Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
2020
FRANCESCO PETRARCA (nasce ad Arezzo nel 1304 e muore ad Arquà nel 1374)
Per sfuggire alla vita agitata della capitale pontificia (Avignone) si ritirò in un podere che si comprò a
Valchiusa → qui poté realizzare il suo ideale di una vita appartata e dedita agli studi
1341 → incoronato poeta a Roma → consacrazione del suo successo e riconoscimento ufficiale di un
prestigio nuovo per tutta la categoria dei letterati
→ periodo di crisi spirituale: monacazione del fratello Gherardo (compagno di studi e svaghi in gioventù)
Ripensamento del rapporto fra i suoi Dibattito interiore testimoniato dal dialogo
interessi mondani (cultura classica, latino Secretum (Petrarca cercò di conciliare il
ricerca di onori e fama, condotta privata) cristianesimo con l’amore per la cultura pagana
e la fede cristiana a cui aderiva antica, la poesia, la gloria)
1361 → lascia Milano e si trasferisce a Venezia → patto che avrebbe lasciato la sua biblioteca in eredità alla
Repubblica, da trasformarsi in biblioteca pubblica
Lettere scritte da Petrarca durante la sua vita sono un testo in continuo movimento:
indirizzate a: - interlocutori reali (uomini più rilevanti del tempo che riflettevano su temi morali/esistenziali)
- interlocutori fittizi (grandi personaggi dell’antichità classica con i quali Petrarca dialoga da
pari a pari)
→ le lettere si configurano come testi di riflessione filosofica, di ammaestramento etico, di indagine
filologica e letteraria
Modello di epistola messo a punto da Petrarca costituisce un nuovo genere letterario, influenzato dal
modello classico e ormai lontano dalle rigide regole della retorica medievale → lettera-saggio scritta in
latino (lingua degli intellettuali) e con una grande sapienza retorica
Jan Bettoni 3°A 21.11.2020
Si sviluppa su due versanti: versante latino e versante volgare Produzione latina più
importante di quella volgare
Si possono praticare
Pubblico più competente (dotti)
generi più prestigiosi
Il Canzoniere (frammenti di poesie in volgare) → 366 componimenti riconducibili a vari generi metrici
Rime volgari di Petrarca si organizzano dopo il 1348 (anno della morte di Laura) in un’opera unitaria, ovvero
il Canzoniere:
- raccolta di rime autonome, ciascuna delle quali è provvista di un suo significato particolare
- libro unitario di poesia (ogni testo acquista un suo significato supplementare per i rapporti che intrattiene
con i componimenti che lo precedono e lo seguono) → solo nella Vita nuova di Dante era accaduto e sarà
destinato a larga imitazione da parte degli scrittori successivi
Criteri di ordinamento del Canzoniere:
- criterio “diaristico” → “diario lirico” dell’amore di Petrarca per Laura, di cui segue in qualche modo gli
sviluppi
- criterio “morale” o “esemplare” → successione dei componimenti deve delineare la storia esemplare di
un’anima che in età giovanile si perde dietro ai beni terreni e in età
matura ritrova la via dei beni spirituali
- criterio formale → i testi si succedono e si alternano in base ad analogie o opposizioni formali
La lingua del Canzoniere si caratterizza per la sua tonalità media e la sua escursione modesta.
Dante → aveva sperimentato l’intera gamma dei registri espressivi e dei livelli linguistici
Petrarca → limita le possibilità di escursione stilistica della propria lingua poetica al fine di assicurarle
un’uniformità tonale e lessicale di livello medio-alto
Per Petrarca → volgare → non utilizzabile per fini pratici, ma solamente sede di elette e supreme
esperienze artistiche
- La potenziale monotonia lessicale viene però riscattata dalla frequente assunzione da parte, delle singole
parole di sfumature semantiche, di valori allusivi o di significati emblematici (l’aura, lauro, l’auro).
