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VALORE ITALIANO TM
Edizioni Orientalia Christiana
VALORE ITALIANO
TM
All-powerful God, you are present in the whole universe
and in the smallest of your creatures.
You embrace with your tenderness all that exists.
Pour out upon us the power of you love,
that we may protect life and beauty.
1. Introduzione
1
o anglicano Rowan Williams che nel
37
Liturgy from below
questione come una guida nella mia analisi dei canti natalizi romeni che
costituiscono uno degli elementi essenziali nelle tradizioni natalizie.
Oggi non abbiamo grandi informazioni sulla religione dei daci, gli
antenati dei romeni. Le poche informazioni vengono da Erodoto, Platone e
Strabone e sappiamo che anche nel centro dell’Impero Romano, a Roma,
si conoscevano certi elementi riguardanti la religione dei daci. Accade una
cosa molto interessante subito dopo la conquista della Dacia da parte
dell’Impero Romano. Di solito, dopo che una popolazione veniva
conquistata e annessa all’Impero Romano, erano due le abitudini dei
romani per quel che riguarda la religione: la cosiddetta interpretatio
romana tramite cui assimilavano gli dei dei popoli conquistati agli dei
romani, oppure la proibizione totale di quella religione (come è successo
alla religione druidica per esempio)2. Non abbiamo delle prove che Traiano
abbia attuato qualcuna di queste misure, ma assistiamo ad una cospirazione
del silenzio sulla religione dei daci come la chiama il ricercatore in
mitologia romena Victor Kernbach. Un altro storico dei daci, Dan Olteanu,
dimostra in uno dei suoi libri che, dopo la conquista della Dacia, i romani
ne hanno distrutto insieme alle città anche i templi, perseguitando i
sacerdoti appartenenti alla religione daca cercando così di punire gli dei
daci che avrebbero aiutato il popolo a resistere cosi a lungo agli eserciti
romani.3 Lo stesso storico esprime il parere che, nonostante la proibizione
romana, una religione così antica non sarebbe stata eliminata pienamente
così che i daci avrebbero continuato a praticare alcuni rituali anche dopo,
benché non più in templi magari rinominandoli secondo alcune nuove
credenze oppure mischiandoli con delle tradizioni religiose romane. Per
questo Dan Olteanu conclude scrivendo che, riguardo le tradizioni, «il
Natale è una delle feste più sincretiche (…). Incontriamo qua l’eredità daca
insieme a tantissimi altri elementi provenienti dalla tradizione romana
come quella dei Saturnali, oppure dalle feste dionisiache o mitraiche»4. In
2
Vedi: V. KERNBACH, Universul mitic al românilor
3
Per una presentazione storica più ampia della situazione religiosa in Dacia nel momento e dopo la
conquista romana vedi: D. OLTEANU, Religia dacilor
4
OLTEANU, Religia dacilor, 432.
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accordo con alcuni ricercatori romeni5 possiamo dunque affermare che i
daci hanno continuato a praticare la loro religione tradizionale anche dopo
la conquista romana, dopo l’arrivo delle diverse legioni romane stabilitesi
nella nuova Dacia e, soprattutto, in un modo o nell’altro anche dopo la
diffusione del cristianesimo.
Certamente anche sul cristianesimo dei daci non sappiamo molto e
proprio questo ha condotto alcuni studiosi romeni a concludere che non
esisteva - specialmente in Transilvania - un’organizzazione ecclesiastica.
Questo avrebbe permesso al cristianesimo primitivo daco di coesistere
insieme alle antiche tradizioni dache pagane ad esso assimilate se non
contravvenivano visibilmente alla dottrina cristiana. Ecco cosa scrive
5
KERNBACH, Universul mitic al românilor, 79.
6
R. V , Mitologie romana
- -romane care nu
um la început nu exista la noi o
organizare bisericeasca, s- -
39
Liturgy from below
7
M. B ,
8
, a cura di I. COTEANU, L. SECHE, M. SECHE
p. 196.
9
P. CARAMAN, 1983, 9.
10
P. CARAMAN, , 7.
11
CARAMAN, , 351-352.
