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Guida pratica

Per allattare al seno


Dott.ssa Ost. L. Fedele Ost.V Bronzini Dott.ssa Ost Coord.P.Di Lullo
Ost.T.Centonze Ost. S.Rossi

Con la collaborazione del Prof. Antonio Boldrini


Direttore Unità Operativa di Neonatologia Universitaria Azienda Ospedaliero
Universitaria Pisana

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La maggior parte delle donne
riesce ad allattare il proprio figlio

A quasi tutte le madri , però, servono incoraggiamento e sostegno, soprattutto da parte


degli operatori sanitari che devono fornire loro informazioni corrette sulle tecniche più
appropriate, a cui va associato un adeguato supporto psicologico ed umano. Un ruolo
molto importante, per il successo dell'allattamento, lo svolge il padre del bambino/a.
Il latte materno è superiore a qualsiasi altro alimento per la nutrizione del neonato
e presenta caratteristiche uniche.
Esso rappresenta indubbi vantaggi per lo stato generale di salute, la crescita e lo sviluppo
del bambino; contemporaneamente diminuisce il rischio di un ampio numero di malattie.
Oltre alle caratteristiche biologiche, sono di rilevante importanza le profonde implicazioni
psicologiche per la madre, strettamente legate al vissuto ed alla costruzione ancestrale
dell'immagine appagante di nutrice al seno, da includere in un ambito più ampio di
perfetta sintesi tra fertilità, maternità e sessualità. E' fuor di dubbio che sentirsi le
mammelle piene di latte e vedere il bambino crescere con un alimento che proviene dal
proprio corpo è appagante.
Molti ritengono la pratica dell' allatta mento al seno quasi unico strumento per

favorire il bonding (attaccamento) tra la madre ed il proprio figlio ed in seguito a


questa diffusa e per molti indiscussa affermazione, molte donne che non possono
allattare pensano di non trasmettere sufficiente amore al figlio.
Dalla nostra esperienza, ci sentiamo di affermare che un figlio allattato al seno non è
più sentito ed amato di chi non lo è. E indiscutibile invece, che i bambini abbiano
bisogno di sentire il suono della voce, il caldo ela serenità delle coccole, delle carezze, la
tenerezza del massaggio per sentire la presenza dell' altro, che, poi, riconosceranno come
madre o padre.Comunque, non ci stancheremo di promuovere l' allattamento al seno
poiché numerosi studi ne indicano i possibili benefici anche per la salute della madre.
I contenuti della guida all'allattamento si attengono alle indicazioni dell' OMS
ed alla nostra personale esperienza .

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Al seno o col biberon?

Spetta a te mamma decidere se nutrire il tuo bambino al seno o col biberon. Qualsiasi
decisione tu prenderai o sarai costretta a prendere, ad esempio per mancata o
insufficiente produzione di latte, verrai aiutata.
Nessuno insisterà più di tanto nel convincerti ad allattare al seno, se ritieni di dare a tuo
figlio il latte artificiale.
Prima che tu possa decidere, però, è indispensabile che tu conosca le differenze tra
l’allattamento al seno e quello artificiale:
• l’allattamento materno non è più faticoso dell’allattamento artificiale,
• è più comodo per te allattare al seno; anche se sei più condizionata, non significa
che tu debba rimanere sempre in casa, perché il latte materno lo porti con te,
• il bambino allattato dalla mamma va meno soggetto alle infezioni,
• non devi sentirti troppo condizionata dall’allattamento naturale,
• se scegli il biberon, ti sarà mostrato come si prepara il latte artificiale, spiegato
come si somministra al bambino e raccomandato di lavare bene e sterilizzare il
biberon,dopo ogni poppata.

Hai deciso di allattare tuo figlio?

Per riuscirci devi sentirti sicura di te e pensare che pochissime madri non sono
davvero in grado di produrre latte materno.
I problemi che dovessero insorgere possono essere risolti, con l'aiuto dei professionisti,
di altre donne che hanno allattato, del compagno, dei familiari. Non devi avere paura di
chiedere aiuto quando sei incerta, allora sarai sicuramente in grado di
allattare il tuo bambino, anche con il supporto dei medici, delle ostetriche e delle
infermiere della nursery che ti daranno tutto il sostegno di cui hai bisogno.

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Allattamento materno

Cenni di fisiologia della mammella


La mammella è una struttura costituita da tessuto ghiandolare, formato da cellule
secretorie (fig. 1) che producono latte e da un sistema di canali: dotti galattofori, seno
lattifero e capezzolo, che ne permettono la fuoriuscita attraverso i fori presenti in
quest’ultimo (fig. 2) Durante la gravidanza , le mammelle si preparano per l’allattamento.
Già dai primi mesi viene prodotto il colostro, che si presenta come un liquido giallognolo.
Nei primi giorni dopo il parto il colostro sostituisce il latte vero e proprio, che viene
prodotto dalsecondo o terzo giorno, se le mammelle sono sufficientemente stimolate con
poppate frequenti.

