Just in time: modello gestionale concepito negli anni Sessanta dalla Toyota; prevede che
la produzione industriale venga avviata solo nel momento in cui si manifesta la domanda e
nei volumi richiesti dal mercato.
Con riferimento alla gestione delle scorte, l’espressione just in time viene spesso riferita a
un metodo di gestione orientato a minimizzare gli sprechi che possono verificarsi nei
rapporti di fornitura attraverso l’acquisto di beni e materiali in base alle richieste di
mercato; il fatto di non anticipare la produzione e, dunque, non accumulare scorte si
riflette soprattutto in una considerevole riduzione dei costi. La gestione delle scorte just in
time richiede, tuttavia, un alto livello di coordinazione tra produttori e fornitori, dal
momento che le forniture arrivano a destinazione solo quando sono necessarie per essere
usate nella produzione o per essere rivendute.
Daimler e Volkswagen lo hanno fatto presente alla Cancelliera, auspicando sostegno dal governo e
dall'Europa
di F. Q. | 6 APRILE 2020
Chissà che a spronare la Germania a “digerire” gli Eurobond non sia l’industria tedesca
dell’auto, che genera un fatturato quantificato in circa 400 miliardi di euro l’anno: una
macchina da circa 5,5 milioni di veicoli prodotti annualmente, che impiega direttamente
quasi 850 mila lavoratori (oltre 1,6 milioni calcolando pure l’indotto).
Naturalmente, la discesa in campo dei giganti teutonici delle quattro ruote non è questione
di buon cuore ma di business. E il punto è questo: la serrata industriale
in Italia e Spagna non consente alle fabbriche tedesche – che rimarranno comunque chiuse
perlomeno fino alle fine delle festività pasquali – di poter riprendere le normali attività.
Questione di componentistica: se manca quella prodotta in Italia e Spagna si blocca la
produzione dell’auto in Germania.
Tutto questo è legato al fatto che nella moderna produzione di veicoli non esiste lo stock della componentistica, se non in piccole
quantità: è il principio della produzione “just in time”, cioè della fabbricazione dell’auto quasi in concomitanza con l’arrivo
delle forniture. Una strategia industriale applicata da tutti i costruttori per risparmiare centinaia di milioni che altrimenti
andrebbero spesi in stoccaggio e gestione dei depositi. Ecco perché i fabbricanti d’auto inglese sono preoccupati del no-deal con
l’Europa, tanto più in questo momento storico: il principio del just in time potrebbe venire a mancare per via dei ritardi dovuti
agli ipotetici controlli doganali.
Come riporta Quattroruote, “in alcuni modelli d’alta gamma prodotti in Germania si arriva fino a quasi
il 20% di componenti italiane e non si tratta solo di pellami o materiali per gli interni ma anche di soluzioni meccaniche ed
elettroniche altamente tecnologiche”. La componentistica italiana conta oltre 2.000 imprese, comprese eccellenze
come Brembo (sistemi frenanti) e Adler (plastiche e interni) e garantisce alla bilancia commerciale del nostro paese un attivo
superiore a 5 miliardi di euro.
Pertanto, secondo ricostruzioni della stampa internazionale, colossi come Volkswagen, BMW e Daimler avrebbero chiesto al
governo tedesco di elaborare un pacchetto di interventi europei per contrastare la crisi del settore, esplicitando che la risoluzione
di quest’ultima è indissolubilmente legata alla situazione industriale dei fornitori italiani e spagnoli. Un monito importante nel
braccio di ferro venutosi a creare fra Italia, Francia, Spagna, che chiedono luce verde sull’emissioni degliEurobond – titoli di
debito comunitari studiati per fronteggiare la crisi economica a livello di Unione Europa –, e Olanda e Germania che, invece,
vorrebbero attingere al fondo Salva-Stati per non dover condividere l’onere degli Eurobond con paesi considerati meno
affidabili nella gestione dei conti pubblici e dell’indebitamento. Come il nostro, appunto.
Ma per la Germania l’industria delle quattro ruote rappresenta il 16% dell’export, il 20% del fatturato industriale e il 12% del Pil:
il che potrebbe essere una leva più che sufficiente a far cambiare idea alla Cancelliera Merkel sulla necessità di aprire agli
Eurobond. Nell’incontro fra costruttori e governo di Berlino è stata anche sottolineata la necessità
di supportare finanziariamente i fornitori, specie quelli più piccoli, con liquidità immediata per evitare il loro fallimento e il
conseguente scenario di paralisi produttiva sopra descritto
Consonno, è una frazione del comune di Olginate, in provincia di Lecco, più comunemente
conosciuta come la città fantasma.
Fino agli anni 60 Consonno era un piccolo paese di circa 300 abitanti che vivevano grazie ad attività
legate all’agricoltura e all’artigianato locale. Nel 1962 il Conte Mario Bagno di Vercelli, ma con
origini milanesi, pensò che Consonno sarebbe diventata la Las Vegas d’Italia. Vista la posizione,
facilmente raggiungibile da Milano, Bagno decise che questo piccolo paese vicino ad Olginate,
dedito all’agricoltura, sarebbe invece diventato il paese dei balocchi con lusso e divertimento
sfrenato.
Una volta ottenuto i permessi in comune iniziò la demolizione di questo piccolo borgo. Le case, le
stalle, le corti, gli orti coltivati, tutto abbattuto; rimasero in piedi solo la chiesa e il cimitero.
Consonno oggi
Raggiungere Consonno oggi non è facile, non ci sono indicazioni, si deve percorrere una strada in
salita in mezzo ai boschi e una volta arrivati c’è una sbarra che ne impedisce l’ingresso. Una volta
parcheggiato si scorge subito l’imponente torre del minareto, si inizia a camminare in quello che è
uno stato di abbandono totale. Un camion arrugginito e completamente sfasciato, vetri rotti,
calcinacci, fil di ferro e altre accozzaglie per terra. Tutto gli edifici sono pieni di graffiti e con segni
evidenti di decadenza dovuti al tempo e all’abbandono.