40
esisteva un sincretismo fra la tradizione dacica e la tradizione romana. Infatti
Voiculescu esprime il parere che per prima cosa le usanze dache perseguitate
si sarebbero nascoste nelle tradizioni romane assomiglianti data la
provenienza indo-europea comune.12 In questo senso si aggiunge anche il
ricercatore Gheorghe Vrabie: egli ugualmente considera che all’origine
dell’usanza e dei testi dei canti natalizi stanno sia le tradizioni romane delle
Calendae Januariae sia il fondamento autoctone daco. Vrabie osserva che
nella poesia dei canti natalizi romeni si trovano alcuni elementi non ritrovati
né nelle tradizioni romane né nelle tradizioni greche.13
12
V , , 122-134.
13
G. VRABIE, Folclorul, obiect - principii - metoda - categorii -222.
14
CARAMAN, , 362.
15
CARAMAN, , 362-363.
41
Liturgy from below
di bambini nel primo giorno del nuovo anno. La tradizione della Sorcova
è diffusa in tutto il paese. Ma la parola sorcova16 viene usata anche per
definire il bastone che caratterizza quest’antica pratica. Si tratta di un ramo
che viene decorato con fiori di diversi colori che viene inclinato
alternativamente o con il quale viene toccata sulle spalle la persona a cui
viene indirizzato il messaggio della sorcova. Infatti si tratta di un rituale
magico come vediamo chiaramente dalle parole augurali della poesia della
sorcova, in cui il bastone ha anche un ruolo di oggetto magico – bastone
magico. Questa tradizione non appartiene solo ai romeni, la troviamo
anche nella cultura bulgara con lo stesso bastone magico anche se qui è
decorato non solo con fiori ma anche con foglie di mais e diversi frutti
avvolti, segno di ricchezza della vita. La poesia magico-augurale che
accompagna questo rito è quasi identica nelle due tradizioni:
16
caratteristica per tutta la zona balcanica. Il termine sorcova viene dal bulgaro surov.
42
Si vede chiaramente il carattere augurale, ma anche l’uso dell’oggetto
magico. Anche il tempo, il primo giorno del nuovo anno, è simbolico. Il
tempo appena nato deve essere benedetto ed esorcizzato per essere un
periodo pieno di fortuna e benessere; e per questo vediamo un vero rituale.
Interessante non sono solo le parole ritenute d’avere un potere tutto
speciale17, ma anche il rito: il fatto che i bambini debbano toccare con il
bastone le spalle delle persone a cui fanno gli auguri, oppure tutti i fiori
che devono essere attaccati al bastone. Possiamo credere che questi fiori
siano solo una decorazione. Ma vediamo anche altri canti natalizi che
contengono anche elementi cristiani dove il rituale dei fiori è
dettagliatamente descritto.
Prendiamo per esempio Asta- (Quest’è una bella
casa), un canto natalizio specifico della Valacchia, nel Sud della Romania.
ROMENO ITALIANO
17
Si veda il fatto che sono quaranta sillabe, un numero simbolico e magico. Oppure la tradizione che
chiede che solo i bambini maschi siano quelli che acclamano la poesia magica. L’aspetto del bambino,
uomo puro senza peccati, la cui voce arriva più facilmente a Dio come la necessità di essere maschio
(colui che ha diritto di invocare la Divinità) mostra il forte carattere magico.
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Liturgy from below
Oltre il ritornello che ripete sempre Florile dalbe – (Oh, fiori bianchi)
vediamo descritto infatti un vero rituale di benedizione della casa con
diversi tipi di fiori specialmente il basilico, con il legno di abete, rito a cui
partecipava tutta la comunità che veniva pagata col vino. Il canto finisce
col verso augurale: Che l’ospite abbia fortuna!
Nella Moldavia troviamo altri canti natalizi, colinde, che descrivono
quasi lo stesso rituale con i fiori reali (basilico)18 messi alle finestre o alle
porte per allontanare il male e per portare fortuna. Questo è chiaramente
un rituale magico rimasto dai tempi antichi, precristiani, e questo tipo di
canti natalizi è cantato in tutta la Romania, e anche oltre come abbiamo
visto. Ecco il testo:
ROMENO ITALIANO
18
Basilico – nella lingua romena questi fiori sono chiamati sia busuioc – dal greco basilico oppure il
che vuol dire fiori reali. Nella spiritualità
44
argintu stella d'argento
persona singolare, come nella sorcova di cui abbiamo già parlato («perché
tu possa godere della fortuna»). Gli elementi cristiani sono mischiati con
gli antichi riti pagani19 di benedizione per la casa. Le icone e la croce sono
menzionate insieme ai fiori e al legno20 nella descrizione di questo rito.
19
Presupponiamo daci.