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La prima poppata
Il modo corretto di poppare

Le prime poppate sono importan ti per stabilire una corretta


tecnica di suzione e per stimolare un’abbondante produzione di latte
materno.
Dopo un travaglio ed un parto che si sono svolti in modo regolare,
il bambino cerca istintivamente di nutrirsi. Nelle prime 1-2 ore di
vita normalmente è sveglio, attivo e pronto a poppare.

Lavatevi le mani prima di allattare


i germi sono sempre in agguato

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La corretta posizione della bocca del bambino intorno
al capezzolo e all’areola crea una pressione negativa
che facilita la fuoriuscita del latte

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• la bocca del bambino è ben aperta, spalancata, e il labbro inferiore è
girato in fuori (fig. 3 A),
• il capezzolo arriva in profondità nella bocca del bambino (fig. 3 B),
• le labbra e le gengive del bambino premono contro l’areola, la zona
scura attorno al capezzolo (fig. 3 C),
• per togliere il bambino dal seno inserisci un dito tra la bocca del
bambino e il capezzolo.(fig. 4)

Per estrarre il latte dalla mammella la bocca del bambino deve premere sul seno
lattifero posto dietro il capezzolo dove si deposita il latte (fig. 2); tale pressione può
essere esercitata soltanto se il bambino è attaccato in maniera corretta.

Una suzione sbagliata è la causa più frequente


della formazione delle ragadi del capezzolo!!!

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Il posizionamento al seno (figg. 6-7)
Cosa devi fare tu
• tenere il bambino rivolto verso il tuo corpo, in modo che lui possa soltanto inclinare
la testa un po’ indietro per arrivare al capezzolo, senza doverla girare,
• fare in modo che il bambino si giri verso il seno toccandogli dolcemente la guancia o
l’angolo della bocca con il capezzolo o un dito, provocando il riflesso di ricerca (fig. 6),
• avvicinare il bambino verso il seno e non viceversa, se si sposta la mammella è molto
difficile che il bambino assuma una posizione giusta,
• sostenere la mammella soltanto da sotto tenendo la mano in posizione piatta contro le
costole.

Le poppate: che frequenza e quanto devono durare?

I bambini allattati al seno variano molto fra di loro, possono voler poppare 8 o più
volte, oppure solamente 6 volte nelle 24 ore. Alcuni poppano velocemente altri ci
impiegano di più.
Alcuni poppano a scatti, riposandosi fra le suzioni ma tenendo sempre in bocca il
capezzolo, altri in maniera costante, senza pause.
Alcuni si accontentano di una sola mammella, altri le vogliono entrambe.
Inoltre il comportamento di ciascun bambino cambia in risposta a cambiamenti nella
composizione e nella quantità del latte materno.

Il Primo latte all’inizio della poppata è povero di grassi e ricco di lattosio e


acqua, soddisfa il bisogno idrico del bambino, il secondo o latte di fine poppata, è
ricco di lipidi e soddisfa il bisogno di energia (calorie). Talvolta, tu mamma, hai la
percezione che il latte scarseggi di sera, perché il bambino vuole succhiare di più.
Per saziarsi il tuo bambino può cambiare le sue abitudini alimentari, di tanto in tanto,
preferendo per esempio, poppare più o meno spesso e per un periodo di tempo più o meno
lungo.

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Come soddisfare i bisogni del bambino

Il colostro, gli anticorpi,le vitamine, i sali minerali, le proteine, gli


zuccheri, i grassi

Permettere al tuo bambino di succhiare al seno per conforto non significa “cedere” ai
suoi capricci, tutti i bambini vogliono il seno sia per conforto che per nutrimento.
• alcuni bambini vogliono succhiare molto e su qualsiasi cosa, farlo alternare tra
succhiotto e capezzolo potrebbe portare ad una tecnica di suzione sbagliata
• qualora si verificassero dei rigurgiti dopo la poppata, spesso non rivestono alcuna
importanza
• attaccare il bambino al seno al primo accenno di fame o irrequietezza
permettere al tuo bambino di fare pausa con il capezzolo in bocca prima o poi, appena
sazio, lo lascerà andare, per evitare danni al capezzolo, interrompere la presa inserendo un
dito fra la lingua del bambino ed il capezzolo e poi toglierlo dal seno (fig. 4),
• dopo un’interruzione della poppata offrire di nuovo la stessa mammella per
assicurarsi che il bambino abbia preso il latte finale, più grasso,
• offrire l’altra mammella se il tuo bambino rifiuta di attaccarsi alla prima

È buona norma attaccare il bambino ad entrambe le mammelle.


