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GRAN BRETAGNA

L'ordinamento britannico risulta caratterizzato da una costituzione non scritta e convenzionale, fondata
sulla sovranità del parlamento. La Gran Bretagna ha una forma di governo maggioritaria, in cui l’esecutivo,
sulla base di un consenso plebiscitario, riesce a condurre l’indirizzo politico nei confronti dell’opposizione.
L'ordinamento costituzionale britannico può essere descritto tenendo conto di 5 caratteristiche
fondamentali:
1) l'evoluzione della costituzione, basato su un processo di sedimentazione storica cominciato il 15
giugno 1215 con la promulgazione della Magna Charta Libertatum, attraverso la quale vengono riconosciuti
formalmente i diritti di tutti gli uomini liberi nei confronti del sovrano. La monarchia dura,
ininterrottamente, dal medioevo ad oggi, il Witenagemet e il Magnum Concilium hanno preceduto il
Parlamento e la curia regis il Private Council.
2) La costituzione britannica è costituita da elementi scritti e non scritti, in ordine temporale: la
Magna Charta Libertatum del 1215, la Petition of Rights del 1628, il Bill of Rights del 1689, il Triennal Act
del 1694 e il Septennial Act del 1716, il People's Representation Act nelle sue varie edizioni e il Woman's
Franchise Act del 1919 (attraverso i quali si ampliarono le basi del suffragio), i due Act of Union della Scozia
nel 1707 e dell'Irlanda nel 1800, lo statuto di Westminster e l'Habeas Corpus Act del 1679.
3) La costituzione britannica è flessibile e convenzionale, il che implica che le sue modifiche sono
attuate tramite legge ordinaria.
4) Il sistema britannico si basa sulla concentrazione teorica del potere e sulla separazione
pragmatica delle funzioni, a differenza di quello statunitense.
5) La Gran Bretagna è uno stato di diritto, tutti sono soggetti alla legge, amministrata dai giudici.

REALTÀ COSTITUZIONALE E CONVENZIONI COSTITUZIONALI


Il Parlamento è bicamerale, ma l’elemento portante è costituito dalla Camera dei Comuni; il Governo e
soprattutto il Primo Ministro determinano l’indirizzo politico, individuando nel tempo la forma di governo
monastica (prima a prevalenza del Gabinetto e poi del Primo Ministro).
Com’è noto le convenzioni costituzionali sono accordi taciti e si distinguono dalle consuetudini per la loro
non giustiziabilità. Esistono fondamentalmente 4 tipi di convenzioni costituzionali: relative al Re, al Cabinet,
al Parlamento, ad altri argomenti.
 Convenzioni relative al Re:
- si basano sul principio dell'irresponsabilità del Re, prassi che prevede che ogni atto reale debba essere
controfirmato da un Ministro che ne assume la responsabilità;
- dal 1923 il Re deve sempre nominare Primo Ministro, leader del partito di maggioranza alla Camera dei
Comuni;
- il Re non può interferire nella formazione del ministero ad opera del Primo Ministro;
- il Re concede sempre il suo assenso ai progetti di legge, approvati dalla due Camere, salvo casi di evidente
incostituzionalità o di indicazioni esplicite del governo;
-il Re deve essere sempre informato ed è la fonte degli onori e dei riconoscimenti ufficiali.
 Convenzioni relative al Cabinet:
- il Cabinet è sempre presieduto dal primo ministro;
- il Cabinet deve essere omogeneo e senza divisioni;
- il Cabinet è responsabile solo davanti alla camera dei comuni;
- le dimissioni del Primo Ministro che abbia perso la fiducia alla camera dei comuni implicano lo
scioglimento dell'intero ministero.
 Convenzioni relative al Parlamento:
- dal 1407 la Camera dei Comuni ha una posizione di superiorità sulla Camera dei Lords, per quanto
inerente alle questioni finanziarie;
- il Parlamento deve riunirsi annualmente (non è previsto dalla legge, ma a garanzia di ciò rimane
comunque la firma dell'Army Act che va ripetuta annualmente);
- lo Speaker, un tempo rappresentante del Re, è ora Presidente imparziale della Camera dei Comuni;
 Convenzioni relative ad altri argomenti:
- i governatori generali dei dominions sono nominati dai governi degli stessi;
- le elezioni sono combattute tra rappresentanti di partito.
L’ordinamento britannico è caratterizzato da una società civile omogenea, da una società politica
centripeta, da un sistema partitico strutturato a livello nazionale e con alternanza potenziale.
Con il Political Parties, Elections and Referendums Act del 2000, i partiti, considerati sino ad allora come
uncorporated associations, sono tenuti a iscriversi a un apposito registro; le forze politiche rilevanti sono i
Laburisti e i Conservatori e, dagli anni 80, i Liberaldemocratici.
Il Parlamento è bicamerale, la House of Lords non è elettiva ed è stata riformata con l'House of Lords Act
del 1999, il quale ha previsto che solo 90 membri potessero essere scelti fra i pari ereditari; l'House of
Commons è invece eletta attraverso il first-past the post (sistema uninominale secco), in collegi uninominali
ed è formata da 659 deputati. Altri sistemi come l'Additional Member Sistem o il Single Tranferable Vote
sono usati per il parlamento scozzese e irlandese nonché per il sindaco di Londra.

