Allegoria Figura retorica per la quale si affida Anafora Figura retorica che consiste nel ripe-
a una scrittura (o anche a un contesto orale) tere, in principio di verso o di proposizione,
un senso riposto e allusivo, diverso da quello una o più parole con cui ha inizio il verso o la
che è il contenuto logico delle parole. Diver- proposizione precedente.
samente dalla metafora , la quale consiste in ESEMPIO «Verrà quasi perdono / di quanto
una parola, o tutt’al più in una frase, trasferita mi fa morire, / verrà a farmi certo / del suo e
dal concetto a cui solitamente e propriamente mio tesoro, / verrà come ristoro / delle mie e
si applica ad altro che abbia qualche somi- sue pene, / verrà, forse già viene / il suo bisbi-
glianza con il primo, l’allegoria è il racconto glio» (C. Rebora, Dall’imagine tesa, vv. 19-26).
di un’azione che dev’essere interpretata diver-
samente dal suo significato apparente. Analessi (o flashback) In retorica, ripetizio-
ESEMPIO L’allegoria delle tre fiere nella Divi- ne della stessa parola all’interno di una frase.
na Commedia di Dante Alighieri. Nelle opere narrative, procedimento per cui si
introduce nel racconto la narrazione di fatti
Allitterazione Ripetizione, esatta o appros- avvenuti in precedenza rispetto al tempo del
simativa, spontanea o ricercata, di lettere o racconto stesso.
sillabe, di solito iniziali, di due o più vocaboli
successivi.
Analogia Accostamento di due o più imma-
ESEMPI «Ognuno sta solo sul cuor della gini compiuto su base intuitiva o non im-
terra» (S. Quasimodo, Ed è subito sera, v. 1); mediatamente logica o razionale che crea un
«così prosciugata / così refrattaria / così total- effetto di sorpresa e straniamento nel lettore.
mente / disanimata» (G. Ungaretti, Sono una L’analogia sostituisce al rapporto tradizionale
creatura, vv. 5-8). della comparazione, del paragone, il rapporto
di identità, con la soppressione del “come”.
Anacoluto Costrutto sintattico consistente Questo procedimento si riscontra nella lette-
nel susseguirsi di due costruzioni diverse di ratura di ogni epoca, ma soprattutto in quelle
uno stesso periodo, la prima delle quali re- secentesca, in rapporto con l’uso e il gusto ba-
sta incompiuta, mentre la seconda porta a rocco della metafora, e in tendenze poetiche
compimento il pensiero. Più genericamente, moderne come l’Ermetismo, per esigenza di
qualsiasi costrutto in cui non viene osserva- una maggiore intensità lirica.
1
Glossario
Antifrasi Figura retorica che consiste nell’e- A parte In ambito teatrale, è un tipo di bat-
sprimersi con termini di significato opposto a tuta che il personaggio pronuncia rivolgen-
ciò che si pensa, o per ironia o per eufemismo. dosi direttamente al pubblico, senza che gli
altri personaggi in scena, pur molto vicini,
ESEMPIO «Noi potremmo […] persuadere
possano sentirlo. Di solito è segnalato da una
gli increduli che nel gregge è la forza, il diritto,
didascalia .
il pensiero, la saggezza, la luce…» (G. d’An-
nunzio, Le vergini delle rocce).
L’espressione nell’esempio non può che essere Apocope Caduta di una vocale finale e in ge-
letta in chiave ironica e antifrastica poiché a pro- nerale di uno o più fonemi al termine di una
nunciarla è il superuomo Claudio Cantelmo, parola (dir per dire, son per sono, gran per
fautore di un’aristocrazia di poeti e di uomini grande).
superiori che aspira a sovvertire le regole e i
princìpi del “gregge” plebeo e piccolo-borghese. Apodosi In grammatica, proposizione prin-
cipale che, in correlazione con una subordi-
nata condizionale (detta protasi ), costitui-
Antinomia Contraddizione reale o apparen-
sce il cosiddetto “periodo ipotetico”.
te, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due
concetti, fra due tesi, fra un principio e un al- ESEMPIO «S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo»
tro di scienza. (Cecco Angiolieri, Rime, v. 1)
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Glossario
Apostrofe Figura retorica per la quale chi par- Canzone La più antica forma metrica della li-
la rivolge direttamente la parola a una persona, rica d’arte nella letteratura italiana. Nata dalla
anche assente, a concetti personificati, o anche cansó provenzale, ha subìto nel tempo varie
al lettore. Quando è accompagnata da toni vio- modifiche fino agli Stilnovisti e a Petrarca, che
lenti, ironia o sarcasmo, è detta invettiva . ne elaborò il modello fondamentale. In origi-
ne era accompagnata dalla musica. Dante la
ESEMPI «Romagna solatìa, dolce paese, /
definì la più alta forma della poesia volgare, e
cui regnarono Guidi e Malatesta, / cui tenne per primo ne espose le leggi.
pure il Passator cortese, / re della strada, re La canzone che, da Petrarca, è detta anche
della foresta» (G. Pascoli, Romagna, vv. 57-60); “petrarchesca”, è composta di un numero in-
«come vorrei che intorno / andassi tu, can- determinato di strofe o stanze (in genere,
zonetta» (G. Caproni, La gente se l’additava, tra 5 e 7); la stanza di un numero indetermi-
vv. 18-19). nato di endecasillabi o endecasillabi e set-
tenari , variamente disposti e rimati tra loro.
