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Conglomerati

bituminosi
(parte 7 di 7)

Mix design SHRP-


Superpave

Appunti del corso di


Tecnica delle Pavimentazioni
Lezione 19

Docente: Emanuele Toraldo

A.A. 2021/2022
Conglomerati bituminosi: Mix design Marshall e SHRP-SuperPave

IL MIX DESIGN DEI CONGLOMERATI BITUMINOSI 2


La scelta e il proporzionamento degli elementi costituenti il conglomerato bituminoso (mix
design) è una fase cruciale nella messa a punto della miscela e dalla quale dipendono le
prestazioni nel tempo della miscela medesima.

Tutti gli strati in conglomerati bituminoso di una pavimentazione sono soggetti a una procedura
di mix-design in fase di progetto e prima della posa in opera.

I principali step di cui si compone un mix design sono:

- scelta e proporzionamento degli aggregati e del filler (Lezione 7);


- scelta del bitume (Lezioni da 8 a 12);
- ottimizzazione del contenuto di bitume.

L’ottimizzazione del contenuto di bitume può avvenire con diverse procedure, qui si
vedranno quelle maggiormente rappresentative dal punto di vista storico (Procedura Marshall)
e dell’evoluzione della tecnica (SHRP-SuperPave). Nella esercitazione collegata verrà anche
esposta e approfondita una delle procedure attualmente utilizzate nei Capitolati Tecnici Italiani.

Mix design SHPR-SuperPave


Il mix design SHRP-SuperPave è un metodo di progetto dei conglomerati bituminosi finalizzato
a mettere a punto miscele in grado di rispondere ai requisiti prestazionali derivanti da:

 traffico (Lezione 2)
 clima e ambiente (Lezione 2)
 prestazioni meccaniche del singolo strato componente la pavimentazione (Lezioni da
13 a 17)

riferiti al particolare sito in cui dovrà essere realizzata la pavimentazione di progetto.

Il mix design Superpave è un metodo applicabile alla maggior parte dei conglomerati
bituminosi (con aggregati vergini o di riciclo, a curva granulometrica continua - dense-graded
– o discontinua – gap-graded - a caldo o tiepidi).

Ovviamente la procedura di mix design può essere utilizzata per nuovi strati di usura, binder o
base, oppure strati aggiuntivi di pavimentazioni esistenti (overlayers).

Come tutto l’impianto SHRP-SuperPave, anche il mix-design si concentra direttamente sulla


riduzione e il controllo di:

 Deformazioni permanenti;
 Fessurazione per fatica;
 Fessurazione di origine termica.

Inoltre, vengono direttamente considerati dalla procedura gli effetti dell’invecchiamento del
bitume e della presenza d’acqua, sempre al fine di arrestare lo sviluppo dei tre fenomeni di
degrado sopra citati.

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Il mix-design SHRP-SuperPave è caratterizzato da 3 livelli. A seconda dell’importanza della


strada un livello è propedeutico a quello successivo. La numerosità dei test e la relativa 3
severità aumenta ovviamente andando dal livello minimo (Livello1) al quello massimo (Livello
3).

Il mix-design si basa su indagini nelle quali sono indagati due tipi di parametri:

- performance related: che si basano sul controllo della volumetria della miscela e
controllano indirettamente le prestazioni, formano essenzialmente la base del Livello
1.
- performance based: cioè basati sulla misura diretta dei fenomeni di degrado visti in
precedenza (fatica, ormaiamento, fessurazione di origine termica), formano il set di test
del Livello 2 e del Livello 3.

L’importanza della strada è definita in base al traffico equivalente (ESAL – Lezione 2).

Scendendo in maggior dettaglio:

 LIVELLO 1: procedura per livelli di traffico ridotti (𝐸𝑆𝐴𝐿𝑠 10 e basata sulla sola
analisi volumetrica; fornisce SOLO la DURATA MINIMA della pavimentazione se tutti
i criteri di valutazione sono rispettati.

