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Diventa Supernatural

Joe Dispenza

EAN: 9788863867800

Copia data in licenza a


Giuseppe Airoldi
Questa pubblicazione è stata acquistata il 20
febbraio 2019
su Il Giardino dei Libri

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Che cosa comporterebbe diventare soprannaturali? Cosa succederebbe se
potessimo sintonizzarci su frequenze che vanno al di là del nostro mondo
materiale, cambiare la chimica del cervello per accedere a livelli di
consapevolezza trascendentale, creare un nuovo futuro e modificare l’assetto
biologico per favorire una profonda guarigione?
È proprio ciò che il dr. Joe Dispenza offre in questo libro all’avanguardia: un
insieme di nozioni e strumenti che permettono alle persone comuni, proprio
come te, di raggiungere stati d’essere fuori dall’ordinario.
Joe Dispenza, autore “New York Times” best seller di Placebo effect e
Cambia l’abitudine di essere te stesso attinge alle più recenti ricerche in
ambito di neuroscienza, epigenetica e fisica quantistica per dimostrare in che
modo possa avvenire questo tipo di trasformazione e ciò che potrebbe
significare per la nostra vita. In particolare, approfondirai:
• come liberarti dal passato ricondizionando il tuo corpo a un nuovo modo
di pensare
• come creare la realtà nel generoso presente cambiando frequenza
• la scienza segreta della ghiandola pineale e il suo ruolo nell’accesso alle
dimensioni mistiche della realtà
• come far passare la tua consapevolezza oltre il mondo materiale limitato e
prevedibile e accedere al campo quantico delle infinite possibilità
• e molto altro.
“Da un brillante scienziato e insegnante appassionato, questa guida unica e
pratica ci mostra passo per passo come superare i limiti di ciò che è noto per
creare una nuova vita straordinaria.”
- Tony Robbins

Joe Dispenza D.C. è docente, ricercatore, consulente aziendale, autore e


formatore di fama internazionale e come tale è stato invitato a parlare in oltre
trentadue Nazioni in cinque diversi continenti. Come docente e formatore è
fermamente convinto che in ogni individuo sia racchiuso un autentico
potenziale di capacità infinite. Con chiarezza, semplicità e ispirazione, ha
formato migliaia di persone su come riprogrammare la mente e il corpo al
fine di creare trasformazioni permanenti.
Dr. Joe Dispenza

DIVENTA SUPERNATURAL
Come fanno le persone comuni a realizzare
cose straordinarie
Copyright © 2017 by Joe Dispenza
Published and distributed in the United States by Hay House, Inc.
Titolo orginale: Becoming supernatural: how common people are doing the uncommon
Inserto a colori e illustrazioni: John Dispenza
Traduzione: Manuel Piani

Sintonizzati con Hay House su: www.hayhouseradio.com

© 2018 My Life
I edizione: aprile 2018
My Life srl, Coriano di Rimini (RN)

L’autore di questo libro non dispensa consigli medici né prescrive l’uso di alcuna tecnica
come forma di trattamento per problemi fisici e medici senza il parere di un medico,
direttamente o indirettamente. L’intento dell’autore è semplicemente quello di offrire
informazioni di natura generale per aiutarvi nella vostra ricerca del benessere fisico,
emotivo e spirituale. Nel caso in cui usaste le informazioni contenute in questo libro per voi
stessi, che è un vostro diritto, l’autore e l’editore non si assumono alcuna responsabilità
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altrimenti essere copiata per uso pubblico o privato, escluso l’“uso corretto” per brevi
citazioni in articoli e riviste, senza previa autorizzazione scritta dell’editore.
A mio fratello John, un vero mistico
INDICE

Prefazione di Gregg Braden


Introduzione. Preparati a diventare supernatural

Capitolo 1. Apri la porta al soprannaturale


Capitolo 2. Il momento presente
Capitolo 3. Sintonizzati su nuove infinite possibilità
Capitolo 4. “Benedizione dei centri energetici”
Capitolo 5. Riprogramma il corpo a una nuova mente
Capitolo 6. Storie: esempi viventi di verità
Capitolo 7. L’intelligenza del cuore
Capitolo 8. Mind Movie e caleidoscopio
Capitolo 9. La meditazione camminata
Capitolo 10. Storie: dalla teoria alla pratica
Capitolo 11. Spazio-tempo e tempo-spazio
Capitolo 12. La ghiandola pineale
Capitolo 13. Progetto Coerenza [Project Coherence]:
creiamo un mondo migliore
Capitolo 14. Storie: può succedere anche a te

Conclusione. Essere pace


Ringraziamenti
Note
L’autore
PREFAZIONE

Nel corso della storia dell’umanità, troviamo alcuni racconti di esperienze


che vanno oltre i limiti di ciò che è considerato possibile. Dai
duecentocinquantasei anni di vita di Li Ching-Yuen, il maestro di arti
marziali morto nel 1933, che pare sia nato nel 1677, abbia avuto quattordici
mogli e oltre duecento figli, alla guarigione spontanea di numerose malattie
documentata dall’Istituto di Scienze Noetiche (IONS), attraverso
tremilacinquecento riferimenti in oltre ottocento riviste in venti lingue
diverse, le prove ci dicono che non siamo ciò che pensavamo in passato:
siamo molto di più.
Oggi la questione è passata da “Cosa è possibile nelle nostre vite?” a
“Come realizzarlo? Come risvegliare il nostro straordinario potenziale nella
vita di tutti i giorni?”. La risposta a questa domanda è alla base del libro che
stai leggendo.
Joe Dispenza è un medico, uno scienziato e un mistico moderno. È anche
un divulgatore la cui visione va oltre i confini di una singola disciplina
scientifica. Attingendo da diversi settori della scienza ufficiale, come
l’epigenetica, la biologia molecolare, la neurocardiologia e la fisica
quantistica, Joe supera la linea di demarcazione tradizionale che in passato ha
separato il pensiero scientifico dall’esperienza umana, e apre la porta a un
nuovo audace paradigma di autoaffermazione, un modo di pensare e di vivere
basato su ciò che riteniamo possibile nella nostra vita, oltre a quello che
accettiamo come dato scientifico. Questa nuova frontiera di potenziale
realizzato sta ridefinendo il significato di essere umano attivo e capace. È una
frontiera promettente per tutti: casalinghe, studenti, operai, scienziati,
ingegneri e medici.
La ragione di tanta popolarità è che il lavoro di Joe è simile a un modello
collaudato che i maestri utilizzano con successo con i loro allievi da secoli.
L’idea di base è semplice: l’esperienza diretta di un maggiore potenziale ci
consente di accoglierlo nella nostra vita quotidiana. Il libro che stai leggendo
è il primo manuale sull’argomento e fa esattamente questo: ci conduce passo
dopo passo in un percorso per realizzare il nostro massimo potenziale nel
corpo, nella salute e nelle relazioni, aiutandoci a compierlo con i nostri tempi.
Fu sulle pareti di una grotta nell’altopiano del Tibet che vidi con i miei
occhi come lo stesso modello fu utilizzato da uno dei grandi maestri yogi del
passato per liberare i suoi allievi dalle loro credenze limitanti. L’eredità del
suo insegnamento rimane ancora oggi, conservata nella caverna che era la sua
casa otto secoli fa.

Tempo fa promossi un pellegrinaggio di gruppo sugli altipiani del Tibet


occidentale. Il nostro itinerario ci condusse direttamente nella grotta di
Milarepa, poeta, mistico e maestro yogi dell’XI secolo.
Sentii parlare per la prima volta del leggendario yogi quando ero discepolo
di un mistico sikh che diventò il mio insegnante di yoga negli anni Ottanta.
Per anni studiai il mistero che circondava la vita di Milarepa: proveniva da
una famiglia privilegiata ma aveva scelto di rinunciare a tutti i suoi beni
materiali; aveva perso la sua famiglia e i suoi cari in circostanze tragiche e
violente; il desiderio di vendetta e la sofferenza che tutto questo gli provocò
lo avevano portato a ritirarsi sulle montagne dell’Himalaya, dove scoprì il
suo straordinario potenziale di yogi. Volevo vedere con i miei occhi il luogo
in cui Milarepa sfidò le leggi della fisica per dimostrare a se stesso e ai suoi
allievi che siamo condizionati nelle nostre vite solo dai limiti delle nostre
credenze. Dopo diciannove giorni di viaggio, ebbi l’opportunità di farlo.
Trascorso il periodo di acclimatamento a più di 4.500 metri sopra il livello
del mare, mi ritrovai esattamente nel luogo in cui si trovava Milarepa
ottocento anni prima, davanti ai suoi discepoli. Con il viso a pochi centimetri
dalla parete della grotta, ero di fronte al mistero insoluto che gli scienziati
moderni non sono ancora riusciti a spiegare o a riprodurre. Fu proprio lì che
Milarepa pose la propria mano aperta sulla parete, all’altezza della spalla, e
poi la spinse oltre, come se la superficie rocciosa non esistesse. Per reazione,
la pietra diventò soffice e malleabile, cedendo alla pressione della sua spinta.
Ne risultò un calco perfetto nella roccia della mano sinistra dello yogi.
Esaminando le pareti e il soffitto della grotta, trovammo altre impronte di
mani e deducemmo che Milarepa avesse offerto questa dimostrazione in più
di un’occasione.
Aprendo la mia mano e ponendola nell’impronta, sentii che le dita
venivano accolte nella forma di quelle dello yogi, esattamente nella posizione
assunta dalla sua mano otto secoli prima. L’adesione era così perfetta che
ogni mio dubbio sull’autenticità dell’impronta sparì. Immediatamente il mio
pensiero si rivolse all’uomo. Desideravo sapere cosa successe esattamente
mentre affrontava la roccia. A cosa stava pensando? E, soprattutto, cosa stava
provando? Com’era riuscito a opporsi alle leggi fisiche secondo cui una mano
e la roccia non possono occupare lo stesso spazio simultaneamente?
Come se mi avesse letto nel pensiero, la guida tibetana rispose alle mie
domande prima ancora che gliele ponessi. “La meditazione del geshe
(maestro spirituale) gli insegna che egli è parte della roccia, non separato da
essa. La pietra non può frenarlo. Per il geshe questa caverna rappresenta un
luogo di esperienza, non una barriera che lo limita. Qui è libero e può
muoversi come se la roccia non esistesse.” Le parole della mia guida mi
sembrarono perfettamente ragionevoli. Quando gli allievi di Milarepa videro
il loro maestro compiere qualcosa che era ritenuto impossibile, si trovarono
di fronte allo stesso dilemma che oggi affrontiamo quando scegliamo di
liberarci dalle nostre credenze limitanti.
Il dilemma è il seguente: il pensiero dominante dell’epoca considerava il
mondo in termini di limiti e confini. Ciò includeva la convinzione che una
parete di roccia costituisse una barriera invalicabile per il corpo umano.
Tuttavia, quando Milarepa spinse la sua mano nella roccia, gli allievi ebbero
la dimostrazione che esistono eccezioni a queste “leggi”. Il paradosso è che
entrambe le visioni del mondo sono assolutamente corrette. Ciascuna dipende
da come scegliamo di considerarci in un dato momento.
Mentre premevo la mano sull’impronta che lo yogi lasciò per i suoi
discepoli molti anni prima, mi domandai: oggi siamo ancora condizionati
dalle stesse credenze limitanti degli allievi di Milarepa? E in tal caso, come
possiamo risvegliare in noi il potere di superarle?
Ho scoperto che, quando nella vita qualcosa è vero, quella verità si
presenta in molti modi. Per questa ragione, non sorprende che la
documentazione scientifica proveniente dai seminari di Joe porti alla stessa
conclusione a cui arrivarono Milarepa e altri mistici nel corso dei secoli: che
le circostanze della nostra esistenza sono tali a causa della coscienza stessa e
del modo in cui consideriamo noi stessi nel nostro mondo. Ho raccontato la
storia di Milarepa per illustrare questo principio apparentemente universale.
Il punto centrale dell’insegnamento dello yogi è il seguente: quando
viviamo in prima persona (o osserviamo in un altro) qualcosa che credevamo
impossibile, diventiamo liberi di oltrepassare quegli stessi limiti nella nostra
esistenza. Ed è proprio per questo che il libro che stai leggendo è in grado di
cambiare la tua vita. Imparando ad accettare il tuo sogno futuro come se fosse
la tua realtà presente, in modo che il tuo corpo creda che stia accadendo
“adesso”, scopri come mettere in moto una cascata di processi emotivi e
fisiologici che riflettano la tua nuova realtà. I neuroni del cervello, i neuriti
sensoriali del cuore e la chimica del tuo corpo si armonizzano per riflettere il
nuovo pensiero, e le possibilità quantiche della vita si riorganizzano per
sostituire le circostanze indesiderate del tuo passato con le nuove condizioni
che hai accettato come presente.
Ecco la forza di questo libro.
Con uno stile fresco, diretto e facile da capire, Joe Dispenza ha unito in un
solo volume le scoperte della scienza quantica e gli insegnamenti degli
antichi maestri, per mostrarci come diventare soprannaturali.

Gregg Braden
Autore di Human Matrix
INTRODUZIONE
Preparati a diventare
supernatural

Preparati a diventare supernatural


Mi rendo conto che scrivere questo libro non sia privo di rischi per me.
Nel mondo ci sono persone, anche nella comunità scientifica, che potrebbero
chiamare il mio lavoro “pseudoscienza”, soprattutto dopo la pubblicazione di
Diventa Supernatural. In passato mi preoccupavo eccessivamente per queste
critiche. All’inizio della mia carriera, scrivevo sempre tenendo a mente gli
scettici, cercando di assicurarmi che avrebbero approvato il mio lavoro.
Pensavo che fosse importante essere accettato da quell’ambiente. Ma un
giorno, durante un seminario a Londra, mentre una donna del pubblico stava
raccontando di aver superato la sua malattia grazie alle pratiche che ho
descritto nei miei libri, ebbi una rivelazione. Capii una volta per tutte che gli
scettici e gli scienziati rigorosi, strenui difensori delle proprie idee su ciò che
è possibile e ciò che non lo è, non avrebbero mai apprezzato me e il mio
lavoro, qualunque cosa facessi. Dopo averlo compreso, realizzai che avevo
sprecato tanta energia vitale. Non m’interessava più convincere nessuno, in
particolare gli studiosi del “normale” e del naturale, della correttezza delle
mie idee sul potenziale umano. Personalmente non mi appassionavano le cose
“normali” e volevo studiare il soprannaturale. Mi fu molto chiaro che dovevo
smettere di cercare di convincere quella tipologia di persone e che invece
dovevo rivolgere la mia energia verso un’altra parte della popolazione, che si
apre a nuove possibilità e vuole ascoltare ciò che ho da dire.
Fu un sollievo accettare questa idea e abbandonare ogni tentativo di fare la
differenza in quell’altro mondo. Mentre ascoltavo quella dolce signora a
Londra, che non era un monaco o una suora o un accademico o una studiosa,
capii che raccontando la sua storia al pubblico stava aiutando gli altri a
rispecchiarsi in lei. Chi la ascoltava poteva credere che fosse possibile anche
per lui fare lo stesso. Sono a un punto della mia vita in cui non m’importa ciò
che la gente dice di me; di sicuro ho i miei difetti, ma ora più che mai ho la
certezza di poter fare la differenza nella vita di molte persone. Lo dico con
estrema umiltà. Da anni m’impegno a semplificare informazioni scientifiche
complesse in modo che i miei lettori le utilizzino nelle loro vite.
Negli ultimi quattro anni, il mio gruppo di ricercatori, il mio staff e io ci
siamo applicati a misurare, registrare e analizzare scientificamente una serie
di trasformazioni nella biologia umana, per dimostrare al mondo che tutti
possono fare cose straordinarie. Questo libro non solo parla di guarigione -
racconta casi di significativo miglioramento nella salute, fino alla remissione
completa della malattia – ma soprattutto ti offre gli strumenti che ti servono
per realizzare i cambiamenti che desideri nella tua vita. Questi risultati sono
sempre più frequenti nella vasta cerchia di persone che segue il mio lavoro. Il
materiale che stai per leggere non è convenzionale, nè conosciuto o compreso
da tutti. Si basa sullo sviluppo di insegnamenti e pratiche che sono culminati
per alcuni nostri allievi nella capacità di avere esperienze mistiche.
Ho scritto questo libro per portare ciò che ho sempre ritenuto possibile a
un livello di comprensione più alto. Volevo dimostrare al mondo che
possiamo crearci una vita migliore e che non siamo esseri lineari che
conducono esistenze lineari, ma esseri dimensionali che conducono esistenze
dimensionali. Spero che leggerlo ti aiuterà a capire che in termini di
anatomia, fisiologia e chimica, hai già tutte le risorse che ti servono per
diventare soprannaturale, dovrai solo risvegliarle e attivarle.
In passato ho esitato a parlare di questo livello di realtà, perché temevo
che potesse dividere il mio pubblico in base alle convinzioni personali. Ma è
da tempo che volevo scriverne. Nel corso degli anni, ho avuto esperienze
mistiche estremamente intense, che mi hanno cambiato per sempre,
influenzando profondamente la persona che sono oggi. Voglio farti conoscere
quel mondo dimensionale e mostrarti gli studi condotti nei nostri seminari
avanzati
Ho iniziato a raccogliere i dati sui partecipanti a questi seminari perché
assistevo a cambiamenti significativi nel loro stato di salute, e sapevo che
durante le meditazioni, in tempo reale, si verificavano mutamenti nei
parametri biologici.
Per questo motivo ho riunito dei team scientifici che effettuassero
scansioni cerebrali, utilizzando l’elettroencefalografia (EEG), prima e dopo i
seminari, e misurazioni nel corso delle meditazioni e delle pratiche. Abbiamo
migliaia di scansioni encefalografiche che dimostrano che queste variazioni
non erano frutto della loro immaginazione, ma si verificavano realmente a
livello cerebrale. Alcuni allievi le manifestavano nell’arco di quattro di giorni
(la durata dei nostri seminari avanzati) ed erano così marcate che ne restai
scioccato
Il cervello dei nostri allievi funziona in modo più sincronizzato e coerente
dopo aver partecipato ai seminari avanzati. Questo maggiore ordine nel
sistema nervoso li aiuta a fare chiarezza sul futuro che possono creare, e sono
in grado di mantenere quell’intenzione, indipendentemente dalle condizioni
dell’ambiente esterno. Quando il cervello funziona bene, loro stessi
funzionano bene.
Ti presenterò i dati scientifici che dimostrano il miglioramento del loro
cervello – e delle condizioni generali di salute - in pochi giorni, il che
significa che anche tu puoi fare lo stesso.
Negli ultimi anni è cominciato ad accadere qualcosa di misterioso: le
scansioni cerebrali effettuate sui partecipanti sconcertavano i ricercatori e i
neuroscienziati che seguivano i nostri eventi per studiare il mio lavoro.
L’elevata quantità di energia che registravamo nel cervello degli allievi
mentre praticavano determinate meditazioni non era mai stata riscontrata fino
a quel momento. Eppure continuavamo a rilevare ripetutamente questi valori
fuori dal normale.
I partecipanti riferivano che la loro percezione durante la meditazione
fosse molto reale e mistica, e che questo avesse cambiato profondamente la
loro visione del mondo o migliorato il loro stato di salute. Compresi che
questi soggetti facevano esperienze trascendentali, durante la loro
meditazione interiore, che erano più reali di qualsiasi cosa avessero mai
sperimentato, rivolgendo i sensi all’esterno, e noi le stavamo catturando in
modo oggettivo.
Ormai questa è diventata la norma per noi e spesso possiamo prevedere
quando si verificherà l’aumento dell’energia nel cervello in base a
determinati indicatori e segni che osserviamo da anni. In queste pagine voglio
chiarire che cosa significa avere un’esperienza interdimensionale e spiegare
la biologia e la chimica degli organi, dei sistemi e dei neurotrasmettitori che
la rendono possibile. Mi auguro che queste informazioni ti aiuteranno a
creare da solo esperienze simili.
Inoltre, abbiamo rilevato straordinari cambiamenti nella variabilità della
frequenza cardiaca (HRV). Ciò avviene negli allievi che aprono il proprio
cuore e si concentrano su emozioni elevate come gratitudine, ispirazione,
gioia, rispetto, riconoscenza e compassione, che portano il cuore a battere in
maniera coerente, ossia con ritmo, ordine ed equilibrio. Sappiamo che ci
vogliono un’intenzione chiara (un cervello coerente) e un’emozione elevata
(un cuore coerente) per iniziare a cambiare la biologia di una persona in
modo che passi da vivere nel passato a vivere nel futuro. Sembra che questa
combinazione di mente e corpo, di pensieri e sentimenti, influenzi anche la
materia. Ed è così che si crea la realtà.
Se hai intenzione di credere veramente in un futuro che stai immaginando
con tutto il tuo cuore, assicuriamoci che esso sia aperto e completamente
attivato. Perché non imparare a farlo, attraverso la pratica e il feedback
quantitativo, diventando sempre più bravi?
Così abbiamo collaborato con l’Istituto HeartMath, un gruppo di
ricercatori di Boulder Creek, in California, che ci ha aiutato a misurare le
reazioni di migliaia di soggetti. Desideriamo che i nostri allievi sviluppino la
capacità di regolare gli stati interiori, indipendentemente dalle condizioni
dell’ambiente esterno, e di capire quando stanno creando coerenza cardiaca.
In altre parole, possiamo dire a una persona che sta facendo un ottimo lavoro
e deve continuare così quando rileviamo questi cambiamenti, al contrario
dobbiamo informarla che non sta creando alcuna variazione biologica e
fornirle istruzioni adeguate e opportunità di esercitarsi per migliorare. È a
questo che serve il feedback: ci aiuta a capire se stiamo agendo in maniera
corretta o no.
Quando siamo in grado di modificare qualche sensazione o pensiero
dentro di noi, possiamo vederne gli effetti al di fuori, e quando ci rendiamo
conto di averlo fatto correttamente, abbiamo la possibilità di replicarlo:
quest’azione crea un’abitudine costruttiva.
Mostrandoti come ci riescono altri, voglio farti capire che anche tu puoi
essere altrettanto potente.
I nostri allievi sanno come influenzare il sistema nervoso autonomo
(SNA), preposto al mantenimento della salute e dell’equilibrio, che si occupa
in modo automatico di tutte le funzioni corporee mentre noi siamo liberi di
vivere la nostra esistenza. Questo sistema subconscio è responsabile della
nostra salute e infonde la vita ai nostri corpi. Una volta che sappiamo come
avere accesso a questo sistema, possiamo non solo migliorare il nostro stato
di benessere, ma anche sostituire abitudini e comportamenti autolimitanti con
altri più produttivi. Presenterò alcuni dei dati raccolti nel corso degli anni.
Inoltre abbiamo insegnato ai nostri allievi che, quando creano la coerenza
cardiaca, i loro cuori generano un campo magnetico misurabile che si proietta
al di fuori del corpo. Questo campo magnetico è un’energia, quest’energia è
una frequenza e tutte le frequenze contengono informazioni. L’informazione
veicolata da quella frequenza è un’intenzione o un pensiero che può
influenzare il cuore di un’altra persona, anche se questa si trova in un luogo
diverso, facendola entrare in uno stato di coerenza ed equilibrio. Ti
dimostrerò che un gruppo di persone sedute in una stanza può indurre altre
persone, sedute a una certa distanza nella stessa stanza, a entrare in stato di
coerenza cardiaca esattamente nello stesso momento. Le prove dimostrano
che siamo legati da un campo invisibile di luce e informazioni che influenza
noi e gli altri.
Considerato questo, immagina cosa può accadere se tutti noi lo facciamo
contemporaneamente per cambiare il mondo. È esattamente il nostro scopo
come comunità di individui che desidera fare la differenza nel futuro della
Terra, delle persone e delle altre forme di vita che la abitano. Abbiamo creato
il Progetto Coerenza [Project Coherence], in cui migliaia di individui si
riuniscono alla stessa ora dello stesso giorno per aumentare la frequenza del
Pianeta e di tutti i suoi abitanti. Ti sembra impossibile? Niente affatto. Più di
ventitré articoli scientifici e oltre cinquanta progetti d’incontro per la pace
dimostrano che questi eventi possono diminuire gli atti di violenza, le guerre,
i crimini e gli incidenti stradali e allo stesso tempo aumentare la crescita
economica.1 È mio desiderio mostrarti un metodo scientifico per contribuire a
cambiare il mondo.
Abbiamo anche misurato i livelli di energia nell’ambiente in cui si
svolgono i nostri seminari e osservato come cambiano quando c’è un gruppo
di persone (comprese tra cinquecentocinquanta e millecinquecento) che
aumenta la propria energia e crea coerenza cardiaca e cerebrale. Abbiamo
osservato cambiamenti significativi ripetutamente. Anche se lo strumento che
utilizziamo non è approvato dalla comunità scientifica degli Stati Uniti, è
stato riconosciuto in altri Paesi, tra cui la Russia. A ogni evento, rimaniamo
sorpresi dalla quantità di energia che alcuni gruppi sono in grado di
manifestare.
Inoltre abbiamo misurato il campo invisibile di energia vitale che circonda
il corpo di migliaia di allievi, per determinare se possono aumentare la
propria emissione luminosa. Dopotutto, ogni cosa nel nostro universo
materiale emette continuamente luce e informazioni, compreso te. Quando
vivi in modalità di sopravvivenza sotto il peso degli ormoni dello stress
(come l’adrenalina), attingi da questo campo invisibile di energia e la utilizzi
per processi chimici; così facendo, il campo intorno al tuo corpo si riduce.
Abbiamo scoperto uno strumento molto avanzato che misura le emissioni di
fotoni (particelle di luce) per determinare se una persona sta costruendo un
campo energetico attorno a sé o se lo sta riducendo.
Quando viene emessa più luce, c’è più energia e quindi più vita. Quando
un individuo ha meno luce e informazioni che lo circondano, privilegia la
materia a discapito dell’emissione di energia vitale. Sappiamo che le cellule
dell’organismo e diversi suoi sistemi comunicano tramite interazioni
chimiche. Ricerche approfondite dimostrano che anche un campo di energia
coerente (luce) che veicola un messaggio (informazione) può indurre
l’ambiente interno ed esterno alla cellula a dare istruzioni ad altre cellule e
sistemi biologici.2 Abbiamo misurato la quantità di energia vitale che i corpi
dei nostri allievi emettono secondo i cambiamenti interiori compiuti durante
le nostre meditazioni, e voglio mostrarti quali trasformazioni si possono
creare in soli quattro giorni, o anche meno.
Oltre al cuore, anche altri centri dell’organismo sono sotto il controllo del
sistema nervoso autonomo; li chiamo centri energetici. Ciascuno ha la propria
frequenza, la propria intenzione o coscienza, le proprie ghiandole, i propri
ormoni, la propria chimica, il proprio piccolo cervello e quindi la propria
mente. Puoi indurre questi centri a funzionare in maniera più equilibrata e
integrata, ma per farlo devi prima imparare a modificare le tue onde cerebrali,
in modo da poter entrare in questo sistema operativo subconscio. È
fondamentale passare dalle onde cerebrali beta (in cui il cervello pensante
presta maggiore attenzione al mondo esterno) alle onde alfa (che indicano che
ti stai focalizzando sul mondo interiore). Rallentando consapevolmente le
onde cerebrali, puoi programmare con più facilità il sistema nervoso
autonomo. Gli allievi che hanno seguito le mie diverse pratiche di
meditazione nel corso degli anni hanno imparato a modificare le proprie onde
cerebrali e ad affinare il tipo di focalizzazione necessaria per essere presenti
abbastanza a lungo da produrre effetti rilevabili. Abbiamo scoperto uno
strumento che misura questi cambiamenti e ti mostrerò alcune ricerche al
riguardo.
Abbiamo anche misurato diversi biomarcatori relativi alla modificazione
dell’espressione genica (un processo chiamato cambiamento epigenetico). In
questo libro imparerai che non sei schiavo dei tuoi geni e che l’espressione
genica è modificabile, non appena cominci a pensare, agire e sentire
diversamente dal solito. Durante i nostri eventi, i partecipanti abbandonano la
loro routine per quattro o cinque giorni e trascorrono del tempo in un
ambiente che non ricorda loro chi pensano di essere. Così facendo, si
allontanano dalle persone che conoscono, dalle cose che possiedono, dai
comportamenti automatici che perpetuano nella loro quotidianità e dai luoghi
che frequentano abitualmente, e cominciano a modificare il proprio stato
interiore, praticando quattro diversi tipi di meditazione: camminata, seduti, in
piedi e sdraiati. Tramite ognuna di queste meditazioni, imparano a diventare
qualcun altro.
Sappiamo che è vero perché i nostri studi evidenziano cambiamenti
significativi nell’espressione genica dei partecipanti, che a loro volta li hanno
riscontrati nel proprio stato di salute. Quando riusciamo a fornire loro risultati
misurabili a dimostrazione del fatto che hanno modificato il comportamento
di neurotrasmettitori, ormoni, geni, proteine ed enzimi solo con il pensiero,
possono provare a se stessi che si stanno davvero trasformando.
In questo libro ti fornirò parecchie informazioni dettagliate. Ma non ti devi
preoccupare: spiegherò più volte alcuni concetti chiave in diversi capitoli. Lo
faccio intenzionalmente per ricordarti ciò che hai già imparato, affinché tu
capisca meglio ciò che sto spiegando in quel momento. Talvolta il materiale
che presento può essere impegnativo. Siccome lo insegno da anni, so che è
così. Ripeterò e ti ricorderò spesso cosa hai imparato, così non dovrai tornare
indietro nel libro a cercare le informazioni che ti servono, anche se puoi
sempre rivedere i capitoli precedenti se ne senti il bisogno. Ovviamente, tutte
queste informazioni ti prepareranno per la tua personale trasformazione.
Perciò, quanto meglio assimili questi concetti, tanto più facilmente potrai
praticare le meditazioni che si trovano alla fine della maggior parte dei
capitoli, utilizzandole come strumenti per vivere la tua esperienza personale.

