale alle
generazioni successive
 Nella prima parte della socializzazione manca al bambino la capacità che verrà acquisita successivamente di
distinguere tra l'oggettività dei fenomeni naturali e l'oggettività delle formazioni sociali
 
3.14. INNOVATORI O REPLICANTI? EREDITA' SOCIALI E COSTRUZIONE DELLA REALTA'
 Berger e Luckmann
 Tentativo di tenere insieme la dimensione soggettiva e quella oggettiva dell'ordine sociale
 "La società è un prodotto umano. La società è una realtà oggettiva. L'uomo è un prodotto sociale" >> tre
dinamiche simultanee e interrelate
 Poiché ogni persona subentra in un mondo in cui già altri vivono, il processo di socializzazione la costringe ad
adattare la propria soggettività all'ordine costituito che le è preesistenze e le è presentato come oggettivo
 Ci sono sempre elementi di realtà soggettiva che non derivano dalla socializzazione, come la consapevolezza
del proprio corpo che si acquista prima e indipendentemente da ogni percezione di esso socialmente appresa
 LEGITTIMAZIONE DELL'ORDINE SOCIALE (spiegazione dei perché)
 I processi attraverso i quali le istituzioni costruiscono e mantengono la loro legittimità di fronte a tutto
ciò che può mettere in dubbio l'ordine stabilito
 La legittimazione è un'oggettivazione di secondo grado che ha la funzione di rendere oggettivamente
accessibili e soggettivamente plausibili le oggettivazioni di primo grado che sono state istituzionalizzate
 La legittimità dei significati sociali viene riprodotta su diversi livelli: oggettivazione linguistica,
affermazione teoretica e universo simbolico
 Ogni minaccia teoretica all'universo simbolico costituisce anche una minaccia pratica all'ordine
istituzionale da esso legittimato
 I processi di riproduzione sociale si basano su relazioni di potere in quanto non dipendono da
meccanismi automatici bensì dall'azione di attori coalizzati e organizzati al fine di mantenere la definizione
ufficiale della realtà
 I soggetti sono considerati molto attivi ma l'attività umana è descritta come prevalentemente rivolta al
mantenimento e alla riproduzione dell'ordine sociale esistente piuttosto che alla sua trasformazione
 Il cambiamento sociale è possibile tanto quanto il mantenimento
 Il mantenimento dell'ordine risponde ad un'esigenza di semplificazione e riduzione della complessità, il
mantenimento del potere e l'alimentazione dello status quo
3.15. IN CHE SENSO?
 Le teorie sociologiche analizzate partono dall'assunzione che la realtà che ci circonda assume un senso a partire dalla
relazione che noi instauriamo con essa e con gli altri individui
 Gli individui contribuiscono attivamente alla costruzione del mondo in cui vivono
 Attraverso l'interazione con gli altri noi apprendiamo, creiamo e attribuiamo continuamente significato
 Sottolineano l'importanza del linguaggio
 Mezzo attraverso cui ego codifica e esprime il senso del suo agire verso e della relazione con alter
 Sistema di segni = è ciò che ci permette di rendere il nostro flusso di coscienza accessibile agli altri con cui
interagiamo e di condividere una comune appartenenza alla medesima realtà
 Medium tra mente e corpo
1. Langue = sistema di regole che organizza suoni e parole
2. Parole = espressione individuale che ogni volta scegliamo a seconda del contesto per esprimere un
nostro stato d'animo e per descrivere una particolare situazione

CAPITOLO 4 - La linea dell'arco e le pietre


lunedì 14 gennaio 2019
16:35
4.1. LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE IN UNA PROSPETTIVA OLISTICA
 Il contatto tra culture, mondi, dimensioni differenti sia innanzitutto un incontro tra differenti sistemi di produzione di
significato
 L'incontro tra mondi passa sempre attraverso un atto comunicativo tra o inter soggettivo, in altre parole un gesto che
mette in relazione
 Prospettiva olistica osserva la comunicazione come occasione per costruire l'arco, cioè per gestire le nostre differenze e
per metterle in relazione tra loro
 Prospettiva olistica è uno strumento particolarmente adatto per analizzare quanto avviene in termini di comunicazione
nei rituali dell'interazione faccia a faccia dal momento che ci permette di guardare all'insieme senza trascurare le parti
4.2. IL VULCANO E LA SUA LAVA: UNA METAFORA DELLA TEORIA GENERALE DEI SISTEMI
 Approccio olistico condivide alcuni aspetti con l'approccio sistemico = TEORIA GENERALE DEI SISTEMI ('50)
 Possiamo immaginare l'approccio sistemico attraverso la metafora di un vulcano in eruzione
 "Risultato del sincretismo di elementi eterogenei, di molteplici discipline e teorie, può apparire confusa; tuttavia essa ha
suscitato nel tempo contributi fecondi in ambiti tra loro molto differenti" - Morin
 Definizione di SISTEMA
 Un'unità, un insieme, una totalità di parti altresì di natura differente che, con una qualche sorta di
organizzazione, sono in interazione tra loro, ossia in relazione di interdipendenza reciproca = categoria, strumento
interattivo utile per comprendere gli aspetti relazionali e di interdipendenza dei processi sociali
 Approccio sistemico ha tre aspetti particolari
 Ha nei suoi fondamenti una tensione inter- o trans-disciplinare cha la rende al suo interno composita piuttosto
che uniforme
La comunicazione può essere vista non come il dominio di un'unica forma da sapere, ma come un territorio
dalle molteplici sfaccettature che per essere comprese richiedono il contributo di ambiti eterogenei
2. Rende centrale la riflessione sulla comunicazione e sulle relazioni in quanto componenti fondamentali e
costitutive del sistema stesso
Le differenti parti che compongono un sistema sono tenute unite da relazioni di reciproca inter-dipendenza
La relazione può essere vista come una dinamica di comunicazione tra soggetti
3. La prospettiva sistemica si sforza di cogliere la dimensione strutturale delle relazioni
Nel modo di concretizzare e concepire questi tre aspetti che si delineano differenti prospettive teoriche
A. SOGGETTIVITA'-ISTITUZIONALIZZAZIONE (PROSPETTIVA INTERSOGGETTIVA)
>Bateson, Morin e Crozier
>Irriducibilità della soggettività umana ai vincoli sociali approfondendo le riflessioni sulle relazioni tra
individui considerate centrali
nei processi di strutturazione dei rapporti sociali
>Riconosce la dinamica comunicativa come ambito di scambio e di interdipendenza fondante
l'organizzazione sociale
B. PROSPETTIVA ISTITUZIONALE
>Parsons, Luhmann e Habermas
>Analisi dell'assetto sociale e dei vincoli istituzionali come elementi dati in cui il soggetto risulta
interamente iscritto e può solo
operare una scelta tra opzioni stabilite a priori
>Rappresentazione di "sistemi senza soggetti" = la questione della soggettività viene meno e l'essere
