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Dal catalogo Daniel N. Stern I momento presente Tnpsicoeapne ell vitaquotiana Louis W. Sander Sistemi viventé ‘Vemergre della persona ateaveroVevohixone ne gel core Ed Tronick Regolazione emotioa Nello sviuppoe nel proceso eapeticn ‘The Boston Change Process Study Group IL CAMBIAMENTO IN PSICOTERAPIA Fe Raffeello Cortina Editore srowaffallocortina it ‘Titolo oviginale Change in Pychoberepy A Uniying Pradiom 1© 2010 Boston Change Process Sudy Group Originally published by WW. Norton Company Tradvsione Monies Luc ISBN 978.88-6030-479.7 (© 2612 Rafael Cortina Eitone ‘Milan, vi Rosin Prima ediaione: 2012 Stampato da Gece SRL, San Giullano Milanese (0) per conta ai Rasello Cortina Edtore isa earaariaGne anal 2002 023-2004 2025 Indice Presentazione (Massimo Ammaniti) Ringraziamenti Introduzione, Il contesto di lavoro: leorigini del Boston Change Process Study Group 41. Meccanismi non interpretativi in terapia psicoanalitca 11 “qualcosa in pid” dellinterpretazione 2, La conoscenza relazionale implicita. Un concetto centrale nel cambiamento psicoterapentico 3, "Sento che tu senti che io sento. Tl processo di siconoscimento di Sander ele mosse relazionali nel setting psicoterapeutico 4. Spiegare limplicito, 1 livello locale e il microprocesso del cambiamento nella situazione analitiea 45.1 “qualcosa in pid” dell'interpretazione rvisitato, Sloppiness ¢ co-creativita nell’ncontro psicoanalitico 6. Le basi del significato psicodinamico. l processo implicito in rlazione a confitto,difesa ¢inconscio dinamico 7. Forme del sigaificato relazionale. Problemi nelle relazioni trail campo implicito quello riflessive-verbale 8. Un approccio all’azione terapeutica basato sul processo relazionale implicito Bibliografia Indice analitico 4 xin 2 4 6 7 7 BB 159 175 185 Tent dl Boston Change Pre Soy Grp in nie Nadia Bruschweiler-Stem, Karlen Lyons-Ruth, Alexander C. Morgan, Jeremy P. Nahum, Louis W. Sander, Daniel N. Stern Alesanins M Harton e Eds 2 Tronic son eat mei fe gruppo fino gluse de 2002, Hanno contribute a co ol 12,4 cela prime pare dl capital Presentazione Massimo Ammaniti I tema fondante di questo libro & costituito dai processi di cambiamento che non riguardano solo il contesto della psicoterapia oggetto di riflessio- ze, maancheil metodo eil lavoro innovativo grazie ai quali stato possibile claborare le idee che sono confluite nella stesura del presente volume. La paternita del libro, come si legge in copertina, & del “The Boston Change Process Study Group”, un gruppo distudio che ha avuto come riferimento culturale escientifico la citta di Boston. I retroterra scientifco del libro prende Pavvio negli anni Cinquanta del secolo scorso da Louis Sander @ Boston, con le sue ricerche longitudinal sui sistem regolativifra madre-bambino. Louis Sander, nella duplice veste dipsicoanalista ericercatore nel campo dellinfanza,hainizato la stagione dellinfant research, che @ stata proseguita nepli anni Settanta e Ottanta da Daniel Stern attcaverso sli studi microanalitici dell interazioni fra madre e bambino. Sander e Stern, veri pionieri dellinfant research, hanno portato nel Boston Study Group la doppia prospettiva di ticereatori edi clnic. Bo- ston @ stata anche la sede in cull pediatraT, Berry Brazelton ha rivoluziona- tolaconcezione del neonato, rtenuto in grado fin dalle prime ore di vita di relazionarsi, purin modo embrionale, con le persone del proprio ambiente. La lezione di Brazelton ha indirizzato Edward Tronick e Nadia Bru- schweilerStern a sviluppare questo ambito di ricerca ¢ a trovare forme applicative nel trattamento dei disturbi selazionali precoci. Tronick e Bru- schweiler Stern hanno messo a disposizione dello Study Group le loro com- petenze, Il clima innovativo della ricerca in campo infantile si respirato anche nell’Harvard Department of Psychology diretto da Jerome Bruner, figu 12 i spicco in campo scientifico e culturale, con cui ha collaborato, oltre a Tronick, Karlen Lyons-Ruth, anche lei molto attiva nello Study Group. ‘Ma anche Pambito psicoanalitico della Boston Psychoanalytic Society ha ‘mostrato fin dagli anni Ottanta un interesse per le ricerche in campo infan- tile, basi citare figure come Stechler, Lichtenberg ¢ Virginia Demos, inte esse ripseso e sviluppsto dag psicoanalist Jeremy P. Nahum e