Il contenuto del libro


Nel Capitolo 1 racconto tre storie che ti offrono un’infarinatura di ciò che
significa “diventare soprannaturale”. Nella prima storia conoscerai una donna
di nome Anna, che aveva sviluppato diverse gravi malattie a causa di un
trauma che la teneva ancorata al passato. Le emozioni stressanti avevano
stimolato i suoi geni, e gli ormoni corrispondenti avevano creato alcuni seri
problemi di salute. È una storia molto dura. Ho scelta di proposito di
raccontarla con tutti i dettagli, perché volevo dimostrarti che, per quanto le
cose possano andare male, hai il potere di trasformarle, come ha fatto questa
donna straordinaria che, tra le altre strategie, ha utilizzato anche molte delle
meditazioni presenti in questo libro per cambiare e guarire. Per me, Anna è
l’esempio vivente della verità. Ma non è la sola. Molti altri hanno fatto lo
stesso, e puoi riuscirci anche tu.
Inoltre racconto due mie storie personali che mi hanno cambiato nel
profondo. Il libro non parla solo di creare nuove opportunità nella vita, ma
anche di misticismo. Condivido queste storie perché voglio prepararti per ciò
che è possibile quando lasciamo il regno dello spazio-tempo (il mondo
newtoniano che abbiamo studiato alle scuole superiori) e attiviamo la
ghiandola pineale per passare nel regno del tempo-spazio (il mondo
quantico). Molti nostri allievi hanno vissuto simili esperienze
interdimensionali, che sembravano vere quanto la realtà materiale.
Siccome la seconda metà del libro approfondisce la fisica, la neuroscienza,
la neuroendocrinologia e la genetica di questi processi, spero che le storie che
ho scelto di condividere ti incuriosiscano, aprendoti la mente a ciò che è
possibile. C’è un te stesso futuro (che esiste già nell’eterno momento
presente) che è più amorevole, evoluto, cosciente, presente, gentile,
esuberante, consapevole, volenteroso, connesso, soprannaturale e completo.
Puoi trovarlo se modifichi la tua energia fino a farla corrispondere alla sua.
Il Capitolo 2 tratta di uno dei miei argomenti preferiti. L’ho scritto per
farti capire cosa significa essere nel momento presente. Siccome nella quinta
dimensione, nota come campo quantico (o campo unificato), tutte le
possibilità esistono nell’eterno momento presente, l’unica maniera per creare
una nuova vita, guarire il tuo corpo o cambiare il tuo futuro prevedibile è
andare oltre te stesso.
Questo momento (testimoniato da migliaia di scansioni cerebrali) arriva
quando una persona rinuncia al ricordo di se stessa per qualcosa di più
grande. Molti passano gran parte della vita a seguire le stesse abitudini o a
ripetere il passato. Di conseguenza, programmano il cervello e il corpo a
esistere in un futuro prevedibile o in un passato familiare, senza vivere mai
nel momento presente. Ci vuole pratica per trovarlo ma ne vale sempre la
pena. Per individuare questo momento presente in cui coesistono tutte le
possibilità, è necessario che tu eserciti una volontà più grande dei tuoi
programmi automatici, e ci sarò io a incoraggiarti passo dopo passo.
Il capitolo inizia con un ripasso di alcuni principi scientifici, in modo da
stabilire una terminologia comune. Cercherò di farlo in modo semplice. È
necessario parlare del funzionamento del cervello (ossia della mente), di
cellule nervose, reti neurali, diverse parti del sistema nervoso, sostanze
chimiche, emozioni, stress, onde cerebrali, attenzione, energia e qualche altro
argomento per portarti dove desidero. Devo fornirti le basi per spiegarti il
perché di questa pratica prima di insegnarti come seguirla nelle meditazioni
contenute nel libro. Se vuoi informazioni più precise e approfondite, ti invito
a leggere uno dei miei libri precedenti, tra cui Cambia l’abitudine di essere te
stesso e Placebo Effect.
Il Capitolo 3 ti introduce al mondo quantico, la quinta dimensione. C’è un
campo invisibile di energia e informazioni che esiste al di là di questo regno
tridimensionale di spazio e tempo e a cui noi abbiamo accesso. Una volta che
sei nel momento presente e sei entrato in questo regno, che esiste al di là dei
tuoi sensi, sei pronto a creare la realtà che vuoi. Quando potrai distogliere
l’attenzione dal tuo corpo, dalle persone della tua vita, dagli oggetti che
possiedi, dai posti che frequenti, e persino dal tempo stesso, ti dimenticherai
della tua identità che si è formata vivendo come corpo nello spazio-tempo.
È in questo momento che tu, come pura coscienza, entri nel mondo
chiamato campo quantico, che esiste oltre lo spazio e il tempo. Non puoi
entrare in questo luogo immateriale con i tuoi problemi, il tuo nome, le tue
abitudini, il tuo dolore o le tue emozioni. Non puoi entrarci con un corpo, ma
come se non avessi un corpo. Non appena saprai come spostare la tua
consapevolezza dal noto (il mondo fisico materiale) all’ignoto (il mondo
immateriale delle possibilità), potrai trasformare la tua energia in modo che
corrisponda alla frequenza di una possibilità che già esiste nel campo
quantico. (In realtà, nel campo quantico esistono tutti i potenziali futuri,
quindi puoi creare qualsiasi cosa tu voglia.) Quando si verifica una
corrispondenza vibrazionale tra la tua energia e l’energia del potenziale che
scegli nel campo unificato, attrarrai quell’esperienza verso di te. Ti mostrerò
come funziona.
Il Capitolo 3 termina con una breve descrizione di una meditazione che ho
sviluppato per aiutarti ad avere un’esperienza reale del quanto. Da questo
capitolo in avanti, le parti prettamente didattiche terminano con la breve
descrizione di una meditazione.
Se mediti per conto tuo, ti consiglio di farlo ascoltando musica, io la
preferisco lenta e ipnotica. La più adatta è quella strumentale, che impedisca
di pensare e non evochi ricordi del passato. Nel Capitolo 4 ti presento una
delle meditazioni più conosciute nella nostra community: si chiama
“Benedizione dei centri energetici”. Ogni centro è sotto il controllo del
sistema nervoso autonomo e io t’insegnerò a programmare ciascuno di essi
durante la meditazione. Se hai già eseguito le mie meditazioni di livello
introduttivo, in cui è richiesto di porre l’attenzione su diverse parti del corpo
e sullo spazio circostante, sei pronto per questa meditazione. Le meditazioni
introduttive ti aiutano a esercitarti a focalizzare l’attenzione e ad alterare le
onde cerebrali in modo da poter entrare nel complesso operativo del sistema
nervoso autonomo e programmarlo con le istruzioni giuste per guarirti,
aumentare livello energetico e migliorare la tua vita.
Nel Capitolo 5 ti presento un metodo di respirazione che usiamo all’inizio
di molte meditazioni e che ti permette di modificare l’energia, far scorrere
una corrente elettrica attraverso il tuo corpo e creare un campo
elettromagnetico più potente intorno a te. Come ti spiegherò, l’energia della
maggior parte delle persone è conservata nel corpo perché lo hanno
programmato a diventare la mente, passando anni a pensare, agire e sentire
nella stessa maniera. È a causa di questo processo, legato alla modalità di
sopravvivenza, che gran parte dell’energia creativa è ancorata nel corpo. Il
nostro obiettivo è riportarla nel cervello, dove sarà disponibile per uno scopo
più importante della mera sopravvivenza.
Ti descriverò gli aspetti fisiologici della respirazione affinché tu possa
metterci una maggiore intenzione quando comincerai a liberarti dal passato.
Dopo aver riportato l’energia nel cervello, imparerai a riprogrammare il
corpo secondo una nuova mente. Ti mostrerò come insegnare al corpo a
livello emotivo a vivere nella realtà presente-futura invece di quella presente-
passata, dove passiamo gran parte del tempo. La scienza ci dice che
l’ambiente invia segnali ai geni. Siccome le emozioni sono il risultato di
processi chimici indotti da interazioni con l’ambiente, se accogli emozioni
elevate nelle tue meditazioni, non solo aumenti l’energia del corpo ma
cominci anche a inviare nuovi segnali ai geni, senza venire a contatto con
l’ambiente.
Nel Capitolo 6 ti fornisco alcuni esempi di allievi che hanno praticato le
meditazioni dei precedenti capitoli per aiutarti a capire meglio il materiale
che ho presentato finora. Si tratta di persone comuni che hanno compiuto
cose straordinarie e potrai facilmente immedesimarti in loro, arrivando a
pensare: “Se l’hanno fatto loro, posso farlo anch’io.” Grazie al loro esempio,
crederai di più in te stesso. Dico sempre: “Quando scegliete di provare a voi
stessi quanto siete potenti, non avete idea di chi aiuterete in futuro.” Queste
persone sono la prova che anche tu puoi riuscirci.
Nel Capitolo 7 spiego cosa significa creare coerenza cardiaca. È come la
coerenza cerebrale: il cuore funziona in maniera più organizzata quando
siamo davvero presenti, quando possiamo mantenere stati emotivi elevati e
quando ci sentiamo abbastanza al sicuro da aprirci completamente a qualsiasi
possibilità. Il cervello pensa ma il cuore sa. È il centro dell’unità; è dove gli
opposti s’incontrano, rappresentando l’unione delle polarità. Considera
questo centro come la tua connessione con il campo unificato. Quando è
attivato, passi dall’egoismo all’altruismo. Se riesci a mantenere un certo stato
interiore, indipendentemente dalle condizioni dell’ambiente esterno, domini il
tuo ambiente. Ci vuole pratica per imparare a tenere il cuore aperto, e se lo
farai continuerà a battere più a lungo.
Il Capitolo 8 parla di un’altra attività, tra le nostre preferite, che svolgiamo
nei seminari avanzati: associamo un caleidoscopio a video chiamati Mind
Movies, realizzati dai partecipanti. Utilizziamo il caleidoscopio per indurre
uno stato di trance in cui sei più suggestionabile alle informazioni, ovvero le
accetti, ci credi e ti arrendi a esse senza analizzarle. In questo stato di trance,
è possibile programmare la tua mente subconscia. Quando utilizzi il
caleidoscopio per modificare le tue onde cerebrali (con gli occhi aperti, e non
chiusi come nella meditazione), puoi abbassare il volume della mente
analitica per aprire la porta tra mente conscia e mente subconscia.
E quando al caleidoscopio fai seguire il Mind Movie, fatto di scene e
immagini del futuro che desideri, programmi te stesso per quel nuovo futuro.
Tanti nostri allievi hanno creato una nuova vita e straordinarie opportunità
dopo aver prodotto il loro Mind Movie e averlo visto insieme al
caleidoscopio. Alcuni sono già al loro terzo Mind Movie, perché il contenuto
dei primi due è già diventato realtà.
Nel Capitolo 9 presento la meditazione camminata, che incorpora anche la
meditazione in piedi. Trovo che questa pratica sia uno strumento prezioso per
aiutarti a camminare letteralmente verso il tuo futuro. Spesso, dopo una
meditazione da seduti, quando apriamo gli occhi e ci risintonizziamo sui
sensi fisici, torniamo alla nostra serie di programmi inconsci, reazioni
emotive e comportamenti automatici. Ho sviluppato questa meditazione per
incarnare l’energia del futuro, con gli occhi sia aperti che chiusi. Con il
tempo e la pratica, potresti cominciare a pensare e ad agire come un essere
illimitato e a provare una gioia immensa perché hai installato i circuiti e
programmato il corpo a diventare adesso la persona del tuo futuro.
Il Capitolo 10 contiene un’altra serie di storie affascinanti che ti aiuterà a
capire meglio le informazioni ricevute fin qui e a porle in una prospettiva
diversa. Mi auguro che t’ispireranno a svolgere la tua pratica con maggior
fiducia, sicurezza e convinzione in modo da riuscire a sperimentarne gli
effetti nella realtà.
Il Capitolo 11 apre la tua mente a ciò che è possibile nel mondo
interdimensionale al di là dei sensi. Ti condurrò in un viaggio dallo spazio-
tempo, in cui lo spazio è infinito e percepiamo il tempo muovendoci in esso,
al tempo-spazio, in cui il tempo è eterno e percepiamo lo spazio (o gli spazi,
o varie dimensioni) muovendoci nel tempo. La tua conoscenza della natura
della realtà sarà messa in discussione.
Una volta oltrepassato il mondo materiale e avuto accesso al campo
unificato, pieno di infinite possibilità, esistono sistemi biologici che
assorbono l’energia, oltre la vibrazione della materia, e la trasformano in
immagini mentali. È qui che entra in gioco la ghiandola pineale, una piccola
ghiandola del cervello, argomento del Capitolo 12. Considerala come
un’antenna che può convertire frequenze e informazioni in immagini vivide.
Quando la attivi, ti prepari a vivere una vera e propria esperienza sensoriale
ma senza che i tuoi sensi entrino in gioco. Se hai gli occhi chiusi, questo
evento interiore ti sembrerà più vero nella tua mente di qualsiasi esperienza
esterna tu abbia mai avuto in passato. In altre parole, per perderti
completamente nell’esperienza interiore, deve essere così reale da sembrarti
di essere proprio lì. Ciò accade quando questa piccola ghiandola trasforma la
melatonina in alcuni metaboliti molto potenti. Studieremo le proprietà della
ghiandola pineale e poi imparerai ad attivarla.
Il Capitolo 13 descrive una delle nostre imprese più recenti: il Progetto
Coerenza [Project Coherence]. Una volta, durante un seminario, diversi
partecipanti entrarono in uno stato di coerenza cardiaca contemporaneamente
durante la stessa meditazione, e capimmo che si stavano influenzando
reciprocamente, in maniera non locale (energeticamente, non fisicamente).
L’energia che emettevano sotto forma di emozioni elevate veicolava
intenzioni positive verso tutte le persone riunite nella sala.
Quando ci rendemmo conto che i partecipanti erano stati in grado di aprire
i cuori di altre persone, capimmo che era giunto il momento di iniziare a
tenere meditazioni a livello mondiale per cambiare il mondo. Migliaia di
persone di tutto il Pianeta vi hanno preso parte per cambiare e guarire la Terra
e i suoi abitanti. Dopotutto, non facciamo questo lavoro per rendere il mondo
un posto migliore? Ti spiegherò come funziona.
Il libro termina con il Capitolo 14, il terzo dedicato alle storie. Ancora una
volta, te le racconto per farti capire che persino le esperienze più mistiche e
sorprendenti possono succedere anche a te, se ti applichi.
Sei pronto a diventare soprannaturale?
Capitolo 1

APRI LA PORTA AL
SOPRANNATURALE

La primavera era agli sgoccioli e il primo scorcio d’estate si stava


avvicinando in quello che all’inizio sembrava un tipico pomeriggio
domenicale per Anna Willems.
La portafinestra tra il soggiorno e il giardino era spalancata e le sottili
tende bianche danzavano lievemente nella brezza, mentre i profumi del
giardino fluttuavano all’interno. La luce del sole circondava Anna, che stava
comodamente sdraiata. Un coro di uccelli cinguettava e gorgheggiava
all’esterno, e Anna poteva sentire le voci provenienti dalla piscina di un
vicino. Il figlio dodicenne di Anna era seduto sul divano a leggere un libro,
mentre la figlia undicenne era nella sua camera, dove suonava e cantava.
Anna lavorava come psicoterapeuta ed era manager e membro del
consiglio di amministrazione di un istituto psichiatrico di Amsterdam, il cui
fatturato ammontava a più di dieci milioni di euro all’anno. Spesso nel fine
settimana si aggiornava sulla sua professione, e quel giorno era seduta sulla
sua sedia di pelle rossa a leggere un articolo. Anna non sapeva che il suo
mondo apparentemente perfetto si sarebbe trasformato in un incubo nel giro
di pochi minuti.
Anna si sentiva un po’ distratta e non riusciva a concentrarsi sul materiale
che stava cercando di studiare. Posò le carte e fece una pausa, domandandosi
di nuovo dove fosse andato suo marito. Quella mattina era uscito di casa
presto, mentre lei stava facendo la doccia, senza dire dove fosse diretto. Era
semplicemente scomparso. I figli le avevano riferito che il padre li aveva
salutati con un forte abbraccio prima di uscire. Aveva cercato più volte di
chiamarlo al cellulare, ma lui non aveva risposto. Provò ancora una volta:
niente. C’era sicuramente qualcosa che non andava.
Alle quindici e trenta il campanello suonò e, quando aprì la porta
d’ingresso, Anna si trovò di fronte due agenti di polizia.
“È lei la signora Willems?” domandò uno dei due. Quando rispose di sì, i
poliziotti le chiesero se potevano entrare per parlare con lei. Preoccupata e un
po’ confusa, li fece accomodare. Poi i due le comunicarono la notizia: quella
mattina suo marito si era buttato da uno degli edifici più alti del centro città.
Ovviamente, la caduta era stata fatale. Anna e i suoi figli rimasero raggelati.
Anna non riusciva a respirare e cominciò a tremare in maniera
incontrollata. Quell’istante sembrò restare sospeso nel tempo. Mentre i suoi
figli erano paralizzati dallo shock, Anna cercava di nascondere la sofferenza e
la tensione per il loro bene. All’improvviso sentì contemporaneamente un
intenso dolore alla testa e alla pancia. Il collo e le spalle si irrigidirono,
mentre la sua mente passava freneticamente da un pensiero all’altro. Gli
ormoni dello stress avevano preso il sopravvento su di lei. Anna era entrata in
modalità di sopravvivenza.

Come gli ormoni dello stress prendono il controllo


Da un punto di vista scientifico, vivere sotto stress significa essere in
modalità di sopravvivenza. Quando percepiamo una circostanza stressante
che ci minaccia (e di cui non possiamo prevedere o controllare l’esito), viene
attivato il sistema nervoso primitivo chiamato sistema nervoso simpatico, e
l’organismo mobilita un’enorme quantità di energia in risposta all’agente
stressante. Dal punto di vista fisiologico, il corpo attinge automaticamente
alle risorse che gli servono per affrontare il pericolo.
Le pupille si dilatano per vedere meglio; la frequenza cardiaca e
respiratoria aumenta, così possiamo scappare, lottare o nasconderci; una
maggiore quantità di glucosio viene rilasciata nel sangue per fornire più
energia alle cellule; il flusso sanguigno confluisce alle estremità, lontano
dagli organi interni, in modo da poterci muovere più velocemente.
L’adrenalina e il cortisolo inondano i muscoli, trasmettendo una scarica di
energia per scappare o respingere l’agente stressante. La circolazione nel
cervello passa dal prosencefalo al rombencefalo, quindi abbiamo una minore
capacità di pensare in modo creativo e ci affidiamo all’istinto per reagire
prontamente.
Nel caso di Anna, la notizia stressante del suicidio del marito gettò il suo
cervello e il suo corpo in uno stato di sopravvivenza. Nel breve periodo, tutti
gli organismi possono sopportare condizioni avverse combattendo,
nascondendosi o scappando da un fattore stressante incombente. Ognuno di
noi è progettato per gestire lo stress a breve termine. Quando l’evento è
passato, l’organismo di solito torna in equilibrio in poche ore, aumentando i
livelli di energia e ripristinando le risorse vitali. Ma quando lo stress non
termina nel giro di qualche ora, il corpo non torna più in equilibrio. In realtà,
nessun organismo in natura può sopportare di vivere in modalità d’emergenza
per lunghi periodi.
A causa dei nostri grandi cervelli, noi esseri umani siamo in grado di
pensare ai nostri problemi, rivivere eventi del passato o persino prevedere
accadimenti nefasti, attivando così gli ormoni dello stress con il solo
pensiero. Possiamo influire sulla fisiologia del corpo e del cervello
semplicemente pensando a un passato fin troppo familiare o cercando di
controllare un futuro imprevedibile.
Ogni giorno, Anna continuava a rivivere quel momento nella mente. Non
si rendeva conto che il suo corpo non riusciva a distinguere tra l’evento
originario che aveva creato la risposta di stress e il ricordo di quell’evento,
che innescava di nuovo le medesime emozioni dell’esperienza reale. Anna
produceva le stesse sostanze chimiche, come se l’evento continuasse a
verificarsi ripetutamente. Rievocando in continuazione l’esperienza, senza
volerlo ancorava il corpo e il cervello nel passato.
Le emozioni sono le conseguenze chimiche delle esperienze vissute.
Quando i nostri sensi registrano le informazioni in entrata dall’ambiente,
gruppi di neuroni si organizzano in reti. Il cervello produce una sostanza
chimica che viene poi inviata in tutto l’organismo. Questa sostanza chimica è
chiamata emozione. Ricordiamo meglio gli eventi quando riusciamo a
ricordare anche come ci sentivamo. Più forte è il quoziente emotivo di un
evento, che sia positivo o negativo, più forte è il cambiamento nella nostra
chimica interna. Quando osserviamo un cambiamento significativo dentro di
noi, il cervello presta attenzione a chi o che cosa lo sta provocando fuori di
noi, ed è come se scattasse una foto dell’esperienza esterna. Questo è un
ricordo.
Pertanto, il ricordo di un evento può rimanere impresso a livello
neurologico nel cervello, e quella scena resta sospesa nel tempo nella nostra
materia grigia, come è successo ad Anna.
La combinazione di persone o oggetti in un dato tempo e in un dato luogo
viene impressa nella nostra struttura neurale come un’immagine olografica. È
così che creiamo un ricordo a lungo termine. Di conseguenza, l’esperienza
rimane fissata nei circuiti neurali e l’emozione viene immagazzinata nel
corpo, ed è così che il nostro passato diventa la nostra biologia. In altre
parole, quando viviamo un evento traumatico, tendiamo a pensare a livello
neurologico all’interno del circuito di quell’esperienza e a sentire a livello
chimico entro i confini delle emozioni legate a quel fatto, così il nostro stato
d’essere (ossia come pensiamo e come ci sentiamo) rimane bloccato a livello
biologico nel passato.
Come puoi immaginare, Anna stava provando una serie di emozioni
negative: infinita tristezza, dolore, lutto, senso di colpa, vergogna,
disperazione, rabbia, odio, frustrazione, risentimento, shock, paura, ansia,
preoccupazione, senso di sopraffazione, angoscia, disperazione, impotenza,
isolamento, solitudine, incredulità e tradimento. E nessuna di queste
emozioni sparì velocemente. Analizzando la propria vita nel quadro delle
emozioni del passato, soffriva sempre di più. Siccome non riusciva a pensare
più in grande di come si sentiva costantemente, e poiché le emozioni erano
un prodotto del passato, Anna stava sempre peggio. Essendo una
psicoterapeuta, capiva a livello razionale e intellettuale cosa le stava
succedendo, ciononostante non riusciva a superare la sofferenza.
I suoi conoscenti cominciarono a trattarla come la donna che aveva perso
il marito, e questa divenne la sua nuova identità. Associava ricordi ed
emozioni alla ragione per cui era nello stato attuale. Quando qualcuno le
chiedeva perché stesse così male, raccontava la storia del suicidio, rivivendo
ogni volta il dolore, l’angoscia e la sofferenza. Anna continuava ad attivare
gli stessi circuiti cerebrali e a riprodurre le medesime emozioni,
programmando ulteriormente il corpo e il cervello a rimanere nel passato.
Ogni giorno pensava, agiva e sentiva come se il passato fosse ancora vivo. E
dato che il nostro modo di pensare, agire e sentire costituisce la nostra
personalità, quella di Anna era completamente creata dal passato. Da un
punto di vista biologico, raccontando ripetutamente la storia del suicidio del
marito, Anna non riusciva a superare l’accaduto.
Inizia una spirale discendente
Anna non riusciva più a lavorare e dovette prendersi un periodo di
aspettativa. Scoprì che suo marito, nonostante fosse un avvocato di successo,
l’aveva lasciata con gravi problemi finanziari. Anna avrebbe dovuto pagare
debiti onerosi di cui prima non era neanche a conoscenza, ma non aveva
abbastanza denaro. Ovviamente, lo stress emotivo, psicologico e mentale
aumentò.
La mente di Anna era continuamente sommersa da domande: “Come farò
a occuparmi dei nostri figli? Come affronteremo questo trauma e che
conseguenze avrà sulla nostra vita? Perché mio marito se n’è andato senza
dirmi addio? Come ho fatto a non capire che era così infelice? Ho fallito
come moglie? Come ha potuto lasciarmi con due figli piccoli e come riuscirò
a crescerli da sola?”.
Poi i giudizi s’insinuarono nei suoi pensieri: “Non avrebbe dovuto
suicidarsi e lasciarmi nei guai! Che codardo! Come ha potuto lasciare i suoi
figli senza un padre! Non ha nemmeno scritto un messaggio per loro e per
me. Lo odio per non aver neanche lasciato un biglietto. Che egoista a
lasciarmi da sola a crescere i figli. Non ha pensato alle conseguenze del suo
gesto su di noi?”. Tutti questi pensieri contenevano una forte carica emotiva,
che si ripercuoteva sul suo organismo.
Nove mesi dopo, Anna si svegliò paralizzata dalla vita in giù. A distanza
di qualche ora, si ritrovò in un letto d’ospedale, con accanto una sedia a
rotelle e con una diagnosi di neurite, un’infiammazione del sistema nervoso
periferico. Malgrado numerosi esami, i medici non riuscirono a trovare una
causa strutturale del problema, così dissero ad Anna che si trattava di una
patologia autoimmune. Il suo sistema immunitario stava attaccando il sistema
nervoso nella parte inferiore della spina dorsale, distruggendo lo strato
protettivo che riveste i nervi e provocando la paralisi di entrambe le gambe.
Non riusciva a trattenere l’urina, aveva difficoltà a controllare l’intestino e
non aveva sensibilità né controllo motorio nelle gambe e nei piedi.
Quando il sistema nervoso parasimpatico viene attivato e rimane in
funzione a causa dello stress cronico, il corpo utilizza tutte le sue riserve di
energia per affrontare la minaccia costante che percepisce dall’ambiente
esterno. Di conseguenza, l’organismo non ha abbastanza energia
internamente per la crescita e la riparazione, compromettendo il sistema
immunitario. A causa del suo continuo conflitto interiore, il sistema
immunitario di Anna finì per attaccare il suo organismo, manifestando
fisicamente il dolore e la sofferenza che aveva provato nella mente a livello
emotivo. In parole povere, Anna non riusciva a muovere il suo corpo perché
non andava avanti nella sua vita: era bloccata nel passato.
Per le sei settimane successive, i medici di Anna la curarono con dosi
elevate di desametasone per via endovenosa e altri corticosteroidi per ridurre
l’infiammazione. A causa dello stress aggiuntivo e del tipo di farmaci che
stava assumendo, che possono indebolire ulteriormente il sistema
immunitario, sviluppò anche un’infezione batterica virulenta per la quale i
medici le prescrissero dosi massicce di antibiotici. Dopo due mesi, Anna fu
dimessa dall’ospedale e doveva usare un deambulatore e le stampelle per
spostarsi. Non riusciva ancora a sentire la gamba sinistra e aveva difficoltà a
stare in piedi. Non camminava bene. Anche se era in grado di controllare
l’intestino, non era lo stesso per l’urina. Come puoi immaginare, questa
nuova situazione aumentava il suo già elevato livello di stress. Aveva perso il
marito, non poteva lavorare per mantenere se stessa e i suoi figli, era in gravi
difficoltà economiche ed era rimasta in ospedale paralizzata per più di due
mesi. Sua madre dovette trasferirsi da lei per aiutarla.
Anna era a pezzi dal punto di vista emotivo, mentale e fisico, e sebbene
avesse i migliori medici e le cure di un buon ospedale, non stava migliorando.
Due anni dopo la morte di suo marito, le fu diagnosticata la depressione
clinica, così cominciò ad assumere altri farmaci. Di conseguenza, l’umore di
Anna passava dalla rabbia al lutto al dolore alla sofferenza alla disperazione
alla frustrazione alla paura all’odio. Siccome queste emozioni influenzavano
le sue azioni, il suo comportamento diventò piuttosto irrazionale. All’inizio
litigò con quasi tutte le persone che la circondavano, esclusi i suoi figli. Ma
poi cominciò a entrare in conflitto con la figlia minore.

La notte oscura dell’anima


Nel frattempo, iniziarono a presentarsi molti altri problemi fisici e il
percorso di Anna diventò sempre più doloroso. Le mucose della bocca
cominciarono a sviluppare grandi ulcere, che si propagarono nella parte
superiore dell’esofago a causa di un’altra malattia autoimmune chiamata
lichen planus erosivo. Per curarsi, doveva utilizzare un unguento a base di
cortisone, oltre a nuove pillole che le inibirono la produzione di saliva. Non
poteva mangiare cibi solidi, così perse l’appetito. Anna stava vivendo con
tutti e tre i tipi di stress (fisico, chimico ed emotivo) contemporaneamente.
Successivamente Anna iniziò una relazione difficile con uomo che
traumatizzava lei e i suoi figli con insulti, giochi di potere e minacce
continue. Perse tutto il denaro che aveva, il lavoro e il senso di sicurezza.
Quando perse anche la casa, si trasferì dal suo fidanzato violento. I livelli di
stress continuavano a salire. Le ulcere iniziarono a diffondersi in altre
membrane mucose, tra cui la vagina, l’ano, e lungo l’esofago. Il sistema
immunitario era collassato completamente, e lei soffriva di diverse malattie
della pelle, allergie alimentari e problemi di peso. Poi cominciò ad avere
problemi di deglutizione e bruciore di stomaco, per cui i medici le
prescrissero le ennesime medicine.
In ottobre, Anna ricominciò a lavorare come psicoterapeuta da casa.
Riusciva a fare solo due sedute al giorno al mattino, dopo che i suoi figli
erano andati a scuola, per tre giorni alla settimana. Al pomeriggio era così
stanca che restava a letto finché i figli non rincasavano. Cercava il più
possibile di essere presente per loro, ma non aveva energia e non si sentiva
abbastanza bene da uscire. Non vedeva quasi nessuno e non aveva una vita
sociale.
Tutte le circostanze del suo corpo e della sua vita le ricordavano
costantemente quanto male andassero le cose. Reagiva automaticamente in
modo negativo a ogni situazione e persona. I suoi pensieri erano confusi e
non riusciva a concentrarsi. Non aveva più vitalità, né energia per vivere.
Quando faceva uno sforzo, la sua frequenza cardiaca superava i duecento
battiti al minuto. Spesso le mancava il respiro e sentiva costantemente un
forte dolore al petto.
Anna stava attraversando la notte più oscura dell’anima. Improvvisamente
comprese perché suo marito si era tolto la vita. Non era più sicura di riuscire
ad andare avanti e iniziò a pensare di suicidarsi anche lei. Pensava che le cose
non potessero essere peggio di così…
E invece sì. I medici le trovarono un tumore vicino alla bocca dello
stomaco e le diagnosticarono un cancro all’esofago. Ovviamente, questa
notizia aumentò notevolmente i suoi livelli di stress. I dottori consigliarono
un ciclo di chemioterapia. Nessuno le chiese del suo stress emotivo e
mentale; trattarono solo i sintomi fisici. Ma la reazione di stress di Anna fu
attivata e non poté essere spenta.
È incredibile come ciò accada a così tante persone. A causa di uno shock o
di un trauma nella loro vita, non riescono a superare le emozioni
corrispondenti e la salute ne viene compromessa. Se si considera la
dipendenza come qualcosa che si pensa di non poter fermare, sembra che le
persone come Anna diventino dipendenti dalle stesse emozioni di stress che
le fanno star male. La scarica di adrenalina e degli altri ormoni dello stress
stimola il loro cervello e il loro corpo, fornendo una sferzata di energia.1 Con
il tempo, diventano dipendenti da quella scarica chimica e usano le persone e
le situazioni della propria vita per riaffermare questa dipendenza. Anna stava
usando i suoi problemi di stress per ricreare quel picco energetico e, senza
rendersene conto, diventò emotivamente dipendente da una vita che odiava.
La scienza ci dice che lo stress cronico a lungo termine spinge i bottoni
genetici che creano le malattie. Così, se Anna attivava la risposta di stress
pensando ai suoi problemi e al passato, i suoi pensieri la facevano ammalare.
Visto che gli ormoni dello stress sono molto potenti, Anna era diventata
dipendente dai pensieri che la facevano stare male.
Accettò di iniziare la chemioterapia, ma dopo la prima seduta ebbe un
crollo emotivo e mentale. Un pomeriggio, mentre i suoi figli erano a scuola,
Anna cadde a terra in lacrime: aveva toccato il fondo. Si rese conto che, se
avesse continuato in quel modo, non sarebbe vissuta a lungo e avrebbe
lasciato i figli da soli, orfani.
Cominciò a pregare. Nel suo cuore sapeva che qualcosa doveva cambiare.
Pregava di avere una guida, un sostegno e una via d’uscita, promettendo che,
se le sue preghiere fossero state ascoltate, ne avrebbe reso grazie per il resto
della sua vita e avrebbe aiutato gli altri a fare lo stesso.