umano annichilisce, si dissolve, disintegra, disperde nelle strutture -Morin
>Considera il sistema come sinonimo di istituzione dominante, di personalità collettiva dotata di
cogenza normativa rispetto alle relazioni tra i soggetti, struttura ben organizzata di vincoli
istituzionalizzati ordinanti i rapporti sociali
>Si sottolinea come spetto rilevante il potere coercitivo esercitato dall'ambito istituzionale
 Presa in analisi la PROSPETTIVA INTERSOGGETTIVA
 Cosa avviene negli incontri tra individui
 Comunicazione interpersonale è vista come un campo risultato di un processo di strutturazione compiuto dai
soggetti nel corso dell'interazione
 PROSPETTIVAOLISTICA
 Considerato
A. Ripiegamento dalla società > teoria eccessivamente orientata verso l'astratto
B. Tendenza opposta al riduzionismo caratterizzato dall'eccessiva semplificazione e specializzazione
frammentaria
Queste due visioni escludono la possibilità di una dinamica comunicativa dialogica che consideri la relazione come
intersoggettiva tra esseri umani e che quindi faccia i conti con la complessità delle dimensioni che entrano in gioco
nelle relazioni umane anche con l'incertezza degli esiti che in esse si sperimenta di fronte all'ignoto rappresentato
dall'altro
 Bateson
o Nel definire questa prospettiva parte proprio dalla complessità delle relazioni
o Olismo rappresenta una proprietà del modo di agire e del modo di osservare che afferra sia l'insieme delle
relazioni sia i modo della loro organizzazione, ossia che compie in che modo all'interno della totalità le
differenti parti sono collegate tra loro dalla comunicazione
o Olisomo coincide con l'approccio che considera che un tutto è più della somma delle parti che lo costituiscono
e che ciascun elemento ha qualità che non si manifestano pienamente nel tutto = IL TUTTO E' PIU' E MENO
DELLA SOMMA DELLE PARTI
 Simmel
o Presupposti della società = tre condizioni
1. Esistenza di un gruppo nel quale l'individuo partecipa
2. Unicità e contingenza dei soggetti > l'individuo non manifesta interamente le sue proprietà nel tutto
3. Il tessuto sociale nasce da processi nei quali gli aspetti strutturali conferiti dal tutto e l'unicità
dell'individuo si combinano insieme, ossia nelle relazioni che si creano tra le varie parti e il tutto
o Fa emergere come elementi strutturali e unicità dell'individuo si combinano in modi e forme differenti nella
relazione intersoggettiva
o Anche nell'affrontare i temi di spazio e tempo e forme, dimensioni ritenute soggettive da altre prospettive, non
disegna un rapporto tra soggetto e oggetto, ma tra soggetto e soggetto
 Parsons
o Il concetto di sistema rappresenta uno strumento analitico-interpretativo utilizzato per circoscrivere aspetti
della complessità
 Evita i due slittamenti possibili (verso l'alt e verso il basso) per fare propria la possibilità di una comunicazione tra
esseri umani che tenga presenti i collegamenti tra differenti dimensioni senza eluderli ed accogliendone la
complessità
 Rivela come la comunicazione sia sempre una comunicazione sia sempre una questione di contatto con l'altro
diverso da se anche quando viene rappresentata in qualità di rapporto tra differenti sistemi o dimensioni
 La creazione della dinamica comunicativa passa sempre attraverso la relazione tra soggetti
4.3. FLATLANDIA
 Racconto di Linelandia, Flatlandia e Spacelandia
 Bateson
o "La comunicazione umana non è un tessuto continuo: al contrario abbiamo definito un'ampia varietà di tipi di
discorso, ciascuno con proprietà che ne regolano l'uso, ciascuno in parte, ma non del tutto circoscritto, ciascuno
con la possibilità di un diverso tipo di corrispondenza. Perfino l'allucinazione può essere un discorso, se si sa che è
un'allucinazione"
o Guardare alla comunicazione interpersonale in una prospettiva olistica significa riflettere su come avviene la
trasmissione di messaggi su come si costruiscono corrispondenze, relazioni, ponti tra differenze
o Sostiene che l'intera COMUNICAZIONE verbale, preverbale e non-verbale è caratterizzata da metafore
o Comunicazione verbale contiene metafore che rivestite di parole hanno in più le caratteristiche tipiche del
linguaggio verbale
o Il linguaggio preverbale ha un'importanza fondante rispetto al linguaggio verbale il quale si radica nel primo
o Corpo, movimento, sensi partecipano tutti alle esperienze che fondano il linguaggio verbale con cui
comunichiamo
o Nel passaggio dal verbale al preverbale perdiamo la consapevolezza delle capacità insite nelle radici
metaforiche della nostra comunicazione ed esistenza " Nasciamo nella poesia, ma lo dimentichiamo e pensiamo di
poter essere solo prosa"
o Attraverso il linguaggio verbale acquisiamo alcune capacità e ne perdiamo altre proprie della comunicazione
corporea
 NON = caratteristica del linguaggio umano che non esiste nella comunicazione a livello fisico
= nella comunicazione tra organismi la negazione è spesso sostituita da un altro genere di
giustapposizione o da una manipolazione di livelli logici pe conseguire meta-messaggi
= i META-MESSAGGI sono messaggi che riguardano altri messaggi e quindi servono da cornici di
significato per comprendere cosa avvenga nella comunicazione al loro interno
= idea dell'impossibilità della negazione a livello non verbale è confluita in uno dei principi
cardine della
pragmatica della comunicazione = ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
>"NON SI PUO' NON COMUNICARE" = l'intero comportamento in una situazione di
interazione
costituisce un messaggio
= non possiamo dire che la comunicazione ha luogo
soltanto quando è intenzionale, conscia e
efficace
= la comunicazione si radica nel mondo del non
verbale
o " La conversazione si muove sempre tra intelletto e emozione e ha sempre a che fare con la relazione e la
comunicazione all'interno di ciascun sistema e fra un sistema e l'altro"
o Ciascuna comunicazione è un processo che mette in relazione tra loro differenti parti
4.4. IL FLUSSO CONTINUO DELLA COMUNICAZIONE: LA CIRCOLARITA' DELLE RELAZIONI
 Comunicazione può essere vista come un sistema costituito da un sistema di passi
 Può essere concepita in diversi modi
1. FEEDFORWARD
 Catena di eventi, un insieme di sequenze causali lineari che si susseguono alimentando un movimento
 Questo tipo di relazione di disegna come una relazione lineare
 Comunicazione interpersonale è vista come il passaggio del messaggio da un emittente ad un
ricevente-destinatario
 Qualsiasi fenomeno di comunicazione è percepito come il risultato di un rapporto causa-effetto
2. FEEDBACK
 Interazione introdotta dall'approccio sistemico
 Nel corso dell'interazione vi posso essere anche passi dette retro-azioni che alimentano un