Il colostro o primo latte, è quello di cui ha bisogno il tuo bambino appena nato e non
ne deve essere privato.
È ricco di anticorpi protettivi e rappresenta un alimento completo fino all’arrivo del
latte materno maturo.
Il neonato ha riserve di acqua e calorie normalmente sufficienti nei primi giorni di
vita, fino all’arrivo del latte, che sostituisce gradualmente il colostro.
Il latte materno rappresenta tutto ciò che necessita al bambino sano e nato a termine
per almeno 6 mesi.
In molti casi, da solo è sufficiente per più di 6 mesi, passati i quali continua a essere
valido fino al secondo anno di vita (ed oltre), anche trattandosi di piccole quantità.
Le vitamine e i sali minerali presenti nel latte materno sono generalmente sufficienti
a coprire il bisogno del bambino nei primi 6 mesi. Sebbene la quantità di ferro sia
scarsa, è molto ben assorbito; infatti, raramente si riscontra una carenza nel
bambino allattato al seno.

Il contenuto proteico del latte materno è inferiore a quello del colostro, però è più
ricco di lipidi, il 50% dell’energia del latte materno proviene dai grassi.

È fisiologico che il neonato perda peso nei primi


giorni di vita, nell’ambito dell ’8-10%

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Non basta il mio latte!! Integrazione con il latte artificiale

Molte donne si sentono insicure riguardo alla propria capacità di produrre latte materno
in quantità sufficiente.
Se il tuo bambino appare scontento, piange, vuole poppare più spesso o rifiuta il seno,
non preoccuparti per il tuo latte.
Pochissime madri non sono davvero in grado di produrre latte materno la
maggioranza ne produce a sufficienza per più di 6 mesi.
La misura delle mammelle non ha un effetto sulla capacità di produrre latte.
Non è scomparso il latte quando le mammelle diventano più morbide.
Una volta avviato l’allattamento, si riduce l’eccesso di flusso ematico presente in
principio nel tessuto mammario; le mammelle sembrano vuote, ma continuano a produrre
latte in abbondanza.
Il latte non si “perde” mai improvvisamente, se non affluisce nemmeno quando il tuo
bambino poppa correttamente, significa che è inibito o ostacolato il riflesso dì emissione

Ne prende a sufficienza se:


• ha un aspetto sano,
• è sveglio (attivo ed attento) per più di 4 ore nelle 24,
• poppa senza limiti di tempo almeno 6 volte al giorno,
• poppa al seno in maniera corretta,
• il latte affluisce, cioè si verifica il riflesso di emissione,
• le feci del bambino sono morbide, di colore giallo, con scariche da una a più volte al
giorno,
• ha almeno 6 minzioni di urina chiara e inodore nelle 24 ore.

I bambini crescono a ritmi diversi, alcuni in maniera


costante, altri, altrettanto sani, aumentano di poco o nulla
durante una settimana, per poi recuperare nella successiva
(o due).

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Problemi con la produzione del latte materno possono anche essere
causati dai limiti di tempo imposti alle poppate o a una tecnica sbagliata di
suzione. La secrezione lattea può diminuire in maniera considerevole o
perfino cessare del tutto, se si interrompe l’allattamento.

In caso di mancata produzione di latte materno (ipo o


agalattia) ed in casi del tutto particolari si dovrebbe
ricorrere alla somministrazione di latte artificiale.

Troppo latte tutto insieme

Qualche volta il latte affluisce troppo abbondantemente all’inizio della


poppata, il bambino ne sarà sopraffatto e si staccherà, tossendo.
Non spaventarti ma:
• rilassati e parla al bambino
• spremi il latte che arriva con il primo afflusso prima di attaccarlo al
seno.

Perdite spontanee di latte

Sotto l’influenza del riflesso d’emissione, il latte spesso fuoriesce


spontaneamente senza che si eserciti pressione sui seni lattiferi (fig. 9).
Molte volte le donne si accorgono di perdere latte tra le poppate nelle
prime settimane. Il latte può sgocciolare da una mammella, anche mentre il
bambino è attaccato a quella controlaterale.
Durante le poppate usa delle coppette assorbilatte oppure un fazzoletto
pulito dentro il reggiseno.

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Difficoltà col riflesso di emissione del latte

Sono molto comuni le difficoltà con l’emissione del latte. Mentre la


produzione avviene senza problemi sotto lo stimolo di suzioni efficaci,
l’afflusso può essere ritardato o inibito da stress, preoccupazione,
paura, affaticamento, dolore, imbarazzo o qualsiasi altra emozione
negativa. Anche se il tuo bambino succhia in maniera corretta, spesso si
stacca dal seno piangendo perché non riesce a prendere il latte. Può allora
frustrarsi e rifiutarsi di poppare in seguito.

