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Massimo Petrolini
m.petrolini@tiscali.it
1 luglio 2014
Indice
Dal 1° luglio 2014 sarà innalzata dal 20% al 26% l'aliquota di ritenute e imposte sostitutive sui redditi di natura
finanziaria: tutto ciò grazie al Decreto legge 66/2014, convertito dalla legge 23/6/2014, n. 89, c.d. Decreto “Irpef”).
Per regolare la transizione alla nuova aliquota, il legislatore ha introdotto due misure la cui gestione richiede particolare
attenzione, in quanto potrebbero avere un notevole impatto sul carico fiscale gravante sui contribuenti.
1. La prima è la facoltà di affrancare plusvalenze e minusvalenze latenti sulle attività finanziarie possedute al 30
giugno 2014.
2. La seconda è la riduzione delle minusvalenze pregresse utilizzabili per compensare le plusvalenze realizzate
dal 1° luglio 2014.
Infine è stata definitivamente abrogata la ritenuta d'acconto del 20% sui bonifici esteri, che gli intermediari finanziari
residenti avrebbero dovuto applicare dal 1° luglio 2014.
aumento dal 20% al 26% dell'aliquota di ritenute e imposte sostitutive dal 1° luglio 2014;
riduzione delle minusvalenze pregresse deducibili dalle plusvalenze realizzate dal 1° luglio 2014;
possibilità di affrancare plusvalenze e minusvalenze latenti sulle attività finanziarie possedute al 30 giugno
2014 versando un'imposta sostitutiva del 20%;
abrogazione della ritenuta d'acconto del 20% sui bonifici esteri.
L'affrancamento di plusvalenze e minusvalenze e l'abbattimento delle minusvalenze pregresse (misure introdotte al fine
di regolare la transizione alla nuova aliquota) meritano particolare attenzione, in quanto potrebbero avere un notevole
impatto sul carico fiscale gravante sui contribuenti titolari di redditi diversi di natura finanziaria.
Redditi di capitale (di cui all’art. 44 del Tuir) Redditi diversi (di cui all’art. 67, 1° comma, lett. da c-
bis) a c-quinquies) del Tuir
interessi su obbligazioni e titoli similari; residenti in Paesi white list o black list, se
quotate;
rendite e prestazioni annue perpetue;
dividendi; proventi da riporti e pronti contro
plusvalenze derivanti dalla cessione di quote di
titoli non rappresentativi di merci, certificati di
termine su titoli e valute;
massa, valute estere, metalli preziosi e quote di
proventi da mutuo di titolo garantito;
fondi comuni;
redditi derivati da contratti di capitalizzazione.
proventi degli strumenti derivati e via dicendo.
1 TUIR = Testo Unico Imposte sui Redditi, 22 dicembre 1986, n.ro 917. E’ la legge quadro delle imposte sui redditi
titoli pubblici italiani e titoli ad essi equiparati (ossia titoli emessi da enti e organismi internazionali costituiti
in base ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia), la cui tassazione rimane al 12,5%;
titoli pubblici esteri emessi da Stati inclusi nella white-list anch'essi tassati al 12,5%;
titoli di risparmio per l'economia meridionale i cui interessi sono assoggettati a imposta sostitutiva del 5%
(non è stata invece prevista un'aliquota agevolata per le plusvalenze su tali titoli, che dunque passano dal 20%
alla nuova aliquota del 26%).
Attenzione
L'art. 4 (commi da 7 a 10) ha esteso il regime fiscale dei titoli di Stato emessi da Paesi white list anche ai titoli emessi da
enti territoriali dei suddetti Stati, la cui tassazione passa dal 20% al 12,5%.
Tabella: principali redditi di natura finanziaria interessati dall'aumento dell'aliquota e quelli esclusi.
* L'aliquota del 26% di fatto non si applica alla quota di proventi riferibile a titoli di Stato italiani ed equiparati, a titoli
di Stato esteri white list e a titoli di enti territoriali di Stati esteri white list: i proventi dei suddetti titoli sono infatti
imponibili in misura pari al 48,08% dell'ammontare realizzato, così da mantenere un'aliquota effettiva del 12,5%
(48,08%* 26%) e non penalizzare l'investimento “indiretto” in titoli di Stato.
Esempio
Un contribuente che nel corso del 2013 ha realizzato una minusvalenza di 1.000 euro senza averla ancora
utilizzata potrà compensare soltanto 769,2 euro con le plusvalenze realizzate a partire dal 1° luglio 2014.