movimento circolare in cui è possibile tornare indietro attraverso sequenze causali circolari
 Modello di relazione circolare caratterizzato dall'introduzione di una prospettiva riflessiva e dialogica
nell'interpretazione dei fenomeni
 I soggetti sono percepiti sia come emittenti che come riceventi nel medesimo istante, tutti sono parte
della situazione e contribuiscono a creare l'intero processo
 La comunicazione è un processo nel quale tutti i soggetti in interazione sono coinvolti in molteplici
forme
 La circolarità dell'azione comunicativa sposta quindi l'attenzione sul processo nel suo insieme, sul
contributo di ciascun soggetto
 Riconoscere che l'esito di una dinamica comunicativa è sempre incerto e non riguarda la scelta tra
soluzioni date presenti nell'ambiente, ma ciò che avviene tra soggetti
 Può succedere che una sequenza di passi comunicativi si ripeta sempre uguale a se stessa
 FEEDBACK OTTUSO
 Gli schemi ripetuti nelle relazioni sono molto diffusi e spesso sono il fondamento di liti
continue sugli stessi temi o con le stesse caratteristiche = circolarità di tipo meccanico
 FEEDBACK INTELLIGENTE
 La circolarità della relazione diventa un modo per correggere le posizioni assunte
inizialmente per attuare aggiustamenti successivi e produrre un cambiamento
 In questo caso la retro-azione veicola informazioni relative a quanto sta avvenendo in modo
da modificare le condizioni di partenza e contribuire al raggiungimento di uno scopo
 La circolarità introdotta dal feedback sposta l'attenzione sui processi, osserva e descrive le qualità non
riferendole strettamente all'individuo, ma attribuendoli agli scambi che avvengono nel corso della
comunicazione
3. RELAZIONE E SCAMBIO
 Riflessione olistica
 Bateson individua due tipologie di scambio
 Tale classificazione intende far emergere i diversi tipi di scambio presenti all'interno di una relazione
 SIMMETRICI
 Scambi nei quali, a partire da posizioni e comportamenti simili tra pari, si sviluppano
dinamiche di competizione e rivalità nelle quali l'accentuazione di un comportamento da parte
di un soggetto provoca un ulteriore rafforzamento dello stesso comportamento nell'altro
soggetto
 Potlatch
 COMPLEMENTARI
 Scambi nei quali le posizioni, i comportamenti dei due soggetti sono dissimili, ma si
integrano a vicenda
 Caratterizzate principalmente dalla gerarchia nelle posizioni assunte dai soggetti:
l'accentuazione del comportamento dell'uno provoca il rafforzamento del comportamento
corrispondente e di completamento dell'altro
 In questo tipo di comportamento può rafforzare espressioni di incapacità, sfiducia o
debolezza
 Alimentano un circolo vizioso che rafforza e imprigiona i soggetti nelle posizioni
iniziali assunte nel gioco
 Nella relazione carnefice-vittima
 Capri espiatori = soggetti o gruppi sui quali vengono proiettate le colpe, i
malesseri di un intero gruppo
 L'analisi delle relazioni complementari o simmetriche non si riferisce semplicemente ai ruoli assunti
dai soggetti, né a patologie individuali, ma piuttosto rivela modelli di relazione nei quali ciascun soggetto
partecipa mettendo in gioco e sviluppando alcune caratteristiche
 Nel termine feedback è iscritta la possibilità di un movimento che si rafforza e sostiene
 Circolo vizioso = il processo si rafforza attraverso un feedback positivo che fa avanzare l'interazione
comunicativa
nella direzione intrapresa
= retro-azione positiva se le azioni coinvolgono altri soggetti in giochi in cui conseguenze
inducono all'annientamento, alla distruzione dell'altro
 Cosa possiamo fare per salvarci?
>> introdurre elementi di una tipologia nell'altra introdurre un po' di complementarietà nella
simmetria e
un po' di simmetria nella complementarietà
>> il messaggio di feedback deve essere usato per cambiare la struttura dell'interazione e non per
alimentarla. Altrimenti si ha un feedback negativo
>> il feedback serve a rafforzare la possibilità di correggere l'intero sistema relazionale che assume
così un
carattere auto-correttivo; se qualcosa aumenta, qualcos'altro diminuisce
>> il sistema autocorrettivo è orientato alla ricerca di uno stato stazionario che si realizza attraverso
aggiustamenti successivi in modo da mantenere o raggiungere lo stato voluto in altre parole tende
a
ristabilire uno stato di equilibrio
>> la circolarità della comunicazione mostra come ogni soggetto coopera alla realizzazione di una
dinamica
e come sia necessario uscire dai modelli relazionali in cui siamo imprigionati e attuare
comportamenti
logicamente opposti alle nostre abitudini
>> il raggiungimento di un equilibrio passa attraverso la flessibilità che consente il cambiamento e non
attraverso la rigidità che rafforza le strutture date = richiama all'azione riflessiva di retro-azione di
tipo
correttivo dove si possono ridurre alcuni comportamenti per ampliarne altri
4.5. L'INFORMAZIONE TRA CONTENUTO E RALZIONE, OVVERO IL NASO ROSSO DEL PAGLIACCIO
 Per comprendere i significati dei messaggi nello scambio non è sufficiente conoscere i contenuti, ma è necessario
comprendere anche il contesto relazionale, vale a dire l'organizzazione dell'evento e definire i significati
 PRINCIPIO CONTRO-INTUITIVO
 Sviluppato dalla prospettiva olistica
 Idea che in una relazione è il contesto a definire il contenuto e molto dipende dal modo in cui la relazione si va
costruendo
 Contenuto e relazione rappresentano due differenti livelli comunicativi che mettono in evidenza come nella
comunicazione non trasmettiamo solo informazioni, ma costruiamo relazioni e in particolare affermiamo modelli di
comportamento
 Secondo assioma = "ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione in modo che il secondo
classifica il primo ed è quindi metacomunicazione"
 IDEA DI INFORMAZIONE
 Non è un dato in sé inequivocabile, ma come l'essere parte di un processo di interazione nel quale
l'informazione stessa prende forma attraverso una complessità di elementi tra loro inscindibili
 L'informazione non è un fatto, ma un processo di organizzazione degli eventi
 Emerge come rilevante non tanto il cosa, ma il come percepiamo
 Bateson "Sono proprio le regole delle trasformazioni che mi interessano: non il messaggio, ma il codice"
 L'informazione nel mondo preverbale non esiste di per sé, è attraverso un'azione di organizzazione, di
punteggiatura del fluire che emergono segni cui attribuiamo valore di informazione
 Tra le infinite possibilità del fluire dell'esistenza che ci circonda, solo pochissime diventano informazioni nel
senso che entrano a far parte dei processi di elaborazione nei quali si producono informazioni