Asindeto Figura sintattica che consiste nella Le stanze successive seguono lo schema della
mancanza della congiunzione fra due o più prima.
termini in stretta coordinazione, per esempio, Nel suo pieno sviluppo la stanza si com-
«veni, vidi, vici» “venni, vidi, vinsi” (Cesare). pone di 2 parti, fronte e sirma (o sirima,
Si adopera per maggiore efficacia espressiva. coda): la fronte è costituita di 2 parti uguali
metricamente, dette piedi ; anche la sirma
ESEMPIO «una casa apparì sparì d’un tratto
può essere composta di 2 parti uguali, dette
[…] s’aprì si chiuse, nella notte nera» (G. Pa-
volte . Il passaggio dalla fronte alla sirma si
scoli, Il lampo, vv. 5-7).
chiama chiave . La serie delle stanze si chiu-
de su un commiato o congedo , nel quale il
Assonanza Forma di rima imperfetta, con- poeta si rivolge alla canzone per darle qualche
sistente nel chiudere due o più versi succes- ammonimento o inviarla a qualcuno.
sivi con parole contenenti le stesse vocali a
ESEMPIO Chiare, fresche et dolci acque (F. Pe-
cominciare da quella accentata fino alla fine,
mentre le consonanti sono diverse (ma per lo trarca, Canzoniere, 126, 1).
più di suono simile). Esempi: fame e pane,
agosto e conosco, lento e tempo. Cesura Nella metrica classica, pausa nel cor-
Si ha invece un’assonanza atona quando so del verso, coincidente con la fine di una pa-
rola all’interno di un piede ; se cade in fine
è identica solo la sillaba (o le sillabe) dopo la
di parola e in fine di piede si chiama dieresi.
vocale accentata, che è però diversa. Esempi:
Nella metrica accentuativa moderna, pausa
amare e dolore.
all’interno di un verso, propria di ogni verso
maggiore del settenario . La cesura divide
il verso in 2 parti dette emistichi ; esistono
B versi a cesura fissa, come il quinario accop-
Battuta Ciascuno degli interventi parlati di piato, il dodecasillabo, nei quali occupa sem-
pre la stessa posizione, e versi a cesura mobi-
un attore, riportati sul copione .
le, come il settenario e l’endecasillabo , nei
quali può occupare posizioni diverse contri-
buendo al variare del ritmo del verso.
C ESEMPIO «Autunno. // Già lo sentimmo ve-
Campo semantico L’area identificata da un nire, / […] / il miglior tempo // della nostra
insieme di parole legate tra loro sulla base del vita / e lungamento // ci dice addio» (V. Car-
loro significato. darelli, Autunno, vv. 1 e 11-12).
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Glossario
Chiasmo Figura retorica consistente nell’ac- la stessa nozione, evocano risonanze affettive
costamento di due membri concettualmen- diverse.
te paralleli, in modo però che i termini del
secondo siano disposti nell’ordine inverso a
Consonanza Accordo delle sillabe finali, che
quelli del primo (posizione incrociata), così
da interrompere il parallelismo sintattico. forma la rima ; talora s’intende per conso-
nanza l’uguaglianza delle sole consonanti
ESEMPI «con tonfi spessi e lunghe cantile- nella terminazione di due parole (per esem-
ne» (G. Pascoli, Lavandare, v. 6); «la chiamò, la pio, mare e dolore; padre e leggiadro), con-
chiamò per nome in cielo. / Allora anch’io per trapposta all’assonanza in cui sono identi-
nome la chiamai» (G. d’Annunzio, Stabat nuda che solo le vocali.
Aestas, vv. 15-16); «del suo e mio tesoro, […] /
delle mie e sue pene» (C. Rebora, Dall’imagine
tesa, vv. 22-24). Copione teatrale È la riproduzione del testo
drammatico scritto da un autore, a cui il regi-
Chiave In metrica, verso (più comunemente sta apporta delle modifiche, adattandolo alle
detto diesi) che nella canzone lega la fron- proprie esigenze di messa in scena.
te alla sirma ; anche il verso che, lasciato
senza rima nella sirma della prima stanza Coordinazione Paratassi
della canzone, è rimato con un verso che nel-
la coda delle stanze successive si trova sempre
nel medesimo posto.
D
Climax Figura retorica, detta anche gradazio- Decasillabo Verso composto di 10 sillabe
ne o gradazione ascendente, consistente nel metriche, la cui varietà con accenti ritmici
passare da un concetto all’altro, o nel ribadire sulla 3a, 6a e 9a sillaba, senza cesura, è molto
un concetto unico con sinonimi via via più orecchiabile.
efficaci e intensi, o più genericamente nel di- ESEMPIO «Soffermàti sull’àrida spònda» (A.
sporre i termini di una frase in ordine crescen- Manzoni, Marzo 1821, v. 1).
te di valore e di forza.
Nell’uso antico, ripreso dai romantici e poi
ESEMPI «la terra ansante, livida, in sussul- da Pascoli, è spesso nella forma di un dop-
to; / il cielo ingombro, tragico, disfatto» (G. pio quinario con cesura fissa dopo il primo
Pascoli, Il lampo, vv. 2-3); «il coraggio, l’auda- quinario .
cia, la ribellione, saranno elementi essenzia-
li…» (F.T. Marinetti, Fondazione e manifesto del ESEMPIO «Al mio cantuccio, // donde non
Futurismo). sento» (G. Pascoli, L’ora di Barga, v. 1).
