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CARLOS FLORES

Storico dell'architettura Ho il prirneros serratura Jos su Gaudì e la sua lavori sono stati pubblicati
nominative quando anche architetto vissuto So che il vostro primo eque mer bi6grafo era Jo Settembre
Francese Rafols, nel 1915), dovrebbe essere riconoscere che l' valanga di pubblicazioni prodotte dopo
non dice na UCCISO Soprattutto in considerazione ciò che abbiamo Sopra occasione Ma Gaudi quella ora
dà comienzoo Tuttavia, l'architettura di Gaudi e la loro interpretazione è che mwtiples aprire e supporta
ma essere esteso ogniqualvolta forniscono nuovi dati o nuovo e responsabile visioneso L'obiettivo posa di
questo articolo è proprio questo: riflettere su nuovi aspetti del lavoro gaudinianao Per il bene di
simplificaci6n forzato Mi trovo costretto a delineare questi ri flessioni, con le solite riserve mentale con
per essere accolti ogni volta che qualsiasi tipo di schemi, Entrato questo avviso, avremmo trovato Siamo
forse in grado di enunciare le tre fasi o stadi, oltre a un importante epilogo, in cui il lavoro Gau diniana
essere approssimativamente compartimentadao • "Opere-manifesto" e iniciaci6n di Modernismo
Catalano • Predominanza di una forte austerità presenza di tessiture cromatiche e il colore del materiale
naturaleso Evo zioni in materia di len medievisti linguaggio e la forma, la creatività e invenci6n quindi
modelaci6n Si riferisce al interioro spazio 000

