ieme
‘inci-
iano
tale
tessa
Altri
el _ CAPITOLOT
pur &
a 1 LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI LIBRI (1)
E |
2 del’
retto, suit
rova |
non |
noscritti, evidentemente imprecisi per la posizione melodica delle note ion ne porta-
~~vano_nessuna_perché i segm neumatici erano scritti «in campo aperto», ossia. senza
mente raro.PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
Quando invece i pezzi utilizzano una pitt vasta scala melodica, si rende necessario ee
tun cambiamento di chiave nel corso del pezzo :¢ il.caso della maggior parte dei gradua- a
iid spiega, diciamolo di passaggio, i numerosi cambiamenti di chiave che i notatori
furono costretti a fare nei: manoscritti normanni-del-XH-see-quando, ad esempio, si
—Stenvanery del sight al ree
Pez
2. CHIAVI 1 sul!
|
rar i Pe:
— ‘sul
edikay) =F %— 5)
Weel a: N.
“quelle=cioé che, poste_al. lvanpee del semicon eebatieslarmsaieenit per la pe!
ettura degli intervalli (la forma di queste chiavi deriva dalla lettera corrispondente nella at
notazione alfabetica : DO = C ; FA = F) ; ma.ciascuna delle prime'sette lettere del!'al-
ges eee an acer Infatti, nei manoseritti antichi, specialmente a
quelli del XII sec., si trovano come. chiavi.:.d.(-=-RE), (= LA)ye anche il-b-molle, =
(=SIb) 0 il’b quadrato (= SIM), e:aBeneventoG.(=SOL)~
—U volta ché la-thiave-ha-determinato sul rigo la posizione della nota corrispon-
— dente, si leggono"tutte levaltre senza alcuna difficolta. Poco importa dunque il-aumero
e la posizione delle chiavi giacché il-principio-che-ne-regge l'applieazione rimane iden-
tic Pe
br
N.8 Lialtezza delle chiavi & |
le dei suoni ; le melodie che ne utilizzano Ia parte pit elevata sono scritte in chiave di
DO sulla seconda linea, poi, a misura che Pambitus scelto & pi grave, si usano le chiavi
Ja chiave di FA in-terza-liniea. La chiave di FA |
in quarta linea ¢ utilizzata, nei nostri libri, solo una volta, per un pezzo che scende fino i
al SOL grave. | N
pe
a) Chiave di DO | av
ze
N.9 __ In gregoriano la chiave.di DO\siincontra:soprattuto sulla terza’¢ quarta linea, hu
— pit raramente sulla seconda, mai sulla prima. de
PC
wot = -t = E
eS _——— nak i
cake aL DO. re fa aah Ia Fa sak Ik ak DO re mi dara ni feast lh BO re,
4 |LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI' LIBRI
bee Pezzi scritti chiave di DO Comm. «Ecce Dominus veniet» (Venerdi delle
oe sulla seconda linea : Quattro Tempora di Avvento) ;
bar Intr. «Adorate» (3a dom dopo l'Epifania) ;
oot ‘Comm. «Passer» (3a dom. di Quaresima), ecc.
Pezzi scritti in chiave di DO All. eOstende» (1a dom.di Awento) ;
sulla terza linea : » Intr. «Populus (2a dom.di Avvento) ;
Grad. «Ex Sion» (2a dom.di Awento) , ecc.
