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La maggior parte delle donne
riesce ad allattare il proprio figlio
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Al seno o col biberon?
Spetta a te mamma decidere se nutrire il tuo bambino al seno o col biberon. Qualsiasi
decisione tu prenderai o sarai costretta a prendere, ad esempio per mancata o
insufficiente produzione di latte, verrai aiutata.
Nessuno insisterà più di tanto nel convincerti ad allattare al seno, se ritieni di dare a tuo
figlio il latte artificiale.
Prima che tu possa decidere, però, è indispensabile che tu conosca le differenze tra
l’allattamento al seno e quello artificiale:
• l’allattamento materno non è più faticoso dell’allattamento artificiale,
• è più comodo per te allattare al seno; anche se sei più condizionata, non significa
che tu debba rimanere sempre in casa, perché il latte materno lo porti con te,
• il bambino allattato dalla mamma va meno soggetto alle infezioni,
• non devi sentirti troppo condizionata dall’allattamento naturale,
• se scegli il biberon, ti sarà mostrato come si prepara il latte artificiale, spiegato
come si somministra al bambino e raccomandato di lavare bene e sterilizzare il
biberon,dopo ogni poppata.
Per riuscirci devi sentirti sicura di te e pensare che pochissime madri non sono
davvero in grado di produrre latte materno.
I problemi che dovessero insorgere possono essere risolti, con l'aiuto dei professionisti,
di altre donne che hanno allattato, del compagno, dei familiari. Non devi avere paura di
chiedere aiuto quando sei incerta, allora sarai sicuramente in grado di
allattare il tuo bambino, anche con il supporto dei medici, delle ostetriche e delle
infermiere della nursery che ti daranno tutto il sostegno di cui hai bisogno.
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Allattamento materno
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La prima poppata
Il modo corretto di poppare
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La corretta posizione della bocca del bambino intorno
al capezzolo e all’areola crea una pressione negativa
che facilita la fuoriuscita del latte
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• la bocca del bambino è ben aperta, spalancata, e il labbro inferiore è
girato in fuori (fig. 3 A),
• il capezzolo arriva in profondità nella bocca del bambino (fig. 3 B),
• le labbra e le gengive del bambino premono contro l’areola, la zona
scura attorno al capezzolo (fig. 3 C),
• per togliere il bambino dal seno inserisci un dito tra la bocca del
bambino e il capezzolo.(fig. 4)
Per estrarre il latte dalla mammella la bocca del bambino deve premere sul seno
lattifero posto dietro il capezzolo dove si deposita il latte (fig. 2); tale pressione può
essere esercitata soltanto se il bambino è attaccato in maniera corretta.
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Il posizionamento al seno (figg. 6-7)
Cosa devi fare tu
• tenere il bambino rivolto verso il tuo corpo, in modo che lui possa soltanto inclinare
la testa un po’ indietro per arrivare al capezzolo, senza doverla girare,
• fare in modo che il bambino si giri verso il seno toccandogli dolcemente la guancia o
l’angolo della bocca con il capezzolo o un dito, provocando il riflesso di ricerca (fig. 6),
• avvicinare il bambino verso il seno e non viceversa, se si sposta la mammella è molto
difficile che il bambino assuma una posizione giusta,
• sostenere la mammella soltanto da sotto tenendo la mano in posizione piatta contro le
costole.
I bambini allattati al seno variano molto fra di loro, possono voler poppare 8 o più
volte, oppure solamente 6 volte nelle 24 ore. Alcuni poppano velocemente altri ci
impiegano di più.
Alcuni poppano a scatti, riposandosi fra le suzioni ma tenendo sempre in bocca il
capezzolo, altri in maniera costante, senza pause.
Alcuni si accontentano di una sola mammella, altri le vogliono entrambe.
Inoltre il comportamento di ciascun bambino cambia in risposta a cambiamenti nella
composizione e nella quantità del latte materno.
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Come soddisfare i bisogni del bambino
Permettere al tuo bambino di succhiare al seno per conforto non significa “cedere” ai
suoi capricci, tutti i bambini vogliono il seno sia per conforto che per nutrimento.
• alcuni bambini vogliono succhiare molto e su qualsiasi cosa, farlo alternare tra
succhiotto e capezzolo potrebbe portare ad una tecnica di suzione sbagliata
• qualora si verificassero dei rigurgiti dopo la poppata, spesso non rivestono alcuna
importanza
• attaccare il bambino al seno al primo accenno di fame o irrequietezza
permettere al tuo bambino di fare pausa con il capezzolo in bocca prima o poi, appena
sazio, lo lascerà andare, per evitare danni al capezzolo, interrompere la presa inserendo un
dito fra la lingua del bambino ed il capezzolo e poi toglierlo dal seno (fig. 4),
• dopo un’interruzione della poppata offrire di nuovo la stessa mammella per
assicurarsi che il bambino abbia preso il latte finale, più grasso,
• offrire l’altra mammella se il tuo bambino rifiuta di attaccarsi alla prima
Il contenuto proteico del latte materno è inferiore a quello del colostro, però è più
ricco di lipidi, il 50% dell’energia del latte materno proviene dai grassi.
