Permuta
La permuta si differenzia dalla compravendita, in quanto lo scambio non è tra cosa, o diritto, e
prezzo; ma tra cosa e cosa, o diritto e diritto. Quindi, la permuta è il contratto che ha per oggetto
il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro
(art.1552 cc).
Come la vendita, anche la permuta è un contratto consensuale e può avere efficacia obbligatoria
quando l'effetto traslativo non è immediato, ma differito e dipendente da ulteriori eventi. Salvo
limitazioni derivanti da cose fuori commercio, intrasmissibili, oppure ancora derivanti dalle
modalità di trasferimento di determinati beni, pare non vi siano particolari limiti allo scambio.
Se una cosa è scambiata con un'altra insieme ad un supplemento di prezzo, si ha un contratto
misto, ossia quel contratto atipico che presenta una combinazione di elementi di contratti tipici.
La permuta è un contratto a titolo oneroso. La disciplina si incentra sulla norma di rinvio di cui
all'art 1555, secondo cui le norme stabilite per la vendita si applicano alla permuta, ove
compatibili.
Salvo patto contrario, le spese sono poste a carico di entrambi i contraenti (art. 1554cc), e il per
mutante, qualora abbia sofferto l’evizione e non intende riavere la cosa data come
controprestazione, ha diritto al valore della cosa evitta, secondo le norme stabilite per la vendita,
salvo in ogni caso il risarcimento del danno.
Contratto estimatorio
Il contratto estimatorio e quel contratto con il quale una parte (tradens) consegna uno più cose
mobili, il cui prezzo è stato stimato, ad un'altra parte (accipiens), e questa si obbliga a pagare il
prezzo stimato, salvo che restituisca le cose ricevute in un termine stabilito (art.1556cc). Quindi
l'accipiens ha due possibilità: o paga il prezzo stimato, oppure restituisce la cosa ricevuta,
liberandosi così dall' obbligazione.
Tale contratto è utilizzato nelle pratiche commerciali per evitare che il commerciante si accolli il
rischio che la cosa rimanga invenduta.
L’accipiens acquista immediatamente il potere di disposizione sulla cosa, ed infatti può
legittimamente venderla (art.1558 co1), di conseguenza il tradens non può disporre della cosa fino
a quando non gli sia restituita (art.1558 co.2). L'obbligo di pagamento da parte dell’accipiens nei
confronti del tradens è condizionato dal fatto che il primo non restituisca al secondo le cose
ricevute entro un certo termine stabilito: quindi, decorso tale termine, l’accipiens sarà tenuto a
corrispondere al tradens il prezzo stimato.
I rischi per la perdita o il deterioramento delle cose ricadono sull’accipiens, che non è liberato
dall' obbligo di pagare il prezzo anche se il perimento il deterioramento della cosa, che non
rendono possibile la sua restituzione, non sono a lui imputabili (art. 1557).
Anche se l’accipiens può disporre della cosa oggetto del contratto estimatorio, egli acquista la
proprietà della cosa solo con il pagamento del prezzo: quindi, prima del pagamento del prezzo, i
creditori dell’accipiens non potranno procedere a pignoramento o sequestro della cosa, ai sensi
del primo comma dell'art 1558.
Contratto di somministrazione
La somministrazione è il contratto con il quale una parte (somministrante) si obbliga, verso il
corrispettivo di un prezzo, a eseguire a favore dell'altra parte (somministrato) prestazioni
periodiche o continuative di cose (art.1559 cc). Nella somministrazione periodica, il prezzo va
pagato al termine della singola prestazione e in proporzione ad essa; nell'ipotesi, invece, di
somministrazione continuativa, il prezzo va pagato secondo le scadenze d'uso.
Se delle cose oggetto del contratto non è determinata l'entità, quest'ultima si intende
corrispondente al normale fabbisogno del somministrato, avendo riguardo al tempo della
conclusione del contratto.