 LIVELLI 2-3: procedure per livelli di traffico medio-alti (𝐸𝑆𝐴𝐿𝑠 10 ; all’analisi


volumetrica delle miscele viene aggiunta una serie di test prestazionali in grado di
fornire dettagli sull’evoluzione nel tempo degli ammaloramenti (fatica, ormaie e
fessurazione termica). È possibile definire il modello di comportamento della miscela
finale (pavimentazione) in funzione della tipologia di ammaloramento.

Si nota, inoltre, che i livelli 2 e 3 si differenziano in base al numero di test da svolgere e


all’ampiezza dell’intervallo di temperature da valutare (per il livello 2 la temperatura di
valutazione è unica: TEMPERATURA EFFETTIVA).

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LIVELLO 1: mix design volumetrico

Come detto, lo scopo del livello 1 è ottenere un conglomerato bituminoso in grado di


sopportare bassi volumi di traffico, senza necessitare di prove specifiche basate sulle
prestazioni.

Di conseguenza, la selezione finale dei materiali è basata sul rispetto di specifici livelli di:

 vuoti residui
 vuoti nell’aggregato minerale (VMA)
 vuoti riempiti dal bitume (VFB)

a differenti livelli di compattazione (iniziale Niniziale, di progetto Ndesign e massimo Nmax).

Il diagramma di flusso del Livello 1 di mix-design SHRP-SuperPave è riportato nella figura


seguente.

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Lo schema prevede 8 step successivi, come di seguito dettagliati.

Step 1.1. SELEZIONE DEGLI AGGREGATI. È la fase di scelta e qualifica degli aggregati,
segue le procedure e i test già visti in Lezione 7.

Step 1.2 (1.2A). SELEZIONE DEL BITUME. È la fase di scelta del bitume sulla base delle
temperature minime e massime del sito di realizzazione della infrastruttura, segue le procedure
e i test già visti nelle Lezioni da 10 a 12 per la definizione del Performance Grade del bitume.
Nello step 1.2A si consiglia una verifica di compatibilità bitume-aggregato, per verificarne
l’affinità chimica.

Step 1.3. MIX-DESIGN DEGLI AGGREGATI. In questa fase si richiede di progettare 3 o 4


curve granulometriche di tentativo compatibili con le carte a punti di controllo proposte da
SHRP-SuperPave (Lezione 7).

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100

90 Blend 2 6
Percent passing

80
Blend 1
70
60
50

40
30
Blend 3
20
10

0
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50

(Sieve Opening)0.45

Step 1.4. CALCOLO DI UN CONTENUTO DI BITUME DI PRIMO TENTATIVO.

Per ciascuna miscela di aggregati di tentativo si calcola un quantitativo di bitume di primo


tentativo. Anche se SHRP-SuperPave propone una formula di calcolo di bitume su base
empirica, in questa sede conviene semplicemente, proprio per l’empiricità delle formulazioni,
riferirsi a quanto già detto per il Mix design Marshall.

Step 1.5. SCELTA DELLA CURVA GRANULOMETRICA.

Gli aggregati di ogni curva granulometrica di tentativo vengono miscelati con il bitume scelto,
aggiunto nella quantità definita nel precedente step 1.3. Ottenendo quindi un numero di
conglomerati bituminosi pari al numero di granulometrie di tentativo ed ognuna con il proprio
contenuto di bitume di primo tentativo.

La scelta è effettuata secondo le seguenti fasi:

1. misura (o calcolo) della TMD di ogni CB di tentativo;


2. sono preparati 2 campioni con la pressa giratoria per ognuno dei CB;
3. il numero di giri a cui compattare i campioni (Ndesign = numero di giri richiesto alla
pressa giratoria per produrre un addensamento del materiale equivalente a quello
in sito) è definito a seconda del livello di traffico e della massima temperatura di
progetto( variabile a seconda del sito in cui la pavimentazione verrà realizzata),
come da tabella seguente; da qui sono determinati Niniziale; Ndesign (numero di giri a
cui si effettua la compattazione), Nmax.

