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E ORTE
IN COLLEZIONE
D agli strumenti musicali
di Casa d’Este
alle collezioni storiche
Comune di Modena
Assessorato allo Sport
Sedi espositive
Palazzo Comunale di Modena
Galleria Estense
Centro Commerciale
La Rotonda
Caffè Concerto Piazza Grande
A cura di
Lorenzo Frignani
Nunzia Lanzetta
Collaborazione all’organizzazione
Assessorato allo Sport
del Comune di Modena
Coordinamento
Maria Carafoli
Testi
Lorenzo Frignani
Nunzia Lanzetta
Patrizia Radicchi
Fotografia e Grafica dell’evento
Giorgio Giliberti
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
M usica a c orte
Domenico Galli
notizie dal 1687 al 1691 Nicolò Dell’Abate
Violoncello Modena 1512 - Fontainebleau 1571
(particolare) Allegoria della musica
Legno intagliato Affresco trasportato
Galleria Estense, Modena Galleria Estense Modena
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
La m usica a F errara
A lfonso II, ultimo duca estense a Ferrara, manifestando un'intensa volontà di grandezza,
perpetuò uno stile di vita grandioso e un ambizioso programma culturale atto ad affer-
mare il prestigio di Casa d'Este. In tale contesto la vita musicale a corte si arricchì
ulteriormente.
Nell'ambizioso programma culturale del duca rientrava la creazione di un concerto di voci
femminili. In seguito alle nozze di Alfonso d’Este con Margherita Gonzaga, avvenute nel
1579, si delineò la situazione ottimale per la realizzazione di quel concerto di dame che
avrebbe dato prestigio, invidia e fama al ducato estense. Il Lauro Secco...
Madrigali a cinque voci...
Con Margherita arrivò a Ferrara Laura Peperara, figlia del precettore dei Principi Gonzaga, Ferrara, 1582
Biblioteca Estense
abile cantrice e virtuosa nel suonare l' arpa, A Laura fu affiancata Anna Guarini, figlia del Universitaria, Modena
poeta Battista Guarini. Anche Anna possedeva ottime qualità canore e un eccellente pratica
strumentale, in particolare del liuto. Per completare il trio, e realizzare il progetto di quel
concerto femminile, tanto desiderato
dal duca, alle due dame venne in
seguito affiancata la contessa Livia
d'Arco.
Nacque così il concerto delle dame
denominato nell' ambito della stessa
corte Concerto delle dame
Principalissime, che con grande suc-
cesso si esibiva nelle stanze del Palazzo
nella magnifica musica secreta
Domenico Galli
Sonate, (particolare)
Biblioteca Estense
Universitaria, Modena
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
L’ a rpa di l aura
Liutaio romano
(Cerchia di Govan Battista Giacometti),
Giulio Marescotti, Orazio Lamberti,
1581 - 1591
Arpa estense
Legno decorato
Galleria Estense, Modena
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
F rancesco II d’ E ste ed
il c ollezionismo a rtistico e m
usicale.
L ’alone di opacità che ancora circonda il duca Francesco II d’Este, è da limitare, forse, solo all’uomo
politico e di governo, ma non certo, alla luce di nuovi documenti, alla sua singolare figura di mecena-
te e di raffinato cultore della musica e delle arti, numerose sono le ‘prove’ in grado di riconoscere gli
originali gusti musicali del duca, e la sola raccolta di manoscritti di Alessandro Stradella, oggi apparte-
nente alla ricca collezione musicale della Biblioteca Estense, è di per sé un dato
assai significativo
A ciò si aggiungono alcuni pregiatissimi strumenti: un violino e un violon-
cello del parmense Domenico Galli e tre strumenti in marmo, preziosa
testimonianza della lavorazione della pietra dura a Carrara.
Il violino e il Violoncello
di Domenico Galli
La viola contralto di
Girolamo e Antonio
Amati
R ecentissima la collocazione, a pieno
titolo, nel percorso espositivo della Galleria
Estense di un pregevolissima viola, esempio della
liuteria cremonese dei primi decenni del ‘600.
La viola, di taglia piccola ( la cassa misura 406 mm di lunghezza,il che la
rende per dimensioni estremamente rara) fu eseguita dai fratelli Girolamo Giovan Battista Cassarini
e Antonio Amati. Sorgniano (Carrara ), 1643-Carrara, 1700 Violino
Marmo bianco di Carrara Galleria Estense, Modena
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
L a “musica nelle
ruota la capacità di
mani” è un’affermazione coniata per puntualizzare il fulcro intorno
creare e di usare uno strumento musicale, l’utensile più bello e straor-
al quale
dinario che
“l’homo faber” abbia saputo costruire, ricavando da una materia inerte ( sia questo legno, metal-
lo, osso ), il modo di generare il suono e le meraviglie che dal suono o dai suoni, oppor- tunamente
organizzati dall’estro della mente umana, si possono generare.