Le parti possono inserire nel contratto una clausola di esclusiva a favore del somministrato o del
somministrante: in caso di previsione dell’esclusiva a favore del somministrante, questa
impedisce al somministrato di ricevere la fornitura da altri (art.1567); se invece, l'esclusiva è a
favore del somministrato, l'altra parte non può, nella zona interessata dall’esclusiva, fornire a
terzi prestazioni che corrispondono a quelle oggetto del contratto (art.1568).
È valido, per un periodo massimo di 5 anni, il patto con il quale il somministrato si obbliga a dare la
preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto.
La somministrazione si distingue dall' appalto, in quanto oggetto della somministrazione un dare,
oggetto dell'appalto è un fare.
Si distingue inoltre anche dalla vendita, in quanto quest'ultima è un contratto ad effetti reali,
mentre la somministrazione è un contratto ad effetti obbligatori; ancora, mentre nella vendita ad
effetti obbligatori la prestazione è unica, nella somministrazione ricorrono una pluralità di
prestazioni.
Affinché vi sia risoluzione per inadempimento di una delle parti, il ritardo, oltre ad essere di
notevole importanza, deve anche menomare la fiducia nell’esattezza dei successivi adempimenti
(art. 1564cc).
Inoltre, se l' inadempimento del somministrato e di lieve entità, il somministrante non può
sospendere l'esecuzione senza congruo preavviso.
Se il contratto di somministrazione a tempo indeterminato, è concessa a ciascuna delle parti la
facoltà di recesso previo congruo termine, in quanto il contratto di somministrazione non può
avere durata perpetua. Sia nella risoluzione per inadempimento, sia nel recesso, vale la regola
dell’irripetibilità delle prestazioni già eseguite.
Concessione di vendita
La concessione di vendita regola i rapporti tra produttori e rivenditori al dettaglio. È in genere
modellato sullo schema del contratto di somministrazione. Precisamente, si tratta di un contratto
con il quale una parte (concessionaria) impegna ad acquistare e a rivendere i prodotti di una
determinata impresa, e l'impresa si impegna a fornirli.
Il concessionario deve essere autorizzato dal concedente, ed è contrattualmente obbligato ad
utilizzare nella propria impresa il marchio e l'insegna del produttore.
Il concessionario ha inoltre l'obbligo di praticare, con i singoli clienti, i prezzi e le condizioni
contrattuali imposte dal produttore.
Mutuo
Il mutuo è il contratto mediante il quale una parte (mutuante) consegna all'altra (mutuatario) una
determinata quantità di denaro di cose fungibili, e l'altra parte si obbliga a restituire cose della
stessa specie e qualità (art 1813).
La funzione del muto è quella di realizzare un prestito. Il mutuo si differenzia dal comodato, in
quanto in quest'ultimo si realizza un prestito d'uso, per cui il bene oggetto del contratto non passa
in proprietà del comodatario, ed inoltre si può trattare solo di cose inconsumabili e infungibili,
considerando che l'obbligo del comodatario è quello di restituire la stessa cosa ricevuta; il mutuo,
invece, e un prestito di consumo, per cui oggetto del mutuo sono cose consumabili e fungibili, il
cui uso consiste appunto nel consumarle, e quindi il mutuatario acquista la proprietà delle cose
mutuate.
Il mutuo con oggetto una somma di denaro svolge una funzione creditizia, ma il fatto che l'attività
di erogazione del credito sia tipicamente svolta dalle banche non rende il mutuo un contratto
bancario. In caso di mutuo bancario, e quindi di mutuo in cui il soggetto mutuante è un istituto
bancario, il contratto è disciplinato sia dal Codice civile che dal testo unico bancario.
Il mutuo è un contratto reale che si perfeziona con la consegna della cosa al mutuatario: la
consegna della cosa è elemento costitutivo della fattispecie e si traduce nel consentire al
mutuatario l'immediata disponibilità delle cose.
È inoltre un contratto traslativo, poiché trasferisce la proprietà della cosa.