Particolare della parte superiore della facciata della Casa Batlló 11900-1914), Barcellona, Paseo de Gracia,
43. • Trovare nuove formule di espressione te, sia dal punto di vista della forma e lo spazio. In questo
aspetto, des TACAN la collaborazioni notevole Apor Tadas dall'architetto JM Jujol. • Epilogo: Due opere
incompiute ca Raeter religiosa: La cripta della chiesa di gli Colonia GlielI (Lasciando in 1914 - 15) E il
Expiatorio Tempio di Il Santo Famiglia Evelop lavoro in cui intenso mente fino al momento della sua frir
suo incidente mortale. Funziona manifesto. Passando, senza di avere noi, per i loro aiios di formazione e
Arti culo delineato nelle pagine sopra, al momento il mio mo (1883-84) Gaudi nel display impostato per
avviare ciascuno dei suoi tre primaria meri importanti opere: CasasVicens e Diaz de Quijano, rivolto alle
ville Gracia (Barcellona) e Comillas (Sings bria), rispettivamente, e l'intera da vicino, gateway e padiglioni
zioni di rete e stalle per lo scopo Eusebio Guell ca-che da poi diventati i suoi principali clienti ti-patron-
posseduto nel Pe- mente del architettonica noioso e ripetitivo tura che ha dominato il suo tempo-che
caratterizzati tre queste opere sembrano non è irragionevole considerare loro come un cie di "manifesto
costruito" me per mezzo del quale l'autore ha cominciato, non mo gar dubbio, la vostra ricerca di lilla
camillar diversa architettura. Gaudi sempre mostrato poco favorevole di esprimere per iscritto le loro
teorie e opinioni dralbes, differenti al momento della Barcellona. Come sempre ha mostrato Gaudi
piuttosto antipatico a dichiarare per iscritto loro teorie e opinioni e avere così stessa nota posizione pause
dora e polemico completamente al di fuori E 'essenziale per il nostro ragionamento zione di vedere come
alcuni anni costruito dopo queste "opere-ma nifiesto "Gaudí, andrà ap ciendo dai principali paesi
Tendenze europee (la Art Nouveau Franco-belga, il Secessione viennese, gli ] Ugendstil . Tedesco, il
Liberty Italiana e, naturalmente anzitutto alla Modernismo Catalano) per parlare di novità, la rottura, ju
ventud, libertà e modernità, caratterizzata stiche e le finalità, che, nella loro differenze nazionali, si
divideranno a dare loro, che permettono di comprendere le ba jo la denominazione di "Stili 1900 ". Il
punto chiave da considerare, dopo sopra, in particolare, che il tre "opere-manifesto" Gaudí anticipare, in
sei o otto aÌlos come minima, a qualsiasi altro della sua omo Logas europei che condividono quelle postula
che la considerazione permesso il corpus come parte della omogenea neo e armonioso, anche se diversi,
che costituiscono tali stili " 1900 ". Inoltre, il già citato "opere manifesto "Gaudí sarà anche prima di altri
eventi singolari zione: la Esposizione Universale di 1888 quella a svolgersi a Barcellona (per ini Sindaco
Rius iniziativa personale e Tau I t) e che avrebbe contribuito in modo essenziale per posizionarlo tra le più
importanti città ropea il momento. Mentre Gaudi sarà escluso di commissioni ufficiali, due giovani ar
Architetti di Barcellona extra ordinario ria valeva-Uuis Domènech i Montaner e Josep Vilaseca Casanovas-
godrebbe l'opportunità di fare significativi posti di lavoro per questo Expo 1888 un fatto probabilità che
ci sia di contribuire ad un grande Per quanto riguarda il "opere-manifiesro" Gaudí come fatti non sono
isolato come edifici mera curio sos o "rare", di essere "continua" alquanto da due costruzioni come
emblematico come la Arc de Triomphe Vilaseca, entra da simbolico Certa- uomini, e la monumentale
Caffè-Restauran si dell'Esposizione Universale, due opere che può essere considerato come il primo una
mera Modernismo di Renoixenço, quella tendenza all'interno del Modernis me cataIan caratterizzata da
una maggiore contenuto, politico e vendicativo. Rottura. La seconda fase è Naladas, avrebbe offerto
come caratteristica principale individuando rottura quasi rotaI res rispettare della lingua sopra, correndo
la ricchezza e la varietà accusati cro e volumetrico Matica "opere-ma nifiesto "ad un forte austerità per
sbagliata e, soprattutto, per la completa soppressione revestimienro qualsiasi cera mico, a lasciarsi
materiali da costruzione di pietra e Ia Cirillo a varie manovre e texturing ras-Ios per dare loro più
immediata per significare fare fuori plastica 105 edifici. Come primo lavoro di questo periodo appare
Palocio Gliell, un edificio che Eu Gaudi Gliell Sebio affidato il ordinare per accogliere un gran numero di pa
amici ridere e proiettata VISI tar Barcellona per la E x p oppure se zione Universol. Se ti piace il membro
bracciale in modo bria facciata figura ano 1888 non RI per 1889-1890 quando l'edificio essere in grado
di essere abitato, essa consentire. controllare, per la prima volta semplicemente, che sarebbe
essenzialmente Gaudí realizzare sempre quello che aveva nella sua mente e di budget, date limite e anche
pretese e desideri di 105 proprietari, potrebbero diventare considerato come secondario. In ogni caso, il
ritardo nella fine zione di PoJocio GiieJJ, la cui funzione definita nitiva e delle abitazioni sarebbe il grande
uomo- sione proprio bene permanente valeva la pena, come l'architetto di canzaria con lui uno dei 105
mrumos ab soluti di tutta la loro produzione. Situato tra dividendo e dotato austere facciate di pietra,
nessuno poteva immaginare, prima di visitare, l'accumulo di sorprese, sensazioni ed esperienze pla tico-
keeping spazio all'interno: una varietà innumerevole di custodie che scandiscono ogni suddividendo è o
sta continuando attraverso "schermi poroso "all'interno di una concezione è spaziale che potrebbe essere
definito come "il modo tica ", tutto di svolta all'interno di un tipo di formaggio emmenthol saggiamente
annoiato ovunque. Eliche e funghi. Vorrei solo citare tre recinti interni è Ho palazzo, veri capolavori
fanno Tadas di qualità architettonica mrumo IiveIIo. Si tratta, in primo luogo, garage di piante e stalle, con
scala a chiocciola che conduce a loro dal vestibolo ingresso, anche la struttura originaria funghi rapporto
di una parte del suo potente batteria risposta a queste piante e semi interrato seminterrato, anche, la
grande della lunetta vivente coronato da una cupola traforata dà luogo a un senso di dinamismo verso
l'alto, quasi "razzo" e infine, che è stata chiamata "Magia sul tetto" asta eccezionale edificio, non divisable
dalla strada e che, al di là dei punteggi iniziali già presenti nel "opere-manifesto" Gaudi insistiTi per
convertire ogni e ca dando uno degli elementi strettamente funzionali in esso pubblicati in insu autentici
pezzi scultorei interesse perable. Come gli altri due importanti edifici -E ma anche gnifi Questa stessa
cos-pe riodo deve menzionare le sue opere lette- Dettaglio degli esterni, con ornamentaci6n ceramica, La
Villa estiva IL Capricho [1883-1885), a Comillas [Santander), a sinistra Aspetto della facciata del collegio di
Le Sorelle [1888-1889), Barcellona, Via Ganduxer, 85, a destra. A La Casa Calvet [1898-1899), Gaudi