Alexander Morgan, figure importanti dello Study Group. Era quasi inevitabile che clinic e ricercatori che avevano respirato il cl : vr ‘ma innovativo bostoniano iniiassero un viaggio comune mettendo a con: fronto la psicoanalisi nel’ ccezione pit! ampia con I'infant research. Ma Vincontro non poteva ripercorrerela strada della teoria psicoanalitica dello sviluppo infantile, che doveva sostenzialmente confermare la teoria psicoa- nalitica dell'apparato psichico attraverso un procedimento confermativo circolare. Non era questa la finalita dell’infant research che, pur partendo agi interrogativi psicoanalitici sulla relazione e sullesperienza affettiva, aveva adottato una metodologia indipendente, basata su tecniche di video: registrazione e di microanalisi della relazione madre-bambino. In pochi anni le concezioni di Freud sullo svluppo infantile, ma anche quelle di Melanie Klein e Margaret Mahler, sono apparse datate:ilattante non @ chiuso allin- temno di un guscio monadico ma éaperto al mondo dei rapport, i capa ce di interazionie ritmi di scambio complessi. Questo ha portato in primo piano il fatto che le relazioni sono centrali non solo durante Pinfanzia ma anche nel ciclo suecessivo della vita, ¢ che nello stesso tempo esse rappre- sentano il motore centrale dellesperienza psicoterapica ‘Va aggiunto che 'esplorazione del periodo preverbale del bambino, ante cedente al’ acquisizione del linguaggio, ha messoin luce la grande ricchezza della comunicazione attraverso canal diversi. La ricerca infantile degli ul- timi anni, come viene illustrato nel libro, he aperto un nuovo capitolo sulla conoscenza relazionale implicita presente fin dai primi mesi di vita e che ‘appresenta la bussola con cui il bambino si orienta nel mondo e interagi- sce con le persone significative. la conoscenza implicita che spinge per esempio il bambino, quando si sente in diffcolta, a rivolgers alla persona familiare che gli ha dimostrato maggiore disponibilita nei momenti critic Sitatta di una forma di conoscenza non conscia enon ditezionata,diversa dallinconscio rimosso al centro della speculazione psicoanalitca ‘Va aggiunto che la conoscenza implicita, che sicolloca nellarea subsim. bolica non verbale e in quella simbolica non verbale secondo la teoria del codice multiplo di Wilma Bucci,’ non é stata ancora pienamente esplorata nelle sue modalita ci funzionamento enele sue relazioni con la conoscenza esplicta, basata fondamentalmente sul linguaggio e sulla consapevolezza. trasferimento in campo clinico della conoscenza implicita stato il pas- s0 successivo del Boston Study Group per sottolineare il valore dei mecca nism non interpretativi nella terapia psicoanalitica: “the ‘something more’ than interpretation”, dal titolo del primo articolo collettivo del 1998 pub- biicato sull International Journal of Psychoanalysis Nell'applicare queste evidenze emerse dallinfant research al contesto terapeutico, il Boston Study Group propone il concetto clinico del “mo- ‘mento di incontro” fra pazientee terapeuta, una proprieta emergente nel le dinamiche relazionali che modifica il contesto intersoggettivo e anche 1. WBueci (1997), Poon e sina cognitio tit. Gianni Fo, Roma 1999. vu la conoscenza relazionale implicita, Nel lessico del gruppoil momento di incontro @ preceduto da un insieme di ‘momenti presenti” nei quali ci si muove soggettivamente verso quella direzione. E se un momento presente assume una forte valenza affetiva diviene rilevante nel processo terapeu- tico, un "momento ora’, che se viene riconosciuto ¢ colto nella relazione terapeutica da entrambi i partner suscita una reciproca sintonia, un vero ‘momento di incontro. ‘Questo paradigma trasformativo del Boston Study Group valorizza le singole sequenze del processo terapeutico con un approcciosovrapponibile alla metodologia osservativa dellinfant research, che sottolinea'importan- 2a evolutiva della coppia madre-bambino. ‘Questa cornice teorico-clnica visuaizzail processo terapeutico come un percorso su cuisinscrivono moment relazionali ilevant cae ne modifca- ‘oil contestointersoggettivo anche sul piano implicit. isi pud chiedere se i momenti di incontro iano I'espressione di eventi cemergenti o non siano piuttosto I'atualizzazione di un processo terapeu- tico sottostante. In termini pittorici, la comice trasformativa proposta