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MICHELANGELO
IL GIUDIZIO
UNIVERSALE
O M MARIO
--
Fabrizjo Mancinelli GENESI DI UN CAPOLAVORO 5
Gianluigi Colalucci
Nau.areno Gabrielli O Mestando e rimestando ( Cennino Cennini)_ 12
O La Sistina prima del Giudizio 16
IL CniD/llOCENSURKfO 18
o La critica del Giudizio ( Cimgio Vasa-ri e Ascanio Condivi) 31
LO STATO DEL CIUDillO 33
O Il restaur o 46
o Glossario 47
QUADRO CRONOLOGICO 48
BIBLIOGRAFIA 50
In copertina:
Ci11dizio universale •
(1536-1 541),
parlico lare restaura to
•
della Vergine \
e di Cr·isto Giudice; •
Città d el Vaticano,
Cappella sistina. . ·-. •
A destra:
sll.ldio pe r il Giwlizio '
universak (1534);
Fire nze,
U€fizi, Gabinetto
d ei disegni •.
e delle stampe.
3
Genesi
di un capolavoro
L GIUDIZIO UNIVERSALE È LA
composizione sin.tara sulla parere ret.rostante l'alrare della Cajr
pella sistina e fu progetrato e realizzaro da Michelangelo fra il
1533 e il 1541. La sua collocazione estremamente anomala -
normalmente questo tema compare infatti sulla conrrofaccia o
sulla facciata degli edifici sacri - è frutto d ella specifica volontà
del primo committente dell'opera, papa Clemente VII (Giulio
de ' Medici, 1523-1534) , che però giunse solo a vcdernc il "mo-
dello ~ compositivo: l'esecuzione in affresco del dipinto ebbe
infatti luogo sotto Paolo III (Alessandro Farnese, 1534-1549)
ed ebbe inizio nel 1536 dopo una lunga e tormenrata fase pre-
paratoria.
Per realizzare il Gitulizio, Michelangelo dovette demolire da
un lato la decorazione preesisten te del tempo di Sisto IV (Fran-
cesco della Rovere, 1471-1484) - ovvero i quattro pontefici a lato
delle due finestre che un tempo si aprivano nella parete e tre af..
freschi del Perugino: le due storie con la Natività e il Ritrovamen-
to del piccolo lvfosè e la pala d'altare con l'Assunzione ddla Vmgine-,
dall'aln-o le due lunette da lui affrescate nell512, al termine dei
lavori per la voi ta.
La composizione presenta. in alto, nelle due lunet.te, i sim-
Nella pagina a fianco: Qui SOptol: boli della Passione portati in volo da angeli àpteri, ovvero senza
Giudizio uniuersale J acopino ciel Conte, ali; quindi la fascia dei santi e degli eletti con al cenu-o il Cristo
(1536-1541); RìtraUo di Mid1elt.mgelo ·
Cittii del Vaticano, (1550-1560 circa); giudice e la Vergine; poi, al centro, gli angeli tubicini latOJi del-
Cappella sislina. Fin::nzc, l'annun7.io del giorno del Giudizio, con a sinist1-a i risorgenti in
casa Buonarroti. volo verso il Cristo redentore, e a destra i dannati precipi tati in
La foto è stata scattata basso verso l'inferno. Alla base della scena, a sinistra è la Resur-
prima dell'intervento
di xestauro, eseguito rezione della carne, a destra la rappresentazione dell'inferno,
tra ill990 e i.l 1994, con Caronte in piedi sulla barca alata con la quale ha raccolto i
che ha ripulito dannati e Minosse in atto di svolgere la sua iùnzione di giudice
l'af fo·esco dallo sporco infernale.
accumulatosi
sulla s ua sup erficie Contrariamente a quello che si era verificato per la volta -
e cercato di porre per la quale d sono pervenute quasi esclusivamente informazio-
rimedio ai guasti ni indirette, prevalentemente contenute nel carteggio michelan-
provocati dai passati giolesco- i pagamenti relativi al Giudizio sono piuttosto numero-
interventi.
si e forniscono indicazioni estremamente precise sia per ciò che
5
riguarda il siilitrio di Michelan gelo che per i colori e il ponteg- In basso:
gio impiegato" . Il motivo di questa abbondam.a di informazio- William Young O ltley,
due inci~ion i
ni contabili è dovtuo al fallo che, a differenza di quanto si era d a Jtalitm School
verificato per la volta, il pontefice si fece carico di tutte le spe- ofDe>igrt
se, le quali furono perciò co perte dal commissario alle fabbri- (Lon linl 1823).
che pontificie. Basandosi
l pagamenti per il pouteggio e per la preparazione della su precedenti incisioni
parete su cui l'artista avrebbe dipinto si protrassero dal 16 aprile evidentemente
1535 fino all'aprile del 1536 e testimoniano l'esistenza di una fa- perdute, Ouley
riproduce due lunette
se prelim inare piuuosLO lunga e u-avagliata, alla cui origine vi fu- dipinte
rono in gran parte, se non esclusiv-d.ttlenle, i contrasti testimonia- da Michelangelo
ti dal Vasari con Sebastiano de l Piombo. Narra infatti il biografo nel l5l2 o conclusione
aretino che Seba~riano aveva persuaso il •Papa che la facesse fare del ciclo di affreschi
a Mich elagnolo a olio, là dove esso non voleva farla se non a fre- per la volta
d ella Cap pella sistina,
sco. Non dicendo dunque Michelagnolo né sì né no e accon- iniziati ne l 1508.
ciandosi la faccia a modo di Era' Sebastiano, si stette così Miche- Poste sopra le due
lagno lo senza metter mano all'opera alcuni mesi; ma essendo finestre che allora
si ap•~ìvano
pur sollecitato, egli finalmente disse che non v-Aleva furia se non neOa parete dell'altare,
a fresco, e che il colorire a olio era arte da donna e da persone le luncttc furono
agiate, et infingarde, come fra' Bastiano; e così gettata in terra distrutte quando
l'incrostatura futta con or·dine del frate, e l:àtto arricciare ogni su quella stessa
parete Michelangelo
cosa in modo da poter lavorare a fresco, Michelagnolo mise ma- affrescò il Gi11dixio.
no all'opera•.