incorpora soluzioni proprietarie a Las tipico Facciate Eixample di Barcellona, di strada Caspe, 48, di seguito.
Nese, il Episcopale Palocio Astorga e Ca SA Ferncindez-Andres (O di Stivaletti) nella capitale tale
ejernplos evidente qualità e per infezione che, dal punto di vista della costante distruttivo, sarebbe in
grado di raggiungere l'insegnante. In soluzione per quanto riguarda i dettagli e fare zione degli spazi,
entrambe le opere raggiungono IiveIIo è anche difficile da superare. Alla andare sorprendente in ogni caso
e, risultati certamente meno positivi, potrebbe riassunte nella sua apparente spregio per l'ambiente e
l'ambiente preesistente un tale perverso errare è cove. Inoltre, nel caso di Palazzo Vescovile pal, la cui
situazione, in prossimità monumentale cattedrale di Astorga, ha diventa una specie di castello fiaba. La
peculiare linguaggio sviluppato goticista pato in entrambi i casi, quindi non fuori da coloro che sarebbero
in il gotico Leon, ma in ogni quali stili peninsulare, dovrebbe essere se- anche posizionato nel capitolo di
"must". Un terzo edificio a stare all'interno questo periodo di transizione sarebbe il Scuola Convento di
Santa Teresa, situato nel quartiere fare San Gervasio, una delle più ed esclusivo di alta oggi, Barcellona.
Forse questo, insieme con le Scuole gli Sacro Familio-il il lavoro più impegnativo temente rigorosa in
materia di gaudi 2'Q02 bella austerità formale, originalità navate trattamento interio res, che istituisce
uno spazio " sequenziale "o continuo, ri diretta lacionado con struttura ad arco pa rabolicos, testati nelle
scuderie di Finca Gliell ma qui don massima gamma di livelli di qualità. Linguaggio stesso. Girando
all'ultima L'architetto sembra determinato a ottenere di ogni mattone tutto pagato per il loro obtenci6n
aspetto economico-funzionale di come tas effettuata Gaudi. Sia qui co mo a scuola, l'architetto sembra
deciso di uscire di mattoni a fare quello pagato per la loro acquisizione, il piano di tearniento impedisce
non rappresenta tenere due dei loro pezzi più preziosi ar quitectonicas. Un punto culminante nel
convento, con la sua seiialados di periodi, un periodo ben potrebbe essere definito come "in incontri-
migliore-in ter risultati Terza fase ", sarebbe necessario sottolineare a intero dominio PIENO un nuovo len
gua, assolutamente propria e indipendente pendenza, offrendo già senza dubbio rispetto a stili storici, è È
vero, il barocco, che Gaudi as- di ammirare nelle opere di madrileno Pedro de Ribera e il suo connazionale
Tarra Lluis conense Bonifas-potrebbe assumere una guida, soprattutto quando Si riferisce al trattamento
di facciata fluidità dello spazio interno, supporto o guida che, in qualsiasi modo, media ra le proprie
decisioni e la capacità di creativo. Un cavallo del XIX E XX, Gau di costruito a Barcellona CaJvet Casa,
certamente il suo più vicino al un Eclec CISM se qualcosa accada peculiare più tardi, in un brevissimo
lasso di tempo po, per risolvere il progetto di villa il suo amico pittore Lluís Graner, dove, per la prima
volta appare e un trattamento di forma e che espaeio ra sviluppato in Pienamente Bat Casa Ilo. Inoltre,
in questi primi anni di Novecento avrà luogo la costruzione di porta nei pressi della Finca Miralles, pezzo
notevole in cui può annuncio barbara vertirse poteneia e tutto il le facciate grintoso Casa Mila. Trova
formalo I suoi due insegnanti dopo, le Case BatIJo e Mila (La Pedrera) Colls structed tra 1905-1906 e
1906-1910, manzo rispettivamente, il culminaeion supondrcin di un percorso ininterrotto crea
produttività e risultati formali espaeia loro, opere che avrebbero messo se stessi Gaudi come un summit
indispensabili cutibles arte e architettura uni sal del ventesimo secolo (e parte del secolo). Gaudi, per la
realizzazione di questi due edifieios così come per la GiieIJ Parco - 50 - lappatura cronologicamente
conterebbe con l'assistenza di un giovane co laborador, Jose Maria Jujol, venti anni in meno rispetto al
maestro, figura in solo perché è sempre mostrato uno adrniracion speciale, che renderebbe pu
Repubblica in un buon numero di occasioni. Il colaboraeion tra Gaudi e Jujol bio iniziano a volte nel anno
scolastico 1902-1903 o al catrame rispetto 1904-1905. Questi dati cronologici mostra che la
partecipazione di Jujol in opere come l' GiieB Parco e Case Batilo e Mila è anche possibile evidente
come sono previste, aspetti specifici inconfondibilmente che esce dalla sua mano. Ma non solo per
comporterebbe questa causa importante la presenza dei giovani studenti non con il master in PIENA
maturità. Erto ci sia anche la vostra serietà e Torre Bellesguard 11.900-19.091, Barcellona. strada
Bellesguard. 16-20. consegna, la loro disciplina e rigore, uni due ordini preoccupazioni mo ral, con le idee
di sacrificio e di espiazione Eion, sempre presente nel suo lavoro, è nian, rappresentano un elemento in
grado di introdurre nel suo lavoro un eier di percepire tragico, correlativa a quella concetti che la
pressione sempre dian vita. Jujol-la giovane assistente che, quando do architetto, fatto in modo
"sconosciuto gli orari e le tariffe "- o che potrebbero in Flusso Dedramatization in alcuni dei Complicato
mondo di Gaudí, ha- Il suo lavoro su di esso durante i suoi wtimos venti anni, si sarebbe limitato a progetto
e costruire il nuovo, ma, quasi in modo soprattutto, per risolvere i problemi futuri, quelli che un
monumento della sua im importanza e la grandezza avrebbero dovuto piantare ar, cercando di lasciare il
più rapido possibile il modo in cui "gli altri che ho visto nieran dopo "avrebbe dovuto andare senza la loro
presenza. Grazie a questo lavoro, veramente titanica, hanno se possibile un continuo fare zione che,
anche se non potrà mai raggiungere corrispondere esattamente a quello che Gau- Sacrifica idee morali
yexpiaci6n durata determinata e l'opera di Gaudi ciendo vedere l'insegnante, attraverso il suo pro pio
esempio personale, che non è stato im possibile fare buona architettura e alle tempo, godere l'opera
stava avvenendo. Opere più recenti. Sono la cripta della chiesa di S. SIA del Colonia Gùell e il Tempio Il
Sa Laurea Familio. La cripta, che l'architetto abbandono di Anno 1914, alla volta pienezza di fisica e
mentale, sarà viria, anche, come test in relazione a problemi strutturali turale del suo magnum opus, che
Intoppo dral dei Poveri che non solo dedicato ria la sua vita, ma, da un Eier in volta, essere la sua stessa
esistenza. di aver effettuato, se sarà in grado di noi sperimentiamo un espaeio in interni molto
approssimativa a quella in era qualche volta nella mente di il suo creatore. Il mantenimento del lavoro
come "Un nobile rovina" e, come stare in 1926 insegnante a morte con la campana San Bernobé finito,
in Gennaio 93 O, termina con quattro torri Das, potrebbe essere la soluzione idonea a Tempo possibile
Aliti. In a fare caso, una decisione del genere mai Hubie esperienza RA perrnitido, così ri al, la più
grandiosa espaeio Gau di stato in grado di immaginare insieme corso della vita.