Pezzi scritti in chiave di DO Intr. «Ad te levavi» (1a dom di Avento) ;
\ sulla quarta linea : Comm. «Dominus dabit» (1a —— 3
Al. cLaetatus sum» (2a dom.di Avvento), ecc.
bv) Chiave di FA
N.10 Nei nostri libri la chiave di FA non @ mai utilizzata se non sulla terzalinea,
ccetto nell'Off. «Veritas meay (Commune di un Conf. non Pontefice) scritto in chiave
di FA sulla quarta linea. —~
5
Wale A
ante = ———— | ———
solle —— se
et | Wasi de rem FA. sob la si faol Masi do ore mi FA. sob
aero
den-
Pezzi scritti in chiave di FA sulla terza linea (a causa del loro ambitus grave, si tratta di
brani in protus plagale, cio? II modo)
tere- | Off. «Ad te levavi» (1a dom. di Avvento) ;
eli Comm. «Jerusalem surge» (2a dom. di Avvento) ;
tiavi Intr. «Veni et ostende» (Sabato delle Quattro Tempora di Avvento) ;
FA Intr. «Dominus dixit» (1a Messa di Natale), ecc.
fino
N.11 Come abbiamo esposto sopra, per le melodie-il-cui-ambitus ¢-molto svilup-
~pato vengono usate nei nostri libri due chiavi. Tuttavia, il passagaio dalf'una-all'altra non
__awviene:nel corso di.una frase,-ma solamente fra due parti ben distinte di uno stesso pez-
| eines etieate dei graduali, Fae ‘cui ampiezzae st Sarina aor un adeguato svi-
nea, luppo melodic. La prima’parte, 0 responsorio, si muove quasi abit lence eee
della scala modale, mentre il versetto, riservato @ un piccolo gruppo di cantori (un tem-
PO, #um’ solista), x sviluppa nel’acuto e, per conseguenza, utilizza un’altra chiave,
Es. Grad. «Universi» (Ta dom. ar Awentoy;
Grad. «Prope est» (4a dom. di Avvento) ;
Grad. «Exiity (S. Giovanni Apostolo) ;
Grad. «Gloriosus» (Comune di pit martiri I), ece.
| 5
i
dee |
|PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
3. ALTERAZIONI
N. 12. Iecanto gregoriano non utilizza che una alterazione, il bemolle,e unicamente
-davanti_al SI, come il nome dellalterazione indica chiaramente : b (= SI) molle (meno
«tesop, praticamente : abbassato di mezzo tono). Bisogna inoltre segnalare che un buon
numero di questi bemolli, aggiunti in un’epoca relativamente recente, sono destinati a
sparire nelle future edizioni.
Lreffetto del bes permane finché non intervenga :
- sia un bequadro :
(Cadenza finale degli All. VIII modo ;
t
t i
ee per esempio. quello della la messa di
Natale) ;
sia un qualsiasi tipo di stanghetta -
a
SN Sep SEES (lo stesso All. di Natale su «hodie») ;
ego he
+ sia un‘altra-parola :
1p =a
UM vé- ne. rit* Pa-ré. cli- tus
Comm,
(Comm. 4a dom. dopo Pasqua).
In questi due.ultimi:casi,\come pure col cambiamento.di-rigo, ¢ necessario-rimettere il
4 10 ef
4.1acupa =
N.13 ease sana oats Meprisiony ;Si.trova
aires ‘come annuncio in anticipo della prima nota del rigo seguente
ST pel cote te tomes ant;
D te ‘evé-vi * 4- nimam me- am:
nel
Sian
5.LE
N14
le sta
ticor
quell
di pu
-Iq
clan
-Vint
cladente
eno
puon r
vatia
odo; {
adi |
LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI LIBRI
-=inél Gorso del rigo, quando viene cambiata la chiave :
noc ra
V. Vie as
Sia nell'uno che nell’altro caso, non deve evidentemente essere cantata.
(Grad. 1a dom. di Avvento).
5. LE STANGHETTE
(ON 14 Le edizioni vaticane utilizzano, per-punteggiare le frasi melodico-verbali, del-
te-stanghette la cui diferente gradezza corrisponde alla gerarchia di valore degli elemen-
ti compresi fra di esse.
ie>) 5
mre il
ova
Si comprende dunque che, se non vi pud essere paragone fra queste stanghette ¢
quelle della musica non gregoriana, esse hanno, invece, uno stretto rapporto con i segni
i punteggiatura della frase letteraria : virgola, punto e virgola, due puntie punto.