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I risultati ottenuti dalla curva di addensamento in pressa giratoria sono poi confrontati
con i criteri riportati di seguito.

Sui campioni compattati a Ndes si misurano (o calcolano) le seguenti grandezze


(Lezione 14):

• Massa Volumica - Bulk density;

• Contenuto di vuoti - Air voids

• Voids in the Mineral Aggregates (VMA)

• Voids Filled with asphalt (or bitumen) (VFA o VFB)

I risultati ottenuti si confrontano con i limiti imposti da SHRP-SuperPave e si ottiene la


CURVA GRANULOMETRICA DI PROGETTO.

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Step 1.6-1.7. VERIFICA DEL CONTENUTO DI BITUME.

Nello step 1.6 si richiede di confezionare 4 CB con differente contenuto di bitume nell’intorno
di quello di primo tentativo (es. se il bitume di primo tentativo è 5%, si compattano 4 miscele
togliendo e aggiungendo 0.25% e 0.5%, da cui si ha 4.50%; 4.75%; 5.25%; 5.50%). Per
ognuna delle quattro miscele si chiede di compattare due campioni con pressa giratoria a
Ndesign.

Nello step 1.7 si chiede di misurare e calcolare le caratteristiche volumetriche delle nuove
miscele (compattate a Ndesign) e di verificarne la rispondenza ai parametri del precedente step
1.5.

Da qui si ottiene il CONTENUTO OTTIMO DI BITUME.

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Step 1.8. VERIFICA DI SENSIBILITA’ ALL’ACQUA.

La verifica prevede di compattare 6 campioni in pressa giratoria ad un contenuto di vuoti pari


al 7% (per favorire l’ingresso dell’acqua) e di sottoporne 3 all’azione dell’acqua.

La verifica poi prevede di sottoporre i 6 campioni a una prova meccanica a scelta tra Trazione
Indiretta e Modulo di Rigidezza e quindi verificare che il rapporto tra la performance dei
campioni sottoposti all’azione dell’acqua e quella dei campioni integri non sia inferiore all’80%:

𝐼𝑇𝑆 𝑆𝑀
𝑅𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙𝑙 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑎 80%
𝐼𝑇𝑆 𝑆𝑀

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LIVELLO 2
10
Il livello 2 di mix design è successivo al Livello 1 ed è incentrato sulla misura di parametri
performace-based.

Come accennato, le performance richieste alle miscele, secondo l’approccio SHRP-


SuperPave, sono sempre riguardanti i 3 fenomeni di degrado già analizzati:

 Deformazioni permanenti
 Fatica
 Fessurazione termica

Le prove correlate sono riportate nella tabella seguente:

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Sempre nei confronti dei 3 fenomeni di degrado citati, è possibile, attraverso l’uso di modelli
matematici e software specializzati, stimare l’andamento della vita utile delle pavimentazioni. 11
L’affidabilità di queste previsioni è consistente con il mix design di Livello 2, come metodo di
scelta delle miscele per quel determinato livello di traffico.

LIVELLO 3

Anche il Livello 3 di mix design incorpora i contenuti delle richieste volumetriche presenti al
Livello 1 ed è performance based.

In questo caso, però, le miscele preparate ai vari contenuti di bitume di progetto vengono
sottoposte a una serie di test sulle performance per sviluppare miscele da utilizzare in
pavimentazioni soggette a traffico molto pesante e/o in climi particolarmente ostili.

In questo caso, posto che, comunque, i fenomeni di degrado considerati sono sempre gli
stessi, i test proposti sono i seguenti:

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È importante osservare che, oltre a essere incrementato il numero delle prove da eseguire,
per quei test che erano presenti anche per il Livello 2 del mix design, cambia (meglio, viene
ampliato) l’intervallo di temperature a cui condurre i diversi test.

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