dal Boston Study Group ricorda Yeffetto visivo del’ anamorfosi, che compor- ta una prospettiva diversa se l'osservatore si sposta di fronte al quadro. Si ud ipotizzare che il momento di incontro rappresenti un cambiamento anamorico della coppia terapeutica che acquisisce una prospettiva rela- zionale diversa modificando la sfera della conoscenza implicta e anche la consapevolezza di entrambi ¢ della propria relazione. Ringraziamenti Unsentit ringraziamento ¢ tutto il nostro affetto va ai nosti familiar, che ci hanno sostenuto nel corso di molti anni di scrttura con pazienza, buo rnumore e ore di svago dopo il lavoro, Siamo in debito anche nei confronti di tutti i membri dell infant Re- search Workshop della Boston Psychoanalytic Society che, dal 1988 al2002, hha organizzato numerose vivac serate di dibattto, che sooo state spesso il bbanco di prova per le idee iniziali poi confluite nel lavoro diquesto volume. Ringraziamo anche Dan Siegel, Bruce Reis e Holly Levenkron per gli scambi avuti con loro su queste idee. I nostro pensiero stato anche messo alla provae rafinato grazie a coloro che hanno partecipate con noi ai sim- ‘posi su questi temi, come Gerald Stechler, Steve Mitchell, Amold Modell, ‘Anna e Paul Ornstein, Allan Shore, Joe Lichtenberg, Darlene Ehrenberg, Peter Hobson, Bab Storolow;, Donne! Stern, Jim Grotsten, Steve Kno- bblauch e Massimo Ammaniti, Tnfine, ringeaziamo Michael e Maj-Britt Rosenbaum perla loro generosi {nel fornirci'ambienteidiliaco di Virgin Gorda che ha permesso P'avio di questo processo di pensiero. Introduzione 11 contesto di lavoro: le origini del Boston Change Process Study Group U1 Boston Change Process Study Group @ nato nel 1994. E partito come un ‘gruppo eterogeneo di otto persone, di cui cinque analisti- Alexander Mor- san, Jeremy Nahum, Louis Sander, Daniel Stem e,inizialmente, Alexandra Harrison. Due degli analist- Sander e Stem —erano anche pionieri nel cam- po dellinfant research di orientamento psicoanalitico e hanno continuato a «are individualmente contribu important c original Louis Sander ha por tato a una profonda conoscenza dei sistemi biologicis Daniel Stern ha inau- gurato i metodi microanalitici per descrivere leinterazioni made-bambino Karlen Lyons-Ruth e inizialmente, Edward Tronick,ricercator nell'ambito dall’etaevolutiva,stavano contribuendo con important intuizion alla lette- ‘atura sullattaccamento nel corso dello sviluppo esui process affettv in eta infantile ed erano interessat al processo clinico psicodinamico. Nadia Bru- schuveiler Stern, pediatra dello svluppo e psichiatra infantile era impegnata «a studiare i primi process relativ all’ncontro genitore-bambino eallattac- ‘camento, Sebbene gli analisti del gruppo che eserctavano a tempo pieno — ‘Mozgan, Nahum einizialmente Harrison ~arrivarono dopo rispetto agi alti al riconoscimento del valore potenziale di studiae la ricerca recente sullin- fanzia per la teora ela pratica della terapia psicodinamica, ci accomunava ‘una convinzione: che o studio delle prime fasi dello sviluppofosse una fonte ricea e unica di contributi perl psicoanalis Boston he una lunga tradizione di pensiro sul’etaevolutiva. B stato qui che, nel 1954, stato creatoil primo progetto di studio longitudinale suo svi- lupo infantile: il av Longitudinal Project diretto da Louis Sander. Non molto tempo dopo, sempre a Boston, T. Berry Brazelton ha awiato isuoi stud sulle abilita dei neonate sullo scambio madre-bambino e ha inizatc un dialogo con ‘Daniel Ste e Margaret Mahler. All Harvard Department of Psychology, Bra- zelton, Lyons-Ruth e Tronickstavano iniziando astudiarelo swuppo afettivo infantile nel laboratorio di Jerome Bruner. Tutto questo si sviluppava senza ‘moltaattenzione da parte della comunitpsicoanalitica. Tuttavia questo insie- me di cose ha fatto s ches ereasse terreno fertile per emerge del gruppo. Fin dai primi anni Séetanta cifu anche un‘esplosione di ricerche sul’eta evolutiva che esploravano i processiaffettvi e mentali nelf'infanzia, inco- raggiata dalla dsponibiita di nuove tecnologie di registrazione video por- xa tatile e computer pit potenti, I risultati di questa prolifica ricerca erano perd dissonanti con la teoria psicoanalitcasullo sviluppo esistente, Questa dissonanza ci portd a cercare di creare maggiore coerenza tra le conoscen- ze emergenti sullo