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Stavamo parlando della codifica degli utensili e avevamo parlato di sistemi AIDC.

Un esempio molto diffuso è il codice a barre.


Esistono vari tipi di codifica a barre.
Può appartenere a due categorie distinte: monodimensionale e bidimensionale.
Nella monodimensionale si sviluppa in unica direzione, può essere di tipo modulazione ampiezza o
modulazione di altezza.
La bidimensionale può essere a barre sovrapposte oppure matriciale (esempio QR code).
La codificazione a modulazione di altezza può essere un insieme di barre, distinguibili in base all’altezza.
Non è molto diffusa, si trova solo in qualche settore, tipo nel servizio postale americano.
Quelle a modulazione di ampiezza prevedono che la larghezza della barra determini il valore associato.
Più compatto, perché possono essere usati sia le barre sia gli spazi tra le barre.
La lettura può avvenire tramite un laser che punta uno specchio che viene fatto roteare per leggere il
codice.
Il codice è stampato su un fotoelemento sensibile alla luce, che produce tensione alta se colpito, bassa se
non colpito.
Riportando un grafico con tensione in funzione del tempo (quando è chiaro la tensione è alta, d’altronde lì
c’è riflessione), abbiamo un grafico a barre.
Attenzione che in questo grafico non è la presenza di rettangoli a determinare il numero, ma è l’ampiezza
della figura di riferimento.
Ci sono degli accorgimenti per la qualità. Per esempio ci sono delle regole, dette controllo di parità del
codice.
C’è un codice, EAN, che tramite una sequenza di zeri e di uni, per rappresentare i numeri tra zero e nove,
tramite un linguaggio binario.
Nella grande distribuzione nel Nord America viene usato il codice VPC, ha la stessa funzione.
Code 39 permette di rappresentare anche i simboli.
Il codice ITF è utilizzato nel settore industriale, nello specifico nella codifica degli utensili.
ITF sta per Interleaved Two of Five, infatti è detto anche codice 2 di 5.
Nel termine 2 di 5 sta il controllo di parità: ogni 5 bit due devono essere a uno e gli altri 3 a zero.
Ogni bit ha un peso, seconda linea.
La somma dei pesi deve fare il numero stesso.
Il numero 1 lo rappresento mettendo i bit a 1 in corrispondenza del primo bit e del quinto bit, perché la
somma dei pesi, 0 + 1, fa 1.
I valori intermedi sono barre o spazi stretti, per rispettare il 2 di 5.
Nel rappresentarlo poi i quadratini diventano uno e le sbarre zero.
Interlacciamento: si alternano barre e spazi, cioè un numero da rappresentato solo da barre, poi uno solo
da spazi…

Possono essere previste delle barre all’inizio per spiegare il codice di start.
L’etichetta va messa in zona che non è soggetta a usura, d’altronde è una cartina adesiva, per cui dovrà
essere messa in zona protetta, ma comunque raggiungibile dalla macchina che legge.
Le codifiche bidimensionali non ci interessano molto, dalla disposizione dei quadratini bianchi e neri si
torna al codice completo.

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