Il genio di Antonio Gaudì

Rappresentante del Modernismo. Uno dei più grandi artisti spagnoli, visionario e sognatore, che ha reso
celebre Barcellona.

Parliamo di Antonio Gaudì, architetto e designer, nato a Riudoms nel 1852, nella provincia di Tarragona, in
Catalogna.

Le sue origini erano umili. Proveniva da una famiglia di artigiani. Da piccolo era riservato, con un carattere
difficile. Eccelleva nel disegno e questo gli rendeva possibile lavorare al giornale scolastico.
Gaudí nasce nel periodo in cui la Catalogna è in piena rinascita economica e culturale. E' in quegli anni che
si costruiscono università e musei, e vengono modernizzate le strutture pubbliche. Questo periodo, detto
Reinaixença, porta ad un' innovazione dal punto di vista anche degli stili architettonici e spinge Gaudí a
recarsi a Barcellona. Lì, il giovane inizia gli studi alla Scuola Superiore di Architettura, dove si diploma nel
1878. Non è bravo come studente. A metà del percorso scolastico decide di lavorare con differenti
capomastri, anche per sorreggere l' economia familiare.

Il lavoro gli permette, però, di conoscere tanti architetti che lo raccomanderanno poi a futuri clienti. Ancora
da studente collabora come assistente alla rimodernizzazione del Parc de la Ciutadella, parco pubblico del
quale, l'opera più significativa, è stato il ridisegno del sistema idrico naturale.

Ma a cosa puntava Gaudì? Il suo  grande sogno era far rinascere l'architettura catalana con un nuovo stile,
tramite la ricerca di forme espressive completamente nuove. La sua ricerca, però, resta confinata alla sua
persona e la sua spinta al cambiamento non si trasforma in un movimento artistico, né coinvolge altri
architetti catalani.

Il primo incarico, che rende noto Gaudí, risale al 1878, quando progetta Casa Vicens. Un'opera che viene
ultimata nel 1888, a Barcellona. Viene fuori il suo amore per le architetture gotiche e moresche, oltreché un
esuberante gusto per la decorazione.

La sua è un'arte irrazionale, contrapposta a quanto professato dalla civiltà industriale, che a suo avviso ha
un'idea utopica della città moderna.

Nel 1883 inizia i lavori della Sagrada Familia, a Barcellona, espressione grandiosa del gusto neogotico e
floreale, perfettamente rappresentativa dell'estro di Gaudí e oggi uno dei simboli più famosi di Barcellona.

Nell'arte di Gaudì  si registra un'evoluzione nello stile dell'architetto, che lo porterà ad allontanarsi dai
paradigmi classici ed a diventare uno dei precursori dello stile liberty.  Nel 1910, per Gaudì, é un grande
successo all'Esposizione del "Societé Generale des Beaux Arts" di Parigi.
L'allontanamento dall'arte classica lo si riscontra principalmente nella costruzione di casa Milà.

Si tratta di un edificio, in cui si nota la nuova strada dell'artista spagnolo: egli cerca una sintesi tra un ricco
bagaglio decorativo degli edifici ed una struttura generale lineare e razionale. La sua tecnica risulta essere
una tra le più innovative del ‘900. Il nuovo stile di Gaudì fu ammirato anche da un genio della pittura come
Joan Mirò.

L'artista muore a Barcellona nel 1926, dopo essere stato investito da un tram. Il suo miserevole aspetto
inganna i soccorritori, i quali pensano si tratti di  un povero vagabondo. Viene  trasportato all' ospedale
della Santa Croce, un ospizio per i mendicanti, costruito dai ricchi borghesi della Catalogna. Viene
riconosciuto soltanto il giorno successivo dal cappellano della Sagrada Família e muore  dopo tre giorni. E'
sepolto proprio nella sua amata Sagrada Familia.

La sua città d'adozione, Barcellona, nel 2002 ha deciso di festeggiare il 150 anniversario della sua nascita.

Sette opere del Gaudì, sei anni fa, sono anche divenute patrimonio dell'umanità. Si tratta di: Parco Guell,
Palazzo Guell, Sagrada Familia, Casa Batllò, Casa Milà, Casa Vicens, Criptà della Colonia Guell. 

Quando lo tirarono fuori da sotto il tram numero 30, i soccorritori pensarono fosse un barbone, magari in
preda ai fumi dell’alcol. Malandato, con la giacca troppo larga, le tasche sfondate con dentro qualche noce
e un po’ d’uva passa, i pantaloni lisi, le gambe fasciate per proteggerle dal freddo, magro, quasi diafano.
Venne ricoverato in un ospedale per indigenti e solo il giorno successivo fu riconosciuto dal cappellano della
Sagrada Familia. Ma era ormai troppo tardi. Era il 10 giugno del 1926 e Antoni Gaudì, l’architetto di Dio,
morì senza riprendere conoscenza. Aveva 74 anni ed era nato a Reus, sulla costa a sud di Barcellona, il 25
giugno del  1852.

La strana morte del genio catalano, profeta del “modernismo” europeo, non fu altro che l’emblematica
parabola di un personaggio straordinario, che malgrado ricchezza e celebrità visse una vita irregolare, fuori
dal coro, interamente dedicata alla sua professione. Una professione che Gaudì interpretò sempre come
strumento per creare una connessione fra uomo e Dio:  «Chi cerca le leggi della natura per conformare ad
esse opere nuove, collabora con il Creatore», era solito affermare.

In effetti ogni opera di Gaudì – dal Parc Güell alle


famose case (Botines, Batllò, Milà), fino all’opera più celebre, ambiziosa e monumentale, la cattedrale neo-
gotica della Sagrada Familia – è pregna di simboli e riferimenti culturali di carattere mistico. Un misticismo
cristiano e cattolico, come ha sempre assicurato lo stesso architetto catalano e come conferma il processo
di beatificazione di Gaudì avviato dal Vaticano nel 2000. Ma al tempo stesso frutto di secoli di tradizioni
alchemiche ed esoteriche tramandate da società segrete e logge massoniche. Lo scrittore Josep Maria
Carandell analizza nel suo libro El parque Güell, utopía de Gaudí, una grande quantità di dettagli di chiara
radice massonica; mentre un altro suo biografo,  Eduardo Cruz, assicura che fu rosacrociano e altri
insinuano persino che ebbe tendenze panteiste ed atee.

Letture, voci, interpretazioni. Suffragate dall’indubbio simbolismo ermetico e  alchemico presente in molte
opere dell’architetto catalano: dalla X al fornello dell’alchimista, dall’albero della vita al labirinto, fino a
svariati animali che assumono da secoli una simbologia iniziatica, come il pellicano, il serpente, il drago.
Quel che è certo, però, è che il prossimo alcuni anni fa la Sagrada Familia – ormai costruita la 60 per cento
– è stata consacrata niente meno che da Benedetto XVI, un Papa molto attento agli aspetti teologici del suo
pontificato.