Il punto di svolta di Anna


Il cambiamento diventò l’obiettivo di Anna. Per prima cosa, decise di
sospendere tutti i trattamenti e i farmaci per le sue varie patologie fisiche,
anche se continuò ad assumere gli antidepressivi. Non disse ai medici e alle
infermiere che non sarebbe tornata per il trattamento. Semplicemente non si
presentò più, e nessuno la chiamò per chiederle il motivo. Solo il medico di
famiglia la contattò per esprimere la sua preoccupazione.
In quella fredda giornata d’inverno, mentre era sul pavimento a piangere,
invocando un aiuto, Anna decise di cambiare la propria vita, e la fermezza di
questa risoluzione conteneva un livello di energia che indusse il suo corpo a
rispondere alla mente. Fu la scelta di cambiare che le diede la forza di
affittare una casa per lei e i suoi figli e di allontanarsi dalla relazione negativa
che stava vivendo. Fu come se quel momento l’avesse ridefinita. Sapeva che
doveva ricominciare tutto da capo.
Fu un mese dopo che vidi Anna per la prima volta. Una delle poche
amiche che le erano rimaste le aveva riservato un posto a una mia conferenza,
che si teneva il venerdì sera. L’amica le fece una proposta: se la conferenza le
fosse piaciuta, avrebbe potuto partecipare al seminario di due giorni nel fine
settimana. Anna accettò. La prima volta che la vidi era seduta in una sala
conferenze, con le stampelle appoggiate al muro vicino al suo posto.
Come al solito, quella sera stavo parlando dell’influsso dei pensieri e delle
sensazioni sul corpo e sulla nostra vita. Spiegai che le sostanze chimiche
dello stress possono farci ammalare. Parlai di neuroplasticità,
psiconeuroimmunologia, epigenetica, neuroendocrinologia e fisica
quantistica. Approfondirò questi argomenti più avanti nel libro, ma per il
momento è sufficiente dire che le ricerche più recenti in queste branche
scientifiche puntano verso il potere della possibilità. Quella notte, piena
d’ispirazione, Anna pensò: “Se ho creato la vita che ho adesso, compresa la
paralisi, la depressione, la debolezza del sistema immunitario, le ulcere e
persino il cancro, forse li posso eliminare tutti con la stessa passione con cui
li ho creati.” E con questa forte convinzione, Anna decise di guarire.
Subito dopo il suo primo seminario, iniziò a meditare due volte al giorno.
Ovviamente, sedersi a fare le meditazioni fu difficile all’inizio. Doveva
superare parecchi dubbi, e a volte non si sentiva bene mentalmente e
fisicamente, ma meditava lo stesso. Aveva anche molta paura. Quando il
medico di famiglia la chiamò, dopo che Anna aveva interrotto i trattamenti, le
disse che era un’ingenua e una stupida, e che presto sarebbe peggiorata e
morta. Immagina la reazione di Anna. Ciononostante, meditava ogni giorno e
iniziò a superare le proprie paure. Non usò mai le difficoltà economiche, le
necessità dei figli o le limitazioni fisiche come scusa per evitare il suo lavoro
interiore. Partecipò persino ad altri quattro miei seminari durante quell’anno.
Guardandosi dentro e modificando i pensieri inconsci, le abitudini
automatiche e i riflessi emotivi, Anna era s’impegnò a credere in un nuovo
futuro anziché nel solito passato. Utilizzò le meditazioni, associando
un’intenzione chiara a un’emozione elevata, per cambiare il suo modo di
essere, passando dal vivere biologicamente nello stesso passato al vivere in
un nuovo futuro.
Ogni giorno, Anna non si alzava dalle sue meditazioni se non era diventata
una persona diversa, più innamorata della vita. Anna non aveva nessun
motivo concreto per amare la vita: era vedova, era depressa, aveva il cancro,
la paralisi e le ulcere nelle mucose, non aveva un partner né energia per
occuparsi dei suoi figli. Ma, durante le meditazioni, Anna si convinse di poter
insegnare al suo corpo a livello emotivo a vivere come se il futuro desiderato
fosse già presente. Il corpo non conosceva la differenza tra l’evento reale e
quello che lei stava immaginando e accogliendo a livello emotivo. Grazie alle
sue conoscenze di epigenetica, sapeva anche che le emozioni elevate di
amore, gioia, gratitudine, ispirazione, compassione e libertà possono indurre
nuovi geni a produrre proteine sane, influenzando la struttura e il
funzionamento del corpo. Capiva che se le sostanze chimiche dello stress che
scorrevano nel suo corpo avevano attivato i geni responsabili delle malattie,
allora accogliendo queste emozioni elevate con una passione più grande delle
emozioni stressanti, lei poteva attivare nuovi geni e modificare il suo stato di
salute.
Per un anno la sua salute restò stazionaria. Ma Anna continuò a meditare,
praticando tutte le meditazioni che ho ideato per i nostri allievi. Sapeva che
c’erano voluti parecchi anni per creare tutti i suoi problemi di salute, e perciò
ci voleva tempo per ricreare qualcosa di nuovo. Dopo quel primo anno, Anna
notò che stava lentamente iniziando a stare meglio dal punto di vista mentale
ed emotivo. Stava cambiando l’abitudine di essere se stessa, inventando
un’identità completamente nuova.
Avendo partecipato ai miei seminari, Anna sapeva che doveva riportare in
equilibrio il sistema nervoso autonomo, perché esso controlla tutte le funzioni
automatiche che vanno oltre la consapevolezza del cervello: la digestione,
l’assorbimento dei nutrienti, i livelli di zucchero nel sangue, la temperatura
corporea, le secrezioni ormonali, la frequenza cardiaca e così via. L’unico
modo per insinuarsi nel sistema operativo e influenzare il SNA era cambiare
il suo stato interno con regolarità.
Per prima cosa, Anna iniziava ogni meditazione con la “Benedizione dei
centri energetici”. Queste particolari zone del corpo sono sotto il controllo del
sistema nervoso autonomo. Come ho accennato nell’Introduzione, ciascun
centro ha la propria energia o frequenza (che emette specifiche informazioni
o ha una propria coscienza), le proprie ghiandole, i propri ormoni, la propria
chimica, il proprio mini-cervello e quindi la propria mente. Ogni centro è
influenzato dal cervello subconscio, che si trova sotto il cervello pensante
conscio. Anna imparò a modificare le sue onde cerebrali per entrare nel
sistema operativo del SNA (situato nel mesencefalo) e riprogrammare
ciascun centro affinché lavorasse in maniera più armoniosa. Ogni giorno, con
concentrazione e passione, poneva l’attenzione su ogni parte del corpo e sullo
spazio intorno a ciascun centro. Poco a poco, cominciò a influenzare la
propria salute riprogrammando il sistema nervoso autonomo all’equilibrio.
Inoltre, Anna imparò una particolare tecnica di respirazione che insegno
per liberare tutta l’energia emotiva che viene immagazzinata nel corpo
quando continuiamo a pensare e a sentire nello stesso modo. Formulando
continuamente gli stessi pensieri, Anna aveva creato le stesse sensazioni che
a loro volta la portavano a formulare ancora i medesimi pensieri. Apprese che
le emozioni del passato erano conservate nel suo corpo, ma che poteva
utilizzare la mia tecnica di respirazione per liberare quell’energia accumulata
e chiudere con il passato. Così, ogni giorno, con un livello d’intensità
superiore alla sua dipendenza dalle emozioni del passato, praticava il metodo
di respirazione e diventava sempre più brava. Dopo aver imparato a spostare
l’energia immagazzinata nel corpo, imparò a riprogrammare il corpo a una
nuova mente accogliendo le emozioni elevate del suo futuro prima della
manifestazione di quel futuro.
Studiando il modello di epigenetica che insegno nei seminari e nelle
conferenze, Anna imparò che i geni non creano la malattia; è l’ambiente che
invia segnali al gene per creare la malattia. Così capì che, se le emozioni sono
gli effetti chimici delle esperienze dell’ambiente, e se lei viveva ogni giorno
in base alle stesse emozioni del passato, stava scegliendo e istruendo gli stessi
geni che probabilmente avevano causato i suoi problemi di salute. Se invece
avesse potuto integrare le emozioni della sua vita futura accogliendole prima
che l’esperienza si verificasse, avrebbe potuto cambiare la sua espressione
genica e il suo corpo, per essere biologicamente allineata con il nuovo futuro.
Anna praticava un’ulteriore meditazione che prevedeva di porre
l’attenzione nel centro del petto, attivando il SNA con questi stati elevati per
creare e mantenere una frequenza cardiaca coerente (approfondirò la
coerenza cardiaca in seguito) per lunghi periodi. Imparò che risentimento,
impazienza, frustrazione, rabbia e odio causavano la reazione di stress e
inducevano il cuore a battere in modo incoerente e disordinato. Nei miei
seminari Anna apprese che, una volta in grado di sostenere uno stato elevato,
con il tempo avrebbe potuto provare le nuove emozioni positive più
pienamente e profondamente, così come si era abituata a provare
costantemente le emozioni negative legate al passato. Ovviamente furono
necessari parecchio tempo e impegno per sostituire rabbia, paura, depressione
e risentimento con gioia, amore, gratitudine e libertà, ma Anna non si arrese
mai. Sapeva che queste emozioni elevate avrebbero indotto il rilascio di più
di un migliaio di sostanze chimiche che avrebbero riparato e risanato il suo
corpo.
Poi Anna praticò una meditazione in movimento in cui era richiesto di
camminare ogni giorno come la nuova se stessa. Invece di meditare seduta
con gli occhi chiusi, iniziava le meditazioni in piedi con gli occhi chiusi.
Entrava nello stato meditativo per mutare il proprio modo d’essere, e poi
apriva gli occhi, sempre meditando, e camminava come la se stessa del
futuro. Così facendo, incarnava una nuova maniera di pensare, agire e sentire.
Ciò che stava creando sarebbe presto diventato la sua nuova personalità. Non
voleva più ritornare al suo vecchio io.
Grazie a tutto questo lavoro, Anna si rese conto che i suoi modelli di
pensiero erano cambiati. Non stava più attivando gli stessi circuiti cerebrali
secondo la medesima modalità del passato, ed essi cessarono di attivarsi
insieme, cominciando invece a separarsi. Di conseguenza, lei smise di
pensare nella solita maniera. Dal punto di vista emotivo, ricominciò a provare
gratitudine e piacere per la prima volta dopo anni. Nelle sue meditazioni, ogni
giorno superava qualche aspetto del suo corpo o della sua mente. Si calmò e
diventò meno dipendente dalle emozioni causate dagli ormoni dello stress.
Ricominciò perfino a provare amore. E riuscì a proseguire sempre più lungo
la strada per diventare qualcun altro.

Anna afferra una possibilità


In seguito Anna partecipò a uno dei miei seminari avanzati di quattro
giorni. Il terzo giorno, durante l’ultima di quattro meditazioni, si lasciò
andare completamente. Per la prima volta da quando aveva iniziato a
meditare, si ritrovò a fluttuare in un infinito spazio nero, consapevole di
essere consapevole di se stessa. Aveva superato il ricordo di chi era ed era
diventata pura coscienza, totalmente libera dal corpo, dal suo legame con il
mondo materiale e dal tempo lineare. Si sentiva così libera che non era più
preoccupata per il suo stato di salute. Si sentiva così illimitata che non
riusciva nemmeno a identificarsi con la sua identità attuale. Si sentiva così al
di sopra di tutto che non era più connessa con il suo passato.
In questo stato Anna non aveva problemi, si era lasciata alle spalle il
dolore e per la prima volta era veramente libera. Non era il suo nome, il suo
sesso, la sua malattia, la sua cultura o la sua professione; era al di là dello
spazio e del tempo. Si era connessa con un campo di informazioni chiamato
campo quantico, dove esistono tutte le possibilità. Improvvisamente, vide se
stessa in un futuro nuovo di zecca, sopra un palco, con un microfono in
mano, a raccontare al pubblico la storia della sua guarigione. Non stava
immaginando o visualizzando la scena; era come se avesse scaricato le
informazioni. Il suo mondo interiore le appariva molto più reale di quello
esterno, e stava vivendo una vera e propria esperienza sensoriale senza usare i
sensi.
Nel momento in cui, durante la meditazione, Anna sperimentò questa
nuova vita, fu travolta da un’ondata di gioia e luce e si sentì sollevata a un
livello profondo. Sapeva di essere qualcosa o qualcuno di più grande, di
molto più meraviglioso del suo corpo fisico. In questo stato di gioia intensa
provò un tale piacere e una tale gratitudine che scoppiò a ridere. In
quell’istante, Anna capì che sarebbe andato tutto bene. Da allora, sviluppò
così tanta fiducia, gioia, amore e gratitudine che le meditazioni diventarono
sempre più semplici.
Allontanandosi dal passato, sentiva questa nuova energia aprirle
progressivamente il cuore. Invece di considerare le meditazioni come un
dovere quotidiano, iniziò a non vedere l’ora di farle. Diventò il suo stile di
vita, la sua abitudine. L’energia e la vitalità ritornarono. Smise di prendere gli
antidepressivi. Il suo modo di pensare mutò completamente e le sue
sensazioni cambiarono. Le sembrava di vivere in un nuovo stato d’essere, e
di conseguenza anche le sue azioni subirono una radicale trasformazione. La
salute e la vita di Anna migliorarono enormemente quell’anno.
Successivamente Anna partecipò a molti altri eventi e cominciò a
intrecciare rapporti con più persone della nostra community, ricevendo un
sempre maggior sostegno nel suo percorso verso la guarigione. Come molti
nostri allievi, a volte trovava difficile non ricadere nei vecchi programmi e
nel solito modo di pensare, sentire e agire quando tornava a casa dopo un
seminario. Ciononostante, continuava a praticare le sue meditazioni ogni
giorno.
Un anno e nove mesi dopo la diagnosi di cancro e sei anni dopo il suicidio
del marito, i dottori sottoposero Anna a un controllo medico e a diversi esami
da cui risultò che il cancro era completamente guarito e il tumore all’esofago
scomparso. Gli esami del sangue non riscontrarono alcun marcatore tumorale.
Le mucose dell’esofago, della vagina e dell’ano erano guarite
completamente. Rimanevano solo alcuni problemi minori: le mucose della
bocca erano ancora leggermente arrossate, anche se non c’era più nessuna
ulcera, e Anna non riusciva ancora a produrre saliva, a causa dei farmaci
assunti per le ulcere.
Anna era diventata una persona nuova, una persona sana. La malattia
esisteva nella vecchia personalità. Pensando, agendo e sentendo in maniera
diversa, Anna reinventò un nuovo io. In un certo senso, era rinata nella stessa
vita.
Anna partecipò a un evento a Barcellona con l’amica che le aveva fatto
conoscere il mio lavoro. Dopo avermi sentito raccontare la storia della
guarigione di un altro allievo, Anna decise che era il momento di condividere
la sua vicenda con me. Scrisse una lettera e la consegnò alla mia assistente
personale. Come molte lettere che ricevo, iniziava con “Non ci crederà”. Il
giorno dopo chiesi ad Anna di salire sul palco per raccontare la sua storia al
pubblico. Ed eccola lì, un anno e mezzo dopo la visione che aveva avuto
durante la meditazione, su un palco a parlare del suo percorso di guarigione.
Dopo l’evento di Barcellona, Anna cominciò a lavorare ancor di più sui
problemi alla bocca. Circa sei mesi dopo, stavo tenendo una conferenza a
Londra a cui partecipava anche Anna. Parlavo di epigenetica. All’improvviso
Anna ebbe un’illuminazione. “Sono guarita da tutte quelle malattie, compreso
il cancro” pensò. “Dovrei essere in grado anche di produrre più saliva.”
Qualche mese dopo, durante un altro seminario, Anna sentì la saliva nella sua
bocca. Da quel momento, le mucose di Anna e la sua produzione di saliva
tornarono alla normalità. Le ulcere non si ripresentarono più.
Oggi Anna è una donna sana, vitale, felice e stabile. A livello spirituale è
cresciuta talmente tanto da riuscire a scendere molto in profondità durante le
meditazioni e ha vissuto diverse esperienze mistiche. Ora vive un’esistenza
ricca di potere creativo, amore e gioia. Anna è entrata a far parte del mio staff
di formatori che insegna il mio lavoro ad aziende e organizzazioni; ha
fondato un istituto psichiatrico, è economicamente indipendente e guadagna
bene. Viaggia in tutto il mondo, visita luoghi bellissimi e incontra persone
che la ispirano. Ha un partner affettuoso e molti nuovi amici.
Se chiedi ad Anna dei suoi passati problemi di salute, ti dirà che sono stati
la miglior cosa che le sia mai successa. Pensaci: e se la peggior cosa che ti è
capitata fosse si rivelasse invece la migliore? Spesso Anna mi dice che ama la
sua vita attuale e io rispondo sempre: “È ovvio: sei stata tu a crearla!”. È stato
nel corso della sua trasformazione che Anna è diventata davvero
soprannaturale. Ha superato la sua identità, che era connessa con il passato, e
ha creato letteralmente un nuovo futuro. Anna è l’esempio vivente della
possibilità. Se Anna è riuscita a guarire, puoi farlo anche tu.

Un po’ di misticismo
Guarire ogni genere di disturbo fisico è uno degli aspetti positivi di questo
lavoro, ma non è l’unico. Siccome il libro parla anche di misticismo, vorrei
aprire la tua mente a una dimensione della realtà che opera a un livello
diverso e più profondo. Essere soprannaturale può anche voler dire diventare
più consapevole di te stesso e di ciò che sei in questo mondo (e negli altri
mondi). Lascia che ti racconti alcune storie personali per spiegarti
esattamente ciò che voglio dire e per mostrarti ciò che è possibile anche per
te.
Una piovosa sera d’inverno, ero seduto sul divano dopo una lunga giornata
di lavoro. I miei figli stavano dormendo, e finalmente avevo un momento per
me stesso. Cominciai a passare in rassegna tutte le cose che dovevo fare il
giorno seguente. Dopo aver compilato la mia lista mentale, ero troppo stanco
per pensare, così rimasi seduto per qualche minuto con la mente vuota.
Mentre guardavo le ombre delle fiamme del caminetto tremolare e danzare
sulle pareti, entrai in trance. Il mio corpo era stanco ma la mente era lucida.
Non stavo più pensando o analizzando; stavo semplicemente fissando il
vuoto, vivendo nel momento presente.
Man mano che il mio corpo si rilassava sempre di più, lentamente lasciai
che si addormentasse mentre mantenevo la mente cosciente e sveglia. Non
lasciai che la mia attenzione si concentrasse su nessun oggetto della stanza,
invece tenni la messa a fuoco aperta. Era un gioco che facevo spesso con me
stesso. Mi piaceva perché di tanto in tanto, nelle giuste condizioni, vivevo
esperienze trascendentali molto profonde. Era come se una specie di porta si
aprisse da qualche parte tra la veglia, il sonno e i normali sogni, e io entravo
in un momento mistico molto lucido. Ricordavo a me stesso di non
aspettarmi niente, ma di rimanere semplicemente aperto. Ci voleva parecchia
pazienza per evitare di accelerare il processo, provare frustrazione o cercare
di far accadere qualcosa, e invece scivolare lentamente nell’altro mondo.
Quel giorno, avevo finito di scrivere un articolo sulla ghiandola pineale.
Avevo passato diversi mesi a studiare i derivati della melatonina. Per
settimane la mia mente si era consumata a pensare al ruolo dei metaboliti
pineali come possibile connessione con le esperienze mistiche che molte
culture antiche sapevano evocare, come per esempio le visioni sciamaniche
dei nativi americani, l’esperienza induista del samadhi, e altri riti simili che
coinvolgono gli stati alterati di coscienza. Avevo improvvisamente compreso
alcuni concetti che erano rimasti in sospeso per anni, e le mie scoperte mi
fecero sentire più completo. Pensavo di essere sempre più vicino a capire
come passare a dimensioni superiori di spazio e tempo.
Tutte le informazioni che avevo imparato mi ispirarono a una maggiore
consapevolezza su ciò che è possibile per gli esseri umani. Tuttavia, ero
ancora talmente curioso di imparare di più da focalizzare la consapevolezza
sulla mia stessa ghiandola pineale. Parlando alla ghiandola, pensai: “Dove
sei?”.
Mentre ponevo l’attenzione sullo spazio che la ghiandola pineale occupa
nel cervello, scivolando nell’oscurità, all’improvviso un’immagine vivida
della ghiandola pineale apparve nella mia mente, sotto forma di un pomello
tridimensionale. La sua apertura era spalancata in uno spasmo ed emetteva
una sostanza bianca lattiginosa. Rimasi scioccato dall’intensità dell’immagine
olografica, ma ero troppo rilassato per esserne stimolato o per reagire, così mi
limitai a osservare. Era così reale. Sapevo che ciò che stavo vedendo davanti
a me era la mia piccola ghiandola pineale.
Un attimo dopo, visualizzai nel dettaglio un grosso orologio antico da
tasca, agganciato a una catenina. Nel momento in cui posai la mia attenzione
sull’orologio, ricevetti informazioni molto chiare. Improvvisamente capii che
il mondo non si basava sul tempo lineare (con un passato, un presente e un
futuro). Compresi che invece tutto accade in un eterno momento presente. In
quest’infinita quantità di tempo esistono infiniti spazi, dimensioni o possibili
realtà di cui fare esperienza.
Se c’è un solo momento eterno, allora ha senso affermare che non esiste il
passato. Ma io potevo vedere ogni passato o futuro come se stessi guardando
una vecchia pellicola cinematografica con un numero infinito di fotogrammi.
I fotogrammi non rappresentavano singoli momenti ma finestre di possibilità
illimitate che esistevano e continuavano in tutte le direzioni per sempre. Era
come guardare due specchi opposti e vedere infinite dimensioni riflesse in
entrambe le direzioni. Per capire cosa intendo, immagina che queste
dimensioni infinite siano sopra e sotto di te, davanti e dietro, alla tua sinistra
e alla tua destra, illimitate e coesistenti. Capii che ponendo la mia attenzione
su una qualsiasi di queste possibilità, l’avrei fatta diventare reale.
Mi resi anche conto di non essere separato da niente. Percepii l’unità con
ogni cosa e persona, in ogni luogo e tempo. Posso solo descriverla come la
più familiare sensazione non familiare che abbia mai provato in vita mia.
La ghiandola pineale funge da orologio dimensionale a cui possiamo
connetterci in qualsiasi momento, quando è attivata. Vidi le lancette
dell’orologio muoversi in avanti o indietro, come se fosse una macchina del
tempo. Questa incredibile visione mi stava mostrando che la ghiandola
pineale, come un’antenna cosmica, ha la capacità di sintonizzarsi su
informazioni al di là dei nostri sensi fisici e connetterci ad altre realtà che
esistono già nel momento eterno. Anche se le informazioni che ricevevo
sembravano illimitate, non esistono parole che possano descrivere
quell’esperienza.

Essere il mio io passato e il mio io futuro


contemporaneamente
Mentre le lancette dell’orologio si muovevano all’indietro nel passato,
prese vita una dimensione nello spazio e nel tempo. Immediatamente mi
ritrovai in una realtà che conoscevo personalmente, anche se in modo
sorprendente quel momento passato stava avvenendo di nuovo nel mio
presente, mentre ero seduto sul divano nel mio soggiorno. Poi mi resi conto
di essere in uno spazio fisico in quel particolare momento. Vidi me stesso da
bambino, mentre contemporaneamente ero anche il me stesso adulto sul
divano. Il me stesso bambino aveva circa sette anni e la febbre molto alta.
Ricordai che a quell’età mi piaceva la febbre perché avevo il genere di sogni
astratti e di visioni che spesso si accompagnano al delirio dovuto a elevate
temperature corporee. In quel particolare momento, ero a letto nella mia
camera con le coperte fino al naso e mia madre aveva appena lasciato la
stanza. Ero felice di essere solo.
Quando chiuse la porta, rilassai il corpo e rimasi nel dormiveglia, come
stava facendo il mio io adulto. Fino a quell’istante, nella mia vita presente,
avevo completamente dimenticato quest’esperienza dell’infanzia, ma quando
la rivissi mi vidi nel bel mezzo di un sogno lucido.
Mentre osservavo il me stesso bambino, ero commosso da quello che
cercava di capire e mi chiesi come poteva comprendere concetti così
complicati per la sua età. In quel momento, mentre lo guardavo, mi innamorai
di quel ragazzino; nell’istante in cui provai quest’emozione, sentii una
connessione tra quel punto del tempo e il mio presente. Ebbi la forte
consapevolezza che ciò che stavo facendo allora e ciò che facevo nel presente
stavano accadendo simultaneamente, e che quei due istanti erano connessi in
modo significativo. In una frazione di secondo, l’amore che provavo per lui,
in quanto mio sé presente, attrasse quel bambino nel futuro che stavo vivendo
in quel momento.
Poi la situazione diventò ancora più strana. Quella scena scomparve e
l’orologio riapparve. Mi resi conto che le sue lancette potevano muoversi
anche in avanti. Pieno di meraviglia e senza alcuna paura, osservai l’orologio
avanzare nel tempo. In un istante, mi ritrovai a piedi nudi nel mio cortile di
Washington, al freddo della notte. È difficile spiegare che ora fosse perché
era la stessa notte in cui ero nel soggiorno, ma il me stesso che era fuori era il
mio io del futuro in quel presente. Anche qui le parole non rendono l’idea:
l’unico modo in cui riesco a spiegare quest’esperienza è dicendo che la
personalità futura chiamata Joe Dispenza era cambiata immensamente. Ero
molto più evoluto, e mi sentivo euforico.
Ero molto consapevole, o forse dovrei dire sono molto consapevole. Con
“consapevole” intendo supercosciente, come se i miei sensi fossero potenziati
del 100 per cento. Tutto ciò che vedevo, toccavo, provavo, odoravo, gustavo
e ascoltavo era amplificato. I miei sensi erano così affinati che riuscivo a
prestare attenzione contemporaneamente a tutto ciò che mi circondava. Dal
momento che la mia consapevolezza era aumentata drasticamente, era
aumentata anche la mia coscienza e quindi la mia energia. Sentirmi così
pieno di quest’energia intensa mi induceva a essere più cosciente di ciò che
percepivo simultaneamente.
Posso descrivere questa sensazione solo come energia costante, salda e
altamente organizzata. Non era come le emozioni chimiche che normalmente
proviamo in quanto esseri umani. In quel momento sapevo di non essere in
grado di sentire le normali emozioni umane. Le avevo superate. Provavo
comunque amore, benché fosse una forma evoluta di amore, non chimico ma
elettrico. Mi sembrava quasi di andare a fuoco. Ero in una forma
incredibilmente pura di gioia.
Inoltre, stavo camminando nel mio cortile in pieno inverno senza scarpe
né giubbotto, eppure ero così consapevole della sensazione di freddo da
trovarla gradevole. Non sapevo quanto fosse freddo il terreno sotto i miei
piedi, ma ero contento di sentire l’erba ghiacciata e avvertivo una forte
connessione sia con la sensazione sia con l’erba. Capivo che, se avessi
formulato i tipici pensieri sul freddo, avrei finito per creare un senso di
polarità, dividendo l’energia che stavo percependo dentro il mio corpo e che
era molto più grande delle condizioni dell’ambiente circostante (il freddo). Di
conseguenza, accettai il freddo con entusiasmo. In effetti, era così piacevole
che non volevo che quel momento finisse.
Camminavo nei panni di questa versione potenziata di me stesso,
sentendomi forte e calmo, ma pieno di amore per la vita. Attraversando il
giardino, arrivai alle colonne di basalto; adoravo camminare a piedi nudi su
queste grosse pietre. Poi mi avvicinai a una fontana che avevo costruito, e
sorrisi al ricordo di me e mio fratello che creavamo una tale meraviglia.
All’improvviso, vidi una donna minuta in abito bianco. Era alta non più di
sessanta centimetri e stava dietro alla fontana con un’altra donna più alta,
vestita allo stesso modo. Entrambe erano piene di luce. L’altra donna stava in
disparte a osservare, forse per proteggere la donna minuta.
Quando la guardai, quest’ultima si girò verso di me e mi fissò negli occhi.
Sentii un’energia d’amore ancora più forte, come se me la stesse inviando.
Anche come versione evoluta di me stesso, mi resi conto di non aver mai
provato niente del genere prima di allora. La sensazione di pienezza e
d’amore si amplificò in maniera esponenziale, e pensai tra me e me: “Wow!
Esiste persino più amore di quello che stavo provando qualche istante fa?”.
Non era amore romantico. Era una maggiore quantità di quell’energia
inebriante ed elettrizzante, e veniva risvegliata da dentro di me. La donna
minuta stava prendendo atto che c’era ancora più amore dentro di me; sapevo
che lei era più evoluta di me. Quando avvertii quell’elettricità, recepii anche
il messaggio di guardare verso la finestra della cucina, e subito mi ricordai
perché ero lì.
Mi girai e guardai verso la cucina dove il mio io presente, qualche ora
prima di sedersi sul divano a rilassarsi, era stato occupato a lavare i piatti. Dal
cortile, sorrisi. Ero così innamorato di lui. Vedevo la sua sincerità, le sue
difficoltà, la sua passione, il suo amore, la sua mente occupata come sempre,
e tra le altre cose scorsi un po’ del suo futuro. Come un bravo genitore, ero
fiero di lui e provavo ammirazione per la persona che era in quel momento.
Mentre sentivo quell’intensa energia crescere dentro di me, lo vidi smettere
all’improvviso di lavare i piatti e guardare fuori dalla finestra, verso il cortile.
Ancora nei panni del mio io futuro, riuscii a ricordare quel momento come
il mio io presente, e mi ricordai che in effetti mi ero fermato e avevo guardato
fuori in quell’instante, perché avevo provato un’improvvisa sensazione
d’amore nel petto e sentivo di essere osservato, o che c’era qualcuno là fuori.
Poi ricordai che, mentre stavo lavando un bicchiere, mi ero sporto in avanti e
avevo guardato fuori nel buio per qualche minuto prima di tornare alla mia
occupazione. Il mio io futuro stava facendo al mio io presente ciò che la bella
signora luminosa aveva fatto a me qualche istante prima. Adesso capivo
perché lei era lì.
Ancora una volta, come quando avevo visto il bambino nella scena
precedente, l’amore che il mio io futuro provava per il mio io presente in
qualche modo mi connetteva al mio io futuro. Il mio io futuro era lì per
chiamare il mio io presente a quel futuro, e sapevo che era l’amore a rendere
possibile quel legame. La versione evoluta di me stesso aveva un grande
senso di consapevolezza. Il paradosso è che erano tutti me che vivevano nello
stesso momento. In effetti, c’è un numero infinito di me, non solo uno nel
passato, uno nel presente e uno nel futuro. Ci sono molti altri possibili me nel
regno dell’infinito, e non c’è un solo infinito ma molteplici infiniti. E tutto
questo accade nell’eterno presente.
Quando ritornai alla realtà fisica che conosciamo, che sembra poca cosa
rispetto al mondo dimensionale in cui ero appena stato, il mio primo pensiero
fu: “La mia visione della realtà è così limitata!”. Quell’esperienza interiore
mi fornì un grande senso di chiarezza e la comprensione che le mie
convinzioni (ossia ciò che pensavo di sapere sulla vita, Dio, me stesso, il
tempo, lo spazio, e ciò che è possibile sperimentare in questo regno infinito)
erano molto limitate, e non lo avevo capito fino a quel momento. Ero come
un bambino che sapeva ben poco di quella cosa che chiamiamo realtà. Per la
prima volta nella mia vita, senza paura o ansia, compresi cosa significasse
l’espressione “l’ignoto”. E sapevo che non sarei più stato la stessa persona.
Puoi immaginare che, quando accade qualcosa del genere, se cerchi di
spiegarlo ai familiari o agli amici, rischi che ti considerino matto. Ero restio a
parlarne perché non trovavo le parole per descrivere la mia esperienza e
temevo che non sarebbe più accaduta. Per mesi, cercai di esaminare l’intero
processo che aveva creato quell’esperienza. Inoltre, ero confuso riguardo al
concetto di tempo e non riuscivo a smettere di pensarci. Dopo l’evento
trascendentale di quella notte, quando ritornai al mondo tridimensionale, mi
resi conto che era durato solo dieci minuti circa. Pensavo fosse durato molto
di più. Questa dilatazione del tempo mi spinse ulteriormente a cercare di
scoprire cosa mi fosse successo, nella speranza di essere poi in grado di
ricreare l’esperienza.
Per giorni, dopo quella notte, il centro del mio petto fu elettrico come
quando la donna minuta aveva attivato qualcosa dentro di me. Continuavo a
pensare: “Se questa sensazione è ancora dentro di me, significa che ciò che
mi è accaduto era reale.” Quando ponevo l’attenzione sul centro del petto,
notavo che la sensazione si amplificava. Comprensibilmente, durante questo
periodo non ero molto interessato alle interazioni sociali, perché le persone e
le circostanze del mondo esterno mi distraevano da quella sensazione nel mio
mondo interiore, facendola diminuire. Con il passare del tempo, la sensazione
svanì completamente, ma non smisi mai di pensare all’idea che l’energia che
avevo accolto in quella dimensione vivesse ancora dentro di me. Volevo
attivarla di nuovo ma non sapevo come.
Per molto tempo, anche se continuavo a provare a ricreare l’esperienza,
non accadde nulla. Ora mi rendo conto che l’aspettativa dello stesso esito,
unita alla frustrazione di cercare di forzare l’evento, è la peggiore
combinazione per creare un’altra esperienza mistica (o qualsiasi altra cosa).
Mi persi nella mia analisi personale, cercando di capire cosa fosse accaduto e
come farlo succedere di nuovo. Decisi di provare qualche nuovo approccio.
Invece di cercare di ricreare quell’esperienza la sera, pianificai di svegliarmi
presto la mattina per meditare. Siccome i livelli di melatonina sono più alti tra
l’una e le quattro del mattino, e i metaboliti della melatonina sono i
responsabili della creazione di un evento lucido, decisi di praticare il mio
lavoro interiore ogni mattina alle quattro.
Prima di raccontarti ciò che accadde in seguito, vorrei chiederti di tenere a
mente che era un periodo particolarmente difficile della mia vita. Stavo
valutando se valeva la pena continuare a insegnare. La mia vita era piuttosto
caotica dopo essere apparso nel documentario “Bleep: ma che bip…
sappiamo veramente?”. Stavo prendendo in considerazione di allontanarmi
dalla vita pubblica per condurre una vita semplice e ritirata. Mi sembrava la
soluzione più facile.