Cosa devi fare TU (fig. 8)

• massaggiare il seno cominciando dalla zona superiore della mammella


facendo con i polpastrelli un movimento leggero e circolare per
qualche secondo, proseguendo il massaggio disegnando una spirale
tutt’intorno alla mammella, per finire al capezzolo (fig. 8.1)
• accarezzare dolcemente la mammella dalla periferia verso il capezzolo,
continuando con lo stesso tocco tutto intorno, (fig. 8.2)
• manipolare il capezzolo tra l’indice e il pollice, delicatamente
• scuotere piano piano, in senso laterale, le mammelle piegandosi in
avanti in modo che la forza della gravità aiuti il latte a scendere, (fig.
8.3)
• parlare al bambino, • bere qualcosa di caldo,• fare impacchi caldo-
umidi alle mammelle (o immergerle in una bacinella d’acqua tiepida).

Mamma, non perdere la pazienza, la maggior parte delle madri


riesce a ripristinare una adeguata produzione di latte.

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Fig. 8 – Massaggio al seno
per provocare il riflesso
di emissione del latte

Fig. 8.1

Fig. 8.2

Fig. 8.3

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La cura del seno

ATTENZIONE !!!!!!!!!!!!!!!!!

Durante la gravidanza le mammelle e i capezzoli si preparano naturalmente per


l’allattamento, nella maggioranza dei casi non occorre una particolare attenzione o
preparazione.
Cosa puoi fare TU
• non lavare troppo i capezzoli per non privarli delle loro sostanze emollienti naturali,
• lavarti le mani prima di allattare,
• lasciare asciugare i capezzoli all’aria quando è possibile,
• evitare di indossare un reggiseno troppo stretto,
• non adoperare le coppette assorbi-latte foderate di plastica, se non eccezionalmente,
perché possono rendere la cute dei capezzoli più sensibile

Problemi con i capezzoli


Uno dei problemi più comuni della prima fase dell’allattamento sono i capezzoli irritati.
Una tecnica sbagliata di suzione, dovuta ad attaccamento errato al seno è
la causa principale di dolori e ragadi.
I capezzoli delle donne hanno forme diverse, alcuni sono molto corti o completamente
piatti, altri sembrano retrattili o ombelicati, possono, però, essere facilmente tirati in fuori.
Soltanto pochissimi capezzoli sono veramente poco elastici, comunque si può allattare.
Molti capezzoli corti, piatti e persino retrattili cambiano spontaneamente durante la
gravidanza. Normalmente è il bambino a far estroflettere ma ci si può aiutare con il
tiralatte ed indossando dei modellatori sotto il reggiseno 30-60' prima della poppata. Se
queste strategie non funzionano può essere usato il paracapezzolo.
Per migliorare l’elasticità dei capezzoli puoi massaggiarli con un poco di latte
spremuto prima della poppata
Quello che puoi fare TU
• offrire prima la mammella con il capezzolo meno dolente, poi cambiare ed offrire
l’altra, ricordati che non si deve staccare il bambino dal seno prima di avere inserito il
dito fra le gengive per interrompere la presa (fig. 4)

Per il lavaggio dopo la poppata puoi utilizzare garze di cotone imbevute di acqua.
Non è indispensabile usare del sapone ma è sufficiente una buona igiene giornaliera
di tutto il corpo ed indossare indumenti sempre puliti. Puoi applicare dell’acqua
tiepida sui capezzoli, vecchio ed efficace rimedio e poi massaggiarli leggermente con
un po’ di colostro o latte maturo spremuti senza risciacquare più.

• per fortificare i capezzoli, puoi massaggiarli con olio o con lanolina purificata

• se allattare al seno è troppo doloroso, puoi usare il paracapezzolo fino a che la


situazione non si è normalizzata

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Le ragadi
Le ragadi sono delle lesioni del capezzolo su base micro traumatica
(suzione sbagliata fig 5 pag 40).
Per la loro dolorosità costituiscono un serio impedimento all'allattamento.
Oltre a ciò possono essere la porta per germi che possono provocare
mastite, specie se sanguinanti. La loro formazione si può evitare e già dal
primo attacco è necessario osservare la corretta modalità (fig 3B pag. 39).
Quando si sono formate le ragadi può essere utile l'applicazione
di lanolina purificata o calendula officinalis che svolge azione antisettica,
antidolorifica e astringente. A questo punto la madre può far uso di un
adatto paracapazzolo fino a guarigione.
Se il bambino dovesse succhiare sangue e ritrovarlo nelle feci non bisogna
spaventarsi.
E' consigliabile contattare quanto prima personale sanitario specializzato
poiché le ragadi trascurate possono provocare serissimi danni alla salute.