Si tratta quindi di una norma che penalizza i contribuenti che al 30 giugno 2014 dispongono di “zainetti fiscali” di
minusvalenze non ancora compensate.
Tuttavia, come si vedrà in seguito, l'abbattimento delle minusvalenze pregresse in alcuni casi può essere evitato
tramite l’affrancamento di plusvalenze e minusvalenze latenti.
L'affrancamento avviene con modalità differenti a seconda che il contribuente sia in regime dichiarativo o
amministrato:
regime dichiarativo: l'opzione per l'affrancamento deve riguardare obbligatoriamente tutte le attività
finanziarie detenute al 30 giugno 2014, tenendo conto anche delle minusvalenze realizzate e non
compensate. L'imposta sostitutiva va versata entro il 16 novembre 2014 e nella dichiarazione dei redditi
del 2015 andranno indicati l'ammontare dell'imposta sostitutiva versata e le compensazioni effettuate tra
plusvalenze e minusvalenze maturate al 30 giugno 2014; 2
regime amministrato: l'opzione per l'affrancamento deve essere comunicata all'intermediario entro il 30
settembre 2014 e deve riguardare obbligatoriamente tutti i titoli, quote e certificati inclusi nel rapporto di
amministrazione e posseduti al 30 giugno 2014 nonché alla data di esercizio dell'opzione. L'intermediario
provvederà a versare l'imposta sostitutiva entro il 16 novembre 2014, ricevendone provvista dal
contribuente.
L'imposta sostitutiva va, quindi, calcolata in entrambi i casi sulla posizione complessiva del contribuente (non è
possibile affrancare soltanto alcuni titoli o strumenti finanziari): conseguenza conseguentemente si procederà ad
effettuare la sommatoria delle singole plusvalenze e minusvalenze latenti, maturate al 30 giugno 2014 sulle attività
finanziarie possedute.
Se dalla procedura di affrancamento emerge una plusvalenza latente, da questa potranno essere ulteriormente
dedotte le eventuali minusvalenze pregresse,realizzate ma non ancora compensate al 30 giugno 2014.
Le minusvalenze pregresse sono utilizzabili per il loro intero ammontare: l'affrancamento offre quindi l'ulteriore
vantaggio di evitarne l'abbattimento al 76,92% (o al 48,08%) che scatterebbe dal 1° luglio 2014.
2
Il regime dichiarativo presuppone che il risparmiatore/contribuente riporti nella propria dichiarazione dei redditi i risultati della propria
attività di investimento. E’ un’ipotesi normalmente piuttosto remota.
La decisione di procedere o meno all’affrancamento, che comporta un onere certo, va presa considerando (1) la
presenza e l’entità di plus o minus valenze in formazione e (2) le aspettative di ulteriori rendimenti e la loro
ipotetica consistenza oppure al contrario di eventuali perdite (considero quest’ultima un’ipotesi meramente
scolastica per il gruppo dei Caimani).
Nell’esempio a seguire sono simulate due ipotesi di plus o minus in formazione e successiva cessione con utile.
Plusvalenza latente e successiva vendita con ulteriore gain
Nuovo
Costo Valore Plus/ Affrancamento costo Successiva Imponibile Tax Total tax
fiscale 30/6/14 (Minus) (1) fiscale cessione tax (2) (3)=(1)+(2)
20% 26%
SI 120 20 5,2 9,2
Caimani SpA 100 120 20 4 140
NO 100 40 10,4 10,4
Minusvalenza latente e successiva vendita con gain
Nuovo
Costo Valore Plus/ Affrancamento costo Successiva Imponibile Tax Total tax
fiscale 30/6/14 (Minus) (1) fiscale cessione tax (2) (3)=(1)+(2)
20% 26%
SI 80 60 15,6 19,6
Caimani SpA 100 80 (20) 4 140
NO 100 40 10,4 10,4
Come si evince e facilmente intuibile in presenza di una minusvalenza latente non conviene affrancare i valori, in
quanto il nuovo valore di carico è inferiore al costo storico, pertanto aumenterà la futura plusvalenza assoggettata
ad aliquota oltretutto maggiorata.
Altre casistiche
Nella realtà i portafogli sono composti da più titoli, che presentano situazioni variegate di plus e minus in
formazione che devono essere determinate nella loro globalità per le conseguenti valutazioni e decisioni; ulteriori
considerazioni sono riferite alla presenza di eventuali perdite pregresse ancora fiscalmente riportabili.