Il racconto-vasariano trova un puntuale riscontro nei docu-
menti. La demolizione del «primo intonicato della facciata• è
del 25 gennaio 1536, ben nove mesi dopo l'ini7io dei lavori, c
del 13 febbr.ùo successivo è il pag-diDento ~a ma.~tro Gioarmi Fa-
chino fomesaro, a buon conto delli mattoni che 'l dà per fodra-
re lo muro della Cappella tli Sisto~. I pagamenti dei colori inizia-
no invece il 18 maggio 1536 e danno notizia di una serie tli ac-
quisti che continuano anche in seguito, al tempo della C.appella
paolina. l mandati sono di solito molto generici in quanto indi-
cano l'entità della spesa ma non i colori specifici. Fanno eccezio-
ne quelli per gli azzurri che sono quasi costantemente i costosis-
simi lapislazruli, il cosiddetto ~oltramarino>>, acquistato una pri-
ma volta a Venezia e successiv-amen te a Ferrara, città natale del
commissario delle fabbriche pontificiejacopo Meleghin o al qua-
le erano demandati i pagamenti. Sempre da Ferrara, il 21 no-
vembre 1537, vennero fatte ve nire •dieci libre eli azuro todesco»,
cioè di azzurrite, con quella che sembra essere sl<tta la sola ecce-
zione agli ordi nativi di «Oltrarnarino>>.
La fodera di mattoni voluta da Michelangelo gli fornì un
supporto molto diverso dal tufo della volta e fu eseguita, come
dello, all'inizio del 1536: l'aggetto ottenuto rispetto alla superfi-
cie preesistente è di circa ventiquatrro centimetri, più o meno
qUindi quanto pensava Vasari il quale riferisce: «Fece dunque
Michelagnolo fare, che non vi era prima, tma scarpa eli mattoni, (•) Unlndal{'"' app.cfom/ùa Nella pagina a fianco:
Jui doe!tlflftllt am.rerooli a Rn- gratì<:<l
ben murati e scelti e ben cott:j, alla facciata di detta cappella, e ma ntll'Artllivio di Stato fl in
volse che pendesse dalla som'mità di sopra tm mezzo braccio, VtJtimuo 111ll~~~chiuio ~~to i
dd Giudizio univer:sale.
.Sitrl8 (fiHtfJhlln, i}(J è fW CIJrll in
perché né polvere né altra bruuura si potesse fermare sopra•. r.M'SI.I" t.u ra di Arwa Maria De Lo schema SCf:,"'Jala
Che questo fosse il motivo per l' inclinazione data aU<1 parete ap- Stro!Jt/. sia la tradizionale
pare però piuttosto improbabile, e l'attenzione prestata dall'arti- identificazione
sta agli scorci delle figure e al loro comples.c;o articolarsi nello di alcune deUe figure
de\ Giudirio.
spazio, oltre alla tipologia stessa dei pentimenti, farebbero piut- sia gli in te rventi
tosto pensare che all'origine del provvedimento vi fOl>-;e.ro delle censori operati
ragioni di natura ottica. a partire da Daniele
Come sulla volta, allo strato dell'arriccio segue l'intonaco da Volterra (1565 ).
6
IL GIUDIZIO UNIVERSALE
l Arcangelo Oal>riele ('l) 11 Disma
2 Niobe (o Eva o la Chiesa) (?) 12 San Biagio
3 San Giovanni Daui.m (o /\damo) 13 Sanla Caterina d' Ale""anclriu
Aggiunte a secco 4 Sam' Andrea 14 San Sebll..' tiano
5 San Lorem.o 15 Cireneo
6 La Vergine 16 L'arcangelo Michele con il Libro degli eletti
7 Cristo giudice 17 Orgogtiooo o dannalo per disperazione
Rifacùmntl in afl'rHco 8 San Bartolomeo 18 Oemente VTl (?)
9 Szn Giovanni Evangelista (?) 19 Caroote
18 San Pietro (o Paolo Ul f arnese) 20 Minosse (Biagio da Cesena)
7
-
ma non l' in tonach ino, sostituito a volte dalla stesura di un colcr
re preparato rio bianco o biancastro, me ntre il ciclo risulta spe&-
so prepar<ll.o con una legger<~ velatu ra di ocra •·ossa, ta nto chiara
e leggera da sembrare rosata. Lo spessore dell'arriccio è d i circa
sette millim e tri, m entre quello de ll ' intonaco misura circa quat-
tro millimetri: nella pane alta delle lunettc lo spt:ssore è a nche
più sottile in q uanto manca l'arriccio. La malta è composta pre-
\alentementc da pozzolana e calce nella proporzione d i rn~ a
uno (l'indicazione ris.'lle a Fedcrici c il valo re più alto è q uello
dell'inerte, owero della pozzola na) , ma nelle giornate relative
alle figure viene a volte im piegata la polvere di marmo, evidente-
mente pet· ottenere una superficie più liscia c compatta c forse
una tonalità più chiara di base. In li nea di massima tutti gli into-
naci sono molto lavo rati e compatti: sono cioè "stre tti~, per usare
il termine ge rgale, e il fe nomeno è particolarmente apprezzabile
a luce raden te.
L'affi·csco fu dipinto, secondo Biagctti, in q uattrocentocin-
q uama giornale, ma il computo a nd rà ri\~Sto perch é sia nelle lu-
nctte che nella superficie sottosran te si è po tuto verificare che
molte gio rnate non siano state regisu-ate nel grafico da lui redat-
to. La tecn ica impiegata- una volta escluso in linea d i massima
l' impiego dell'olio suggerito da Sebastiano del Piombo - fu, ccr
me per la volta, quella del «buon fresco» : la co ncezione pittorica
risulta però molto dive rsa c ciò vale sia per la pen nellata che pe r
la gamma CI'Omatica, per l' impiego del "secco" in fuse o perativa
e per la stessa preparazio ne dell'intonaco, di cui già si è detto.
!.'olio ve nne im piegato solo in basso, nella zona dei demoni, per
ottenere certe tonalità metalliche di ve rde e di a:aurro, impossi·
bili a raggiungt:re sia in affresco che a tempera.