=I quarto di stanghetta ——t-—— _delimita normalmente un inciso mel
~Verbale o puramente melodico;
ico
~la mezza stanghetta -punteggia una parte della frase. Una frase_
“conta due o tre partr€ quindi una o due
mezze stanghette, salvo possibili eccezioni ;
= Pintera stanghetta _chiude una frase. Se non sempre corrisponde
= 1 una fase Ietferaia, ne incica almena una
divisione importante ; {A
-la doppia stanghetta interviene alla fine di un pezzo 0, nel corso
"pezz0, quando c’é-unpassaggio da unr ——
== _coro aun altro : come nel Kyrie, Gloria, Credo,
Graduale, Alleluia, Tratto, vi sia o no un alter-
narsi regolare fra i gruppi di cantori.
Le stanghette della Vaticana sono generalmente ben poste, eccettuati alcuni quar-
ti di stanghetta che dovrebbero essere spostati o perfino soppressi.
N.15 Lavirgola,che __g —Solesmes ha avuto il permesso di aggiungere nelle
edizioni con segni ritmici, hha precisamente lo scopo di supplire ad alcune
di queste deficienze.
Es. Off. «Desiderium» (Comune degli Abbati) : dopo «de lapide» ;
Grad. «Os justi» (Comune dei Dottori) : nel versetto dopo «non», ece.
7PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
Bisogna ancora aggiungere come elementi ausiliari della notazione, ma a titolo
molto secondario non facendo parte del rigo stesso, 'asterisco e la crocetta.
a) l'asterisco
N.16 _Ltasterisco-semplice * precisa il punto della melodia in cut-il-coro.si unisce
alla «schola» (o eventualmente a un cantore solista). Lo si incontra :
—=dopoT'intonazione dei pezzi ;
- prima della o delle ultime parole dei versetti dei-Graduali, Tratti-o-Alleluia,.come pu-
~re-prima.dell'ultimo. ¢eleison»_del-Kyrie-quando 1a 9a invocazione & formata da due
incisi. :
N.B. L’asterisco semplice che nella salmodia divide i versetti, ha per scopo di indicare
una pausa fra i due emistichi (3). =
N.17 Liasterisco doppio.** noato-si-incontra che nella 9a invoc
allorché comprende tre incisi o anche piti. In tale caso, I'asterisco o gli asterischi sem-
ici che precedono, indicano un cambiamento del coro, ¢ soltanto l'asterisco doppio__
“Tichiede Ia riunioné dei cori. eee te ree
b) la crocetta +
N.18 Questo segno-non-lo-si-incontra che nel primo emistichio di un versetto sal-
modico, quando ¢ particolarmente lungo. Indica allora una leggera.cesura..
B. NOTAZIONE DELLE MELODIE GREGORIANE
1, GRAFIA ATTUALE
N.19 La srafiaattuale della Vaticana,siizazionsdellanotarione quadrata che
_-appare_un_poovunque a XIIL-XIV_sec., si riannoda, in ultima analisi, alle
notazioni antiche e,_tra le i i -sono- stati
tratti_dai_segi Zz atlra, ecc., adoperati nei testi-tetterari—
_dell’antichita e del medio-evo..
Sillabici, scelti appositamente per la loro semplicita, mostreranno
yne primitiva di cui I'accento acuto (divenuto_lavirga :segno
‘grave (divenuto il punctum : segno indicante una
"Due frammenti
cid che fu questa ni
che\jndica una nota alta) e I'accen:
nota grave) sono gli element! bastlart -
Comm. Jerusalem» (4a dom. di
Quaresima)
cu-jus parti-ci-pa-ti- 0 ejus in id-ipsum :
8
c
preser
N.21
r
grave
neum:LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI LIBRI
titolo Le tre
—
———— Comm. «Dico vobis» (32 dom. di
—
: Pentecoste)
a " super uno peccatére
Il punctum quadrato della Vaticana tiene il posto dell’uno ¢ dell'altro segno. In
ap pr | a ffferenza fra virga e punctum non ha piti ragione d’essere, quando il rigo
adue |
N.20 Lo schema che segue permettera di riconoscere, almeno in alcune delle at-
dicare tuali grafie della Vaticana (4), i segni neumatici.degli antichi manoscritti sangallesi...
