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XXXII 2020

ACCADEMIA FIORENTINA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI


DI PAPIROLOGIA DI MESSINA
E DI STUDI SUL MONDO ANTICO Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne

ANALECTA PAPYROLOGICA
è una rivista di fascia A/ANVUR peer reviewed

diretta da
Rosario Pintaudi
Diletta Minutoli

comitato scientifico
Daniele Castrizio
Paola Colace Radici
Alain Delattre
Lucio Del Corso
Hermann Harrauer
Antonio López García
Gabriella Messeri Savorelli
Moamen Mohamed Othman
Paola Pruneti
Dominic Rathbone
Agostino Soldati
Silvia Strassi
Giuseppe Ucciardello
Antonino Zumbo
XXXII 2020

SICANIA
university press
In copertina:
PSI IX 1092 – Callimaco: Chioma di Berenice
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana

ISSN 1122-2336

© 2020, SICANIA by GEM s.r.l.


Via Catania 62, 98124 Messina
www.sicania.me.it
info@sicania.me.it

Direzione scientifica in convenzione con


Accademia Fiorentina di Papirologia e di Studi sul Mondo Antico
Firenze

Tutti i diritti sono riservati all’Editore.


È vietata la riproduzione, anche parziale, dell’opera.
A Lucia Papini (9 maggio 1945 - 8 maggio 2020).
È con noi sempre.
Museo Egizio del Cairo, 9 aprile 1972.
CROTALI A CEMBALO DA ANTINOUPOLIS*

Nel febbraio 2006 sono stati rinvenuti ad Antinoupolis, Necropoli


Nord, due splendidi esemplari di crotalo a cembalo, databili tra il IV e il
VII secolo.
Il primo crotalo a cembalo di Antinoupolis (fig. 1) è quello meglio
conservato, la struttura è in legno, un materiale non frequente per questo
strumento musicale, poiché la maggior parte dei reperti di questo tipo hanno
una struttura interamente in metallo. L’impugnatura presenta all’estremità
un piccolo pomello arrotondato e il corpo dello strumento è costituito da
un pezzo di legno diviso longitudinalmente in due bracci, di cui uno mutilo
nella parte superiore, mentre quello restante è lungo cm 32 circa. A circa
cm 1,8 dall’estremità superiore del segmento più lungo, è presente un foro
di sospensione cui doveva essere attaccato un piccolo cembalo in bronzo,
non ritrovato. Il secondo esemplare di crotalo a cembalo (fig. 2), rinvenuto
nel medesimo contesto, è per materiale e forma molto simile al primo. Pur-
troppo però questo secondo esemplare è interamente mutilo nella parte su-
periore, mentre abbiamo invece l’impugnatura che termina con il pomello
arrotondato e il corpo dello strumento che si allunga in un solo braccio per
circa cm 10. È possibile supporre che l’utilizzo di tali strumenti rinvenuti
nella necropoli di Antinoupolis fosse di carattere prettamente religioso.
Il crotalo a cembalo sopravvissuto ad Antinoupolis è molto importan-
te poiché, per gli strumenti musicali, decisive sono proprio le rare e prezio-
se testimonianze archeologiche, in quanto rappresentano l’equivalente dei
papiri per i testi. Il reperimento di questi manufatti consente di verificare il

*
Ringrazio Rosario Pintaudi, per avermi segnalato questo straordinario e inedito
esemplare di crotalo a cembalo reperito ad Antinoupolis e i due revisori per i loro utili
suggerimenti. Un ringraziamento particolare va al Ministro delle Antichità, prof. Khaleed
El Aneny, Supreme Council of Antiquities of Egypt, per aver concesso l’autorizzazione
alla pubblicazione dei reperti (Ant., Necropoli Nord, 01.02.2006) in questa sede e ringrazio
la Direzione dell’Istituto Papirologico «G. Vitelli», titolare della concessione di scavo ad
Antinoupolis.
288 ANNA DI GIGLIO