 Terzo assioma = "La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i
comunicanti"
4.6. APERTURE E CHIUSURE: UNA QUESTIONE DI SENSIBILITA' ALLE DIFFERENZE
 Come siamo in grado di accogliere, praticare o immaginare altre punteggiature, altre organizzazioni possibili, differenti
da quelle convenzionali
 Delle infinite differenze esistenti solo alcune diventano informazioni mediante un processo di riconoscimento della
differenza come rilevante
 Bateson ritiene che l'informazione è la "notizia di una differenza"
 Riconoscere la differenza tra il problema diventa una questione di sensibilità, di percezione, ovvero nel modo
in cui si entra in relazione con la differenza
 SENSIBILITA' ALLA DIFFERNZA = capacità nel percepire le differenze come elementi rilevanti e significativi
= fenomeno della serendipity (Merton) >> esperienza che consiste nell'osservare
un dato imprevisto che fornisce occasione allo sviluppo di una nuova teoria
= la capacità di comprendere il dato è rilevante nel corso di un'esperienza di
osservazione e ricerca dell'osservatore
 L'informazione che noi ricaviamo dal mondo non esiste nel mondo già confezionata, ma è il risultato di un processo
dell'osservatore che dipende dal suo punto di vista, dalla sua punteggiatura e dalla sua capacità di cogliere le
differenze
 La percezione e la sensibilità alle differenze dipendono dal modo con cui organizziamo gli eventi. Incongruenze e
impicci possono rappresentare l'occasione per il cambiamento.
 La prospettiva olistica invita a considerare il mondo in cui viviamo come generato da un particolare punto di vista che
può essere adattato agli imprevisti solo in base alla capacità di cogliere o meno le differenze, ossia all'apertura o chiusura
verso il cambiamento
 Sistema aperto = elabora e produce informazioni
= coincide con il modello di relazione circolare in cui il soggetto, l'organismo o il sistema
coglie
le differenze, le elabora e interpreta in base ai meccanismi interni
 Sistema chiuso = non attiva scambi
Si riferiscono a caratteristiche del sistema relative alle dinamiche e ai processi di scambio con l'esterno
Strumenti interpretativi utili a circoscrivere aspetti della relazione o regioni, nello spazio e nel tempo, per osservare
come si realizza nel tempo
4.7. L'EQUILIBRIO INSTABILE: "VIVERE DI MORTE, MORIRE DI VITA"
 Lo scambio che si realizza nel gioco tra apertura e chiusura diventa centrale per comprendere cosa avviene nel corso di
una relazione
 Prospettiva olistica
 La chiusura nel senso dell'isolamento genera degenerazioni
 L'apparente equilibrio si degrada in situazioni di chiusura
 Stabilità e equilibrio, conservazione e riproduzione rappresentano dimensioni problematiche nell'esistenza
 Propone un modello della comunicazioni intersoggettiva intesa come un flusso di scambio caratterizzato dallo
scambio continuo
 PARADOSSO DELLO STATO STAZIONARIO = nell'incontro ciascuno scambia qualcosa con l'altro e dopo
l'incontro può succedere di non sentirsi uguali a prima
 TEROIA SUL DOPPIO VINCOLO (Bateson) = Una parte del sistema per mantenere le sue strutture deve chiudersi
al
mondo esterno e questa chiusura è possibile proprio perché il sistema si
sviluppa attraverso l'apertura
= è nell'apertura rappresentata dalla relazione che nascono idee e pensieri
individuali
= apertura e chiusura partecipano dello stesso processo e è la sensibilità
sviluppata nel fluire che permette di cogliere la differenza significativa
che
genera altra differenza
4.8. SASSI O PIANTE? ESSERI UMANI TRA DIPENDENZA E AUTONOMIA
 Approccio olistico
 Guarda all'unità dell'essere umano come all'insieme dei differenti aspetti connessi da processi di apertura e
chiusura nello scambio
 La nostra mente e il nostro corpo costituiscono un tutt'uno al cui interno le diverse parti si influenzano
reciprocamente
 Morin "la realtà è tanto nel legame quanto nella distinzione tra il sistema aperto e l'ambiente" = l'aspetto
biologico è specifico e distinto da quello emotivo ma allo stesso tempo si considera come i processi biologici e
emotivi si influenzano reciprocamene in condizioni di dipendenza
 È l'organizzazione dei processi di apertura e chiusura che caratterizza le relazioni e non i singoli soggetti
 Ciascun sistema organizza la propria chiusura e apertura, ovvero stabilisce livelli di condivisione e scambio
oppure di esclusione
 Sono rilevanti i processi di auto-organizzazione, auto-regolazione, auto-costituzione del sistema
 La scelta degli elementi cui attribuire significato dipende dalla capacità di percepire alcuni aspetti piuttosto che
altri
 AUTOPOIESI = termine utilizzato per sintetizzare la capacità del sistema di essere autonomo e autoreferente, di
autodeterminare l'organizzazione e di creare le proprie conoscenze rispetto all'ambiente
 È l'organizzazione interna a determinare l'elemento di apertura ovvero ad attribuire il significato agli stimoli
esterni tramite la percezione delle differenze nell'ambiente
4.9. L'INTERFACCIA: COMUNICARE COME CONTATTO E MONDI SCHIZOFRENICI
 Beatson
o INTERFACCIA = superficie che costituisce il luogo di incontro di due regioni e che sostituisce la nozione di
confine in un contesto tridimensionale
o Incontro come spazio della relazione >> prospettiva analoga a Simmel
o Le due regioni che si incontrano non sono visti come entità ben definite e limitate ma considerati come
insieme o entità dai confini sfumati
o Nella comunicazione faccia a faccia bisogna mettere al centro lo spazio dell'incontro come un terreno aperto
o Nell'interfaccia avviene l'incontro, lo scambio, la messa in comunicazione di differenti regioni
o TEORIA DEL DOPPIO VINCOLO
 All'interno di una relazione emotivamente significativa ci si può trovare in situazioni che sembrano
essere senza via d'uscita nelle quali si è costretti a scegliere tra due situazioni reciprocamente invalidanti e in
cui le dinamiche comunicative sono caratterizzate da messaggi contradditori tra differenti livelli comunicativi
o all'interno dello stesso linguaggio
 Due maglioni rosso e blu
 Giovane riceve visita dalla madre che si irrigidisce nell'abbracciarlo
 Particolare scambio comunicativo che è possibile riscontrare in qualsiasi relazione purché ci siano
queste condizioni
 Rapporto significativo
 Alta dipendenza
 Chiusura verso l'esterno della relazione
 Impossibilità di smentire il rapporto chiaramente
 Impossibilità di abbandonare il campo della comunicazione che equivarrebbe a interrompere
la relazione
 La comunicazione si rivela centrale nell'influenzare la fiducia in sé
 Mostra in modo evidente come la comunicazione sia un'arte nella quale si costruiscono e si
scambiano messaggi
 Come si può uscire da una relazione di doppio vincolo?