sviuppo e la teoria psicodinamica, Quest stimolanti 1 sultattrovarono scarsa accettazione da parte della comunita psicoanalitica rel suoinsieme. Tuttavia, ci furono delle eccezion: wn ottimo seminario alla Boston Psychoanalytic Society tenuto da Gerald Stechler,nsieme a Samuel Kaplan e Virginia Demos; la pubblicazione di un libro di un alto psicoanali sta, Joseph Lichtenberg, nel 1983; la creazione nel 1988 dell Infant Research ‘Workshop alla Boston Psychoanalytic Society da parte di Jeremy Nahum, seguito da Alexander Morgan. Dopo poco tempo, Karlen Lyons-Ruth, come pure Edward Tronick e Alexandra Harison, si sono unit a questo gruppo. ‘Quando Daniel Stern e Nadia Bruschweiler Stem vennero @ Boston nel 1994 per un anno sabbatico, si decise che un piccolo gruppo si sarebbe in- contrato per rifletere ulteriormentesull'utliti di mettere in relazione intui- 2ioni che provenivano dall studio delinfanzia con il pensiero sul processo psicoanaltico. Questo gruppo (Bruschweiler Stern, Harrison, Lyons-Ruth, Morgan, Nahum, Sander, Stern ¢ Tronick) divenne il scesc. Tl gruppo fu ‘pensato come necessariamente rstretto rtenendo che sarebbe stato fond: mentale considerare il processo clinico momento per momento ¢, casa pid) importante, includere I esperienza soggetiva del terapeuta, Poiché molt nel gruppo avevano lavorato allo studio delle videoregistrazion delle interazio- ri madre-bambino, volevamo cogliere nel processo clinico la stessaticchez- 2a di dettagli del momento per momento. La supervsione psicoanaltica& sempre consistta in una varante di questo seguire il processo momento per ‘momento insieme al supervisore. Tattavia, si dice che qualunque cosa non ‘venga detta al supervsore é cid che realmente accade in terapia. Volevamo costruize un velo di fiducia che incoraggiasse un'esplorazione onesta del Jo scambio momento-per-momento nella seduta psicoanaltica. Per questa autenticita cra necessario sia sentte di essere a proprio agio sia provare un certlivello di amiciiaesicurezza fra i membri del gruppo, cose che un am- biente pit piccolo e intimo avrebbe potuto sicuramente favorire, Nel corso ddl tempo, ci ha guidaticispirati'entusiasmo del gruppo generato dal'aver ‘messoinsieme la ricerca sul'etaevolutiva, la teoria dei sistemi biologie gli studi neuroscientfici sui affeti nella loro rilevanza perl processo clinic. IL CONTESTO STORICO DEL LAVORO DEL BCPSG ALLINTERNO DEL PENSIERO PSICOANALITICO, nostro lavoro si svoltoallinterno di diversi floni di studio egatial cam biamento psicoterapeutico, che riguardano: (e)oscilazione del pendolo dalla psicologia monopersonale a quella bi-personale; (b) il ruolo sempre xv etnoou0Ne ‘maggiore della ricerca sull'eti evolutiva; (c) la comprensione dell'intersog- sgettvithnello scambio terapeutico; (4) Vimportanza della comunicazione implicita, come distinta dall esplicta, basata sul linguagaio; (cil contribu- to del pensiero sui sistem dinamici; (fil ruolo dellintenzione come rego: latore primario dello scambio interattivo. Inoltre, abbiamo ragione di pen- sare che questo modello sari coerente con cid che sta emergendo in campi ‘come le attuali neuroscienze ¢ gli studi che si avvalgono delle immagini del cervello, tea gli alti 1. Ilpassaggio dalla psicologia monopersonale a quella bipersonale termine rivoluzione silenziosa, coniato da Amold Cooper (2004), deseri- ve bene!'importanza del passaggio dalla psicologia monope-sonale a quella bi-personale, Freud avevainiziato a sua teorizzazione da una prospettiva bi-personale nella sua originaria “teoria del trauma”, in quanto vedeva la sintomatologia delle sue prime pazienti dovuta all'effeto di altre persone su diloro e la cura legataallefetto dellanalista sulla persona del pazien- te. Tuttavia abbandond questa idea ¢ le sostitu con la teora della “fanta- sia originasia” in cui i sintomi si verifcano come conseguenza delle fante- sie ntrapsichiche. Come effet di cid la psicologie monogersonale regnd indistusbata Lediscussioni di Freud con molti membri del suo circolo, in paticolare con Séndor Ferenczi che metteva 'accento su transfert e controtransfert, riportarono al centro dell’atenzione la concezione bi-personale. Tuttavia, questo apriva la porta all"“analisi selvaggia” ¢ all’ abuso di potere dell’s- nalista sul paziente. In sisposta, Freud cerc® di proteggere questo campo