Visitiamo il minareto ed entriamo in quelle che erano le stanze, in alcune si trovano ancora
materassi, resti di scrivanie e sui pavimenti lattine di birra, coca cola e qualsiasi tipo di spazzatura.
Più avanti troviamo ciò che resta dell' antico brogo, la Chiesa di San Maurizio. Ed è proprio da
questa piccola chiesetta che l’Associazione “Amici di Consonno” ha deciso di ricominciare. Ogni
anno vengono organizzati degli eventi per poter dare ancora un senso e un po’ di vita a questo
borgo. E’ stato allestito un bar con cucina e qui si festeggia sempre la Pasquetta, La Burrolata (ad
Ottobre) e la festa del patrono San Maurizio (a Settembre). Negli ultimi anni a Consonno sono stati
organizzati anche i mondiali di Nascondino. Sono state girate anche alcune scene del famoso
videogioco “Fallout 4”, spot pubblicitari, film e serie tv.
Visitare Consonno è quindi un mix di emozioni difficili da descrivere a parole, ci si immedesima nei
tempi che furono, al piccolo paese di circa 300 persone che venne poi trasformato nella Las Vegas
d’Italia. All’entrata del paese c’è lo striscione “Consonno è il paese più piccolo ma più bello del
mondo” e in effetti, per alcuni versi è ancora così. La Las Vegas d’Italia è qui, con la sua storia, il
suo presente e forse il suo futuro.
Le 7 P di Philip Kotler
Philip Kotler, Autore della Trasformazione del Marketing in Disciplina Scienti
Il Modello delle 4 P
Le 4 P, leve principali del Marketing Tradizionale, sono state elaborate verso gli anni Sessanta da
Jerome McCarthy. Queste, si riferiscono per lo più a prodotti tangibili.
Successivamente, Philip Kotler ha contribuito al loro Sviluppo, infatti nel 1993, con il proseguire
degli studi sul Marketing, con Robert E. Lauterborn, precursore della Comunicazione, si sposta
l’Interesse dal prodotto o servizio verso il potenziale Cliente, aggiungendo al modello delle 4 P,
altre
3 P: divenendo così le 7 P.
Le 3 P aggiuntive, trattano le cause esterne e si occupano del Valore degli stessi prodotti o servizi.
Il Marketing è l’individuazione e il soddisfacimento dei bisogni umani e
sociali”.
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Insieme di Variabili delle Strategie di Marketing attuate dalle Imprese per raggiungere gli Obiettivi
di vendita pre
ssati.
Il
ne ultimo è Proporre al Mercato un prodotto o un servizio che sia adatto al Target al quale si
riferisce, che abbia un prezzo complementare al prodotto e che sia generato nel momento giusto.
Le 7 P
PRODOTTO (PRODUCT):
Oggetto con il quale si Soddisfa il bisogno del Cliente.
Il prodotto può essere tangibile o intangibile.
Inoltre deve rispondere alla Domanda del Mercato ed essere adatto al Target a cui si riferisce.
Per far sì che ciò avvenga correttamente, innanzi tutto, viene effettuata una Ricerca di Mercato
riferita al prodotto che si vuole Offrire.
Successivamente viene valutato il Ciclo di Vita del prodotto, quindi se questo può essere in
crescita,
in lancio o in declino.
L’ultimo passaggio consiste nell’Ampliare la linea di gamma, incrementando il mercato.
Il prodotto è formato da elementi:
Il prezzo rappresenta la Qualità del prodotto, difatti quando vi è un prezzo basso, solitamente si
pensa che il prodotto non abbia una buona qualità; ma anche un prezzo elevato, nella Percezione
del Cliente, può portare ad uno scarso Interesse, tanto che possa rivolgersi ai Competitors.
Inoltre, il prezzo si analizza in base a fattori esterni o interni. Nel primo caso, si prende in
considerazione la concorrenza; nel secondo, si analizzano gli Obiettivi prestabiliti dalle Strategie di
Marketing.
Vi sono tre tipologie di prezzo: Il Prezzo Obiettivo, Il prezzo Medio e il Prezzo di Costo.
Il prezzo è anche composto da: termini di pagamento, disponibilità di credito, sconti e abbuoni.
POSIZIONAMENTO DISTRIBUZIONE (PLACEMENT):
La Posizione è il Luogo in cui si potrà trovare il prodotto o il servizio.
Bisogna scegliere con molta Attenzione i Canali di riferimento, tenendo conto delle preferenze del
target.
La Distribuzione si attua attraverso la Gestione del Channel Management, dei Servizi di Logistica e
della Copertura del Mercato.
Per la distribuzione del prodotto, vi sono varie strategie: intensiva, esclusiva, selettiva, franchising
e
af
liazioni.
PROMOZIONE (PROMOTION):
La Promozione è la Pubblicizzazione di un’Azienda, un Prodotto o un Servizio nel mercato.
Essa comprende:
Le Pubbliche Relazioni (mostre, sponsorizzazioni, seminari, conferenze);
La Pubblicità (giornali, televisione, mass media, radio, online advertising);
La Promozione delle Vendite;
L’Organizzazione della Vendita;
Il Marketing Diretto;
La Vendita Personale;
Il Web Marketing.
La Promozione si divide in: Pubblicità d’Immagine o Promozionale. Le Imprese applicano quella più
congruente alle loro esigenze ed al loro target di riferimento.
PEOPLE (PERSONE):
Consiste nelle Persone che fanno parte dello stesso target.