Vivere un’incarnazione del passato nel momento presente


Una mattina, dopo un’ora e mezza di meditazione in posizione seduta,
finalmente mi sdraiai. Misi qualche cuscino sotto le ginocchia per non
addormentarmi troppo in fretta, permettendomi di restare nel dormiveglia.
Mentre stavo disteso, posai l’attenzione sullo spazio che la ghiandola pineale
occupa nella mia testa. Ma stavolta, invece di provare a far accadere
qualcosa, mi lasciai andare e mi aprii alla possibilità.
Un attimo dopo, ero un uomo robusto e mi trovavo in una zona molto
calda del mondo, che mi sembrava l’attuale Grecia o Turchia. Il terreno era
roccioso e arido e tra gli edifici di pietra, simili a quelli del periodo greco-
romano, c’erano molte piccole tende dai colori brillanti. Indossavo un abito di
iuta che arrivava a mezza coscia e una corda spessa come cintura. Calzavo
dei sandali legati fino ai polpacci. Avevo folti capelli ricci e un corpo forte,
con spalle ampie, braccia e gambe muscolose. Ero un filosofo e facevo parte
di un movimento.
Ero contemporaneamente l’io in quell’esperienza passata e l’io presente
che lo osservava. Ero di nuovo supercosciente. Tutti i miei sensi erano
amplificati ed ero consapevole di ogni cosa. Sentivo l’odore del mio corpo e
il sapore del sudore che mi scendeva sulla faccia. Mi faceva male la spalla
destra. Vedevo lo splendore del cielo azzurro e l’intensità degli alberi e delle
montagne verdi, come se vivessi in Technicolor. Sentivo i gabbiani in
lontananza e sapevo di essere vicino a una grande massa d’acqua.
Ero in pellegrinaggio e in missione. Viaggiavo insegnando la filosofia che
avevo studiato e seguito per tutta la vita. Ero sotto la tutela di un grande
maestro che amavo profondamente per la sua pazienza e la sua saggezza.
Portavo un messaggio per cambiare la mente e il cuore della gente; sapevo
che era in contrasto con le credenze del tempo e che il governo e gli ordini
religiosi dell’epoca mi avrebbero osteggiato.
La filosofia che studiavo aveva lo scopo di liberare le persone da qualsiasi
tipo di obbligo verso il mondo esterno e d’ispirarle a vivere una vita più ricca
e piena di significato. Inoltre, rendeva superflui la religione e il governo. Io
cercavo di vivere ogni giorno in linea con le sue dottrine.
Quando la scena prese vita, avevo appena finito di rivolgermi a un gruppo
di persone in un villaggio abbastanza popolato. Mentre la folla si disperdeva,
all’improvviso alcuni uomini si avvicinarono per arrestarmi. Mi catturarono
prima ancora che potessi cercare di scappare. Avevano pianificato bene la
loro strategia. Se avessero cominciato a muoversi quando stavo parlando alla
folla, li avrei visti. Avevano calcolati i tempi alla perfezione.
Mi arresi senza opporre resistenza, e loro mi portarono nella cella di una
prigione, dove fui lasciato solo. Chiuso in un piccolo cubicolo in pietra con
strette fessure come finestre, conoscevo già il mio destino. Due giorni dopo,
mi portarono al centro della città, dove si erano riunite centinaia di persone,
molte delle quali erano le stesse che mi avevano ascoltato parlare solo pochi
giorni prima. Ma ora aspettavano con ansia di assistere al mio processo e alla
mia tortura.
Fui spogliato quasi del tutto e legato a un tavolo in pietra. Poi la tortura
ebbe inizio. A un certo punto, qualcuno che sembrava un magistrato gridò,
chiedendomi se avrei continuato a insegnare la mia filosofia. Non gli risposi,
così ordinò al torturatore di proseguire. Come osservatore di questa scena,
vedevo il dolore dipinto sul mio viso. Fu come guardare in uno specchio; mi
resi conto che ero io a essere torturato. Intanto, avevo cominciato a
sanguinare. All’improvviso il magistrato urlò di nuovo, chiedendomi ancora
se volevo continuare a insegnare.
Pensai: “Accetterò di smettere e poi, quando mi lasceranno andare,
ricomincerò di nuovo.” Credevo che fosse la soluzione giusta. Avrei
accontentato il magistrato e smesso di soffrire, consentendomi di continuare
la mia missione. Feci segno di no con la testa.
Il magistrato mi esortò a dire di no a parole, ma io non parlavo. Fece
segno al torturatore di continuare. Mi voltai verso il torturatore e vidi il suo
volto e, mentre ci guardavamo negli occhi, io come osservatore lo riconobbi
immediatamente come qualcuno della mia vita attuale: era la stessa persona
ma in un corpo diverso. Capii che questo tormentatore stava ancora
tormentando altre persone, compreso me, nella mia attuale incarnazione, e
compresi il suo ruolo nella mia vita.
La tortura continuava. Cominciai a piangere per il dolore atroce, e sentivo
una profonda tristezza che consumava tutto il mio essere. Alla fine, fui
riportato in cella, dove rimasi rannicchiato in un angolo. Per tre giorni non
riuscii a smettere di ripensare alla tortura a cui ero stato sottoposto.
Mi sentivo così umiliato che non riuscii più a parlare in pubblico. Il solo
pensiero di tornare alla mia missione provocava una reazione così viscerale
nel mio corpo che smisi persino di pensarci. Una notte mi liberarono e, senza
farmi notare, a testa bassa per la vergogna, sparii. Non riuscii mai più a
guardare qualcuno negli occhi. Mi sembrava di aver fallito nella mia
missione. Passai il resto della vita in una grotta vicino al mare, pescando e
vivendo in silenzio come un eremita.
Mentre assistevo al dramma di quest’uomo e alla sua scelta di nascondersi
dal mondo, capii che si trattava di un messaggio per me. Compresi che nella
mia vita presente non potevo sparire e nascondermi di nuovo e che dovevo
continuare il mio lavoro. Dovevo sforzarmi di difendere il mio messaggio.
Inoltre riconobbi di non aver fallito: avevo fatto del mio meglio. Sapevo che
il giovane filosofo viveva ancora nell’eterno momento presente come una
miriade di possibili me e che potevo cambiare il mio futuro, e il suo,
smettendo di avere paura di vivere in nome della verità invece di morire per
essa.
Ognuno di noi ha una miriade di possibili incarnazioni che esistono
nell’eterno momento presente, aspettando di essere scoperte. Non siamo
esseri lineari che vivono una vita lineare, ma esseri dimensionali che vivono
vite dimensionali. Il bello delle infinite probabilità che ci aspettano è che il
solo modo per cambiare il nostro futuro è cambiare noi stessi nell’infinito
momento presente.
Capitolo 2

IL MOMENTO PRESENTE

Se vuoi diventare soprannaturale (guarendo il tuo corpo, creando nuove


opportunità che non avresti mai potuto immaginare prima e vivendo
esperienze mistiche e trascendenti), per prima cosa devi comprendere il
concetto di momento presente: l’eterno adesso. Negli ultimi tempi si parla
molto di “essere presente” o di “vivere nel presente”. La maggior parte delle
persone capisce cosa significa (non pensare al futuro né vivere nel passato),
ma io voglio offrirti un’interpretazione completamente diversa di questo
concetto. Sarà necessario andare oltre il mondo fisico, compresi il tuo corpo,
la tua identità e il tuo ambiente, e anche oltre il tempo stesso. È lì che potrai
trasformare la possibilità in realtà.
Dopotutto, se non vai oltre chi pensi di essere e il modo in cui sei stato
programmato a credere che funzioni il mondo, non è possibile creare una
nuova vita o un nuovo destino. Devi liberarti di te stesso, trascendere il
ricordo della tua identità e lasciare che qualcosa più grande di te prenda il
controllo. In questo capitolo ti spiegherò come fare.
Per prima cosa, diamo un’occhiata al funzionamento del cervello. Quando
un qualsiasi tessuto neurologico del cervello o del corpo viene attivato, crea
la mente. Di conseguenza, da un punto di vista neuroscientifico, la mente è il
cervello in azione. Per esempio, tu hai una mente specifica per guidare
l’automobile. Hai un’altra mente per fare la doccia. Hai una mente diversa
quando canti una canzone o ascolti la musica. Utilizzi uno specifico livello di
mente per eseguire ciascuna di queste funzioni complesse perché
probabilmente hai ripetuto queste azioni migliaia di volte, perciò il tuo
cervello si attiva ogni volta in una determinata maniera.
Quando il tuo cervello è in azione mentre guidi la macchina, per esempio,
attivi una specifica sequenza e combinazione di reti neurali. Queste reti
neurali (o neuronali) sono gruppi di neuroni che operano insieme come una
comunità (come un software automatico o una macro) perché hai compiuto
quella particolare azione tantissime volte. In altre parole, i neuroni che si
attivano insieme per eseguire il compito rafforzano la loro interconnessione.1
Quando scegli consapevolmente di compiere l’azione di guidare il tuo
veicolo, possiamo dire che stai automaticamente selezionando e istruendo
questi neuroni del tuo cervello ad attivarsi per creare un livello di mente.
In gran parte, il cervello è un prodotto del passato. È stato plasmato e
modellato per diventare un registro vivente di tutto ciò che hai imparato e
vissuto finora nella tua esistenza. Da un punto di vista neuroscientifico,
l’apprendimento si verifica quando i neuroni del cervello si uniscono per
formare migliaia di connessioni sinaptiche, che a loro volta si combinano in
complesse reti neurali tridimensionali. Considera l’apprendimento come un
aggiornamento del cervello. Quando presti attenzione a un’informazione o a
una nozione e trovi che per te abbia senso, questa interazione con l’ambiente
lascia impronte biologiche nel cervello. Quando sperimenti qualcosa di
nuovo, i tuoi sensi scrivono la storia a livello neurologico nel cervello e altri
neuroni si uniscono per creare altre connessioni, aggiornando ulteriormente il
cervello.
Oltre ad aumentare i circuiti cerebrali, le esperienze creano anche
emozioni. Considera le emozioni come il residuo chimico delle esperienze
del passato. Quanto più forte è il quoziente emotivo di un evento della tua
vita, tanto più l’esperienza lascia un’impressione duratura nel cervello; è così
che si forma la memoria a lungo termine. Quindi, se imparare significa creare
nuove connessioni nel cervello, i ricordi sono il mantenimento di queste
connessioni. Quanto più ripeti un pensiero, una scelta, un comportamento,
un’esperienza o un’emozione, tanto più questi neuroni si attivano e si
uniscono e tanto più manterranno un rapporto a lungo termine.
Dalla storia di Anna, che ho raccontato nel capitolo precedente, hai
imparato che la maggior parte delle esperienze deriva dall’interazione con
l’ambiente esterno. Siccome i sensi ti connettono a esso, quando vivi un
evento ad alta carica emotiva, positiva o negativa, quel momento s’imprime a
livello neurologico nel tuo cervello sotto forma di ricordo. Di conseguenza,
quando un’esperienza cambia cosa senti a livello chimico, e ti fa prestare
attenzione a ciò che l’ha causata, assocerai una determinata persona o cosa a
un dato luogo e tempo. È così che crei i ricordi attraverso l’interazione con il
mondo esterno. Possiamo dire che l’unico posto in cui il tuo passato esiste è il
tuo cervello. E il tuo corpo.

Il tuo passato diventa il tuo futuro


Adesso esaminiamo che cosa succede dal punto di visto biochimico nel
tuo corpo quando formuli un pensiero o provi un’emozione. Quando pensi o
ricordi, nel tuo cervello inizia una reazione biochimica che lo induce a
rilasciare determinati segnali chimici. In tal modo, pensieri astratti diventano
materia: diventano messaggeri chimici. Questi segnali chimici fanno sentire il
corpo nella maniera in cui stai pensando. Quando ti rendi conto di sentirti in
un certo modo, generi altri pensieri corrispondenti, e poi rilasci più sostanze
chimiche dal cervello che ti fanno sentire come stai pensando.
Per esempio, se pensi a qualcosa di spaventoso, cominci a provare paura.
Quest’emozione ti induce a formulare altri pensieri spaventosi, che
provocano il rilascio di ulteriori sostanze chimiche nel cervello e nel corpo
che t’inducono a continuare a provare ancor più paura. Così ti ritrovi
intrappolato in un circolo vizioso in cui il pensiero crea la sensazione e la
sensazione crea il pensiero. Se i pensieri sono il linguaggio del cervello e le
sensazioni sono il linguaggio del corpo, e il ciclo di come pensi e ti senti
diventa il tuo stato d’essere, allora il tuo stato d’essere è tutto nel passato.
Quando attivi i medesimi circuiti cerebrali più e più volte perché continui
a pensare le stesse cose, programmi il cervello a ripetere i soliti schemi. Di
conseguenza, il cervello diventa un archivio del tuo passato, e con il tempo
diventa più facile pensare automaticamente nello stesso modo.
Contemporaneamente, se provi sempre le medesime emozioni (poiché, come
ho appena detto, le emozioni sono il linguaggio del corpo e il residuo chimico
delle esperienze del passato), programmi il tuo corpo a vivere nel passato.
Vediamo adesso cosa significa questo per te nella tua vita quotidiana.
Considerato il fatto che, come hai appena imparato, le sensazioni ed emozioni
sono i prodotti chimici degli eventi passati, nel momento in cui ti svegli al
mattino e cerchi la sensazione familiare chiamata “te stesso”, cominci la tua
giornata nel passato. Così, quando inizi a pensare ai tuoi problemi, questi
ultimi, che sono connessi con i ricordi di esperienze passate di diverse
persone o cose, in dati luoghi o tempi, creano sensazioni familiari come
infelicità, senso di inutilità, tristezza, dolore, sofferenza, ansia,
preoccupazione, frustrazione, mancanza di autostima o senso di colpa. Se
queste emozioni guidano la tua mente e non riesci a pensare più in grande di
come ti senti, allora stai anche pensando nel passato. E se queste emozioni
familiari influenzano le scelte che compi quel giorno, i comportamenti che
tieni o le esperienze che crei, allora apparirai prevedibile e la tua vita rimarrà
inalterata.
Diciamo che, dopo esserti svegliato, spegni la sveglia e, mentre sei ancora
a letto, controlli Facebook, Instagram, WhatsApp, Twitter, i messaggi, le e-
mail e le notizie. (Ora stai ricordando davvero chi sei mentre riaffermi la tua
personalità e ti connetti alla tua realtà personale presente-passata.) Poi vai in
bagno, usi il WC, lavi i denti, fai la doccia, ti vesti e poi ti dirigi in cucina.
Bevi un po’ di caffè e fai colazione. Forse guardi il telegiornale o controlli di
nuovo la posta elettronica. Sono le stesse cose che fai ogni giorno.
Poi vai al lavoro percorrendo il medesimo tragitto di sempre, e quando
arrivi, interagisci con i soliti colleghi che hai visto il giorno prima. Passi la
giornata a eseguire più o meno gli stessi compiti di ieri. Forse reagisci ai
consueti problemi di lavoro con le medesime emozioni. Dopo il lavoro, torni
a casa; magari ti fermi al solito supermercato e compri i cibi che ti piacciono
e che mangi abitualmente. Cucini le stesse pietanze per cena e guardi lo
stesso programma televisivo alla stessa ora, seduto al tuo solito posto in
soggiorno. Poi ti prepari per andare a letto sempre nel solito modo: ti lavi i
denti (con la mano destra, cominciando sempre dallo stesso punto della
bocca), t’infili nel letto sempre dallo stesso lato, magari leggi un po’ e poi ti
addormenti.
Se continui a fare sempre le stesse cose, esse diventeranno un’abitudine.
Un’abitudine è una serie di emozioni, comportamenti e pensieri inconsci e
automatici che acquisisci attraverso una frequente ripetizione. In pratica,
significa che il tuo corpo procede con il pilota automatico usando un insieme
di programmi, e con il tempo il corpo diventa la mente. Hai ripetuto certe
azioni così tante volte che il corpo sa automaticamente come farle meglio del
cervello o della mente conscia. Inserisci il pilota automatico e diventi
inconscio, il che significa che ti sveglierai la mattina seguente e ripeterai
nuovamente le stesse cose. Si può dire che il tuo corpo ti sta trascinando in un
futuro prevedibile basato su ciò che hai fatto ripetutamente in passato.
Formulerai gli stessi pensieri e compirai le stesse scelte che portano agli
stessi comportamenti che creano le stesse esperienze che producono le stesse
emozioni. Nel tempo, hai creato una serie di reti neurali programmate nel
cervello e hai condizionato il corpo a livello emotivo a vivere nel passato, e
quel passato diventa il tuo futuro.
Le tue giornate, da quando ti svegli al mattino a quando vai a dormire la
notte, sono tutte uguali; le cose che hai fatto oggi sono le stesse che farai
domani, e dopodomani, e il giorno dopo ancora. Diciamo la verità: se ripeti le
stesse azioni di ieri, è logico che il tuo domani sarà molto simile al tuo ieri. Il
tuo futuro è solo una replica del tuo passato, perché è il tuo ieri a creare il tuo
domani.
Osserva la Figura 2.1. Ciascuna delle linee verticali rappresenta lo stesso
pensiero, che porta alla stessa scelta, che innesca un comportamento
automatico, che crea un’esperienza nota, che produce una sensazione o
un’emozione familiare. Se continui a riprodurre la medesima sequenza, con il
tempo queste singole fasi si fondono in un programma automatico. È così che
cedi la tua libertà a un programma. La freccia rappresenta l’arrivo di
un’esperienza ignota.

VIVERE NEL PROGRAMMA


Cronologia prevedibile della tua realtà nota
Figura 2.1
Un’abitudine è una serie di emozioni, comportamenti e pensieri inconsci e
automatici che si sviluppa attraverso la ripetizione. È una cosa ripetuta talmente
tante volte che il tuo corpo viene programmato a diventare la mente. Con il tempo,
il corpo ti trascina in un futuro prevedibile basato su ciò che hai fatto in passato. Di
conseguenza, se non sei nel momento presente, probabilmente sei in un
programma automatico.

Potremmo dire che la tua mente e il tuo corpo sono nella realtà nota (lo
stesso futuro prevedibile basato su ciò che hai fatto in passato), e in quel
futuro noto non c’è spazio per l’ignoto. Infatti, se accadesse qualcosa di
nuovo, se qualcosa di sconosciuto entrasse nella tua vita in quel momento per
cambiare le consuetudini della tua giornata, probabilmente l’interruzione
delle tue abitudini ti disturberebbe. La considereresti importuna, problematica
e sconveniente. Forse diresti: “Puoi tornare domani? Non è il momento
giusto.”
Il fatto è che non c’è spazio per l’ignoto in una vita prevedibile. L’ignoto
non è prevedibile: è sconosciuto, incerto, ma è anche eccitante perché si
verifica in modi che non ti aspetti. Vorrei chiederti: quanto spazio hai per
l’ignoto nella tua vita prevedibile e abitudinaria?
Restando nella realtà nota (seguendo ogni giorno la medesima sequenza
per formulare gli stessi pensieri, compiere le stesse scelte, mostrare le stesse
abitudini programmate, ricreare le stesse esperienze) ripeti in continuazione
lo stesso livello di mente. Con il tempo, il cervello diventa automaticamente
programmato a ripetere queste particolari sequenze con sempre maggior
facilità.
Quando tutti i singoli passi si fondono in un unico processo completo,
formulare un pensiero familiare su qualcuno o qualcosa in un dato luogo e
tempo creerà automaticamente la sensazione dell’esperienza. Se puoi
prevedere le emozioni provocate da un’esperienza, sei ancora nella realtà
nota. Per esempio, il pensiero di partecipare a una riunione con lo stesso
gruppo di persone con cui lavori da anni può indurti automaticamente a
evocare l’emozione che proverai in quell’evento futuro e ne creerai ancora di
uguali. Perché tu sei uguale. Se invece sei nel programma automatico, ma
non riesci a prevedere cosa proverai in un’esperienza della tua vita, è
probabile che esiterai ad affrontarla.
Dobbiamo considerare ancora un aspetto per avere il quadro completo di
ciò che succede quando continui a vivere nello stesso stato d’essere. Questo
loop di pensieri e sensazioni produce anche un campo elettromagnetico
misurabile che circonda il corpo fisico. Il corpo emette continuamente luce,
energia o frequenze che trasportano un messaggio, un’informazione o
un’intenzione. Tra parentesi, quando dico “luce” non mi riferisco solo alla
luce che vediamo ma a tutto lo spettro, compresi i raggi X, le onde dei
cellulari e le microonde. Nello stesso modo riceviamo anche informazioni
fondamentali, che vengono trasmesse su diverse frequenze. Quindi, inviamo
e riceviamo energia elettromagnetica in continuazione.
Ecco come funziona. Quando formuliamo un pensiero, le reti di neuroni
che si attivano nel cervello creano cariche elettriche. Se questi pensieri
provocano anche una reazione chimica che dà origine a una sensazione o
un’emozione, come accade quando una sensazione o un’emozione familiare
guida i tuoi pensieri, essa crea cariche magnetiche, che concorrono insieme
alle cariche elettriche generate dai pensieri a produrre uno specifico campo
elettromagnetico, corrispondente al tuo stato d’essere.2
Considera le emozioni come energia in movimento. Se qualcuno che sta
provando una forte emozione entra in una stanza, la sua energia (a
prescindere dal linguaggio del corpo) è spesso molto evidente. Forse ti è
capitato di sentire l’energia di una persona arrabbiata o frustrata perché
emetteva un forte segnale energetico contenente specifiche informazioni. Lo
stesso vale per una persona molto sensuale o che sta soffrendo o che possiede
un’energia tranquilla e amorevole: tutte queste energie possono essere
percepite. Come puoi immaginare, emozioni diverse producono frequenze
diverse. Le frequenze delle emozioni elevate e creative, come amore, gioia e
gratitudine, sono più alte di quelle delle emozioni di stress, come paura e
rabbia, perché veicolano diversi livelli d’intenzione ed energia. Guarda la
Figura 2.2, che illustra alcune delle frequenze associate con differenti stati
emotivi. Tornerò su questo concetto più avanti nel libro.

SCALA DI ALCUNE EMOZIONI CON


DIVERSE ENERGIE

Figura 2.2
Le emozioni sono energia in movimento. Ogni energia è una frequenza e tutte le
frequenze trasportano informazioni. In base ai nostri pensieri e sentimenti
personali, inviamo e riceviamo informazioni in continuazione.

Quindi, se ricreiamo il passato giorno dopo giorno, pensando alle stesse


cose e provando le stesse emozioni, trasmettiamo in continuazione lo stesso
campo elettromagnetico, inviando la stessa energia con lo stesso messaggio.
Dal punto di vista dell’energia e delle informazioni, ciò significa che la stessa
energia del nostro passato continua a trasmettere le stesse informazioni, che
continuano a creare lo stesso futuro. La nostra energia è essenzialmente
uguale al nostro passato. La sola maniera per cambiare la nostra vita è
cambiare energia, ossia cambiare il campo elettromagnetico che continuiamo
a diffondere. In altre parole, per trasformare lo stato d’essere, dobbiamo
cambiare il modo in cui pensiamo e sentiamo.
Se l’energia fluisce dove poni l’attenzione (un concetto chiave su cui
ritornerò più avanti nel capitolo), allora nel momento in cui poni l’attenzione
su un’emozione familiare, la tua attenzione e la tua energia sono nel passato.
Se le emozioni familiari sono legate al ricordo di un evento passato che
riguarda una persona o cosa in un dato luogo e tempo, allora anche la tua
attenzione e la tua energia sono nel passato. Di conseguenza, stai trasferendo
la tua energia dal momento presente al passato. Allo stesso modo, se cominci
a pensare a tutte le persone che devi vedere, le cose che devi fare e i posti in
cui devi andare in dati momenti della tua giornata, trasferisci la tua attenzione
e la tua energia in un futuro prevedibile. Osserva la Figura 2.3, che illustra
proprio questo punto.

SOTTRARRE ENERGIA DAL MOMENTO


PRESENTE
Campo elettromagnetico Tutta l’energia è
mescolata nella realtà nota
Figura 2.3
Se l’energia fluisce dove poni l’attenzione, nel momento in cui poni l’attenzione su
ricordi e sensazioni familiari, trasferisci la tua energia nel passato, sottraendola dal
momento presente. Allo stesso modo, se la tua attenzione è sempre sulle persone
che devi vedere, i posti in cui devi andare, le cose che devi fare in dati momenti
della tua realtà nota, sottrai energia dal momento presente per trasferirla in un
futuro prevedibile.

La tua energia ora è completamente mescolata con le esperienze note nel


tempo lineare; è rivolta fuori dal momento presente, verso il passato e il
futuro. Pertanto, te ne rimane pochissima per creare una nuova esperienza.
La Figura 2.3 mostra anche che l’energia elettromagnetica che emani
corrisponde a livello vibrazionale a tutto ciò che conosci. Così, all’inizio
della tua giornata, pensi ad andare in bagno e in un attimo ci sei arrivato. Poi
pensi alla doccia e ti ritrovi nella doccia a tentare di regolare la temperatura
dell’acqua. Pensi alla caffettiera e proietti la tua attenzione e la tua energia
sulla caffettiera, e mentre ti rechi automaticamente in cucina per prepararti il
caffè del mattino, il tuo corpo sta di nuovo seguendo la mente. E, se ha
ripetuto queste azioni ogni mattino negli ultimi ventidue anni, il tuo corpo le
compie senza sforzo. Il corpo segue sempre la mente, ma in questo caso la
segue ripetutamente nella realtà nota. Questo perché è lì che è la tua
attenzione, e quindi la tua energia.
Ti vorrei chiedere: è possibile che il corpo inizi a seguire la mente verso
l’ignoto? In tal caso, dovresti cambiare il punto in cui focalizzi la tua
attenzione, e ciò ti porterebbe a cambiare energia, il che ti richiederebbe di
cambiare cosa pensi e senti, abbastanza a lungo da far accadere qualcosa di
nuovo. Può sembrarti incredibile, ma è assolutamente possibile. Così come il
tuo corpo ha seguito la mente verso ogni esperienza nota della tua vita (come
la caffettiera ogni mattina), se iniziassi a investire la tua attenzione ed energia
nell’ignoto, il corpo sarebbe in grado di seguire la mente anche lì, in una
nuova esperienza nel tuo futuro.

Prepara la mente e il corpo per un nuovo futuro


Se conosci il mio lavoro, sai che amo il concetto di “prova mentale”. Sono
affascinato da come possiamo modificare il cervello e il corpo solo con il
pensiero. Riflettici un attimo. Il cervello e il corpo non conoscono la
differenza tra ciò che si verifica nel mondo esterno e ciò che accade nel
mondo interiore. Quando sei pienamente coinvolto e concentrato, il mondo
interiore dell’immaginazione appare come un’esperienza del mondo esterno,
e la tua biologia si modifica di conseguenza. Questo significa che puoi far
credere al cervello e al corpo di aver vissuto un’esperienza fisica che in realtà
non è avvenuta. Ciò su cui focalizzi l’attenzione e con cui ti eserciti
mentalmente più e più volte non solo diventa quel che sei da un punto di vista
biologico, ma determina anche il tuo futuro.
Ecco un buon esempio. Un team di ricercatori di Harvard prese alcuni
volontari che non avevano mai suonato il pianoforte e li divise in due gruppi.
Il primo gruppo eseguì un semplice esercizio al pianoforte con una sola mano
per due ore al giorno, per un periodo di cinque giorni. Il secondo gruppo
immaginò di farlo, senza muovere le dita. Le scansioni cerebrali effettuate
prima e dopo mostrarono che entrambi i gruppi avevano creato un numero
ingente di nuovi circuiti neurali e una nuova programmazione neurologica
nella parte del cervello che controlla i movimenti delle dita, anche se un
gruppo si esercitò solo con il pensiero.3
Dopo cinque giorni di prove mentali, molti di loro sarebbero stati in grado
di eseguire al pianoforte l’esercizio che avevano immaginato, anche se non
l’avevano mai suonato prima. Immaginando mentalmente l’attività ogni
giorno, avevano installato l’hardware neurologico in vista dell’esperienza.
Attivando e programmando ripetutamente i circuiti cerebrali corrispondenti
con la loro attenzione e intenzione, con il tempo l’hardware diventò un
software automatico nel cervello. Perciò, se avessero dovuto iniziare a
suonare dopo cinque giorni di pratica mentale, il loro comportamento si
sarebbe facilmente allineato con le loro intenzioni coscienti, perché avevano
preparato il cervello per l’esperienza futura. Quando viene allenata, la mente
può essere molto potente.
Studi simili mostrano lo stesso genere di risultati con l’allenamento
muscolare. In uno studio della Cleveland Clinic, dieci soggetti tra i venti e i
trentacinque anni immaginarono di flettere un bicipite il più possibile in
cinque sessioni di allenamento alla settimana, per dodici settimane. Ogni due
settimane i ricercatori registravano la loro attività elettrica cerebrale durante
le sessioni e misuravano la forza muscolare. Alla fine dello studio, i soggetti
avevano aumentato la forza del loro bicipite del 13,5 per cento, anche se in
realtà non avevano mosso neanche un muscolo. Mantennero questo aumento
per tre settimane dopo la fine delle sessioni di allenamento.4
Più di recente, un gruppo di ricerca composto da scienziati provenienti
dall’Università del Texas di San Antonio, dalla Cleveland Clinic e dal Centro
di ricerca della Fondazione Kessler di West Orange, nel New Jersey, chiese ai
soggetti dello studio di visualizzare di contrarre i muscoli flessori del gomito
il più possibile (aggiungendo una ferma intenzione alla loro forte energia
mentale) per sessioni di quindici minuti, cinque giorni alla settimana, per
dodici settimane. Un primo gruppo di soggetti fu istruito a utilizzare la
cosiddetta visione esterna o in terza persona, osservandosi eseguire
l’esercizio (come se guardassero un film di se stessi). Un secondo gruppo fu
istruito a utilizzare la visione interna o in prima persona, immaginando che il
proprio corpo eseguisse l’esercizio, in favore dell’immediatezza e del
realismo. Un terzo gruppo, quello di controllo, non fece nulla. Il gruppo che
aveva utilizzato la visione esterna e il gruppo di controllo non mostrarono
cambiamenti significativi, mentre il gruppo che aveva utilizzato la visione
interna mostrò un aumento della forza del 10,8 per cento.5
Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Ohio ingessò i polsi di
ventinove volontari per un mese, assicurandosi che non riuscissero a
muoverli neanche involontariamente. Metà del gruppo eseguì esercizi di
visualizzazione mentale per undici minuti al giorno, cinque giorni alla
settimana, immaginando di flettere i muscoli del polso rimanendo
completamente fermi. L’altra metà, il gruppo di controllo, non fece niente.
Alla fine del mese, quando i gessi furono tolti, i muscoli del primo gruppo
erano forti il doppio di quelli del gruppo di controllo.6
Questi tre studi sui muscoli dimostrano che la prova mentale modifica non
solo il cervello ma anche il corpo solamente con il pensiero. In altre parole,
eseguendo gli esercizi mentalmente, il corpo dei soggetti si era modificato
come se li avessero eseguiti fisicamente. Quelli che aggiunsero all’intensità
dell’immagine mentale anche la componente emotiva di eseguire l’esercizio
con più forza possibile resero l’esperienza ancor più reale e i risultati più
evidenti.
Nello studio del pianoforte, i soggetti della ricerca prepararono il proprio
cervello all’attività immaginando di eseguirla. Allo stesso modo, i soggetti
degli studi sulla flessione dei muscoli trasformarono il proprio corpo solo
provando mentalmente l’attività. Adesso capisci perché quando ti svegli al
mattino e cominci a pensare alle persone che devi vedere, ai posti in cui devi
andare e alle cose che devi fare (tutte prove mentali), e poi aggiungi
un’emozione intensa come sofferenza, infelicità o frustrazione, programmi il
cervello e il corpo a cambiare come se quel futuro fosse già avvenuto.
Siccome l’esperienza arricchisce il cervello e crea un’emozione che influenza
il corpo, se crei continuamente un’esperienza interiore che è reale quanto
un’esperienza esterna, con il tempo modificherai il cervello e il corpo,
proprio come farebbe un evento reale.
Infatti, quando ti svegli e inizi a pensare alla tua giornata, a livello
neurologico, biologico, chimico e persino genetico (ne parlerò nella prossima
sezione) è come se quella giornata fosse già passata per te. E in effetti lo è.
Quando inizi le attività della giornata, proprio come negli esperimenti che ho
appena illustrato, il tuo corpo si comporta in maniera corrispondente alle tue
intenzioni consce o inconsce. Se continui a fare le stesse cose da anni e anni,
questi circuiti (così come il resto della tua biologia) vengono attivati più
facilmente, perché non solo prepari la tua biologia ogni giorno con la tua
mente, ma ricrei anche gli stessi comportamenti fisici per rinforzare
ulteriormente quelle esperienze nel cervello e nel corpo. E ogni giorno è
sempre più facile non esserne consapevole, perché continui a rinforzare
mentalmente e fisicamente le stesse abitudini, creando l’abitudine di agire per
abitudine.

