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Fasio TRUDU Storia recente di canto e musica per la liturgia Tl complesso mondo del canto ¢ musica per la liturgia, superando letture sem- plicistiche di opposizione tra antico e nuovo e oltre le ben note criticita, é visto ‘anche nella ricerca di una musica sempre pitt integrata nelle dinamiche del rito linurgico secondo i diversi linguaggi, compresi quelli giovanili, Un punto critico @ sempre la formazione di chi cura il servizio liturgico-musicale nelle comunita. ‘Uno sguardo al mondo del canto e musica per la liturgia nel contesto della riforma liturgica promossa dal Vaticano II, un mondo per niente omogeneo € uuniforme, prende le mosse dal principio che la musica sia xstrettamente unita all'azione liturgica» (SC 112), da assumere come spettro attraverso il quale leggere orientamenti e prassi. Quel principio poi # declinato nel criterio detto della «pertinenza rituales,cosi che eogni intervento cantato divenga un elemento integrante e autentico dell’azione liturgica in corso! E da superare perd una lettura secondo modelli schematic che al Concilio vorrebbero attribuire, su versanti opposti, il demerito di aver eliminato il pa- trimonio musicale della Chiesa oppure il merito di aver promosso una musica ritenuta nuova per superare stili e repertori ritenuti obsoleti. La storia recen- te infatti & ben pitt complessa che le semplicistiche opposizioni tra vecchio e ‘nuovo, tra uno stile giovanile e uno stile classico, tra il canto del coro e il canto dell’assemblea, percorse com’é dallintreccio di diversi fattori di natura cultu- tale, ecclesiale, teologica, liturgica e musicale, Di questa realta si vogliono qui richiamare alcuni tratti pit signficativi? " Precision della CEI all trea edizione italiana del Messale (a. 2), che citano la Promessa al Re- pertorio Nazionale di Cant per la Liturgia(n 6). > Pee una letura da diversi punt di osservazione ft AX. Vw, La produsione musicale per altura Italia dopo i Vatican Tin Musica e storia 13/3 (2005, 453-713; V. Done, La musica nella ira dal Concio Vaticano I ad og, Fede e Cultura, Veron 2012; A. Pans, La musica ttugicn in Talia, ‘Cinquar ann df, dee, speranze, Messaggeo, Padova 2013, 1, Repertori, compositori, percorsi Se uno specchio fedele del servizio liturgico-musicale nelle comunita & rap- presentato dalla (sovr)abbondante trasmissione di celebrazioni nei media — dalla radio e televisione sino al proliferare della messa in streaming innescato dalla pandemia~ si pud dire che per la scelta dei canti si fa comunemente ricorso ai repertori piit noti e a una produzione compositiva pit o meno recente. ‘Al Repertorio Nazionale di Canti per la Liturgia del 2009 si affiancano reper- tori diocesani ¢ regionali, alcuni dei quali hanno una diffusione che supera i Fispettivi confini territoriali sostituendo di fatto quello nazionale. Di quest’ultimo si registra invece una fatica Puclid dei rep nella recezione: con dificolta viene percepito come uno mm strumento a servizio di riferimenti comuni mentre il volume a stampa é da tempo esaurito e fuori catalogo, segno ulteriore della poca fiducia che gli si iconosce @ partire dalla committenza e della necessita di un suo ripensamento. Di notevole impatto @ il ricorso a canti di autori pitt 0 ‘meno noti, alcuni molto popolari, ¢ a canti propri di movimenti ecclesiali (cui si accennera sotto}, la cui diffusione costituisce di fatto un repertorio condiviso. Della produzione compositiva pit recente, pur riconoscendo risultati alterni e senza richiamare le note critic, n positivo si possono anche cogliere segnali della ricerca di un equilibrio per ceratterizzare il canto ¢ la musica all'interno dellidentita della liturgia, volta a celebrare il mistero di Cristo a servizio del popolo di Dio, per un canto e una musica che siano dotati di una profonda ten- sione mistagogica e sappiano parlare lo stesso linguaggio della preghiera iturgica di cui sono parte integrante. Alcuni percorsi nella ricerca di taliequilibri, non tut- ti praticati in eguale misura, si segnalano tuttavia con, Alla ti ‘maggiore evidenza: dances fla musica lin ~ una musica che rispetti i eriteri compositivi per una qualita musicale; ‘una musica che curi il naturale legame con il testo dei canti, dove sia pit evidente Tispirazione biblica o liturgica invece di toni devozionali o intimistic, il canto del popolo nella linea della semplicita, ma sempre nella ricerca della qualitd per una crescita della sersibilita musicale e liturgica delle comunita; il canto dell'assemblea in un corretto rapporto con il canto dei ministri specia- lizzati, in particolae il coro alla ricerca ancora di una soddisfacente identita pit nella pratica che nella rflessione teorica; ~ linguaggt musical che, pur rimanendo nell'ambito della musica tonale o modale secondo una sensibiliti musicale comune, si aprano anche verso alr inguaggt del panorama musicale contemporaneo. In verita i linguaggi della musica contemporanea gia a partire dal Novecento (basti pensare alla dodecafonia o alle avanguardie sino alla musica aleatoria) si mostravano lontani dalla sensibiliti musicale comune e dalle esigenze della li- turgia, culto fondato sulla Parola e sulla comunicazione ‘ensibilia musicale, tra Dio e il suo popolo. Certo, le caratteristiche estetiche ssigenze litrgiche comuni dei repertori liturgici delle comunita — ritmi musica dorte regolari per melodie semplici su impianti armonici fon- damentalmente consonanti— risultano di scarso interes- se per la cultura musicale odierna, quasi a sincire una difficolta di dialogo tra ‘musicistie liturgia che si fatica a superare. Tuttavia non sono mancati tentativi per coniugare la musica cosiddetta d’arte” coa la liturgia’, che pero hanno avuto tun seguito molto limitato per via della complessita dei linguaggi, oltre che per tun raccordo spesso problematico con i ritiliturgici per cui sono stati pensati ‘Un ambito peculiare & quello dei movimeati ecclesia, dove lelemento mu- sicale assume un valore identitario di grande importanza, tanto pit forte quanto esteticamente caratterizzato secondo stl linguaggi riconoscibili cosi da diven- tare un simbolo del movimento stesso. Organici al loro contesto originario, non. sempre i loro repertori sono esportabili,anzi possono diventare problematici in altri contesti o nelle assemblee delle comunita parrocchiali. Qui bastino questi pochi cenni, rimandando alla trattazione specifica in un altro articolo in questo stesso fascicolo. 2, Repertori giovanili Considerazioni a parte meritano i repertori giovanili per la liturgia, com- prensibili, soprattutto nelle origini, non solo con criteri ecclesiali ma anche socio-cultural, La musica cosiddetta “giovanile” & ca- Nscta di uresigenza ratterizzata da una cifrastilistica che Vavvicina alla po- pular music, intesa come musica di consumo, spesso senza le dovute distinzioni tra musica religiosa e canti specifci per la liturgia Dobbiamo tornare indietro sino agli anni 60-70 del Novecento, quando la musica beat entra nella liturgia a partire dalla Messa dei giovani di Marcello ‘Giombini (1966), di per sé non destinata @ un uso liturgico, che tuttavia viene assunta come elemento identitario della cultura giovanile cristiana dell’epoca e del modo dei giovani di essere presenti rella Chiesa. Il nascente e prolifico repertorio giovanile cristiano diventa da subito anche un repertorio liturgico, nonostante l’adozione di testi non sempre

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