Del resto l’opera di Gaudì è per sua stessa ammissione ispirata alla natura: «Ciò che è in natura è
funzionale, e ciò che è funzionale è bello. Vedete quell’albero? Lui è il mio maestro», diceva Gaudi a chi gli
domandava da dove traeva le sue forme. Parole poco adatte a un architetto cripto-massone… «La Sagrada
Familia o la Cripta della Colonia Güell, dove ogni elemento decorativo ha un profondo simbolismo religioso
– ha scritto Michele Palamara – sono esempi di una fede fortissima radicata nel centro rurale dove Gaudì ha
vissuto da bambino, e dove la professione del cristianesimo era l’anello di congiunzione fra l’individuo e la
collettività».

Non bisogna dimenticare, inoltre, che molti dei presunti simboli alchemici e massonici fanno più
riferimento alla tradizione classica che non a probabili messaggi per “iniziati”. Come nota Angela Patrono,
se all’ingresso del Parc Güell troviamo un dragone a sorvegliare l’entrata dei padiglioni, si tratta di una
citazione del mito del giardino delle Esperidi, dove Ercole – sconfitto il drago alato – può accedere per
cogliere le mele d’oro. Eusebi Güell, committente dell’opera e principale mecenate di Gaudí, era infatti un
appassionato di mitologia greca e intendeva fare del parco una nuova Delfi: un luogo incontaminato,
ispirato alla città greca sede del tempio di Apollo, dio della poesia. E a chi sottolinea la presenza di arcani
simbolismi persino nel progetto della Sagrada Familia, risponde lo stesso Antoni Gaudì, che ha sempre
spiegato la presenza delle 18 torri come una rappresentazione dei 12 apostoli, dei 4 evangelisti, della
Madonna e, la più alta di tutte, di Gesù. Le torri degli evangelisti sono sormontate da simboli della
tradizione: un uomo, un toro, un aquila e un leone.

Che Gaudì, anche dopo la morte, venisse percepito come un importante esponente della cultura cattolica
lo conferma pure un episodio avvenuto nel ’36, durante la guerra civile spagnola, quando un gruppo di
militanti anarchici incendiò il suo studio, bruciando i preziosi progetti originali della cattedrale, e tentò
persino di appiccare il fuoco al cantiere della Sagrada Familia. E questo benché l’architetto non fosse un
simbolo dell’odiato potere centralista di Madrid, bensì un noto – anche se tiepido – simpatizzante della
causa catalanista:  nel ’24 venne persino fermato dalla polizia mentre si recava ad una messa celebrata in
memoria degli eroi catalani morti nel 1714 in difesa della città.

Antoni Gaudì era figlio di calderai e proprio alle sue origini artigiane tributò sempre la sua capacità di dare
forma ai progetti teorici. Si diplomò nel 1878 alla Scuola Superiore di Architettura di Barcellona, ma già
prima riuscì a lavorare con i migliori architetti del tempo, anche per potersi pagare gli studi. La sua grande
fortuna fu di incontrare un ricco industriale, rimasto estasiato da una vetrina per un negozio di guanti
disegnata dal maestro in gioventù. Si trattava di Eusebi Güell, il quale, diventando il suo mecenate, gli diede
massima fiducia e massima disponibilità economica. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del
Novecento, Gaudì realizza le sue opere più celebri, destinate a passare alla storia, riprendendo le linee
dell’architettura araba, gotica e barocca e mischiandole con tratti innovativi e fantasiosi, elementi curvi,
mosaici e ciminiere. La famosa Casa Milà, conosciuta come “la Pedrera”, sembra ricavata dalla roccia; in
realtà la struttura è in acciaio ed è ricoperta da grandi blocchi di pietra lavorati. A partire dal 1910, però,
rinunciò ad ogni altro incarico per dedicarsi esclusivamente all’edificazione della Sagrada Familia. Una
chiesa che sapeva benissimo di non poter finire, data l’imponenza dell’opera e la scarsità di risorse
economiche a sua disposizione. «Il mio cliente non ha fretta», ironizzava alludendo a Dio.

Nel 1915 Gaudí arrivò a chiedere l’elemosina tra i ricchi borghesi di Barcellona per continuare l’opera:
stendendo la mano tra le strade e le case della città che lui stesso aveva contribuito ad abbellire, chiedeva
“un centesimo per amor di Dio”. Fiorirono gli aneddoti e le leggende su un uomo che aveva rinunciato al
denaro e alla fama per un’impresa che molti giudicavano improba. Ma per lui non era così: «Nella Sagrada
Familia tutto è frutto della provvidenza, inclusa la mia partecipazione come architetto». Al suo funerale
parteciparono migliaia di barcellonesi, dall’aristocrazia al popolino: gli studenti di Architettura portarono il
feretro di Antoni Gaudì a spalle fino al cantiere della Sagrada Familia, dove venne interrato nella cripta che
lui stesso aveva progettato e costruito.

Ho acquistato la guida “Gaudì – Introduzione alla sua architettura” di Juan- Eduardo Cirlot sull’opera di
Gaudì durante una gita fatta a Barcellona a fine 2009, durante la quale ho potuto visitare alcune delle opere
qui descritte, quali la Sagrada Familia, Palazzo e Parco Güell, Casa Batllò… Cosa sarebbe Barcellona senza
Gaudì?

Come si dice nel volume Gaudì è stato un genio nel senso originario del termine, “colui che genera”, per
aver saputo creare una forma di architettura nuova, che supera i vincoli delle linee rette, delle geometrie
precise, del monocromatico, perché “la Natura non ci presenta nessun oggetto in maniera monocromatica,
del tutto uniforme per ciò che riguarda il colore, né nella vegetazione, né nella geologia, né nella topografia,
né nel regno animale”, come scrive l’architetto (pag. 21).