TIPOLOGIA DEGLI ATTI NORMATIVI


Il diritto inglese è formato da Parliament Acts, Subordinate Legislation e dai casi giudiziari.
1. Gli Acts – gli atti del Parlamento si dividono in Public e Private Acts.
I Public Acts sono quegli atti che alterano il diritto in generale o influiscono sulle finanze pubbliche o
sull’amministrazione della giustizia. Gli altri concernono problemi locali o individuali. I Public Act si dividono
a loro volta in Government Bills, disegni di legge del Parlamento, e in Private Members Bills, progetti di
legge presentati dai parlamentari. questi ultimi vengono raccolti e poi sorteggiati e ordinati secondo
estrazione; i primi 20 verranno presi in esame.
I Private Bills sono promossi da enti o individui esterni al Parlamento, tramite una specifica procedura che
coinvolge i cd Parliamentary Agents, ovvero individui registrati in appositi elenchi presso le camere, la cui
funzione tradizionale era agire per conto dei promotori della legge.
2. Subordinate Legislation - sono gli Atti Normativi dell'Esecutivo e sono costituiti da Statutory
Instruments, emanati sotto l'autorità di un atto, approvato dal Parlamento, e redatti da singoli
dipartimenti dell'esecutivo o dal Parliamentary Counsel Office.
Gli Statutory Instrument vengono classificati in locali o generali e la Statutory Instruments Reference
Committee viene nominata dal Lord Cancelliere e dallo Speaker, che decide in ultima istanza sulla loro
numerazione, classificazione e stampa.
Ogni Statutory Instrument è soggetto ad annullamento tramite una risoluzione di entrambe le Camere ed
entra in vigore solo se approvato in entrambe le Camere, fatta eccezione per quelli inerenti argomenti
finanziari. Vi sono poi Statutory Instrument che entrano immediatamente in vigore, ma sono soggetti ad
annullamento tramite una mozione denominata Prayer. Nel 1973 è stato fondato il Joint Committee on
Statutory Instruments presso il quale vengono depositati gli Statutory Instrument.

