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La POLIS (al plurale POLEIS non è una delle innovazioni dell’Età Buia ma si può

affermare che è un’innovazione che l’Età Buia prepara, qualcosa che è in gestione
nel corso di quel periodo.

La polis è la forma di organizzazione politica riguardante la vita comunitaria


caratteristica del mondo greco.

La polis non è l’unica forma di organizzazione politica presente in Grecia ma ne è di


sicuro quella più distintiva e caratterizzante.

La traduzione più immediata di polis è “città”; noi oggigiorno per città intendiamo
un insediamento che si segnala rispetto ad altri per dimensioni, densità
demografica, presenza di maggiori servizi ed opportunità di lavoro e di svago.

Anche polis può indicare una realtà territoriale e insediativa ma che è molto più
complessa ed ecco perché la traduzione polis=città non funziona.

Polis come realtà territoriale ampia e complessa comprende:

 Un centro urbano. Detto in greco asty (pronuncia astiu) che indica una serie di
edifici caratteristici che formano il paesaggio urbano.;

 La chora. La campagna, il territorio agricolo che circonda il centro urbano.


Nella chora si sono altri insediamenti, quindi non è disabitata, più o meno
grandi chiamati kòmai, che in greco significa villaggi, i cui abitanti sono
abitanti della polis allo stesso modo degli abitanti dell’asty. Non c’è
opposizione tra il centro e la campagna;

 L’eschatià. La zona di confine non abitata e fondamentalmente destinata al


pascolo o altre forme di sfruttamento in alternativa all’agricoltura (come fare
la legna), dato che si coltiva nella chora.

Si noti che in una polis il centro urbano può anche non esserci, cioè può accadere
che ci sono villaggi che insieme formano una polis ma che non hanno un centro
urbano.

Un esempio è Sparta, una delle poleis più importanti del mondo greco ma che non
ha un centro urbano, dato che si ritiene formata dall’unione di grossi villaggi che
insieme formano la polis ma che non hanno un centro urbano.

Quindi il centro urbano non è una condizione necessaria perché per i greci a formare
le poleis sono i cittadini e non gli edifici.
Che i cittadini siano l’organo principale della polis lo si nota anche nella lingua greca
dove più che dire, ad esempio, Atene, Sparta o Tebe, si preferisce dire gli ateniesi, gli
spartani o i tebani.

A riguardo ci sono due passi [T II 54, Alceo, fr.112, v.10 Liberman, pag.61] e [T II 56,
Luciano, Anacharsis 20, pag.62] che sono molto lontani tra loro nel tempo proprio
per capire come quest’idea sia di lunga durata.

 Primo passo: Alceo è un poeta dell’isola di Lesbo di fine VII e inizio VI e ci


interessa un verso in cui egli sostiene che gli uomini sono la difesa della polis e
non le mura;

 Secondo passo: Luciano è un filosofo sofista di età imperiale, II dC, e anch’egli


afferma che le polies sono i cittadini e non le mura.

Ci sono altri significati di polis: in molti traducono polis come città stato cioè
comunità politica.

Il termine città stato lo fatichiamo a capire perché distinguiamo la società civile dal
governo mentre per il greco il governo entra nella polis. Il mondo greco è fatto di
polis cioè tante comunità di cittadini ma che sono politiche.

La terza accezione si vede nella fonte di un testo epigrafico, Legge di Dreros.


L’epigrafe si trovava lungo uno dei muri del Tempio di Apollo, cosa frequente per
l’epoca perché si tendeva a porre un testo sotto la protezione della divinità.

Polis è una nozione polisemica, cioè che ha più significati infatti polis può significare
un luogo fisico, una realtà territoriale.

Infine polis può significare una comunità politica, ovvero gli uomini con le loro
istituzioni.

Le istituzioni fondamentali (gli organi di governo della polis sono 3) che si trovano in
tutte le poleis sono tre:

1. Assemblea: Si trova in tutte le poleis ma con nomi diversi: per esempio ad


Atene l’assemblea si chiama ecclesìa, a Sparta (forse) si chiama apella.
L’assemblea è l’insieme dei cittadini, raccoglie tutti i cittadini della polis e tutti i
cittadini vi partecipano. Per cittadino però si intende un cittadino maschio,
adulto e di condizione libera. L’assemblea ha il compito di decidere ovvero
detiene quello che oggi si chiama potere legislativo.
2. Consiglio: È un organo elettivo o rappresentativo. Ci vanno i cittadini eletti a
rappresentanza di altri. Anche in questo caso il nome cambia a seconda della
polis: ad Atene si chiama boulè, a Sparta gherusìa. Inoltre come l’assemblea
anche il consiglio legifera.

3. Magistrature: Col termine archai si indicano sia i magistrati che le


magistrature. (è bene sottolinearlo, non hanno niente a che vedere con
quanto si intende oggigiorno con questi termini.) In una polis i magistrati
detengono il potere esecutivo, ovvero si devono assicurare che sia rispettato
quanto deliberato da assemblea e consiglio. Inoltre i magistrati hanno il
compito di gestire l’amministrazione quotidiana della polis, cioè la gestione
delle finanze, l’organizzazione delle feste, la manutenzione di strade ed edifici,
ecc. Dunque i magistrati sono funzionari della polis, sono numerosi e ogni
singolo o gruppo di magistrati si occupa di un aspetto della gestione
amministrativa.

Quello che incide su questi tre elementi istituzionali comuni è il regime politico,
ovvero il sistema di governo della polis. Infatti esistono poleis democratiche (come
Atene) o oligarchiche (come Sparta).