20
Il legno è sempre di conifera, ma questo tipo di legno non lo ritroviamo solo nelle tradizioni per i
canti nata
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Liturgy from below
ROMENO ITALIANO
Este-un voinic se- C’è un giovane che riposa
- E prepara il suo cavallo
Junelui lui, junelui bunu' R: Il giovane, al giovane buono
- Sua madre lo guarda
- E gli dice
Junelui lui, junelui bunu' R: Il giovane, al giovane buono
Dimmi giovane, cosa pensi
- E perché prepari il cavallo?
Junelui lui, junelui bunu' R: Il giovane, al giovane buono
e, O vuoi andare nell’esercito?
O hai il desiderio di sposarti?
Junelui lui, junelui bunu' R: Il giovane, al giovane buono
N- Non ho nè pensiero di andare
nell’esercito
Nè mi manca il matrimonio
Junelui lui, junelui bunu'
R: Il giovane, al giovane buono
-am auzitu'
Vado perché ho sentito
Colo-n vârful muntelui
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La poalele bradului Sul picco della montagna
Junelui lui, junelui bunu'
Este- R: Il giovane, al giovane buono
racconto della
lotta)
Junelui lui, junelui bunu'
R: Il giovane, al giovane buono
C-ai adus un leu legat
Sei riuscito a portare un leone
legato
del momento.
canto del
giovane indirizzato a me. Il capo-gruppo cominciò gli auguri,
seguito a ogni augurio, gli altri rispondevano tre volte con: Amen!
Il capo prende i regali e tutti i cantanti cominciarono a salutarci e
a cantare: Croce sulla casa/ Croce sul tavolo/ Rimani in salute!”21
21
S. D , , Craiova 1925, VI (mia traduzione).
47
Liturgy from below
Questo tipo di canto, come si vede dai versi citati e tradotti, esalta la
maturazione del giovane che deve lottare con una bestia. Il momento in cui
vince la bestia e riesce a portarla a casa senza ucciderla è il momento in cui
il giovane diventa maturo, abile per sposarsi e difendere la patria. È
interessante l’idea che il processo di maturazione avvenga attraverso la
caccia. Non si tratta di un semplice attività ludica ma soprattutto dell’abilità
di proteggere fisicamente la famiglia (il giovane riesce a vincere il leone),
e certamente la caccia era forse una delle principali fonti di alimentazione.
C’è un altro aspetto di cui si deve parlare per forza in connessione ai
canti natalizi e alle tradizioni romene di Natale. Quest’aspetto è collegato
ai balli tradizionali antichi con le maschere nella notte di Natale e nella
notte di Capodanno. Nell’opinione di alcuni studiosi questi balli
provengono dai culti totemici. A differenza dei canti natalizi dove più
importante è il testo, qua la precedenza cade sul rituale, sui gesti della
persona mascherata che balla. Il mitologo Victor Kernbach osserva
l’antichità notevole ma soprattutto il carattere magico delle maschere:
Apparse nello strato arcaico dell’animismo, proveniente
direttamente o indirettamente dai totem e dai feticci, le maschere
folkloriche sono degli elementi religiosi magici, reliquari, sia che
provengano dal teatro greco o romano, sia che mantengano la
funzione di accessorio liturgico come tra popoli primitivi di
Africa, America o Asia.22
22
KERNBACH, Universul mitic al românilor, 102 (mia traduzione).
23
V ,
48
facilitare alcuni eventi essenziali nella vita degli uomini come la nascita di
figli ed il matrimonio. Non manca l’augurio per il nuovo anno. Ecco una
delle varianti del testo che si canta mentre la persona mascherata da capra
balla:
ROMENO ITALIANO
Vine capra de la munte Viene da capra dalla montagna
-n frunte Con la stella bianca in fronte
Are-n coarne ramuri multe Nelle corna ha molti rami
Anche più grandi, anche più
piccole
49
Liturgy from below
Col passare del tempo il testo dei canti natalizi romeni si avvicinò
sempre di più alla teologia biblica e dogmatica, cristianizzando alcuni canti
natalizi antichi o formandone di nuovi. Questo grazie ai preti e ai cantori
ecclesiastici. Possiamo identificare tuttavia lo stesso sistema di ritornello
ripetuto, l’usanza della seconda persona nel senso augurale, fra i versi di
teologia anche auguri di benessere, vita lunga, ricchezza o altre cose
necessarie alla vita.
