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DIRITTO PRIVATO
Docente: Alessandro Martini
Es.: le parti si scambiano le idee sul futuro contratto, esaminano i punti di convergenza.
Quando però il comportamento delle parti durante la fase delle trattative non è sorretto da
buona fede, sorgono conseguenze giuridiche a carico delle parti.
«Le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto, devono
comportarsi secondo buona fede» (art. 1337 c.c.);
- «La parte che, conoscendo o dovendo conoscere l'esistenza di una causa d'invalidità del
contratto, non ne ha dato notizia all'altra parte è tenuta a risarcire il danno da questa risentito
per avere confidato, senza sua colpa, nella validità del contratto» (art. 1338 c.c.).
La violazione del dovere di comportarsi secondo buona fede determina una responsabilità
che prende il nome di responsabilità precontrattuale (o culpa in contraendo).
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La responsabilità precontrattuale è la responsabilità per lesione dell’altrui libertà
negoziale realizzata mediante un comportamento doloso o colposo ovvero mediante
l’inosservanza del precetto di buona fede.
- il segreto: la buona fede esige che i contraenti non divulghino notizie riservate
che abbiano appreso in quanto partecipi delle trattative;
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conclusione del contratto. Lo svolgimento delle trattative non comporta alcun obbligo di
contrarre; la responsabilità del soggetto sorge quando,
- in caso di dolo: ossia quando il soggetto inizia o prosegue le trattative pur avendo
l’intenzione di non concludere il contratto;
- in caso di colpa: ossia quando il soggetto porta avanti le trattative senza verificare
le proprie possibilità o senza avere una sufficiente determinazione,
- stipulazione del contratto invalido o inefficace: il soggetto è leso nella sua libertà
negoziale in quanto il comportamento doloso o colposo dell’altra parte lo ha coinvolto in un
contratto invalido o inefficace e provocato un danno per una stipulazione inutile. Il fatto
lesivo non è costituito dalla mancata comunicazione delle causa di invalidità o inefficacia, ma
dalla stipulazione del contratto invalido o inefficace da parte di chi conosce o dovrebbe
conoscere tali cause;
- violenza e dolo: la violenza è la più grave forma di lesione della libertà negoziale ed è
sempre causa di invalidità del contratto; il dolo è causa di invalidità del contratto (c.d. dolo
vizio) se posto in essere dalla controparte e se è posto in essere da un terzo purché al
controparte che ne ha tratto un vantaggio ne fosse a conoscenza (art. 1439, 2° comma, c.c.).
La responsabilità precontrattuale comporta l’obbligo del risarcimento del danno nei limiti
dell’interesse negativo: ossia dell’interesse del soggetto a non essere leso nell’esercizio della
sua libertà negoziale.
Il danno consiste:
- o nell’aver stipulato un contratto che senza l’altrui illecita ingerenza non avrebbe
stipulato o avrebbe stipulato a condizioni diverse.
- le spese inutilmente erogate (danno emergente): es. perizie, viaggi, spese legali;
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obbligo è un dovere specifico che sorge tra soggetti individuati e che, se viene violato,
comporta responsabilità contrattuale;
b) Il contratto preliminare
Il contratto definitivo non è una ripetizione del preliminare, ma un nuovo accordo che
le parti stipulano in adempimento del loro obbligo a stipularlo e che sostituisce il titolo
provvisorio del preliminare.
- la formazione dell’accordo avviene, come per ogni altro contratto, secondo le norme
generali (artt. 1326 ss c.c.);
- la forma è quella che la legge prescrive per il contratto definitivo (art. 1351 c.c.);
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convenuta tra le parti per la conclusione del contratto definitivo, e in ogni caso entro tre
anni dalla trascrizione predetta, non sia eseguita la trascrizione del contratto definitivo.
- qualora sia possibile e non sia escluso dal titolo può ottenere una sentenza che
produca gli stessi effetti del contratto non concluso (art. 2932, 1° comma, c.c.). La
sentenza è costitutiva e non di condanna a stipulare: essa si sostituisce al contratto
definitivo non concluso; es.: se il promittente alienante di un appartamento rifiuta la
stipulazione del definitivo, il promittente acquirente può chiedere al giudice una sentenza in
base alla quale egli diverrà proprietario dell’appartamento pur mancando al stipulazione del
contratto definitivo;
- può chiedere, come per ogni contratto, la risoluzione del contratto preliminare ed il
risarcimento del danno.
c) L’opzione
- «Quando le parti convengono che una di esse rimanga vincolata alla propria
dichiarazione e l’altra abbia la facoltà di accettarla o meno, la dichiarazione della prima si
considera quale proposta irrevocabile per gli effetti previsti dall’art. 1329» (art. 1331 1°
comma, c.c.);
- «Se per l’accettazione non è stato fissato un termine, questo può essere stabilito dal
giudice» (art. 1331, 2° comma, c.c.).
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compravendita) e per il compenso di 20 euro (premio) si impegna a mantenere ferma la
proposta (contratto accessorio di opzione tra il concedente e l’opzionario) per un anno.
Caio, che ha versato la somma di 20 euro è libero di accettare o meno la proposta di Tizio
del contratto di compravendita entro il termine di un anno.
L’opzione:
- deve avere la forma richiesta dalla legge per il contratto che si intende concludere;
- ha effetti meramente obbligatori tra le parti e non ha alcun effetto verso terzi e non
è opponibile nei loro confronti; non può essere trascritta l’opzione relativa ai contratti traslativi.
d) La prelazione volontaria
Si distingue:
-la prelazione volontaria (o convenzionale): quando è stabilita dalla volontà privata con
un patto di prelazione.
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prelazionario) la preferenza rispetto ad altri a parità di condizioni nel caso in cui decida di
stipulare un determinato contratto.
Il patto di prelazione:
In particolare il promittente:
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- secondo alcuni, poiché il patto di prelazione comporta un vincolo di alienazione, è
applicabile il principio che consente il divieto di alienazione solo entro determinati limiti di
tempo e se se non risponde a un apprezzabile interesse di una delle parti (art. 1379 c.c.) e
quindi è nullo un patto perpetuo o con termine eccessivamente lungo;
Es.: prelazione a favore dei coeredi per l’alienazione della quota ereditaria (art. 732 c.c.);
prelazione riconosciuta al conduttore di locazione di immobili ad uso non abitativo (artt.38 e 39
legge n. 392/78 c.d. legge sull’equo canone); prelazione a favore del coltivatore diretto per
l’alienazione dei fondi rustici (artt. 8 legge n. 590/65, e 7 legge n. 817/71).
La prelazione legale:
e) Il contratto normativo
Con il contratto normativo le parti non dispongono direttamente dei loro interessi, ma
fissano la disciplina vincolante per futuri contratti che saranno eventualmente stipulati.
Sarebbe più esatto chiamarlo accordo normativo e non contratto normativo perché le
parti con questo atto non dispongono dei propri interessi, come avviene nel contratto che è
un atto dispositivo, ma si limitano a raggiungere un accordo sul contenuto di singole
clausole o sull’intero contenuto del eventuale futuro contratto (contratto tipo).
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A differenza del contratto preliminare, dal contratto normativo non sorge l’obbligo di
concludere un contratto definitivo, ma solo di fissare nei successivi contratti quelle clausole
o quel contenuto che è stato pattuito col contratto normativo.