Dal punto di vista della stesura e della pennellata. nel Gitl-
tli:.io mancano quasi del tutto i colori li mpidi e tr asparenti, le
Qui sopra: pennellate liquide e le velatttre che ve ngo no quasi costanteme n-
Tiziano Vcc~;llio, te sostituite da impasti cromatici mnl tu ricchi, realizzati con pe n-
l . 'Assunta ( 15 18);
Venezia, nel late grasse, sem pre veloci e graffianti. Scompare poi del tutto
Sama Maria Gloriosa l' uso - relati"<IIIlente raro sulla volta - di impiegare, a seconda
dei Frari. delle zone di luce e d'o mbra delle figure, preparazioni divers<: in
tetTa verde, te rra d'ombra o verdaccio: esso venne sostituito da
Nella pagina a fianco:
Ciuditio U1tivemtl.e, una prepar azione dell'intera iinmaginc con un to no locale bn t-
particolare no - gcneralmcme sostituito da terra d'ombra - successivamente
della Vergi ne. mod ellato con le luci e i mezzi ton i.
Molte c di notevole estensione S011 o poi le correzio ni, le ag-
n capolavoro
restaurato ha ritrovato giunte e le rifin iture a secco, eseguite a volle anche a molte brior-
i luminosi colori nate di distanza, rasch iando qua.'ii sempre il colore, senza però
originali - come attesta mai raschiare l'intonaco, come invece accadde sulla volta. Que-
l'imntagine :Ula pagina ste correzion i o "pe ntime nti" interessano spostamenti, am plia-
seguente - rivelando
l'impiego menti e ,;duzioni anche consisten ti di parti delle figure o sono
di una m•·olozza che dovu ti alla volo ntà di effettuare modi liche o eventuali aggiunte
p resenta inttressanti Qui sopra: d i punti di luce. Un alo·o tipo di variante è costintitO dagli spo-
varianti rispett o Gn<di• w universttk, stamenti che spesso subiva la figura nel passaggio dal carto nt: al-
a quella della volta. particolare
Nel Giudi:tio della Vergine. l' intonaco. Essi sono chiaramente pcrcepibili per il fatto che in
la sensibllitiÌ pittorica q uesti casi l'attacco della gio mata che precede disegna un a po~i
di Michelangelo L'immagine zio ne diversa da qu ella poi assu nta dal dettagl io nell' im magine
appare come acuita documenta l'aspetto
e aperta a soluzioni della Madonna
dipinta, segno evidente che vi fu una modifica dell'asseuo della
coloristkhc durante il r estauro. fig ura decisa in corso d 'opera, al m omt:nto stesso di iniziare ill<t-
c he rimandano voro sul muro: di q uesto genere sono la modifica alla gamba c al
alla pitlura veneta piede sinistro di uno degli angeli à pteri della lunetta di destra
di quegli anni .
(in alto, tra l'angelo col manto verde e quello col m an lo aran-
8
-
-
cio) e la modifica al braccio desrro del Cristo giudice. In basso:
A differenza delle con ·ezioni della volta, esclusivamente te- studio p~r uno
degli angeli
se a modificare le proporzioni del singolo dettagl io, rettificando- d e lla lunetta destra
ne il volume, la maggior parte di quelle del Gi.u.dizio a ppaiono del GiudWo universale
prevalemementc determinate da motivi dinamico-prospeuici e (1535-l!i36 circa);
intencengono sull'assetto e il movimento delle figure. Tip ici a Londra,
British Museum_
q uesto proposito i pentimen ti relativi all'angelo alla base della
colonna, nella lunetta di desu-a, e al beato tra san Pierro e san Nella pagina a fianco,
Bartolomeo: in entrambi i casi il 1•ollo del personaggio venne dall'alto:
ruotato verso la spalla sinistra e messo di pieno pro6lo, modifi- Giuditio unitN:rsok.
luneu:a destra,
cando notevolmente l'originario rapporto testa-spalle e quindi particolare_
l'assetto d' insieme della figur-a.
Sempre a secco, come vuole la no rma, furono dipinti que- Giutlitio 'U/niver.sal!!,
gli elementi che attraversav-ano più giornate, come le tube suo- luuella desu·a.
nate dal gruppo di angeli del re&Tistro ùueriore del cielo, o quei Le due u:nmagini
colori che non sopportano la basicità dcll'idmto di calcio come, testimo niano lo stato
parrebbe, il giallo della mandorla di Cristo. A secco è presumi- successivo al n:stawo
(queUa superior e)
bile fossero eseguite una serie di rifiniture perdute a causa delle e precedente
puliture del passato: esse rendevano meno evidenti quei salti di (quella infetiore ).
tono che oggi si avvertono in superfici ampie come il cielo, e in
quei punti dove la succes..<;ione delle gior·nate si verificò anche a
distanza el i mesi_ Rifin iture di questo genere dovevano masche-
rare nella parte bassa la li nea, oggi così leggibile, degli attacchi
••
/'
'
tra ~ma giornata e l'al tra del cielo: esse andarono evidentemen-
te perdute, in parte a seguito delle puliture antiche, in par te
per un'azione combinata di strappo. prodotta dalla contrazione
delle colle, e di abrasione, prodotta dalle frequenti spolveratu-
re. A secco venne ro infi ne dipinte, nella parte alta, le sagom e
bruno-:rossasu·e di una serie di figure aggiunte in secondo pia-
no, spesso a cavallo di più giornate- Esse non facevano evidente-
mente parte del canone, nel quale, date le dimensioni dell' in-
sieme, Michelangelo disegnò solo le figure principali, ma ebbe-
ro una f1.mzione essenziale in quanto integrarono, com pletan-
dola, la stnmu ra compositiva, conferendole in particolare mag-
giore profondità. Furono perciò reali:o.ate solo una volta dipin-
te le figure del cartone, e vennero eseguite con una tecnica Nel corso
estremamente rapida c schizzata, in modo da ottenere quell'ef- dell'intervento
sono emersi
fe tto di progressiva sfocatura dell'immagine, così tipica della nume rosi pentimenti
"maniera " michelangiol esca fin dal tempo della volta. Di questo di Michelangelo
genere so no le figure appena abbozzate con la scala, la pertica e relativi sin a figure
la spugna, sullo sfondo della lunetta di destra, e q uelle sullo già affrescate,
sia al mautenimento
sfondo del sottostante gruppo di beati. di q uanto pre visto
La tavolozza presenta alcune varianti rispetto alla volta: dal cartone
mancano il bruno e il giallo di Mane, l'arancio di piombo e il pre parntorio.
