La sostenibilità è la caratteristica di un processo di uno stato che può
essere mantenuto a un certo livello indefinitamente. In ambito ambientale, economico e sociale un processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti l'orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenzale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell'uomo. La sostenibilità è lo sviluppo sostenibile, cheriguarda, in modo interconnesso, l'ambito ambientale, quello economico e quello sociale. Per sviluppo sostenibile si intende l'ambito ambientale, quello economico e quello social, soprattutto i settori culturali, tecnologici e politici sono, invece, considerati come sotto-settori dello sviluppo sostenibile. Per sviluppo sostenibile si intende lo sviluppo volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni primari. Oggi molto importante è la globalizzazione può essere definita come una situazione di forte interdipendenza tra le attività economiche e finanziarie delle diverse regioni del mondo ed implica processi non solo economici ma anche politici, sociali e culturali. Si tratta di un fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, il cui effetto principale è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo. Si tratta di una maggiore integrazione tra i paesi e i popoli del mondo, determinata dall'enorme riduzione dei costi dei trasporti e delle comunicazioni e dall'abbattimento delle barriere artificiali alla circolazione internazionale di beni, servizi, capitali, conoscenza e dall'abbattimento delle barriere artificiali alla articolazione dall'abbattimento delle barriere artificiali alla circolazione internazionale di beni, servizi, capitali, conoscenza delle persone. Si tratta di una forza guidata dalle multinazionali che, attraverso i confini, fanno circolare non solo capitali e merci, ma anche tecnologia. Oggi la globalizzazione è guidata con forza dalle multinazionali che, attraverso i confini, fanno circolare non solo capitali e merci, ma anche tecnologia. Un fenomeno causato dall'intensificazione degli scambi e degli investimenti internazionali su scala mondiale che, nei decenni tra XX e XXI secolo, cresciuti più rapidamente dell'economia mondiale nel suo complesso, con la conseguenza di una tendenzialmente sempre maggiore nel suo complesso, con la sua conseguenza di una tendenzialmente sempre maggiore interdipendenza delle economie nazionali, che ha portato anche a interdipendenze sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno unarilevanza planetaria , unendo il commercio, le culture, i costumi, il pensiero e i beni culturali. Tra gli aspetti positivi sono lo sfruttamento, il degrado ambientale, il rischio dell'aumento delle disparità sociali la perdita delle identità locali, la diminuizone della privacy. Secondo Sakia Sassen la globalizzazione dell'economia, accompagnata dall'emergere di modelli di potere transnazionali, ha profondamente alterato il tessuto sociale, economico e politico degli stati - nazione, di vaste aree sovranazionali e non da ultimo delle città. La "città globale" è quindi un nuovo concetto teorico per studiare le città come luoghi di intersezione tra globale e locale. Sassen dimostra come numerose metropoli mondiali si sono sviluppate all'interno di mercati transnazionali e hanno ormai più caratteri in comune tra loro che con i rispettivi contesti regionali o nazionali. Le città globali sono quindi il centro di snodo per commerci, finanza, attività bancarie, innovazioni e sbocchi economici. All'interno della morfologia urbana a livello mondiale si creano due insiemi separati di città, le città globali e in parte le capitali regionali, da un lato, e le altre città, che si possono definire "periferiche".Nell'attuale fase dell'economia mondiale la combinazione di dispersione globale delle attività economiche e di integrazione globale - con la crescente concentrazione della proprietà e del controllo che ha contribuito a creare il ruolo strategico di certe grandi città, che io definisco "globali". Uno studio molto importante lo è la proposta di innovazione tecnologica muovendoci dall'ipotesi metodologica che essa non può essere letta esclusivamente in chiave sociologica o solo in termini di urbanesimo, ma è necessaria