IL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO IN GRAN BRETAGNA


Il sistema, per l’approvazione ordinaria delle leggi, adottato in Gran Bretagna, è quello tradizionale delle 3
letture. L'esecutivo ricopre un ruolo preminente rispetto al singolo parlamentare in tutte e quattro le fasi
che caratterizzano la produzione normativa.
1) L'iniziativa – inizia redazione del progetto di legge; si pone il problema del drafting, vale a dire la corretta
ed esatta redazione del progetto. In secondo luogo, chi propone il progetto, deve essere in grado di
negoziare al meglio le soluzioni.
Normalmente l'idea di proporre un Bill viene posta dal Ministro competente durante il Cabinet Committee,
dopo l'approvazione da parte dell'Ufficio, viene inviato un memorandum all'Office of the Parliamentary
Counsel, contenente una descrizione generale delle finalità del progetto. Il Parliamentary Counsel prende
disposizioni solo dal Cabinet Committee anche se, proprio per l'importanza dei temi dei quali si occupa,
mantiene una sostanziale autonomia. Dopo la redazione dei drafters del Parlamentary Counsel, il Clerk, un
funzionario della Camera, ha il compito di verificare che il progetto sia stato redatto in maniera corretta.
2) La presentazione e la prima lettura - una volta richiesto lo spazio nell'agenda del Parlamento, per la
pianificazione del programma, al responsabile del Governo, il disegno di legge può essere presentato
tramite motion o tramite written notice; il primo metodo viene usato soprattutto in caso di emergenza
nazionale. La prima lettura avviene il giorno successivo quando il disegno sarà pubblicato.
3) La seconda lettura - il periodo intercorrente tra la prima e la seconda lettura serve a chiarire le idee sul
progetto; alla data stabilita, il Ministro chiede che progetto venga letto per la seconda volta e ne illustra i
contenuti. È possibile che il progetto sia affossato attraverso l’accoglimento di emendamenti, che
propongono l’esame dello stesso (progetto) sei mesi dopo, o direttamente il rifiuto di esaminarlo.
4) Lo stadio delle commissioni - nell'organizzazione parlamentare britannica le commissioni trovano poco
spazio. Il principio è quello per il quale se una legge ha superato la seconda lettura le modifiche apportabili
in questa fase non possono che essere di dettaglio.
5) La terza lettura - la terza lettura può avvenire anche senza dibattito, almeno che non venga richiesto da
minimo 6 parlamentari; in ogni caso la discussione deve essere generale.
6) La procedura alla House Of Lords - una volta finita la terza lettura alla Camera dei Comuni, il
progetto viene passato alla Camera dei Lords. I lords possono effettuare emendamenti e rimandare il
progetto approvato alla Camera dei Comuni, la quale può accettare o rifiutare le modifiche. In base ai
Parliamentary Acts del 1911 e 1949 comunque, qualsiasi Public Bill che sia stato approvato due volte dalla
Camera dei Comuni, può essere inviato al sovrano per la sanzione reale anche senza l'approvazione della
Camera dei Lords.
LA FORMA DEGLI ATTI NORMATIVI
1) La legge (Act) - nella prima pagina si trova l'indice dei titoli della legge, in seconda pagina il titolo,
l'anno e il Chapter Number (ovvero il numero della legge nell'anno di riferimento). Subito dopo si trova il
Long Title, che deve esprimere il contenuto del progetto, punto essenziale data la prassi secondo la quale
gli emendamenti sono accettati solo in funzione della loro stretta correlazione con l'argomento della legge
in questione; il drafter ricopre quindi un ruolo decisivo dovendo da una parte essere esauriente nella
descrizione dei punti fondamentali e dall'altra evitando di offrire troppi appigli per gli emendamenti. Il long
title è seguito dalla data in cui è stata concessa la sanzione reale e dal preambolo in cui vengono spiegati i
motivi dell'approvazione dell'atto; esso è obbligatorio per i private bills. Il corpo della legge è articolato in
sections e subsections, corredati ognuno da un titolo che ne implica il contenuto; le leggi di maggiore
consistenza raggruppano gli articoli in parts. Laddove un atto vada a rimpiazzarne altri precedenti è prevista
un apposito schedule alla fine del documento nella quale questi vengono riportati.
Salvo diverse disposizioni l'atto approvato si intende applicabile a tutto il Regno Unito (Gran Bretagna e
Irlanda del Nord) ma non ai possedimenti britannici d'oltre mare.
2) Gli Statutory Instruments e gli Orders in Council - gli Statutory Instrument sono raccolti in ordine
cronologico, in volumi annuali.
Sono identificati dal numero e dall'anno di emanazione, vengono classificati con il titolo breve e con
l'eventuale titolo lungo e contengono indicazioni circa la data di presentazione in Parlamento e l'entrata in
vigore. Gli Orders in Council sono invece caratterizzati dall'essere atti di prerogativa regia, identificati dalla
sola data.
FONTI DI COGNIZIONE LEGALE
I Public General Acts, I Local e Personal Acts e i General Synod Measures (cioè gli atti emanati dalla chiesa
d'Inghilterra) sono riportati cronologicamente e alfabeticamente su “The Public General Acts and General
Synod Measures”, una pubblicazione annuale.
Su “Statutory Instruments”, pubblicato anch'esso annualmente dal Her Majesty's Stationery Office,
vengono riportati gli S.I. Classificati in generali e locali e ordinati secondo l'ordine di registrazione. La
pubblicazione degli acts come quella degli S.I. È attuata sotto la responsabilità dello Statue Law Committee
avente sede presso la camera dei lord e presieduto dal lord cancelliere. Vi sono poi fonti di cognizione non
ufficiali come gli Halsbury's Statutes o gli Halsbury's Statutory Instruments.