Produrre cambiamenti genetici


Pensavamo che i geni provocassero le malattie e che quindi noi fossimo
alla mercé del nostro DNA. Perciò, se molti familiari di una persona erano
morti di una malattia cardiaca, credevamo che probabilmente anche lei
avrebbe sviluppato lo stesso disturbo. Ma adesso, grazie all’epigenetica,
sappiamo che non è il gene che crea la malattia ma è l’ambiente che
programma i nostri geni a creare la malattia. E non si tratta solo dell’ambiente
esterno (il fumo di sigaretta o i pesticidi, per esempio), ma anche
dell’ambiente interno al corpo: l’ambiente esterno alle nostre cellule.
Cosa intendo per ambiente interno al corpo? Come ho detto in precedenza,
le emozioni sono i prodotti finali delle esperienze che viviamo nell’ambiente
esterno. Perciò, quando reagiamo a una situazione nel nostro ambiente
esterno che produce un’emozione, la conseguente chimica interna può
segnalare ai nostri geni o di attivarsi (regolazione verso l’alto, ossia aumento
dell’espressione del gene) o di disattivarsi (regolazione verso il basso, ossia
diminuzione dell’espressione del gene). Il gene stesso non cambia
fisicamente, è la sua espressione ad alterarsi, ed è questa espressione a
contare davvero perché influisce sulla nostra salute e sulla nostra vita. Così,
per esempio, anche se qualcuno ha una predisposizione genetica per una
particolare patologia, se i suoi geni continuano a esprimere salute invece di
quella malattia, non la svilupperà e rimarrà sano.
Considera il corpo come una macchina perfetta che produce proteine.
Tutte le nostre cellule (tranne i globuli rossi) creano proteine, responsabili
della struttura fisica e delle funzioni fisiologiche del corpo. Per esempio, le
cellule muscolari producono particolari proteine chiamate actina e miosina, e
le cellule della pelle producono le proteine collagene ed elastina. Le cellule
immunitarie producono gli anticorpi, le cellule tiroidee la tiroxina e quelle del
midollo osseo l’emoglobina. Alcune cellule degli occhi creano la cheratina,
mentre le cellule del pancreas producono enzimi come la proteasi, la lipasi e
l’amilasi. Non c’è un organo o un sistema dell’organismo che non produca
proteine o che non dipenda da esse. Sono un elemento essenziale del sistema
immunitario, della digestione, della riparazione cellulare e della struttura
ossea e muscolare. Pertanto, si può dire che l’espressione delle proteine è
l’espressione della vita stessa ed equivale alla salute del corpo.
Affinché una cellula produca una proteina, un gene deve essere espresso.
Il compito dei geni è di favorire la produzione di proteine. Quando il segnale
proveniente dall’ambiente esterno alla cellula raggiunge la membrana
cellulare, la sostanza chimica viene accettata da un recettore ed entra nella
cellula fino a raggiungere il DNA. Poi un gene produce una nuova proteina
corrispondente a quel segnale. Perciò, se l’informazione proveniente
dall’esterno della cellula non cambia, il gene continua a creare la stessa
proteina e il corpo rimane inalterato. Con il passare del tempo, il gene
comincia a regolarsi verso il basso: o smetterà di produrre la proteina o si
logorerà, inducendo il corpo a esprimere una diversa qualità di proteine.
Diversi tipi di stimoli regolano i geni verso l’alto o verso il basso. Per
esempio, attiviamo geni che dipendono dall’esperienza facendo nuove cose o
imparando nuove informazioni. Questi geni forniscono alle cellule staminali
le istruzioni per differenziarsi, trasformandosi nel tipo di cellula di cui
l’organismo ha bisogno in quel momento particolare per sostituire le cellule
danneggiate. Attiviamo i geni che dipendono dagli stati comportamentali
quando siamo sovrastimolati o sottoposti a un forte stress, o negli stati alterati
di coscienza, come quando sogniamo. Puoi considerare questi geni il fulcro
della connessione mente-corpo perché forniscono un collegamento tra
pensieri e organismo, permettendoci d’influire sulla nostra salute fisica
tramite vari comportamenti (come la meditazione). I geni alterati in questa
maniera (a volte nel giro di pochi minuti) possono essere trasmessi alla
generazione successiva.
Quando modifichi le tue emozioni, puoi cambiare l’espressione dei tuoi
geni (attivandone alcuni e disattivandone altri) perché invii un nuovo segnale
chimico al DNA, che può istruire i geni a produrre proteine diverse, alterando
così la struttura e il funzionamento del corpo. Per esempio, se il tuo sistema
immunitario è vissuto nelle emozioni dello stress troppo a lungo e ha attivato
i geni per l’infiammazione e la malattia, puoi attivare nuovi geni per la
crescita e la riparazione e disattivare i vecchi geni responsabili del disturbo.
Allo stesso tempo, questi geni, modificati a livello epigenetico, cominceranno
a seguire nuove istruzioni, producendo nuove proteine e predisponendo il
corpo per la crescita, la riparazione e la guarigione. È così che puoi
riprogrammare il tuo corpo a una nuova mente.
Come hai letto poco fa, ciò significa che se provi le medesime emozioni
giorno dopo giorno, il tuo corpo crede di essere nelle stesse condizioni
ambientali. Queste emozioni t’influenzano a compiere scelte sempre
identiche, inducendoti a mostrare le stesse abitudini, che creano le stesse
esperienze, che poi producono di nuovo le stesse emozioni. A causa di questi
programmi automatici, le cellule sono continuamente esposte al medesimo
ambiente chimico (nell’ambiente esterno al corpo e nell’ambiente esterno alle
cellule ma interno al corpo). Questa chimica continua ad inviare gli stessi
segnali agli stessi geni, e così rimani bloccato perché, quando tu resti uguale,
anche la tua espressione genica resta uguale. E ora ti avvii verso il tuo destino
genetico perché dall’ambiente non arriva nessuna nuova informazione.
E se invece le circostanze della tua vita cambiassero in meglio? Non
dovrebbe anche cambiare l’ambiente chimico che circonda le tue cellule? Sì,
ma non sempre. Se hai passato anni a programmare il tuo corpo a questo ciclo
di pensieri e sensazioni, sensazioni e pensieri, senza rendertene conto hai
anche condizionato il corpo a diventarne dipendente. Perciò, cambiare solo
l’ambiente esterno, per esempio trovando un nuovo lavoro, non interrompe
necessariamente quella dipendenza, così come un tossicodipendente non
smetterà di drogarsi perché ha vinto alla lotteria o si è trasferito alle Hawaii.
A causa del circolo vizioso di pensieri e sensazioni, prima o poi, dopo che la
novità dell’esperienza si è esaurita, la maggior parte delle persone ritorna allo
stato emotivo iniziale, e il corpo crede di vivere nella solita vecchia
esperienza che ha creato le vecchie emozioni note.
Quindi, se eri infelice facendo il tuo lavoro, ma sei riuscito a trovarne uno
nuovo, forse sarai felice per qualche settimana o persino qualche mese. Ma
sei hai passato anni a condizionare il tuo organismo a essere dipendente
dall’infelicità, alla fine tornerai a quella vecchia emozione perché il corpo ne
ha bisogno. Il tuo ambiente esterno può anche cambiare, ma il corpo crede
alla sua chimica interna più che alle condizioni esterne, perciò rimane
emotivamente prigioniero del vecchio stato d’essere, ancora dipendente dalle
consuete emozioni. È un altro modo per dire che vivi ancora nel passato. E
siccome la chimica interna non è cambiata, non puoi modificare l’espressione
dei tuoi geni per produrre nuove proteine che migliorino la struttura o il
funzionamento dell’organismo, e così la tua salute e la tua vita non cambiano.
Ecco perché dico che devi pensare più in grande di come ti senti per compiere
cambiamenti reali e duraturi.
Durante un seminario avanzato a Tacoma, nello stato di Washington, io e
il mio team conducemmo uno studio sull’effetto delle emozioni elevate sul
sistema immunitario, prelevando campioni di saliva da centodiciassette
soggetti all’inizio e alla fine del seminario, quattro giorni dopo. Misurammo
l’immunoglobulina A (IgA), marker proteico della forza del sistema
immunitario e sostanza chimica incredibilmente potente, principale proteina
responsabile di una sana funzione immunitaria e del sistema di difesa interno.
Combatte batteri, virus, funghi e altri organismi che invadono l’ambiente
interno del corpo o ci vivono già. Quando è attivata, è il principale sistema di
difesa interno del corpo umano. Quando i livelli di stress (e quindi i livelli
degli ormoni dello stress come il cortisolo) salgono, i livelli di IgA si
abbassano, compromettendo il sistema immunitario e regolando verso il
basso l’espressione del gene che produce questa proteina.
Durante il nostro seminario di quattro giorni, chiedemmo ai soggetti dello
studio di provare emozioni elevate, come amore, gioia, ispirazione o
gratitudine, per nove-dieci minuti tre volte al giorno. Ci chiedevamo se,
elevando le emozioni, si sarebbe potuto rafforzare il sistema immunitario. In
altre parole: i nostri allievi erano in grado di accendere i geni dell’IgA solo
modificando il proprio stato emotivo?
I risultati furono sbalorditivi. I livelli medi di IgA salirono del 49,5 per
cento. I valori normali di IgA vanno da 37 a 87 milligrammi per decilitro
(mg/dL), ma alcuni soggetti ne avevano più di 100 mg/dL alla fine del
seminario,7 mostrando notevoli cambiamenti epigenetici misurabili, senza
reali esperienze significative nel loro ambiente esterno. Raggiungendo uno
stato di emozioni elevate anche solo per qualche giorno, i loro corpi
cominciarono a credere di essere in un nuovo ambiente, perciò riuscirono a
inviare segnali a nuovi geni e a modificare la loro espressione genica (in
questo caso, la proteina espressione del sistema immunitario). (Vedi Figura
2.4.)

IL NOSTRO STUDIO DI TACOMA SU


SIGA E CORTISOLO
Figura 2.4
Se ci esercitiamo a mantenere emozioni elevate e a modificare la nostra energia,
possiamo attivare nuovi geni che producono nuove proteine sane per rafforzare il
sistema di difesa interno. Se riduciamo le emozioni di sopravvivenza, disattiviamo i
geni che producono gli ormoni dello stress. (Nella figura riportata sopra, SIgA sta
per immunoglobulina A salivare e Cortisolo rappresenta gli ormoni dello stress.
Entrambi sono stati misurati nella saliva.)

Ciò significa che forse non hai bisogno di un farmaco o di una sostanza
esogena per guarire: dentro di te hai il potere di attivare i geni che producono
l’IgA nel giro di pochi giorni. Entrare in uno stato elevato di gioia, amore,
ispirazione o gratitudine per cinque o dieci minuti al giorno può produrre
cambiamenti epigenetici significativi nella salute e nell’organismo.

L’energia fluisce dove va l’attenzione


Siccome la tua energia fluisce dove poni la tua attenzione, quando ti svegli
al mattino e immediatamente inizi a focalizzare attenzione ed energia sulle
persone che devi vedere quel giorno, i posti in cui devi andare, gli oggetti che
possiedi e le cose che devi fare nel mondo tridimensionale, la tua energia si
disperde, diretta verso le cose del mondo esterno che si contendono la tua
attenzione: il cellulare, il computer portatile, il conto in banca, la casa, il
lavoro, i colleghi, il partner, i figli, i nemici, gli animali domestici, i problemi
di salute e così via. Dai un’occhiata alla Figura 2.5. È evidente che l’energia e
l’attenzione della maggior parte delle persone sono rivolte verso il mondo
materiale esterno. Quanta energia resta nel tuo mondo interiore di pensieri e
sentimenti per costruire una nuova realtà?

L’ENERGIA FLUISCE DOVE PONI


L’ATTENZIONE
Mondo esterno della realtà fisica
Figura 2.5
Ogni persona, oggetto, cosa, luogo o situazione nella realtà fisica che ci è familiare
possiede una propria rete neurale nel nostro cervello e una componente emotiva
associata, perché ne abbiamo già fatto esperienza. È così che la nostra energia si
lega alla realtà presente-passata. Di conseguenza, quando prestiamo attenzione a
tutti questi elementi, l’energia si allontana da noi e ne rimane poca nel mondo
interiore fatto di pensieri e sentimenti, per creare qualcosa di nuovo nella nostra
vita.
Le parti ingrandite della figura, dove gli ovali si intersecano, rappresentano come
utilizziamo diversi elementi del mondo esterno per riaffermare la nostra
dipendenza emotiva. Forse usi gli amici per riaffermare la tua dipendenza dalla
sofferenza; forse usi i nemici per riaffermare la tua dipendenza dall’odio. Quanta
della tua energia creativa potresti usare, invece, per progettare un nuovo destino?

Considera per un momento che ognuna di queste persone o cose a cui


dedichi tanta attenzione è una realtà nota nella tua vita. Come ho accennato
all’inizio del capitolo, possiedi una rete neurale nel cervello per ciascuna di
queste persone/cose. Essendo mappate nel cervello, le percepisci dal passato.
E quanto più continui a vivere le medesime situazioni, tanto più i circuiti
neurali corrispondenti diventano automatici e forti. Pertanto, hai una rete
neurale sul tuo datore di lavoro, una sul denaro, una sul partner, una sui figli,
una per la tua situazione economica, una per la casa, e altre reti neurali su
tutto ciò che possiedi nel mondo fisico, perché tutte queste cose o persone ti
sono già note.
Se la tua attenzione, e quindi la tua energia, è divisa tra tutti questi oggetti,
persone, problemi e questioni del mondo esterno, non ti rimane più energia
per il tuo mondo interiore di pensieri e sentimenti e per creare qualcosa di
nuovo. Perché? Perché il tuo modo di pensare e di sentire crea la tua realtà
personale. Pertanto, se pensi e senti in maniera analoga in relazione a tutto
ciò che conosci (la realtà nota), continui a riaffermare la stessa vita.
Potremmo dire che la tua personalità non crea più la tua realtà personale; ora
è la tua realtà personale a creare la tua personalità. L’ambiente esterno
controlla i tuoi pensieri e sentimenti. C’è una corrispondenza biologica tra il
tuo mondo interiore di pensieri e sentimenti e la tua realtà esterna presente-
passata fatta di persone e oggetti in determinati luoghi e tempi. Continui a
mantenere inalterata la tua vita perché continui a mantenere inalterate la tua
attenzione (i pensieri) e la tua energia (le sensazioni).
Infine, se il tuo modo di pensare e di sentire invia una firma
elettromagnetica che influenza ogni settore della tua vita, trasmettendo
sempre la stessa energia elettromagnetica, la tua vita non cambia. Potremmo
dire che la tua energia corrisponde alla tua realtà presente-passata e che tu
stai ricreando il passato. Ma c’è dell’altro. Quando poni attenzione ed energia
esclusivamente nel mondo esterno e continui a reagire alle stesse situazioni
nello stesso modo (in uno stato di stress cronico), il tuo mondo interiore non è
più in equilibrio e il cervello non funziona più in maniera efficiente. Allora
non riesci più a creare niente. In altre parole, diventi vittima della tua vita
invece di esserne il creatore.

Vivere sotto l’influsso degli ormoni dello stress


Adesso esaminiamo come sviluppiamo una dipendenza dalle nostre
emozioni negative o, più precisamente, da quelli che chiamiamo gli ormoni
dello stress. Nel momento in cui reagiamo a una situazione del mondo
esterno che riteniamo minacciosa - che la minaccia sia reale o immaginaria -,
l’organismo rilascia gli ormoni dello stress per mobilitare enormi quantità di
energia in risposta a quella minaccia. Quando ciò accade, il corpo non è più
in equilibrio: questo è lo stress. Si tratta di una risposta sana e naturale,
perché anticamente questo cocktail chimico di adrenalina, cortisolo e ormoni
simili veniva rilasciato quando affrontavamo un pericolo nel mondo esterno.
Magari un predatore ci stava dando la caccia e dovevamo decidere all’istante
se lottare, scappare o nasconderci.
Quando siamo in modalità di sopravvivenza, diventiamo automaticamente
materialisti e definiamo la realtà con i sensi, in base a ciò che percepiamo con
la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto e il gusto. Inoltre, poniamo tutta l’attenzione
sulla materia, sui nostri corpi che esistono in un dato spazio e tempo. Gli
ormoni dello stress c’inducono a prestare attenzione al mondo esterno perché
è lì che si annida il pericolo. Ovviamente, ai tempi dei primi esseri umani
questa reazione era adattiva e vitale. Una volta passato il pericolo, i livelli
degli ormoni dello stress ritornavano normali.
Ma oggi non è più così. Dopo una sola telefonata o e-mail del nostro
datore di lavoro o di un familiare che suscita una forte reazione emotiva come
rabbia, frustrazione, paura, ansia, tristezza, senso di colpa, sofferenza o
vergogna, attiviamo il sistema nervoso primitivo programmato per la lotta o
la fuga, che c’induce a reagire come se fossimo inseguiti da un predatore. Il
problema è che la minaccia esterna non sembra avere fine e molti di noi
passano la maggior parte del tempo in uno stato di sovrastimolazione cronico.
È come se il predatore non vivesse nell’ambiente naturale, apparendo di tanto
in tanto, ma nella nostra grotta; per esempio, un collega di lavoro antipatico
la cui scrivania è vicina alla nostra.
Una risposta di stress cronica non è adattiva, ma maladattiva. Quando
viviamo in modalità di sopravvivenza e gli ormoni dello stress, come
l’adrenalina e il cortisolo, continuano a fluire nel nostro corpo, rimaniamo in
uno stato di allerta invece di tornare in equilibrio. Come nel caso di Anna,
raccontato nel Capitolo 1, la situazione di squilibrio protratta a lungo termine
ha portato la donna ad ammalarsi, perché lo stress prolungato disattiva
l’espressione sana dei geni. Il corpo è così condizionato da questa scarica di
sostanze chimiche da desiderarle e diventarne dipendente. Quando il cervello
è sovrastimolato, tu vivi in modalità di sopravvivenza e devi continuare a
spostare l’attenzione dal tuo lavoro, alle notizie, al tuo ex, alle e-mail, a
Facebook e Twitter, attivi ciascuna di queste diverse reti neurali molto
velocemente (rivedi la Figura 2.5). Con il tempo, il cervello si divide in
comparti e non funziona più in maniera equilibrata; anzi lo abitui ad attivarsi
in modo disordinato e incoerente, inducendolo a operare con poca efficienza.
Diverse reti neurali si attivano disordinatamente, così il cervello non è più
sincronizzato. L’effetto è simile a un gruppo di batteristi che suonano
contemporaneamente ma ognuno per conto proprio e senza alcun ritmo.
Approfondiremo i concetti di coerenza e incoerenza in un capitolo
successivo, ma per il momento ti basta sapere che se il tuo cervello è
incoerente, lo diventi anche tu. Se il tuo cervello non funziona in maniera
ottimale, lo stesso accade anche a te.
Hai un’emozione connessa con ogni persona, cosa e luogo della tua vita,
perché le emozioni (che sono energia in movimento) rappresentano il residuo
chimico dell’esperienza. E se per gran parte del tempo vivi sotto l’influsso
degli ormoni dello stress, forse usi il tuo capo per riaffermare la tua
dipendenza dal giudizio. Forse usi i tuoi colleghi per riaffermare la tua
dipendenza dalla competizione, gli amici per riaffermare la tua dipendenza
dalla sofferenza, i nemici per riaffermare la tua dipendenza dall’odio, i tuoi
genitori per riaffermare la tua dipendenza dal senso di colpa, i commenti su
Facebook per riaffermare la tua dipendenza dall’insicurezza, il telegiornale
per riaffermare la tua dipendenza dalla rabbia, il tuo ex per riaffermare la tua
dipendenza dal risentimento e così via.
Ciò significa che le tue emozioni (la tua energia) sono mescolate, persino
legate, a ogni persona, cosa o luogo della tua realtà nota, e tu non hai
abbastanza energia per creare un nuovo lavoro, una nuova relazione, una
nuova situazione finanziaria, una nuova vita o un corpo nuovamente sano. Di
conseguenza, quanto più forte è l’emozione da cui sei dipendente, tanta più
attenzione riverserai sulla persona, cosa, oggetto o circostanza del mondo
esterno che te la innesca, sprecando gran parte della tua energia creativa.
Diventa difficile pensare o sentire in modo nuovo quando sei dipendente dal
mondo esterno. Ed è possibile che tu diventi dipendente proprio dalle persone
o cose che causano tutti i tuoi problemi, cedendo il tuo potere e gestendo
male la tua energia. Se osservi di nuovo la Figura 2.5, trovi alcuni esempi che
illustrano come creiamo legami energetici con tutti gli elementi del nostro
mondo esterno.
Ora osserva la Figura 2.6. A sinistra del diagramma ci sono due atomi
legati da un campo energetico invisibile. Stanno condividendo informazioni.
È l’energia a unirli. A destra del diagramma ci sono due persone che
condividono un’esperienza di risentimento; anche loro sono legate da un
campo invisibile di energia che le mantiene connesse a livello energetico:
condividono la stessa energia, e quindi le stesse informazioni.

CONDIVIDERE ENERGIA E
INFORMAZIONI

Figura 2.6
Proprio come due atomi che si legano per formare una molecola, condividendo
energia e informazioni, anche due persone si legano tra loro se condividono le
stesse emozioni e la stessa energia, e comunicano gli stessi pensieri e
informazioni. Sia le persone che gli atomi sono legati da un invisibile campo di
energia. Se ci vuole energia per separare i due atomi, ci vorranno energia e
consapevolezza per distogliere l’attenzione dalle persone e dalle situazioni della
nostra vita a cui abbiamo ceduto gran parte della nostra energia creativa.

Per separare i due atomi ci vuole energia. Allo steso modo, se la tua
attenzione e la tua energia sono legate alle consuete persone, cose e luoghi
del mondo fisico, va da sé che ci vorranno impegno ed energia per spezzare
questi legami durante la meditazione. Quanta energia creativa investi nel
senso di colpa, nell’odio, nel risentimento o nella paura? La verità è che
potresti utilizzarla tutta per ricreare un nuovo destino.
Per farlo, dovrai andare oltre tutte quelle cose del mondo esterno,
distogliendo l’attenzione da esse. Ecco perché utilizziamo la meditazione
come modello per modificare il nostro stato interiore. Ci permette di
allontanarci da ogni cosa e persona abbastanza a lungo da guardarci dentro.
Quando superi il tuo corpo emotivo e distogli l’attenzione da tutto ciò che
conosci nel mondo esterno, riconquisti la tua energia, spezzando i legami con
la realtà presente-passata (che rimane inalterata). Devi passare dall’avere un
corpo all’avere nessun corpo, il che significa che devi distogliere l’attenzione
dal tuo corpo, dal dolore e dalla fame. Devi passare dall’essere qualcuno
all’essere nessuno (distogliendo l’attenzione dalla tua identità di partner,
genitore o impiegato). Devi passare dal mantenere l’attenzione su qualcosa al
porre l’attenzione su nessuna cosa (dimenticandoti del tuo cellulare, delle e-
mail o della tazza di caffè), dall’essere in un luogo all’essere in nessun luogo
(non pensando alla sedia su cui sei seduto a meditare o a dove andrai più
tardi), e dall’essere nel tempo lineare all’essere in nessun tempo (senza
ricordi che ti distraggano o pensieri sul futuro).
Non sto dicendo che il cellulare, il computer portatile, l’auto o il conto in
banca siano negativi di per sé, ma se sei così attaccato a queste cose da non
riuscire a non pensarci (a causa delle forti emozioni associate), sono loro a
possedere te e non il contrario. E allora non puoi creare qualcosa di nuovo.
L’unico modo per farlo è imparare a riprenderti l’energia che hai disperso,
così potrai superare le emozioni di sopravvivenza da cui sei diventato
dipendente e che tengono tutta la tua energia legata alla realtà presente-
passata. Non appena distogli l’attenzione da questi elementi esterni, cominci
a indebolire i legami energetici ed emotivi con essi, e a liberare energia
sufficiente per creare un nuovo futuro. Dovrai diventare consapevole di dove
hai posto inconsciamente l’attenzione e, come per separare i due atomi, ci
vorrà energia per spezzare consciamente questi legami.
Durante i seminari, le persone vengono sempre da me e mi raccontano che
il loro computer si è rotto o che qualcuno ha rubato la loro auto o che hanno
perso il lavoro o che non hanno più soldi. Quando mi raccontano di aver
perso persone o cose nella loro vita, sai cosa rispondo sempre? “Benissimo!
Adesso avrai a disposizione tanta energia per progettare un nuovo destino.”
Comunque, se fai bene questo lavoro e riesci a riconquistare la tua energia,
all’inizio è probabile che avrai qualche problema. Preparati, perché alcuni
aspetti della tua vita potrebbero andare in pezzi. Ma non ti preoccupare. È
previsto che succeda, perché stai rompendo i legami energetici tra te stesso e
il tuo passato. Tutto ciò che non è più in corrispondenza vibrazionale tra te e
il tuo futuro sparirà. Non cercare di rimettere insieme la tua vecchia vita,
perché sarai troppo impegnato con quella nuova.
Ecco un ottimo esempio. Un mio amico, vicepresidente di un’università,
partecipò a una riunione del consiglio di amministrazione circa tre settimane
dopo aver cominciato con le meditazioni. Era una delle colonne portanti
dell’università; gli studenti e i professori lo amavano. Ma in quel consiglio di
amministrazione lo licenziarono. Così mi chiamò e mi disse: “Non credo che
la meditazione stia funzionando. Il consiglio mi ha appena licenziato. Non
dovevano succedermi grandi cose?”.
“Ascolta” gli risposi, “non aggrapparti a queste emozioni di
sopravvivenza, perché così rimarrai nel passato. Continua a stare nel
momento presente e inizia a creare.” Nel giro di due settimane si innamorò di
una donna, che in seguito sposò. Inoltre ricevette un’offerta di lavoro come
vicepresidente di un’università più grande e migliore, che subito accettò.
Un anno dopo, mi richiamò per dirmi che l’università che lo aveva
licenziato gli aveva appena chiesto di tornare come presidente. Non si sa mai
cosa l’universo ha in serbo per te quando la tua vecchia realtà svanisce e
quella nuova comincia ad apparire. Ti posso assicurare solo una cosa:
l’ignoto non mi ha mai deluso.

Riprenditi la tua energia


Se hai intenzione di disconnetterti dal mondo esterno, devi imparare a
modificare le tue onde cerebrali, perciò adesso parliamo delle loro frequenze.
Per gran parte del tempo in cui sei sveglio e cosciente, sei in uno stato di
onde cerebrali beta che possono essere a bassa, media o alta frequenza. Le
onde beta a bassa frequenza corrispondono a uno stato di rilassamento in cui
non percepisci minacce dal mondo esterno, ma sei ancora consapevole del
tuo corpo nello spazio e nel tempo. È lo stato in cui ti trovi quando leggi, fai
attenzione a tua figlia mentre chiacchieri con un’amica o assisti a una
conferenza. Le onde beta a media frequenza corrispondono a uno stato di
attenzione focalizzata, come quando sei in un gruppo di persone, ti presenti
per la prima volta e devi ricordare il nome di tutti. Sei più vigile ma non
troppo stressato o completamente sbilanciato. Consideralo uno stress
positivo. Le onde beta ad alta frequenza, invece, corrispondono allo stato in
cui sei imbottito di ormoni dello stress e le utilizzi quando provi le emozioni
di sopravvivenza, come rabbia, paura, agitazione, sofferenza, dolore, ansia,
frustrazione o persino depressione. Le onde beta elevate possono avere una
frequenza tre volte superiore a quelle basse e due volte superiore a quelle
medie.
Anche se passi gran parte del periodo di veglia in uno stato beta, scivoli
anche nello stato alfa se sei rilassato, calmo, creativo e intuitivo, quando
smetti di pensare e analizzare, e inizi a immaginare o sognare a occhi aperti,
come in uno stato di trance. Se le onde cerebrali beta indicano quando poni
gran parte dell’attenzione sul mondo esterno, le onde cerebrali alfa sono il
segnale che ti stai focalizzando sul tuo mondo interiore.
Le onde cerebrali theta subentrano in quello stato intermedio in cui la
mente è ancora sveglia ma il corpo scivola nel sonno. Questa frequenza è
associata anche agli stati profondi di meditazione. Le onde cerebrali delta
corrispondono a un sonno profondo e ristoratore. Tuttavia, negli ultimi
quattro anni il mio gruppo di ricerca e io abbiamo registrato alcuni allievi che
potevano passare a un profondo stato delta durante la meditazione. Il loro
corpo era profondamente addormentato, e non stavano sognando, ma le
scansioni cerebrali mostravano che il loro cervello stava elaborando grandi
quantità di energia. Di conseguenza, raccontano di aver avuto profonde
esperienze mistiche di unità, in cui si sentivano connessi con ogni persona e
cosa nell’universo. Osserva la Figura 2.7 per confrontare le diverse onde
cerebrali.

ONDE CEREBRALI
Figura 2.7
Onde cerebrali a confronto.

Le onde cerebrali gamma indicano quello che chiamo uno stato di


superconsapevolezza e si riscontra quando il cervello viene stimolato da un
evento interno (uno dei tipici esempi è durante la meditazione quando hai gli
occhi chiusi) invece che da qualcosa che accade fuori dal corpo. Riparleremo
delle onde cerebrali gamma nei capitoli successivi.
Una delle maggiori difficoltà che le persone hanno quando meditano è il
passaggio dalle onde cerebrali beta ad alta frequenza (e anche media) alle
onde alfa e theta. Tuttavia, questo passaggio è fondamentale perché,
rallentando le onde cerebrali, non prestano più attenzione al mondo esterno e
a tutte le distrazioni a cui sono abituati a pensare quando sono sotto stress,
non analizzano né cercano di prepararsi allo scenario peggiore nel futuro
basato sui terribili ricordi del passato, e hanno quindi l’opportunità di esistere
solo nel presente.
Non sarebbe meraviglioso se, durante una meditazione, riuscissi a staccarti
da tutti gli elementi dell’ambiente esterno, ad andare oltre il tuo corpo, le tue
paure e i tuoi programmi, e a dimenticare il passato e il futuro prevedibile?
Perderesti persino la cognizione del tempo. È esattamente ciò che accade se
superi i tuoi pensieri automatici, le tue emozioni e le tue abitudini durante la
meditazione: vai oltre il corpo, l’ambiente e il tempo. Indebolisci i legami
energetici con la realtà presente-passata e ti ritrovi nel momento presente,
dove puoi riprenderti la tua energia.
Ci vuole molto impegno (anche se diventerà sempre più facile con la
pratica) perché vivi quasi sempre sotto l’effetto degli ormoni dello stress.
Vediamo cosa succede quando non sei nel momento presente durante la
meditazione, così saprai come gestire questa situazione se si presenterà. È
importante perché, se non riesci ad andare oltre lo stress, i problemi e il
dolore, non puoi creare un nuovo futuro in cui queste cose non esistono.
Diciamo che sei seduto a meditare e inizi a vagare con il pensiero. Sei
abituato a formulare gli stessi pensieri e a provare le stesse sensazioni,
programmando il tuo corpo nel passato. L’unica differenza è che adesso,
visto che stai cercando di meditare, hai gli occhi chiusi.
Mentre stai lì seduto, non hai fisicamente davanti il tuo datore di lavoro.
Ma il corpo vuole provare quella rabbia perché, ogni volta che lo vedi
durante la giornata (cinquanta volte al giorno, per cinque giorni alla
settimana), hai l’abitudine di sentire amarezza e aggressività. Allo stesso
modo, quando ricevi una sua e-mail (il che accade almeno dieci volte al
giorno), inconsciamente hai la stessa reazione emotiva, perciò il tuo
organismo si è abituato ad aver bisogno di lui per riaffermare la tua
dipendenza dalla rabbia. Vuole provare le emozioni da cui è diventato
dipendente e, come un tossicodipendente che desidera la droga, il corpo
desidera le sue consuete sostanze chimiche. Vuole provare la solita rabbia
contro il tuo capo perché non hai ottenuto la promozione, o vuole giudicare
un tuo collega che chiede sempre a te di sostituirlo. Poi cominci a pensare ad
altri colleghi che ti danno fastidio e ad altre ragioni per avercela con il tuo
capo. Sei lì che cerchi di meditare ma il tuo corpo fa di tutto per impedirtelo,
perché vuole la sua dose chimica di emozioni familiari che di solito provi nel
corso della giornata a occhi aperti.
Nell’istante in cui ti accorgi di cosa sta succedendo, ossia che stai ponendo
tutta l’attenzione su quell’emozione, ti rendi conto anche che stai investendo
la tua energia nel passato (perché le emozioni sono un prodotto del passato),
così ti fermi e ritorni al momento presente e cominci a investire attenzione ed
energia dal passato. Ma poco dopo cominci di nuovo a sentirti frustrato,
arrabbiato e risentito, e ti rendi conto di quello che stai facendo. Ricordi che il
corpo cerca di provare queste emozioni per riaffermare la sua dipendenza
dalle solite sostanze chimiche e che queste emozioni inducono il cervello a
passare a uno stato beta ad alta frequenza, e così ti fermi. Ogni volta che fai
una pausa, calmi il tuo corpo e ritorni al momento presente, dici al corpo che
non è più la mente: tu sei la mente.
Ma poi torni a pensare alle persone che devi vedere, ai posti in cui devi
andare e alle cose che devi fare più tardi quel giorno. Ti domandi se il tuo
capo ha già risposto a quell’e-mail, ti ricordi che devi chiamare tua sorella e
che devi anche portare fuori la spazzatura. E all’improvviso ti rendi conto
che, anticipando questi scenari futuri, investi la tua attenzione e la tua energia
nella consueta realtà nota. Quindi ti fermi, ritorni al momento presente e
ancora una volta disinvesti la tua energia da quel futuro prevedibile per far
posto all’ignoto nella tua vita.
Dai un’occhiata alla Figura 2.8: quando trovi il generoso momento
presente, la tua energia (rappresentata dalle frecce) non si allontana più da te
nel passato e nel futuro, come nella Figura 2.3. Non attivi né programmi più
gli stessi circuiti allo stesso modo, e non regoli né stimoli gli stessi geni nella
medesima maniera provando le solite emozioni. Se continui con questo
processo, riconquisti tutta la tua energia spezzando i legami che ti tenevano
connesso con la realtà presente-passata. Ciò accade perché stai trasferendo
l’attenzione e l’energia dal mondo esterno al tuo mondo interiore, e stai
costruendo il tuo campo elettromagnetico intorno al tuo corpo. Ora hai
energia a disposizione, da utilizzare per creare qualcosa di nuovo.

