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bituminosi
(parte 7 di 7)
A.A. 2021/2022
Conglomerati bituminosi: Mix design Marshall e SHRP-SuperPave
Tutti gli strati in conglomerati bituminoso di una pavimentazione sono soggetti a una procedura
di mix-design in fase di progetto e prima della posa in opera.
L’ottimizzazione del contenuto di bitume può avvenire con diverse procedure, qui si
vedranno quelle maggiormente rappresentative dal punto di vista storico (Procedura Marshall)
e dell’evoluzione della tecnica (SHRP-SuperPave). Nella esercitazione collegata verrà anche
esposta e approfondita una delle procedure attualmente utilizzate nei Capitolati Tecnici Italiani.
traffico (Lezione 2)
clima e ambiente (Lezione 2)
prestazioni meccaniche del singolo strato componente la pavimentazione (Lezioni da
13 a 17)
Il mix design Superpave è un metodo applicabile alla maggior parte dei conglomerati
bituminosi (con aggregati vergini o di riciclo, a curva granulometrica continua - dense-graded
– o discontinua – gap-graded - a caldo o tiepidi).
Ovviamente la procedura di mix design può essere utilizzata per nuovi strati di usura, binder o
base, oppure strati aggiuntivi di pavimentazioni esistenti (overlayers).
Deformazioni permanenti;
Fessurazione per fatica;
Fessurazione di origine termica.
Inoltre, vengono direttamente considerati dalla procedura gli effetti dell’invecchiamento del
bitume e della presenza d’acqua, sempre al fine di arrestare lo sviluppo dei tre fenomeni di
degrado sopra citati.
Il mix-design si basa su indagini nelle quali sono indagati due tipi di parametri:
- performance related: che si basano sul controllo della volumetria della miscela e
controllano indirettamente le prestazioni, formano essenzialmente la base del Livello
1.
- performance based: cioè basati sulla misura diretta dei fenomeni di degrado visti in
precedenza (fatica, ormaiamento, fessurazione di origine termica), formano il set di test
del Livello 2 e del Livello 3.
L’importanza della strada è definita in base al traffico equivalente (ESAL – Lezione 2).
LIVELLO 1: procedura per livelli di traffico ridotti (𝐸𝑆𝐴𝐿𝑠 10 e basata sulla sola
analisi volumetrica; fornisce SOLO la DURATA MINIMA della pavimentazione se tutti
i criteri di valutazione sono rispettati.
Di conseguenza, la selezione finale dei materiali è basata sul rispetto di specifici livelli di:
vuoti residui
vuoti nell’aggregato minerale (VMA)
vuoti riempiti dal bitume (VFB)
Step 1.1. SELEZIONE DEGLI AGGREGATI. È la fase di scelta e qualifica degli aggregati,
segue le procedure e i test già visti in Lezione 7.
Step 1.2 (1.2A). SELEZIONE DEL BITUME. È la fase di scelta del bitume sulla base delle
temperature minime e massime del sito di realizzazione della infrastruttura, segue le procedure
e i test già visti nelle Lezioni da 10 a 12 per la definizione del Performance Grade del bitume.
Nello step 1.2A si consiglia una verifica di compatibilità bitume-aggregato, per verificarne
l’affinità chimica.
100
90 Blend 2 6
Percent passing
80
Blend 1
70
60
50
40
30
Blend 3
20
10
0
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50
(Sieve Opening)0.45
Gli aggregati di ogni curva granulometrica di tentativo vengono miscelati con il bitume scelto,
aggiunto nella quantità definita nel precedente step 1.3. Ottenendo quindi un numero di
conglomerati bituminosi pari al numero di granulometrie di tentativo ed ognuna con il proprio
contenuto di bitume di primo tentativo.
I risultati ottenuti dalla curva di addensamento in pressa giratoria sono poi confrontati
con i criteri riportati di seguito.
Nello step 1.6 si richiede di confezionare 4 CB con differente contenuto di bitume nell’intorno
di quello di primo tentativo (es. se il bitume di primo tentativo è 5%, si compattano 4 miscele
togliendo e aggiungendo 0.25% e 0.5%, da cui si ha 4.50%; 4.75%; 5.25%; 5.50%). Per
ognuna delle quattro miscele si chiede di compattare due campioni con pressa giratoria a
Ndesign.
Nello step 1.7 si chiede di misurare e calcolare le caratteristiche volumetriche delle nuove
miscele (compattate a Ndesign) e di verificarne la rispondenza ai parametri del precedente step
1.5.
La verifica poi prevede di sottoporre i 6 campioni a una prova meccanica a scelta tra Trazione
Indiretta e Modulo di Rigidezza e quindi verificare che il rapporto tra la performance dei
campioni sottoposti all’azione dell’acqua e quella dei campioni integri non sia inferiore all’80%:
𝐼𝑇𝑆 𝑆𝑀
𝑅𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙𝑙 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑎 80%
𝐼𝑇𝑆 𝑆𝑀
LIVELLO 2
10
Il livello 2 di mix design è successivo al Livello 1 ed è incentrato sulla misura di parametri
performace-based.
Deformazioni permanenti
Fatica
Fessurazione termica
Sempre nei confronti dei 3 fenomeni di degrado citati, è possibile, attraverso l’uso di modelli
matematici e software specializzati, stimare l’andamento della vita utile delle pavimentazioni. 11
L’affidabilità di queste previsioni è consistente con il mix design di Livello 2, come metodo di
scelta delle miscele per quel determinato livello di traffico.
LIVELLO 3
Anche il Livello 3 di mix design incorpora i contenuti delle richieste volumetriche presenti al
Livello 1 ed è performance based.
In questo caso, però, le miscele preparate ai vari contenuti di bitume di progetto vengono
sottoposte a una serie di test sulle performance per sviluppare miscele da utilizzare in
pavimentazioni soggette a traffico molto pesante e/o in climi particolarmente ostili.
In questo caso, posto che, comunque, i fenomeni di degrado considerati sono sempre gli
stessi, i test proposti sono i seguenti:
12
È importante osservare che, oltre a essere incrementato il numero delle prove da eseguire,
per quei test che erano presenti anche per il Livello 2 del mix design, cambia (meglio, viene
ampliato) l’intervallo di temperature a cui condurre i diversi test.