Viene utilizzata per la Ricerca dei Professionisti che si possano occupare della Gestione dei Clienti.
Le Attività principali da svolgere sono:
Costumar Care;
Copywriter;
Seo;
Sem;
Social Media Marketing.
L’Obiettivo che si pone la Quinta P è di apportare un alto grado di Umanizzazione del Brand, in
modo da renderlo complementare all’Azienda.
PROCESSO (PROCESS):
Il Processo è incentrato sull’Organizzazione dell’offerta del prodotto o del servizio.
Questo, deve rispecchiare le richieste del Consumatore e ridurre i Costi dell’Ottimizzazione.
L’Organizzazione dei Processi porta ad un aumento dei pro
tti.
Philip Kotler spiega il nuovo marketing: «L'unica via per la crescita» Il più
noto esperto mondiale, in Italia in occasione del Forum che porta il suo nome, ha
tenuto una lezione sul futuro del marketing, sostenendo che «la formula per la
crescita dell’economia e del business è data da “Innovazione + Marketing”», e che
le note 4P (Product, Price, Place, Promotion) sono ormai soppiantate dalle 5C
(Customers, Company, Collaborators, Competitors, Context).
E ha descritto il CMO di oggi: orientato ai dati e al ROI.
[ …… ]
Il modello di marketing delle 4P è obsoleto: è ora delle 5C
«Molte persone pensano che il marketing sia lo strumento di supporto delle vendite, attraverso
advertising e promozione», ha spiegato Kotler.
«In realtà, il marketing permette di identificare i target ed il mercato ed è quella disciplina che
attraverso l’analisi e il planning permette di “dare vita” al CCDV (CCDV: create, communicate,
deliver, value), cioè crea, comunica e rende disponibile ad una community un valore superiore.
Il marketing aiuta l’azienda (non solo le vendite!) a scoprire nuove opportunità di mercato e di
business, nonché a identificare i bisogni ed i desideri insoddisfatti di una determinata clientela».
Una visione che mette quindi definitivamente in cantina il vecchio modello delle 4P per lasciare
spazio alle nuove teorie che vedono il marketing basarsi sui pilastri delle 5C: Customers,
Company, Collaborators, Competitors, Context.
Quando questi elementi sono ben calibrati, allora possiamo essere competitivi
ed avere una buona possibilità di successo sul nostro mercato di riferimento
che sappiamo essere ogni giorno un terreno di conquista sempre più
complesso.
Va detto che c’è una specie di gara ad incrementare le 4P aggiungendone di
altre, ulteriori P come magari Pubblicità (che in effetti è diversa dalla
promozione già presente) oppure Packaging… perché no? Sono tutte voci
importanti che fanno parte di quelle considerazioni importanti di cui tenere
conto oltre alle 4p del Marketing Mix canoniche.
Prima di analizzare nello specifico le singole voci, scopriamo che ci sono anche
altri strumenti da tenere in considerazione per una corretta impostazione del
marketing dell’impresa, per cui è preferibile mantenere i 4 principali già elencati,
e da questi estrarne una serie più approfondita di attività, come esposto nella
immagine che segue:
Le imprese tuttavia devono tenere ben presente che il punto di vista del cliente è
diverso, per cui devono prima porsi nei panni del compratore e pensare in
termini di valori ricercati, perché il nostro marketing mix deve creare la strada
per incontrare i favori del potenziale cliente, che è sempre più “persona
senziente” piuttosto che “consumatore seriale”.
Prodotto:
Alla base di qualsiasi attività c’è un prodotto o servizio offerto, e l’impresa
dev’essere capace a differenziarsi sul mercato e magari fare un’offerta migliore.
Le differenze possono essere riassunte in differenze fisiche, differenze nella
distribuzione, differenze di servizio, differenze di prezzo, differenze d’immagine.
È facilmente intuibile come ogni differenza è poi scomponibile in varie altre
sottocategorie che possono rendere davvero la proposta unica.
Prezzo:
Il prezzo si differenzia dalle altre tre variabili in quanto produce ricavi, mentre le
restanti producono costi, o per meglio dire, investimenti.
Calcolare il prezzo per stare sul mercato nel modo più profittevole possibile è
complicato, basti pensare che abbassando i prezzi si vendono più unità di
prodotto ma con meno ricavo sul singolo pezzo, però otteniamo più forza sui
fornitori e sulla rete vendita… alzandoli troppo rischieremo invece di non vendere
affatto scontentando i nostri agenti commerciali e perdendo quote di mercato. Il
lavoro sta quindi nel trovare il giusto punto di equilibrio; a tale scopo può
esserci utile il calcolo del BREAK EVEN POINT, argomento che sarà oggetto di
approfondimento in un articolo dedicato.
Sono scelte strategiche da valutare e pianificare con la massima attenzione e le decisioni devono
essere frutto di considerazioni fatte su numeri e relative rappresentazioni su grafici.
Promozione
La promozione comprende tutti quegli strumenti (sono molti) con i quali possiamo
comunicare un messaggio al nostro target e si possono suddivideresostanzialmente in sei
macrocategorie:
Pubblicità, promozione delle vendite, pubbliche relazioni, vendita personale, marketing diretto, web
marketing.
Packaging
Il packaging è la confezione del prodotto/servizio. Si, anche del servizio, perché
non si intende con il termine packaging la sola scatola contenitore, ma
l’immagine che offriamo al mercato di ciò che facciamo.