 Capacità di metacomunicare, ossia di comunicare sulle relazioni tramite messaggi relativi ad
altri messaggi
 Bisogna passare ad un livello comunicativo più alto
4.10. NON DI SOLA MENTE, MA ANCHE DI CUORE E DI PANCIA, OVVERO LA POSSIBILITA' DEL CAMBIAMENTO E LE EMOZIONI
 In una relazione di doppio vincolo l'importante legame emotivo impedisce il passaggio al livello metacomunicativo
 Quanto più la relazione è significativa tanto più il soggetto perde o non matura la capacità di comprendere e analizzare
il contesto relazionale e i differenti livelli dei messaggi
 L'attenzione deve essere posta sulle emozioni come parte integrante di qualsiasi comunicazione
 Le emozioni si rilevano centrali per comprendere i processi che inibiscono o facilitano le possibilità di apprendimento e
di comprensione dei soggetti, sia a livello affettivo che cognitivo
 Spesso arriviamo alla soluzione attraverso percorsi imprevedibili influenzati da una molteplicità di elementi emotivi e
cognitivi, razionali e irrazionali
 I fallimenti nel tentativo di trovare una soluzione sono dovuti ai modi adottati per risolverlo
 Diversi tipi di cambiamento (Bateson)
1. Cambiamento 1 = modifichiamo tutte le variabili possibili nella situazione senza uscire dal punto di vista iniziale
2. Cambiamento 2 = radicale
 Come apprendiamo le strutture e acquisiamo la paura di sbagliare e il senso di impotenza allo stesso modo impariamo
ad assumere altri punti di vista, a fare assurdità e a sperimentare senza l'ansia di sbagliare
 Pratiche comunicative e relazionali in cui si possono apprendere altre modalità = buddismo Zen
 Le EMOZIONI sono gli strumenti conoscitivi fondamentali se si conosce il loro linguaggio
 La chiave della riuscita personale è la capacità di controllare le proprie emozioni per andare d'accordo con gli altri,
sviluppare le capacità di empatia e costruire un'immagine di sé adeguata alla situazione
 La consapevolezza emotiva propone di ascoltare le emozioni e di farne uno strumento di relazione
 Emozioni ci permettono di raggiungere il livello meta-emotivo >> guardare alle nostre emozioni considerando che
siamo delle meta-sensazioni e dei meta-pensieri
 EXOTOPIA = riconoscere l'alterità dell'altro all'interno della relazione, riconoscendo a qualcuno di essere parte di
un'interazione ossia di stare dentro un'azione che mette in comunicazione differenti parti
4.11. LE PERLE INCAPSULATE
 Approccio olistico
o Sollecita uno sguardo che tenga conto della relazione considerata nel suo insieme come unità degli aspetti
verbali e non, emotivi e cognitivi, interni e esterni e in cui tutti i soggetti contribuiscono alla realizzazione di un
certo tipo di scambio
o Le forme che individualmente e collettivamente creiamo (empatia, exotopia) interessano problemi quali la
costruzione di confini, ponti, canali per la trasmissione di messaggi
o Al centro della riflessione c'è la questione di come entriamo in contatto e conosciamo l'altro
o Lo stesso processo lo attribuiamo nel corso di un conflitto > tendenza a cogliere gli elementi che confermano la
nostra idea, la nostra organizzazione dei fatti e a ignorare e rifiutare gli aspetti che la contraddicono
o I sistemi sono spesso auto-correttivi in quanto tendiamo a controllare e correggere gli aspetti che ci creano
disordine o rappresentano irregolarità
o Quando qualcosa è fastidioso e crea disagio si preferisce negarlo e censurarlo nonostante sia evidente
o Le modalità con cui si selezionano le informazioni fastidiose
 Processi di valutazione e giudizio
 Stereotipi e pregiudizi = disabilitano alle differenze, alla riflessione, alla possibilità che le cose non
siano come appaiono
o È fondamentale sviluppare la consapevolezza degli infiniti modi nei quali l'adattamento può avvenire e di come
sia possibile sperimentare strade differenti per trovare la soluzione
o Invita a lavorare per sviluppare la capacità di cogliere la complessità degli elementi in gioco in una situazione e
di generare immagini che permettano di uscire dai blocchi comunicativi disegnando anche le altre possibilità
inattese
o Invita ad assumere l'incertezza continua dell'esistenza e la complessità come caratteristiche imprescindibili
dello stare al mondo
o È l'apertura a livello meta che consente la comprensione di quanto non si può percepire restando chiusi nei
propri sistemi di significato
o Presuppone la possibilità di un'epistemologia aperta in ogni sistema cognitivo per cui una limitazione può
trasformarsi in un'occasione di ampliamento della conoscenza
o Invita a sviluppare una saggezza sistemica ricordandoci che nel gioco tra il tutto e le parti caratterizzato dallo
scambio continuo e circolare di reciproche influenze facciamo continuamente i conti con l'incertezza dell'esistenza
e non abbiamo mai il controllo o il potere totale sul sistema di cui siamo parte

CAPITOLO 5 - Le forme dei cristalli


martedì 15 gennaio 2019
18:57
5.1. COM'E' POSSIBILE LA SOCIETA'? ANALISI DEI MICRO-RITUALI
 La società a volte sembra un'entità astratta ma, se la si guarda da vicino, si vede che essa è il risultato di una serie di
interazioni tra individui
 Rituale in una dimensione micro riguarda ciò che si può potenzialmente vedere, toccare, sentire direttamente con il
proprio corpo
 Goffman
o "I rituali collettivi producono la divinità"
o Nota come l'oggetto di culto sia l'individuo
o Ogni interazione nella vita contemporanea è un rituale che va ad affermare la sacralità dell'individuo
o Ogni interazione è volta a confermare una certa impressione di sé che si vuole dare agli altri
o Ciascuno mette in atto una serie di comportamenti che tendono a mantenere la faccia
o Le situazioni di interazioni micro-rituali hanno delle regole per selezionare le azioni che i soggetti possono o
meno mettere in atto in base alle situazioni stesse
o Sono i rituali piccoli e apparentemente insignificanti della vita quotidiana a dare sacralità alle interazioni
o La forma assunta dalla società ricorda un agglomerato di cristalli di sostanza insolubile.