Gaudì – Park Guell


(Foto di Carlo Menzinger)

Antoni Gaudì

I suoi edifici si inseriscono nella natura, i suoi colonnati sembrano foreste, i suoi comignoli strane piante o
creature sottomarine, i suoi muri onde. Gaudì costruisce nella natura imitando la natura e stravolgendo i
criteri classici e noi, forse troppo condizionati dai canoni greco-romani, ci meravigliamo e ammiriamo la sua
opera, ma non riusciamo a prenderla sul serio, a trarne un insegnamento. Forse anche per motivi
economici. Costruire case a forma di cubo, di certo costa meno che costruire edifici in cui ogni finestra è
diversa dalle altre, in cui le pareti si curvano sinuose, in cui nulla è regolare e standard, industrializzabile e
duplicabile.

Genio troppo moderno, al punto di essere antico, artigianale più che industriale, elitario più che di massa.

Eppure sono geni come lui che rendono città come Barcellona speciali e la nostra vita meno noiosa.
Park Güell sembra uscito da un racconto fantastico. È un luogo strano, particolare, persino onirico, ma
senza dubbio bello. Una passeggiata attraverso il parco è capace di stimolare anche la fantasia più pigra. Le
forme curiose e le azzardate combinazioni di colori, mescolate con la vegetazione, creano un mondo
differente, dal quale il visitatore si sente irrimediabilmente attratto.

In ogni angolo si percepisce la passione dell’architetto per le forme dalla natura. Gaudí voleva che
l’intervento umano in questo bosco si integrasse con il paesaggio completandolo, e senza dubbio c’è
riuscito. Lumache, funghi, foglie, fiori, tronchi o elefanti appaiono costantemente nei mosaici, nelle forme
architettoniche. Anche il comignolo del camino della casa dei custodi ha la forma di un fungo rovesciato.

Antoni Gaudí rappresenta come pochi il modello di artista precursore dei tempi, incompreso dai
contemporanei. Fu in gran parte grazie al conte Eusebi Güell, potente e visionario industriale, amante delle
Belle Arti, che Gaudí poté materializzare le proiezioni della sua mente inquieta. L’idea originale del Park
Güell fu concepita nel 1900, quando Eusebi Güell comprò un pendio sulla montagna del Carmel, che allora
si trovava fuori Barcellona, per creare una zona residenziale commissionandola a Gaudí. Il proposito era
quello di imitare il modello inglese di città-giardino (da cui la parola Park nel nome), creando poche decine
di abitazioni in un ambiente idilliaco, pensate per persone con un alto potere d’acquisto che desiderassero
allontanarsi dall’affollamento e l’aria insalubre delle città. Si costruirono tre chilometri di strade, una piazza,
scalinate, il padiglione dei custodi e persino una casa modello per convincere eventuali clienti. Trascorsi
quattordici anni e vedendo che il progetto era un fallimento commerciale, fu abbandonato e donato al
comune che ne fece un parco pubblico.

Il bosco delle fate

Entrando nel parco troviamo subito una curiosa casetta che già ci avvisa che stiamo per inoltrarci nel
mondo delle favole. Era la casa dei custodi e adesso ha il compito di ricevere i visitatori. A questo punto una
scalinata dà accesso a questo spazio e su di essa si trova uno dei simboli del Park Güell e anche di
Barcellona: il famoso drago policromo, coperto da frammenti di piastrelle colorate. Questa tecnica così
caratteristica dell’opera di Gaudí, e che si trova in tutto il parco, è conosciuta come trencadís e utilizza
rivestimenti fatti di frammenti irregolari di piastrelle e altri materiali. I pezzi utilizzati provenivano da
materiale rotto appositamente o da resti di altre costruzioni. Molti rivestimenti di trencadís furono creati da
Josep Maria Jujol, aiutante e straordinario discepolo di Gaudí.

Alla fine della scalinata si apre la sala Ipostila, un bosco di pietra formato da 86 colonne, destinato in origine
ad essere il mercato nel quale i proprietari delle case potessero fare acquisti senza doversi recare in città.
Proprio sopra si trova la grande piazza, con bellissime vedute su Barcellona. Tutto il perimetro della piazza è
delimitato da una panchina continua, dal tracciato sinuoso rivestito di trencadís. Ma non è la panchina
l’unico elemento che serpenteggia: lo fanno tutte le strade del parco, ma anche i portici e i viadotti. È
risaputo che le linee rette non erano precisamente abituali nell’opera dell’architetto catalano.

Data la mancanza di acquirenti, lo stesso Gaudí acquistò la casa-modello nel 1906 e vi abitò fino a quando
nel 1926 si trasferì nei sotterranei della sua opera magna: la Sagrada Familia. Attualmente la casa ospita il
Museo Gaudí, dove si espongono mobili creati da lui stesso, come pure modellini su scala, disegni e altri
curiosi oggetti personali.

Quando Gaudí ottenne il titolo di architetto, Elies Rogent, direttore della Scuola di Architettura di Barcellona
disse: "Abbiamo dato un titolo a un pazzo o a un genio, il tempo lo dirà”. Il tempo senza dubbio si è
inclinato per la seconda opzione e il Park Güell, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1984, è
lì a dimostrarlo.

Forse quel giorno Gaudì era come sempre per la testa tra le nuvole, ad immaginare nuove e visionarie
opere; quelle che lo hanno reso l'artista più emblematico ed originale di Barcellona.

Questo fà si che una parte importante del vostro viaggio nella capitale catalana debba essere dedicato a
Gaudì, alle sue case e ai suoi giardini dalle architetture fantasiose, dalle forme fantastiche e surreali, dai
colori che regalano alla città un tocco di magia indiscutibile.