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Non basta il mio latte!! Integrazione con il latte artificiale
Molte donne si sentono insicure riguardo alla propria capacità di produrre latte materno
in quantità sufficiente.
Se il tuo bambino appare scontento, piange, vuole poppare più spesso o rifiuta il seno,
non preoccuparti per il tuo latte.
Pochissime madri non sono davvero in grado di produrre latte materno la
maggioranza ne produce a sufficienza per più di 6 mesi.
La misura delle mammelle non ha un effetto sulla capacità di produrre latte.
Non è scomparso il latte quando le mammelle diventano più morbide.
Una volta avviato l’allattamento, si riduce l’eccesso di flusso ematico presente in
principio nel tessuto mammario; le mammelle sembrano vuote, ma continuano a produrre
latte in abbondanza.
Il latte non si “perde” mai improvvisamente, se non affluisce nemmeno quando il tuo
bambino poppa correttamente, significa che è inibito o ostacolato il riflesso dì emissione
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Problemi con la produzione del latte materno possono anche essere
causati dai limiti di tempo imposti alle poppate o a una tecnica sbagliata di
suzione. La secrezione lattea può diminuire in maniera considerevole o
perfino cessare del tutto, se si interrompe l’allattamento.
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Difficoltà col riflesso di emissione del latte
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Fig. 8 – Massaggio al seno
per provocare il riflesso
di emissione del latte
Fig. 8.1
Fig. 8.2
Fig. 8.3
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La cura del seno
ATTENZIONE !!!!!!!!!!!!!!!!!
Per il lavaggio dopo la poppata puoi utilizzare garze di cotone imbevute di acqua.
Non è indispensabile usare del sapone ma è sufficiente una buona igiene giornaliera
di tutto il corpo ed indossare indumenti sempre puliti. Puoi applicare dell’acqua
tiepida sui capezzoli, vecchio ed efficace rimedio e poi massaggiarli leggermente con
un po’ di colostro o latte maturo spremuti senza risciacquare più.
• per fortificare i capezzoli, puoi massaggiarli con olio o con lanolina purificata
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Le ragadi
Le ragadi sono delle lesioni del capezzolo su base micro traumatica
(suzione sbagliata fig 5 pag 40).
Per la loro dolorosità costituiscono un serio impedimento all'allattamento.
Oltre a ciò possono essere la porta per germi che possono provocare
mastite, specie se sanguinanti. La loro formazione si può evitare e già dal
primo attacco è necessario osservare la corretta modalità (fig 3B pag. 39).
Quando si sono formate le ragadi può essere utile l'applicazione
di lanolina purificata o calendula officinalis che svolge azione antisettica,
antidolorifica e astringente. A questo punto la madre può far uso di un
adatto paracapazzolo fino a guarigione.
Se il bambino dovesse succhiare sangue e ritrovarlo nelle feci non bisogna
spaventarsi.
E' consigliabile contattare quanto prima personale sanitario specializzato
poiché le ragadi trascurate possono provocare serissimi danni alla salute.
La dermatite atopica
è meno comune, ma può costituire un’altra possibile causa del dolore ai
capezzoli. Può risultare da una reazione allergica della madre a un sapone,
una crema, uno spray e perfino a un reggiseno. Per curarla basta evitare la
sostanza irritante, applicando all’occorrenza, prodotti farmacologici
adeguati. In ogni caso è opportuno contattare personale qualificato.
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Ingorgo mammario
Le mammelle possono ingorgarsi temporaneamente, in genere tra la seconda e la
quarta giornata dopo il parto, facendosi gonfie, dure, calde e doloranti. Qualche
volta l’ingorgo è associato a lieve rialzo termico, che normalmente diminuisce
senza farmaci. L’ingorgo nei primi tempi dell’allattamento è causato
dall’aumentato flusso del sangue nel tessuto mammario, che si associa
all’inizio della produzione del latte. Potrebbe anche verificarsi più tardi, se per
qualsiasi motivo il bambino poppa meno o succhia in maniera errata.