Bastano pochi secondi agli occhi dei nostri interlocutori per farsi una opinione
su di noi, i nostri prodotti e i nostri servizi, quindi questa voce del marketing mix
è davvero importante. Sarà questa prima immagine percepita ad influire in modo
determinante sulle decisioni del nostro target e resterà impressa nella mente per
lungo tempo. Ecco allora che entreranno a far parte di questa voce per esempio
anche il parcheggio esterno dell’impresa, il giardino, l’ingresso, la reception e la
sala d’aspetto, gli arredi e gli uffici, i biglietti da visita… insomma tutto ciò che
contribuirà alla determinazione di una immagine aziendalepercepita più o meno
positiva.
Posizionamento
“Il modo in cui sei visto e pensato dai tuoi clienti è il fattore determinante del tuo
successo in un mercato competitivo” (dal libro Positioning di Al Reis e Jack
Trout)
Nella scelta strategica del posizionamento dobbiamo tenere ben presente che
nella mente del nostro interlocutore c’è un solo posto per il posizionamento del
nostro prodotto/servizio, per cui dovremo di conseguenza incentrare tutta la
comunicazione aziendale su quel elemento ed essere più che certi della
direzione (AlfaRomeo= sportività). Il prezzo (un fondamento del marketing mix)
può essere fortemente influenzato dal posizionamento della nostra attività.
Persone
Sapete cosa distingue un’azienda da una impresa? Le persone. Si perché
l’azienda c’è anche a cancelli chiusi magari il giorno di Natale, l’impresa invece
no: una è l’organizzazione dei beni strumentali, l’altra è l’attività che le persone
svolgono per lo sviluppo del business.
La più diretta conseguenza è che i lavoratori sono l’anima del business (almeno
fino ad ora). Da qui la centralità della gente per il business.
“Meglio utilizzare una scimmia per prendere una noce di cocco da un albero,
piuttosto che educare un tacchino a farlo”, è una citazione impressa nella mia
memoria (della quale non ricordo l’autore ahimè) che a modo suo spiega quanto
sia strategico e fondamentale per il successo dell’impresa avere le persone
giuste al posto giusto. Sono, e saranno sempre, i talenti a fare la
differenzadentro un’attività.
Il sondaggio è uno strumento tecnico che segue regole precise e non sono
semplici domandine curiose, e il suo risultato può evitare duri colpi sia in termini
economici che di frustrazioni personali e professionali. Se poi il sondaggio darà
ragione alla vostra intuizione, bene! Vi fornirà comunque tutta una serie di
informazioni utilissime al vostro marketing che, ricordiamolo, è una scienza e in
quanto tale si basa sulle informazioni, non sulla speranza.
Marketing mix: insieme delle leve di marketing che l’impresa definisce e impiega
per soddisfare il consumatore e raggiungere i propri obiettivi di mercato.
Secondo il classico modello delle 4P ideato da McCarthy, le leve fondamentali del
marketing mix sono: prodotto (Product), prezzo (Price), punto vendita o, più in
generale, distribuzione (Place) e promozione o, più in
generale, comunicazionecommerciale (Promotion).
La scelta della combinazione ottimale dei fattori di marketing dipende prevalentemente
dalla strategia di posizionamento dell’impresa e dalle caratteristiche del mercato obiettivo
(propensione all’acquisto dei consumatori, concorrenti diretti e indiretti, stadio del ciclo di
vita del prodotto).
L’idea del marchio “Clean & Safe”, “pulito e sicuro”, è semplice: da una
parte il Governo federale e le associazioni di categoria hanno elaborato
piani di protezione obbligatori e nazionali per gli operatori che intendono
riaprire, sotto il controllo e le sanzioni delle autorità dei singoli Cantoni;
dall’altra, le principali associazioni, coordinate dall’Ente federale Svizzera
Turismo, hanno approntato un programma applicativo di tali piani, un
marchio unico e riconoscibile e una piattaforma informativa a
disposizione dei consumatori.
Cos’è il branding?
Il branding è l’insieme di attività ‘intangibili’ dell’azienda, servizio e prodotto. È
la definizione di una ‘relazione emozionale’ tra i clienti e l’attività.
Il branding si potrebbe definire come un’esperienza. Lo sviluppo del branding
consiste nella mission, i valori, la visione e la voce dell’azienda. Quindi si può
dire che è come un’esperienza completa che il cliente vive con il brand. Si
tratta del modo in cui il tuo pubblico percepisce il brand. Ciò che resta
impresso quando pensa alla tua attività. È la relazione psicologica che si
stabilisce tra azienda e cliente.
Il branding è la personalità, lo stile della tua attività che il cliente sperimenta
utilizzando il tuo prodotto. È ciò che aiuta a dare forma alla tua attività e ciò
che ti differenzia dai tuoi competitors tra le altre cose.
La gente ‘si innamora’ dei brand, si fida di loro e considera la loro superiorità.
Un chiaro esempio di tutto ciò è Apple. Ci sono fans del brand che hanno
comprato e continuerebbero a comprare i prodotti anche se non sono i
migliori o i più convenienti rispetto alla concorrenza.
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Marketing Digitale
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Per comprendere le differenze tra branding, brand e identità di brand e per costruire
un brand di successo, ci sono tre termini chiave che devi considerare per conoscere
le differenze:
Cos’è il branding?
Il branding è l’insieme di attività ‘intangibili’ dell’azienda, servizio e prodotto. È la
definizione di una ‘relazione emozionale’ tra i clienti e l’attività.
Il branding si potrebbe definire come un’esperienza. Lo sviluppo del branding
consiste nella mission, i valori, la visione e la voce dell’azienda. Quindi si può dire che
è come un’esperienza completa che il cliente vive con il brand. Si tratta del modo in
cui il tuo pubblico percepisce il brand. Ciò che resta impresso quando pensa alla
tua attività. È la relazione psicologica che si stabilisce tra azienda e cliente.