L’infezione da Candida Albicans


L’infezione da Candida Albicans si presenta con delle piccole chiazze
bianche nella bocca del bambino, che non si tolgono facilmente.
(mughetto)
I capezzoli possono essere infetti anche se non si riscontrano sintomi
visibili di candida.
È necessario curare sia i capezzoli della madre che la bocca del bambino.

La dermatite atopica
è meno comune, ma può costituire un’altra possibile causa del dolore ai
capezzoli. Può risultare da una reazione allergica della madre a un sapone,
una crema, uno spray e perfino a un reggiseno. Per curarla basta evitare la
sostanza irritante, applicando all’occorrenza, prodotti farmacologici
adeguati. In ogni caso è opportuno contattare personale qualificato.

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Ingorgo mammario
Le mammelle possono ingorgarsi temporaneamente, in genere tra la seconda e la
quarta giornata dopo il parto, facendosi gonfie, dure, calde e doloranti. Qualche
volta l’ingorgo è associato a lieve rialzo termico, che normalmente diminuisce
senza farmaci. L’ingorgo nei primi tempi dell’allattamento è causato
dall’aumentato flusso del sangue nel tessuto mammario, che si associa
all’inizio della produzione del latte. Potrebbe anche verificarsi più tardi, se per
qualsiasi motivo il bambino poppa meno o succhia in maniera errata.
Quello che puoi fare TU
1. spremi un po’ del tuo latte prima della poppata (fig. 9) per ammorbidire
la mammella in modo che il bambino si possa attaccare bene,
massaggia le mammelle, delicatamente in direzione del capezzolo
mentre il bambino poppa
2. alla fine della poppata spremi il latte manualmente fino a che le
mammelle non siano abbastanza morbide e non dolgono più offri più
spesso la mammella al bambino
3. Riposati e rilassati
4. applica sulle mammelle degli impacchi caldo-umidi mentre allatti
5. nell’intervallo tra le poppate è consigliabile applicare impacchi freschi
per alleviare l’edema si possono usare dei piccoli sacchetti di piselli
surgelati, "adattabili sul seno", avvolti in un panno asciutto in modo da
non sentire troppo freddo altrimenti il seno si potrebbe ustionare
6. adopera un reggiseno che sostenga senza stringere
7. accertati che la tecnica della suzione sia corretta (fig. 3).

Il metodo della bottiglia calda


"Un efficace rimedio"
Immergere una bottiglia di vetro di 750 cc con collo largo (ad es: quelle della
conserva di pomodoro o succhi di frutta) in acqua fredda e portare ad
ebollizione. Spegnere ed eliminare con cautela tutta l'acqua calda. Afferrare con
un panno la bottiglia vuota per non ustionarsi, raffreddare con un panno umido
il collo interno ed esterno della stessa. Applicare il collo della bottiglia
sull'areola mammaria con il capezzolo al centro. Tenere ferma la bottiglia per
qualche minuto fin quando esce il latte. Mantenere in situ finchè non finisce il
sottovuoto. Ripetere l'operazione fin quando il dolore non si attenua ed il seno è
più morbido.
In caso di difficoltà rivolgersi quanto prima a personale specializzato

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Mastite

La mastite è un’infiammazione della mammella, che può svilupparsi in


seguito a un ingorgo mammario o a un dotto galattoforo ostruito a cui
si sovrappone un’infezione batterica, di solito da stafilococco aureo.
La mammella diventa rossa, calda, dolente a cui si associa la comparsa
di febbre, anche molto elevata. Se l'allattamento è ben condotto e si
interviene precocemente con counseling di personale specializzato, i
casi di mastite trattati precocemente evitano situazioni che potrebbero
richiedere anche l'intervento chirurgico.

Ascesso

L’ascesso al seno si verifica raramente ed è una complicanza della


mastite, spesso occorre drenare la raccolta di pus con un’incisione.
Entrambi gli eventi si verificano, nella maggior parte dei casi, in
seguito ad una non corretta gestione delle mammelle e della modalità
di suzione ed in particolare se non viene effettuata una scrupolosa
igiene delle mani, della persona e dell'ambiente. E' sempre
indispensabile riconoscere per tempo i sintomi e rivolgersi a personale
qualificato senza trascurare la situazione.