- La lingua selezionata, rarefatta, levigata, elegante del Canzoniere sviluppa l’ideale di fusione melodica che
aveva segnato l’esperienza poetica degli Stilnovisti e in particolare quella del Dante della Vita nuova.
- Petrarca ricerca costantemente un equilibrio e un’armonia (figure retoriche, quali le antitesi, le endiadi,
l’asindeto e il polisindeto)
Le antitesi
A queste è affidato il compito di:
- esprimere i contradditori effetti della passione amorosa (lunga serie di contrasti oppositivi come
pace/guerra, gioia/dolore, riso/pianto, speranza/delusione, fiducia/timore, …)
- sintetizzare efficacemente il fondamentale conflitto interiore petrarchesco fra l’attaccamento ai valori
terreni e l’aspirazione all’assoluto (opposizioni eterno/mortale, finito/infinito, spirito/carne, bene/male, …)
→ trasformano gli elementi analizzati e opposti in termini perfettamente bilanciati di dolce ed elastica
simmetria
Petrarca → accorgimenti lessicali e ritmici → ricomposizione e armonizzazione
Le endiadi
Sono coppie di aggettivi, di sostantivi, di verbi, di sintagmi che hanno il compito di:
- precisare analiticamente gli aspetti di uno stato d’animo, di un atteggiamento, di una situazione, o le
incantevoli bellezze di Laura, o gli elementi di uno sfondo paesaggistico
- possono rallentare e distendere il ritmo nei momenti di maggior tensione drammatica, dove l’interiore
disperazione del poeta viene equilibrata e attenuata dall’indugio delle due coppie aggettivali, collocate
inoltre simmetricamente (es. XXXV, “Solo et pensoso i più deserti campi / vo mesurando a passi tardi et
lenti”)
Impressione che queste coppie lasciano al lettore → equilibrio e armonia → i due elementi distinti vengono
trasformati “in termini bilanciati di una nobile simmetria” → accurata selezione dei termini di coppia,
riconducibili il più delle volte a uno stesso campo lessicale
Jan Bettoni 3°A 21.11.2020
Asindeto = elencazione di termini o in una coordinazione di più proposizioni, senza l’uso di congiunzioni,
con l’ausilio di più segni di punteggiatura debole
Polisindeto = elencazione di termini nella stessa frase o la coordinazione di più proposizioni con la
ripetizione della congiunzione
Il sapiente impiego di figure come quelle appena esaminate secondo movimenti di analisi e ricomposizione,
di separazione e armonizzazione consente al poeta di dare composta ed equilibrata espressione al proprio
conflitto interiore.
Il personaggio di Laura
Identità storica di Laura rimane a tutt’oggi sconosciuta (dubbi sulla sua reale esistenza)
→ Giacomo Colonna aveva insinuato che Laura fosse una creazione puramente letteraria, al pari dell’amore
che il Petrarca affermava nelle sue rime di nutrire per lei
→ Petrarca dimostrò la veridicità della storia d’amore con una celebra epistola (Familiares, II, 9)
Laura nel Canzoniere = personaggio a più facce, non sempre coerenti fra loro
PRIMA PARTE DELL’OPERA → Laura compare con due volti tra loro opposti:
Continuo alternarsi di queste - tratti della donna crudele, donna oggetto di un desiderio che non può
“due Laure” (la “petrosa” e la essere soddisfatto, che priva l’amante di arbitrio e di libertà e lo colma
“stilnovista”)
La prima genera un profondo d’angoscia e sofferenza (donna “petrosa”)
e doloroso senso d’angoscia e - tratti della donna “seneratrice, beatificante, salvifica”, parente stretta delle
di frustrazione.
