• Analisi
degli
elementi
che
rendono
riconoscibile
un
brano
(che
decido
quindi
di
mantenere)
• Analisi
degli
elementi
che
decido
di
cambiare
(posso
cambiare
tutto
o
molto
poco
ma
prendo
in
considerazione
tutte
le
possibilità)
1. La
pulsazione
ritmica
può
essere
variata:
-‐
cambiando
tempo
(da
4/4
a
12/8,
da
4/4
a
3/4,
ecc…)
-‐
passando
da
straight
a
shuffle
o
viceversa
-‐
cambiando
il
BPM
del
brano,
ovvero
la
velocità
-‐
cambiando
andamento
ritmico
nella
sezione
ritmica
(basso
e
batteria)
2. Analizzare
l’armonia
e
capire
se
voglio
cambiare
il
“mood”
del
brano.
Posso
farlo:
-‐ cambiando
uno
o
più
accordi
-‐ aggiungere
una
modulazione
di
tonalità
-‐ aggiungere
pedali
armonici
3. Analizzare
la
melodia
e
capire
se
voglio
modificarla:
-‐
se
ad
esempio
la
voglio
più
blues
la
aggiusterò
sulla
scala
blues
-‐
se
voglio
associare
il
brano
ad
uno
dei
modi,
ecc.
4. La
struttura;
se
ho
rallentato
o
accelerato
il
brano
la
struttura
potrebbe
non
essere
più
adeguata
e
quindi
deve
essere
modificata
per
non
risultare
pesante
o
troppo
breve
per
far
sviluppare
il
brano.
-‐ capire
le
parti
di
cui
è
composto
il
brano
(strofa,
bridge,
rit,
special,
A
A
B
A,
struttura
blues
o
altro)
e
ridurre
o
ampliare
a
seconda
delle
esigenze
-‐ si
possono
aggiungere
nuovi
elementi
con
nuovo
materiale
se
serve
(un
solo
strumentale,
accordi
di
raccordo
per
una
modulazione,
ecc.)
5. Dinamica
-‐
una
scelta
interpretativa
può
essere
anche
il
solo
motivo
per
cambiare
arrangiamento.
Il
solo
cambiare
dinamica
può
stravolgere
le
fondamenta
del
brano.
Pensate
alle
due
versioni
famose
di
“Almeno
tu
nell’universo”.
Mia
Martini
ed
Elisa
ne
fanno
due
versioni
opposte
anche
se
molti
elementi
restano
uguali.
-‐
inserire
più
dinamiche
di
quelle
esistenti
o
togliere
può
risultare
altrettanto
interessante.