GLI ORGANI DI DRAFTING


L'Office of Parliamentary Counsel può essere inquadrato in quell'opera di razionalizzazione del settore
giudiziario e parlamentare operata in Gran Bretagna a partire dal Reform Bill del 1832 e culminata nei
Judicature Acts del 1873-75. In un simile quadro si sentiva la necessità che la legge fosse redatta in maniera
impeccabile; inoltre l'istituzione di un apposito organo di drafting fece risparmiare alla corona la
dispendiosa prestazione di liberi professionisti. Inizialmente il Private Consel venne istituito con un solo
funzionario e un assistente, nel 1917 venne aggiunto un terzo draftman, nel 1930 un quarto e dal 1935 si
aggiunsero altri assistenti non di ruolo.
ALTRI ORDINAMENTI DEL COMMONWEALTH
Il processo di definitiva autonomizzazione delle strutture giuridiche e parlamentari d'oltre manica iniziò con
il Canada Act del 1982 per poi proseguire con l'Australian Act e il New Zeland Constitutional Bill del 1986.
L'Irlanda si dotò invece di una propria Costituzione già dal 1937 e la Repubblica venne dichiarata nel 1949.
La tipologia e la forma degli atti normativi non si distacca sensibilmente da quella britannica e l'esecutivo
controlla in sostanza il procedimento legislativo.
La Nuova Zelanda: È uno stato democratico pluralista, dove il Capo dello Stato è il Sovrano britannico,
rappresentato da un governatore generale. Il Parlamento è diventato monocamerale, dopo la riforma degli
anni '50 e viene eletto per 3 anni. Il sistema è fondamentalmente bipartitico e la forma di governo è
parlamentare, monistica, a prevalenza del governo.
Il Canada: È una monarchia parlamentare, caratterizzata però da una costituzione scritta (il British North
America Act del 1867 poi confluito insieme al Canada Act nel The Constitution Acts 1867 to 1982), da un
ordinamento federale, da un sistema elettorale uninominale maggioritario, in un pluralismo moderato.
L'Australia: L'ordinamento costituzionale australiano è regolato dal Commonwealth of Australia
Constituion Act del 1901 che stabilisce un ordinamento federale, il cui capo dello stato è il sovrano
britannico rappresentato da un Governatore, e una forma di governo parlamentare (nel 1999 un
referendum istituzionale per la repubblica ha fallito il suo scopo). Il Parlamento è bicamerale in cui il Senato
viene eletto con voto singolo trasferibile e la camera dei rappresentanti con voto alternativo trasferibile in
un sistema tripartitico.
L'Irlanda: La costituzione del 1937 venne adottata più per motivi simbolici che politici, la scissione dalla
Gran Bretagna si attuò nel 1949 dando luogo ad un ordinamento Repubblicano, caratterizzato da una forma
di governo semi-presidenziale con Parlamento bicamerale in cui la camera bassa viene eletta con voto
singolo trasferibile mentre il Senato ha caratteristiche corporative. In Irlanda vige il modello Westminster
per il quale il governo ha il monopolio dell'iniziativa legislativa e del drafting il quale però risulta risentire di
una peculiarità linguistica simile al Canada. Sia il gaelico che l'inglese sono riconosciute come lingue ufficiali
(in caso di conflitto è previsto all'art 25 cost. che prevalga la dicitura in gaelico) e perciò è istituito presso il
Parlamento un apposito organo, il Traslation Office, formato da 11 elementi e incaricato di tradurre tutti i
testi dall'inglese al gaelico. Il Parliamentary Draftsman's Office è un organo composto da 7 membri e si
comporta analogamente a quello britannico ricevendo dal dipartimento interessato istruzioni relative alla
preparazione del testo da redigere. I membri sono Barristers che imparano il mestiere per imitazione e
fungono anche da organo di controllo potendo rifiutare di redigere il testo di un atto considerato
incostituzionale.
LA COSTITUZIONE DEGLI ALTRI – GB

Dal 1997 il Regno Unito sta vivendo un dinamico processo di trasformazione: la classica e ammirata
“vecchia costituzione” inglese si sta trasformando in una decisamente nuova.