una integrazione dei saperi, con particolare riferimento agli strumenti analitici dell'economia e della scienza politica. Si tratta di una città globale che esige di un approccio di ricerca alla intersezione tra microanalisi e etnografia. Agli inizi del 2000, Sassen stessa ha confermato la propria visone della città come luogo strategico nel quale si materializzano le tendenze macrosociali: globalizzazione, crescita delle nuove tecnologie dell'informazione, intensificazione delle dinamiche transnazionali e translocali, moltiplicazione delle differenze culturali. La città emerge ancora una volta come il punto di vista privilegiato per lostudio delle maggiori trasformazioni sociali, così come è accaduto alle origini della sociologia. D'altronde la globalizzazione si manifesta dunque come processodi radicalizzazione della mobilità del capitale, della comunicazione, della forza lavoro, dei migranti e dei richiedenti asilo.Tema molto importante lo è la mobilità una caratteristica molto importante che meglio definisce l'attuale periodo economico e politico a livello mondiale e inoltre attraverso tale categoria, sembra si possano cogliere meglio alcune caratteristiche generali della globalizzazione in special modo ambivalenze, contraddizioni, approssimazioni. D'altronde molti studiosi individuano nell'accelerazione e nella rapidità dei cambiamenti una qualità essenziale dell'attuale fase di accumulazione capitalistica. Oggi è molto importante parlare di una mobilità della sovranità che ridefinisce il ruolo dello Stato e che in particolare, distinguendo tra territorio e territorialità, sottrae capacità di governo e di gestione allo Stato - nazione. Di fondamentale importanza oggi lo è anche la mobilità generalizzata della globalizzazione, che si potrebbe definire come una mobilità radicale, si traduce in processi di intensa dispersione delle attività economiche produttive, attraverso molteplici pratiche che ristrutturano per altro l'organizzazione del lavoro e della gestione delle imprese, le quali diventano transnazionali e multinazionali l'utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione. I moltivi per il quale le città diventano globali, luoghi in cui si insediano le infrastrutture fisiche e sociali del capitale globale e i servizi di alto livello e quelli de - professionalizzati orientati alle imprese. Dunque le città globali corrispondono anche ad una forte concomitanza di dispersione territoriale e integrazione globale che ha attribuito alle metropoli un nuovo ruolo strategico. Così facendo è apparso un nuovo tipo di città, che chiameremo città globale. Colei che svolge funzioni principali in relazione ai processi di globalizzazione, si tratta di luoghi in cui si concentrano le attività di coordinamento e comando delle corporation sulle attività di produzione e didtribuzione disperse sul pianeta, ma rappresentano anche i luoghi di insediamento delle piazze mercato trasnazionali e i luoghi di produzione e distribuzione disperse sul pianeta, ma rappresentano anche i luoghi di insediamento delle piazze di mercato transnazonali e i luoghi di produzione del settore della finanza e dei servizi specializzati. Svolgono un ruolo strategico non privo di effetti sulle configurazioni spaziali e sociali interne alle città stesse e sull'intera geografia globale delle disuguaglianze tra le città e tra i territori. D'altronde oggi mercati generali subiscono un forte fenomeno di "collassamento", proprio perchè sono maggiormente sensibili per la loro forma organizzativa e per la particolare natura dei titoli trattati, sono maggiormente sensibili e facilitati nella ricerca di opportunità economiche vantaggiose, e nel contempo essi sfruttano al massimo grado le innovazioni telematiche per soddisfare queste esigenze. Grazie ai sistemi di contrattazione telematici, le maggiori piazze finanziarie mondiali, come New York, Tokyo, Londra e Francoforte, formano virtualmente un unico gigantesco mercato operante 24 ore su 24, a cui è possibile collegarsi in qualunque momento da qualunque parte del mondo. In questo caso molto importante la finanziarizzazione, la dematerailizzazione, l'iper- competizione, la globalizzazione delle organizzazioni sociali. Oggi a causa dell'epidemia di coronavirus