Il branding è la personalità, lo stile della tua attività che il cliente sperimenta
utilizzando il tuo prodotto. È ciò che aiuta a dare forma alla tua attività e ciò che ti
differenzia dai tuoi competitors tra le altre cose.
In questo modo la strategia che si può pianificare per creare il branding è come,
cosa, dove, quando e a chi desideri comunicare e mostrare i messaggi e i valori del
brand.
Logo.
Colori chiave (palette colori).
Tipi di font corporate.
Elementi tipografici standard.
Stile consistente delle immagini.
Archivio elementi grafici.
L’obiettivo è usare tutti gli elementi visuali e fisici per creare un’impressione positiva
nei tuoi clienti. L’identità di brand inoltre:
Cos’è un logo?
1.- Skype
2 – Spotify
La brand guide di Spotify può sembrare semplice ma il brand non è formato solo da
un cerchio verde. La paletta dei colori di Spotify include tre codici colore mentre il
resto degli elementi si focalizzano sulla variazione del logo. La guida del branding,
brand e identità visuale di Spotify ti permette anche di scaricare una versione
icona del suo logo quindi è più facile rappresentare l’azienda senza ricrearla in
autonomia.
Herban Kitchen ha una paletta colori e font nella sua guida di stile. Questi elementi
aiutano a mostrare non solo come comparirà il logo del brand ma anche come si
vedranno i diversi elementi per i clienti potenziali.
La fotografia, il colore e il tono della voce compaiono come elementi del brand
ispirati alla California di Urban Outfitters. Ovviamente l’azienda non
lesina informazioni riguardo ai consumatori ideali e ai valori del brand.
Love to Ride, un’azienda di biciclette. La varietà di colori che utilizza ha a che fare con
la sua guida di stile. Gli elementi del brand includono nove codici colori e
tonnellate di dettagli sui loghi e le immagini.
La guida di stile dell’Università delle arti di Helsinki è più di un album creativo del
brand e più di una guida di marketing tradizionale. Ti mostra decine di contesti in cui
si può vedere il logo, incluso in versione animata.
9.- Netflix
Riguardo alle sue attività di brand, Netflix si focalizza principalmente sul trattamento
del logo. L’azienda offre un insieme semplice di regole che riguardano la
dimensione, l’ubicazione e il font, come il codice colore per il suo logo, rosso
classico.
Se come brand hai bisogno di aiuto per migliorare il branding, il brand e l’identità
visuale della tua azienda, mettiti in contatto con Antevenio. Troverai ciò che cerchi.
Non aspettare oltre.
Fare naming è una delle operazioni creative più complesse del marketing che
non porta da nessuna parte se non viene canalizzata in modo strategico. Dare un
nome è tutt’altro che semplice. In pochissime parole, a volte dentro 1 soltanto,
devo metterci tantissimo significato, l’essenza di un’azienda, di un prodotto o di
un servizio.
La palette di possibilità è ampia e deve prima o poi restringersi, meglio se con
un buon brief e una buona analisi, fino a far incontrare in un solo punto le
esigenze del proprietario del nome con quelle di chi quel nome lo dovrà usare:
lì, in quel punto, c’è il nome giusto. Ci sono centinaia di opzioni e altrettanti
modi per costruire i nomi di un marchio.
Individuare la tipologia di nome che strategicamente è giusta per noi può
portarci molti vantaggi. Ma quanti tipi di nomi esistono? Come si fa a scegliere
quello giusto?
In questo post analizzo i tipi di nomi di brand e li esamino da 2 punti di vista:
categoria e costruzione. Tutti i nomi di brand e prodotto che esistono oggi
rientrano in una di queste 5 categorie:
1. nome descrittivo
2. nome suggestivo
3. nome del fondatore
4. acronimo
5. neologismo
Queste 5 categorie sono come degli archetipi. Ti guidano e ti aiutano a
determinare il tipo di storia che vuoi raccontare.
L’altro giorno passeggiavo per Pantin insieme a 2 amici francesi che
scherzavano sulla moda di questi ultimi anni a Parigi di dare nomi didascalici
alle attività: per esempio il negozio di occhiali che si chiama “Lunettes” (in
francese occhiali) o la steak house che si chiama “viande” (carne).
Eh sì, anche i nomi hanno dei trend: riguardano i vari settori ma soprattutto
i periodi. Infatti dalla fine del 1800 ai primi del 1900 i nomi dei marchi erano
per lo più nomi di persone, cognome del fondatore, nome e cognome. Verso la
metà del secolo sono diventati per lo più descrittivi, descrivevano il prodotto o
l’attività, per arrivare tra la fine del 1900 fino a oggi, a nomi più originali e
particolari. Vediamoli insieme.
ll nome descrittivo
Il nome descrittivo tende a spiegare il prodotto o il servizio facendo capire
subito di cosa si tratta e cosa si vende. Per esempio:
Perlana
Divani&Divani
Swiss Air
Scarpe&Scarpe (con evidente mancanza di originalità)
Sottilette
I nomi descrittivi sono funzionali e posizionano chiaramente il marchio: sono
di immediata comprensione, facili da scegliere, ma spesso limitano il
prodottostesso, hanno scarsa personalità e sono deboli a livello commerciale
e legale.
Nei nomi descrittivi non c’è alcuna ambiguità: hanno l’indubbio vantaggio
della chiarezza tendendo all’ovvietà ma è proprio questo che li rende efficaci.
Quando ti trovi di fronte a un nome descrittivo non devi pensarci troppo perché
sai di cosa si tratta. Il nome descrittivo può essere molto più difficile da
possedere e da proteggere.
Un buon nome può avere diversi pregi, ogni tipologia di nome ha i propri, ed è
capace di ottimizzare le vendite di un buon prodotto, ma un buon nome non
può salvare un prodotto scadente. Il nome sbagliato, invece, può banalizzare
un brand, ostacolandone il successo.