nero avorio - tutti colori che però sulla volta furono impiegati Di quest'ultimo tipo
è la modifica
solo all'inizio jei lavori - e tra gli azzurri scompare lo smalto o alla gamba
smaltino, completamen te sostituito dai lapislazzuli accompagnati e al piede sinistro
da piccoli quantitativi di azzurrite- Compaiono inoltre la lacca di uno
rossa, il giallolino e l'ot-pimento: pigmenti che, o si danno a sec- degli angeli
della lunetta destra
co, o ve ngono raramente impiegati in atl'i·csco (il giallolino) . Per al quale si riferisce
il resto la tavolozza michelangiolesca è quella della volta: i bian- lo stud io riprodotto
chi sono cosùtuiti da bianco san Giovanni, i rossi e i gialli sono in q uesta pagina-
prevalentemente delle ocre menrre o-a i bruni compaiono la ter- Si noti che gli angeli,
che rec•mo i simboli
ra d'ombrn c la terra di Siena bruciata; i neri sono cosùtuit:i da d ella Pas.~ion.e
nero vite c i verdi da terra verde, con la sola eccezione della ve- di C.-isto,
ste di santa Caterina- che però è di Daniele da VolterTa- dove sono Lu tti àpted,
fu impiegata la malachite_ ovvero senza ali.
10
•
11
-
~ noti.Ui! su Cennmo Alcuni colori del Giudwa com e ouenerli e u.urli it\ un pignaueUo nu0\'0,
L Cermini smro J€11TU t
malaflL Si sa ehe nactptt
secondo Wl antico tr:lUato. e falle struggere insic·
mc; . Poi a bbi una pezza
a Colk V(1)dtlslt (Sima) al· MESTANDO E RIMESTANDO b i anca di lino c cola
l 'inl'irca nel. l 372' cl~t ;,,.. q u este co.se i.n u na c:ui-
fJ(l'tii la piuu.m neiUt. bCJll~
Cermitw Cenrtù&i nclla in vetriata. Poi ab-
ga 1ti .~g>wlo Cadili, N.t bia u na libra di questa
1398 1isulla f>illnrn di cori• pol\'e re di lapis lazzari e
a Padova du71f; ptr.dmbil~ rimesco la b ene insieme
mente scrisse il fort1lnato p e::randolo, si c ome t i bello, pel'fettiMin>o oltre ogn i cosa, e fanuc:_ un
Libro dell'arte, mw dei mot~ltrrQ il bolo da 111c t· " tu tti i colol'i. del quale pa....,tcllo tutto incorpora·
primi trattati arJistico-lec- lc:re d'o10~ coni medcsi· non se n e p o tr e bbe né IO ins.iemc. E per potere
nici in lirrgu.t1 uolga.re dul mante puo i m ettere d ire né fan..• \JUCIIO clw rnan eggiarc i l detto pa-
quak si riportruw qui di 51'- d'oro ron questo verde- non ne sia pii). 1~ p e r Ja s tello, abbi <>lio di se·
guito alcuni bram. L "anno terrA. 1:: sappi che gli an· sua eccellenJja ne voglio menza di lh1o e sempre
JdJa sua I1JMk, qua.>i ar- IÌChi non u .savau o d i parla re largo e dìmo· tieni bene unte le mani
lamerrl< ai primi tU! XV Jl- m~uere d"oro in tavo1a suarti a pkno come: si ra. d i queno o lio. Bisogn a
Verde terra colo, i sronoscittlo. allr o che cou questo E attendici be ne. però cbc tegni q uesto co tal
'-erde. che n~ ponerni gmnde pastello P"' lo men tre
Del((lnntum d 'un coliJ'Y onor e e ucilc. F. di quel d ì e trc notù, rintcnart-
giatiJJ eh \l chirrmrrlo orria Delia natura dtJ l>ià>U» colore, con l'oro in~icmc do ogni dì un p e7.7.o; e
Giallo è un color natu· $(11Jgitnlh1Uli (il quale liori;ce wui i la· abbi a ln ente. c he lo
rale. e l quale si chiama Uian co è un col o.-e na· vol"i, di noslra a rte), vuoi puoi te nere nel detto
ocria. Q uc::s lo colo r si Lllntlc, tua IJene t artifi· in muro o \'UOi iu tavvla p asteJlo quindici dì, un
truova in lena di ll"'Onca- CÌilLO, el q uale si fa per in ogn i cosa rbpr<: 11d c . mese. q u ;.-t n to vuoi.
gna, là ove si tt·uovano q u e~t<> modo. Tolli la Prima. t.<>gli lapis lazzJlri, Quan do tu ne vuoi t.ra•··
certe vtme corne di ?..01· calcina sf1o r ata , beu E se \1\Jl)i cognclSCCi l' la r e l'azzu rro f u o r a [ ... ]
!ore; [ ...] È di due niU u· IJit\nc~; mcttila spolvera· buona pictm, togli qu~l· fa' due bastoni d 'una n·
re, chiaro c: snu·o. Cia- ta in uou u'laS[Cllo per la che vedi si:l pil·a l' iena se~forte (... ] puliti bene.