realismo delle testimonianze iconografiche, altrettanto importanti perché


raffigurate anch’esse, come quelle archeologiche, in un contesto. Natural-
mente non meno importanti sono le testimonianze testuali, tanto più che
provengono sia da testi letterari che da testi eruditi. L’insieme dei tre tipi di
testimonianze permettono una ricostruzione complessiva più precisa dello
strumento in questione.
In tale ottica si fornisce qui di seguito un breve panorama su questo
strumento a percussione caratteristico di occasioni popolari e religiose e
suonato, come vedremo, prevalentemente da donne. I crotali “a cembalo”
sono idiofoni a percussione reciproca, detti anche a concussione, e rap-
presentano la fusione di due differenti strumenti a percussione: i crotali e
i cembali; si potrebbe dire infatti, che ci troviamo di fronte ad un ‘ibrido’
delle percussioni.
I primi, la cui origine risale alla preistoria dell’Egitto1, hanno nel corso
dei secoli assunto forme e materiali differenti2, ed erano d’uso quasi esclu-

1
Su un vaso funerario a figure rosse databile al 5000-4000 a.C. ca., sono raffigurate
due figure maschili e una femminile, allineate in una scena di danza. La donna è rappresentata
con le braccia alzate e le mani giunte sul capo, mentre i due uomini accanto a lei reggono en-
trambi una coppia di crotali e portano il ritmo alla danzatrice (cf. D. RANDALL-MACIVER, El
Amrah and Abydos 1899-1901, London 1902, pl. XIV, fig. 46D). I crotali qui raffigurati sono
a forma di bastoncino, con la parte percussiva più ampia e ripiegata all’indietro a forma di elle.
2
In Egitto in particolare, i crotali assumono poi la forma di braccia, diritte o a semi-
arco che terminano con la figura di mani più o meno stilizzate. Questa tipologia di crotali,
largamente diffusa in Egitto, sembra invece sconosciuta in Grecia dove ne rimane traccia
solo dal punto di vista lessicale poiché il verbo è attestato anche nel significato
di ‘applaudire’, ‘battere le mani’. I crotali, nelle varie tipologie, erano solitamente fabbricati
in metallo. CALLIMACO (fr. 761.2 Pf.) menziona crotali di bronzo ( )e
sono i crotali anche in un frammento lirico adespoto (fr. 112 PMG). Ancora crotali di bron-
zo sono menzionati da Euripide (Ciclope 205 ), APOLLODORO (Biblioteca II
93.2 ) ANTIPATRO DI SIDONE (A.P. IX 603.6 ) e in uno
scolio ad APOLLONIO RODIO (Argonautiche, p. 203 Wendel, ). Un crotalo
d’oro appartenuto ad una etera ormai vecchia è in un epigramma palatino (MACEDONIO
CONSOLE, A.P. VI 271.2 ). Più rari, rispetto ai crotali di metallo, risultano
invece i crotali di corno (ECATEO MILESIO 1 F 328b Jacoby, ). È probabile che
anche dei crotali, al pari della e del , ci fosse una versione sonaglietto
per bambini. Nella Storia di Alessandro Magno (I 39 Kroll) si legge che Dario decide non
solo di combattere Alessandro , ma anche, una volta catturato, di spogliarlo
della porpora regale e rimandarlo in patria con un sonaglio ( ) e dei dadi con cui
sono soliti giocare i bambini macedoni. E in uno scolio ad Aristofane (Nuvole 448c) si legge
che sinonimo di crotalo è , un sonaglietto. Uno dei più antichi documenti papiracei
che fanno riferimento a manifestazioni musicali dell’Egitto greco del IIIa è il P. Hib. 54 (=
Witk. 221). Il papiro contiene un documento di carattere privato, e riporta una lettera scritta
da un tale Demofonte a Tolemeo praepositus vigilibus publicis, in cui gli chiede di mandargli
Crotali a cembalo da Antinoupolis 289

sivamente femminile3. I cembali4, probabilmente di origine frigia (Fozio


369b), erano costituiti da una coppia di dischi bronzei cavi all’interno5.