Con le mani il liuta- io, il cembalaro o il costruttore di strumenti a fiato, generano lo strumento musicale ed
il musicista, con l’interazione delle mani su di esso, genera il suono, “ fiore “ di quella cre- azione, che
emana il suo “ pro- fumo “ in musica.
chitarra
Questa successione di eventi è altresì la summa di tecnica, logica, ispirazio- chitarra
FABBRICATORE GENNARO ne, istinto, intuizione, ovvero l’uomo nella sua essenza creativa. DE GRADO GAETANO
Napoli - 1820 Napoli – 1807
Raffinatissimo strumento
di questo autore del quale
si hanno pochissime infor-
mazioni biografiche
mandolino (particolare)
SMORSONE GIOVANNI Roma - 1721
Callezione privata
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
o ggetto d’ a rte
G. GELSO (?)
fece il palazzo Zambeccari
Bologna - 1806
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
il l iuto
mandolino
PRESBLER GIUSEPPE Milano - 1793
Collezione privata
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
il v iolino
Antonio e
Girolamo Amati
Primi decenni del sec.
XVII
Viola contralto
(particolari)
Galleria Estense,
Modena
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
il m
andolino
I l mandolino è lo strumento più piccolo della famiglia del liuto.
Nel XVIII° secolo si hanno diversi tipi di mandolino, ognuno dei quali era espressione di letteratura musicale piuttosto sviluppata.
Nella classificazione Ottocentesca si avevano così il mandolino lombardo ( a sei corde semplici ), il tipo napoletano, il genovese, il
bresciano, il fiorentino, il padovano, il romano, il siciliano.
Dal mandolino, inoltre, si sviluppò un’intera famiglia di cordofoni a pizzico che comprendeva il modello soprano, tenore e basso.
la c hitarra
A ttorno al XVI° secolo, si ha una prima diffusione di un modello di chitarra a quattro ordini di corde ( es. Belchior Dias ),
assai apprezzato in Spagna, Francia ed Italia.
Con l’aggiunta di un quinto ordine di corde (“ordine“ sta per corde doppie), lo strumento si afferma in
tutta Europa , con forme e dimensioni diverse, creando delle vere scuole nazionali.
chitarra Parallelamente si consolida la fama di alcuni liutai, i cui strumenti erano già all’epoca chitarra
ricercati e collezionati. Ricordiamo i Sellas di Venezia, attivi già nella prima metà del RIVOLTA
GIACOMO
Seicento. Milano – 1807
Di questo
I Voboam a Parigi che, come J.Tielke di Amburgo, produssero strumenti intarsiati e ric- importante
camente decorati di gran pregio. autore milanese
ne parla il Conte
In Italia Antonio Stradivari portò il suo personale contributo alla costruzione della chitarra Cozio di Salabue
nel suo
ed in seguito Luigi Marconcini, della corte di Ferrara ( allievo di Omobono Stradivari, “Carteggio” per
figlio del sommo Antonio ), ed il figlio Giuseppe Marconcini, allievo di Lorenzo Storioni. la qualità delle
sue vernici.
Menzionato nel Carteggio del Conte Cozio di Salabue, come abile “aggiustatore” attivo in Uno strumento
analogo è con-
Ferrara, Giuseppe Marconcini fu inoltre buon violinista e amico di Niccolò Paganini. servato nella col-
A Napoli, invece, alla Corte della Regina Margherita, Giovan Battista Fabbricatore e lezione di stru-
menti storici del
Gennaro Fabbricatore furono fra i più famosi costruttori di chitarre. Castello
Sforzesco di
Milano
chitarra chitarra
GIOVAN BATTISTA FABBRICATORE MARCONCINI GIUSEPPE
Napoli – 1799 Ferrara - 1805
Uno dei primi
esempi di
chitarra a
6 corde
semplici
MUSICA A CE ORTE
IN COLLEZIONE
s trumenti a t astiera
I gnoto alla nostra cultura il “salterio“, derivato dall’arabo “qànùn “ ( medioevale: canone ).
Quando si applicherà una tastiera al salterio, nasceranno la spinetta, il clavicembalo e, alla fine, anche il pianoforte,
che non è altro che un grande salterio non più a pizzico, ma a
percussione.
Ma dobbiamo arrivare alla fine del ‘700 per raggiungere una chia-
salterio ra ed unanime classificazione tipologica delle famiglie di strumen-
Anonimo
probabile ti, con la nascita dell’orchestra classicaper la quale operarono tre fra
Venezia metà
XVIII sec.
i maggiori compositori di tutti i tempi: F.J.Haydn, W.A.Mozart e
Collezione L.V.Beethoven.
privata
A quell’epoca il clavicembalo e la sua famiglia di strumenti
derivati , stava perdendo di popolarità rispetto al nuovo pia-
noforte, gli strumenti a fiato venivano perfezionati con val-
vole e chiavi, la famiglia del violino veniva modificata
secondo una nuova geometria e suonata coi nuovi archi J.W.
modificati da Torte, la famiglia dei liuti lasciava sempre più Oberlennder
flauto
spazio alle chitarre. diritto contralto
A poco a poco i “ legni “ e gli “ ottoni “ si diversificarono, acquistando una maggiore importanza fino a in avorio
Norimberga
divenire concertanti. Collezione privata
L’esposizione dei “ quadri sonori “ divenne così sempre più ricca di sfumature timbriche e
c o l o r i
Fortepiano
Anonimo
(probabilmente bolognese)
fine XVIII sec.
Collezione privata
fortepiano
Anonimo
(probabilmente austriaco)
inizio XIX sec.
Collezione privata