Le riforme discusse e approvate hanno contribuito a formalizzare molti aspetti della forma di governo come
l’elasticità, la flessibilità e la rigidità della Costituzione.

Partendo dalle elezioni del 2010, queste hanno rappresentato un evento storico per il Regno Unito, sancito
dalla sconfitta del partito laburista con una tiepida vittoria dei conservatori di Cameron, che ha conquistato
solo la maggioranza relativa dei seggi. Si è verificato dunque quel caso di “hung parliament”, vale a dire il
parlamento dove nessun partito gode della maggioranza assoluta.

Ne è scaturito un governo di coalizione conservatore – liberal democratico, sotto la guida di Cameron


come Premier e Clegg come Deputy Prime Minister, i quali sono riusciti a trovare dei punti di convergenza
all’interno del loro programma di governo “The Coalition”. Il programma prevedeva diversi temi quali ad
esempio: l’istituzione di una Camera dei Lords elettiva con sistema proporzionale, un referendum per la
modifica del sistema elettorale, la riduzione del numero di deputati ecc.
Bisogna sottolineare, però, che esiste una sostanziale differenza tra le riforme costituzionali volute dal
governo laburista e quelle progettate dal governo di coalizione. Mentre le prime, quelle laburiste, sono
state inserite all’interno del “manifesto” del partito e poi approvate dal parlamento, le seconde sono frutto
dell’accordo di coalizione, siglato dopo le elezioni.

L’eredità delle riforme Laburiste


Per comprendere la portata delle riforme bisogna partire dagli ambiziosi progetti del governo Blair sin dal
1997. Tra le riforme approvate ricordiamo:
- la Scotland Act 1998;
- Nothern Island Act 1998, che hanno introdotto la devolution;
- l’European Parliamentary Election Act;
- lo Human Rights Act;
- il Constitutional Reform Act 2005 - quest’ultimo ha ridefinito le competenze del Lord Cancelliere e
ha separato l’esecutivo, legislativo e giudiziario, introducendo una Corte Suprema al posto del
Comitato Giudiziario della Camera dei Lords.
- Il Constitutional Reform and Governance Act 2010 - che ha introdotto riforme quali la riduzione a
vent’anni del periodo del segreto di stato, la formalizzazione delle regole convenzionali e
giurisprudenziali.
Tali riforme sono avvenute soprattutto nelle prime due legislature, nelle quali il partito laburista godeva di
una solida maggioranza parlamentare.
Uno dei temi che ha caratterizzato maggiormente il dibattito politico degli ultimi anni è stata la riforma
Camera dei Lords.
A riguardo, si è impegnato Jack Straw (2006), il quale ha presentato il “white paper”, il quale prevedeva che
una camera fosse interamente elettiva ed una interamente nominata, ma sul piano è mancato l’accordo.
Più tardi, nel 2008, il governo laburista ha presentato il quinto white paper, sulla Riforma della Camera di
Lords, il quale conteneva l’introduzione di componenti eletti per l’80\100% con sistema diverso rispetto a
quello dei Comuni, per un periodo di 12\15 anni, non rinnovabile.
Proposte riprese e ampliate più tardi nel 2009 e nel 2011, le quali prevedevano la creazione di una nuova
assemblea composta da 300 membri, di cui 80% eletti e il rimanente nominati, per 15 anni. Il bicameralismo
rimarrebbe imperfetto, dato che rimarrebbe la preminenza della Camera dei Comuni.

Un aspetto particolare legato alla riforma della Camera dei Lords è il rapporto di quest’ultima con il
governo, disciplinato dalla Salisbury Convention, secondo la quale i Lords non si oppongono alle proposte
del partito che vince le elezioni.
La Riforma della Camera Alta del 99 ha portato ad un peggioramento delle relazioni tra la Camera ed il
Governo, tanto che la Convenzione è stata disattesa più volte e ciò si giustifica con una sorta di maggiore
legittimazione della Camera dei Lords. Tale atteggiamento critico ha portato, il Governo, a ritirare, nel 2004,
il disegno di legge che prevedeva l’eliminazione completa dei Lords ereditari.