Anteriormente alla consegna, l'accordo delle parti può dar luogo ad una promessa di mutuo:
tuttavia, chi ha promesso di dare a mutuo puoi rifiutare l’adempimento della sua obbligazione, se
le condizioni patrimoniali dell'altro contraente sono divenute tali da rendere notevolmente
difficile la restituzione e non gli sono offerte idonee garanzie: quindi, la promessa di mutuo non è
suscettibile ad esecuzione in forma specifica ex art 2932.
Il mutuo è normalmente un contratto oneroso, in quanto, salva diversa volontà delle parti, il
mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante (art 1815 co.1). La misura degli interessi
può essere stabilita convenzionalmente dalle parti, se il tasso di interesse convenuto è superiore a
quello legale, gli interessi devono essere determinati per iscritto. Se sono convenuti interessi
usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi (art 1815 co.2). Quindi, al fine di
scoraggiare la previsione di interessi usurari, la norma assume carattere sanzionatorio.
Dunque, sul mutuatario, oltre all'obbligo di restituire cose della stessa specie e qualità di quelle
ricevute, incombe anche l'obbligo, salvo patto contrario, di corrispondere gli interessi. Non si
producono obblighi, invece, a carico del mutuante.
Se il mutuatario non adempie all'obbligo del pagamento degli interessi, il mutuante può chiedere
la risoluzione del contratto (art 1820).
Il termine per la restituzione viene normalmente fissato dalle parti o in mancanza è stabilito dal
giudice secondo le circostanze. Se è stato convenuto che il mutuatario paghi solo quando potrà, il
termine per il pagamento è fissato dal giudice.
Mentre nel mutuo oneroso il termine si presume a favore di entrambe le parti, nel mutuo
gratuito il termine si presume a favore del mutuatario, che quindi potrà adempiere
anticipatamente all'obbligo di restituzione.
Se è stata convenuta una restituzione rateale delle cose mutuate e il mutuatario non paga anche
una sola rata, il mutuante può chiedere l'immediata restituzione dell'intero. L'esercizio di tale
potere da parte del mutuante è però subordinato alla valutazione da parte del giudice delle
circostanze, e quindi della gravità dell’inadempimento.
La legge oppure le parti possono stabilire che le somme mutuate siano utilizzate dal mutuatario
per il raggiungimento di una determinata finalità, e quindi le somme mutuate hanno una specifica
destinazione: si parla in tal caso di mutuo di scopo legale o convenzionale. Il mutuatario, in questo
caso è obbligato a fare un uso determinato delle cose mutuate. Nell'ipotesi di impossibilità di tale
obbligazione il contratto si considera nullo per difetto di causa. L' inadempimento del tipo di
impiego delle somme mutuate convenuto giustifica, oltre al risarcimento del danno, la risoluzione
dell'intero rapporto.
Trust
La convenzione dell'aja del 1985 identifica il trust come i rapporti giuridici istituiti da una persona,
il disponente o settlor, qualora determinati beni siano stati posti sotto il controllo di un trustee,
con atto tra vivi o mortis causa, Nell'interesse di un beneficiario per un fine determinato. Quindi,
viene impresso un vincolo ai beni intestati al trustee, inoltre tali beni sono distinti dal patrimonio
del trustee, e quest'ultimo viene investito del potere e onerato dell'obbligo di amministrare,
gestire o disporre dei beni in conformità alle disposizioni del settlor e secondo le norme imposte
dalla legge.
Il trust è uno strumento di segregazione del patrimonio o di parte dei beni di un soggetto. Il trust
deve essere stipulato in forma scritta ad probationem.
Il trust e di solito istituito mediante negozio unilaterale collegato ad uno più atti dispositivi. Se il
disponente designa se stesso come trustee si discorre di trust autodichiarato, e ciò naturalmente
non comporta alcun trasferimento di proprietà, ma semplicemente la separazione del patrimonio.
Particolarmente complessa è la questione relativa alla trascrivibilità del trust. Una parte della
dottrina la esclude, altri, invece, la ammettono con la conseguente opponibilità ai creditori
personale del trustee della separazione patrimoniale. Inoltre, altri affermano la trascrivibilità del
trust in base all'art 2645 ter.