RIPRENDITI LA TUA ENERGIA E IL TUO


POTERE
Figura 2.8
Quando distogli l’attenzione dalla realtà presente-passata o dal tuo futuro
prevedibile, riconquisti la tua energia e costruisci il tuo campo elettromagnetico.
Ora hai energia a disposizione per guarire o creare una nuova esperienza nella
tua vita.

Ovviamente la tua attenzione prima o poi comincia a vagare di nuovo.


Mentre continui a meditare seduto, il corpo diventa sempre più irritato e
impaziente perché vuole fare qualcosa. Dopotutto, l’hai programmato ogni
giorno per alzarsi e seguire la stessa routine. Vuole smettere di meditare,
aprire gli occhi e vedere qualcuno. Vuole ascoltare la radio o parlare al
telefono con un amico. Preferirebbe gustare la colazione invece di stare lì
seduto a far niente. Vorrebbe sentire l’odore del caffè, come tutte le mattine.
E gli piacerebbe provare la sensazione di una bella doccia calda prima di
iniziare la giornata.
Il corpo vuole percepire la realtà fisica con i sensi per accogliere
un’emozione, ma il tuo obiettivo è creare una realtà che vada oltre i sensi, in
cui la mente sia tu e non il tuo corpo. Così, quando diventi consapevole del
programma, riporti il corpo nel momento presente. Il corpo cerca di nuovo di
ritornare al passato che conosce, perché vuole vivere in un futuro prevedibile,
ma tu continui a riportarlo nel presente. Ogni volta che superi le abitudini
automatiche, la tua volontà diventa più grande del tuo programma. Ogni volta
che riporti il corpo nel presente, lo stai condizionando a una nuova mente. E
se continui a riportare l’attenzione (e quindi l’energia) nel momento presente
e ad accorgerti di quando ci sei e di quando non ci sei, prima o poi il corpo si
arrenderà. Questo processo comincia a spezzare i legami energetici con la
realtà a te nota. E quando ritorni al momento presente, ciò che stai facendo è
superare la tua identità nel mondo fisico ed entrare nel campo quantico (un
concetto che spiegherò dettagliatamente nel prossimo capitolo).
La parte più difficile di ogni guerra è l’ultima battaglia. Ciò significa che
quando il tuo corpo-mente cerca di fermarti e di farti tornare nel mondo dei
sensi, tu continui a perseverare. Entri davvero nell’ignoto, e prima o poi
cominci a spezzare la dipendenza emotiva dentro di te. Quando superi il
senso di colpa, la sofferenza, la paura, la frustrazione, il risentimento o la
scarsa autostima, liberi il tuo corpo dalle catene di queste abitudini ed
emozioni che ti tengono ancorato al passato e, di conseguenza, liberi
l’energia, che torna a essere a tua disposizione. Una volta che il corpo ha
rilasciato tutta l’energia emotiva immagazzinata, smette di essere la mente.
Scopri che dietro alla tua paura c’è il coraggio, dietro alla mancanza c’è la
pienezza, e dietro al dubbio la conoscenza. Se entri nell’ignoto e rinunci alla
rabbia o all’odio, scopri l’amore e la compassione. È la stessa energia: era
immagazzinata nel corpo e adesso è a tua disposizione per creare un nuovo
destino.
Se impari a superare te stesso, o il ricordo di te stesso e della tua vita,
spezzi i legami che hai con ogni cosa, persona, luogo e tempo che ti tengono
connesso con la realtà presente-passata. Nei seminari avanzati, i nostri esperti
hanno misurato questo processo con uno strumento molto sensibile, la
macchina per la visualizzazione a scarica di gas (GDV), dotato di uno
speciale sensore (chiamato antenna Sputnik) e sviluppato da Konstantin
Korotkov. Serve a rilevare il campo elettromagnetico ambientale negli spazi
in cui si svolge il seminario, per vedere come cambia l’energia. Nel primo
giorno, a volte l’energia nella stanza cala. Ciò accade perché, quando
iniziamo a meditare e i partecipanti devono andare oltre se stessi, spezzando i
legami energetici con ogni cosa e persona della loro realtà nota, richiamano
energia verso di sé, attingendola dal campo più grande, che quindi può
diminuire. Così facendo, i partecipanti cominciano a costruire i propri campi
energetici individuali intorno ai loro corpi e ora hanno energia a disposizione
per progettare un nuovo destino. Dopo aver costruito il proprio campo, e man
mano che la loro energia inizia ad espandersi, gli allievi cominciano a
contribuire all’energia della stanza che infatti aumenta. A questo riguardo,
osserva i grafici 1A e 1B nell’inserto a colori.
Quando mediti, devi prenderti il tempo necessario. Per esempio, io mi do
due ore. Non devo utilizzarle tutte ogni volta, ma ormai mi conosco
abbastanza da sapere che, se ho solo un’ora, mi dirò che non c’è tempo a
sufficienza. Se invece ho due ore, posso rilassarmi e trovare con calma il
momento presente. A volte succede velocemente, mentre altre volte devo
lavorare per un’ora per riportare cervello e corpo nel presente.
Sono sempre pieno d’impegni. Certi giorni, tornato a casa tra un seminario
e un evento, mi sveglio al mattino e immediatamente penso agli
appuntamenti che ho in programma con diversi membri del mio staff,
provando mentalmente ciò che devo dire. Poi penso alle e-mail che devo
scrivere prima di andare agli appuntamenti. Poi penso all’aereo che devo
prendere nel pomeriggio. Poi annoto mentalmente le telefonate che devo fare
mentre vado all’aeroporto. Insomma, credo di aver reso l’idea.
Mentre penso alle stesse persone che devo vedere, agli stessi posti in cui
devo andare, alle stesse cose che devo fare, mi rendo conto che sto
programmando il corpo e la mente a un futuro prevedibile e quindi ritorno al
momento presente. Così facendo, comincio a disattivare queste connessioni
neurali. Poi potrei diventare impaziente e frustrato pensando a qualcosa che è
successo ieri. Siccome le emozioni sono un prodotto del passato e l’energia
fluisce dove va l’attenzione, mi rendo conto che sto investendo la mia energia
nel passato. Successivamente gli ormoni dello stress potrebbero stimolare il
cervello, e il corpo si potrebbe agitare, quindi devo riportarlo di nuovo nel
momento presente. E così facendo, non sto più attivando e programmando gli
stessi circuiti cerebrali e disinvesto la mia energia dal passato.
Se sono consapevole degli stessi pensieri che sono connessi con le solite
emozioni, quando smetto di sentirmi allo stesso modo smetto anche di
programmare il mio corpo nel passato e non mando più segnali agli stessi
geni con le consuete modalità. E se le emozioni sono il prodotto finale di
esperienze nell’ambiente, ed è l’ambiente a stimolare il gene, allora quando
smetto di provare le solite emozioni smetto anche di dare segnali e istruzioni
agli stessi geni con le consuete modalità. Questo non solo influenza la salute
del corpo, ma non lo prepara più a vivere nel medesimo futuro basato sul
passato. Perciò, se inibisco le emozioni familiari, altero il programma
genetico del mio organismo. E poiché gli ormoni dello stress a lungo termine
disattivano l’espressione dei geni sani e creano malattie, ogni volta che riesco
a fermarmi quando mi accorgo di provare una sensazione legata allo stress,
smetto di programmare il corpo a rimanere dipendente dalle emozioni
stressanti.
Se lo faccio nel modo giusto, superando i pensieri e le emozioni familiari
del passato e del futuro prevedibile, allora a livello energetico, neurologico,
biologico, chimico, ormonale e genetico, quel passato e quel futuro
prevedibile non esistono più. Se non sto più attivando e programmando le
solite reti neurali (non pensando più ai ricordi di persone o cose in dati luoghi
e tempi) e continuo a tornare al momento presente, mi riprendo l’energia.
Osserva la Figura 2.9 e puoi vedere che il passato conosciuto e il futuro
prevedibile non esistono più.

IL GENEROSO MOMENTO PRESENTE

Figura 2.9
Quando sei nel generoso momento presente, il passato che conosci e il futuro
prevedibile non esistono più; sei pronto a creare nuove possibilità nella tua vita.

Adesso sono nel generoso momento presente e ho energia a disposizione


per creare. Ho costruito il campo energetico che circonda il mio corpo. Ogni
volta che ho faticato – a volte per ore – per superare me stesso e trovare quel
luogo chiamato eterno adesso, ho sempre pensato la stessa cosa: ne valeva
veramente la pena.
Capitolo 3

SINTONIZZATI SU NUOVE
INFINITE POSSIBILITÀ

Andare oltre il corpo, l’ambiente e il tempo non è facile, ma ne vale la


pena perché, non appena ci allontaniamo dalla realtà tridimensionale,
entriamo in una dimensione quantica completamente diversa, che io definisco
regno delle infinite possibilità. Descriverla è un po’ difficile perché si
differenzia da tutto ciò che conosciamo nell’universo fisico. Le leggi della
fisica newtoniana, con cui siamo abituati a pensare che funzioni il mondo, qui
non valgono.
Il campo quantico (o unificato) è un campo invisibile di energia e
informazioni (o potremmo dire un campo d’intelligenza o coscienza) che
esiste oltre lo spazio e il tempo. Non c’è niente di fisico o di materiale al suo
interno. Va oltre tutto ciò che puoi percepire con i sensi. Il campo unificato di
energia e informazioni governa tutte le leggi della natura. Gli scienziati che
se ne occupano stanno scoprendo sempre più cose al riguardo.
In base alle mie conoscenze ed esperienze, credo che ci sia un’intelligenza
autorganizzante che osserva e ordina tutti gli universi e le galassie. A volte le
persone mi dicono che quest’idea non sembra molto scientifica. Rispondo
sempre con la stessa domanda: “Cosa c’è dopo un’esplosione, l’ordine o il
disordine?”. La risposta è sempre il disordine. Allora perché, io chiedo, dopo
il Big Bang, l’esplosione più grande che sia mai avvenuta, è stato creato così
tanto ordine? A mio parere, c’è un’intelligenza che organizza l’energia e la
materia e unifica tutte le forze della natura. Questa intelligenza, questa
energia, è il campo quantico o unificato.
Per darti un’idea di cosa sia questo campo, immagina di far sparire tutti gli
abitanti della Terra, tutti gli animali, le piante, gli oggetti fisici, sia naturali
sia creati dall’uomo, i continenti, gli oceani e anche la Terra stessa. Immagina
di poter far sparire tutti i pianeti, i satelliti e le stelle del nostro sistema solare,
compreso il nostro Sole. E poi immagina di far sparire tutti gli altri sistemi
solari della nostra galassia, e tutte le galassie dell’universo. Non c’è aria e
nemmeno luce che puoi vedere con i tuoi occhi. C’è solo un’assoluta
oscurità, il vuoto, il campo del punto zero. È importante ricordarlo perché
quando tu, sotto forma di coscienza nel momento presente, entri nel campo
unificato, sei in un infinito spazio nero, senza niente di fisico.
Adesso immagina non solo di non vedere niente ma anche di non avere il
senso della vista, dal momento che entri in questa dimensione senza un corpo
fisico. Quindi, non hai neanche i sensi dell’udito, del tatto, dell’olfatto e del
gusto. L’unico modo in cui puoi esistere nel campo quantico è come pura
consapevolezza. O, per meglio dire, puoi fare esperienza di questo regno solo
con la tua consapevolezza, non con i sensi. E siccome la coscienza è
consapevolezza, e consapevolezza significa prestare attenzione, quando sei
oltre il mondo dei sensi e presti attenzione all’energia del campo quantico, la
tua coscienza si connette a livelli più elevati di frequenza e informazioni.
Eppure, per quanto possa sembrare strano, il campo quantico non è vuoto.
È un campo infinito pieno di frequenze o energia. E tutte le frequenze
contengono informazioni. Il campo quantico è pieno di un’infinita quantità di
energia che vibra al di là del mondo fisico della materia e dei nostri sensi:
onde energetiche invisibili a nostra disposizione per creare. Ma cosa
possiamo creare esattamente con tutta questa energia che nuota in un mare
infinito di possibilità? Dipende da noi, perché il campo quantico è lo stato in
cui esistono tutte le possibilità.
Quando entri in questo spazio immenso e infinito come pura
consapevolezza, non ci sono corpi, persone, oggetti, luoghi, e neanche il
tempo. Invece, esistono infinite possibilità sotto forma di energia. Così, se ti
ritrovi a pensare a ciò che conosci nella tua vita, sei di nuovo nella realtà
tridimensionale dello spazio e del tempo. Ma se rimani nell’ignoto
abbastanza a lungo, sarai preparato a creare qualcosa di nuovo nella tua vita.
Nel capitolo precedente, ti ho insegnato a tornare al momento presente, ossia
a smettere di pensare al futuro prevedibile o al passato per entrare in questo
spazio eterno come pura consapevolezza, a non prestare più attenzione alle
cose materiali della realtà tridimensionale, come il tuo corpo, le persone che
conosci, le cose che possiedi, i posti in cui vai e il tempo stesso.
Ma ora torniamo un attimo indietro e parliamo di come gli scienziati
riuscirono a scoprire l’universo quantico, il che avvenne quando iniziarono a
studiare il mondo subatomico. Scoprirono che gli atomi, i mattoni
dell’universo fisico, sono costituiti da un nucleo circondato da un grande
campo contenente uno o più elettroni. Questo campo è così vasto rispetto ai
minuscoli elettroni che sembra essere uno spazio vuoto per il
99,999999999999 per cento. Ma, come hai appena letto, lo spazio non è
davvero vuoto: è costituito da una vasta gamma di frequenze energetiche che
compongono un campo d’informazioni invisibile e interconnesso. Perciò ogni
cosa nel nostro universo conosciuto, anche se appare solida, in realtà è per il
99,999999999999 per cento energia o informazione.1 La maggior parte
dell’universo è costituita da questo spazio “vuoto”; la materia è una
componente infinitamente piccola rispetto allo spazio immenso del non-
fisico.
I ricercatori scoprirono che gli elettroni che ruotano in quel vasto campo si
comportano in maniera del tutto imprevedibile; non sembrano essere soggetti
alle stesse leggi che governano la materia nel nostro più grande universo. Un
momento sono qui e quello successivo sono scomparsi, ed è impossibile
prevedere dove e quando appariranno. I ricercatori alla fine scoprirono che il
motivo di questo comportamento è che gli elettroni esistono
contemporaneamente in un numero infinito di possibilità o probabilità. È solo
quando un osservatore concentra la sua attenzione e cerca “qualcosa” di
materiale che il campo invisibile di energia e informazioni collassa in una
particella chiamata elettrone. Questo fenomeno si chiama collasso della
funzione d’onda o evento quantico. Ma non appena l’osservatore distoglie lo
sguardo, non osservando più l’elettrone e non pensando più alla materia
subatomica, l’elettrone sparisce e torna a essere energia. In altre parole, la
particella di materia fisica (l’elettrone) non esiste finché non la osserviamo e
svanisce non appena smettiamo di darle la nostra attenzione, tornando
nell’energia (nello specifico in una frequenza energetica che gli scienziati
chiamano onda) e nella possibilità. In tal modo, la mente e la materia sono
collegate a livello quantico. Tra parentesi, così come noi, in quanto coscienza
soggettiva, osserviamo l’elettrone e gli diamo forma, c’è anche una coscienza
universale che osserva costantemente tutti noi e la nostra realtà
tridimensionale, dandole (e dandoci) ordine e forma.
Quindi, se vedi la tua vita con lo stesso livello di mente ogni singolo
giorno, aspettandoti un futuro basato sul passato, stai facendo collassare
infiniti campi energetici negli stessi schemi d’informazione, chiamati “la tua
vita”. Per esempio, se ti svegli e pensi: “Dov’è il mio dolore?”, il tuo solito
dolore apparirà presto perché tu ti aspetti che lo faccia.
Immagina cosa accadrebbe invece se tu fossi in grado di distogliere
l’attenzione dal mondo fisico e dall’ambiente, diventando nessun corpo e
senza più accesso ai sensi, che tanto non ti servirebbero più. Quando distogli
l’attenzione dalle persone della tua vita, diventi nessuno, e così non hai più
l’identità di genitore, partner, fratello, amico e nemmeno di membro di una
categoria professionale, di un gruppo religioso, di un partito politico o di una
nazione. Non hai etnia, genere, orientamento sessuale ed età. Non hai nessuna
cosa e non sei in nessun luogo. Infine, non sei in nessun tempo ma nel
momento presente, in cui esistono tutte le possibilità del campo quantico.
Siccome non ti identifichi più con il mondo fisico e non sei più collegato a
esso, non cerchi più d’influenzare la materia con la materia, ma vai oltre,
superando anche la tua identità come corpo nello spazio e nel tempo. Sei
nell’immensa oscurità del campo unificato, dove non esiste niente di
materiale. Questo è l’effetto diretto dello sforzo continuo per tornare al
momento presente, che ho descritto nel capitolo precedente.
Nel momento in cui ciò accade, rivolgi la tua attenzione e la tua energia
verso un campo sconosciuto oltre la materia, dove esistono tutte le possibilità,
un campo composto solo da frequenze invisibili contenenti informazioni o
coscienza. E come i fisici quantistici che distolsero l’attenzione dall’elettrone,
solo per scoprire che era tornato all’energia e alla possibilità, se tu
distogliessi l’attenzione dalla tua vita o ne superassi il ricordo, la tua vita
dovrebbe trasformarsi in possibilità. Dopotutto, se ti concentri sulla realtà
nota, ottieni la realtà nota. Se ti concentri sull’ignoto, crei una possibilità.
Quanto più a lungo rimani in quel campo di possibilità infinite come pura
consapevolezza (consapevole di essere consapevole in questo infinito spazio
nero), senza prestare attenzione al tuo corpo, alle cose, alle persone, ai luoghi
e al tempo, e investi la tua energia nell’ignoto, tanto più riuscirai a creare una
nuova esperienza o nuove possibilità nella tua vita.

Cambiamenti nel cervello


Quando varchi la soglia del campo quantico, non puoi entrare con un
corpo. Devi farlo solo come consapevolezza o coscienza, pensiero o
possibilità, lasciando tutto il resto nel mondo fisico e vivendo solo nel
momento presente. Come ho detto nel capitolo precedente, questo processo
richiede che tu spezzi (almeno temporaneamente) la tua dipendenza chimica
dalle solite emozioni che guidavano i tuoi pensieri, e che smetta di provare le
stesse sensazioni in modo da non porre più l’attenzione sul mondo
tridimensionale della materia (la particella), convogliandola invece
sull’energia o possibilità (l’onda). Considerando tutto questo, forse non ti
sorprenderà sapere che una simile esperienza crea cambiamenti significativi
nel cervello.
Per prima cosa, siccome percepisci te stesso oltre il mondo fisico (e quindi
non senti più la minaccia di pericoli esterni da prevenire), il cervello pensante
(la neocorteccia, sede della mente conscia) rallenta e lavora in modo più
olistico. Prima abbiamo detto che vivere sotto l’influenza degli ormoni dello
stress induce le onde cerebrali ad attivarsi in maniera molto disordinata e
incoerente (il che a sua volta significa condizionare negativamente la
funzionalità dell’organismo) perché cerchiamo di controllare e prevedere
ogni aspetto della nostra vita. Ci concentriamo troppo, spostando l’attenzione
da una persona a una cosa a un luogo in un certo tempo, attivando le varie reti
neurali assegnate a ognuno di questi fatti noti.
Quando scivoliamo nel momento presente e diventiamo consapevoli del
campo infinito di informazioni in cui non c’è niente di fisico, e quando non
analizziamo o non pensiamo più a nessuna persona o cosa, smettiamo di
attivare questi diversi comparti di reti neurali nel cervello e ci rendiamo conto
di questa oscurità infinita. Proprio perché poniamo l’attenzione sul nulla,
sullo spazio, sull’energia e sulle informazioni, il cervello comincia a
cambiare. I diversi comparti cominciano a unificarsi e a entrare in uno stato
coerente. Si sincronizzano, si organizzano e si integrano. Quando il tuo
cervello diventa coerente, anche tu lo diventi. Quando diventa ordinato, lo
diventi anche tu; quando funziona bene, lo fai anche tu. Quando funziona in
modo più olistico, ti senti più completo. In altre parole, non appena cominci a
connetterti con il campo unificato come pura consapevolezza (o non appena
ne diventi più consapevole prestandogli attenzione), la tua biologia diventa
più unita, perché il campo unificato è per definizione un’energia unificante.
Per capire meglio la differenza tra coerenza e incoerenza, osserva il
Grafico 2 nell’inserto a colori e la Figura 3.1. Come puoi vedere, quando le
onde cerebrali sono coerenti, sono in fase l’una con l’altra; sia le loro creste (i
punti più alti) che i loro ventri (i punti più bassi) sono paralleli. Dato che le
onde cerebrali coerenti sono più ordinate, sono anche più potenti; potremmo
dire che parlano la stessa lingua, seguono lo stesso ritmo, ballano la stessa
musica e condividono la stessa frequenza, perciò comunicano più facilmente.
Sono letteralmente sulla stessa lunghezza d’onda. D’altro canto, quando le
onde cerebrali sono incoerenti, i segnali o messaggi elettrochimici che
inviano alle diverse parti del corpo e del cervello sono confusi e irregolari,
perciò l’organismo non può operare in uno stato di equilibrio ottimale.

LA DIFFERENZA TRA ONDE CEREBRALI


COERENTI E INCOERENTI
Figura 3.1
Quando distogliamo l’attenzione dal mondo materiale, cominciamo ad aprire la
messa a fuoco al regno dell’ignoto e a rimanere nel momento presente, il cervello
funziona in maniera coerente. Quando il cervello è coerente, opera in uno stato più
olistico e tu ti senti più completo.
Quando il cervello è stimolato dagli ormoni dello stress e noi poniamo l’attenzione
su persone, cose, oggetti e luoghi del mondo esterno noto, si attiva in maniera
incoerente. Quando il cervello non è più in equilibrio, ti senti più frammentato e
distratto e vivi nel dualismo e nella separazione.
Il secondo cambiamento che si verifica nel cervello quando entriamo nel
campo quantico è che le onde cerebrali passano a una frequenza più lenta:
dalle onde beta alle più coerenti alfa e theta,. È importante perché, quando
rallentiamo le onde cerebrali, la nostra coscienza passa dalla neocorteccia
pensante al mesencefalo (il cervello limbico), dove si connette con il sistema
nervoso autonomo - il sistema operativo subconscio dell’organismo (vedi
Figura 3.2) -, che presiede alle funzioni di digerire il cibo, secernere gli
ormoni, regolare la temperatura corporea, controllare il livello di zuccheri nel
sangue, mantenere il battito cardiaco, produrre gli anticorpi che combattono
le infezioni, riparare le cellule danneggiate e di svolgere una miriade di altre
funzioni dell’organismo su cui, secondo la maggior parte degli scienziati, non
abbiamo il controllo volontario. In sostanza, il sistema nervoso autonomo ti
tiene in vita. Il suo compito principale è creare ordine e omeostasi,
mantenendo l’equilibrio nel cervello e anche nel corpo. Quanto più restiamo
nel momento presente come nessuno, nessuno corpo, nessuna cosa, in nessun
luogo e in nessun tempo, tanto più integrato e coerente diventa il nostro
cervello. È in questo momento che il sistema nervoso autonomo interviene e
inizia a guarire il corpo, perché la nostra coscienza si fonde con la sua.

IL FLUSSO DI COSCIENZA QUANDO LE


ONDE CEREBRALI CAMBIANO
Figura 3.2
Quando rallenti le onde cerebrali e diventi meno consapevole del tuo corpo,
dell’ambiente e del tempo, la coscienza passa dalla neocorteccia al cervello
limbico, sede del sistema nervoso autonomo (indicato dalle frecce scure dirette
verso il centro del cervello).
Allo stesso tempo, il sistema nervoso autonomo, il cui compito è creare equilibrio,
interviene e crea coerenza nella neocorteccia, sede della mente pensante
(indicato dalle frecce più chiare dirette verso il bordo del cervello).

In altre parole, quando sei nel momento presente, è come se ti facessi da


parte. Se diventi pura coscienza, pura consapevolezza, e modifichi le tue onde
cerebrali da beta ad alfa e persino a theta, il sistema nervoso autonomo, che
sa come guarire il corpo meglio della mente conscia, interviene e finalmente
ha l’opportunità di fare pulizia. È questo che crea la coerenza cerebrale. Se
dai un’occhiata ai Grafici 3A, 3B e 3C nell’inserto a colori, vedrai tre diverse
scansioni cerebrali. Il Grafico 3A è una normale scansione di un soggetto in
uno stato di onde cerebrali beta. Il Grafico 3B è di un allievo che esegue una
messa a fuoco aperta e mostra uno stato coerente di onde cerebrali alfa
sincronizzate. Il Grafico 3C rappresenta uno stato coerente più profondo di
onde theta sincronizzate.
Se in questo stato smetti di riaffermare il noto, ossia la tua solita vita, e
continui invece a investire la tua energia nell’ignoto (come investiresti il tuo
denaro in un conto bancario), sei in grado di creare nuove possibilità per te.
Così come l’elettrone materiale ritorna all’energia immateriale nel campo
quantico non appena gli scienziati smettono di osservarlo, quando non osservi
più il tuo dolore, le tue abitudini e i tuoi problemi, essi si trasformano tutti in
energia, in un infinito numero di possibilità, in puro potenziale. Solo quando
sei veramente presente in questo luogo oltre lo spazio e il tempo, da cui
provengono tutte le cose, puoi cominciare a creare un cambiamento reale.
Durante un seminario avanzato a Tacoma, stato di Washington,
conducemmo uno studio per mostrare come funziona tutto questo.
Misurammo le onde cerebrali di centodiciassette partecipanti utilizzando
l’elettroencefalografia.2 Le rilevazioni furono effettuate prima e dopo il
seminario. Cercavamo eventuali cambiamenti in due diversi valori
dell’attività cerebrale: il primo si riferiva al tempo impiegato dai soggetti per
raggiungere uno stato meditativo, definito dalla capacità di mantenere onde
cerebrali alfa per almeno quindici secondi. Scoprimmo che, alla fine del
seminario di quattro giorni, i soggetti erano in grado di raggiungere uno stato
meditativo con una velocità maggiore del 18 per cento rispetto a prima.
Il secondo valore analizzato era il rapporto tra onde cerebrali delta
(associate a livelli più profondi della mente subconscia) e onde cerebrali beta
ad alta frequenza (associate a livelli elevati di stress). Le persone ansiose di
solito hanno molte onde beta elevate e un livello più basso di onde delta.
Volevamo capire se la meditazione, in particolare la pratica di scivolare nel
regno quantico e diventare nessuno, nessun corpo, nessuna cosa, in nessun
luogo e in nessun tempo, potesse aumentare questi valori, e infatti fu così. I
soggetti ridussero le onde cerebrali beta ad alta frequenza (il che indicava che
provavano meno stress) con una media del 124 per cento e aumentarono le
onde cerebrali delta (il che indicava una maggiore sensazione di unità durante
la meditazione) con una media del 149 per cento. La quantità di onde
cerebrali beta ad alta frequenza diminuì del 62 per cento rispetto alla quantità
di onde delta, e tutto ciò accadde in soli quattro giorni. Osserva la Figura 3.3
per vedere graficamente questi risultati. Noterai che alcuni dei cambiamenti
rilevati sono stati maggiori del 100 per cento, a dimostrazione del fatto che i
partecipanti sono riusciti a realizzare miglioramenti significativi in tempi
relativamente brevi. Questo sì che è soprannaturale!
IL NOSTRO STUDIO DI TACOMA SUI
CAMBIAMENTI NEL CERVELLO

Figura 3.3
Questo grafico illustra i cambiamenti nell’attività delle onde cerebrali nel nostro
seminario avanzato di Tacoma, nel gennaio 2016.

Cambia la tua energia: associa un’intenzione chiara a


emozioni elevate
Quando sei nel generoso momento presente, dove tutte le possibilità
esistono nel campo quantico, come fai a trasformare una o più di queste
possibilità immateriali in una realtà nel mondo tridimensionale della materia?
Sono necessarie due cose: un’intenzione chiara e un’emozione elevata.
L’intenzione chiara è esattamente questo: significa fare chiarezza su ciò che
vuoi creare, nel modo più preciso possibile, e descriverlo dettagliatamente.
Diciamo che vuoi fare una bella vacanza. Dove vuoi andare? Con che mezzo
vuoi viaggiare? Con chi vuoi andarci o chi vuoi incontrare lì? Dove vuoi
alloggiare? Cosa vuoi fare o vedere? Cosa vuoi mangiare? Cosa vuoi bere?
Che tipo di vestiti metterai in valigia? Cosa comprerai da portare a casa?
Insomma, hai capito. Rendi tutto il più dettagliato e reale possibile perché
assegnerai una lettera, come simbolo di possibilità, a tutte queste condizioni.
Come hai letto nel capitolo precedente, questi pensieri, che costituiscono la
tua intenzione, sono la carica elettrica che invii nel campo unificato.
Ora devi associare quest’intenzione a un’emozione elevata, come amore,
gratitudine, ispirazione, gioia, entusiasmo, stupore o meraviglia, per citarne
solo alcune. Devi attingere alla sensazione che ti aspetti di provare quando
manifesterai la tua intenzione nella realtà, e poi sentire quell’emozione prima
che l’esperienza accada. L’emozione elevata (che contiene un’energia
superiore) è la carica magnetica che invii nel campo. E, come hai letto,
quando associ la carica elettrica (la tua intenzione) alla carica magnetica
(emozione elevata), crei una firma elettromagnetica che corrisponde al tuo
stato d’essere.
Le emozioni elevate sono chiamate anche emozioni del cuore. Di solito,
quando le proviamo, notiamo che il cuore comincia a gonfiarsi. Il motivo è
che la nostra energia si sta muovendo verso quell’area e, di conseguenza,
sentiamo queste meravigliose emozioni elevate che portano intrinsecamente
con loro l’intenzione di dare, prendersi cura, fidarsi, creare, connettersi,
sentirsi al sicuro, aiutare e provare gratitudine. Al contrario delle emozioni
stressanti (di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente), che attingono dal
campo invisibile di energia e informazioni attorno al corpo, queste emozioni
del cuore contribuiscono al campo energetico del corpo, rendendo il cuore
più ordinato e coerente, proprio come il cervello, che così produce un campo
magnetico misurabile.3 È quest’azione che ci connette al campo unificato. E
quando uniamo un’intenzione (la carica elettrica) a quell’energia (la carica
magnetica), creiamo un nuovo campo elettromagnetico. Siccome l’energia è
frequenza e tutte le frequenze contengono informazioni, è quell’energia
elevata che veicola il tuo pensiero o la tua intenzione.
Ricorda: le possibilità del campo quantico esistono solo sotto forma di
frequenze elettromagnetiche (frequenze con informazioni) e non puoi ancora
percepirle con i tuoi sensi sotto forma di materia. Quando c’è una
corrispondenza vibrazionale tra la tua energia e una possibilità che esiste già
nel campo unificato, cominci ad attrarre quella nuova esperienza verso di te.
Sarà lei a trovarti; tu non devi fare niente né andare da nessuna parte. Devi
diventare pura coscienza (nessuno, nessun corpo, nessuna cosa, in nessun
luogo e in nessun tempo) e modificare la tua energia (il segnale
elettromagnetico che trasmetti), e attrarrai quell’esperienza futura verso di te
(trasformando l’energia in materia). Ti sintonizzerai letteralmente
sull’energia del tuo nuovo futuro e, così facendo, l’osservatore (il campo
unificato) ti osserverà osservare un nuovo destino, avvallando la tua
creazione. Dai un’occhiata alla Figura 3.4.
TUTTE LE POSSIBILITÀ DEL CAMPO
QUANTICO ESISTONO NEL MOMENTO
PRESENTE COME POTENZIALITÀ
ELETTROMAGNETICHE

Figura 3.4
Quando siamo nel momento presente, ci sono infinite possibilità che esistono nel
campo quantico sotto forma di frequenze elettromagnetiche. Associando
un’intenzione chiara a emozioni elevate, trasmetti una firma elettromagnetica
completamente nuova al campo. Se c’è corrispondenza vibrazionale tra la tua
energia e l’energia di quel potenziale, quanto più a lungo sei cosciente di
quell’energia, tanto più attrai l’esperienza verso di te.
Ciascuna lettera rappresenta una diversa possibilità: R è una nuova relazione, L è
un nuovo lavoro, P è un problema che viene risolto nella tua vita, M è
un’esperienza mistica, G è una mente geniale, S è la salute, A è l’abbondanza, O
è una nuova opportunità.