un auleta con auli frigi e altri strumenti (


) e inoltre chiede di Zenobio,
. È questo l’unico caso in cui si menziona un uomo evidentemente specializzato nel
suonare strumenti a percussione. Il P. Oxy. III 475 databile al 182p, menziona suonatrici di
crotali ( ) che si esibivano per le strade di Ossirinco, sì che un giovane schiavo
per vederle si sporse da una finestra, perse l’equilibrio e cadde, morendo miseramente. In un
frammento papiraceo dell’Ipsipile euripidea (I, ii, v. 9 Cockle) l’eponima protagonista into-
na una ninna nanna al figlio accompagnandosi con i crotali. Sostiene, infatti, che il suono di
questi strumenti riesca a procurarle un certo sollievo ancor più che il tessere.
3
Erodoto (II 60) racconta che a Bubasti in Egitto, durante le cerimonie sacre cele-
brate in onore della dea gatto Bastet, le donne accompagnano con i crotali gli auleti, mentre
altri cantano e battono il tempo con le mani ( ). L’uso di
tali strumenti era femminile anche in Grecia dove crotali e timpani venivano suonati nelle
celebrazioni del culto di Teleté, fanciulla seguace di Dioniso (NONNO, Dionisiache XVI 395,

; cf.
anche XVIII 102-107). Che i crotali fossero attributi tipicamente femminili si desume da un
epigramma palatino (RUFINO, A.P. V 19.1-2) in cui l’autore dichiara di preferire le donne agli
efebi e, di conseguenza, le nacchere ai dischi (cfr. inoltre MACEDONIO CONSOLE, A.P. VI 271,
TIILLO, A.P. VII 223 e, in particolare, MELEAGRO, A.P. V 175.7-8) inoltre, come mi suggerisce
Hermann Harrauer, che qui ringrazio, i termini , propriamente la “suonatrice
di crotali” e sono entrambi documentati in P. Oxy. LXXIV 5015 (IIIp) all’interno
di un contratto per l’ingaggio di una compagnia di musicisti e in P. Oxy. LXXIV 5016 (III-
IVp), anche in questo caso in un contesto di ingaggio. Ancora in un papiro (P. Cornell 9 =
Vandoni 20), datato al IIIp si fa menzione di una di nome .
4
è derivato di , ‘coppa’, ‘vaso’ (cf. DELG s.v.). È significativo che
in un frammento degli Edoni di ESCHILO (fr. 57 Radt) il termine , ‘tazze’, sia usato,
come osserva ATENEO (XI 479b), come sinonimo di
. Una glossa di Esichio informa
che nel dialetto dorico è usato anche nel significato di , vasi panciuti ado-
perati per abbeverare le greggi. L’ipocoristico oltre che nel senso di ‘cembalino’
(cf. ERONE, La fabbricazione di congegni automatici 14; e si veda ivi anche il diminutivo
, ‘timpanino’) è attestato anche come nome proprio di una suonatrice di aulo (cf.
LUCIANO, Dialoghi di cortigiane 12, ove ricorre altresì l’onomastico a proposito di
una suonatrice di magade, sorta di salterio). Ringrazio Hermann Harrauer per avermi sugge-
rito attestato nel papiro P. Dubl. 14 (= SB XVIII 13594) del II-IIIp, ampiamente
trattato da Simona Russo, I gioielli nei papiri di età greco-romana, Firenze 1999, p. 44, nt. 51.
5
Si tratta di uno strumento per lo più orgiastico, usato com’era nel culto di Rea.
NONNO (Dionisiache X 386-388) dice i cembali di Rea-Cibele e usa la iunctura
(Dionisiache XX 326). L’epiteto , “bronzosonante”, usato da
Pindaro in riferimento a Rea, sottintende, come spiega Esichio (c 106 Schmidt), lo stretto
rapporto tra lo strumento e il culto della dea. Come strumento orgiastico il cembalo era
impiegato anche nei tiasi dionisiaci (cf., e.g., LUCIANO, Dioniso 4) nonché nei riti demetriaci
(scolio a PINDARO I. 7.3a; scolio a NICANDRO, Rimedi 485a). Tutto ciò fa del cembalo uno
290 ANNA DI GIGLIO

Molto rari in Grecia, i crotali a cembalo erano invece diffusi a Roma.