emergente di studi, cosi come pure paziente e analista, Nel 1914-1916, in ‘un impeto creativo con i suoi scritti sulla tecnica, cercd di mettere di nuo- vvo 'accento sul racconto monopersonale stabilendo le tecniche ¢ le rego- le per condurte l’analisi, sottolineando in particolare limportanza della neutralita dell’analista. ‘Negli anni Quaranta e Ginquante diversi movimentiiniziarono a spin- gere di nuovo il racconto verso la concezione bi-persondle:il gruppo del- le relazioni oggettuali, che comprendeva Winnicott, Fairbairn e Guntrip, come pure Melanie Klein — da una prospettiva in qualche misura diversa - inii6 a cambiare idea sul ruolo dell’analista, la cui posizione andava oltre Tessere puramente Poggetto della pulsione del paziente, un veicolo per la sua gratificazione. La relazione con Vanalista ('oggetto) diventava un fine insé peril paziente ‘Negli Stati Uniti, la scuola interpersonale di Sullivan, ¢ anche di Edgar Levinson, si concentsd'maggiormente sulla natura interattiva dellincontro terapeutico. I loro allievi Stephen Mitchell, Jay Greenberg, Lewis Aron, Ir win Hoffman, Philip Bromberg, Donnel Stern, Darlene Ehrenberg, Jessica xv ‘Benjamin eats) si spinsero verso una concezione ancor pit bi-personale, uun’evoluzione che divenne nota come “scuola relazionale”. Inna vena in qualche misura divers, Heinz Kohut ei suoiseguaci enfa- tizzarono il ruolo della realt dell’ analista sul pazient,indipendentemente dai signifcatiinterpersonali, Alri, come Thomas Ogden, Patrick Casement, James McLaughlin e Owen Reni, misero in luce loro volta la natura bi- ‘personale della terapia Un aspettoulteriore di questi movimentierail fatto di focalizzarsi mag siormente sul “quic ora” di cid che si verifica nella stanza d’analisi, Teorie esteme alla psicoanalisi in senso stretto, come la psicologia della Gestalt, avevano gii da tempo portato Vattenzione a questo aspetto dell’esperien zaterapentica 2, Iruolo della ricerca sull’etd evolutiva Un altro spostamento di paradigma che sié verficato in psicoanalisi a par- tice dagli anni Cinguanta@ stato il ruolo sempre maggiore che ha avuto la ricerca sull'eta evolutiva nel pensare le interazioni con i pazient. Il lavoro di osservazione di John Bowlby ha sottolineato limportanza di cid che ef- fettivamente accade tra genitorie bambini e ha messo in primo piano leloro ceffetiverelazioni, Successivi osservatori dell’ta evolutiva format in senso psicoanalitco, come Louis Sander, Gerald Stechler, Daniel Stern, Karlen ‘Lyons-Ruth, Beatrice Beebe, T. Berry Brazelton, Robert Emde, Edward “Tronick e altri hanno avuto un'importante influenza sul pensiero psicoana- litico, in particolar del aces. 3. contribute del pensiero sui sistemi dinamici Fin da subito, la teoria dei sistem dinamici (rsp) (Esther Thelen ¢ Linda Smith) ha profondamente ceratterizzato il lavoro del nc¥36, in quanto ab- biamo considerato la coppia terapeuta-paziente,e gli stati in cui essi vivo- zo, come un sistema dinamico che viene sottoposto a cambiamento secon- do ji principi della 70. 4, La comprensione dellintersoggettiviti nello seambio interattivo ‘Alcuni di questi ticercatosi, insieme a Colwyn Trevarthen, hanno enfatiz- zato gli aspeti intersoggettivi come pure quelli interattivi nei processi di sviluppo. Questo focus della ricerca sulleta evolutiva correva parallelo al ‘pensiero clnico dei membri dela scuola relazionale ctati sopra, come Ro- bert Stolorox, Beatrice Beebe e Frank Lachmann, Steven Knoblauch, eal- tri in quanto le idee sull’intersoggettivita sono state assimilate dal pensiero sual scambiterepeutic. x 5. Limportanza della comunicszione implicita In aggiunta, gli osservator sia nell’ambito della ricerca sia in ambito cli- nico hanno iniziato a ritenere che la comunicazione comprendesse aspet- tiesplciti, basat sul linguaggio, cosi come aspett implicit, Limportanza degli aspetti impliciié stata una parte importante del pensiero del 86. ‘focus sullimplicito sé sviluppato ed @ stato influenzato da settori pit ‘mpi delle ativita umane, come la musica, Part, la danza ealre attviea ba sate sul corpo, come leterapic a loro legate. Questi movimenti hanno aiuta toa portare il compo e tutta la sua reativitd di nuovo all’interno del nostro ambito terapeutico. Nel lavoro del scesc questo si @ rifletuto nell’atten- zione al momento per momento, dove 'azione