scun col o re vuole un ispa:ciu di d i ouo, rimu· di colo r·e ;u·.r.urroJ però E poi abbi il tu o pastello
medesimo modo d i tando ogni dì acqua ch'è ella misc:hiat.1 tutta dentro nella catinella in·
triarlo coo acqua chiara, ch iara, c rimeseoland o come ccncn:. Quella che vc:triat:.t, do"-e l'hai tenu·
c triarlo assai; ché ~em btn la calcina c l'acqua. tie oe meno colore d i to. e mctti\TÌ dentro p res-
pre \ien più perfetto. F. acciò che ne butti fuora questa cenerr , quella ;; so a una scodrHa d i li·
sappi che questa ocria è ogni gr.we-aa. Poi ne fa' miglio re. -"'a guar'ti che selva cal da lemperam·
tm comu Jl al coJore (SJ>e- panetti piccoli, meuili al n on (uSJSC pit: II"U d'az· meott:i e con queni dLte
zia hnen te a la,.:orare in ~n l e 11u p e r l i teuj; e zurro della Magna. che bastoni, da catuna mano
r.-esco. che con al tre mc· q uanto pii'1 an1ichi son mostra rn o lla bella a l- i_l suo, rivolgi e su--uca c
stolanze) che, come ti C'( li c;~ Li ptu•ctti, tan to pii"1 l'occhio, che p~ne un o rua:~tka questo panr.cllo
Lapislau uli
dich iare rò, s'adopera in è m lgliore bhtu co. Se ' l smaho. Pcsmla iu tnoru~ in qm' in là (... ] Come
i nG, rnazioo i, in vcstiri, vuoi far presto e buono. l'O d i bronzo COYCI'lO, hai fatto che vedi la le·
in m o m agn e colo rit e c quando i panetti son perché non 1i vuda via i 11 sciva esSt" ..e p erfe na az~
casamenti e awellie re c secc hi u·hdi in .sulla Ula polvere; poi la nH:Ui in 7.un·a, trannela ln ' n una
gencralrnenlc in mo lte p1ì:1 ron :H..:lJua, c poi ne sulla tua pria pi'Oilc>itk« scodella invetria t<l; poi
Qui sopra: cose. E questo colore di fa' p:mt:Ui e 1·iseccali; c c trial;~ :o;;.Jn:r.a 0\CC'(Ua; poi 1olli a lLrettanto lisci\•o.t c
;ùcuJti d c i rolori usati suo· natura è grasso. rn' cosi due volte, e ' 'e· a bbia un tamigio CO\'Cr.. mclùla oopra il deno pa·
per il Giudizio. th ai come sarà pcrfcu o lo, a Olodo gli spcziali. stclloJ c rimeua co' dctù
Della nal\t1r2 d ·un vm.lt bianc;o. Questo bianco si da tamigia"" •pezic: c ta· bastoni a modo di ptima
Riguardo al costoso el qua/L i c:itinmaiiJ ttttd~ tria con :•cq ua e vuole m igiali e ripclt:•gli ('Ome [ ...] e per lo simile fa'
lapislazzuli, che cop re ll!rra essen: bene macinato. È fa per bisogno. ch' abbi c:o.sì parecc hi dì~ mtuo
praticame nte da solo Verd e è un colore m.... buono da l:worare in io mente. dte qu.mto la che ' l pastello [ ... ] non
la gamma degli azzurri, turale d i terra, el q uale fre ~co , cioè i n mu1·o, uii più SOlt1le, tatUo vie n t inga la Usciva. [ ... ] Poi ti
il suo largo uso si c h ia ma vcrdctcrra. scn~a lt:mpera; e sanza l'azzurro .sottile. ma n on n:!C-a d inanz.i [ ... ] tutte
è dovuto in pane Questo colore h a più fJ ucsto n on p uo i far sì bello violante, eli colo- queste scodelle [ ... ] e al·
al fatto ch e il papa p ropiatà: p •·im:\, f"h 'f'gli niente . come d'in c:.aroa- re ben n ero: c h é 'l soni- lora cognoscerai le tnmc
si accollò interam ente è g rassissim o colore, c zionc cd altri mesco l:a· le è più u1ilc.: a' rn i lli aLcr del dcuo azzurro [ ...] a\'·
buon<>(ra lavo rare .m VISI,
le spese .. ri, e ila fnr c vcs1j rl bi nn ~
m c•Hi degli a ltri coJori vi.~a ndorJ che le prime
p er il Giutlizio. rhc si fa in nuu·o. cioè in
i n n e ' ve!': t ili , in ca sa· ch eggia li . Qunncio hai LmUe sono migl iori, co-'
menti, in fresco. in scc· fresco~ e mai non \ruoJe in o1·dine Ja delta polve.. m e è la pri ma scode lla
NeUa pagirm n liauco:
Citufi:io llll ivtr.,nle, co, in muro. iu ta\'ola. e ccmpcm nessuna. re, rogli rlag li spcziali sei migliot·e che la seconda.
parùcolarc rlove \uoi. T rialo a mo- onde di ragia d i pino,
del Cri~lo giud ice. do degli altri coloti deui Ddlu nt>lmn e modo a fa· tre onde di 1na.st ricc. u-c
l bron.; SORti f rolli JtJ Cetmino
di .sopra.. con acqua chia· re detl'ta.uuro olim mmil;~ onde di cc-rd nuU\-a, per Cornim. U libro dcll'anc [d<;
La foto è ~~ta scattata ra ; c quanto più il tr ii. Ax:curro oltre amarino ciascuna l ibra eli lapis fKt 11
l )98/, Civ nl i, Firn.u
dopo il resta uro. t.mto è: migliore. E rem· sl è un colore nobi1e , lanari: tutte qu~e cose /91}, pp. 4546; 49; 52·55.
12
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loli no e all'orpimenro, dall'altro l' impiego clcll'azzun·ite \•erosi- Studio per il Giudizio
mi lme n te con compiti specifici e non in sostiwzione dci più co- ut1iversale
stosi lapislazzuli, infine la scelta dei lapislazzuli per realizzare il ( 1533-1535 ci rea);
tono blu intenso del cielo, cosi detenniname per l'ctrett'O d'in- Bayonne.
Musée Bonrml.
sieme. Sull'impiego del COStOsissimo «oltramarino~ non poté pe-
raltro non influire il fatto che, a differenza della volta, tutte le
spese de l Giudiz:io erano sosten ute dal papa. Dal pun.to di vista
eco,,omico, inoltre, Michelangelo non aveva p il:1 preoccupazio-
ni: faceva parte della famiglia del papa e il suo salario - mille-
duecento ducati an nui, come documentano due brevi pontifi ci e
i pag-amenti che con tinuarono fino alla sua morte - veniva co-
peno pe1· metà con i proventi del passo del Po, che spettavano al
papato, e per metà con uscite della Datarla.
Un cartone fu eseguito, come detto, per tultc le figure
prin cipa)j della composizione, ce rto preceduto da piccoli schizzi
composiLivi e forse, come per la volta, da studi grafici sull'arric-
14
cio di cui però non è venma alla luce indicazione alcuna.
Nella parte alta della composizione il disegno del cartone
venne lt-asposto con il metodo dello spolvero e la carta impiega-
ta sembra essere stata di spessore piuttosto consistente, in quan-
to in alcuni casi il bordo dei forellini ha lasciato un 'impronta cir-
colare sull'intonaco. Nella parte bassa, eseguita nella fase fìnale
del lavoro, il metodo di trasposizione cambia e, come per le ulti-
me storie della volta, Michelangelo impiegò l'incisione indiretta.