La vita di Antoni Gaudì

Antoni Gaudì i Cornet nacque nel 1852 a Reus (Baix Camp, Tarragona) da una famiglia di calderai. Fin da
piccolo fu attratto dai colori e dalla geometria e fu anche un attento osservatore della natura e
dell'ambiente circostante: ammirava il lavoro di suo padre e di suo nonno, artigiani del rame molto abili nei
lavori manuali. E proprio seguendo queste passioni che gli erano state tramandate, la sua grande
immaginazione e l'abilità nei calcoli, a 17 anni andò a Barcellona a studiare architettura. Ma come tutti gli
artisti geniali sollevò molte critiche e diffidenze tra i suoi professori, per il suo estro che già si iniziava a
mostrare esuberante. I suoi primi lavori svegliarono l'interesse della borghesia catalana che subito confidò
in lui per portare a termine opere creative e singolari. Questo fu il caso dell'industriale Eusebi Güell che lo
contrattò per la costruzione di un palazzo, di una chiesa per una colonia industriale ed alcuni padiglioni per
la sua residenza estiva. Inoltre, Güell gli incaricò anche il progetto della città giardino che avrebbe dovuto
portare il suo nome. Ma l'opera più emblematica di Gaudi è i lTempio Espiatorio della Sagrada Familia al
quale l'artista Gaudi si dedicò anima e corpo fino al resto dei suoi giorni. Ecco alcune delle opere più
importanti del geniale architetto.

Casa Vincens (1883-1888)

La Casa Vicens è stata la prima opera importante realizzata da Gaudì e si trova nel quartiere di Gracia.
Nonostante la sua bellezza esteriore, la casa non è aperta alla visita. L'edificio con elementi decorativi arabi
e struttura in pietra di forma cubica, ha diversi elementi in ceramica. Anche se rappresenta una delle prime
opere di Gaudì, si nota subito il suo eclettico estro, come dimostra la prima comparsa dell'arco parabolico e
la sua struttura decisamente innovativa decorata con motivi della natura. Questa villa è purtroppo sempre
rimasta in ombra rispetto agli altri capolavori di Gaudì, molto più noti.
Indirizzo: Carolines, 24 - Metropolitana: Lessep

I padiglioni della Finca Güell (1884-1887)

I padiglioni della Finca Güell rappresentano un'importante opera dell'artista, perché prima sintesi tra
innovazione tecnologica ed artigianato decorativo. La porta d'ingresso è una grande scultura di ferro in cui
viene raffigurato un drago che richiama le gesta di Ercole nel Giardino delle Hesp�rides. Questo padiglione
dava accesso all'antico spazio di divertimento proprietà della famiglia Güell, facoltoso mecenate di Gaudì.

Indirizzo: Av. di Pedralbes, 7 Visite: Tutte le mattine dalle 9 alle 13. Tel. 932 045 250

Collegi di Les Teresianes (1888-1889)

Il Collegio di Les Teresianes è uno spazio che Gaudì pensò per l'insegnamento. Dal punto di vista
architettonico la struttura è un esempio di una razionalità insolita per l'opera dell'artista. Qui si nota la
stretta successione di archi parabolici con cui si riesce ad evitare la trave in soffitti e suoli.

Indirizzo: Ganduxer, 85 Tel. 932 123 354

Casa Calvet (1898-1899)

Questo edificio rappresenta un'abitazione in cui Gaudì sviluppa un nuovo concetto di uso dei materiali, di
ornamentazioni e rifiniture. Alla sua entrata scoprirete dettagli insoliti sull'architetto.

Indirizzo: Casp, 48

Casa Bellesguard (1900-1909)

Come le altre costruzioni tipiche dell'artista, anche questo edificio rappresenta un esempio emblematico
dell'estro di Gaudì: il suo ambienta interno esprime una grande ricchezza nascosta sotto una meravigliosa
apparenza gotica. Inoltre, in Casa Bellesguard Gaudì ha progettato soluzioni molto innovative per quanto
riguarda la costruzione e la struttura.

Indirizzo: Bellesguard, 16-20

Park Güell (1900-1914)

Se vi trovate a Barcellona il Park Güell è una tappa obbligata del vostro itinerario. La storia di questo parco
è legata all'idea del finanziere Eusebi Güell che negli anni '20 commissionò proprio a Gaudì il progetto della
costruzione di una "città-giardino" in una delle sue grandi proprietà. Ma purtroppo, per una carenza di
fondi, il terreno venne convertito in parco municipale. Gaudì così pensò di realizzare un'urbanizzazione in
mezzo alla natura, con le forme della natura, applicando tutte le sue conoscenze e la sua creatività artistica
e dando sfogo alla sua esuberante immaginazione. Il progetto non si fonda su nessuna linea retta: tutto è
ondulato, storto e sinuoso, fino a creare un'atmosfera magica in cui architettura e natura si combinano in
una creazione suggestiva.

Le sue strutture ricordano quelle fantastiche di un fumetto, come gli stravaganti edifici che si trovano
all'entrata del parco con i loro comignoli a forma di fungo, che sembrano un'allucinazione improvvisa. Da
notare è anche la doppia scalinata decorata con motivi molto originali ed affiancata da fontane, che
conduce a quello che doveva essere in precedenza, il mercato della città-giardino(sala hipostila - spazio
destinato a mercato). Questo spazio contiene una grande terrazza con una vista panoramica sulla
metropoli. Ma la fantasia dell'artista continua ad esprimersi nella Sala de las Columnas: insieme di enormi
colonne doriche separate le une dalle altre da spazi misteriosi e sovrastati da un tetto ondulato, come la
famosa panchina. Chiunque ha visitato il Parque Güell ha scattato almeno una foto su questa straordinaria
opera d'arte: si tratta di una sinuosa e ondulata costruzione, decorata conpezzetti di ceramica, piastrelle e
mosaici colorati che le danno un aspetto surreale. Uno degli elementi più suggestivi del giardino Gaudì
restano forse le gallerie preistoriche in pietra e terra che dimostrano il creativo ed indiscutibile talento
dell'artista. Si dice che Gaudì fu aiutato nella realizzazione del Parco Güell dall'architetto Josep Maria Jujol,
che diede un speciale apporto specialmente nella creazione della ringhiera. Il Parc Güell è senza dubbio
l'opera più grande ed estesa dell'architetto.

Indirizzo: Olot, s/n Metropolitana: Vallcarca Tel. 932 130 488 (Park Güell) / 934 132 400, Parcs i Jardins, Tel.
Visite Guidate: 934 283 934

Orario: Da Novembre a Febbraio dalle 10 alle 18 - A Marzo ed Ottobre dalle 10 alle 19 - ad Aprile e
Settembre dalle 10 alle 20 - Da Maggio ad Agosto dalle 10 alle 21.