Prima di andare avanti, vorrei sottolineare nuovamente quanto siano


importanti le emozioni elevate per il funzionamento di questo processo. Se
osservi un possibile futuro nel campo quantico che vuoi manifestare come
una vittima o come qualcuno che soffre o che si sente limitato o infelice, la
tua energia non sarà in linea con la creazione auspicata e non sarai in grado di
attirare quel nuovo futuro. Puoi anche avere un’intenzione chiara, ma se provi
le solite emozioni limitate, il tuo corpo crede ancora di vivere nel passato.
Come hai letto nel capitolo precedente, le emozioni sono energia in
movimento, e le emozioni elevate hanno una frequenza superiore rispetto a
quelle di sopravvivenza. Perciò, se vuoi creare un cambiamento, devi farlo da
un livello di energia che sia più grande del senso di colpa, del dolore, della
paura, della rabbia, della vergogna e della scarsa autostima. Pertanto, se vuoi
realizzare qualcosa di illimitato, è bene che tu ti senta illimitato. Se vuoi
creare libertà, ti conviene sentirti libero. E se vuoi guarire, dovresti aumentare
la tua energia fino a sentirti sano. Quanto più è elevata l’emozione che provi,
tanto maggiore è l’energia che trasmetti e l’influenza che avrai sul mondo
materiale. E quanto maggiore è la tua energia, tanto minore è il tempo che
impiegherà la manifestazione auspicata ad apparire nella tua vita.
In questo processo, ti rilassi, ti fai da parte e permetti a una mente
superiore (la coscienza del campo unificato) di organizzare un evento che sia
giusto per te. Quando rimani sorpreso da un’esperienza sconosciuta che
sembra uscita dal nulla, è perché tu l’hai creata dal nulla.
Un ricercatore francese di nome René Peoc’h ha dimostrato il potere
dell’intenzione con i pulcini appena nati.4 Quando nascono, i pulcini di solito
cominciano a seguire la propria madre, in base al noto fenomeno
dell’imprinting. Ma se la madre non c’è quando le uova si schiudono,
l’imprinting si verifica con il primo oggetto in movimento che i pulcini
incontrano. Per esempio, se un pulcino vede per primo un essere umano,
comincerà a seguirlo.
Per il suo studio, Peoc’h costruì un tipo particolare di generatore di eventi
casuali: un robot computerizzato che si muoveva in modo inaspettato in un
campo, andando a destra il 50 per cento delle volte e a sinistra il restante 50
per cento. Come controllo, lo scienziato prima registrò il percorso del robot
senza la presenza dei pulcini. Scoprì che, nel tempo, il robot copriva gran
parte del campo in maniera uniforme. Poi Peoc’h espose alcuni pulcini
appena nati al robot. Come previsto, cominciarono a seguirlo come se fosse
la loro madre. Dopo l’imprinting, Peoc’h tolse i pulcini e li mise in una
gabbia su un lato, dove potevano vedere il robot ma non muoversi verso di
lui.
Quello che accadde dopo fu sbalorditivo: l’intenzione dei pulcini di stare
vicino al robot, che credevano la loro madre, ne influenzò i movimenti
casuali. Il robot non si muoveva più in tutto il campo, ma rimase nella metà
più vicina ai pulcini (vedi Figura 3.5). Se le intenzioni dei pulcini possono
influenzare i movimenti di un robot computerizzato, immagina cosa puoi fare
tu per attrarre il tuo nuovo futuro verso di te.

IL PERCORSO DEL GENERATORE DI


EVENTI CASUALI NEGLI ESPERIMENTI
DI RENÉ PEOC’H
Figura 3.5
Una rappresentazione grafica dei risultati dell’esperimento di René Peoc’h con i
pulcini. Nel rettangolo A è rappresentato il movimento del generatore di eventi
casuali quando la gabbia era vuota. Il rettangolo B mostra il movimento del
generatore di eventi casuali quando i pulcini furono posti nella gabbia a destra del
campo. Se le intenzioni dei pulcini riuscirono a indurre il generatore di eventi
casuali a muoversi verso di loro per gran parte del tempo, immagina cosa puoi fare
tu per attrarre il tuo nuovo futuro verso di te.

Nel campo unificato diventi consapevole di ciò che esiste già e gli dai vita
con la tua attenzione e la tua intenzione. Qui puoi essere un genio. Puoi
vivere nell’abbondanza. Puoi essere sano e ricco. Puoi vivere un’esperienza
mistica. Puoi creare un nuovo lavoro. Puoi risolvere un problema che ti
angustia.
Ricorda: tutte queste possibilità esistono sotto forma di potenziali
elettromagnetici nel campo quantico; non puoi percepirle con i sensi perché
non esistono ancora in questo spazio e tempo. Esistono solo come frequenza
o energia contenente informazioni, che deve essere sintonizzata e osservata in
questo spazio e tempo. Per farlo nella giusta maniera, devi connetterti con
quell’energia e con quelle informazioni attraverso la tua intenzione ed
energia.
Puoi vederla anche in questo modo: se sei connesso con la coscienza e
l’energia di ogni corpo e cosa, in ogni spazio e tempo all’interno di un vasto
campo unificato di potenzialità, allora osservare un potenziale quantico è
come diventare consapevole della tua mano nel mondo fisico; sei già
connesso con la tua mano, esiste già. Sintonizzarti sull’energia del tuo futuro
e osservare con intenzione quel potenziale nel campo quantico induce infiniti
campi di energia a collassare in particelle (evento quantico), e quella diventa
un’esperienza che può manifestarsi nel mondo fisico tridimensionale.
Quando termini la meditazione, anche se sei tornato al mondo
tridimensionale della materia, avendo già provato l’emozione elevata prima
dell’esperienza, non puoi fare altro che sentirti come se la tua intenzione si
fosse già manifestata, o come se la tua richiesta fosse già stata esaudita.
Avverti un’intima connessione con il tuo nuovo futuro, sapendo che si
manifesterà in un modo che non puoi prevedere (perché altrimenti lo
conosceresti già). Ti alzi come un nuovo io, che sente di essere più energia
che materia.
Ma devi rimanere consapevole, perché nel momento in cui te ne
dimentichi e cominci a stressarti riguardo a come e quando accadrà, ritornerai
al tuo vecchio io, cercando di prevedere il futuro sulla base del passato. E
allora inizierai a provare le solite emozioni (con la stessa energia inferiore)
che influenzano i soliti pensieri, e così scegli di restare intrappolato nella
realtà nota. Potremmo dire che ti allontani dall’energia del tuo futuro nel
momento in cui senti l’energia familiare delle emozioni del passato.
Se invece riesci a sintonizzarti più e più volte sulla possibilità che hai
scelto, sarai in grado di farlo non solo durante la meditazione ma anche
quando sei in coda allo sportello bancario o bloccato nel traffico. Mentre ti
radi, cucini o passeggi. Potrai farlo in continuazione con gli occhi aperti, così
come ci riesci con gli occhi chiusi durante la meditazione. Ricordati solo che,
ogni volta che ti sintonizzi sull’energia del tuo futuro nel momento presente,
attiri quel futuro verso di te.
E se lo fai abbastanza spesso e nel modo giusto, cambierai la tua biologia
da una realtà presente-passata a una realtà presente-futura. Vale a dire,
trasformerai il tuo cervello a livello neurologico da registrazione del passato a
mappa del futuro. Allo stesso tempo, insegnando emotivamente nel momento
presente al tuo corpo cosa proverai in futuro, lo riprogrammi con una nuova
emozione elevata. Sarai in grado di stimolare nuovi geni in nuove maniere, e
modificherai il corpo come se il futuro che hai scelto con la tua intenzione
chiara sia già avvenuto. Ciò significa che inizi a indossare biologicamente il
tuo futuro.

Jace entra nel campo quantico


Terminati gli studi, mio figlio maggiore Jace fu assunto da un’azienda di
Santa Barbara e poi, alla scadenza del contratto, si trasferì a San Diego per
lavorare in una startup. Dopo un po’ decise di lasciare la compagnia e di
viaggiare. Adora il surf, così progettò di andare in Indonesia, Australia e
Nuova Zelanda per sette mesi. Prese le tavole da surf e partì, e si divertì un
mondo. Dopo sei mesi, mi chiamò dalla Nuova Zelanda dicendo: “Papà,
ascolta, devo cominciare a pensare a cosa farò quando tornerò nel mondo
reale. Vorrei creare un lavoro nuovo e migliore dei precedenti, ma in modo
diverso. Ho imparato molto in questo periodo di pausa.”
“Va bene” risposi. “Nel campo quantico ci deve essere una possibilità
legata a un nuovo lavoro per te su cui puoi sintonizzarti. Prendi un pezzo di
carta e scrivici la lettera L, poi disegnaci intorno due linee ondulate per
rappresentare il campo elettromagnetico.” (Anche tu farai qualcosa di simile
nella meditazione alla fine del capitolo.) Poi gli dissi: “Quella L è un simbolo
che rappresenta una possibilità, la tua intenzione chiara del lavoro che vuoi.
Ma adesso dobbiamo fare chiarezza su quale genere d’impiego desideri,
perciò elenchiamo cosa è importante per te a livello professionale. Sotto
quella L, che significa ‘nuovo lavoro’, voglio che tu scriva la parola
‘intenzione’ ed elenchi le caratteristiche del lavoro che vuoi. Puoi scrivere
qualsiasi cosa tranne quando o come accadrà.”
Mi rispose: “Voglio poter lavorare ovunque nel mondo e guadagnare
quanto o più di prima. Voglio avere contratti da sei mesi a un anno, e devo
amare ciò che faccio.”
“Bene. Qualcos’altro?” gli chiesi.
“Sì, voglio poter essere il capo di me stesso e guidare un mio team”
rispose.
“Ok, adesso hai la tua intenzione chiara” gli dissi. “Ogni volta che
penserai alla lettera L, puoi associarla al significato che le hai appena dato,
alle caratteristiche che hai elencato?”. Rispose di sì.
Poi gli chiesi di pensare a cosa avrebbe provato una volta creato il lavoro.
“Vicino o sotto le caratteristiche che hai elencato per fare chiarezza sul tuo
nuovo lavoro, voglio che tu scriva: Emozioni elevate – l’energia del mio
futuro. Elencale una per una. Quali sono secondo te?” gli dissi.
“Soddisfatto, innamorato della vita, libero e riconoscente” mi rispose,
individuando le emozioni elevate che avrebbe usato per attrarre il lavoro. Dai
un’occhiata alla Figura 3.6 per vedere che cosa ha fatto Jace.

INTENZIONE CHIARA + EMOZIONI


ELEVATE = NUOVA ENERGIA
Figura 3.6
Ecco come mio figlio Jace ha creato il suo nuovo lavoro. L è un simbolo che
rappresenta una potenziale nuova esperienza. A sinistra, sotto “Intenzione”, ha
elencato le caratteristiche del tipo di lavoro che desiderava. A destra, sotto
“Emozione elevata”, ha elencato le sensazioni che avrebbe provato a esperienza
avvenuta. Combinando questi due elementi, ha modificato ogni giorno la propria
energia per attrarre il nuovo lavoro.

“Adesso hai un mucchio di tempo a tua disposizione. Puoi fare surf e


rilassarti” commentai. “Dovrebbe essere facile per te creare il tuo futuro. T’i
impegnerai a fare ogni giorno ciò che serve per trasmettere un nuovo segnale
nel campo?”. Accettò.
Poi riesaminai con lui il concetto di trovare il momento presente e
aumentare l’energia in modo che veicoli l’intenzione per il suo futuro. “Tieni
quel simbolo nell’occhio della mente, mentre irradi energia nello spazio oltre
il tuo corpo, come quando ti sintonizzi su una stazione radio e capti una
frequenza che porta informazioni. Quanto più a lungo la tua consapevolezza
rimane in quest’energia o sei conscio dell’energia del tuo futuro, tanto più è
probabile che attirerai quell’esperienza verso di te. Quindi sintonizzati ogni
giorno sull’energia del tuo futuro. E ricorda: qualsiasi cosa tu trasmetta nel
campo unificato è il tuo esperimento con il destino. Quando c’è una
corrispondenza vibrazionale tra la tua energia e l’energia di questo
potenziale, esso ti troverà. Jace, ce la puoi fare?”.
“Certo” rispose.
“E poi, dopo essere rimasto in quel nuovo stato d’essere per un po’ di
tempo, voglio che pensi a cosa farai nel tuo nuovo lavoro” continuai. “Che
decisioni prenderai? Quali cose farai? Quali esperienze ti aspettano? Voglio
che tu viva in quella realtà futura nel momento presente.”
Così come le persone tendono a farsi ossessionare dalle peggiori cose che
potrebbero accadere loro, io invece stavo chiedendo a mio figlio di farsi
ossessionare dalle cose migliori che potevano succedere quando il suo nuovo
lavoro lo avrebbe trovato.
“Pensa a tutto il tempo che avrai per il surf, ai viaggi che potrai continuare
a fare, alle persone con cui lavorerai, alle loro qualità e al denaro che potrai
mettere da parte per una casa o una nuova automobile. Divertiti ogni giorno
con queste idee.” lo incoraggiai. Proprio come i pianisti e le persone che
hanno esercitato i propri muscoli di cui hai letto nel precedente capitolo, Jace
stava per programmare corpo e cervello come se il futuro che lui desiderava
fosse già diventato realtà.
“Siccome l’energia fluisce dove va l’attenzione” continuai, “voglio che tu
investa la tua attenzione e la tua energia in quel nuovo futuro. Così come il
corpo segue la mente in bagno ogni mattina, verso una realtà nota, il tuo
corpo seguirà la mente verso l’ignoto.” Jace accettò di meditare ogni giorno.
Ritornò un mese dopo e, appena atterrato a Los Angeles, mi mandò un
messaggio che diceva: “Papà, sono tornato. Possiamo parlare?”.
“Oh oh” pensai. “Ci siamo.” Così lo chiamai e gli chiesi come andassero
le cose.
“Bene” rispose Jace. “Ma ho quasi finito i soldi. Non so cosa fare.”
Come padre, volevo rispondergli: “Non ti preoccupare, figlio mio. Ti
aiuterò io finché non ti rimetti in sesto” ma l’insegnante che è in me prese il
sopravvento e così dissi: “È fantastico, perché adesso dovrai creare davvero.
Ora sei nell’ignoto. Fammi sapere come va.” E riattaccai. Sentivo il suo
disagio, ma conosco mio figlio e sapevo che ce l’avrebbe fatta.
Jace andò a Santa Barbara a trovare alcuni amici, con cui si recò a fare
snowboard per quattro giorni, come ogni anno. Poi si fermò di nuovo a Santa
Barbara prima di tornare a casa ed entrò in un negozio che vendeva materiale
per il surf. Lì gli capitò d’incontrare il più importante progettista del mondo
di pinne per tavole da surf.
Cominciarono a parlare e poco dopo l’uomo disse a Jace: “Sto cercando
un ingegnere che progetti pinne per il surf. Mi serve per sei mesi all’anno, e
può fare ciò che vuole. M’importa solo di avere un prodotto di alta qualità.”
Hai già capito come va a finire la storia. Jace ha ottenuto il lavoro con un
contratto di un anno che può rinnovare quando vuole. Guadagna di più
rispetto al precedente impiego. Ama la sua nuova professione perché ha a che
fare con il surf, la sua passione. A volte mi manda un messaggio dicendo:
“Non riesco a credere che mi paghino per fare questo!”. È il capo di se stesso,
può lavorare dove vuole e fa spesso surf per provare le pinne. Ama la sua
vita. Non ha dovuto inviare curriculum, fare telefonate o spedire e-mail. Non
ha dovuto andare dappertutto a fare colloqui né riempire moduli. È stato il
lavoro a trovarlo.
Quando diventiamo nessuno, nessun corpo, nessuna cosa, in nessun luogo
e in nessun tempo, distogliamo l’attenzione dalle distrazioni del mondo
esterno che c’impediscono di essere presenti con il campo unificato
d’intelligenza che è dentro e intorno a noi. Ci guardiamo nel profondo e ci
allineiamo con una coscienza onnipresente, che riflette ciò che vogliamo.
Quanto più restiamo in questo luogo senza materia, investendoci attenzione
ed energia, tanto più ci avviciniamo al campo unificato per cambiare la nostra
vita.
Quando ci dirigiamo con fiducia verso l’ignoto, senza riportare la nostra
consapevolezza nel mondo materiale dei sensi, nella realtà tridimensionale,
proviamo un senso di unità e completezza che agisce positivamente sulla
mancanza, sulla separazione, sulla dualità, sulla malattia e sulla personalità
frammentata.
Dopotutto, quando ci sentiamo completi, non ci può mancare niente. A
quel punto, stiamo semplicemente osservando ciò che già esiste nel campo
quantico di tutte le possibilità o potenzialità, dandogli vita con la nostra
attenzione e la nostra energia.
Quindi adesso devo chiederti: “Quale esperienza è laggiù, nel campo
quantico, in attesa di trovarti?”.

Preparati a sintonizzarti
Questa meditazione richiede un po’ di preparazione. Per prima cosa,
voglio che tu pensi a una potenziale esperienza che ti piacerebbe avere.
Ricorda che, come l’elettrone prima di collassare nella materia, l’esperienza
esiste già sotto forma di energia o frequenza nel campo quantico ed è proprio
con questa energia che stai per sintonizzarti. Alcuni dei nostri allievi hanno
abbassato i livelli di colesterolo solo sintonizzandosi su una possibilità.
Hanno ridotto i loro marcatori tumorali. Hanno fatto sparire il cancro. Hanno
anche creato nuovi impieghi, vacanze pagate, nuove relazioni sane, più
denaro, esperienze profondamente mistiche, persino biglietti vincenti della
lotteria. Credimi: io e il mio team abbiamo visto di tutto. Perciò vai avanti,
entra nell’ignoto.
Quando hai pensato alla nuova esperienza che vuoi creare, assegnale una
lettera maiuscola e poi scrivila su un pezzo di carta. Considera questa lettera
come un simbolo che rappresenta quella particolare possibilità nella tua vita.
È importante metterla su carta invece di pensarla solamente, perché l’atto di
annotarla consolida il tuo desiderio. Poi disegna due linee circolari ondulate
intorno alla lettera per rappresentare il campo elettromagnetico che devi
generare attorno al tuo corpo affinché corrisponda a quel potenziale nel
campo quantico.
Adesso assegna un significato a quella lettera così puoi chiarire meglio la
tua intenzione. Pensa ad alcune caratteristiche di quello che vuoi ed elencane
almeno quattro. (L’unica cosa che non devi includere è la tempistica.) Per
esempio, se la tua intenzione è un lavoro, la lista potrebbe essere come
questa:

• Guadagnare di più.
• Essere a capo di un team di professionisti.
• Viaggiare ovunque con un generoso conto spese.
• Fare la differenza nel mondo.

Sullo stesso pezzo di carta, scrivi le emozioni che proverai quando la


possibilità che hai immaginato si manifesterà. Potresti scrivere:

• Soddisfatto
• Illimitato
• Riconoscente
• Libero
• In estasi
• Innamorato della vita
• Felice

Libera la fantasia, e se pensi di non sapere cosa proverai perché non hai
mai vissuto quell’esperienza, scrivi “gratitudine”, che va sempre bene. La
gratitudine è un’emozione potente da utilizzare per la manifestazione perché
in genere siamo grati quando riceviamo qualcosa. Quindi, la firma emotiva
della gratitudine significa che l’evento è già accaduto e il tuo corpo
comincerà a credere di essere in quella realtà futura nel momento presente.
Le diverse emozioni che hai appena elencato sono l’energia che veicolerà
la tua intenzione. Non è un processo intellettivo ma viscerale. Devi provare
davvero queste emozioni. Devi insegnare al corpo a livello emotivo le
sensazioni che proverai nel tuo futuro prima che si verifichi, e devi farlo nel
momento presente.
Adesso sei pronto per la meditazione.
Meditazione: “Sintonizzati su nuove possibilità”
Inizia ponendo l’attenzione sulle diverse parti del corpo e sullo spazio che
le circonda. Ne parlerò in maggior dettaglio nel prossimo capitolo, ma per il
momento ti basta sapere che focalizzarsi sullo spazio intorno al corpo aiuta a
modificare le onde cerebrali, passando da uno stato incoerente di onde
cerebrali beta a uno stato coerente di onde cerebrali alfa e theta. Acquisisci
consapevolezza dello spazio infinito dietro i tuoi occhi in questo eterno
spazio nero, dello spazio al centro della testa, dello spazio tra la parte
posteriore della gola e la testa, e poi oltre la tua testa nello spazio. Poi diventa
consapevole dello spazio al centro della gola, dello spazio oltre la gola e
intorno al collo, dello spazio al centro del petto, dello spazio attorno al corpo,
dello spazio dietro l’ombelico e infine dello spazio intorno ai fianchi in
questo infinito vuoto nero. Ogni volta, prenditi il tuo tempo, senti lo spazio,
diventane consapevole e rimani presente.
Diventa consapevole della vastità dello spazio che la stanza in cui ti trovi
occupa nello spazio, poi estendi la tua consapevolezza alla vastità dello
spazio oltre la stanza, e infine alla vastità dello spazio che tutto lo spazio
occupa nello spazio.
Ora è il momento di distogliere l’attenzione dal tuo corpo, dall’ambiente e
dal tempo e di diventare nessuno, nessun corpo, nessuna cosa, in nessun
luogo e in nessun tempo, di diventare pura coscienza, di entrare sotto forma
di consapevolezza in questo campo infinito in cui esistono tutte le possibilità.
Se ti distrai, ritorna al momento presente. Continua a entrare in questo spazio
immateriale e a reinvestire la tua attenzione in esso.
Pensa alla possibilità su cui vuoi sintonizzarti, che già esiste nel campo
quantico, ricordando la tua lettera. Percepisci l’energia di quella possibilità
futura, dentro di te e tutto intorno a te, e sintonizzati sul tuo futuro. Così
facendo entri in nuovo stato d’essere, trasmettendo una firma
elettromagnetica completamente nuova nel campo. Quando c’è
corrispondenza vibrazionale tra la tua energia e quel potenziale, il nuovo
evento ti troverà; tu non devi fare niente. Voglio essere chiaro: ci potrebbero
volere parecchie meditazioni prima che la tua futura opportunità si manifesti.
Potrebbe accadere dopo una settimana, un mese o molto più tempo. È
fondamentale continuare a meditare finché non accade.
Quando sei in un nuovo stato d’essere e trasmetti una nuova firma
elettromagnetica, ricorda il tuo futuro prima che accada e comincia a provare
mentalmente quel futuro vivendo al suo interno. Rendilo il più vero possibile,
evocando le emozioni elevate che hai elencato in precedenza, in modo da
insegnare al corpo a livello emotivo a vivere nel futuro.
Consegna la tua creazione a una mente più grande, piantando un seme nel
campo infinito delle possibilità, e lasciala andare. Infine, benedici il tuo corpo
con una nuova mente. Benedici la tua vita, la tua anima, il tuo passato e il tuo
futuro. Benedici il divino che è in te, apri il tuo cuore e sii grato per la nuova
vita prima che si manifesti.
Lentamente, riporta la tua consapevolezza nella stanza e, quando sei
pronto, apri gli occhi. Alzati dalla meditazione come se il tuo futuro fosse già
accaduto, e lascia che le sincronicità e le nuove possibilità ti trovino.
Capitolo 4

“BENEDIZIONE DEI CENTRI


ENERGETICI”

Abbiamo parlato molto di luce e informazioni o energia e coscienza.


Adesso è il momento di approfondire questi concetti per spiegare come
funziona la prossima meditazione. Come ho già detto, ogni cosa nel nostro
universo emette o è fatta di luce e informazioni o di energia e coscienza, che
sono altri modi per descrivere l’energia elettromagnetica. Questi elementi
sono così strettamente collegati che è impossibile separarli. Guardati intorno.
Anche se non vedi altro che materia (oggetti, cose, persone o luoghi), c’è
anche un mare di infinite frequenze invisibili che trasportano informazioni
codificate. Ciò significa non solo che il tuo corpo è fatto di luce e
informazioni, di energia e coscienza, ma anche che tu, in quanto essere
cosciente con un corpo, sei fatto di luce organizzata gravitazionalmente piena
di informazioni, che invia e riceve in continuazione varie frequenze
contenenti diversi segnali, proprio come una radio o un telefono cellulare.
Tutte le frequenze contengono informazioni. Pensa per un momento alle
onde radio. Ci sono onde radio che attraversano la stanza in cui ti trovi
adesso. Se accendessi una radio, potresti sintonizzarti su un particolare
segnale o lunghezza d’onda, un piccolo trasduttore nella radio capterebbe
quel segnale e lo trasformerebbe in un suono che tu potresti ascoltare e
capire, come per esempio una canzone, il notiziario o la pubblicità. Solo
perché non puoi vedere le onde radio nell’aria non significa che non siano lì,
a veicolare informazioni su una frequenza specifica. Se cambi appena la
frequenza e ti sintonizzi su un’altra stazione, un messaggio diverso sarà
veicolato su quella lunghezza d’onda.
Dai un’occhiata alla Figura 4.1A, che mostra l’intero spettro
elettromagnetico a noi noto. Lo spettro visibile, in cui si trova la gamma di
colori che distinguiamo nel mondo in cui viviamo, costituisce meno dell’1
per cento di tutte le frequenze di luce esistenti. Ciò significa che la maggior
parte delle frequenze è al di là della nostra percezione, e perciò la maggior
parte della realtà di questo universo non può essere colta dai nostri sensi. Ci
sono molte altre informazioni a nostra disposizione oltre a ciò che possiamo
vedere con gli occhi fisici. Ricordati che, quando parlo di “luce”, mi riferisco
a tutta la luce, che include l’intero spettro di frequenze elettromagnetiche e
non solo la luce visibile.

LO SPETTRO ELETTROMAGNETICO

Figura 4.1A
Questa figura rappresenta l’intero spettro di frequenze elettromagnetiche, dal
campo del punto zero fino alla materia. Quando l’energia aumenta (o la frequenza
diventa più veloce), la lunghezza d’onda diminuisce. Quando l’energia diminuisce
(o la frequenza diventa più lenta), la lunghezza d’onda aumenta. Al centro c’è lo
spettro di realtà che percepiamo (luce visibile).

Per esempio, anche se non li vediamo, i raggi X esistono comunque. Lo


sappiamo perché noi esseri umani abbiamo la capacità di crearli e di
misurarli. Esiste un numero infinito di frequenze all’interno dello spettro di
luce dei raggi X. I raggi X hanno una frequenza più veloce della luce visibile
e perciò sono dotati di più energia (perché più veloce è una frequenza,
maggiore è la sua energia). La materia è la più densa delle frequenze perché è
la forma di luce e informazioni più lenta e condensata.

FREQUENZA E LUNGHEZZA D’ONDA

Figura 4.1B
Qui vediamo il rapporto tra frequenza e lunghezza d’onda. Il numero di cicli in
un’onda completa (tra le lettere a e b, b e c e così via) è una lunghezza d’onda. Lo
spazio tra le due frecce verticali rivolte verso il basso rappresenta un intervallo di
tempo di 1 secondo. In questo caso, poiché ci sono cinque onde complete
nell’arco di un secondo, diciamo che la frequenza è di 5 cicli per secondo, o 5 Hz.

Osserva la Figura 4.1B. Muovi gli occhi lungo la linea orizzontale che
attraversa le colline e le valli formate dalle onde, cominciando dalla lettera a
e poi passando a b e poi a c. Ogni volta che arrivi alla lettera seguente hai
appena percorso un ciclo completo, chiamato lunghezza d’onda. Quindi, la
distanza tra le lettere a e b è una lunghezza d’onda. La frequenza di un’onda
si riferisce al numero di lunghezze d’onda o cicli in 1 secondo, che si misura
in hertz (Hz). Pertanto, quanto più veloce è la frequenza di un’onda, tanto più
corta è la lunghezza d’onda. È vero anche il contrario: più lenta è la
frequenza, maggiore è la lunghezza d’onda (Figura 4.1C). Per esempio, la
luce infrarossa ha una frequenza più lenta della luce ultravioletta, perciò la
lunghezza d’onda dai raggi infrarossi è maggiore di quella dei raggi
ultravioletti. Ecco un altro esempio, stavolta nello spettro visibile: il colore
rosso ha una frequenza più lenta (450 cicli per secondo) del colore blu (650
cicli per secondo). Pertanto, la lunghezza d’onda del rosso è maggiore di
quella del blu.

RAPPORTO TRA FREQUENZA E


LUNGHEZZA D’ONDA

Figura 4.1C
Quando la frequenza aumenta, la lunghezza d’onda diminuisce. Quando la
frequenza diminuisce, la lunghezza d’onda aumenta.

Nel corso degli anni, sono stati fatti diversi tentativi di fotografare e
misurare i campi di luce. Uno degli esempi più importanti è l’effetto
fotografico Kirlian, scoperto nel 1939 da Semyon Davidovich Kirlian,
elettricista e inventore russo. Con questa tecnica, Kirlian fu in grado di
catturare immagini del campo elettromagnetico che circonda sia gli esseri
viventi che gli oggetti non viventi. Kirlian scoprì che mettendo un foglio di
pellicola fotografica su una piastra di metallo, ponendo un oggetto sopra la
pellicola e applicando una corrente ad alta tensione alla piastra di metallo,
un’immagine della scarica elettrica tra l’oggetto e la piastra rimaneva visibile
sulla pellicola, apparendo come un contorno luminoso intorno all’oggetto
fotografato.
Pare che, in uno dei suoi molti esperimenti, Kirlian fotografò due foglie
apparentemente identiche, una di una pianta sana e l’altra di una pianta
malata. La fotografia della foglia proveniente dalla pianta sana mostrava un
forte campo di luce, mentre l’altra un bagliore molto più debole, inducendo
Kirlian a credere che la sua tecnica fotografica potesse essere in grado di
valutare lo stato di salute del soggetto fotografato. Oggigiorno gli scienziati
mettono in discussione l’utilità della fotografia Kirlian come strumento
diagnostico, ma le ricerche su questa tecnica continuano.
Uno sviluppo più recente in questa direzione si deve all’opera del biofisico
tedesco Fritz-Albert Popp, che ha passato più di tre decenni a studiare i
biofotoni, minuscole particelle di luce a bassa intensità emesse da tutti gli
esseri viventi. Nel 1996 Popp fondò l’Istituto Internazionale di Biofisica
(IIB), una rete di laboratori di ricerca in più di una dozzina di Paesi di tutto il
mondo che studiano i biofotoni. Popp e i ricercatori dell’IIB credono che le
informazioni contenute in queste particelle di luce, che si trovano nel DNA,
vengano trasmesse in modo estremamente efficiente alle cellule
dell’organismo, svolgendo così un ruolo fondamentale nella regolazione delle
sue funzioni.1 I biofotoni possono essere individuati da uno strumento
particolarmente sensibile, progettato per misurare le loro emissioni: quanto
più forti sono le emissioni e più intenso e coerente è il campo di luce, tanto
maggiore sarà la comunicazione tra le cellule e più sano l’organismo.
Per mantenere la vita e la salute, le nostre cellule comunicano tra loro
scambiandosi informazioni vitali trasmesse su diverse frequenze di luce.
Popp scoprì che è vero anche il contrario: quando una cellula non emette
abbastanza energia elettromagnetica organizzata e coerente, si ammala; non è
più in grado di condividere informazioni con altre cellule e, senza questo
scambio, non ha ciò che le serve. Perciò, forse la versione meccanicistica del
funzionamento interno della cellula, che abbiamo studiato nelle lezioni di
biologia alle superiori, è un po’ datata. Le molecole cariche che si attraggono
e si respingono non sono responsabili del funzionamento della cellula.
Invece, l’energia elettromagnetica che la cellula emette e riceve è la forza
vitale che governa le molecole. Questo è il punto di vista vitalistico.
Tutto ciò significa che siamo letteralmente esseri di luce che irradiano una
forza vitale ed esprimono un campo di luce intorno al corpo. Si può dire che
quanto più definiamo la realtà con i sensi e viviamo concentrandoci
soprattutto sul mondo fisico, tanto più potremmo perderci informazioni
preziose. Questo perché quanto più ci concentriamo sulla materia, gli oggetti,
le cose, le persone e i luoghi nel mondo esterno, tanto meno siamo in grado di
percepire queste altre frequenze che non sono visibili a occhio nudo. E, se
non ne siamo consapevoli, è come se non esistessero per noi.
Come hai già letto e, spero, cominciato a provare di persona con la
meditazione dello scorso capitolo, puoi sintonizzarti su certe frequenze
intorno a te, così come puoi sintonizzare la radio sulla stazione che preferisci.
Quando chiudi gli occhi, rimani immobile ed elimini l’ambiente esterno
(ovvero le interferenze che di solito t’impediscono di percepire queste altre
frequenze), puoi esercitarti a captare un segnale chiaro e a ricevere le sue
informazioni. Se lo fai ripetutamente, ti sintonizzi su un nuovo livello di luce
e informazioni che puoi utilizzare per influenzare la materia. Così facendo, il
corpo sperimenta la sintropia (maggiore ordine) invece dell’entropia
(disordine, crollo fisico e caos). Quando riesci a calmare la mente analitica e
a sintonizzarti su queste informazioni più ordinate, il corpo risponde
automaticamente elaborando un nuovo flusso di coscienza ed energia,
diventando così più efficiente, coerente e sano.