Congedo Stanza finale di una canzone Deittico Che designa con evidenza, con preci-
o di una sestina , detta anche commiato. sione, fissando le coordinate spazio-temporali
di un enunciato; in particolare, riferito a pro-
nome o aggettivo, sinonimo di dimostrativo.
Connotazione È il significato associato o se-
condario di una parola o di un’espressione, ESEMPIO «Di questa poesia / mi resta / quel
in aggiunta al significato ovvio o primario nulla» (G. Ungaretti, Il porto sepolto, vv. 4-6).
(denotazione ). Per esempio, seppur le pa-
role piccino, bambino, bimbo, fanciullo, pupo ab- Denotazione Indica il significato letterale
biano egual denotazione, possiedono diversa delle parole. Per esempio, data la parola “cie-
connotazione, in quanto, pur indicando tutte lo”, il suo valore denotativo consiste nel suo
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Glossario
significato . Semplificando, potremmo so- ce accade sovente nel discorso diretto, spesso
stenere che il valore denotativo di un termine presenta al suo interno interiezioni, esclama-
coincide con la definizione che di esso forni- zioni, avverbi di luogo e tempo, frasi inter-
sce il vocabolario. rogative dirette, frasi ellittiche e vari costrutti
tipici del parlato, mentre i tempi verbali più
usati sono l’indicativo imperfetto e il condi-
Dialefe È l’opposto della sinalefe . Si ha
zionale passato, che permettono una maggio-
quando due vocali contigue rimangono in
re vicinanza di chi scrive a ciò che si racconta.
due sillabe distinte, anziché essere conteggia-
Molto in voga nella prosa narrativa fra Otto-
te in una stessa.
cento e Novecento, il discorso indiretto libero
ha lo scopo di riferire in 3a persona le parole
Didascalia Nel testo di un’opera teatrale, e i pensieri di un personaggio, combinandoli
ognuna delle indicazioni dell’autore o dello con quelli della voce narrante.
sceneggiatore, relativamente alla recitazione ESEMPI «Ormai! Che doveva importargli
o alla scenografia: per esempio, le caratteristi- delle stramberie dell’avvocato?… Ma se fosse
che della scenografia e dell’ambientazione, le vero? Eh, via!… Ma infine, se fosse vero?…»
notazioni per l’entrata o l’uscita dei personag- (L. Capuana, Il marchese di Roccaverdina, cap.
gi, le modalità espressive di recitazione, gli 8); «Un violinista! Se era vero ch’egli sonava
sviluppi della narrazione. tanto bene, io semplicemente, ero un uomo di-
strutto. Almeno non avessi sonato io quell’in-
Dieresi È l’opposto della sineresi . Si ha strumento o non mi fossi lasciato indurre di
quando due vocali contigue all’interno di una sonarlo in casa Malfenti» (I. Svevo, La coscienza
parola vengono separate in due sillabe diver- di Zeno, cap. 5).
se. La dieresi è spesso segnalata dal segno gra-
fico ¨ posto sulla prima delle due vocali scisse.
E
Discorso indiretto Comporta una riformu- Ellissi Figura retorica che consiste nell’o-
lazione delle parole o delle frasi proprie o missione, in una proposizione, di uno o più
altrui. Si può presentare come proposizione elementi che si possono sottintendere (per
oggettiva o interrogativa indiretta, sia espli- esempio, il verbo) conferendo all’enunciato
cita sia implicita. Nel passaggio dal discorso più concisione ed efficacia.
diretto a quello indiretto si verificano alcuni ESEMPIO «Il sole, in alto, – e un secco greto»
cambiamenti: la 1a e la 2a persona (singolare e (E. Montale, Gloria del disteso mezzogiorno, v. 5).
plurale) del discorso diretto diventano rispet-
tivamente la 3a singolare e la 3a singolare o Emistichio Nella metrica classica, ciascuna
plurale; le interiezioni, i vocativi, le formule delle 2 parti in cui il verso viene diviso dalla
di saluto e alcuni tratti colloquiali scompaio- cesura . Nella metrica medievale e moderna,
no, perché non possono essere riprodotti, se la prima o la seconda metà di un verso divisi-
non con perifrasi . bile in due (come il decasillabo).
5
Glossario
nella poesia tragica, nel sonetto o, alternato ma la Roma delle Ville, delle Fontane, delle
al settenario , nella canzone . Chiese» (G. d’Annunzio, Il piacere, I, cap. 2).
Le origini risalgono alla poesia dei primi
siciliani (fine XII sec.), che probabilmente Epifora Nella retorica, figura speculare all’a-
lo ripresero dai poeti provenzali. Gli accenti nafora , consistente nella ripetizione di una
ritmici possono essere disposti in modo va- o più parole alla fine di un verso o di una pro-
rio; l’unica costante è l’accento fisso sulla 10a posizione.
sillaba. Nella varietà delle configurazioni, si
ESEMPIO «Certo alla schiuma, alla marina
presentano con maggiore frequenza gli sche-
schiuma […] anche alle nubi, insensibili nubi»
mi con accento sulla 4a sillaba e con accento
(U. Saba, Ritratto della mia bambina, vv. 8-11).
sulla 6a sillaba: l’endecasillabo risulta diviso
in 2 membri o emistichi e prende il nome,
nel primo caso, di endecasillabo a minore («sì Epigramma Breve componimento in versi
che ’l piè férmo // sempre era ’l più bàsso», sorto originariamente come iscrizione, soprat-
Dante, Inferno, I, 30), nel secondo, di endeca- tutto funeraria, poi componimento mirante a
sillabo a maiore («l’amor che move il sóle // fermare il ricordo di una vita, di un’impresa,
e l’altre stélle», Dante, Paradiso, XXXIII, 145). di un’offerta; ha infine assunto, già tra i Gre-
ci e i Romani, il tono e il carattere di arguzia
ironica e mordace, talora caricaturale, che ha
Enjambement Superamento logico e sintatti-
conservato nelle letterature moderne, in cui
co del limite ritmico del verso, ottenuto con la
l’ispirazione morale, sociale o politica si tra-
collocazione nel verso successivo di un termine
duce spesso in un rapido e vivace ritratto o
strettamente connesso ad altro del precedente.
quadretto.