I differenti cristalli si presentano con una forma precisa e regolare compost da diverse facciate altrettanto precise
L'incontro tra le facciate di ciascun cristallo consente di formare l'agglomerato chiamato società
Se ogni cristallo non presenta la faccia adeguata a un altro non può dare una forma regolare all'agglomerato e tutto
si sfalda, lo stesso avviene in società
o Afferma che gli incontri sono possibili attraverso forme di interazione molto precise e costanti = RITUALI DI
INTERAZIONE
 Simmel
 Immagina si dei cristalli che hanno delle facce che però non sono rigidamente fissate, variano nell'incontro con
le altre facce
 L'ordine sociale sembra essere il risultato di movimenti spesso antagonisti
 Ogni gruppo sociale deve sviluppare norme culturali e ordinamenti che consentano sia di scatenare che di
controllare l'antagonismo
 Alcune dinamiche assunte dalle interazioni sociali si mantengono, si ripetono dando origine a forme sociali
 Elias
 Alla base delle sue osservazioni ci sono i comportamenti delle interazioni micro che si riverberano nel macro
 Lettura delle interazioni derivante dalle teorie psicanalitiche di Freud e Weber
 I comportamenti degli individui sono basati per la maggior parte sulla repressione e sul dominio delle pulsioni,
dei sentimenti e delle passioni
 Pulsioni sono trasformate in pratiche quotidiane concrete attraverso la civilizzazione per poter comunque
sfogare l'aggressività
 Collins
 INTERACTION RITUAL CHAINS = l'associazione tra gli uomini si riallaccia continuamente, come un eterno fluire
che
incatena gli individui
5.2. POSSIBILITA' DELLA FORMA
 Goffman
o Descrive la società come se la realtà sociale fosse un teatro
o Ognuno interpreta una parte e fa di tutto per costruire e mantenere la faccia che vuole presentare agli altri
o Si cerca di curare le apparenze e di mostrare un certo comportamento in una situazione in funzione dell'altro e
del ruolo che si sostiene in una certa ambientazione
o Ciascuno, mentre è visto è come se fosse sulla ribalta e cerca in tutti i modi di mantenere una definizione della
situazione congruente con il ruolo che interpreta in quel momento
o Il comportamento di ogni individuo in relazione con gli altri è tutto volto al controllo delle impressioni
" Non avremo mai un'altra occasione di fare una buona prima impressione"
o Definisce ribalta lo spazio di rappresentazione dove ci sono delle regole di cortesia che un attore assume per
mantenere la propria facciata di maniera
o Nel momento in cui subentra un elemento di rottura che mette in discussione l'apparenza facendo venir meno il
decoro si crea IMBARAZZO
o Sono molto rilevanti in una relazione
1. La messa in scena
2. Attenzione agli spazi per la definizione dei ruoli sociali e relazionali
 Elias
 Ha studiato l'attenzione per la scena e la costruzione degli spazi per la definizione dei ruoli sociali
 Ha studiato la società di corte
 Tutto ciò che non è agito sulla scena e nascosto al pubblico fa parte del retroscena
 Vi sono territori che funzionano a volte come ribalta, altre come retroscena
 Nelle varie situazione si cerca di mantenere degli standard per preservare l'ordine e la definizione della
situazione
 In tutti questi casi ci sono regole che devono essere acquisite per permettere la costruzione della
rappresentazione che contribuisce al mantenimento dell'ordine sociale
Elias Addestramento rende possibile la relazione sociale in un determinato contesto che si evolve

Goffman Addestramento serve anche per costruire una definizione dell'ordine di interazione
 Goffman
o Per mantenere la definizione della situazione sono necessarie
1. Segregazione del pubblico > quanto si interpreta un ruolo non deve esserci nessuno che appartiene a
un pubblico
che ci ha visti interpretare un altro ruolo
> un individuo che da vita a un'impressione contradditoria in una determinata
situazione può causare una messa in discussione anche in altri ambiti della sua
attività in cui non avrebbe nulla da nascondere
2. Controllo dei gesti e delle parole > alcuni gesti involontari possono mettere in discussione la
rappresentazione che
si sta portando avanti
o Nelle situazioni è richiesta coerenza di ruolo a sottolineare la sacralità delle circostanze in cui la comunicazione ha
luogo
o Spesso per costruire e mantenere una facciata è necessaria la cooperazione di alcuni partecipanti alla situazione =
ÈQUIPE DI RAPPRESENTAZIONE > qualsiasi complesso di individui che collaborano nell'inscenare una singola
routine
> tutti i membri dell'équipe devono essere al corrente della propria posizione
all'interno
della rappresentazione
 
5.3. A QUALE DISTANZA
 Goffman
o Nelle interazioni ci sono distanze da rispettare secondo le norme di deferenza e contegno e anche secondo
dinamiche sceniche vere e proprie
o Elementi chiave della gestione della scena
1. Segregazione del pubblico
 Automatica perché a ciascuno si fornisce un'immagine di sé volta a confermare un ruolo
acquisito in quel gruppo sociale
 Simmel = differenziazione individuale > come ciascuno mostri delle parti
di sé a seconda della cerchia sociale a cui sta partecipando
2. Mantenimenti di differenti routine davanti a spettatori diversi
3. Separazione degli spettatori di una diversa routine
 Simmel
 DIFFERENZIAZIONE INDIVIDUALE > ciascuno mostra delle parti di sé a seconda della cerchia sociale a
cui sta partecipando
> cerchie concentriche e cerchie parallele e interazione tra cerchie
Simmel 1. Riconosce una singolarità del soggetto
2. Segreto è un elemento per mantenere in vita le relazioni
3. Il tenersi a distanza partecipa della visione dinamica delle interazioni
nella loro trasformazione nel tempo

Goffman 1. Non parla mai di un self primario, ma di ruoli sociali


2. Segreto è un elemento necessario per mantenere la definizione della
situazione. Ce ne sono di diversi tipi
a. Oscuri =nascondono elementi non compatibili con il sé
b. Strategici = servono a evitare reazioni non compatibili
c. Interni = creano complicità di gruppo, rafforzano i legami tra i
vari
membri che condividono qualcosa
1. Nel tenersi a distanza si rispetta la sfera personale del destinatario
 La parte non conosciuta dell'altro può essere uno dei motori dell'interazione
 Avviene nelle SITUAZIONI FOCALIZZATE = situazioni in cui gli individui sono in una interazione con un
comune focus di attenzione
 SITUAZIONI NON FOCALIZZATE= diattenzione civile (Goffman)