Focalizzazione convergente e divergente


All’inizio della meditazione dello scorso capitolo, ti ho chiesto di porre
l’attenzione su diverse parti del corpo e sullo spazio che le circonda ed è un
passaggio richiesto in quasi tutte le meditazioni che propongo, perché così
affini la tua capacità di padroneggiare due diverse modalità in cui il cervello
può focalizzarsi: la focalizzazione convergente e la focalizzazione divergente.
La focalizzazione convergente è una messa a fuoco ristretta su un oggetto
materiale, come per esempio nelle meditazioni quando poni l’attenzione su
una determinata parte del corpo. È lo stesso tipo di focalizzazione che utilizzi
quando presti attenzione agli oggetti nel tuo ambiente. In genere, quando vai
a prendere un bicchiere, telefoni o scrivi un messaggio a qualcuno o ti allacci
una scarpa, utilizzi una focalizzazione convergente. Sei concentrato su
oggetti o cose (materia) e persone o luoghi del mondo esterno, perlopiù
tridimensionali.
Ricordi che ho parlato del vivere in modalità di sopravvivenza, con gli
ormoni dello stress che ci tengono pronti a lottare o fuggire? Quando siamo
in quello stato, restringiamo ancor di più la nostra messa a fuoco perché
prestare la massima attenzione al mondo fisico esterno diventa vitale. In
effetti, diventiamo materialisti e definiamo la realtà attraverso i sensi. I
diversi comparti del cervello che di solito lavorano all’unisono cominciano a
suddividersi e smettono di comunicare in maniera efficace tra di loro, non
operando più insieme in uno stato di coerenza (ordine). Ora sono in uno stato
di incoerenza e inviano messaggi incoerenti alle varie parti del corpo
attraverso il midollo spinale. L’abbiamo osservato più e più volte quando
effettuiamo le scansioni per misurare le onde cerebrali.
Come ho già detto, quando il tuo cervello è incoerente lo sei anche tu. È
come se, invece di suonare una bella sinfonia, il cervello e il corpo
producessero una cacofonia. E, a causa di questa condizione di squilibrio e
incoerenza, tenti di controllare o forzare un risultato nella tua vita. Cerchi di
prevedere un futuro che è basato sul passato, prestando più attenzione al
mondo esterno di oggetti e cose che al tuo mondo interiore di pensieri e
sentimenti. In altre parole, rimani in una focalizzazione convergente,
pensando ossessivamente alle stesse cose. È questo che fa lo stress: t’induce a
essere ossessionato dai tuoi problemi, così puoi essere preparato allo scenario
peggiore basato sui ricordi del passato. Tuttavia, quando passi da
quest’attenzione ristretta a una messa a fuoco aperta e ampia, come potrai
fare grazie a questa meditazione, diventi consapevole dello spazio e quindi
della luce e dell’energia intorno al tuo corpo nello spazio. Questa si chiama
focalizzazione divergente. Passi dal concentrarti su qualcosa al concentrarti
su nessuna cosa, sull’onda (energia) invece che sulla particella (materia). La
realtà è sia la particella che l’onda; è materia ed energia. Quando usi la
focalizzazione convergente per porre l’attenzione su diverse parti del corpo
(la particella) e poi apri la tua messa a fuoco in modo da percepire lo spazio
che le circonda (l’onda), il cervello diventa più coerente ed equilibrato.

Entra nella mente subconscia


Negli anni Settanta, Les Fehmi, direttore del Princeton Biofeedback
Centre di Princeton, nel New Jersey, scoprì che questo spostamento
dell’attenzione dalla focalizzazione convergente a quella divergente modifica
le onde cerebrali. Fehmi stava cercando di trovare un metodo per insegnare
come passare dalle onde cerebrali beta (pensiero cosciente) alle alfa (stato di
rilassamento e creatività). Scoprì che la strategia più efficace consisteva nel
guidare i soggetti ad acquisire consapevolezza dello spazio o del nulla,
adottando quella che chiamava la messa a fuoco aperta.2 La tradizione
buddista utilizza questo metodo di meditazione da migliaia di anni. Se apri la
messa a fuoco e percepisci le informazioni invece della materia, le onde
cerebrali rallentano, passando da beta ad alfa.
Quando il cervello pensante (la neocorteccia) rallenta, sei in grado di
andare oltre la mente analitica (chiamata anche mente critica), che separa la
mente conscia da quella subconscia (vedi Figura 4.2). Ora puoi entrare nella
sede del sistema operativo del corpo, il sistema nervoso autonomo, di cui ho
parlato nel capitolo precedente, e il tuo cervello può funzionare in modo più
olistico.

OLTRE LA MENTE ANALITICA


Figura 4.2
Uno dei principali scopi della meditazione è andare oltre la mente analitica. Ciò
che separa la mente conscia da quella subconscia è la mente analitica. Quando
rallenti le onde cerebrali, esci dalla mente conscia e dal cervello pensante,
oltrepassi la mente analitica ed entri nel sistema operativo della mente subconscia,
dove si trovano i programmi automatici e le abitudini.

Quando eseguirai la meditazione chiamata “Benedizione dei centri


energetici”, che t’insegnerò più avanti in questo capitolo, porrai l’attenzione
su ciascuno dei centri energetici del corpo, chiamati anche chakra (“ruote”)
negli antichi testi vedici dell’India orientale, e poi aprirai la tua messa a
fuoco. L’energia che poni su ciascun centro si muove in quella direzione,
attivandolo.
Per esempio, non è un mistero che se hai una fantasia erotica nella mente e
nel cervello, quando arriva l’energia il centro si attiva in una determinata
maniera e gli organi, i tessuti, le sostanze chimiche, gli ormoni e il sistema
nervoso reagiscono di conseguenza. Se hai fame e stai pensando a cosa
mangerai, non a caso i succhi gastrici si attivano, produci saliva e il corpo si
prepara all’esperienza di mangiare perché stai attivando quell’area. Se stai
pensando di litigare con il tuo capo o con tua figlia, secerni adrenalina prima
ancora dell’inizio dello scontro. In tutti questi casi, il pensiero diventa
l’esperienza. Lo spiegherò in maniera più dettagliata nella prossima sezione,
quando parleremo dei singoli centri energetici, ma per ora ti basta sapere che
ciò accade perché ogni centro produce la propria espressione ormonale
chimica, che poi attiva gli organi, i tessuti e le cellule in ciascuna zona.
Immagina cosa accadrebbe se tu fossi in grado di rallentare le tue onde
cerebrali durante la meditazione e di entrare nel sistema operativo di ognuno
di questi centri energetici ponendo l’attenzione sullo spazio attorno a essi,
aprendo la tua messa a fuoco. Tutti i centri diventerebbero più ordinati e
coerenti, e questo segnalerebbe ai neuroni di creare un nuovo livello di mente
e di attivare gli organi, i tessuti e le cellule di quella zona, producendo i
messaggeri chimici e gli ormoni corrispondenti. E, se lo facessi
ripetutamente, con il tempo cominceresti a indurre un cambiamento fisico
reale.
Tra gli allievi che seguono questa pratica, alcuni sono guariti da infezioni
croniche della vescica, problemi di prostata, impotenza, diverticolite, morbo
di Crohn, allergie e intolleranze alimentari come la celiachia, tumori alle
ovaie, aumento degli enzimi epatici, reflusso acido, palpitazioni cardiache,
aritmia, asma, patologie respiratorie, mal di schiena, disfunzioni della tiroide,
cancro alla gola, dolori al collo, emicrania cronica, mal di testa, tumori al
cervello e molti altri disturbi. Abbiamo assistito a ogni genere di
miglioramento nei soggetti che praticavano questa particolare meditazione, a
volte già dopo la prima volta. Queste straordinarie guarigioni furono possibili
perché le persone sono riuscite a cambiare l’espressione del loro DNA a
livello epigenetico, attivando alcuni geni e disattivandone altri, alterando la
modalità con cui questi geni esprimono le proteine nei loro corpi fisici (come
hai letto nel Capitolo 2).

Funzionamento dei centri energetici


Stiamo per esaminare più da vicino ognuno dei centri energetici
dell’organismo, ma prima voglio spiegare un po’ meglio come funzionano.
Ciascuno di essi è un centro d’informazioni. Ognuno ha la propria energia
che veicola un livello corrispondente di coscienza, la propria emissione di
luce che esprime informazioni specifiche o la propria frequenza che porta un
determinato messaggio. Tutti hanno anche le proprie ghiandole, i propri
ormoni, la propria chimica e i propri plessi di neuroni. Puoi considerare
questi ammassi di reti neurali come mini-cervelli. E se ognuno di questi
centri ha un proprio cervello, ha anche una propria mente. Dai un’occhiata
alla Figura 4.3, che mostra la posizione di tutti i centri e l’anatomia e la
fisiologia associate a ciascuno di essi.

I CENTRI ENERGETICI
Figura 4.3
Ciascun centro energetico del corpo ha una propria struttura biologica. Tutti hanno
le proprie ghiandole, ormoni, sostanze chimiche e mini-cervelli (plessi di neuroni)
individuali, e di conseguenza anche una propria mente.

Come hai letto nel secondo capitolo, quando la coscienza attiva il tessuto
neurologico, crea la mente. La mente è il cervello in azione, perciò se ognuno
di questi centri energetici possiede un plesso di neuroni, allora ha anche la
sua mente individuale. Ciò che attiva la mente è l’energia con un’intenzione
cosciente. Quando uno di questi centri si accende, a sua volta attiva ormoni,
tessuti, sostanze chimiche e funzioni cellulari, ed emette energia.
Per esempio, se il primo centro (la sede delle gonadi) viene attivato
dall’energia, la sua mente ha un’intenzione molto precisa. Quando tu, come
essere cosciente, hai un pensiero o una fantasia (è la coscienza che agisce sul
tessuto neurologico), in un attimo il tuo corpo cambia a livello fisiologico, e
quindi anche la tua energia. L’organismo secerne sostanze chimiche e ormoni
dalle ghiandole corrispondenti per prepararti emotivamente all’atto sessuale.
Ora hai più energia in quel centro, che rilascia la sua particolare frequenza
contenente un messaggio intenzionale.
L’energia che veicola l’intenzione cosciente attiva il centro sessuale, e la
mente nel cervello influenza la mente nel corpo a livello del plesso nervoso
individuale [Ndr: Il plesso nervoso è formato dai rami anteriori dei nervi
spinali che si congiungono tra loro. Abbiamo per esempio il plesso cervicale,
il plesso brachiale ecc.]. Questa mente, situata in quella zona specifica del
corpo, attraverso questo mini-cervello opera a livello subconscio attraverso il
sistema nervoso autonomo. Va al di là del controllo volontario. Potremmo
dire che il corpo sta seguendo la mente mentre il mini-cervello in quel centro
energetico attiva le relative ghiandole, che a loro volta attivano gli ormoni
corrispondenti che segnalano alle apposite sostanze chimiche di modificare la
fisiologia e lo stato emotivo del corpo. Così emetti un’energia molto chiara
che porta una specifica istruzione fuori da quel centro. Quando l’energia
attraversa quel tessuto neurologico o plesso di neuroni, crea una mente a quel
livello, così quel centro, quando è attivato, ha una propria mente.
Anche il secondo centro possiede una propria mente. Quando attiviamo il
suo mini-cervello e quindi la sua mente, si verifica la medesima sequenza di
eventi che abbiamo appena visto nel primo centro energetico, ma con diversi
neurocircuiti, ormoni, sostanze chimiche, emozioni, energia e informazioni.
Questa parte del corpo è stata chiamata “il secondo cervello” in virtù delle
centinaia di milioni di neuroni e connessioni neurali che si trovano qui (più di
quanti ce ne sono nel midollo spinale o nel sistema nervoso periferico). Il 95
per cento della serotonina (l’ormone del buonumore) presente nell’organismo
non si trova nel cervello ma nell’intestino.3 Seguire la pancia significa
letteralmente fidarsi del proprio istinto. È come se il corpo e il cervello di
questo centro potessero superare il nostro cervello analitico e razionale.
E il centro cardiaco? Cosa succede quando segui il tuo cuore? Come i
primi due, il quarto centro, situato nel petto, possiede una propria frequenza, i
propri ormoni, le proprie emozioni, le proprie sostanze chimiche e un proprio
mini-cervello che attinge da un campo di energia e informazioni che lo
circonda. Quando segui il tuo cuore, tendi a essere più premuroso, gentile,
ispirato, altruista, empatico, generoso, riconoscente, fiducioso e paziente. Se
il mini-cervello ottiene queste informazioni, invia istruzioni e messaggi agli
organi e ai tessuti che si trovano in quella parte del corpo, e tu emetti energia
amorevole da questo specifico centro d’informazione.
Adesso esaminiamo più in dettaglio ciascuno dei centri energetici. Le loro
funzioni in parte si sovrappongono, ma in linea di massima le loro
caratteristiche sono semplici da capire. Se ti serve, puoi rivedere la Figura
4.3.

Approfondisci la conoscenza dei centri energetici


Il primo centro energetico controlla la zona degli organi sessuali, inclusi il
perineo, il pavimento pelvico, le ghiandole collegate alla vagina o al pene, la
prostata se sei un uomo, la vescica, la parte finale dell’intestino e l’ano. Ha a
che fare con la procreazione, l’eliminazione dei rifiuti, la sessualità e
l’identità sessuale. Gli ormoni sessuali (gli estrogeni e il progesterone nelle
donne, il testosterone negli uomini) sono legati a questo centro. Il primo
centro energetico inoltre è associato al plesso nervoso mesenterico inferiore.
Nel primo centro è presente un’enorme quantità di energia creativa. Pensa
a quanta energia serve per creare la vita. Quando questo centro è in
equilibrio, l’energia creativa fluisce agevolmente e tu sei anche radicato nella
tua identità sessuale.
Il secondo centro energetico è dietro e un po’ sotto l’ombelico. Controlla
le ovaie, l’utero, il colon, il pancreas e la parte inferiore della schiena. Ha a
che fare con la digestione, l’eliminazione dei rifiuti e la trasformazione del
cibo in energia; comprende gli enzimi digestivi, i succhi gastrici e gli enzimi
e gli ormoni che mantengono in equilibrio il livello di zuccheri nel sangue.
Questo centro è connesso con il plesso nervoso mesenterico superiore.
Il secondo centro energetico è legato anche alle strutture sociali, alle reti di
sostegno, alla famiglia, alle culture e alle relazioni interpersonali. Quando è
in equilibrio, ti senti al sicuro nel tuo ambiente e nel mondo.
Il terzo centro energetico è situato alla bocca dello stomaco, sotto lo
sterno. Controlla lo stomaco, l’intestino tenue, la milza, il fegato, la
cistifellea, le ghiandole surrenali e i reni. Gli ormoni associati a esso
comprendono l’adrenalina e il cortisolo, gli ormoni renali e sostanze
chimiche come la renina, l’angiotensina, l’eritropoietina, tutti gli enzimi del
fegato e quelli dello stomaco, come la pepsina, la tripsina, la chimotripsina e
l’acido cloridrico. Il terzo centro energetico è legato al plesso solare,
chiamato anche plesso celiaco.
Questo centro è associato alla volontà, al potere, alla presunzione, al
controllo, alla grinta, all’aggressività e al predominio. È il centro della
competizione, del potere personale e dell’autostima. Quando il terzo centro è
in equilibrio, usi la tua volontà per superare l’ambiente e le condizioni
esistenziali. Al contrario del secondo, questo centro si attiva spontaneamente
se percepisci che il tuo ambiente non è sicuro o se è imprevedibile, e perciò
devi proteggere e prenderti cura te della tua tribù e di te stesso. Il terzo centro
è attivo anche quando vuoi qualcosa e devi utilizzare il corpo per ottenerlo.
Il quarto centro energetico è situato nello spazio dietro lo sterno. Controlla
il cuore, i polmoni e il timo (la principale ghiandola immunitaria
dell’organismo, chiamata “fonte della giovinezza”). Gli ormoni associati a
esso comprendono l’ormone della crescita, l’ossitocina e una cascata di
millequattrocento diverse sostanze chimiche che favoriscono la salute del
sistema immunitario tramite il timo (responsabile della crescita, della
riparazione e della rigenerazione dell’organismo). Il plesso nervoso
governato dal quarto centro è il plesso cardiaco.4
I primi tre centri riguardano la sopravvivenza e riflettono la nostra natura
animale o la nostra umanità. Invece nel quarto centro energetico passiamo
dall’egoismo all’altruismo ed esso è associato a emozioni come amore,
affetto, empatia, gratitudine, riconoscenza, gentilezza, ispirazione, altruismo
e fiducia. Qui ha origine la nostra divinità; è la sede dell’anima. Quando il
quarto centro è in equilibrio, ci preoccupiamo per gli altri e vogliamo
collaborare per il bene di tutta la comunità. Proviamo un amore sincero per la
vita. Ci sentiamo completi e siamo soddisfatti di noi stessi.
Il quinto centro energetico è situato nella gola. Controlla la tiroide, le
paratiroidi, le ghiandole salivari e i tessuti del collo. Gli ormoni associati a
esso sono gli ormoni tiroidei T3 e T4 (tiroxina) e gli ormoni paratiroidei che
governano il metabolismo del corpo e i livelli di calcio nel sangue. Il plesso
nervoso governato dal quinto centro è il plesso tiroideo.
Questo centro partecipa alla manifestazione dell’amore provato nel quarto
centro e all’espressione della tua verità attraverso i suoni e il linguaggio.
Quando è in equilibrio, tu esprimi la tua verità, amore compreso. Sei così
soddisfatto di te stesso e della vita da voler condividere pensieri e sentimenti.
Il sesto centro energetico è situato nello spazio tra la parte posteriore della
gola e la testa (se è troppo complicato da capire, consideralo come il centro
del cervello, leggermente spostato verso la parte posteriore della testa). Esso
controlla la ghiandola pineale, che alcuni chiamano “terzo occhio”, ma io
preferisco definirla “primo occhio”. È associato al portale che conduce a
dimensioni superiori e al cambiamento della percezione per poter guardare
oltre il velo o vedere la realtà in modo non lineare.
Quando questo centro è aperto, è come un’antenna radio capace di
sintonizzarsi su frequenze più elevate, oltre i cinque sensi. È qui che si
risveglia l’alchimista che c’è in te. Più avanti nel libro dedico un intero
capitolo alla ghiandola pineale, ma per adesso sappi che secerne ormoni come
la serotonina e la melatonina (oltre ad alcuni altri meravigliosi metaboliti),
responsabili del ritmo circadiano che ti fa sentire sveglio in risposta alla luce
visibile durante il giorno e assonnato in risposta all’oscurità di notte. La
ghiandola pineale è sensibile a tutte le frequenze elettromagnetiche oltre la
luce visibile e può produrre i corrispondenti derivati chimici della melatonina
che alterano la tua visione della realtà. Quando questa ghiandola è in
equilibrio, il cervello funziona in modo chiaro e tu sei lucido, più
consapevole del tuo mondo interiore e di quello esterno, e ogni giorno vedi e
percepisci di più.
Il settimo centro energetico è situato al centro della testa e comprende la
ghiandola pituitaria, chiamata anche “ghiandola maestra”, perché governa e
crea armonia con effetto a cascata a partire da questo centro del cervello e
toccando la ghiandola pineale, la tiroide, il timo, le ghiandole surrenali, il
pancreas fino alle ghiandole sessuali. È qui che ha origine la tua divinità, il
tuo livello superiore di coscienza. Quando questa ghiandola è in equilibrio,
sei in armonia con tutte le cose.
L’ottavo centro energetico si trova quaranta centimetri circa al di sopra
della testa, quindi è l’unico centro energetico a non essere associato a una
parte del corpo fisico. Gli egizi lo chiamavano Ka. Rappresenta la tua
connessione con il cosmo, l’universo, il tutto. Quando si attiva, ti senti degno
di ricevere, aprendoti alle intuizioni, alle epifanie, alla comprensione
profonda e a ricevere frequenze e informazioni che non provengono dai
ricordi immagazzinati nel sistema nervoso ma dal cosmo, dall’universo, dal
campo unificato, o qualunque nome tu voglia dare a quel potere che è più
grande del nostro io individuale. Attraverso questo centro, abbiamo accesso
ai dati e alla memoria del campo quantico.

Evolvi la tua energia


Ora che ho descritto dettagliatamente ognuno dei centri energetici,
vediamo più da vicino come funzionano. Il nostro corpo è congegnato per
utilizzare l’energia che ciascuno di essi racchiude, ma cosa succede quando la
impieghiamo per qualcosa che vada oltre la mera sopravvivenza? Cosa
accade quando, invece di rilasciare tutta la nostra energia verso l’esterno (per
procreare, digerire il cibo, fuggire dal pericolo e così via), cominciamo a
evolvere parte di quell’energia verso l’alto, da un centro all’altro,
aumentandone la frequenza man mano che sale?
Ecco cosa accadrebbe: iniziamo canalizzando l’energia creativa dal primo
centro. Quando ci sentiamo abbastanza al sicuro da creare, quest’energia
evolve, salendo e fluendo nel secondo centro. Se dobbiamo superare un limite
o un problema nell’ambiente, siamo in grado di mettere a frutto l’energia
creativa, che così fluirà nel terzo centro, la sede della nostra volontà e del
nostro potere.
Quando superiamo le avversità, abbiamo l’opportunità di sentirci più
completi, liberi e soddisfatti, e così siamo in grado di provare amore sincero
per noi stessi e per gli altri, mentre l’energia passa nel quarto centro e lo
attiva. Quando questo accade, vogliamo esprimere la nostra attuale verità (ciò
che abbiamo imparato o l’amore che proviamo) e ciò permette all’energia di
passare nel quinto centro attivandolo. Poi, una volta che l’evoluzione
dell’energia attiva il sesto centro, aree dormienti del cervello si aprono e il
velo dell’illusione viene sollevato: allora percepiamo uno spettro di realtà più
ampio rispetto a prima e cominciamo a sentirci illuminati, il corpo è più in
armonia e in equilibrio e anche il nostro ambiente esterno (compreso il
mondo naturale che ci circonda) diventa più armonioso ed equilibrato, mentre
l’energia sale e attiva il settimo centro. Quando sentiamo quell’energia
illuminata, cominciamo a sentirci davvero degni e l’energia può salire
ulteriormente fino ad attivare l’ottavo centro, dove riceviamo i frutti delle
nostre fatiche: visioni, sogni, intuizioni, manifestazioni e conoscenza che non
derivano dal corpo e dalla mente sotto forma di ricordi, ma da un potere più
grande che è dentro e intorno a noi. Questo flusso continuo di energia che
evolve dal primo all’ottavo centro è illustrato nella Figura 4.4A.
IL FLUSSO DI ENERGIA CREATIVA NEL
CORPO

Figura 4.4A
Quando evolviamo la nostra energia creativa, essa può essere incanalata dal
primo centro fino al cervello e oltre. Ogni centro energetico ha una propria
frequenza che ne veicola l’intenzione.

È il genere di evoluzione personale che si verifica quando l’energia fluisce


in maniera costante, condizione ideale. Tuttavia, molto spesso accade che gli
eventi della nostra vita e il modo in cui reagiamo a essi portino l’energia a
rimanere bloccata. Le parti del corpo in cui l’energia si ferma sono i centri
energetici associati ai problemi che stai affrontando. La Figura 4.4B
rappresenta cosa succede quando l’energia ristagna e non riesce a fluire nei
centri superiori.

COME L’ENERGIA RIMANE BLOCCATA

Figura 4.4B
Quando l’energia rimane bloccata nel corpo, non riesce a fluire nei centri superiori.
Siccome le emozioni sono energia, se ristagnano nei diversi centri noi non
possiamo evolvere.

Se, per esempio, una persona ha subito abusi sessuali o è stata


condizionata sin dall’infanzia a pensare che il sesso sia un peccato, la sua
energia può rimanere bloccata nel primo centro, associato alla sessualità,
rendendole difficile accedere alla creatività. Se invece ha libero accesso alla
propria energia creativa, ma non si sente abbastanza sicura da utilizzarla nel
mondo (vedendosi come una vittima nelle sue relazioni sociali e
interpersonali), o se è stata traumatizzata o tradita da un’altra persona,
potrebbe trattenere l’energia nel secondo centro e provare un eccesso di senso
di colpa, vergogna, sofferenza, bassa autostima o paura. Se invece riesce a far
fluire l’energia fino al terzo centro ma ha problemi di ego ed è presuntuosa,
egocentrica, dispotica, autoritaria, arrabbiata, eccessivamente competitiva e
rancorosa, con l’energia bloccata nel terzo centro, potrebbe non riuscire a
controllarsi o avere problemi motivazionali. Se non riesce ad aprire il proprio
cuore e a provare amore e fiducia, se ha paura di esprimere amore o ciò che
prova veramente, la sua energia può rimanere bloccata rispettivamente nel
quarto e nel quinto centro.
L’energia può restare bloccata in uno qualsiasi dei centri energetici, ma il
più delle volte è nei primi tre che ristagna, non riesce a evolvere e a fluire nel
modo che ho descritto prima, attivando i centri energetici superiori. La
“Benedizione dei centri energetici” ha l’obiettivo di far fluire l’energia
bloccata.

Attingi dal tuo campo di energia


Come abbiamo già detto, i nostri corpi sono circondati da campi invisibili
di energia elettromagnetica, che veicolano sempre un’intenzione cosciente.
Quando attiviamo uno dei sette centri energetici del corpo, possiamo dire che
ne stiamo esprimendo l’energia. In altre parole, quando noi, come esseri
coscienti, attiviamo una specifica energia in ciascun centro, stimoliamo i
plessi neurali associati a produrre un livello di mente che attivi le apposite
ghiandole, tessuti, ormoni e sostanze chimiche corrispondenti. Non appena
un centro viene attivato, il corpo emette energia contenente una specifica
informazione o intenzione proveniente da esso.
Tuttavia, se viviamo in modalità di sopravvivenza e utilizziamo in maniera
eccessiva i primi tre centri, continuiamo ad attingere da questo campo
invisibile di energia contenente informazioni che circonda il corpo e la
trasformiamo in chimica. Nel tempo, la ripetizione di questo processo
provoca la riduzione del campo attorno al corpo (vedi la Figura 4.5). Di
conseguenza, la nostra luce diminuisce e non c’è più energia contenente
un’intenzione che attraversi questi centri per creare in ciascuno la relativa
mente. Questo livello limitato di mente, con una scarsa quantità di energia in
ogni centro, invierà un segnale limitato alle circostanti cellule, tessuti, organi
e sistemi del corpo. Il risultato è un segnale più debole e una frequenza
energetica più bassa per il trasporto di informazioni vitali nel corpo, fino al
possibile sviluppo di una malattia. Potremmo dire che, a livello energetico, le
malattie sono dovute a un abbassamento della frequenza e a un messaggio
incoerente.

VIVERE IN MODALITÀ DI
SOPRAVVIVENZA

Figura 4.5
I primi tre centri consumano molta energia. Se li utilizziamo in maniera eccessiva,
attingiamo continuamente dal campo invisibile di energia e la trasformiamo in
chimica. Il campo che circonda il corpo comincia a restringersi.

Ti ricordi che ho detto che i tre centri inferiori del corpo si occupano della
sopravvivenza e perciò rappresentano il nostro naturale egoismo? Riguardano
l’utilizzo del potere, dell’aggressività, della forza e della competizione per
sopravvivere alle condizioni dell’ambiente esterno abbastanza a lungo da
nutrirci e conservare la specie (al contrario dei cinque centri superiori, che
riguardano pensieri ed emozioni più altruistici). La natura ha reso questi tre
centri inferiori molto piacevoli per farci continuare a svolgere le azioni a essi
legate. Fare sesso (primo centro) e mangiare (secondo centro) sono attività
molto piacevoli, come in parte può esserlo connettersi e comunicare con gli
altri (sempre il secondo centro). Il potere personale (terzo centro) può essere
inebriante, per esempio riuscire a superare gli ostacoli, ottenere ciò che si
vuole, competere contro gli altri e vincere, sopravvivere in un particolare
ambiente e così via.
Quindi, si capisce come mai alcune persone tendano a utilizzare in modo
eccessivo uno o più dei primi tre centri e, così facendo, consumino sempre
più il campo di energia e informazioni che circonda il corpo. Per esempio,
una persona estremamente sensuale assorbe una maggiore energia dal campo
che circonda il suo primo centro. Una persona intrappolata nella vergogna e
nel senso di colpa, che si sente una vittima, si aggrappa alle emozioni del
passato e soffre continuamente, consuma troppa energia del secondo centro.
Una persona molto stressata prende energia dal terzo centro. Quando la
nostra coscienza non evolve, non evolve neanche la nostra energia.

Il livello subatomico
Tutto questo ha inizio a livello subatomico o quantico, perciò vediamo
come si verifica. Osserva la Figura 4.6. Se prendi due atomi, ognuno con il
proprio nucleo, e li metti insieme per formare una molecola, l’intersezione
dei due cerchi nel punto in cui si legano è dove condividono luce e
informazioni, e quindi anche un’energia simile dotata di una particolare
frequenza. Ciò che tiene insieme questi due atomi, formando una molecola, è
un campo invisibile di energia. Rispetto ai due atomi separati, la molecola
che essi formano unendosi avrà caratteristiche e proprietà fisiche diverse, per
esempio una diversa densità, un diverso punto di ebollizione e un diverso
peso atomico. È importante notare che ciò che conferisce alla molecola le sue
proprietà specifiche, e che permette alla sua forma e alla sua struttura di
restare inalterate, è il campo invisibile di energia che circonda la materia. Le
molecole non potrebbero legarsi senza condividere informazioni ed energia.

DALL’ENERGIA ALLA MATERIA

Figura 4.6
Quando gli atomi si legano e condividono energia e informazioni, formano le
molecole. La molecola è circondata da un campo invisibile di luce, costituito
dall’energia e dalle informazioni che le forniscono le sue proprietà fisiche. Se altri
atomi si uniscono alla molecola, questa diventa più complessa e forma una
sostanza chimica, anch’essa circondata da un invisibile campo di luce fatto di
energia e informazioni, che le conferisce proprietà fisiche specifiche.
Quando altri atomi si uniscono alla sostanza chimica, essa diventa ulteriormente
complessa e può formare una cellula. La cellula è circondata da un proprio campo
invisibile di energia e informazioni, che le trasmette le istruzioni per funzionare. A
sua volta, un gruppo di cellule che si uniscono diventano un tessuto, con un
campo di energia e informazioni che permette alle cellule di funzionare in armonia.
I tessuti si aggregano per formare un organo, con un campo di energia e
informazioni che gli consentono di funzionare in maniera sana.
Gli organi si uniscono per diventare un sistema, con un proprio campo invisibile di
luce che lo circonda e gli fornisce le proprietà fisiche per funzionare come un tutto.
Infine, i sistemi si connettono per formare un corpo. Il campo di luce che circonda il
corpo contiene l’energia e le informazioni che gli forniscono le sue proprietà fisiche
e le istruzioni per vivere.

Se aggiungi un altro atomo, si forma un’altra molecola ancora diversa. E


se continui ad aggiungere sempre più atomi, formi una sostanza chimica, con
un campo invisibile di energia intorno a essa che le conferisce forma fisica
specifica. Queste forze atomiche sono reali e misurabili.
Se prendi abbastanza sostanze chimiche e le metti insieme, formi una
cellula, anch’essa con un campo invisibile di energia che la circonda e le dà
vita. La cellula trae energia da diverse frequenze di luce. Non sono le
molecole e le cariche positive o negative a istruire la cellula a fare ciò cha fa.
Secondo la nuova branca della biologia chiamata biologia quantistica, sono i
biofotoni che la cellula emette e riceve a dare le istruzioni. Quanto più sana è
la cellula, tanto più coerenti sono i biofotoni che emette. Se ricordi, la
coerenza è un’espressione ordinata della frequenza. Lo scambio di
informazioni (tramite frequenze elettromagnetiche di luce) tra cellula e
campo di energia che la circonda è più veloce della luce, il che significa che
avviene a livello quantico.5
Per continuare, se metti insieme un gruppo di cellule formi un tessuto, che
ha un campo invisibile di energia e frequenza coerente unificante, che induce
tutte le singole cellule a lavorare all’unisono, funzionando come una
comunità. Se sviluppi ulteriormente quel tessuto, dandogli una funzione più
specifica, formi un organo. Anche un organo possiede un campo invisibile di
energia elettromagnetica, da cui riceve informazioni. La memoria dell’organo
si trova nel campo.
È affascinante il modo in cui tutto questo può influire sui pazienti che
hanno subito un trapianto. Probabilmente l’esempio più famoso è la storia di
Claire Sylvia, autrice del libro Con il cuore di un altro, in cui racconta le sue
esperienze in seguito a un trapianto di cuore e polmoni.6 All’epoca la donna
sapeva solo che il donatore degli organi era un ragazzo di diciotto anni morto
in un incidente motociclistico. Dopo il trapianto, Sylvia, ballerina e
coreografa di quarantasette anni, cominciò ad aver voglia di crocchette di
pollo, patatine fritte, birra, peperoni verdi e barrette di cioccolato; nessuno di
questi cibi le era mai piaciuto prima. Anche la sua personalità cambiò:
diventò più determinata e sicura di sé. Sua figlia adolescente la prendeva in
giro perché aveva sviluppato un’andatura da uomo. Quando infine Sylvia
rin