donne-angelo di certa poesia stilnovsta (donna “stilnovista”)
La seconda esercita su di lui
un’azione benifica
Laura “stilnovista” → influisce positivamente sulla formazione culturale e intellettuale del poeta e
soprattutto sulla sua condotta morale → il Petrarca presenta Laura come guida sicura al Cielo (attribuisce
potenzialità salvifiche alla donna amata, attraverso un sonetto rivolto a lei)
Le due Laure, entrambe irraggiungibili e intoccabili per il poeta → riflesso di due diversi modi di concepire
il rapporto amoroso → nel Canzoniere convivono una concezione sensuale e una visione spiritualeggiante
dell’amore
Ha come suo fine il possesso Fa dell’amore svincolato da ogni
fisico della persona amata desiderio sensuale un veicolo di
elevazione e di perfezionamento
culturale e morale
Jan Bettoni 3°A 21.11.2020
Il nome di Laura
Fitta presenza nel tessuto linguistico del Canzoniere di echi e simboli fonici dell’amata ben riconoscibili nei
frequenti giochi di parole con lauro, l’aura, l’auro, l’aureo, l’aurea, l’aurora
Laura e Dafne
Mito di Apollo e Dafne recuperato da Petrarca→ per sfuggire all’inseguimento di Apollo acceso d’amore
per lei e desideroso di possederla, la ninfa Dafne ottiene dal padre Peneo di essere trasformata in una
pianta d’alloro. Da ciò deriva la consacrazione ad Apollo, dio della poesia, delle fronde d’alloro che,
intrecciate in forma di corona, diverranno il tradizionale emblema dei poeti
→ Petrarca si appropria del mito: vede riflessa per analogia la propria vicenda amorosa e identifica il lauro
con la sua amata Laura → identificazione del lauro con Laura → identificazione di Laura con Dafne
→ identificazione di Laura con la poesia e la gloria poetica (donna
amata non solo oggetto, ma fonte di poesia) Entrambe irraggiungibili oggetti di
→ identificazione tra Apollo e Petrarca (amante e poeta) desiderio per i loro amanti
In Laura convivono inestricabilmente due livelli simbolici:
- simbolo della frustrazione amorosa → oggetto di desiderio irraggiungibile
- simbolo della poesia e della gloria letteraria
- Con lauro, l’aureo, l’aurea, il Petrarca crea dei giochi di parole che sottolineano la bellezza di Laura
(bionde chiome vengono paragonato all’oro)
- Nel Canzoniere non vengono mai impiegati i sintagmi verbali l’avrà, l’avrò: in base agli usi grafici del
tempo, che non distinguevano u da v e non impiegavano apostrofi e accenti → sarebbero risultati omografi
di Laura, l’auro, Lauro → omografi banali (privi di qualsiasi valore simbolico e allusivo)
Jan Bettoni 3°A 21.11.2020
Dante, come tutta la cultura medievale, non avendo coscienza della frattura esistente tra il mondo antico e
quello a lui contemporaneo, poteva assimilare figure e temi della cultura classica, adattandoli alla propria
visione della realtà.
Petrarca → ha una coscienza chiara del distacco: non assimila più il mondo antico al presente, ma lo libera
da quella deformazione che ad esso l’”età di mezzo” aveva sovrapposto
Filologia = scienza che ha come fine la ricostruzione dei testi letterari nella loro forma più vicina
all’originale, emanandoli da errori di trascrizione e deformazioni varie, e che consente una loro
comprensione più precisa attraverso la ricostruzione rigorosa
→ Petrarca è il precursore di questa attività che si svilupperà dal Quattrocento
La coscienza al del distacco è all’origine dell’atteggiamento con cui Petrarca si rapporta agli scrittori classici:
(in essi scorge un modello insuperabile di sapienza, di magnanimità, di perfezione stilistica).
Petrarca leggendo le loro pagine sente il bisogno di emularli, di conformare al loro esempio sia la vita
quotidiana sia la sua attività letteraria.
Lettere delle Familiari → indirizzate ai grandi dell’antichità, come se fossero ancora viventi e fosse possibile
colloquiare direttamente con loro