La sequenza delle giornate indica che Michelangelo iniziò
a dipingere dalla lunetta sirùstra e da un gmppo di figure poste
completamente in secondo piano, seguendo una prassi operati-
va che otmai gli era divenuta consueta; il lavoro proseguì poi sul-
la lunetta di desua e quindi sul gmppo centrale del Cristo giudi-
ce e della Madonna. La successione estremamente regolare, sen-
J2
Luneua sinistta, za salti di zone e continua delle giornate indica che Michelange-
grafico lo seguì costantemente il lavoro impiegando con ogni probabi-
della sequen7.a
del.le giornate relative lità l'Urbino (francesco Amadori, attivo tra il 1530 e il 1555) -
alla sua esecuzione. di cui sappiamo la presenza dai pagamenti pervenuti - soprattut-
to, se non esclus.ivamente, nella fase di abbozzo. Dove questi go.
],{ichelangelo iniziò dette di tma maggiore libertà si ebbe un immediato, evidente ca-
ad affrescare
il Giudiz:io lo qualitativo che ne denuncia la presenza. Tipico, sulla sirùstra
dalla Junetta della composizione, il caso del gruppo dei risorgenti in volo nel
sinislra, q uind ì passò quale la qualità di alcune delle figure risulta impiegabile se non
a quella destra si ammette la presenza dell'allievo: data la wllocazione, è possi-
e al grupp o centrale
con Cristo giudice bile che la zona sia quella a cui il Buonarroti stava lavorando al-
e la Vergine. lorché cadde dal ponte ferendosi a una gamba, il che lo obbligò
probabilmente a dare maggiore libertà all'Urbino.
Concludendo, al di là di evenmali considerazioni di nal1lra
economica che potrebbero averne motivato - ma in misura se-
condaria - talune scelte, l'artista che sembra emergere dalle
operazioni di restauro risulta tecnicamente legato, come era ov-
vio, ai canorù del "buon fresco• , ma appare assai più pittore di
qu ello che realizzò la volta e inoltre dotato della capacità di im-
piegare colore e luce in modo che tali elementi, olu·e ad aderire
a soluzioni vene te, le precorrono; chiaro risulta inoltre l'impatto
.. sul secondo manierismo toscano, in particolare sul Bronzino .
15
-
Cli altri affrcoclti della Cappelln sistina
GLI AFFRESCHI ~=~l Riquadri centrali - Storie della Genesi ~::::;1 Vele • Antenati di Cristo
DEJ,t~A l Riquadri f:uemli - l YC!~J,Hcnti (J)rofeti e sibili e)
VOLTA l... L-- --ll l. unelle • Anlennti ~ l Crlslo
l ' l Pcnnaccbi - MiraMios< sah·orzionl di lsru...
wc ç, appunlO, ~"voi m. mente tra3Cu rarc l'asset- muniche, cop pi~ di nud i cinqu e d i sibiUc ( anche Qui sopra:
Sulla pa•-etc dcll'allare to icon ogl'afico sotrostan - masch ili che rcgRo no le seconde. pur apparte- \'Oi ta d e lla Cappe lla
.sì apt ivano altr e r;lut! (i. tc, el:tbo rò un J) rogetto medaglioni con swoie bi- nendo ul mondo paga- sistin a (1 508-1512).
ncstrc con a Jato Ugun; complesso, animato d a bli che- nei (Jua li sono n o, h:.w no l) •·esentito Ja
di papi : c'erano p o i tre q uasi trcccmotrema.~i fi- a ffrescate storie Lraue venuta d i Cristo : .. Teste F in dal su o
d.,ll~ ~ntli. Scgucndone
comple tamen to,
:ollrr~chi del Pcn lgÌno: le gure; un p~rfetto insie- Da;i d curn Sib)·Ua· recita
nel l512, la volta
pcimc due stotie dd àcli me di plastici vo lum i e l'o rdine logi co-cronolo- il Di.<s lm• nel XII seco-
di Michelang-elo
de11a fascia mediana c smaglianti colo ri jnqu a- gico, anziché q uello di lo). ci~cuna individ uata s ubl l'aggressi.onc
unn pala d ' al tare aH'rc~ drati d a un·arcbitettura e.-;ecuzione che prnccdc- d a una tai'J..'i\ sottosta.IlU·: d el fumo di can de le
$Cill.a co n l ' Assun .:iow: d ipinta, libera dalla fc r· o•c bbe dal l'es~r~mo OJ) · re tta d a u n p ulto . Nelle vo tive e bracieri
tielltl Vt~gine (in seguito, rea o.~cr-vauz;.t della p r<r posto, il prlmu dci nove vele c nelle lu n cttc, g li accesi per illwn ìnare
iJ tutto scompa rve pet ~ttiv-d rina.1eimem:a le. epi>odi, muove ndo dalla an tenuti d i Cristo da e riscald are
r.r fl"''O al Giu<Wio): sol· Stor ia dt:ll'u manità parete del Giudi~io, è la Abr.uno a Giuseppe. Nei l'ambiente,
~~ \Oha. infine, Pier Mat· dal C2.0< pl"im ordiak alla Droi<iomr IÙiia lur< Mlk f6- pcnnacchi - >OVT"aStaù da oltre all'impatto
tc:o d ·Amelia a\'C\Itt d i· redenzione e grandioso mrbr l!; \•engono po i la n udi br o nze i affrescati di altri agen ti
pinco un cielo steiJmo. prologo de lla venuta di C1~nzione degli osoi, la s,. anch e nel vertice dd le d annosi.
