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VASO CON
PANDORA
(LOUVRE)
IL MITO DI PANDORA (ESIODO, OPERE E GIORNI, V. 50 SGG.)
A lui Zeus che aduna le nuvole disse adirato:
"O figlio di Iapeto, tu che fra tutti nutri i pensieri più accorti,
tu godi del fuoco rubato e di avermi ingannato,
ma a te un gran male verrà, e anche agli uomini futuri:
io a loro, in cambio del fuoco, darò un male, e di quello tutti
nel cuore si compiaceranno, il loro male circondando d'amore".
Così disse e rise il padre di uomini e dèi:
a Efesto illustre ordinò poi che, veloce,
intridesse terra con acqua, vi ponesse dentro voce umana
e vigore e, somigliante alle dee immortali nell'aspetto, formasse
bella e amabile figura di vergine; poi ad Atena
che le insegnasse i lavori: a tessere la tela dai molti ornamenti,
e che grazia intorno alla fronte le effondesse l'aurea Afrodite
e desiderio tremendo e le cure che rompono le membra;
che le ispirasse un sentire impudente e un'indole scaltra
ordinò ad Ermete, il messaggero Argifonte.
Diversa il dio fece l'indole della donna al principio.
(Carattere da scrofa, volpe, cagna, di terra, di mare, asina,
donnola, cavalla, scimmia)
Un'altra la fece dall'ape; quando la trova uno è fortunato;
a lei sola non si accompagna biasimo,
fiorisce grazie a lei, e prospera la casa,
invecchia amata con l'amato marito,
la prole è bella e ammirata.
E ammirabile ella diviene fra le donne
tutte, e divina grazia la circonda.
E non si compiace a sedere con le donne
quando fanno discorsi d'amore e di letto.
Tali donne graziosamente dona agli uomini
Zeus: esse sono le migliori e le più sagge.