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affermare che è un’innovazione che l’Età Buia prepara, qualcosa che è in gestione
nel corso di quel periodo.
La traduzione più immediata di polis è “città”; noi oggigiorno per città intendiamo
un insediamento che si segnala rispetto ad altri per dimensioni, densità
demografica, presenza di maggiori servizi ed opportunità di lavoro e di svago.
Anche polis può indicare una realtà territoriale e insediativa ma che è molto più
complessa ed ecco perché la traduzione polis=città non funziona.
Un centro urbano. Detto in greco asty (pronuncia astiu) che indica una serie di
edifici caratteristici che formano il paesaggio urbano.;
Si noti che in una polis il centro urbano può anche non esserci, cioè può accadere
che ci sono villaggi che insieme formano una polis ma che non hanno un centro
urbano.
Un esempio è Sparta, una delle poleis più importanti del mondo greco ma che non
ha un centro urbano, dato che si ritiene formata dall’unione di grossi villaggi che
insieme formano la polis ma che non hanno un centro urbano.
Quindi il centro urbano non è una condizione necessaria perché per i greci a formare
le poleis sono i cittadini e non gli edifici.
Che i cittadini siano l’organo principale della polis lo si nota anche nella lingua greca
dove più che dire, ad esempio, Atene, Sparta o Tebe, si preferisce dire gli ateniesi, gli
spartani o i tebani.
A riguardo ci sono due passi [T II 54, Alceo, fr.112, v.10 Liberman, pag.61] e [T II 56,
Luciano, Anacharsis 20, pag.62] che sono molto lontani tra loro nel tempo proprio
per capire come quest’idea sia di lunga durata.
Ci sono altri significati di polis: in molti traducono polis come città stato cioè
comunità politica.
Il termine città stato lo fatichiamo a capire perché distinguiamo la società civile dal
governo mentre per il greco il governo entra nella polis. Il mondo greco è fatto di
polis cioè tante comunità di cittadini ma che sono politiche.
Polis è una nozione polisemica, cioè che ha più significati infatti polis può significare
un luogo fisico, una realtà territoriale.
Infine polis può significare una comunità politica, ovvero gli uomini con le loro
istituzioni.
Le istituzioni fondamentali (gli organi di governo della polis sono 3) che si trovano in
tutte le poleis sono tre:
Quello che incide su questi tre elementi istituzionali comuni è il regime politico,
ovvero il sistema di governo della polis. Infatti esistono poleis democratiche (come
Atene) o oligarchiche (come Sparta).
La polis è una comunità dove accanto ai cittadini ci sono molti che cittadini non
sono, che non hanno il diritto di cittadinanza.
Avere la politeia e, quindi, essere cittadino vuol dire avere diritti e doveri:
Doveri:
Doveri militari: il cittadino deve difendere la polis in caso di necessità. Le armi
sono di proprietà del cittadino che per procurarsele deve perciò avere un
certo reddito.
Doveri fiscali: il cittadino deve pagare le imposte.
Diritti
Diritto di voto: Sia attivo che passivo, cioè il cittadino elegge e può essere
eletto.
Tra le novità importanti dell’VIII oltre alla polis, ci sono l’alfabeto di origine fenicia
(la Grecia riprende a scrivere) e la nascita dei templi.
I templi non sono da confondere con i santuari, sono due cose diverse: il tempio è la
casa del dio, un edificio monumentale dove all’interno è ospitata la statua di culto
della divinità, l’àgalma, che originariamente era in legno. Preesistenti
cronologicamente al tempio sono l’altare e il temenos, cioè la recinzione dell’area
sacra. Questi tre elementi (altare, temenos, tempio) formano la triade costituente la
forma classica del santuario. Dunque il tempio è l’edificio, il santuario invece è lo
spazio sacro che non comprende solo il tempio ma anche altare e temenos.
La polis aristocratica.
Questo Basileus non è un re, non ha nulla in comune con il WA-NA-KA miceneo o
con i sovrani orientali.
Nelle poleis dell’VIII la distinzione fondamentale (detta anche dicotomia) è tra chi è
aristocratico e chi non lo è.