Mentre poeti come Dante tendono a far
coincidere l’unità metrica del singolo verso
con l’unità sintattica e concettuale di una fra- Esametro Verso tradizionale dell’epopea
se, di modo che ogni singolo verso abbia un greca e romana da Omero in poi, usato però
significato compiuto e autonomo, a partire anche nella poesia religiosa (oracoli e inni),
dal Cinquecento e sempre più spesso nell’Ot- nella didascalica e nella poesia elegiaca (disti-
to e Novecento, i poeti spezzano i nessi unita- co elegiaco). Nella metrica italiana cosiddetta
ri, sia per dare maggiore rilievo a singoli ele- “barbara” il ritmo dell’esametro è general-
menti dei versi, sia per creare una più intensa mente riprodotto con un settenario più un
fluidità ritmica che modifichi la rigida e mo- novenario .
notona scansione dei versi.
ESEMPIO «Lenta fiocca la neve // pe ’l cielo
ESEMPI «Le si arruffano al vento / le piume, cinerëo: gridi» (G. Carducci, Nevicata, v. 1).
il collo china / per bere» (U. Saba, A mia mo-
glie, vv. 3-5); «era l’incartocciarsi della foglia /
riarsa» (E. Montale, Spesso il male di vivere ho F
incontrato, vv. 4-5).
Fabula Termine equivalente all’italiano “fa-
vola” ma conservato nell’uso filologico e let-
Enumerazione L’atto, il fatto di enumerare;
terario nel significato di “rappresentazione
enunciazione ordinata e puntuale di una serie
drammatica”, soprattutto per indicare i vari
di cose. Nella retorica classica, la parte di un’o-
tipi di commedia e tragedia dell’età romana.
razione in cui si richiamano ordinatamente gli
Indica il complesso dei materiali di una nar-
argomenti precedentemente enunciati.
razione, analizzati in successione rigorosa-
ESEMPIO «Roma era il suo grande amore: mente logico-temporale, indipendentemente
non la Roma dei Cesari ma la Roma dei Papi; dalla disposizione in cui l’autore ha voluto
non la Roma degli Archi, delle Terme, dei Fòri, presentarli nell’intreccio dell’opera.
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Glossario
Figura etimologica È una figura retorica gram- che riferisce azioni e comportamenti dei per-
maticale e insieme semantica che consiste sonaggi senza però aver accesso alla loro psi-
nell’accostamento di due parole aventi la stes- cologia, si parla di “focalizzazione esterna”.
sa radice. La figura etimologica rientra nella
famiglia delle paronomasie , vale a dire di
quelle espressioni che, poste nello stesso seg- Fonosimbolo Manifestazione fonica non
mento discorsivo, si richiamano per affini- riconducibile alle strutture fonematiche pro-
tà di forma, ma se ne differenziano per lievi prie di una data lingua. Il termine fonosimbo-
mutamenti dell’espressione in grado così di lico è usato talvolta dai linguisti come equiva-
creare inediti e inattesi circuiti di senso. Nel lente di onomatopeico, per definire l’origine
caso della figura etimologica, l’affinità di for- di vocaboli che suscitano per onomatopea
ma viene però determinata dalla presenza di l’immagine non di un suono o di un rumore
una stessa radice per origine di etimo o per ma di fatti visivi, di condizioni astratte ecc.
derivazione (come nelle espressioni “vivere Nell’analisi dei testi letterari, specie poeti-
la vita”, “morire di una morte”, “amare di un ci, il concetto di fonosimbolismo può esten-
amore”, “sognare un sogno” ecc.). La figura si dersi e comprendere tutte le strutture foniche
presta così a meccanismi di intensificazione (allitterazioni , assonanze , paronomasie ,
semantica del concetto di base (evocata dal- elementi ritmici ecc.) capaci di suggerire si-
la radice), garantendone una maggiore forza gnificati supplementari.
espressiva.
ESEMPI «crepitìo», «crosciare», «croscio»
ESEMPI «Il farmacista nella farmacia / m’e- (G. d’Annunzio, La pioggia nel pineto, vv. 36,
logiava il farmaco sagace» (G. Gozzano, La si- 82 e 85); «chiacchiericcio», «sciacquìo» (G. Pa-
gnorina Felicita ovvero la Felicità, vv. 327-328); «il scoli, I puffini dell’Adriatico, vv. 8 e 11).
desiderio improvviso d’uscire / di me stesso, di
vivere la vita / di tutti» (U. Saba, Il borgo, vv. 6-8). Fronte Nella canzone antica o petrarche-
sca, la prima delle 3 parti in cui si suole di-
Flashback Nella tecnica cinematografica, pro- videre la strofa; è suddivisa a sua volta in 2
cedimento narrativo consistente nell’inter- piedi di identica struttura metrica.
rompere il racconto di fatti attuali nel loro svi-
luppo cronologico, per inserirvi un episodio
anteriore collegato più o meno intimamente Fuori campo In ambito teatrale, è una battu-
con il racconto stesso. Per estensione, analogo ta pronunciata da un personaggio che non
procedimento adottato in opere narrative, so- si trova in scena, “dietro le quinte” e perciò
prattutto mediante inserti della memoria del non visibile dagli spettatori. Di solito è segna-
passato nelle vicende del presente. lata da un’apposita didascalia .