come pure sentimento ei ppensiero si manifestano tutti 6, Iuolo delPintenzione come regolatore primario dello scambio interattivo All’interno dei campi della filosofia ¢ dellctologia, lintenzione da molto tempo é riconosciuta come una forza primaria nello scambio interattivo (Brentano, 1874; Bruner, 1986, 1990, 2002; Gergely, Csibra, 1997; Ger ‘eel, Nadsasdy, Csibra, Biro, 199; Gopnick, Meltzoff, 1998 Husserl, 1962; Meltzoff, 1995; Meltzoff, Gopnik, 1993; Rochat, 1999; Ruby, Decety,2001; Sander, 1995a, 1995b; vedi anche Konrad Lorenz). Negi scrtt pit recenti del acesc abbiamo sempre pitt enfatizzato il ruolo dell intenzionalita nelle interazioni. Detto sinteticamente il lavoro del ncrsc @ stato un tentativo di ripren- dere questi filoni,sostanziari ulteriormente ed elaborarl in un modello ccoerente che mettesse in luce la ricchezza dello scambio terapeutico. Ab: ‘biamo ragione di pensare che questo modello sari coerente con cié che sta attualmente emergendo dalle neuroscienze, dagli studi sule immagini del cervello, dalle scienze cognitive, e da campi correlati UEMERGERE DI UN PARADIGMA UNIFICANTE Questo libro rappresenta un viaggio. Abbiamo iniziato con Pesperienza dell'eta evolutiva come fonte di ispirazione e conoscenza e come un pos sibile modo di illuminare i processi di cambiamento in psicoterapia. Nel nostro lavoro originario (sc¥3G, 19988; [vedi anche Stern etal, 1998; ca- pitolo 1}) cosi come in quelli pubblicati nell’Infant Mental Health Journal (c736, 1998b; [vedi artche Tronick, 1998; capitolo 2}) abbiamo presentato la struttura di una posizione che nel corso dello sviluppo del nostro pen- siero ¢ della nostra scrittura si sostanziata pit pienamente. Guardandoci xv indietro, ci sembra chiaro che ttte le idee principal erano gia tracciate nel primo lavoro, Il titolo (“Meccanismi non interpretativiinterapia psicoana- litica, II ‘qualeosa in pit’ delVinterpretazione”) contiene il punto centrale. 1 qualcose in pit il cambiamento implicto. Quattro sottoargomenti so- no emersi al suo interno. Lispirazione peril nostro lavoro viene dagli studi attuali dellinfant observation allinterno della psicologia delleta evolutiva, che per ragio- ni owvie di maguiore enfasiallimplicito, esembrd necessatio considerare i process! implicti. Eravamo colpiti che qualcosa ampiamente non preve- dibile enon lineare che affiorava avesse bisogno di un modelo diverso per essere spiegato; qua si inserita la teora dei sistemi dinamici, ‘Quello che sccadeva ta la mente de paziente e quella dell’analistaerail vero oggetto di analisi,Sebbene venissero pronunciate delle parole, era nei sigaificatiimpliciti che emergevano trae parole che i veri event avvenivano. ‘Questo sua volta richiese un’ ulteriore indagine su cid che intendevamo per o-creativti e per intersoggettvita. Ci siamo resi conto che stavamo parlan- dodieventi momento-per-momento che abbiamo chiamato “livello locale”. ‘Tutto questo era presente in forma embrionale nel primo lavoro, ma aveva bisogno di essere ulteriormente elaborato, e questi quattro elemen- tisviluppat, I tre brevilavori che seguirono fecero la loro comparsa come parte di un numero speciale dell Infant Mensal Healtb Journal, in cui ab- biamo sviluppato diverse idee centraliintrodotte nel nostro lavoro iniziale ‘Nel 2002 ilacesc si occupato del problema pit difficile di dove, quando «©cosa éimplicito— poiché non stratta delle parole. Chiaramente questo ci avvicinava di pit al mondo del secondo-per-secondo, cost abbiamo dovu- to esaminarlo in modo pia attento. Tutto ci, a sua volta, ci ha riportati al sateriale dell osservazione madre-bambino, che i ha indott a riconosce- ee poi insistere sull'importanza del livello locale se volevamo parlare del *qualcosa in pid” (8c2S6, 2002; vedi capitolo 4), ‘Nel 2005, riconoscendo ed enfatizzando due aspetti che non avevano atratto inizialmente la nostra attenzione, e cioé che il processo del livello locale era sloppy,’ non lineare, non causale, eimprevedibile, ci siamo resi conto che questa visione era dovuta al fatto di essere nella nebbia dell’even- ‘to, nel bel mezzo della seduta, piuttosto che in una versione ripulita a fatto avvenuto. Questo ha richiesto strumenti teorci diversi (la teoria dei sist: ‘mi dinamici), che a loro volta facessero emergere il secondo aspetto, ¢ cio’ che il processo di creare