Prevalentemente in legno, erano formati da una impugnatura che si bifor-
cava in due braccia, all’estremità di ognuna delle quali era fissato attraverso
un foro di sospensione un piccolo cembalo metallico. Un bell’esempio di
crotali a cembalo, per esempio, è quello impugnato da un satiro dal nome
parlante, SKIRTOS6 (fig. 3) che si legge alla sua sinistra, raffigurato su
un mosaico rinvenuto in una abitazione privata a Gaza di probabile epo-
ca adrianea (J. CHÉDAT, Fouilles à Cheikh Zouède, in «ASAE» 15 [1915],
p. 17, pl. 3). In due scoli alle Nuvole 260 e 448 di Aristofane, il termine
è adoperato metaforicamente per indicare colui che parlando
“rintrona” il suo interlocutore. Gli scoli spiegano che si tratta del crotalo
di bronzo, quello che ormai è chiamato , cembalo a mano. Il
termine ricorre inoltre nel primo libro del De cerimoniis aulae Byzantine
di Costantino Porfirogenito VII (2, 180.4 e 181.4).
La prima raffigurazione nota del prototipo dei crotali a cembalo, pro-
babilmente in legno e costituiti da due estremità che si allungavano a partire
dall’impugnatura, è stata trovata su una pittura parietale in una tomba della
XII dinastia (Catalogue des monuments et inscriptions de l’Égypte antique,
1a série, tome 1, Vienna 1894, p. 193). Si tratta della tomba di Sarenput I,

strumento prettamente orchestico, e pertanto simile in questo al timpano e all’aulo, cui po-
teva talvolta accompagnarsi (cf., ad es., Anonimo, A.P. VI 51). Proprio per il tipo di contesti
in cui era adoperato, presso alcuni autori cristiani (per es. GIOVANNI CRISOSTOMO, Sermoni
sulla Genesi 54.443), il cembalo è censurato come strumento satanico. A stare a Diodoro
Siculo (Biblioteca III 58.2), il cembalo sarebbe stato in origine uno strumento di tipo ludico,
destinato cioè al passatempo dei ragazzi. Le fonti (per es. GIOVANNI CRISOSTOMO, Sermoni
sul Vangelo di Matteo 57.373) parlano inoltre di una destinazione trenetica. I cembali, in
virtù del fatto che erano di bronzo (cfr. per es. NONNO, Dionisiache X 388), emettevano
un suono acuto (cf. gli epiteti in Anonimo, A.P. VI 51.5, in FILIPPO
DI TESSALONICA, A.P. VI 94.2) e roboante (cf. l’epiteto in NONNO, Dionisiache
XIV 402). Cembali simili a quelli antichi sono stati impiegati anche nell’orchestra moderna.
Nello scherzo della sinfonia Romeo e Giulietta (1839), Berlioz inserisce due paia di cembali
“antichi” accordati a una quinta da bb” a f”’. Debussy impiega due cembali in e” e b” nel
Prélude à l’après-midi d’un faune (1894), e più tardi Ravel, in Dafni e Cloe (1912), inserirà
nell’orchestra sei paia di cembali con suoni definiti: b’, c”, db”, e”, f”, a”.
6
è attestato nel significato di ‘scalciare’, ‘saltellare’, specie in relazione ad
animali (cf. OMERO, Od. X 412, Teocrito IV 19, CALLIMACO, Inno a Diana 100, APOLLONIO
RODIO IV 1402); in Il. XVIII 569-572, è impiegata la perifrasi per descrivere il
battere dei piedi a ritmo di danza con cui un corteo festante di giovani vignaioli accompagna
la performance strumentale e canora di un pais (

). Lo stesso significato dei verbi e ha


anche il frequentativo , ‘salto, batto i piedi’.
Crotali a cembalo da Antinoupolis 291

vissuto nel Medio Regno sotto il faraone Sesostri I (1971-1930a), e si trova


ad Assuan nella zona Qubbet el-Hawa (fig. 4). Questi sono i precursori
della tipologia di crotalo a cembalo che si svilupperà in epoca romana e che
vedrà alle estremità, nella forma più evoluta, una coppia di piccoli cembali7.
Al museo egizio del Cairo è conservato un esemplare di crotalo a cem-
balo in legno di epoca copta8 (fig. 5). Un esemplare simile è anche al British
Museum (inv. 54014). Si tratta di un crotalo in legno della lunghezza di cm
27, di cui cm 8 sono dell’impugnatura dello strumento alle cui estremità
sono collocati due piccoli cembali in bronzo del diametro di cm 6 e un peso
di circa gr. 48 (fig. 6)9.
Aggiungendosi a questi due esemplari, i crotali a cembalo di Antinou-
polis assumono quindi un’importanza estrema tra i reperti antinoiti.