Focalizzazione Nello svolgimento di un
racconto è il particolare punto di vista da cui I
vengono narrati i fatti. La narrazione più dif- Iato Incontro di vocali appartenenti a silla-
fusa è quella a “focalizzazione zero”, quando be diverse, a volte indicato, nella grafia, da
gli eventi sono riportati da un narratore onni- una dieresi. È riferito all’incontro di vocali
sciente che non solo conosce i fatti, ma an-
non solo nel corpo d’una stessa parola, ma
che gli umori e i pensieri dei suoi personaggi.
anche in fine e principio di due parole con-
Talvolta il punto di vista coincide con quello
secutive.
di un personaggio: è il caso della cosiddetta
“focalizzazione interna”; infine, quando la ESEMPIO «Cominciò a poco a poco indi a
narrazione è oggettiva, svolta da un narratore levarse» (L. Ariosto, Orlando furioso, II, ott. 49).
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Glossario
Intreccio È la sequenza degli avvenimen- Ipallage Figura retorica consistente nel mu-
ti narrati così come vengono presentati dal tare il normale rapporto semantico e sintat-
narratore: può quindi presentare flashback, tico fra due parole, attribuendo per esempio
digressioni, cambiamenti del normale ordine un aggettivo a un sostantivo diverso da quello
cronologico ecc. cui, nella stessa frase, dovrebbe unirsi.
ESEMPIO «fra quattro mura / stupefatte di
Inversione Spostamento nell’ordine o nel- spazio» (C. Rebora, Dall’imagine tesa, vv. 10-
la disposizione degli elementi (due o più) di 11): l’aggettivo “stupefatto” che, logicamente,
un insieme che per lo più prendono il posto andrebbe riferito al poeta, si trova invece poe-
l’uno dell’altro, in modo da ottenere una di- ticamente accostato a “mura”.
sposizione contraria a quella di prima, o co-
munque diversa: inversione dei termini di Iperbato Figura retorica consistente nel se-
una proposizione. parare due parole strettamente connesse dal
In particolare, l’inversione di un costrutto, punto di vista sintattico mediante l’inserzione
o inversione sintattica, è la disposizione del- di una o più parole, in modo da determinare
le parole di un costrutto sintattico in modo un ordine inconsueto o irregolare degli ele-
diverso da quello normale e più semplice, menti della frase, con particolari effetti di sug-
soprattutto per effetti stilistici: le inversioni gestione poetica.
sono frequenti nella poesia; possono essere ESEMPI «Questa speranza sola m’addolcirà
elegante, studiata, contorta, forzata, che gene- lo strazio / del Nulla…» (G. Gozzano, Il più
ra oscurità. atto, vv. 10-11); «Si sta come / d’autunno / sugli
alberi / le foglie» (G. Ungaretti, Soldati).
ESEMPIO «tutti sentiva della vita i pesi» (U.
Saba, Mio padre è stato per me “l’assassino”,
Iperbole Figura retorica, consistente nell’e-
v. 10); «Da casa mia cacciato e a te venuto» (S.
sagerazione di un concetto oltre i termini
Penna, Mi nasconda la notte e il dolce vento, v. 2).
della verosimiglianza, per eccesso (“le grida
salivano alle stelle”) o per difetto (“non ha un
Invettiva Discorso o scritto polemico conci- briciolo di cervello”).
tato e violento, di accusa, di oltraggio, di acer-
bo rimprovero, contro persone o cose. È chia- ESEMPI «Ho sceso milioni di scale dando-
mato così anche un componimento letterario ti il braccio» (E. Montale, Ho sceso, dandoti il
in voga nel Trecento e nel Quattrocento. braccio, almeno un milione di scale, v. 8); «solo
che i partigiani gli garantissero l’incolumità
ESEMPIO «Casto poeta che l’Italia adora, / dell’esodo» (G. Fenoglio, I ventitré giorni della
vegliardo in sante visioni assorto, / tu puoi mo- città di Alba): la ritirata dei fascisti viene iper-
rir!… Degli antecristi è l’ora! / Cristo è rimor- bolicamente equiparata a un esodo.
to!» (E. Praga, Preludio, vv. 13-16; è la violenta
invettiva rivolta a Manzoni); «Ahi Pisa, vitupe- Ipermetro In senso ampio, di qualsiasi ver-
rio de le genti» (Dante, Inferno, XXXIII, 79). so che superi per qualche motivo la misura
ordinaria; se ne hanno frequenti esempi nella
Io lirico La voce che, in prima persona, espri- poesia italiana dei primi secoli, sia con iper-
me ed enuncia i contenuti della poesia. Non metria reale, eccedente cioè la misura, sia con
deve essere confuso con il poeta, autore del te- ipermetria apparente, dovuta al fatto che i
sto: le due figure non necessariamente coincido- copisti o gli stessi autori hanno scritto intera
no. L’io lirico si rivolge spesso a un “tu” imma- la parola che va invece letta tronca. In senso
ginario, l’interlocutore, che a sua volta non è da stretto, furono così detti, dai grammatici anti-
confondere con il destinatario reale, il lettore. chi, i complessi metrici con una sillaba finale
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in modo tale che si riferiscano a una medesi- critico, consistente, nel caso di opere di poesia
ma entità. L’effetto che si ottiene è quello di (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi
un paradosso apparente. conservandone la cadenza, le rime, il tessuto
sintattico e alcune parole e, nel caso di opere
ESEMPI «… s’ostina in cielo un sole / fred-
musicali, nel sostituire le parole del testo ori-
doloso» (E. Montale, Ti libero la fronte dai ghiac-
ginario, conservando intatto o con leggere va-
cioli, vv. 6-7); «il petto le si gonfiava / timido, e
riazioni il motivo. Con accezione più generica,
le si riabbassava, / quieto nel suo tumultuare»
imitazione deliberata, con intento più o meno
(G. Caproni, La gente se l’additava, vv. 7-9).
