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Orso polare
Ursus maritimus
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
(clade) Ferae
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Ursidae
Genere Ursus
Specie U. maritimus
Nomenclatura binomiale
Ursus maritimus
PHIPPS, 1774
Sinonimi
Thalarctos maritimus
Nomi comuni
Orso bianco
Areale
L'orso polare o orso bianco (Ursus maritimus PHIPPS, 1774) è un
grande mammifero carnivoro appartenente alla famiglia Ursidae.[2]
È una specie che si trova attorno al polo nord nel mare glaciale artico ed è il più grande
carnivoro di terraferma esistente sul nostro pianeta insieme all'orso kodiak.[3]
Indice
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione sull'argomento mammiferi non cita le fonti
necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Gli orsi polari sono nuotatori eccellenti e possono essere visti spesso al largo della costa.
Cacciano in modo molto efficiente anche sulla terra, grazie alla loro velocità.
Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]
L'orso polare è il membro che più si nutre di carne della famiglia degli Ursidi. La sua
fonte proteica primaria è costituita anzitutto dalle foche, ma
anche cetacei, trichechi, molluschi, granchi, pesci, persino vermi di mare, uccelli, piccoli
di aquile e civette, ghiottoni, volpi polari, renne e lemming. Può mangiare anche bacche e
rifiuti.
Tecniche di caccia[modifica | modifica wikitesto]
Il metodo di caccia più famoso degli orsi polari è quello usato per le foche:
il plantigrado sente il rumore della preda sotto il ghiaccio, si apposta presso una
spaccatura e, non appena la preda esce per respirare, la uccide con una violenta
zampata.
Solo i maschi hanno una muscolatura così potente e le dimensioni per attaccare i beluga e
i narvali, entrambi lunghi fino a cinque metri e mezzo, che superano facilmente i 1000 kg
di peso e il secondo con la lunga zanna tipica dei maschi. Individuata la preda, spesso un
giovane o una femmina di narvalo, l'orso bianco entra in acqua e assale agilmente il
cetaceo nei punti delicati, come le pinne e la pancia, evitando i colpi mortali.
Nemici[modifica | modifica wikitesto]
L'orso polare è (come l'orso bruno) un predatore alfa, trovandosi in cima alla catena
alimentare ha quindi pochi nemici. Solamente i piccoli possono essere attaccati da lupi o
da altri orsi polari. Naturalmente l'uomo resta il vero pericolo per questa specie.
Note[modifica | modifica wikitesto]
1. ^ Salta a:a b c (EN) Wiig, Ø., Amstrup, S., Atwood, T., Laidre, K., Lunn, N., Obbard, M., Regehr, E. &
Thiemann, G., 2015, Ursus maritimus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione
2020.2, IUCN, 2020.
2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Ursus maritimus, in Mammal Species of the World. A
Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-
8018-8221-4.
3. ^ Polar bear, (Ursus maritimus) (PDF), su fws.gov, United States Fish and Wildlife service. URL
consultato il 9 settembre 2009.
«Appearance. The polar bear is the largest member of the bear family, with the exception of
Alaska's Kodiak brown bears, which equal polar bears in size.». (Overview page)
4. ^ D.A. Kidd, Collins Latin Gem Dictionary, Londra, Collins, 1973, ISBN 0-00-458641-7.
5. ^ The Marine Mammal Center, su marinemammalcenter.org (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2009).
6. ^ The fourth world: the heritage of the Arctic and its destruction, Sam Hall, Vintage Books, 1988,
pp. 29, 232.
7. ^ Этимологический Словарь — Piotr Czerwinski — Oshkuy, su nicomant.fils.us.edu.pl. URL
consultato il 20 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2008).
8. ^ This combines the Ancient Greek words thalassa/θαλασσα 'sea', and arctos/αρκτος 'bear' and
also, with reference to Ursa Major, 'northern' or 'of the north pole' Liddell, Henry
Georgeand Robert Scott, A Greek-English Lexicon (Abridged Edition), United Kingdom, Oxford
University Press, 1980, ISBN 0-19-910207-4.