___L neumi qui riportati possono essere chiamati«fondamentalir.(5).
Kyrie Neumi di Lc -
isem- Virga 4 Punctum .
oppio
| _Neumi didue.note 4 Y
| Clivis fi PesoPodatus
Bay 0 eS
Neumi di tre o pit note “
al- i tre ¢
oe Porrectus N Torculus de
Tone be
ee ;
Climacus 7 *s Scandicus 4 7 a
= — i, Sen
hi a
Ci soffermeremo pit particolarmente su tre di queste grafie, perché potrebbero
ents presentare qualche difficolta per il principiante :
si, alle | y
Eat | N.21 ail peso podatus
terest | Trascrizione in notazione quadrata del neuma sangallese formato da un accento
| _grave"e-da-uit acento acuto, ossia da una nota grave seguita da una nota acuta ; questo
anno | neuma viene letto dal basso in alto :
segno —_
ite una
|
om. di t
sol-la sol-do.ré-fa~—sol-ré
9PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
a
N.22 b) il porrectus N
ALneuma sangallese-utilizza-suecessivamente-un-accento acuto, un accento grave, _
poi un. __Poi un nuovo accento acuto, ossia indica una nota grave-fra-due-note-acute. —
-Nella_notazione. quadrata,-le-due-prime-note-di-questo-neuma non sono formal-
mente disegnate, ma sono indicate-dall'angolo-formato.dallintersecazione dei tratti :
wv wv wv AA REATO
sol-fa-sol la-sol-do do-la-re do-sol-le
Lo stesso si pud dire altre grafie che presentano un disegno analogo (6)
vw wv mM mM
sol-la-fa-sol sol-si-la-si la-fa-la-sol do-la-si-sol
is (7), 1a-Vaticane-uso-
SVILUPPO DEI NEUMI FONDAMENTALI
\L_neumi precedenti possono essere sviluppati mediante addizione di note susse-
guent.
N.24 a) Neums subpunctts (8)
Si.chiamano cosi quei neumi Ja cui ultima nota (una nota acuta) & seguita da al-
meno due «punctum in forma di losanga», sempre discendenti. Si potrebbe pitt preci-
10
samer
tis», 1
Podat
Porrec
Scand
N.25
Vaggi
Toret
Clim:ausa
pune-
susse-
daal-
oreci-
LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI LIBRE
samente chiamarli, secondo il numero dei «punctum», «subbipunctis» 0 «subtripunc-
tis», ma non é indispensabile.
Podatus subpunctis
Porrectus subpunctis
Scandicus subpunctis
-fa-sol-la-do-si-la
la-do-re-do-lo re-m'
N.25 b) Newma resupinus(9)
Si designa cosiun-neuma che, terminando con una nota grave, ¢ sviluppato con
Vaggiunta di una nota acuta.
Torculus resupinus
Climacus resupinusPRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
N.26 c) Newma-flexus(10)
Un-neuma’é detto «flexus» quando; alla sua ultima nota scritta con un acento
cuto, viene-aggiunta-una nota grave. Essendo-questa nota 'ultima del gruppo e scritta
‘con-un-punctum quadrato, non-pud essere confusa con neumi subpunctis.
el on ZA
oresiantbetiar Se
ee
do-si-do-la fa-mi-fa-re
fa-la-do-si mi-fa-sol-lo-sol mi~fa~sol-la-sol
N.27 —Neuma subpunctis, neuma resupinus, neuma flexus...é tutto ? Sie no! Si:
perché non avremo da registrare nessun-altro nuovo-nome-che designi qualche altro
modo-di-sviluppo. No : perché, facendo delle combinazioni, da queste tre possibilita
i allungamento di una forma base, se ne possono formare moltre altre.
wa ww
; uh aN
Es. All. ¥. «Excita» (3a dom. di Avento), su «poten-ti-am» ;
All. ¥. «Laudate Deum» (2a dom. dopo lEpifania), su «an-ge-liv,
ae
aS.