Vorrei dividere gli elementi di teologia trovati nei canti natalizi
teologici in tre categorie principali: elementi dogmatici, elementi biblici e,
cosa molto interessante, elementi di escatologia.
I canti natalizi dogmatici sono specifici delle zone extra-carpatiche, che
si trovavano sotto la giurisdizione costantinopolitana, molto più orientalizzate
rispetto alla Transilvania. Questi canti parlano di Dio da un punto di vista quasi
dogmatico-bizantino non uscendo però dall’ethos locale, con melodia
specifica a volte bizantina, a volte più popolare, con rima e ritornello e
soprattutto con auguri per il nuovo anno intercalati da insegnamenti liturgici.
Analizzando alcuni canti natalizi teologici, vediamo il misto di
elementi dogmatici e biblici espressi attraverso versi specifici dell’ethos
romeno. Un canto che si chiama proprio Canto natalizio bizantino parla di
Dio come Quello senza inizio che scende oggi sulla terra prendendo carne
da una Vergine. Dopo ciò, nello stesso ritmo poetico, continua il racconto
degli avvenimenti accaduti intorno alla nascita di Cristo:
ROMENO ITALIANO
-nceput Colui (che è) senza principio
Azi s-a pogorât Oggi è disceso
- E nella Vergine si è trasportato
R: Eru rem, eru rem, eru reru reru rem R: Eru rem al signore nell'alto
Leru-i Domn din cer
Dall'Oriente
50
Magii au venit I Re magi sono arrivati
Per portare doni al Sovrano
51
Liturgy from below
24
L’espressione Fecioara Maria – Vergine Maria è molto comune nei canti natalizi romeni. Nella
spiritualità popolare romena l’usanza di questa espressione mostra che il popolo ha ricevuto il dogma
della verginità di una madre senza cercare di scoprire il modo in cui la maternità di Maria è stata
possibile. Possiamo paragonare la dottrina mariana a un mistero santo che non può e non deve essere
svelato a causa della sua grandezza. Ma la saggezza popolare ha attribuito a Maria anche ruoli e
dimensioni non sostenibili teologicamente ma che mostrano la profonda devozione popolare: la Santa
Vergine Maria è quella che sorveglia la porta del Paradiso, oppure quella che si cura che il bambino
Gesù non pianga nel Paradiso, quella che annuncia per prima la passione di Gesù etc. Per più chiarezza
in ciò che riguarda la mariologia nei canti natalizi romeni vedi: C. B , Maica Domnului
- 2014, 144 ss.
52
seconda venuta, del giorno del giudizio, o vi fanno riferimento attraverso
diverse espressioni che possono essere interpretate in senso escatologico.
Prendiamo il conosciutissimo canto natalizio Alla fine del mondo/La
sfarsitul lumii, dal Nord della Transilvania:
25
ba Ler
Ler nella parola Halleluiah. Vedi: A.
ROSSETTI, Colindele religioase la români
53
Liturgy from below
ROMENO ITALIANO
Sveglia, sveglia padrone buono,
Ziurel de ziurel, Alba di giorno,
Alba verso il giorno.
26
D. BOROBIO, La celebrazione nella Chiesa, vol. III, Torino 1994, 203-204. Le tre venute: nella carne,
nel sacramento, nella gloria: «Le tre venute di Cristo sono i perni sui quali si costruisce la teologia
nell'umiltà della nostra carne ricorda la sua ultima venuta alla fine dei tempi... La prima e l'ultima
venuta del Signore diventano manifestazioni attuali nella celebrazione liturgica che attualizza il mistero
della parusia come quello dell'incarnazione. In questo modo l'avvento si collega con il mistero della
manifestazione del Signore (Natale-Epifania) in una tematica teologica comune: la venuta del Signore
per la nostra redenzione».
54
Alba verso il giorno.
55
Liturgy from below
6. Conclusioni
27
M. ELIADE, Aspecte ale mitului, Bucuresti 1978, 94-95.
56
Introduction 7
Vincenzo Ruggieri
11
37
57
Dahlia Azeez Khay (Iraq)
67
Teodor
85
101
Antoine
119
139
Rejoy Pazhayattil (India)
The 157
Beshoy
171
(Serbia)
5
Liturgy from below
187
Leonide
211
Vitaliy
223
Oleg
Moleben 245
The 259
Yonas
The 279
305
315
6
All-powerful God, you are present in the whole universe
and in the smallest of your creatures.
You embrace with your tenderness all that exists.
Pour out upon us the power of you love,
that we may protect life and beauty.