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Profugo Dal latino profŭgus, derivazione di profugĕre «cercare scampo», composto di pro- e fugĕre

«fuggire»] – Persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi
bellici, a persecuzioni politiche o razziali.

Rifugiato [participio passato di rifugiarsi, per traduzione del francese réfugié]. – Rifugiato politico, o
semplicemente rifugiato, individuo che, già appartenente per cittadinanza a uno stato, è accolto, in seguito
a vicende politiche, nel territorio di un altro stato e diviene oggetto di norme internazionali intese ad
assicurarne la protezione

Diritto di asilo Istituto che consiste nella protezione accordata da uno Stato a individui che intendono
sottrarsi nello Stato di origine a persecuzioni fondate su ragioni di razza, religione, nazionalità, di
appartenenza a un particolare gruppo sociale o di opinioni politiche. Il diritto d’asilo non va confuso con lo
status di rifugiato, disciplinato dalla Convenzione del 1951 (Rifugiati. Diritto internazionale). Nella prassi si
distingue altresì l’asilo territoriale, che viene concesso dallo Stato sul suo territorio, dall’asilo
extraterritoriale o diplomatico, accordato dallo Stato all’estero nelle proprie sedi diplomatiche o consolari
(Agenti diplomatici, Consoli).

Richiedente asilo È colui che è fuori dal proprio paese e presenta, in un altro stato, domanda di asilo per il
riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, o per
ottenere altre forme di protezione internazionale. Fino al momento della decisione finale da parte delle
autorità competenti, egli è un richiedente asilo ed ha diritto di soggiorno regolare nel paese di destinazione.
Il richiedente asilo non è quindi assimilabile al migrante irregolare, anche se può giungere nel paese d’asilo
senza documenti d’identità o in maniera irregolare, attraverso i cosiddetti ‘flussi migratori misti’, composti
cioè sia da migranti irregolari che da potenziali rifugiati.

La convenzione di Ginevra

Approvata dall’Onu nel 1954, la Convenzione di Ginevra contiene per la prima volta la definizione del
termine rifugiato È il principale strumento giuridico per la protezione e l’assistenza dei rifugiati. Definisce
anche gli obblighi del rifugiato nei confronti dei governi ospitanti e alcune categorie di persone, per
esempio i criminali di guerra, che non possono accedere allo status. Il riconoscimento avviene da parte
delle autorità nazionali ai sensi della Convenzione. In particolare, l’articolo 33 impone agli Stati contraenti di
“non espellere o respingere – in qualsiasi modo – un rifugiato versoi confini di territori in cui la sua vita o la
sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua
appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche”

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente
riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle
norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel
territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa
l'estradizione dello straniero per reati politici.

“L’articolo 10 attesta che l’Italia si prende cura dei rifugiati politici e non rispettando la Convenzione di
Ginevra fornendogli asilo”

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