Oai)pri ma Miçh ~la11 · CrisLO, la volta m ichdan- fJtlmtionc delle acqu, , la "ele - q uam·o scene dal- Malaccorti interventi
gelo p<:r\SÒ di intcrvcnÌ I'e giolesca si presta a infini- Cretu.itwe eli Adtnno. la l'Antico Lcsmmcnto c he:: contribuirono
con un ontato arçhi lel· te intc rpret:ll'ion i aUego- c.....,,,. di Eva, ll f - alludo no alla p•-omesoa poi a velare i colori
d egli affresclt i
Ionico nella fa5cia ccn· riçhe. O:tl pu nto di ,.;.,ta ori((inak, Il .rnmjiao di messianica: n snpertte di
e ad appiatdrnc
tr.ùe della volta e con do- dei soggeu.i , la fascia Not, Il diluvio univtrsa.le, brQn.zo; !.n jlun itiane d i
ì volumi.
di ci posse nti fig u re d j cent raJc è u ccupam da 1' /•;&brnza. di Noé. Nei ri- Amatt; JJovid c Golia; Ciu.- Un restauro
<tJ)(IMOii nei peduccl su i r-.ovc riq u ad l'i -cinq ue quadri lme,·ali a tco1·n o 411- ditl<i • 0/~(t~>lt. riso tutore (ve di foto}
<JUJli é impo :oi tata . Poi , dd qual i più piccoli con la rasci a centra] ~ $0110 è stato eseguit o
non potendo e \'·idenle- agli angoli, in posmrc di- sette figure d i profe ti c E. C. tra il l 980 c il l989.
17
...
Il Giudizio
·censurato
Qui sopra:
Ambi'Ogio Figino,
copia del Minasse
dal Giudizw umversale
d i Michelangelo
( 1586 circa) ;
New York,
Metropoliran Museum.
A d eslra:
Gi11dizio universale.
particolari
del Minosse.
Le dlle immagini
deU'affresco
si r iferiscono a prima •
•
e dopo la pulitura.
18
L RFSTAURO DEL GWDlllO
u.nimmale ne ha riportato alla luce, come già per la volta, il co-
lore djmenLicato da secoli, noto ai contemp01-anei dj Michelan-
gelo, ma poi progressivamente ottuso e nascosto dal continuo
deposito dj polvere, dj nerofumo e di altre sostanze estranee,
oltre che dal sovrapporsi in più punti di infiniti ritocchi dovuti
alla collocazione del dipinto dieo·o l'altare e alle conseguenti
periodiche esigenze di presentazione formale.
Comprendere i moti\~ della progressiva metamorfosi del
Oiudiz·io nel capolavoro tenebroso che tutti conoscevano prima
dell'intervento significa quindi ripercorrere le tappe della sua
storia conservativa a partire dal giorno in cui l'artista lo scoper-
se, «l'anno 1541 (credo io) il giorno di Natale [in realtà il 31
ottobre] con stupore e maraviglia di rutta Roma, anzi di tutto il
mondo>> (Vasari) .
La documentazione relativa a quest'opera era e rimane
estremamente scarna nonostante le ricerche compiute negli ul-
timi anni: dopo il Cinquecento gli interventi docttmen tali sono
infatti pochissimi e i restauri çompiuti sotto Urbano VIII
(1623-1644) e al tempo di papa Albani (Clemente XI, 1700-
1721) non coinvolsero in alcun modo il Oiudizio. Ciò si spiega
col fatto che questo affresco, per la sua natura particolarissima
e il fatto di essere - per così dire - a portata di mano, f11 ogget-
to di una manutem~:ione attenta e costante, avviata al tempo eli
Paolo III ço n l'istituzione, con motuproprio del 1543, del
"mundator", incalicato di «ripulire dalla polve re e dalle altre
sopradette sporcizie e [... ] conservare con ogni cut-a sia le pit-
ture della volta che quelle della parete [Giudizio] delle predet-
te realizzate nella citata cappella di Sisto•">. L'attività dei "mun-
datores" è documentata solo fino al pontificato di Gregorio
XIII (1572-1585) ma una qualche forma di manutenzione pe-
riodica dovette esistere anche in seguito, e a partire dalla fine
del Seicento compare la figura del "custos" affiancato con ogni
probabilità da un aiuto.
Nel Cinquecento, al di là di questa manutenzione ordina-
··ia, gli interventi sul Giudizio furono eli manomissione più che
19
-
Nella pagina a fianco: di restauro. Si trattò infu.tti di quegli interventi censori che ven-
Gittd;zio 1miversale, nero effettuati, sia sotto Pio IV (1559-1 565) che sotto Pio V
particolare
di santa Caterina (156&.1572), in seguito al voto espresso dal concilio di Trento
d'Alessandria. il 21 gennaio 1564.
In dettaglio la congregazione decise quanto segue: «Le
Nel 1564, un anno pitture nella Cappella Apostolica [la Sistina] vengano coperte,
dopo la chiusura
del concilio di Trento, nelle altre chiese vengano invece distrutte qualora mostrino
la Controrifonna qualcosa di osceno o di patentemente falso,c"', in sostanza con-
si abbatté fatalmente dannando sia l'eventuale oscenità delle immagini che la possi-
sul Giudizio e i suoi bile "anomalia" della rappresentazione.
"scandalosi" nudi.
n compito di censurare Molto diversa fu però la natura dei provvedimenti racco-
le nudità delle figure mandati per le pitture della Cappella sistina e per quelle delle
coprendole altre chiese: di semplice censura nel ptimo caso, di completa
con le famose
" braghe" distruzione nel secondo. Si trattò in pratica di un escamotage
fu affidato a Daniele per salvare il capolavoro michelangiolesco - che sotto Paolo IV
da Volterra (Gian Pietro Carafa, 1555-1559) aveva corso il rischio di essere
(1509-1566), da aUora demolito col pretesto di allargare la cappella verso la sagrestia
detto il Braghettone.
A lui si devono - e fu al tempo stesso una decisìone in qualche modo annun-
anche il rifacimento ciata: sempre il Carafa infatti aveva fatto chiedere al BuonatTOti
a fresco ch e coinvolse che «acconciasse l'affresco• e questi aveva sarcasticamente fatto
in toto san Biagio,
prima impudicamente
rispondere: «Dite al papa che questa è piccola faccenda e che
accucciato su santa facilmente si può acconciare; che acconci egli il mondo, ché le
Caterina d'Ale.=ndria pitture si acconciano presto•.