La nuova realtà venutasi a creare in seguito al maggio 2010 si connota di particolari caratteristiche:
- L’assenza di un manifesto elettorale proprio del governo di coalizione ha avuto la conseguenza di
sgretolare le già provate basi della Salisbury Convention;
- Il numero molto alto di nuove nomine di Pari a vita che il Premier Cameron ha effettuato, motivato
dalla volontà di rendere la Camera dei Lords più schierata a favore del suo esecutivo.

Legata ai cambiamenti della Camera dei Lords, tra le principali riforme del governo laburista, è da
ricordare il Constitutional Reform Act 2005, che aveva l’obiettivo di separare in modo più chiaro i poteri di
alcuni organi costituzionali e aumentare la trasparenza nella nomina del giudiziario. La riforma ha
ridimensionato le competenze del Lord Cancelliere, accentuando quelle esecutive.
Il Lord Cancelliere ha, infatti, perso il potere di nomina dei giudici, non è più al vertice del giudiziario, non è
più il Presidente della Camera dei Lords e può anche essere un membro dei comuni; continua comunque ad
investire il ruolo di garante dell’indipendenza della magistratura.
La legge del 2005 ha anche previsto l’istituzione di una Corte Suprema; l’obiettivo che il governo laburista
voleva raggiungere era quello di eliminare la commistione tra legislativo, esecutivo e giudiziario.

Uno dei principali elementi di novità è rappresentato dal tema della compatibilità dell’ordinamento
britannico con la European Convention of Human Rights, introdotta dallo Human Rights Act (HRA).
La legge consentiva ai giudici, in caso di incompatibilità della legislazione con la ECHR, di emanare una
declaratoria di incompatibilità, che ha il mero compito di sollecitare il Governo ed il Parlamento a
intervenire. Ma la portata dell’atto è andata a mettere in discussione in principio cardine della
“Costituzione”, vale a dire quello della sovranità del Parlamento.
La dottrina ha distinto tra un aspetto sostanziale ed uno formale:
- da un punto di vista formale, lo HRA non può avere uno status diverso rispetto a quello della legge;
ne consegue che il Parlamento può anche approvare una legge contraria all’ECHR.
- Da un punto di vista sostanziale, invece, i costituzionalisti inglesi ci hanno tenuto a sottolineare che
se il Parlamento non è costretto ad intervenire a seguito della declaratoria, la portata politica del
loro intervento comporta il dovere di modificare la legislatura in oggetto.
Così nel marzo 2011 è stata istituita una commissione di esperti, per dare vita ad un “British Bill of Rights”
che stimolasse un dibattito politico e dottrinale sul tema, anche da parte dei giudici.

La compatibilità della legislazione britannica con i diritti previsti dall’ECHR si è manifestata soprattutto in
relazione alla conciliazione tra legislazione antiterrorismo e diritti di libertà. Infatti, una sentenza della
Camera dei Lords del 2004, ha sottolineato la violazione, da parte di una sezione dell’ECHR, per aver
stabilito che “gli stranieri sospetti di terrorismo potevano essere trattenuti senza aver subito un regolare
processo”. La legge, infatti, aveva introdotto una categoria di provvedimenti amministrativi, i “control
orders”, i quali prevedevano restrizioni di libertà personale per cittadini britannici sospetti di essere
implicati in attività connesse con il terrorismo. Le Corti sono intervenute dichiarando i control orders
incompatibili con i principi sanciti dall’HRA.

Infine, a partire dal 2009, la classe politica britannica, è stata coinvolta in una serie di scandali relativi al
finanziamento, alla moralità e alla condotta privata dei parlamentari. Di conseguenza l’attenzione dei partiti
si è concentrata su riforme legate a recuperare la fiducia dei cittadini; uno degli obiettivi del governo di
coalizione, infatti, è stato quello di riallacciare il rapporto tra società civile e mondo politico.

Le prime riforme del Governo di Coalizione


Il governo di coalizione è nato da un accordo post-elettorale molto variegato, in cui Liberal democratici e
conservatori si sono impegnati a realizzare i punti in esso contenuti, mantenendo comunque le loro
posizioni originarie.

Tra le principali leggi approvate dal maggio 2010 ricordiamo la Parliamentary Voting System and
Constituencies Act 2011, che ha ridotto il numero dei deputati e consentito un referendum sulla modifica
del sistema elettorale.