eventi nuovi,sorprendenti, utili era un processo co-creativo piuttosto che di scavo di significati preformati Erail prodotto dituna complessa interazione di due menti(scr86, 2005a; vedi capitolo 5), Nel rispondere a diverse crtiche (8cPsG, 2005b) abbiamo parlato di co- 1. Slop sito, pooo cust, selec ipreciso, dsrdinato, conf. Bn ermine infor leche nels quia mpi dapprorasone Sadat eel esto dl tx agg tion ingle per oneersrel ampicza seman cl ermine (NAT) XVI ‘me, sia dal punto di vista dello sviluppo sia da quello terapeutico, il signif- «ato venissecreatoattraversolanalisidellintenaione e dei segnaliaffetivi, un dato universale di ogni interazione. Questo ha ulteriormenteilluminato la centraliti del?intenzione. A questo punto & diventato chiaro che la teo- sia psicoanalitica aveva concettualmente capovolto cosa stava in profondi te cosa in superficie. Nel testo del capitolo 6 (ncP5G, 2007) abbiamo ultesiormente elaborato «questo punto cruciale, costretti dai nostri colleghi analistieclinici a rende +e questi dati pia ilevanti per loro, portandoli dentro ai concett di con flitto, difesa e inconscio dinamico. Avevamo dato per scostato, senza es- seme pienamente consapevali, che il processo implicito fosse al cuore del contfito e della difesa, ma ora dovevamo stabilirlo precisando il processo alivelo deserittivo Nel testo del capitolo 7 (ncP3<, 2008) abbiamo continuato in questa di- sezione, perché i bisogni clinici di una teoria basata sulle dinamiche sono ampiamente fondati nei signficat, in cosa una particolaredifesasignifichi Dovevamo affrontare pienamente il problema di cosa siintendesse pet signi- {fcato. Limplicito aveva ora chiaramente assunto un valore fondamentale, ima serviva anche da guida o punto di riferimento per misurare i signficati explicit ela coerenza evaliita degli stess. Questo capitolo conclude con la nostra rsposta a tre commenti a quell articolo. Infine, abbiamo raccolto la sfida di presentare il nostro pensiero su cosa renda terapeutice una terapia psicodinamica. La visione del processo rela zionale implicito viene presentata nel capitolo conclusivo. 1 ‘Meccanismi non interpretativi in terapia psicoanalitica II “qualcosa in pitt” dell’interpretazione! Opi csi trova generalmente ’accordo nel sostenere che necessario qual- cosa in pit dell interpretazione per generare il cambiamento terapeutico. Usando un approccio basato su studi recentidellinterazione madre-bam- bino, dei sistem dinamici non lineati¢ della loro relaziore con le teorie della mente, proponiamo che il qualcosa in pit consista nei process inter soggettivi di interazione che danno luogo a ci che chiamiamo “conoscen- za relazionale implicita’. Questo campo procedurale relazionale &distinto in senso intrapsichico dal campo simbolico. Nella relazione analitica esso comprende momentiintersoggettivi, che si verficano tra paziente e analista, che possono creare nuove organizzazioni o riorgenizzare noa soltanto la re- lazione tra coloro che interagiscono ma, cosa pid importante, le conoscen- ze procedurali implicite del pazient, il suo modo di stare con gli altri. Le diverse qualita e conseguenze di questi momenti (momentiora, “momenti diincontro”) sono delineate e discusse nei termini di un processo sequen- Zale che chiamiamo “avanzamento”. I concett di relazione implicita con- dlivisa, di transfert e controtransfert sono discuss allinterno dei parametsi di questa prospetiva, che sidistingue da altreteorie relazionali e dalla psi- cologia del Sé. In intesi Peflettoterapeutico potente si hae'interno della ‘conoscenza relazionale implicita. Proponiamo che buona parte di cid che 2 osservabile come effett terapeutico duraturo derivi da tai cambiamenti nel campo relazionale intersoggettivo, INTRODUZIONE, Come riescono le terapie psicoanalitiche a produrre il cambiamento? Da tempo si 2 concordi nel rtenere che serva qualcosa in pid delinterpreta- zione, intesa come rendere conscio nconscio. I dibattito su cosa sia quel «qualcosa in pit coinvolge molte prospettive, che implicano polarita diverse, dove il qualcosa in pit ha preso la forma di att psicologici es parole psico- logiche; di cambiamento di strutture psicologiche vs disface la rimozione 1 Originasamentepubino su International Jamal Prcoanalis 8,198, pp. 908.922. 