caricaturale, dello stile caratteristico di uno
scrittore, di un musicista, di un regista ecc., re-
Ottonario Nella metrica italiana, verso com- alizzata inserendo nella nuova composizione
posto di 8 “posizioni metriche”, con gli ac- passi che ne rievochino con immediatezza la
centi principali sulla 3a e 7a sillaba. Adoperato maniera.
fin dalle origini della nostra letteratura, l’ot-
tonario rimase in voga fino a tutto il XV seco- ESEMPI il sonetto di F. Berni Chiome d’ar-
lo; nel Novecento fu utilizzato da Pascoli, che gento fino, che contraffà il sonetto di P. Bembo
sperimentò anche schemi inconsueti. Crin d’oro crespo; Eneide travestita di G.B. Lalli;
il poema Morgante di L. Pulci.
ESEMPI «Su ’l castèllo di Veròna / batte il sòle
a mezzogiòrno» (G. Carducci, Rime nuove, 76, Paronomasia Figura retorica, detta anche
1-2); «Qui forse potrei scrivere: / potrei forse an- annominazione, che consiste nell’accostare
che vivere» (G. Caproni, Su cartolina, vv. 14-15). due parole simili nel suono ma distanti nel
significato; lo scopo è di creare una tensione
semantica fra le voci coinvolte.
P
ESEMPI «la luce si fa avara – amara l’ani-
Parallelismo In retorica, procedimento con- ma» (E. Montale, I limoni, v. 42); «Trema un ri-
sistente nel dare rilievo allo sviluppo di un’i- cordo nel ricolmo secchio» (E. Montale, Cigola
dea mediante una disposizione simmetrica la carrucola del pozzo, v. 3).
di brevi concetti, per lo più in coppia; nella
poesia tale disposizione si risolve spesso in Patto narrativo È il tacito accordo tra l’au-
simmetria di ritmo. tore e il lettore, in base al quale chi legge si
ESEMPI «Vigile a ogni soffio, / intenta a ogni astrae dalla realtà contingente e si immedesi-
baleno, / sempre in ascolto, / sempre in attesa, ma nella vicenda raccontata.
/ pronta a ghermire, / pronta a donare…» (G.
d’Annunzio, Maia, Laus Vitae, I, 64-69); «La Perifrasi Circonlocuzione o giro di parole
mia poesia è alacre come il fuoco, / trascorre con cui si significa una qualsiasi realtà cui ci
tra le mie dita come un rosario» (A. Merini, La si potrebbe riferire direttamente con un unico
mia poesia è alacre come il fuoco, vv. 1-2). termine.
ESEMPI «Colui che tutto move» (Dante, Pa-
Paratassi (o coordinazione) In sintassi,
radiso, I, 1), per definire Dio, motore dell’uni-
il collegamento tra due o più proposizioni
verso; «il cerchio di ferro con dentro il vuoto
all’interno di un periodo, mediante giustap-
dove nascono gli spari» (I. Calvino, Il sentiero
posizione o coordinazione e non mediante
dei nidi di ragno, cap. 2) per indicare, dal punto
subordinazione.
di vista del protagonista, la canna della pistola.
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Glossario
entità personificate possono compiere azioni ESEMPIO «e mangia e bee e dorme e veste
tipiche degli esseri umani, provare sentimenti panni» (Dante, Inferno, XXXIII, 141).
e persino prendere la parola (in quest’ultimo
caso si parla di prosopopea ). Prolessi Costruzione sintattica (detta anche
ESEMPIO «La Vita si ritolse tutte le sue pro-
anticipazione) in cui una o più parole (o un’in-
messe. / Egli sognò per anni l’Amore che non tera proposizione) sono collocate prima di ciò
venne» (G. Gozzano, Totò Merùmeni, vv. 37-38). che sarebbe richiesto dal costrutto ordinario.
In narrativa, è un’anticipazione degli eventi
Piano In linguistica, parola che ha l’accen- che accadranno in futuro rispetto al momento
to sulla penultima sillaba (per esempio, “ca- in cui si svolge la vicenda principale.
tèna”). Un verso è detto piano se la parola che ESEMPIO «Guarda la mia virtù s’ell’è possen-
lo chiude è piana. te» (Dante, Inferno, II, 11).
ESEMPIO «Qui su l’arida schiena / del formi-
dabil monte / sterminator Vesevo» (G. Leopardi, Prosopopea Figura retorica per cui si intro-
La ginestra o il fiore del deserto, vv. 1-3). ducono a parlare persone assenti o morte, o
anche cose astratte, come se fossero vive e pre-
Piede Nella metrica classica, la più piccola senti.
unità ritmica di un verso, formata di due o
ESEMPIO «Là, presso le allegre ranelle, / sin-
più sillabe; nella metrica italiana, ciascuno
ghiozza monotono un rivo» (G. Pascoli, La
dei due membri, di uguale struttura metrica,
mia sera, vv. 11-12).
in cui è suddivisa la fronte della strofa nella
canzone .