5.4. ARRUOLATI?
 Goffman
o I soggetti sono arruolati in una missione in cui non si può sbagliare perché se si infrangono le regole si perde la
faccia e la situazione crolla
o Un'eventuale contraddizione tra apparenza e realtà pone l'attore in una condizione precaria in cui può subire
umiliazioni o perdita di reputazione
o ÈQUIPE DI RAPPRESENTAZIONE
= insieme di attori che collaborano per il mantenimento di una certa
definizione della situazione
= raggruppamento di persone che può crearsi non solo indipendentemente da una struttura o
da un'organizzazione, ma anche in relazione ad una interazione specifica in un momento
particolare che necessita della collaborazione di alcuni partecipanti perché venga salvata o
mantenuta la facciata di uno o più attori
= squadra che lavora per dare una certa immagine del sé o del proprio gruppo
= tiene conto dei movimenti delle energie emozionali che entrano in gioco in tale interazione
= si creano anche per rafforzare le rappresentazioni esistenti o in risposta ad esse
= ogni membro deve conoscere la sua posizione nell'équipe e mantenerla altrimenti rischia di
non riuscire a sostenere il proprio personaggio
o RUOLO INCONGRUENTE = ruoli che vengono interpretati da altre persone in una situazione in cui
sono incongruenti con altri ruoli che la persona svolge per altre équipe
o RUOLI DI NON PERSONE= ruoli assunti per una corretta definizione della situazione ma è come se non
ci fossero e non incidono sulla situazione, ma sostengono soltanto il
protagonista
o BRICK = incidente in cui uno dei presenti peggiora una situazione rilevando una incongruenza in cui è
in corso un membro di un'altra équipe
= se una rappresentazione è rotta è possibile lo scatenarsi di una scenata nella quale tutte le
facce sono messe in discussione
o La realtà sociale è costituita da persone così come la casa da mattoni, ciò che tiene insieme tali mattoni è il
calcestruzzo, così come l'energia prodotta dai rituali tiene insieme la società
 Collins
 Ogni conversazione riuscita è un rituale che crea una realtà comune temporanea in cui i parlanti vengono
assorbiti e che esprime la loro relazione personale
 La società prende forma nel mutamento e ha il suo fondamento nelle interazioni
 I ruoli che ciascuno assume risultano essere forme temporanee determinate dall'incontro con l'altro, dalle
sensazioni e dalle emozioni che si provano, dalle dinamiche delle conversazioni
5.5. INTERAZIONE QUOTIDIANA COME RITUALE FACCIA A FACCIA
 Goffman
o RITUALE= via in cui l'individuo deve custodire, difendere e disegnare le implicazioni simboliche del
suo atto, mentre nell'immediato presente di un oggetto questo ha un valore speciale per lui
o Ognuno vive continuamente tra incontri sociali nei quali ciascuno è interessato alla faccia, che costituisce
l'immagine di sé che gli altri condividono
o La faccia è qualcosa che è diffuso nel flusso degli eventi che hanno luogo durante l'incontro e che diviene manifesto
soltanto quando di questi eventi vengono interpretate le valutazioni che in essi sono espresse
o Ciascuno nell'interagire agisce per difendere la propria faccia attraverso i giochi di faccia che servono a evitare
incidenti che possono minacciare la faccia per le loro conseguenze simboliche
o Elemento principe della perdita della faccia è l'imbarazzo
o Ogni attività sociale ha un contenuto simbolico che la comunicazione veicola utile a mantenere l'ordine sociale
o Nella società ci sono regole di diverso tipo
1. DI SOSTANZA
 Non riguardano l'immagine di un individuo, ma la proprietà
2. CERIMONIALI
 Costituiscono gli strumenti che fungono da mezzi convenzionali di comunicazione con i quali
l'individuo esprime il proprio carattere o il proprio giudizio sugli altri partecipanti alla situazione
 Cerimoniale = atti messi in scena in ogni interazione quotidiana e che sostengono una facciata
o Diverse routine con uguale faccia tendono a istituzionalizzarsi conferendo alle situazioni significati e stabilità, la
facciata partecipa ad una rappresentazione collettiva
o Un attore che assume un ruolo si rifà alla facciata già assegnata a quel ruolo
o Due comportamenti di base nelle cerimonie
1. DEFERENZA = modo in cui una persona si esprime conformemente alle regole, apparato
simbolico che mette in atto per celebrale e confermare la sua relazione nei
confronti dell'altro, apprezzamento che una persona mostra per l'altro che non
deve mai spingersi oltre i limiti della convenienza
= può essere
 Simmetrica = l'interazione avviene tra soggetti che sono sullo stesso piano
 Asimmetrica = soggetti coinvolti sono su piani diversi
= comportamento rituale che una persona esprime verso gli altri
2. CONTEGNO = elemento del comportamento cerimoniale che l'individuo manifesta con il modo
di muoversi, vestirsi, atteggiarsi
= self che una persona manifesta
= prevede un accurato controllo delle emozioni
o Le interazioni hanno forme piuttosto rigide che a seconda di come si plasmano danno vita a situazioni dalla forma
altrettanto rigida favorendo la definizione dei ruoli
o Preoccupazione per il mantenimento della faccia per cui la spontaneità non è mei possibile
 Simmel
 SOCEVOLEZZA = gioco in cui si lasciano fuori tutti gli elementi più personali
= mette le individualità in contatto con ciò che hanno di più umano
 Elias
 Qualcosa di simile alla socievolezza si presenta quando si fa uno di alcol
 Allentamento del controllo richiesto quotidianamente dal vivere in società
 Con il processo di civilizzazione di tende a disciplinare sempre di più anche gli ambiti di loisir per cui la
forte eccitazione individuale è sempre più dissuasa o regolamentata perché se condivisa porta a livelli
di perdita di autocontrollo sempre meno tollerato socialmente.