Es. Grad. ¢Propitius esto» (Sabato delle Quattro Tempora di Quaresimae
4a dom. dopo Pent.), su agen-tes» ;
All. ¥. «Dominus in Sina» (Ascensione), su «captivi-ta-temy ;
Off. «Benedictus es» (Quinquagesima), su «omni-a».
2
‘
neum
Ia nos
Grafie
unit
N. 28
natoc
dei
ascen:
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culus,
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N. 29
¢
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Se un
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Pato,
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mico «
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PB
mo ch
compeato a
critta
!Si:
altro
bilita
LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI LIBRI
Quest’ultimo esempio ci mostra un porrectus sviluppato, pur rimanendo un solo
neuma indivisibile ; la sua grafia manoscritta é, su questo punto, molto pil chiara del-
lanostra: g<.
Gafacicuestogeners "WW 0 Min -stmmtinserebbero-messionment®
Punita-assoluta-del gruppo e Puguaglianza di valore di-ciascuna-nota:
N.28 La notazione delle edizioni vaticane, generalmente buona, malgrado l'accen-
nato difetto, quando la si sa leggere alla luce dei principi che reggono il raggruppamento
dei suoni, si revela invece inadeguata quando si tratta di trascrivere una successione
ascendente leggera di tre note o pitt. Cosi negli esempi di scandicus flexus dati al N. 26,
non c’e, come lo lascerebbero credere le grafie usate, podatus-+-clivis; podatus-+-tor-
culus,o ancora, quando la successione-ascendente ¢ pitrsviluppata, scandicus +torculus,
maun solo neuma-di quattro, cinque 0 sei note leggere-e indivisibili:1 gruppi qui forma-
tinella notazione quadrata, non corrispondono a cid che indicano i manoscritti.
Tutto questo ci induce a precisare una nozione capitale per l'intelligenza del ritmo
delle melodie gregoriane, nozione pienamente messa in luce dalle ricerche semiologiche
di questi ultimi quindici anni.
N. 29 euinememuna®
Che cosa si deve intendére per «neuma> ? La-sintesi-dellenote:che:sictrovanosu
una sola sillaba.
Quando ia'sillaba-porta-una sola nota, - un-punctum--,questo punctum é un neu-
ma.;.quando-ne-ha due; = podatus’o clivis -; questo. podatus 0. questa-clivis-sono.un
neuma-;-quando, molto sovente, ne ha quattro, cinque, dieci, venti opi, V'insieme di
queste note nou foime-altro-che un solo neuma tt cut ritmo ¢ precisato dal modo in cui
le‘note-sono raggruppate-o'separate: Lo vedremo in alcuni semplici esempi al N. 31
Si pud dunque d’ora innanzi affermare che il-neuma’€ essenzialmente-ritmico.
Se-un-tempor unl gruppomelodico ere: praticamente-considerato come-formato.dauna
successione-di-neumi-brevi; ora-€ acquisito-con-certezza che le note che sisembravano
essere-la-fine-di-questi piccoli-«neumi», sono-al contrario molto spesso gliappogei-rit-
mici importanti dell’unico neuma sovrapposto alla sillaba. Pid questo neuma é svilup-
pato; pit grande il: numero-dei-suoi elementi-che; ricordiamocelo;nom-sono che degli
elementi-neumartcl'e nor det neumi. Cid & molto importante perché il significato rit-
mico di un’entita grafica, ad-esempio-il-podatus, pud differire secondo che ‘si tratti di
unsneumar6"solamenteidi-un-elementorneumatico: Vi ritomeremo sopra quando trat-
teremo, nel corso di semiologia, del principio dello stacco neumatico.