1) Il tema della riforma del sistema elettorale rappresenta uno dei punti chiave dell’accordo di
coalizione. La formula su cui il governo ha trovato l’accordo è stata quella del Voto Alternativo.
L’Alternative Vote permette, all’elettore, di elencare i candidati in ordine di priorità e di eleggere quello che
riesce ad ottenere la maggioranza assoluta dei primi voti. Nel caso in cui nessun candidato ottenga tale
maggioranza, si scarta il meno votato e le seconde scelte, presenti nella sua scheda, sono ridistribuite agli
altri. La formula rientra sempre nella famiglia dei sistemi maggioritari, ma è un majority a turno unico in
collegi uninominali, che garantisce il fatto che, per essere eletti, occorre una maggioranza alta e che il voto
dell’elettore non vada sprecato, con una possibile riallocazione delle preferenze.

I dubbi che ha sollevato la dottrina, oltre a riguardare il fatto che il sistema avrebbe finito per modificare in
modo marginali i risultati elettorali, ulteriori perplessità sono sorte relativamente al principio della
responsabilità ministeriale.
In una prima fase la responsabilità del ministro era individuale; quando si è accentuata l’individualità del
governo, il Gabinetto assunse natura collegiale: le scelte del singolo ministro divenivano frutto della
decisione dell’intero collegio.

2) Il tema della responsabilità ci porta all’esame di una seconda legge, proposta dal governo di
coalizione: la fixed term parliament, approvato nel 2011 e che prevedeva lo scioglimento
anticipato delle Camere, esclusivamente reso possibile in due ipotesi:
- Un voto a maggioranza qualificata dei 2\3 della Camera dei Comuni sulla mozione;
- Oppure, nel caso in cui, a seguito di un voto di sfiducia nei confronti dell’esecutivo, la Camera dei
Comuni non riesca a trovare un accordo sulla formazione di un nuovo Governo, entro 14 giorni.
Inoltre, la legge ha stabilito che le elezioni si terranno ogni 5 anni, il primo giovedì di maggio (per evitare
coincidenza con le elezioni dell’assemblea scozzese e gallese).

Il fixed term parliament rappresenta, quindi, un ulteriore passo avanti verso la definizione legislativa delle
convenzioni costituzionali britanniche. In questa direzione, si muoverebbe anche il Cabinet Manual,
descritto come una guida al funzionamento del governo britannico.
Esso, in 11 capitoli, descrive il funzionamento del sistema istituzionale e le regole convenzionali,
giurisprudenziali e legislative ad esso relative.
La novità della pubblicazione e le polemiche risiedono nel fatto che tale Manuale, provenendo dal Governo,
potrebbe essere un passo in avanti verso una Costituzione scritta. I sostenitori di tale tesi hanno lamentato
l’assenza di un adeguato coinvolgimento della società e le lacune presenti, per aver toccato alcuni
argomenti importanti, solo marginalmente, come ad esempio il rule of law, alla base della costituzione
inglese.

Opinioni diametralmente opposte provengono da chi sostiene che si tratti semplicemente di una mera
guida al funzionamento del governo. Al riguardo, il Comitato dei Lords, non lo ha neppure reputato uno
strumento di eccessiva utilità, se non quella di rendere trasparenti le operazioni di governo.

La forma di governo: Two Premiers are better than one?


Un aspetto interessante riguarda l’evoluzione della forma di governo britannica negli ultimi anni.
Nello stesso decennio Blair si è assistito alla presidenzializzazione della forma di governo e alla riduzione del
ruolo del Gabinetto. Cambiamenti legati non solo alla personalità del Premier, ma anche a modifiche che
hanno portato il rafforzamento dell’apparato di sostegno del Premier. Si è realizzata dunque la massima
espressione della forma di governo di Primo Ministro.

La dottrina distingue due periodi Blair:


- Il primo, “Blair Presidente”, dove egli è stato un leader carismatico;
- Il secondo periodo, invece, dell’“unfallied Prime Minister”, apertosi con la guerra in Iraq.
Il terzo mandato di Blair ha subìto un’inversione di tendenza: nel giugno 2007 è stato sostituito da Brown, il
quale ha dato maggiore spazio al ruolo del Parlamento e alla centralità del Gabinetto.
La forma di governo sotto Brown viene descritta, da Flinders, con una prima fase – dell’ottimismo, e una
seconda – di timidezza.