Il nome suggestivo
I nomi suggestivi riflettono immagini e significati legati strettamente al brand.
Funzionano attraverso le metafore, le analogie o le associazioni.
Il nome suggestivo tende a connotare il prodotto e per questo è più coraggioso
da scegliere rispetto al nome descrittivo: è di forte impatto, ha una grande
personalità, rappresenta una reale opportunità per comunicare ed è forte a
livello commerciale e legale. Facciamo qualche esempio:
Bacio
Lush
Amazon
Il Rio delle Amazzoni si trova in Sud America ed è il fiume più grande del
mondo: Amazon voleva affermare di essere il più grande magazzino di prodotti
al mondo. Prende il concetto di grandezza del fiume e se lo mette addosso.
Nike
Apple
In inglese mela. Apple non vende mele e per questo non è un nome descrittivo.
È un nome reale che è stato associato a un altro ambito di significati: in questo
caso la tecnologia. Il nome Apple prende vita insieme al logo con la mela
morsicata: il morso simboleggia la conoscenza e gioca sul termine
inglese bitemordere, omofono di byte, l’unità di misura informatica.
• Gli amministratori redigono il progetto di bilancio unitamente alla relazione sulla gestione.
• Il bilancio con le relazioni degli amministratori, dei sindaci e/o del soggetto incaricato alla
revisione legale sono depositati presso la sede sociale, unitamente alle copie integrali dell'ultimo
bilancio delle società controllate e al prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio
delle società collegate almeno 15 giorni prima di quello fissato per l’assemblea.
• L’assemblea ordinaria dei soci che si riunisce entro il 30 aprile approva il bilancio.
I termini per le formalità appena descritte sono i seguenti e variano a seconda della presenza
o meno del collegio sindacale e/o dell’organo di revisione.
Nell’avviso di convocazione dell’assemblea può essere già fissato il giorno per la seconda
convocazione, che non può aver luogo nello stesso giorno fissato per la prima e che deve
essere fissato entro 30 giorni dalla data della prima convocazione. Il termine ultimo per
l’approvazione del bilancio in seconda convocazione è il 30 maggio 2019.
È possibile prevedere nello statuto un termine maggiore, in ogni caso non superiore ai 180
giorni, per la l’assemblea in prima convocazione (29 giugno 2019) o in seconda (29 luglio
2019), che approva il bilancio:
• se lo richiedono particolari esigenze relative alla struttura ed all'oggetto della società (per
esempio: ampliamento dell’organizzazione territoriale della società a cui non corrisponda ancora
un adeguamento della struttura amministrativa; esistenza di un’organizzazione produttiva e
contabile decentrata in più sedi periferiche, ciascuna con contabilità autonoma e separata;
dimissioni amministratori in prossimità dell’avvio dell’iter di formazione del bilancio; variazione del
sistema informatico).
Vale la pena ricordare che le società hanno l’obbligo di indicare in nota integrativa il ricevimento
di sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e vantaggi economici di qualunque genere dalle
amministrazioni pubbliche e dai soggetti equiparati, qualora sia superiore a 10.000 euro (L. n.
124/2017, art. 1, commi 125 -129). Data la novità della norma e la sua non facile applicazione, il
CNDCEC, il 21 febbraio scorso, con una nota ha comunicato che questo nuovo obbligo potrà
consentire di allungare i tempi per l’approvazione del bilancio da 120 a 180 giorni.
Anche la normativa contenuta nell’ultima legge di bilancio in materia di rivalutazione dei beni
di impresa (Art. 1, commi 940-950, L. n. 205/2018) consentirà di allungare i termini di
approvazione del bilancio di esercizio. In nota integrativa dovrà dar conto di tale operazione
per quanto concerne l’impatto della rivalutazione sui beni e gli effetti sul patrimonio netto.
PATRIMONIALE
ATTIVO 20XX
A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI 0,00
B) IMMOBILIZZAZIONI
I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 2.000,00
1) Costi d'impianto e di ampliamento 0,00
2) Costi di ricerca, sviluppo e di pubblicità 0,00
3) Diritto di brevetto industriale e di utilizzo delle opere d'ingegno 2.000,00
4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 0,00
5) Avviamento 0,00
6) Immobilizzazioni in corso e acconti 0,00
7) Altre 0,00
II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 519.745,00
1) Terreni e fabbricati 492.700,00
2) Impianti e macchinari 18.225,00
3) Attrezzature industriali e commerciali 0,00
4) Altri beni 8.820,00
5) Immobilizzazioni in corso e acconti 0,00
III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE 0,00
1) Partecipazioni 0,00
a) imprese controllate 0,00
b) imprese collegate 0,00
c) imprese controllanti 0,00
d) altre imprese 0,00
2) Crediti 0,00
a) verso imprese controllate 0,00
b) verso imprese collegate 0,00
c) verso controllanti 0,00
d) verso altri 0,00
3) Altri titoli 0,00
4) Azioni proprie 0,00
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI ( B ) 521.745,00
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I - RIMANENZE 94.500,00
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 50.000,00
2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 0,00
3) Lavori in corso su ordinazione 0,00
4) Prodotti finiti e merci 44.500,00
5) Acconti 0,00
II - CREDITI 4.544,50