Foggia Anna Di Giglio


DISTUM, Università degli Studi di Foggia (anna.digiglio@unifg.it)

ABSTRACT

In February 2006 were found two specimens of rattle-cymbal datable


between IV and VII cen. They are reciprocal percussion idiophones and
they represent the fusion of two different percussion instruments: rattle and
cymbal; you could say that we are facing a “hybrid” of percussions. It was a
musical instrument characteristic of popular occasions and religious feasts.

KEYWORDS: Rattle, Cymbal, Antinoupolis.

7
I crotali a cembalo sono tuttora adoperati, come sostiene Sachs, infatti «in Birma-
nia ancora sussistono clappers semplici da battere insieme e, di fianco a essi, ben congegnati
tipi di cimbali montati su clappers. Un pezzo di bambù viene fesso longitudinalmente nel
mezzo, lasciando però un segmento integro in alto per l’impugnatura: quando venga scosso,
le lamelle a forcella che ne sono risultate sbattono tra loro con un secco schiocco. Non uno
schiocco ne sortirà invece, ma un tintinnio, quando all’estremità d’ognuna delle due lamelle
sia stato fissato un piccolo cimbalo. Lo strumento egizio della tarda epoca copta fu identico
a questi clappers con cimbali della Birmania» (C. SACHS, Storia degli strumenti musicali,
edizione italiana a cura di P. ISOTTA e M. PAPINI, trad. di M. PAPINI, Milano 1980, p. 111).
8
H. HICKMANN, Catalogue général des antiquités égyptiennes du Musée du Caire,
Nos. 69201-69852. Instruments de musique, Il Cairo 1949, inv. nr. 69261; cf. W.L. NASH,
A wooden handle for small cymbals from Egypt, in Proceedings of the Society of Biblical
Archaeology, t. XXII, London 1900, pp. 117-118 e J. STRZYGOWSKI, Koptische Kunst, in
Catalogue général des antiquités du Musée du Caire, Vienna 1904, p. 316, nr. 7162.
9
R.D. ANDERSON, Catalogue of Egyptian Antiquities in the British Museum, III
Musical instruments, Londra 1976, p. 28, fig. 41.
292 ANNA DI GIGLIO

Fig. 1

Fig. 2
Crotali a cembalo da Antinoupolis 293

Fig. 3

Fig. 4
294 ANNA DI GIGLIO

Fig. 5 Fig. 6
INDICE GENERALE

Graziano Ranocchia
La vita di Aristone di Chio nella [Rassegna degli Stoici] di Filodemo
(P. Herc. 1018, coll. 10 e 33-37). Edizione, introduzione e commento pag. 7

Diletta Minutoli
Ordine di comparizione (PL III/1024) » 157

Gabriella Messeri
P. Mich. inv. 336 b+a, c, d, recto e verso: un frammento di registro fiscale
di tasse riscosse in denaro riutilizzato per un conto privato di vino » 165

Bianca Borrelli
P. Ctybr inv. 107r: una lista militare latina » 195

Lincoln H. Blumell-Kerry Hull-Chiara Aliberti


Un’iscrizione funeraria in greco in triplice copia? » 201

Walter Lapini
L’invulnerabile Ceneo (P. Oxy. XIII 1611 = Acusilao di Argo 40A
DK = FGrHist 2 F 22 = EGM 22 Fowler) » 213

Lorenzo Fati
P. Tebt. III 961 e la questione della titolarità del cosiddetto
“archivio di Pankrates”: un nuovo approccio » 225

Sara El-Sayed Kitat


The Iconography of Kantharos Cups on Roman Period Egyptian
Coffins from Deir El-Bahari » 243

Anna Di Giglio
Crotali a cembalo da Antinoupolis » 287
DOCUMENTI PER UNA STORIA DELLA PAPIROLOGIA

Holger Essler
Unerwünschte Rollen in Hamburg. Zur Zwangszuweisung
demotischer Papyri durch das Deutsche Papyruskartell » 297

Anna Di Giglio
Paolo Emilio Pavolini a Nicola Pitta. Una lettera » 323

Francesco Pagnotta
Guido Gentilli: nuovi documenti » 329

LIBRI RICEVUTI » 357

INDICI » 361
a cura di Diletta Minutoli
Stampato su carta Palatina
della Cartiera Miliani-Fabriano

da Creative 3.0 s.r.l., Reggio Calabria 2020

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