Prossemica È la disciplina relativa ai gesti,
al comportamento, allo spazio e alle distanze
Pleonasmo Espressione sovrabbondante, for- all’interno di una comunicazione, sia verbale
mata con l’aggiunta di una o più parole non che non verbale; a teatro, in particolare, ri-
necessarie dal punto di vista grammaticale: fre- guarda la disposizione del corpo nello spazio
quente nel linguaggio familiare, si può trovare scenico.
anche nella lingua letteraria e non implica di
per sé una violazione di regole grammaticali
(“a me mi piace”, “entrare dentro”, “uscire fuo- Protasi In grammatica, proposizione subordi-
ri” sono pleonasmi). nata condizionale che, in correlazione con una
proposizione principale (detta apodosi ), co-
ESEMPIO «già gli ero stato / assuefatto» (G.
stituisce il cosiddetto periodo ipotetico.
Ungaretti, Girovago, vv. 14-15).
ESEMPIO «se tu cedi / come un’ombra la
Poliptoto Figura retorica che consiste nel ri- spoglia […] / chi ti proteggerà?» (E. Montale,
petere una parola già usata a breve distanza, A mia madre, vv. 5-8).
modificandone la funzione sintattica, il gene- Con protasi si indica anche la parte intro-
re, il numero, il modo o il tempo. duttiva del poema classico consistente in un
ESEMPIO «il niente del niente di ogni nien- breve cenno dell’argomento da trattare (pro-
te» (E. Sanguineti, Ballata della guerra, v. 28). posizione), cui si congiunge o si fa seguire
l’invocazione a qualche divinità (per lo più
Polisindeto Consiste nella ripetizione della alla Musa) per cominciare quindi il racconto
congiunzione coordinante tra parole o frasi. È dei casi dell’eroe o dei fatti che costituiscono
il contrario dell’asindeto . la materia dell’opera.
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Glossario
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Glossario
Ritmo Nella metrica, l’alternarsi, in un verso, ESEMPIO «Sazia d’erba, bagnàta / dalla piog-
di sillabe toniche e atone secondo determina- gia, belàva» (U. Saba, La capra, vv. 3-4).
te leggi: scandire il ritmo di un verso, leggerlo
È il verso più usato dopo l’endecasillabo , per
in modo da mettere in risalto tale alternanza.
In prosa, il succedersi degli accenti di frase, in lo più congiunto a questo e al quinario in
genere senza leggi fisse, secondo il gusto e la varie forme strofiche.
sensibilità di chi scrive o parla.
Significante È l’insieme dei fonemi che com-
pongono la parola, la sua forma concreta ed
S esteriore. Per esempio, il significante di “mela”
è dato dall’insieme dei suoni m + e + l + a.
Sdrucciolo In linguistica, parola che ha l’ac-
cento sulla terzultima sillaba (per esempio,
“ésile”). Versi sdruccioli; endecasillabi , sette- Significato Corrisponde al concetto, o im-
nari , ottonari sdruccioli sono quelli che, magine mentale, a cui la parola rimanda. Per
terminando con parola sdrucciola, hanno 12 esempio, il significato di “mela” è costituito
sillabe invece che 11, 8 invece che 7 e così via; dall’immagine che rappresentiamo nella no-
ottave sdrucciole, composte di versi sdruccioli. stra mente pensando a tale parola.
ESEMPI «Canta la gioia! Io voglio cingerti /
di tutti i fiori perché tu celebri / la gioia…» (G.
Similitudine Figura retorica che mira a chia-
d’Annunzio, Canta la gioia!, vv. 1-3); «È il segno
rire (logicamente o fantasticamente) un con-
d’un’altra orbita: tu seguilo» (E. Montale, Arse-
cetto presentandolo in parallelismo e in para-
nio, v. 12).
gone con un altro, mediante la congiunzione
Senario Verso composto di 6 sillabe metri- “come” o i nessi “così… come”, “tale… qua-
che, con accento principale fisso sulla 5a silla- le”, “come… tale” ecc.; può avere forma este-
ba; compare per lo più accostato ad altri versi. sa, e in tal caso consta di una prima parte, in
Senario doppio o accoppiato è detto il verso cui si descrive la cosa presa come confronto,
costituito da due emistichi di 6 sillabe me- e di una seconda parte, in cui si passa all’ap-
triche ciascuno, separati da una cesura fissa, plicazione.
chiamato anche dodecasillabo. ESEMPIO «Come la luce rapida / piove di cosa
ESEMPI «Taci. Su le sòglie / del bosco non in cosa, / e i color vari suscita / dovunque si ri-
òdo» (G. d’Annunzio, La pioggia nel pineto, vv. posa; / tal risonò moltiplice / la voce dello Spi-
1-2); «verrà se resìsto / […], / verrà d’improvvìso» ro» (A. Manzoni, Pentecoste, vv. 41-46).
(C. Rebora, Dall’imagine tesa, vv. 15-17).
Oppure può risolversi tutta nel giro di una frase
(per esempio, “fu trattato come un cane”); in
Sequenza È una porzione di testo che pre-
senta caratteristiche omogenee. Si distinguono forma ancora più concentrata si riduce alla me-
sequenze descrittive, narrative, dialogate, rifles- tafora , mentre la soppressione del “come” o
sive, miste. di ogni altro nesso, cioè l’identificazione di un
termine con l’altro, dà luogo all’analogia .