Quello che puoi fare TU
1. spremi un po’ del tuo latte prima della poppata (fig. 9) per ammorbidire
la mammella in modo che il bambino si possa attaccare bene,
massaggia le mammelle, delicatamente in direzione del capezzolo
mentre il bambino poppa
2. alla fine della poppata spremi il latte manualmente fino a che le
mammelle non siano abbastanza morbide e non dolgono più offri più
spesso la mammella al bambino
3. Riposati e rilassati
4. applica sulle mammelle degli impacchi caldo-umidi mentre allatti
5. nell’intervallo tra le poppate è consigliabile applicare impacchi freschi
per alleviare l’edema si possono usare dei piccoli sacchetti di piselli
surgelati, "adattabili sul seno", avvolti in un panno asciutto in modo da
non sentire troppo freddo altrimenti il seno si potrebbe ustionare
6. adopera un reggiseno che sostenga senza stringere
7. accertati che la tecnica della suzione sia corretta (fig. 3).
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Mastite
Ascesso
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La spremitura manuale delle mammelle
Può essere necessario estrarre il latte in caso di separazione fra madre e bambino, se il
bambino è troppo debole per poppare, in presenza di ingorgo mammario o per stimolare la
produzione lattea. Si può effettuare manualmente (fig.9) o con il tiralatte manuale o
elettrico
Fig. 9 - La spremitura
manuale delle mammelle
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.
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Taglio cesareo e allattamento
L’allattamento al seno è certamente possibile dopo il taglio cesareo.
Questo tipo di parto rende più difficile l’avvio dell’allattamento per il dolore post-
operatorio
e per le difficoltà nel movimento, inoltre la produzione del latte maturo tende a
verificarsi un po’ più tardi.
Fig. 10 - Posizionamento al
seno dopo il taglio cesareo
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Parto multiplo
La maggioranza delle donne è capace di produrre latte materno sufficiente e nutrire
senza aggiunta più di un bambino contemporaneamente.
Alcune madri preferiscono allattare un gemello alla volta, mentre altre preferiscono
allattarli allo stesso tempo.
Alcune madri alternano la mammella fra i bambini e altre lasciano scegliere a ciascun
bambino la mammella preferita.
Quello che puoi fare TU
• preparati al fatto che potrai avere la sensazione di non fare nient’altro che allattare,
almeno per i primi mesi,
• non dare l’aggiunta tranne che per precisa ragione medica
• fatti aiutare nella gestione dell’allattamento, senza avere paura di chiedere consigli ed
aiuto.
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Una nuova vita
Molte madri hanno difficoltà emotive durante le prime settimane o i primi mesi
dell’allattamento. Sensazioni di isolamento, frustrazione ed esaurimento sono
molto comuni e possono portare la madre a decidere di smettere di allattare.
Può essere difficile, all’inizio, affrontare la nuova vita insieme a un neonato a
prescindere dal fatto di allattare o meno.
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Sessualità e rapporti sessuali
Molte donne, credono che allattare al seno le renderà meno attraenti agli occhi del
marito o del partner. Allattare non rovina il corpo della donna, l’aiuta invece, a
dimagrire dopo il parto e accelera il ritorno dell’utero allo stato precedente la
gravidanza. Allattare non rende il seno cascante, è durante la gravidanza che si
modifica. Riprendi i rapporti sessuali quando ti senti di farlo, alcune donne avvertono
un forte desiderio sessuale altre no. Allattare al seno potrebbe rendere la vagina meno
lubrificata, a causa dell’abbassamento degli ormoni femminili (estrogeni) durante
questo periodo. La suzione del bambino potrebbe causare sensazioni di piacere
sessuale. Fare l’amore a volte, stimola il riflesso d’emissione del latte
Mestruazioni
Durante le mestruazioni il sapore del latte materno potrebbe cambiare ed il bambino
rifiutarsi di succhiare; la quantità di latte potrebbe ridursi, perciò il bambino chiederebbe
di poppare più spesso.Prima di preoccuparsi o addirittura di interrompere l’allattamento è
consigliabile consultare personale specializzato
Fertilità e contraccezione
Non devi considerare l’allattamento come un metodo contraccettivo. Le madri che
allattano hanno meno probabilità di restare incinte, poiché l’ormone per la produzione del
latte (prolattina) può provocare la mancanza di mestruazioni (amenorrea), pur non
inibendo l’ovulazione. La pillola contraccettiva a base di estrogeni può diminuire la
produzione di latte, è consigliabile pertanto, un diverso metodo contraccettivo.
Il lavoro fuori casa
Lavorare fuori casa non dovrebbe rappresentare un ostacolo all’allattamento materno.
Conciliare le due cose è reso più facile dalla legislazione che tutela la madre lavoratrice
mentre allatta al seno.
Quello che puoi fare TU
• prendi atto delle normativa vigente relativa alla maternità e a fai valere i tuoi diritti,
se è questo che desideri, puoi continuare ad allattare anche se devi lasciare tuo figlio per
molte ore tirandoti il latte,
• se è possibile porta con te il bambino al lavoro o torna a casa per allattarlo,
• continua ad allattare fino al giorno in cui ritorni al lavoro,
• accetta il fatto che il bambino chiederà di poppare più spesso quando è insieme a te,
• spremiti o tirati il latte durante le ore lavorative, in particolare, se il bambino ha meno
di sei mesi,
insegna alla persona alla quale affidi il bambino come riscaldare il latte e come darglielo.