Factoring
Mediante factoring un'impresa produttrice di beni o servizi cede, dietro corrispettivo, i propri
crediti presenti e futuri ad una società di factoring, che può essere un'azienda di credito o qualsiasi
altra azienda iscritta in apposito albo. I crediti dell'impresa cedente, quindi, passano nella titolarità
del Factor.
il Factor assume vari compiti rispetto ai creditis dell'imprenditore. Può curarne la riscossione
gestire ogni aspetto del riporto creditorio sino alla scadenza; può arrendersi missionario solo di
alcuni crediti.
Il Factor può assumere, con la gestione del credito a suo favore, i rischi derivanti dalla insolvenza
del debitore ceduto (gestione prosoluto), oppure lasciare al cedente il rischio dell' insolvenza del
debitore ceduto (cessione però solvendo).
Quando il Factor diventa titolare dei crediti, egli deve pagare un prezzo, e quindi l' imprenditore
cedente riceve immediatamente un' anticipazione sui crediti.
Per quanto riguarda la natura del contratto di factoring, essa va ricostruita a secondo dello schema
contrattuale adottato dalle parti.
È prevista una tutela per il Factor, in quanto egli alla facoltà di recesso ogni qual volta Bari alla
situazione da lui valutata, potendo ritrasferire quindi la titolarità del credito all' imprenditore
cedente.
La regolamentazione del factoring, eri messa nel nostro ordinamento, all'istituto della gestione del
credito e alla L. 52/1991, che regolamenta la cessione dei crediti di impresa.
La L 52/1991 prevede la garanzia, da parte del cedente, della solvenza, senza che sia necessario
uno specifico patto, come avviene invece per la garanzia dell'esistenza del credito (art 1266,
secondo cui creditore cedente è tenuto, quando la cessione a titolo oneroso, come nel caso del
factoring, a garantire l'esistenza del credito al momento della gestione).
L'esclusione della garanzia deve essere esplicitamente pattuita.
Se l' imprenditore ha ceduto in massa tutti i crediti ad un Factor e poi singolarmente un solo
credito, accende parte di questa massa, ad 1/3, prevarrà colui che ha notificato per primo o ha
ricevuto per primo l'accettazione o ha effettuato per primo il pagamento al cedente.
Per rendere opponibile la cessione al debitore, il Factor può comunicare la cessione di tutti i crediti
futuri senza che sia necessario ripetere l'atto ogni qual volta il credito venga ad esistenza.
Locazione
La locazione è il contratto con il quale una parte (locatore) cede ad un'altra parte (conduttore) il
godimento di una cosa mobile o immobile, per un tempo determinato, compro il corrispettivo di
un prezzo, detto canone.
Il locatore gode indirettamente della cosa, perché riceve un corrispettivo, conservando la titolarità
della cosa locata; il conduttore consegue direttamente il godimento della cosa anche se non è
proprietario.
La locazione è un contratto a titolo oneroso, in quanto se fosse gratuito si tratterebbe di
comodato. È un contratto consensuale, in quanto è necessario il consenso tra le parti, ed è a
efficacia obbligatoria, in quanto non vi è alcuna effetto traslativo, ma solo un obbligo a lasciar
godere Il conduttore della cosa locata.
per quanto riguarda la forma, essa è libera, salvo per quanto riguarda i contratti di locazione di un
bene immobile con durata ultranovennale dove è richiesta la forma scritta.
Il contratto di locazione, è un contratto di durata, e la durata può essere a tempo determinato o
indeterminato:
-se a tempo determinato, la locazione non può accedere i 30 anni, se è convento un termine
superiore, esso viene ridotto a quello legale (art.1573cc), e alla scadenza cessa automaticamente,
senza la necessità di disdetta; nel caso sia scaduto il termine, e il conduttore gode ancora della
cosa locata con il consenso del locatore, la locazione si ritiene tacitamente rinnovata (art 1597);
-se a tempo indeterminato, il tempo di durata della locazione è stabilito dalla legge secondo il
bene oggetto della locazione, e cessa solo se alla scadenza del termine legale, il locatore ha
comunicato la disdetta al conduttore, altrimenti la locazione si ritiene rinnovata tacitamente.