Per concludere queste righe dedicate allo sviluppo dei neumi fondamentali, dicia-
mo che l'importante non é poter dare un nome ai gruppi complessi (quando furono
composte le melodie pitt autentiche non esisteva alcun nome di neuma), ma
13PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
1 -coglierne Punita indivisibile (almeno 1a dove la notazione manoscritta non indi-
ca nessun punto saliente dentro il gruppo) ;
2. esprimere questa unita nel canto, con il legato-della voce e Ja fluidita.del suono.
3. MODIFICAZIONE DEI NEUMI
N.30 I neumi possono ricevere certe precisazioni di ordine rritmico ed espressi-
vo (11),
~ sie~per- mezzo" di modificazioni net rageruppamento dei suoni ;
~ sia con Waggiunta di un segno :episema’o punto.
N.31 a) Modificazione-net-raggruppamento det suont
[Pp jp We 4.
es.) ERE invece ai = Se tee i
°
Ivalore della prima nota-é qui particolarmente sottolineato dat suo distacco data
seguentte,-alla quale invece..unita nella grafia-ordinaria.del-porrectus flexus.(1° es.) 0
del pes subpunctis (2° es.).
Nell’esempio seguente
vw
vivi fica me Off. «Confitebor», 1a dom. di Pass.)
ibraggruppamento, in forma di'pes, det RE-e del FA, sottolinea it valore-ritmico dt que-
sta seconda nota.
(stesso Offertorio come sopra),
4
osela
vo nel
N.32
lineare
N.33
suo pe
tiche ¢
= se
frase,
=se,
tivo»
cuna¢
1
da noi
Ee
ae
came
za ne
meloLA NOTAZIONE GREGORIANA NEI NOSTRI LIBRI
non indi- 0 se la prima nota, sola, fosse stata importante :
9
el suono.
h O- di-e sci & tis, (Intr. della Vigilia di Natale).
espressi-
Sono possibili tante altre modificazioni di neumi, ma esse verranno poste in rilie-
vo nel corso di semiologia : le ritroveremo dunque pit tardi.
b) Aggiunta di un segno
‘Lrepisetna e il punto possono essere aggiunti alle grafie della Vaticana.
N.32 “Eptsema-
Depisema'é-un piccolotratto-orizzontale posto sopra-o-sotto le note. Pud'sotto-
lineare una-sola nota, o-una.nota di un gruppo, 0 un intero gruppo.
=n
cco dalla :
(es) 0
N.33 IL significato dell’episema,-e quindi-ta sua interpretazione, variano secondo il
suo po-to.; questa-osservazione & fatta- particolarmente per le numerose clivis episema-
tiche dei-nostrilibri
- se-lacctivis episematica é.cadenzale, ossia coincide con la fine di-un-inciso; membro o
frase,-le-due.note si devono rallentare pio meno secondo l'importanza della-cadenza;
~se, al. contrario, la clivis episematica sopraggiunge nel corso di-una-parola.o-di-un.mo-
tivo. melodico, non. il-caso-di prolungarla, ma va cantata semplicemente; come se-cias-
iPass.) ‘una delle due note fosse sovrapposta ad una sillaba normale.
; In ogni. caso, episema vale non soltanto per la prima nota, ma anche per la.secon-
o di que- da.nota,
avesse- *
la (Comm. «Tollite hostias, 18a dom. dopo
Pentecoste).
Ecco quattro clivis episematiche successive, ossia, in questo caso, otto note pzati-
camente uguali corrispondenti al valore di otto sillabe': cid non toglie nulla alla leggerez-
za necessaria per l'espressione del testo, messo cosi felicemente in rilievo dalla linea
melodica
15PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
‘Froviamo altri-casi-di-clivis episematiche nelMIntr. «Laetare» (4a dom. di Quaresi-
ma). Imanoscritti portano una clivis episematica :
- nelle cadenze delle frasi«e-amp, «fuistis» e «ve-straen,
- come pure nella cadenza del membro «satiemi-ni».