1 c rendere coscienti; di una relazione trasformativa con il terapeuta piutto- sto che di informazioni teasformative peri paziente. Mol autoriin campo ppsicoanalitico, dallinizio della psicoanalsi fino ai giorni nostri, hanno af- frontatodirettamente oindirettamente tli questioni (Ferenczi, Rank, 1924; Fenichel, 1941; Greenson, 1967; Loewald, 1971; Sterba, 1940; Steachey, 1934; Winnicott, 1957; Zetzel, 1956), Pid di recente le stesse problemati- che sono state ricsaminate da Ehrenberg (1992), Gill (1994), Greenberg (1996), Lachmann e Beebe (1996), Mitchell (1993), Sandler (1987), Schwa- ber (1998) e Stolorow collaborator (1994). Tn questo capitolo presenteremo una nuova visione del “qualcosa ia pit tentando di mostrare dove e come esso agisce nella relazione terapeutica. Lo faremo applicando al materiale lnico una prospettivaevalutiva, Prove aned- dlotiche suggcriscono che la maggior parte dei pazienti, dopo aver concluso con successo una terapia tende a ricordare due tipi di eventi principal che ritiene I abbia cambiati. Uno riguarda la/e interpretazione/i chiave che ha/ hanno tiorganizzato il loro paesaggio intrapsichico. altro riguarda speciali “momenti” di autentica connessione personale con i terapeuta (definita pit avanti) che hanno cambiato la relazione con lui o lee percid i senso di sé del ppaziente. Questiracconti suggeriscono che molteterapiefallscono 0 vengono interrotte, non a causa diinterpretazionisbaglate onon accettate, ma acausa fa qualche co- sa che difficile catalogare, qualche cosa che richiede una reazione nuova e diversa, contraddistinta da una firma personale che fa condividere al pa- zente lo stato soggertivo dellanalst (afftti, fantasie,esperienze reali ece) Se tutto cid avviene, entrambi entreranno in un vero e proprio “momento diincontro”, Durante il "momento di incontro”, tra dilorosiinstaureri un ‘nuovo contattointersoggettvo, nel senso che si determina un cambiamento nella “relazione implicita condivisa” I1“momento diinontro” so da entrambi é un “momento di incontro”. Come avviene nea relazione genitore-bambino, il “momento diincontro” é molto specific; nella costru- zione del “momento di incontro”,ciascun partner he apportato attivamente tun contributo unico e autentico di se stesso come persona (ron unico in ter mini di teoria o di tecnica terapeutica). Quando il terapeuta(soprattutto), sma anche il paziente, alle prese con il momento ora, lo esplora elo vive, questo pud diventare un “momento di incontro”. La creazione di un "mo- mento di incontro” & frutto di alcuni element essenziali. terapeuta deve : 15 sare un aspetto specifico della propria individualita, un aspetto che porta ‘una connotazione personal. I due soggett si incontrano in quel momento come persone relativamente svelate, non nascoste dietro ai loro sispettivie ordinari ruoliin terapia. Inoltre, le azioni che costituiscono il “momento di incontro” non possono essere consuete, abituali o tecniche; devono essere ‘nuove eforgiate per soddisfare la particolarita del momento, Cid implica na- turalmente una certa dose di empatia, un'apertura a una nuova valutazione affetiva ecognitiva il segnale di una sintonizzazione affettiva, un punto di vista che tispecchiae ratifca che cid che sta avvenendo appartiene al cam- ‘po della “relazione implicita condivisa”, cio’ a uno stato diadico inedito, specifico dei partecipa 1 “momento diincontro” ¢evento nodale di questo processo, poiché® il punto in cui viene modificato il contesto intersoggettivo, cambiando co- sila conoscenza relazionale implicita rspetto alla relazione paziente-tera ppeuta, Anche altri antosi hanno riconosciuto che il “momento” svolge un ‘uolotrasformativo fondamentale. Questo concetto stato proposto anche da Lachmann e Beebe (1996), mentre Ehrenberg ha sottolineato che il suo lavoro terapeutico trasformativo si attua proprio durante momenti sogget- tiviintimi (1992). ‘A questo punto un esempio pud aiutarci a chiarire meglio il concett. ‘Molly, una signora sposata sui trentacingue anni, entrd in analis causa del la scarsa autostima focalizzata sul suo corpo, sulla sua incapacita di perdere ‘peso e sulla sua forte angoscia di poter perdere le persone pil care. Era la seconda di due figlie. Poiché la sorella maggiore, da piccola, ea stata col pita dalla poliomelite, i genitori davano grande importanza al corpo sano

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