Nel mondo greco la costituzione è il regime politico, detta politeia. A seconda


dell’estensione della sovranità esistono tre tipi di politeia:

1. Monarchia. Il governo di uno.

2. Oligarchia. Il governo di pochi.

3. Democrazia. Il governo di molti, il governo della massa.

A queste andrebbe aggiunta la tirannide che si tratterà approfonditamente in


seguito. Gli effetti della politeia sugli organi di governo sono sostanzialmente due:

 La politeia che incide sull’importanza di questi organi: in una polis


democratica l’organo più importante è l’assemblea, mentre per la polis
oligarchica è più importante il consiglio

 La politeia incide in riferimento al modo con cui sono assegnate le


magistrature: nella polis democratica prevale il sorteggio, quindi i magistrati
vengono sorteggiati mentre nella polis non democratica vi è l’elezione, e per
essere eletti occorre possedere una serie di requisiti che variano a seconda
della polis e riguardano di solito età, reddito, ecc.

Dunque si ha il sorteggio nelle poleis democratiche, l’elezione nelle altre. Ad Atene


però ci sono dei magistrati eletti, come i magistrati che si occupano delle finanze del
popolo (gli alti magistrati finanziari) e gli strateghi (singolare stratego), ovvero i
magistrati che hanno il comando delle forze militari della polis. Queste due cariche
non vengono sorteggiate perché richiedono una competenza specifica.

La polis è una comunità dove accanto ai cittadini ci sono molti che cittadini non
sono, che non hanno il diritto di cittadinanza.

Un secondo significato di politeia è “diritto di cittadinanza”, un terzo è “corpo


civico”, l’insieme dei cittadini. Importante notare che il corpo civico non si identifica
con la popolazione della polis perché la popolazione è fatta anche da non cittadini.
Non sono cittadini gli schiavi, le donne, gli stranieri residenti nella polis. Dunque la
polis greca è una comunità che esclude.

Avere la politeia e, quindi, essere cittadino vuol dire avere diritti e doveri:

 Doveri:
Doveri militari: il cittadino deve difendere la polis in caso di necessità. Le armi
sono di proprietà del cittadino che per procurarsele deve perciò avere un
certo reddito.
Doveri fiscali: il cittadino deve pagare le imposte.

 Diritti
Diritto di voto: Sia attivo che passivo, cioè il cittadino elegge e può essere
eletto.

Diritto di propietà: Il cittadino ha il diritto di possedere un appezzamento di


terra nella chora (o campagna).

Diritto di partecipare al governo della polis.

Per quanto riguarda la nascita della polis vi sono due ipotesi:


-La prima: alcuni studiosi dicono che la polis sarebbe esistita già in epoca micenea
( 2 millennio a.c ).
-La seconda: secondo altri studiosi si potrebbe parlare di dicono che di polis solo in
età classica. Oggi si pensa che la polis si sia definita nel corso dell’VIII sec.
Questo processo è stato immaginato da Domenico Musti come una serie di piccoli
corsi d'acqua che confluiscono ad un certo punto in un unico grande fiume. I piccoli
corsi d'acqua simboleggiano una serie di esperienze di tipo cittadino che anticipano
la polis nei secoli bui, mentre il grande fiume è la polis canonica sorta nell'VIII.

Tra le novità importanti dell’VIII oltre alla polis, ci sono l’alfabeto di origine fenicia
(la Grecia riprende a scrivere) e la nascita dei templi.

I templi non sono da confondere con i santuari, sono due cose diverse: il tempio è la
casa del dio, un edificio monumentale dove all’interno è ospitata la statua di culto
della divinità, l’àgalma, che originariamente era in legno. Preesistenti
cronologicamente al tempio sono l’altare e il temenos, cioè la recinzione dell’area
sacra. Questi tre elementi (altare, temenos, tempio) formano la triade costituente la
forma classica del santuario. Dunque il tempio è l’edificio, il santuario invece è lo
spazio sacro che non comprende solo il tempio ma anche altare e temenos.

La polis aristocratica.

La polis dell’VIII è la polis aristocratica.

Il potere di tale polis è appannaggio di una cerchia ristretta di famiglie aristocratiche.


Le famiglie aristocratiche hanno membri che ricoprono le magistrature e che
siedono nel consiglio.

Può succedere che le famiglie aristocratiche decidano di darsi un leader e spesso, in


queste poleis di VIII, si può sentire parlare di un basileus. Il basileus non è altro che
un leader che le famiglie aristocratiche ad un certo punto decidono di darsi

Questo Basileus non è un re, non ha nulla in comune con il WA-NA-KA miceneo o
con i sovrani orientali.

Nelle poleis dell’VIII la distinzione fondamentale (detta anche dicotomia) è tra chi è
aristocratico e chi non lo è.

La polis è la forma di organizzazione politica più comune del mondo greco ma


un’alternativa è l’Etnos cioè è un termine molto generico che significa “stirpe”,
“popolo”. Ma è un termine usato anche per indicare una forma di governo. Questo
tipo di organizzazione si incontra nelle regioni della Grecia settentrionale
( Macedonia, Epiro ) e Grecia meridionale ovvero Arcana e Arcadia. Etnos significa
insieme di comunità autonome formato da persone che si ritengono di discendere
da un unico antenato. Sono comunità disposte su un territorio, non c’è centro
urbano e non hanno un apparato istituzionale che è invece presente nella polis. Solo
in due occasioni le comunità che formano l’etnos si uniscono e cioè in occasione
delle guerre e della religione. La celebrazione di culti è comune a tutto l’etnos e le
comunità si uniscono intorno a un capo che a volte è eletto e c’è forma assembleare
e a volte c’è una famiglia che esprime il capo.

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