il modo intero ha subito una forte evoluzione, del tutto inaspettata dall'intera umanità.Tanto da obbligare l'animale sociale territoriale ha difendere il proprio territorio, ma in senso più ampio: ha profonda necessità di connotare, gestire, caratterizzare, addomesticare lo spazio, operando anche segni di distinzione. Oggi si sta verificando si sta verificando un forte crescita dell'incertezza, del rischio, del limite, della crisi. Si tiene conto di un forte riassetto geopolitico, di una forte crisi finanziaria ancora più evidente nel primo decennio del nuovo secolo, che non sappiamo ancora quanto sia congiunturale - duratura - strutturale. Oggi stiamo vivendo una grande trasformazione, una forte mutazione quindi un grande ciclo di trasformazione dei fondamentali dell'economia e della produzione, ma soprattutto una transcalarità dei mutamenti di cui le persone fanno esperienza. Un aumento delle possibilità di spostamento di ampie masse di popolazione di una forte crescita della mobilità, di una riduzione della stanzialità e quindi della prossimità. Un aumento di possibilità di spostamento delle ampie masse di popolazione frenato da questo episodio pandemico, portando un forte "collassamento", facendo si che la natura possa riappriopriarsene. Tanto da comportare un forte cambiamento della concezione di pubblico ma soprattutto un forte disagio odierno per molti attiene anche al come siamo e stiamo in pubblico. Quindi una forte disagio sociale, tanto da comportare un forte trauma psicologico per l'intera umanità. Oggi secondo Margareth Thatcher la società non esiste più, ma solo i singoli individui possono riuscire ha superare questo forte shock psicologico. Oggi la figura dell' urbanista deve occuparsi ampiamente di risolvere questo tipo di problema, anche perchè l'umanità ha bisogno della propria libertà, quindi tornare ha vivere, ha sorridere, alla propria vita sociale. Un'animale sociale territoriale oggi non può restare racchiuso in se stesso, così facendo rischia di estinguersi sempre più velocemente. Quindi bisogna ricostruire il mondo intero facendo si che la nostra globalizzazione neoliberale non possa essere un lontano ricordo. Dobbiamo ripartire in modo da poter favorire nuovamente un forte processo sociale, riavere la propria libertà di vita. Quindi orientarci in una nuova "vision", una nuova visione strategica che possa far ripartire il mondo intero un mondo un surclassato, oggi del tutto frammentato quasi come se non esistesse più. Un mondo sociale che oggi purtroppo tende quasi ad estinguersi, bisogna far si che ciò non accada ma difendere i nostri spazi, ma soprattutto la nostra vita. Bisogna partire dall'urbanistica oggi una materia molto importante forse non molto trattata, forse poco conosciuta, forse quasi del tutto condizionata da un qualcosa che non voglia favorirla. Bisogna ripartire dalle piccole cose, dalla costruzione di diversi spazi collettivi, dalla scienza anch'essa molto impreparata, dalla costruzione di nuove infrastrutture, di nuove strutture che possano favorire nuovamente il processo di interazione sociale facendo sì che si possano tutelare nuovamente le unioni civili, i diritti umani, i diritti civili, i bisogni primari e secondari parte fondamentale dell'animale sociale territoriale. Bisogna puntare sul tema della smart city, della green economy,della sostenibilità ambientale, della sostenibilità economica oggi del tutto condizionata, della mobilità sostenibile. Nello stesso tempo bisogna ripartire dalla realizzazione di nuovi piani strategici, di nuovi piani urbanistici comunali, di nuovi piani di coordinamento regionale e provinciale. Credo che sia di fondamentale importanza ripartire, da un nuovo decreto ministeriale riguardo gli standard gli urbanistici considerato che oggi non può essere ritenuto utile l'attuale d.m. 1444/1968 che a mio avviso non permette di realizzare un mondo del tutto sostenibile, resiliente che possa nuovamente il processo di interazione sociale. Credo che sia di fondamentale importanza la teoria epressa da Lewis Keeble che ci permette di capire che " la pianificazione purtroppo oggi viene giudicata soprattutto in base all'aspetto esteriore dell'edilizia che scaturisce dal controllo. Per il prestigio della