Goffman invece non vede nessun tipo di porosità nelle cornici = un frame non può cambiare
5.6. IL SACRO
 Goffman
o Necessità di una forte separazione tra sacro e profano
o La costituzione e la sopravvivenza degli oggetti sacri dipende da nette cristallizzazioni di forme che si
incontrano generando una nuova forma che deve essere regolare secondo i canoni imposti da norme pre-
situazionali
 Simmel
o Per lui il sacro deriva da una combinazione tra l'anima religiosa e le condizioni storico-sociali in cui essa si
manifesta
o La religiosità si esprime nel legame sociale ancor prima che venga individuato e definito l'oggetto sacro
o Nell'incontro con l'altro e nell'instaurarsi del legame sociale c'è un elemento religioso che lo determina e
caratterizza
 Bateson
o Non prevede la separazione tra sacro e profano
o Dualismo e unità di si sostengono reciprocamente, quanto più molteplici sono i gruppi di interessi che vogliono
incontrarsi e trovare un accomodamento in noi, tanto più decisamente l'io diventa consapevole della sua unità
o Il sacro rende comprensibile cosa sia il motore da cui nasce il rituale
 
5.7. IL SE'…COS'E'? DOV'E'? COM'E'?... MA C'E'?
 Simmel
 La società è un prodotto simbolico dell'interazione tra individui che diventa oggettivo e a sua volta guida l'agire
 La società risulta essere un contenuto obiettivo che si trova all'interno di individui che percepiscono in modo
soggettivo
 Sottolinea che per quanto noi conosciamo il tu non potremo mai sapere quale sia fino in fondo il vissuto
dell'altro
 Non essendo possibile la conoscenza empirica del tu si usano strumenti come l'astrazione e la generalizzazione
 Nell'interazione entra in gioco una duplice sfida per l'individuo
1. Codificare i diversi flussi di esperienza assegnati agli stereotipi es essere sé al di là delle immagini che
gli vengono addossate
 Goffman
 L'analisi dell'interazione non concerne lo studio degli uomini o dei loro momenti ma dei momenti e dei loro
uomini
 La società si forma dal rapporto io-tu è interessante notare come l'io rappresenta il tu
 Il sé non va mai al di la delle immagini che gli vengono assegnate
 Colloca il sé nella prospettiva del rituale dell'interazione in cui esso è un mito in cui si crede perché la società
moderna venera il self individuale come il suo più importante oggetto sacro
 Self = formula mutevole per gestirci
o Simmel e Elias
 Riconoscono la presenza di un self primario
 Esiste un'individualità che spinge a scegliere le cerchie che si frequentano e non viceversa
 Collins
 Struttura sociale può essere ritenuta consistente di vari self in forma di ruoli
 I ruoli sono caratterizzati dal reciproco coordinamento, da tensioni e conflitti
 Non si avrebbe un self se non ci fosse una società
 Interazionismo simbolico
 Mead = ruoli come forme che consentono un'armonia nel vivere sociale
 Goffman = dinamiche conflittuali dell'interazione
1. Pre-situazionali = conflitti non vissuti nella situazione presente, ma che esistono
nella società
 Collins = alta densità rituale >> identificazione profonda con il ruolo pubblico
 Goffman = ciascuno sembra avere un repertorio sia per la ribalta che per i momenti di intimità
= centrale è la questione del controllo dell'accesso al retroscena
5.8. ENERGIA I CIRCOLO
 Goffman
o Ordine d'interazione = forma pre-esistente all'interazione perché nel momento in cui avviene l'interazione
ognuno sa già la parte, il ruolo che dovrebbe assumere
o Due prospettive che definiscono l'ordine sociale
1. TECNOCO SISTEMICA > norme vote a reprimere l'interruzione, i turni di parola per stimolare le
risposte
> gesti non verbali che siano significato alle pause
> si da un feedback al parlante testimoniando l'efficacia della
comunicazione
2. RITUALE MORALE > concezione sacralizzata dell'individuo
> sono i gesti rituali quotidiani che vengono messi in gioco in ogni interazione
 Elias
 Sottolinea la centralità dell'interazione per la comprensione dell'agire sociale e la centralità delle dinamiche
comunicative
 A guidare l'azione sociale è un movimento, i processi che nascono dalle azioni reciproche
 È l'autocontrollo delle pulsioni sul proprio comportamento a consentire l'ordine sociale
 Collins
 Si occupa di rituali di interazione = processo di scambio tra self messi in scena ritualmente
= pone l'accento sugli scambi energetici che hanno luogo durante il
rituale
= non è un rituale isolato, ma una catena di interazioni rituali
= il rituale può essere un momento di creazione di oggetti sacri
 Pone l'enfasi sulla situazione come processo con cui un fuoco di emozioni condiviso e intersoggettivo spinge
fortemente gli individui e nutre la loro consapevolezza
 Modello di interazione rituale
1. Condizione di compresenza situazionale
2. Compresenza fisica diventa interazione focalizzata
3. Pressione per sostenere la solidarietà sociale
4. Danno onore a ciò che socialmente ha valore = oggetti sacri
 Quando le proprietà rituale vengono rotte le persone che sono presenti sentono un disagio morale
 Tre stadi del rituale
1. INGREDIENTI = corpi umani si uniscono insieme nello stesso luogo
= si condividono emozioni azioni e awerness (consapevolezza)
2. EFFERVESCENZA COLLETTIVA = stato momentaneo
= porta a effetti prolungati quanto viene incorporata in
sentimenti di solidarietà di gruppo
3. RISULTATO = caricare gli oggetti simbolici di significato
 Partecipare a un rituale da all'individuo ENERGIA EMOZIONALE
 Negli effetti rituali c'è MORALITA' = l'individuo si sente morale quando stanno agendo con l'energia
che deriva dall'intensificazione dell'esperienza di gruppo
 Il movimento di un individuo da una situazione all'altra varia l'intensità all'interno della dinamica dell'interazione
rituale.
 IR theory= siamo costantemente socializzati dalla nostra esperienza intenzionale attraverso le nostre
vite
= intensa interazione di rituali che genera la più potente energia emozionale e i più vividi
simboli ed è questo che viene interiorizzato
= energia emozionale e i significati simbolici si affievoliscono
L'energia in circolo sembra essere l'elemento connettivo nelle interazioni che però deve essere rigenerata e ciò accade nel
momento presente di ogni situazione attraverso la messa in relazione dei vari individui

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