Si @ tradotto l'episema dei manoscritti con due punti (uno per nota) in ragione
dell'importanza di questi incisi letterari, ma va da sé che la clivis con due puntini della
cadenza del membro deve essere cantata differentemente dalle cadenze delle frasi. Del
resto, in questo stesso introito, i manoscritti portano ugualmente una clivis episematica
alle cadenze degli incisi «qui'in tristiti-a» € «exsulte-tis». Con lo scopo di significare la
gerarchia di valori delle cadenze,-Solesmes ha qui conservato lepisema dei manoscritti,
il-quale é un segno che, secondo le convenzioni ammesse nelle nostre edizioni attuali,
vale meno del punto.
Si-notera- pure-una-clivis episematica sulla sillaba finale di-«Laeta-re»,.come su
7PRIMO ANNO DI CANTO GREGORIANO
Intr. ,
4:NEUMI LIQUESCENTI
N. 37 Alcune grafie della Vaticana terminano con una nota (15) pid piccola del so-
lito. Si trata di grafie liquescenti.
Es. : torculus liquescente z
scandicus liquescente at
pes subpunctis liquescente —$3-
‘Tre di queste grafie hanno ricevuto un nome particolare :
ilpodatus liquescente. *- 8 pure chiamato-epiphonus ;
Ja clivis liquescente Ce pure'chiamatacephaticus;
itclimacusiquescente. "4%, 8 pure chiamato-ancus.
N.38 a) Significato del neuma liquescente
Il-neuma liquescente-rappresenta il-fenomeno-vocale. che risulta da un‘articola-
zione ‘silabica complessa. Questa. complessita nell’articolazione fa prendere, agli organi
Yocali, una~posizione transitoria che “diminuisce e-soffoce-il-suono. Le-antiche-grafie
manoscritte esprimono molto bene questo fenomeno attraverso un disegno :il tratto di
penna-finale-si-arrotonda-o-si-distende in’ modo molto poco preciso da sembrare.in-
Sompluto- - .
Tuttavia.m-e g possono, da sole, provocare 1a liquescenza del suono precedente.
Es. Intr. «Cibavit» (Lunedi di Pentecoste) : «petra-melle» ;
Intr. «Salve Sancta Parens» (feste della SS.ma Vergine) : «qui re-git» ;
Comm, «Qui vult» (Comune di un Martire non Pontefice I) : cabne-get» ;
18evs LA NOTAZIONE GREGORIANA NEI.NOSTRI LIBRE
2 daiun dittongo,; «gau-deter, eeleison> ; : 2
3. quando. j-e~1 (17), poste fra due Yocali, vengono considerate fome consonants
~ ees ealleluday,
N40 1 ¢) Interpretazione dei neumi liquescenti
Non potendo qui entrare nei dettagli, come si farebbe in urio corso di semiologia,
diciamo soltanto che la Vaticana non ha trascritto che una delle due forme di lique-
senza ritrovate nei manoscritti: a liquescenza deta «diminutivay, da cui deriva la pic-
Mei ‘non si dovrebbe esagerare il senso dell’espressione éliquescen?a’ diminutiva»,
well‘ epee nota. La riduzione esiste, ‘realmente! sul-plaio-s sonore a causa
| momentanea dell’organo vocale e cid basta per puis
- la. «liquescenza aumentativan ; sarebbe invece piuttosto accorciata
suono debole & portato ad, assottigliarsi, come un suono forte a dilatarsi, sopr
ritmo libero. Sara perd prudente non, «cercare> questa abbreviazione, semplice con:
guenza di una esecuzione naturale. Insomma, basta pronunciare bene, articolare chiara-
‘mente e a liquescenza @ salva.
tale organi
che grafic
1 tratto di
nbrare in-
6), né fra
sulus), ma
difficolta