pianificazione, e perchè questa ottenga il debito consenso presso l'opinione pubblica, è dunque indispensabile che i risultati di tale controllo siano proficui". Un tema di fondamentale importanza lo è il tema della qualità estetica ciò che forse con maggior insistenza attraversa l'esperienza operativa e la riflessione teorica nei più disparati settori della realtà contemporanea. Con le sue variegate articolazioni - dal miraggio della "qualità totale" nel mondo della produzione, alle parole d'ordine onnicomprensive come "qualità della vita" o "qualità urbana" nel campo delle discipline sociali e territoriali - esso pare costituire una sorta di mito unanimemente condiviso. All'assoluta rilevanza del tema fanno peraltro riscontro intrinseci caratteri di complessità e sfuggevolezza, che propongono grossi ostacoli all'efficacia dei diversi approcci applicativi. Al momento attuale il settore più ricco di sviluppi appare esserlo quello delle discipline tecnico - manageriali, donde provengono continui stimoli all'applicazione di sempre più ambiziose metodologie afferenti al succitato concetto di "qualità totale". La diffusione di siffatte metodologie ad altri campi operativi tende a generalizzare come già rilevava David Garvin, un progressivo spostamento di interessi: da una nozione ristretta di qualità, basata su parametri autoreferenziali, a ben più ampie strategie che intendano la qualità come rete complessa di sistemi relazionali. A sua volta il prevalere di una concezione olistica, in cui la qualità dei processi finisce per aquisire un peso non inferiore a quello dei risultati, fa si che, da problema strettamente tecnico, la qualità produttiva si trasformi sempre più in un problema ideologico e culturale, in grado di attraversare le consuete divisioni discplinari. Purtroppo c'è da sottolineare che oggi la qualità urbana è considerata come un fattore discriminante proprio perchè si pone infatti come ingrediente primario sia delle strategie di mercato che della domanda sociale. Noi dobbiamo far sì che venga migliorata la qualità urbana, non dobbiamo permettere che venga condizionata dalla natura stessa. Una natura che è stata stessa condizionata dall'intera umanità dando origine ad una forte forma di ribellione, ad un forte surclassamento, una vasta frammentazione, una forte dispersione. Ma non solo va considerata la qualità urbana, ma anche qualità estetica anch'essa molto importante. E senz'altro un aspetto sofisticato e difficilmente definibile, non etoronomo nè intrinsicamente riconoscibile, della qualità territoriale e urbana - costituisce oggi un requisito sostanziale anche in termini economici. Bisogna riconoscere che le discpline estimative hanno infatti riconosciuto come al mercato indifferenziato delle prime formulazioni teoriche si sia venuta sostituendo una complessa stratificazione di sottomercati sempre più attenti ai valori simbolici e alle connotazioni di identità. Tutto questo a sua volta non può che tradursi in imput sempre più chiari ed avvertibili per le politiche di governo del territorio. Non bisogna dimenticare che il sistema urbanistico è definito come una cospicua serie di aporie disciplinari ed operative - dall'incertezza della ricerca normativa in campo progettuale alla difficoltà di contrastare un disorganico spontaneismo nella produzione dell'ambiente costruito dell'ambiente costruito - continuano ad inficiare la produzione concreta di quella "bellezza" che il mercato richiede sempre più insistentemente. Nè pare lecito prefigurare per il prossimo futuro scenari più confortanti. Credo che bisogna far sì che questa nuova evoluzione nel mondo più controllata detta anche " esthetic control" capace di rappresentare una sorta di interfaccia fra molteplici campi d'azione, costituendo in particolare uno dei più rilevanti punti di frizione dell'interazione fra piano e mercato. La formazione dell' "esthetic control" è il risultato di un processo evolutivo complesso e diseguale; processo che può essere analizzato in termini omogenei solo a partire dagli inizi di questo secolo, da quando cioè l'intero sistema urbanistico è stato rifondato con criteri moderni mediante una serie di provvedimenti culminati con la promulgazione dello Housing and Town Plannning Act.