1) Verso clienti 4.462,50
2) Verso imprese controllate 0,00
3) Verso imprese collegate, controllate 0,00
4) Verso imprese controllanti 0,00
4-bis) Crediti tributari 82,00
4-ter) Imposte anticipate 0,00
5) Verso altri 0,00
III - ATTIVITA' FINANZIARIE CHE NON COST. IMMOBILIZZAZIONI 0,00
Bilancio d'esercizio - esercizio n.6 pag.441 stato patrimoniale attivo
PATRIMONIALE
PASSIVO 20XX
A) PATRIMONIO NETTO
I - Capitale 323.959,30
II - Riserva di sovrapprezzo azioni 0,00
III - Riserva di rivalutazione 0,00
IV - Riserva legale 0,00
V - Riserva per azioni proprie in portafoglio 0,00
VI - Riserva statutarie 0,00
VII - Altre riserve distintamente indicate
Riserva straordinaria 0,00
Riserva da arrotondamenti 0,00
VIII - Utile (perdite) portate a nuovo 0,00
IX - Utile (perdita) dell'esercizio 13.566,10
TOTALE PATRIMONIO NETTO ( A ) 337.525,40
D) DEBITI
1) Obbligazioni 0,00
2) Obbligazioni convertibili 0,00
3) Debiti verso soci per finanziamenti 0,00
4) Debiti verso banche 101.626,08
5) Debiti verso altri finanziatori 0,00
6) Acconti 1.125,00
7) Debiti verso fornitori 124.810,70
8) Debiti rappresentati da titoli di credito 0,00
9) Debiti verso imprese controllate 0,00
10) Debiti verso imprese collegate 0,00
11) Debiti verso imprese controllanti 0,00
12) Debiti tributari 22.602,60
13) Debiti verso Istituti di prev. e sicurezza sociale 23.850,00
14) Altri debiti 0,00
TOTALE DEBITI ( D ) 274.014,38
ECONOMICO
20XX
A) VALORE DELLA PRODUZIONE
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 791.187,50
2) Variazioni delle rim di prodotti in corso di lav, semilavorati e finiti 0,00
3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione 0,00
4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 0,00
5) Altri ricavi e proventi 1.450,00
TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE 792.637,50
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
6) Per materie prime,sussidiarie, di consumo e di merci 133.046,58
7) Per servizi 224.640,00
8) Per godimento beni di terzi 0,00
9) Per il personale 439.063,42
a) Salari e stipendi 312.750,00
b) Oneri sociali 100.080,00
c) Trattamento di fine rapporto 26.233,42
d) Trattamento di quiescenza e simili 0,00
e) Altri costi 0,00
10) Ammortamenti e svalutazioni 47.267,50
a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 1.250,00
b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 43.655,00
c) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni 0,00
d) Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante
e delle disponibilità liquide 2.362,50
11) Variazioni delle rim di materie prime, sussidiarie, di cons e merci -76.500,00
12) Accantonamenti per rischi 200,00
13) Altri accantonamenti 0,00
14) Oneri diversi di gestione 0,00
TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE 767.717,50
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE 24.920,00
C) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI
15) Proventi da partecipazioni 0,00
16) Altri proventi finanziari 410,00
a) Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni 0,00
b) Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni 0,00
c) Da titoli iscritti nell'attivo circolante 0,00
d) Proventi diversi dai precedenti 410,00
17) Interessi ed altri oneri finanziari -6.182,50
17-bis) Utili e perdite su cambi 0,00
TOTALE PROVENTI ED ONERI FINANZIARI -5.772,50
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA' FINANZIARIE
18) Rivalutazioni 0,00
a) Di partecipazioni 0,00
b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono immobiliz 0,00
c) Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non cost immobiliz 0,00
19) Svalutazioni 0,00
a) Di partecipazioni 0,00
b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono immobiliz 0,00
c) Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non cost immobiliz 0,00
TOTALE RETTIFICHE 0,00
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 19.147,50
20) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate -5.581,40
21) UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO 13.566,10
STATO PATRIMONIALE
ATTIVO 20XX 20XX - 1
A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI 100,00 100,00 B)
IMMOBILIZZAZIONI
I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 600,00 590,00 1) Costi d'impianto e di ampliamento 100,00 105,00
2) Costi di ricerca, sviluppo e di pubblicità 50,00 55,00 3) Diritto di brevetto industriale e di utilizzo delle opere
d'ingegno 200,00 210,00 4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 150,00 120,00 5) Avviamento 90,00 100,00
6) Immobilizzazioni in corso e acconti 10,00 0,00 7) Altre 0,00 0,00 II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
4.280,00 4.250,00 1) Terreni e fabbricati 0,00 0,00 2) Impianti e macchinari 2.500,00 2.650,00 3) Attrezzature
industriali e commerciali 1.030,00 800,00 4) Altri beni 750,00 800,00 5) Immobilizzazioni in corso e acconti 0,00
0,00 III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE 900,00 860,00 1) Partecipazioni 650,00 650,00 a) imprese
controllate 0,00 0,00 b) imprese collegate 650,00 650,00 c) imprese controllanti 0,00 0,00 d) altre imprese 0,00
0,00 2) Crediti 200,00 150,00 a) verso imprese controllate 0,00 0,00 b) verso imprese collegate 0,00 0,00 c)
verso controllanti 0,00 0,00 d) verso altri 200,00 220,00 3) Altri titoli 0,00 0,00 4) Azioni proprie 50,00 60,00