Settenario Verso composto di 7 sillabe metri- ESEMPIO «con tortiglioni neri di fumo, que-
che, con accento principale fisso sulla 6a e uno o sto però pecioso e crasso come d’un arrosto in-
due altri su una delle prime 4 sillabe, da cui una fernale […] o intrefolarsi come un pitone nero
grande varietà di armonia. Prevale il ritmo con su di se stesso» (C.E. Gadda, Accoppiamenti giu-
accenti sulla 2a, 4 a e 6 a sillaba (detto giambico). diziosi, L’incendio di via Keplero).
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Glossario
Sinalefe Si ha quando la vocale finale di una zione acustica, come in “suoni chiari”, “voce
parola si fonde con la vocale iniziale della pa- chiara”).
rola successiva. Le due sillabe contenenti le vo-
ESEMPI «Fresche le mie parole ne la sera»
cali, in questo modo, valgono come una sola.
(G. d’Annunzio, La sera fiesolana, v. 1); «Ascolta
tra i palmizi il getto tremulo / dei violini» (E.
Sincope In linguistica, caduta di un suono o Montale, Arsenio, vv. 24-25).
di un gruppo di suoni all’interno di una parola
(per esempio, “spirto” per “spirito”). Sintagma Unità sintattica di varia complessità
e autonomia, di livello intermedio tra la paro-
la e la frase; in particolare, con riferimento alla
Sineddoche Figura retorica che risulta da un
processo psichico e linguistico attraverso cui, categoria grammaticale, si distinguono sintagmi
dopo avere mentalmente associato due realtà nominali, verbali, aggettivali, preposizionali.
differenti ma dipendenti o contigue logicamen-
te o fisicamente, si sostituisce la denominazio- Sirma (o sirima) La seconda parte della strofa
ne dell’una a quella dell’altra. La relazione tra i nella canzone , collegata con la prima parte,
due termini coinvolge aspetti quantitativi, cioè o fronte , da un verso chiamato chiave ; è
i rapporti parte-tutto (una vela per la barca), per lo più divisa in 2 volte , di uguale nume-
singolare-plurale (lo straniero per gli stranieri), ro di versi ciascuna. Il termine è stato anche
genere-specie (i mortali per gli uomini), ma- usato per indicare la seconda parte del sonet-
teria prima-oggetto prodotto (un bronzo per to (le 2 terzine ).
una scultura in bronzo).
ESEMPI «Quando vi mettete a fare tutti quei Soliloquio L’atto di parlare tra sé, di esprime-
figliuoli non ci pensate che son tante bocche re a voce più o meno alta i propri pensieri pur
che mangiano?» (G. Verga, Il reverendo); «con sapendo che non vi è nessun interlocutore o
la congestione / delle sue mani» (G. Ungaretti, ascoltatore. Nell’ambito teatrale, indica il di-
Veglia, vv. 8-9). scorso di un personaggio che parla tra sé e sé, o
si rivolge a interlocutori immaginari o assenti
Sineresi Si ha quando due vocali all’interno dalla scena.
di una stessa parola, benché appartenenti a
due sillabe diverse, vengono fuse nella mede-
sima sillaba metrica. Sonetto Composizione metrica (dal francese
antico sonet, “canzone, canzonetta”) di carat-
tere prevalentemente lirico, composta di 14
Sinestesia Nel linguaggio della stilistica e versi (quasi sempre endecasillabi nella lette-
della semantica, particolare tipo di metafo- ratura italiana), distribuiti in 2 quartine e 2
ra per cui si uniscono in stretto rapporto terzine , con rime disposte secondo precisi
due parole che si riferiscono a sfere senso- schemi. Il sonetto è stato un componimento
riali diverse (colore squillante, voce calda); aperto a temi di varia natura, amorosi, mora-
quando l’accostamento tende a ripetersi (per li, politici, artistici, polemici. Con Petrarca il
contingenze storico-culturali e stilistiche)
sonetto si pose sul piano della canzone come
può determinarsi un mutamento semantico
grande metro della poesia lirica, e tale restò per
e nascere una nuova accezione della parola
tutto il XVI secolo.
(il latino clarus, etimologicamente apparte-
nente alla sfera sensoriale auditiva, è passato
alla sfera visiva sia nel latino classico sia nelle Stanza Nella metrica italiana, altro nome
lingue romanze, dove, a partire dal linguaggio della strofa d’una canzone , anche come
musicale, ha nuovamente assunto un’acce- componimento a sé stante; talora, è usato
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Glossario
T V
Terzina Strofa di 3 versi (detta anche terzet- Verso In poesia, ciascuno dei membri in cui
to), che s’incontra, per esempio, nel madrigale si articola il periodo ritmico. È segnalato da
e nel sonetto . Come metro a sé (detto anche
un a capo, ed è costituito da una componente
terza rima), si compone di 3 endecasillabi ,
invariabile (il metro) e una variabile (gli ac-
di cui il 1° rima con il 3°, mentre il 2° dà la
centi che identificano una sequenza ritmica).
rima al 1° e al 3° della terzina seguente; la se-
rie si chiude con un verso che rima con il 2°
dell’ultima terzina (ABA BCB … YZY Z); usata Volta Nella metrica italiana, ciascuno dei
per la prima volta da Dante, è detta anche ter- due periodi ritmici in cui si può dividere la
zina dantesca. sirma della canzone .
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