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La spremitura manuale delle mammelle

• Stimola il riflesso d’emissione (fig. 8)


• Chinati in avanti, sostieni la mammella da sotto, metti il pollice sopra l’areola e le
altre dita sotto a una distanza di circa 1 - 2 centimetri dalla base del capezzolo e premi le
dita indietro verso il torace (fig. 9.1).
• con il pollice e l’indice posti in opposizione e simmetricamente rispetto al capezzolo
comprimi i seni lattiferi situati dietro l’areola, poi rilascia. Comprimi e rilascia in
continuazione fino a quando il latte non cessa di fuoriuscire, (fig. 9.2)
• spostare le dita tutto attorno all’areola fermandosi in più punti e fare la stessa
operazione fino a svuotare tutti i seni lattiferi, usando eventualmente anche l’altra mano se
torna più comodo, (fig. 9.3)
• di tanto in tanto massaggia tutta la mammella, premendo con un tocco leggero” una
carezza” che parte dall’attaccatura e va verso il capezzolo, controllando che non vi siano
zone dure e ripeti il procedimento fino a quando le mammelle non siano morbide,
• evita di strizzare, tirare o pressare sulla mammella o il capezzolo (ciò non fa
scorrere il latte e potrebbe essere dannoso), devi avere pazienza e rimanere rilassata
anche se il latte tarda ad arrivare.1
Spremitura manuale delle mammelle (fig. 9)
Spremersi la mammella manualmente non causa traumi al capezzolo, inoltre, molte
donne trovano questo sistema più facile e pratico, una volta che hanno imparato a farlo
con la tecnica giusta.
Estrazione del latte

Può essere necessario estrarre il latte in caso di separazione fra madre e bambino, se il
bambino è troppo debole per poppare, in presenza di ingorgo mammario o per stimolare la
produzione lattea. Si può effettuare manualmente (fig.9) o con il tiralatte manuale o
elettrico

Fig. 9 - La spremitura
manuale delle mammelle

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.

Conservazione del latte materno

Il latte materno estratto si può conservare in frigo (a 4 ° C) per non più


di 24 ore, dopo deve essere congelato. Si può conservare nel
compartimento freezer del frigorifero per 2 settimane e nel
compartimento freezer di un congelatore o in un surgelatore separato
(-20° C) per 3 mesi.
Scongelare naturalmente o a bagno maria e non ricongelare.
Raccogliere il latte in uno o più contenitori sterili apponendo su ognuno
la data di estrazione.

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Taglio cesareo e allattamento
L’allattamento al seno è certamente possibile dopo il taglio cesareo.
Questo tipo di parto rende più difficile l’avvio dell’allattamento per il dolore post-
operatorio
e per le difficoltà nel movimento, inoltre la produzione del latte maturo tende a
verificarsi un po’ più tardi.

Quello che puoi fare TU


• fai poppare spesso il bambino,
• fatti aiutare a trovare le posizioni più adatte per l’allattamento (fig. 10), potresti
avere difficoltà a sollevare o tenere in braccio il bambino,
• non stancarti troppo,
• abbi fiducia di poter allattare.

Fig. 10 - Posizionamento al
seno dopo il taglio cesareo

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Parto multiplo
La maggioranza delle donne è capace di produrre latte materno sufficiente e nutrire
senza aggiunta più di un bambino contemporaneamente.
Alcune madri preferiscono allattare un gemello alla volta, mentre altre preferiscono
allattarli allo stesso tempo.
Alcune madri alternano la mammella fra i bambini e altre lasciano scegliere a ciascun
bambino la mammella preferita.
Quello che puoi fare TU
• preparati al fatto che potrai avere la sensazione di non fare nient’altro che allattare,
almeno per i primi mesi,
• non dare l’aggiunta tranne che per precisa ragione medica
• fatti aiutare nella gestione dell’allattamento, senza avere paura di chiedere consigli ed
aiuto.

Bambini nati pre-termine e bambini di basso peso


La composizione del latte materno cambia a seconda della durata della gravidanza.
Il latte della madre che partorisce prematuramente è particolarmente adatto ai bisogni
del suo bimbo. Questi bambini sono spesso troppo deboli per succhiare bene al seno e
la madre può non sentirsi psicologicamente pronta ad allattare.
Un parto pretermine può far scaturire nella madre un senso di ansia, dovuto alla
separazione dal bambino ed alla paura di non essere all’altezza del compito che
l’aspetta.
Molte madri provano frustrazione per la suzione debole che i bambini mostrano.
• è necessario togliersi spesso il latte per mantenere la secrezione,
• il latte spremuto viene somministrato al bambino se non vi sono controindicazioni.

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Una nuova vita

Molte madri hanno difficoltà emotive durante le prime settimane o i primi mesi
dell’allattamento. Sensazioni di isolamento, frustrazione ed esaurimento sono
molto comuni e possono portare la madre a decidere di smettere di allattare.
Può essere difficile, all’inizio, affrontare la nuova vita insieme a un neonato a
prescindere dal fatto di allattare o meno.