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“PREVENZIONE DEL CARCINOMA MAMMARIO"
Dott.ssa M. Roncella
Si stima che in Italia ogni anno vengano diagnosticati oltre 30.000 casi di carcinoma
mammario di cui 7-8.000 circa in età inferiore a 50 anni.
Le cause del ca mammario non sono ben conosciute; sono stati comunque identificati dei
fattori di rischio che possono essere così classificati:
Fattori demografici e sociologici • età
• popolazioni occidentali ricche
• classi socio-culturali agiate
Fattori costituzionali fisiologici e riproduttivi
• Famiglie ad alto rischio
• Menarca precoce • Nulliparità
• Prima gravidanza tardiva
• Assenza di allattamento o allattamento breve
• Obesità
Fattori ambientali Dieta ricca di grassi e povera di frutta e verdura
• Scarsa attività fisica • Consumo di alcool
Il 60% delle donne scopre di avere un tumore alla
mammella con l’autopalpazione, quindi ogni donna
deve essere attenta al proprio seno e controllarlo
regolarmente. L’esame va fatto ogni 1-2 mesi ed il
momento migliore corrisponde al termine del
periodo mestruale, quando in genere il seno è
meno teso.
Davanti allo specchio, la donna dovrà osservare il
proprio seno dapprima con le braccia lungo il corpo
e poi con le braccia distese sopra la testa, alla ricerca di eventuali alterazioni del profilo
cutaneo o del capezzolo. Successivamente occorre distendersi su un piano rigido. Con il
braccio destro alzato, dovrà controllare il seno destro con la mano sinistra, e viceversa.
Tenendo la mano a piatto con le dita ben distese, dovrà palpare il seno con piccoli
movimenti circolari. Infine è utile far scorrere la mano su tutta la mammella, dall’esterno
verso l’interno; quest’ultimo controllo può essere fatto agevolmente sotto la doccia. Infine
occorre delicatamente spremere il capezzolo fra pollice e indice alla ricerca di
un’eventuale secrezione, che per essere considerata patologica deve essere di colore
giallo-arancio- fino al rosso. I segni da ricercare con la massima attenzione nel corso
dell’autoesame sono: - presenza di alterazione cutanea del capezzolo (eczema)
-evidenza di retrazione cutanea
-evidenza di modificazione di
forma, volume e profilo della
mammella
- presenza di un nodulo
- secrezione dal capezzolo
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A quali controlli è opportuno sottoporsi per la diagnosi precoce del carcinoma
mammario?
Solo auto-esame fino ai 30 anni, tra 30 e 40 anni controlli clinici regolari (1-2 anni) con
approfondimento ecografico in caso di sintomi. Prima mammografia intorno a 40 anni.
Dopo i 40 anni controlli annuali clinico-strumentali a discrezione del medico. In caso di
familiarità per tumore maligno della mammella e dell’ovaio i controlli devono iniziare
precocemente: in questo caso consultare il medico che provvederà a stabilire un
programma particolare.
Quando è opportuno eseguire l’ecografia mammaria?
L’ecografia è esame di prima scelta nelle donne di età inferiore ai 40 anni, come
integrazione della visita senologica. Nelle donne di età superiore, questo esame viene
eseguito a completamento della mammografia per definire le immagini di dubbia
interpretazione patologica.
Quando si esegue la mammografia?
Il primo esame mammografico in assenza di fattori di
rischio andrà eseguito intorno ai 40 anni. La frequenza con
cui sottoporsi a tale esame varia in relazione all’età ed alle
caratteristiche individuali. Le più recenti Linee Guida,
suggeriscono comunque la mammografia a cadenza
annuale, anche in considerazione della ormai provata
sicurezza in termini di esposizione alle radiazioni.
Responsabile
Quando è opportuno eseguire l’agoaspirato?
Nel caso in cui la mammografia e la successiva ecografia
rilevino la presenza di un reperto nodulare di nuova
comparsa, in linea di massima è sempre opportuno
caratterizzarlo mediante agoaspirato (ecoguidato). Se il
reperto è visibile solo alla mammografia potrà essere proposta una biopsia sotto guida
mammografica. Tali procedure sono del tutto sicure e sostanzialmente indolori.
Il dolore mammario è un sintomo preoccupante?
In linea di massima non è preoccupante; è infatti frequente il riscontro di dolore (riferito
per lo più come senso di tensione ai quadranti esterni) in relazione alle variazioni cicliche
degli ormoni. Normalmente il dolore non si associa a malattia tumorale: tuttavia un dolore
persistente oppure molto intenso merita una valutazione clinica.
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