Il Parco Güell è stato commissionato da Eusebi Güell che voleva creare un parco elegante per l'aristocrazia
di Barcellona.

Antonio Gaudí parc Güell - large organic looking columns made from stone.

Nel parco Güell ci sono delle meravigliose strutture di pietra (vedi più in basso), delle piastrelle stupefacenti
e degli edifici affascinanti. In questa foto puoi vedere la fontana di Gaudí a forma di dragone che si trova
all'entrata del parco Güell. Il dragone è decorato con delle bellissime piastrelle colorate ed ha qualche cosa
di ipnotico e magico.

Qui puoi vedere una camminata sorretta da dei pilastri di roccia avvolgenti che sembrano uscire dal suolo
come dei tronchi d'albero. Benché abbiano una forma abbastanza irregolare sembrano stranamente
naturali.
Gaudí era molto influenzato dalle forme naturali e le utilizzava nel suo lavoro.

In cima al Parco Güell c'è una zona a terrazza da dove si ha una vista meravigliosa del parco e della città di
Barcellona. Qui troverai delle panchine ricoperte di un mosaico multicolore come si vede nella foto. I colori
vibranti delle mattonelle sono veramente mozzafiato.

Antoni Gaudí Güell Park - mosaic seating area adorned Parc Güell by Antoni Gaudí The house in which Gaudí
with multi-coloured tiles lived is now a museum.

All'interno di Park Güell c'è anche una piccola casa dove Gaudí ha vissuto. La casa è ora stata convertita in
un museo e contiene al suo interno dei mobili interessanti disegnati da Gaudí.

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Parc Güell – il parco di Gaudí

Cose da Vedere, Luoghi d’interesse on 23 gennaio 2013 11:57

Il Parc Güell è per molti sinonimo di Barcellona, rientrando infatti tra le 5 attrazioni principali di chi visita la
città, grazie al panorama sulla città offerto dalla sua terrazza, grazie alle geniali opere d’architettura che si
scovano tra il suo verde, e non è finita, perché qui potrete anche visitare la casa del grande personaggio.

Le opere di Gaudí, con la loro atmosfera onirica, lasciano e lasceranno sempre senza fiato: il modo in cui la
sua mente riusciva a coniugare stile, forme e colori con il paesaggio circostante, la capacità di creare opere
architettoniche insolite o ancora la sua attenzione ai dettagli sono tutte caratteristiche di una mente
geniale.

Essendo il parco abbastanza grande, ecco qui la nostra guida ed i nostri consigli per non perdervi nemmeno
un centimetro durante la vostra esplorazione.

La storia del Parc Güell

Costruito tra il 1900 ed il 1914, il parco si trova sulla collina ‘El Carmel’ nel quartiere di Gràcia, e fa parte,
assieme alla Sagrada Familia e alla Pedrera, al Patrimonio Culturale dell’UNESCO sotto il nome de ‘Opere di
Antoni Gaudí’

Il parco venne commissionato dall’imprenditore catalano Eusebi Guëll, che richiese la costruzione di 60 case
entro un giardino in stile inglese in modo da regalare alla città di Barcellona un luogo rilassante.

I lavori terminarono con lo scoppio della Guerra nel 1914, ed il progetto iniziale di zona residenziale non
decollò mai per via della sua distanza dal centro della città. Nel 1922 il parco divenne proprietà della città di
Barcellona, e da allora i suoi cancelli vennero aperti al pubblico perché si godesse questa meraviglia
architettonica.

Cose da vedere assolutamente

Le due case dell’ingresso – Dopo la ‘sfacchinata’ per raggiungere l’ingresso del parco, verrete accolti da due
meravigliose strutture, in tutto e per tutto assomiglianti alla casa di Hänsel e Gretel, con tetti a forma di
fungo e cupola adornata da dettagli colorati. Sempre qui, originariamente, si trovavano due gazzelle
meccaniche a grandezza naturale, che vennero però distrutte durante la guerra Civile.
La scalinata – Forse alcuni non valutano la scalinata in sé come attrazione del parco, ma certamente
nessuno si dimentica di scattare una foto assieme alla salamandra, il drac, completamente decorata con
ceramiche e vetri rotti disposti come un mosaico, seguendo una tecnica nota come trencadís.

‘Sala delle 100 colonne’ – Benché in realtà siano 85, e non 100, queste colonne in stile Dorico sostengono
la terrazza sovrastante, e rappresentano un’area più fresca in cui ripararsi dalle alte temperature estive.
Inoltre, se guardate il soffitto, noterete delle zone concave in cui si inseriscono simboli religiosi, mitologici
ed astrologici elaborati con il mosaico.

La panchina – Questa panca, completamente adornata a mosaico dall’assistente di Gaudí Josep Maria Jujol,
segue la forma di una serpentina che delimita l’area di una terrazza panoramica dalla quale potrete godervi
una vista spettacolare di Barcellona e che si estende fino al Mar Mediterraneo.

Museo di Gaudí – Il museo, conosciuto anche come Casa Museu Gaudí, si trova dentro al Parc Güell, e fu la
casa dello stesso Gaudí tra il 1906 ed il 1926, alla quale si può accedere (a pagamento). Potrete trovare qui i
materiali, strumenti e specchi utilizzati per le altre case di Gaudí, come Casa Batlló, la Pedrera e Palau Güell,
oltre al suo guardaroba, il letto e vari effetti personali.

La vetta – Salite sulla cima di questa montagnola del Parc Güell per poter ammirare il straordinario
panorama sulla città, identificandone le attrazioni più evidenti, come la Sagrada Familia, la Torre Agbar ed il
Camp Nou, con il Mar Mediterraneo a fare da sfondo. È il luogo ideale per imprimervi un fantastico ricordo
del vostro viaggio!

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