Di seguito alcuni accorgimenti:


• durante la poppate assumi una posizione di riposo
• fai soltanto i lavori di casa necessari
• chiedi e accetta ogni aiuto in casa che ti venga offerto
• fai in modo di non ricevere troppe visite
• ritagliati un po’ di tempo per te
• togliti del latte e lascia il bambino con un’altra persona per un breve periodo, se senti
il bisogno di assentarti

Allattare al seno in pubblico


In molte culture il fatto di allattare in pubblico sta diventando più comune, in altre non
ha mai costituito un problema.
L’aspettativa della gente è che la madre allatti al seno in pubblico con discrezione.
Alcune mamme, specialmente le più giovani, si sentono imbarazzate al solo
pensiero di allattare davanti ad altri.
Allatta in modo discreto, così da poterlo fare in qualsiasi posto, su richiesta del
bambino.
Non nascondere il fatto che allatti al seno ma parlane.
Non perdere occasione per pubblicizzarlo.

L’alimentazione della madre che allatta :


Allattare richiede energia.
Nutrirsi bene in gravidanza è determinante per poter allattare.
La madre che allatta al seno gode di un metabolismo più efficiente, con una
alimentazione adeguata è quindi in grado di produrre molto latte:
• se assumi calorie a sufficienza è possibile produrre latte materno mangiando qualsiasi
tipo di cibo, evitando però, quelli troppo elaborati o piccanti,
• individua quali sono i cibi di facile preparazione per non stancarti troppo,
• riduci il consumo di alimenti che, passando nel latte, sembrano dare fastidio al
bambino,
• bevi i liquidi di cui senti il bisogno, non esiste una quantità che devi assumere per
forza per produrre più latte, se l’alimentazione è completa.

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Sessualità e rapporti sessuali
Molte donne, credono che allattare al seno le renderà meno attraenti agli occhi del
marito o del partner. Allattare non rovina il corpo della donna, l’aiuta invece, a
dimagrire dopo il parto e accelera il ritorno dell’utero allo stato precedente la
gravidanza. Allattare non rende il seno cascante, è durante la gravidanza che si
modifica. Riprendi i rapporti sessuali quando ti senti di farlo, alcune donne avvertono
un forte desiderio sessuale altre no. Allattare al seno potrebbe rendere la vagina meno
lubrificata, a causa dell’abbassamento degli ormoni femminili (estrogeni) durante
questo periodo. La suzione del bambino potrebbe causare sensazioni di piacere
sessuale. Fare l’amore a volte, stimola il riflesso d’emissione del latte
Mestruazioni
Durante le mestruazioni il sapore del latte materno potrebbe cambiare ed il bambino
rifiutarsi di succhiare; la quantità di latte potrebbe ridursi, perciò il bambino chiederebbe
di poppare più spesso.Prima di preoccuparsi o addirittura di interrompere l’allattamento è
consigliabile consultare personale specializzato

Fertilità e contraccezione
Non devi considerare l’allattamento come un metodo contraccettivo. Le madri che
allattano hanno meno probabilità di restare incinte, poiché l’ormone per la produzione del
latte (prolattina) può provocare la mancanza di mestruazioni (amenorrea), pur non
inibendo l’ovulazione. La pillola contraccettiva a base di estrogeni può diminuire la
produzione di latte, è consigliabile pertanto, un diverso metodo contraccettivo.
Il lavoro fuori casa
Lavorare fuori casa non dovrebbe rappresentare un ostacolo all’allattamento materno.
Conciliare le due cose è reso più facile dalla legislazione che tutela la madre lavoratrice
mentre allatta al seno.
Quello che puoi fare TU
• prendi atto delle normativa vigente relativa alla maternità e a fai valere i tuoi diritti,
se è questo che desideri, puoi continuare ad allattare anche se devi lasciare tuo figlio per
molte ore tirandoti il latte,
• se è possibile porta con te il bambino al lavoro o torna a casa per allattarlo,
• continua ad allattare fino al giorno in cui ritorni al lavoro,
• accetta il fatto che il bambino chiederà di poppare più spesso quando è insieme a te,
• spremiti o tirati il latte durante le ore lavorative, in particolare, se il bambino ha meno
di sei mesi,
insegna alla persona alla quale affidi il bambino come riscaldare il latte e come darglielo.

Quando devo smettere di allattare?

• Non esistono limiti prestabiliti per interrompere l’allattamento al seno.


• L’aggiunta nelle diete di altri alimenti al 4°-6° mese, il cosiddetto “svezzamento”,
completa l’alimentazione con il latte materno.
• La madre dovrà decidere in piena autonomia, senza pregiudizi se continuare ad
allattare anche fino al 2° anno di vita del bambino.
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“Morte improvvisa del lattante
nel primo anno di vita”
Alcuni comportamenti per ridurre il rischio SIDS (Sudden Infant Death Sindrome)

Nei primi mesi di vita la posizione


per dormire è quella sulla schiena.
Fatelo dormire su materasso rigido
e senza cuscino con 30 gradi
di inclinazione

Non copritelo troppo, la temperatura ambientale ideale è di 20-22 gradi C° Se ha la febbre


può aver bisogno di essere coperto di meno, mai di più.