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI ( B ) 5.780,00 5.700,00 C) ATTIVO CIRCOLANTE
I - RIMANENZE 150,00 140,00 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 100,00 90,00 2) Prodotti in corso di
lavorazione e semilavorati 0,00 0,00 3) Lavori in corso su ordinazione 0,00 0,00 4) Prodotti finiti e merci 50,00
50,00 5) Acconti 0,00 0,00 II - CREDITI 1.700,00 1.340,00 1) Verso clienti 1.550,00 1.220,00 2) Verso
imprese controllate 0,00 0,00 3) Verso imprese collegate, controllate 0,00 0,00 4) Verso imprese controllanti 0,00
0,00 4-bis) Crediti tributari 20,00 30,00 4-ter) Imposte anticipate 0,00 0,00 5) Verso altri 130,00 90,00 III -
ATTIVITA' FINANZIARIE CHE NON COST. IMMOBILIZZAZIONI 50,00 40,00 1) Partecipazioni in imprese
controllate 0,00 0,00 2) Partecipazioni in imprese collegate 0,00 0,00 3) Partecipazioni in imprese controllanti 0,00
0,00
4) Altre partecipazioni 0,00 0,00 5) Azioni proprie 0,00 0,00 6) Altri titoli 50,00 40,00 IV - DISPONIBILITA'
LIQUIDE 440,00 410,00 1) Depositi bancari e postali 420,00 370,00 2) Assegni 10,00 4,00 3) Denaro e valori in
cassa 10,00 36,00 TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C ) 2.340,00 1.930,00 D) RATEI E RISCONTI
80,00 70,00 TOTALE (A + B + C + D) 8.300,00 7.800,00
STATO PATRIMONIALE
PASSIVO 20XX 20XX - 1
A) PATRIMONIO NETTO
I - Capitale 3.000,00 3.000,00 II - Riserva di sovrapprezzo azioni 0,00 0,00 III - Riserva di
rivalutazione 0,00 0,00 IV - Riserva legale 600,00 575,00 V - Riserva per azioni proprie in
portafoglio 0,00 0,00 VI - Riserva statutarie 100,00 75,00 VII - Altre riserve distintamente
indicate
Riserva straordinaria 0,00 0,00 Riserva da arrotondamenti 1,00 0,00 VIII - Utile (perdite)
portate a nuovo 145,00 45,00 IX - Utile (perdita) dell'esercizio 450,00 260,00 TOTALE
PATRIMONIO NETTO ( A ) 4.296,00 3.955,00
D) DEBITI
1) Obbligazioni 0,00 0,00 2) Obbligazioni convertibili 0,00 0,00 3) Debiti verso soci per
finanziamenti 700,00 700,00 4) Debiti verso banche 990,00 1.145,00 5) Debiti verso altri
finanziatori 0,00 0,00 6) Acconti 53,00 25,00 7) Debiti verso fornitori 610,00 600,00 8) Debiti
rappresentati da titoli di credito 120,00 80,00 9) Debiti verso imprese controllate 0,00 0,00 10)
Debiti verso imprese collegate 0,00 0,00 11) Debiti verso imprese controllanti 0,00 0,00 12)
Debiti tributari 380,00 250,00 13) Debiti verso Istituti di prev. e sicurezza sociale 260,00 210,00
14) Altri debiti 295,00 280,00 TOTALE DEBITI ( D ) 3.408,00 3.290,00
CONTO ECONOMICO
20XX 20XX - 1
A) VALORE DELLA PRODUZIONE
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 17.400,00 17.180,00 2) Variazioni delle rim di prodotti in corso di lav,
semilavorati e finiti 0,00 0,00 3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione 0,00 0,00 4) Incrementi di immobilizzazioni
per lavori interni 50,00 20,00 5) Altri ricavi e proventi 150,00 160,00 TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE
17.600,00 17.360,00 B) COSTI DELLA PRODUZIONE
6) Per materie prime,sussidiarie, di consumo e di merci 3.450,00 3.380,00 7) Per servizi 5.600,00 5.400,00 8) Per
godimento beni di terzi 2.300,00 2.450,00 9) Per il personale 3.800,00 3.970,00 a) Salari e stipendi 2.350,00 2.405,00
b) Oneri sociali 1.200,00 1.307,00 c) Trattamento di fine rapporto 205,00 208,00 d) Trattamento di quiescenza e simili
0,00 0,00 e) Altri costi 45,00 50,00 10) Ammortamenti e svalutazioni 500,00 504,00 a) Ammortamento delle
immobilizzazioni immateriali 80,00 84,00 b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali 370,00 380,00 c) Altre
svalutazioni delle immobilizzazioni 0,00 0,00 d) Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante
e delle disponibilità liquide 50,00 40,00 11) Variazioni delle rim di materie prime, sussidiarie, di cons e merci -40,00
20,00 12) Accantonamenti per rischi 10,00 10,00 13) Altri accantonamenti 25,00 15,00 14) Oneri diversi di gestione
355,00 355,00 TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE 16.000,00 16.104,00 DIFFERENZA TRA VALORE E
COSTI DELLA PRODUZIONE 1.600,00 1.256,00 C) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI
15) Proventi da partecipazioni 2,00 4,00 16) Altri proventi finanziari 7,00 5,00 a) Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni
0,00 0,00 b) Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni 0,00 0,00 c) Da titoli iscritti nell'attivo circolante 3,00 2,00 d)
Proventi diversi dai precedenti 4,00 3,00 17) Interessi ed altri oneri finanziari -19,00 -18,00 17-bis) Utili e perdite su
cambi 0,00 0,00 TOTALE PROVENTI ED ONERI FINANZIARI -10,00 -9,00 D) RETTIFICHE DI VALORE DI
ATTIVITA' FINANZIARIE
18) Rivalutazioni 0,00 0,00 a) Di partecipazioni 0,00 0,00 b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono
immobiliz 0,00 0,00 c) Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non cost immobiliz 0,00 0,00 19) Svalutazioni 0,00 0,00
a) Di partecipazioni 0,00 0,00 b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono immobiliz 0,00 0,00 c) Di titoli
iscritti nell'attivo circolante che non cost immobiliz 0,00 0,00 TOTALE RETTIFICHE 0,00 0,00 RISULTATO PRIMA
DELLE IMPOSTE 1.590,00 1.247,00 20) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate -1.140,00
-987,00 21) UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO 450,00 260,00