Nell'ambito della locazione bisogna individuare varie sottocategorie della stessa, individuabili in
base alla diversità dell'oggetto:
-locazione di beni mobili registrati (auto) e non registrati (macchinari): non è da confondere con il
noleggio puoi che in quest'ultimo caso il conduttore è obbligato ad utilizzare il bene secondo le
indicazioni fornite dal noleggiatore;
-locazione di immobili urbani;
-affitto, sia quando la locazione ha per oggetto beni produttivi, come ad esempio fondi rustici,
aziende ecc.
Se il conduttore apporta dei miglioramenti o delle addizioni alla cosa presa in locazione, egli
non ha diritto all' indennizzo da parte del locatore, salvo patto diverso; il conduttore non può
staccare le addizioni apportate alla cosa presa in locazione se tale staccamento provoca danni
irreversibili alla cosa.
Per quanto riguarda la sublocazione, essa si differenza in sublocazione parziale o totale:
-in caso di sublocazione parziale, il conduttore può sublocare la cosa, solo se non è vietato nel
contratto, con l'obbligo di avvisare il locatore;
-in caso di sublocazione totale, il conduttore non può sublocare pensa il consenso del locatore,
perché la sublocazione si configura come una cessione del contratto.
Con la sublocazione si instaurano rapporti tra il locatore e il subconduttore, in quanto il
locatore può chiedere il pagamento del canone al subconduttore.
La legge prevede che altre persone possano succedere al conduttore nel rapporto con il
locatore e questi sono il coniuge, gli eredi, i parenti e gli affini.
Le locazioni urbane hanno per oggetto edifici o appartamenti; fai disciplina è stata modificata
dall'inserimento di una nuova disciplina che è oltre ad imporre la forma scritta, ha dettato due
modelli di conclusione del contratto di locazione:
1) modello della conclusione del contratto caratterizzato dalla libera contrattazione: le
modello prevede che il contratto non debba essere inferiore a quattro anni, e prevede
la rinnovazione automatica per il contratto alla prima scadenza e se il locatore volesse
vendere l'immobile, al conduttore spetta il diritto di prelazione.
2) Modello della conclusione del contratto caratterizzato dall'operazione di contratti tipo:
tale modello prevede che le parti possano determinare il contratto in base ad accordi
stabiliti a livello nazionale tra organizzazioni di locatori ed organizzazioni di conduttori;
prevede che il contratto alla prima scadenza sia prorogato da due anni salvo disdetta
del locatore.
Per quanto riguarda le locazioni non abitative, la disciplina prevede che le parti possano
concordare liberamente la misura del canone, aggiornandolo di volta in volta, in base al costo
della vita: tale contratto ha durata di sei anni ed è di nove per le attività alberghiere, dov'è
prevista una rinnovazione tacita se nessuna delle parti comunica all'altra la disdetta.
Per quanto riguarda la disdetta nelle locazioni non abitative, il conduttore può comunicare la
disdetta e quindi recedere dal contratto prima del termine solo per gravi motivi, mentre il
locatore può comunicare disdetta, e recedere dal contratto prima della scadenza, solo per
determinate ragioni.
Nella locazione non abitativa, al conduttore riconosciuto il diritto di sublocare l'immobile, o
cedere il contratto a terzi anche senza il consenso del locatore.
Al conduttore riconosciuto il diritto di prelazione nel caso in cui il locatore volesse vendere
l'immobile; il locatore ha l'obbligo di notifica al conduttore che può esercitare la prelazione
entro 60 giorni e se il locatore non ha notificato la sua scelta al conduttore, quest'ultimo
riscattare l'immobile dall' acquirente (prelazione reale).
Nel caso di locazione ad uso commerciale, il conduttore, al termine della locazione per causa a
lui non imputabile, ha diritto ad un'indennità per perdita di avviamento, pari a 18 mensilità
dell'ultimo canone corrisposto raddoppiata qualora il nuovo conduttore di bisca l'immobile alla
stessa attività esercitata dal vecchio conduttore.