USARE IL SUCCHIOTTO AL 1° MESE DI VITA

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“PREVENZIONE DEL CARCINOMA MAMMARIO"
Dott.ssa M. Roncella

Si stima che in Italia ogni anno vengano diagnosticati oltre 30.000 casi di carcinoma
mammario di cui 7-8.000 circa in età inferiore a 50 anni.
Le cause del ca mammario non sono ben conosciute; sono stati comunque identificati dei
fattori di rischio che possono essere così classificati:
Fattori demografici e sociologici • età
• popolazioni occidentali ricche
• classi socio-culturali agiate
Fattori costituzionali fisiologici e riproduttivi
• Famiglie ad alto rischio
• Menarca precoce • Nulliparità
• Prima gravidanza tardiva
• Assenza di allattamento o allattamento breve
• Obesità
Fattori ambientali Dieta ricca di grassi e povera di frutta e verdura
• Scarsa attività fisica • Consumo di alcool
Il 60% delle donne scopre di avere un tumore alla
mammella con l’autopalpazione, quindi ogni donna
deve essere attenta al proprio seno e controllarlo
regolarmente. L’esame va fatto ogni 1-2 mesi ed il
momento migliore corrisponde al termine del
periodo mestruale, quando in genere il seno è
meno teso.
Davanti allo specchio, la donna dovrà osservare il
proprio seno dapprima con le braccia lungo il corpo
e poi con le braccia distese sopra la testa, alla ricerca di eventuali alterazioni del profilo
cutaneo o del capezzolo. Successivamente occorre distendersi su un piano rigido. Con il
braccio destro alzato, dovrà controllare il seno destro con la mano sinistra, e viceversa.
Tenendo la mano a piatto con le dita ben distese, dovrà palpare il seno con piccoli
movimenti circolari. Infine è utile far scorrere la mano su tutta la mammella, dall’esterno
verso l’interno; quest’ultimo controllo può essere fatto agevolmente sotto la doccia. Infine
occorre delicatamente spremere il capezzolo fra pollice e indice alla ricerca di
un’eventuale secrezione, che per essere considerata patologica deve essere di colore
giallo-arancio- fino al rosso. I segni da ricercare con la massima attenzione nel corso
dell’autoesame sono: - presenza di alterazione cutanea del capezzolo (eczema)
-evidenza di retrazione cutanea
-evidenza di modificazione di
forma, volume e profilo della
mammella
- presenza di un nodulo
- secrezione dal capezzolo
.

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A quali controlli è opportuno sottoporsi per la diagnosi precoce del carcinoma
mammario?
Solo auto-esame fino ai 30 anni, tra 30 e 40 anni controlli clinici regolari (1-2 anni) con
approfondimento ecografico in caso di sintomi. Prima mammografia intorno a 40 anni.
Dopo i 40 anni controlli annuali clinico-strumentali a discrezione del medico. In caso di
familiarità per tumore maligno della mammella e dell’ovaio i controlli devono iniziare
precocemente: in questo caso consultare il medico che provvederà a stabilire un
programma particolare.
Quando è opportuno eseguire l’ecografia mammaria?
L’ecografia è esame di prima scelta nelle donne di età inferiore ai 40 anni, come
integrazione della visita senologica. Nelle donne di età superiore, questo esame viene
eseguito a completamento della mammografia per definire le immagini di dubbia
interpretazione patologica.
Quando si esegue la mammografia?
Il primo esame mammografico in assenza di fattori di
rischio andrà eseguito intorno ai 40 anni. La frequenza con
cui sottoporsi a tale esame varia in relazione all’età ed alle
caratteristiche individuali. Le più recenti Linee Guida,
suggeriscono comunque la mammografia a cadenza
annuale, anche in considerazione della ormai provata
sicurezza in termini di esposizione alle radiazioni.
Responsabile
Quando è opportuno eseguire l’agoaspirato?
Nel caso in cui la mammografia e la successiva ecografia
rilevino la presenza di un reperto nodulare di nuova
comparsa, in linea di massima è sempre opportuno
caratterizzarlo mediante agoaspirato (ecoguidato). Se il
reperto è visibile solo alla mammografia potrà essere proposta una biopsia sotto guida
mammografica. Tali procedure sono del tutto sicure e sostanzialmente indolori.
Il dolore mammario è un sintomo preoccupante?
In linea di massima non è preoccupante; è infatti frequente il riscontro di dolore (riferito
per lo più come senso di tensione ai quadranti esterni) in relazione alle variazioni cicliche
degli ormoni. Normalmente il dolore non si associa a malattia tumorale: tuttavia un dolore
persistente oppure molto intenso merita una valutazione clinica.

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