Ancora una volta fattore caratterizzante della forma di governo è risultato il rapporto leader\premier-
partito; come dimostrato dalla Thatcher, la permanenza in carica del Premier dipende dal consenso della
maggioranza del partito: quando questo viene a mancare, il Premier non può più rimanere al potere. Così
come è avvenuto per Tony Blair.

Le esperienze di governo tra la Thatcher e Blair risultano vicine per molti aspetti in comune, quali il carisma,
la capacità di comunicazione, la durata del mandato e la sua conclusione. Ma c’è un aspetto che ha
differenziato le due esperienze, caratterizzato da una forte condivisione del potere tra i leader, Blair e
Brown, tanto che la dottrina parla di un vero e proprio “duopolio” – “dual monarchy”.
L’elasticità della forma di governo risulta confermata dalle novità legate alle elezioni del 2010, che hanno
portato all’inusuale situazione di “hung parliament” e di un governo di coalizione tra i due partiti.

La devolution – Riforma Laburista


Senza dubbio una delle riforme costituzionali di maggiore rilievo approvate negli anni di governo laburista è
stata la “devolution”, introdotta nel 98 in Galles, Irlanda del Nord e Scozia; sono state create assemblee e
governi con poteri diversi, in funzione della realtà politica del territorio, ad esclusione dell’Inghilterra.

L’esperienza scozzese appare la più interessante sia perché il Parlamento è stato dotato di poteri legislativi
primari, sia perché ha permesso di sperimentare il funzionamento di un sistema di governo, sotto alcuni
profili, differente rispetto a quello nazionale.

Oltre al fatto che le relazioni tra gli organi sono fissate da leggi scritte, diverso è anche il sistema elettorale
introdotto dallo Scotland Act per eleggere il Parlamento unicamerale; il parlamento scozzese è un organo
devoluto privo di sovranità e la Scotland Act è una legge ordinaria di Westminster che non può essere
modificata da un atto del parlamento scozzese, il quale quindi può legiferare solo sulle materie assegnateli.
Un ulteriore problema riguarda l’assenza di autonomia finanziaria del Paese. Il parlamento scozzese risulta
vincolato alla politica fiscale di Londra.

Le elezioni del 2007 hanno visto la vittoria del partito nazionalista scozzese; il nuovo First Minister Salmond,
da sempre favorevole all’indipendenza della Scozia, non aveva i numeri necessari in Parlamento, per far
passare un bill sull’indipendence referendum.
Nel 2008, il governo britannico, ha istituito la Commissione sulla Scottish Devolution, con l’obiettivo di
rivedere la Scotland Act, ma la Commissione si è dimostrata contraria ad ogni qualsiasi forma di
indipendenza e autonomia finanziaria, della Scozia, la quale deve rimanere “un’integrante e distinta parte
del Regno Unito”.
Mentre il governo scozzese ha continuato a sottolineare la necessità di ottenere completa autonomia e
indipendenza in materia fiscale.

Galles
L’esperienza scozzese può essere d’esempio per il Galles; la devolution voluta dal governo Blair, ha dato
vita ad un’Assemblea dotata di poteri legislativi. Il parlamento di Westminster ha approvato il Government
of Wales Act 2006, con il quale è stata introdotta una più chiara separazione delle competenze tra il
legislatore gallese e l’esecutivo e ha conferito nuovi poteri all’assemblea.
Le elezioni del 2011 hanno portato la vittoria, in Galles, del partito laburista, che ha ottenuto 30 seggi su 60
e che ha riconfermato come First Minister Jones.

Irlanda
Anche in Irlanda del Nord, dopo anni di sospensione, le istituzioni hanno finalmente ripreso a funzionare
nel 2007, attuando ciò che era stato istituito dal St Andrew Agreement 2006.
Ma la devolution di competenze non è stata realizzata del tutto subito. In particolare, è rimasta a Londra,
fino al 2010, la gestione della giustizia e della sicurezza. È risultata controversa l’istituzione di un sistema di
polizia professionale, libero da controlli di parte ed efficace.
Le elezioni del 2011 hanno confermato il predominio dei due partiti DUP e Sinn Fein.

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