(in queste pagine, Michelangelo comunque non vide gli esiti del voto triden-
prima- foto piccola -
e dopo il restauro) tino in quanto ill8 febbraio 1564 venne a morte.
e q uello parziale, L'incarico di intervenire sul testo del Buonarroti fu affida-
sempre a fresco, to a Daniele da Volterra, significativamente non un estraneo,
che riguardò ostile a Michelangelo, ma uno del suo entourage, un allievo e
quest'ultima,
ricop erta da Daniele amico di lunga data.
con una veste verde. Dai due mancL<ti di pagamento agli eredi, datati 15 dicem-
Testimonianze bre 1567 - Daniele era morto l'anno prima, cmi osamente an-
successive alla morte ch'egli, come Michelangelo, il 18 febbraio -, risulta che l'arti-
del Braghettone
-quali, per esempio, sta eseguì il lavoro nel 1565: gli eredi ricevettero infatti il com-
uno schizzo penso «dei lavori da lui eseguiti nell'anno 1565 per coprire le
di Ambrogio Figino, parti pudende delle figure della Cappella di papa Sisto» 01•
un disegno
di Federico Zuccari L'operazione era stata predisposta l'anno precedente, perché
e alcune incisioni del 23 agosto 1564 è il primo pagamento per il ponteggio a ma-
di Cherubino Alberti stro Zanobio di Mad.otto fiorentino, falegname: e che si trattas-
(vedi pagine 18, 22 se del ponte per il Giud:izio lo si desume dal fatto che nel suc-
e 23)- attestano,
mostrnndo alcuni cessivo pagamento del 7 settembre - questa volta per il legna-
dei nudi originali, me- è detto esplicitamente «s[cu]ti 17 b[attilori] 60 se ledano
che gli interventi per altri legnami tolti p [er] farne il ponte nella Cappella di Si-
censori continuarono sto alla facciata del Giudicio•. Dopo l'anticipo di agosto, Zano-
fin dal tardo
Cinquecento: bio venne pagato per il lavoro fatto il l 2 novembre e successiva-
la conferma sembra mente il 20 gennaio, il 7 aprile e il 23 giugno 1565, ricevendo il
venire dall'esame saldo - comprensivo dello smontaggio del ponte - 1'8 dicem-
di alcune
delle "braghe" bre eli quell'anno, mentre un secondo acquisto di legname era
e da una fonte stato effettuato il 7 aprile del 1565.
del Settecento Dal testo del pagamento a saldo sì ricava chiaramente co-
che protrarrebbe me fosse il ponteggio realizzato da mastro Zanobio: il docu-
almeno fmo a questo
secolo i ritocchi mento dice infatti che era •alto p [almi] 42 fatto a tre palchi !u-
dovuti alla censura. no sopra lalu·o el primo è turrato in t [ utt] o di tavole, con u na
Della stesura originale porta d i potere salire qual ponte. sia largo p [almi] 12 l[ar]go
rimangono alcune p [ almi] 60 con suo parapetto devanti et tirato le tende divan ti
testimonianze
nelle copie del Venusti con 4 scale del m[u ]ro». In sostanza il ponte era alto 9,37 metri
e del Clovio -cioè tanto da arrivare sia al gruppo con san Biagio e santa Ca-
("edi pagine 24 e 25 ). terina che alle figure poco più in alto del Battista (altri lo iden-
20
•l
r
'
Q ui sopra: dal Di'Udi: iQ ·universale NeUa pagina u fianco: da l Giudizio 1miwrrsal• Firenze,
Marcetlo Ve n usti, (H 49); Giulio C!ovio, (XVI secolo, casa Buonarroti.
eopia Napoli, Capodimonte. copia pti ma metà) ;
24
che furono identificate e pubblicate dal Voss nel 1920. Seco n- Qui sotto: Nella pagina a tllUlco,
do la Oavidson, la ragione per cui Perino non finì il canone fu Giutio Bonasone, da!J'alto:
incisione Giudizio u.niver.sale,
la sua riluttanza «a paragonare tanto direttamen te la propria dal Giuduw unit~mak
oper.t con gli affresch i sistini», ma un alo·o motivo potrebbe es- particolari
(1516-1550 circa); del registro inferiore.
sere Stato il fone conrrasto che si sarebbe inevitabilmente crea- Roma.
m tra la sottile eleganza dell'invenz io ne periniana c l'intensa Istituto nazionale Una fonte dell825
per la grafica. parla di un grave
drammatic ità dell'affollata composizio ne michclangiolesca.
deterioramento
Quanto si è detto sembre rebbe escludere che il Giudizic L'opera del Bo na.o;ooe di alcune zone
possa aver subi to le mutilaz ioni ipotizzatc in passato sulla base restituisce dell'affres co,
del confronto con la tavola del Venusti ( 15 49) , oggi a Capodi- un 'itn ntagine segnalando
del Giudizio in particolare,
monte, il q uale evidentemente dovette cffcu uare alc une modi-
fiche nell'adattare al nuovo spazio compositivo l' im pianto idea-
to dal Buonarroti.
Non molto diversa dall'anuale sem bra del resto la situa-
zio ne testimoniata dalle copie a stampa del Bonasone e d el
Citisi, entrambe rcali7.7.ate nella seconda merà degli anni Qua-
ranta del XVI secolo. Dopo il Cinq uecento, lavori di riscrunura-
zione ne lla zona delraltare vennero effettuati, tra il 29 novem-
bre del 1662 c il 4 aprile dell663, alla •Scalinata di marmo [...]
con il suo soglio p [er] I'Altarc»r•• ma, a q uel che pare. se nza
modi fi care la si tuazion e preesistente: l'allare fu poi rifatto nel-
la fonna • auualc nel 1725.
Pe r il Seicento i dOC1lffiCnti tacciono, fmo ra, su eventuali
restauri del Giudizio: quelli relativi agli inte rven ti compiuti nel-
la cappella dal Lagi, tra il 1625 e il 1628, riguardano escl usiva-
mente le quattordici storie di Mosè c d i Cristo, le figure dei
pontetìci, le «spall ie re• c i «basamen ti di chiaro scuro delli se-
ditod •.
Come q uello del Lagi, anche l'imczven to del Mazwoli,
tr.t il 1710 c il 1712, e tutti q uelli del tem po di Clemente Xl
non coi nvolsero la parete dell'altare: Mazzuoli intervenne in-
fatti sulle storie, i po ntefici e la volta, men tre il Gennisorù e
Pie tro P:.~olo Cristofani risarcirono e ridipinsero i fimi arazzi
sottostanti. Stando alle fo nti se ttecentesche, il restaur o del Giu- no n molto diversa n el registro inferiore
dizio era com unque previsto c il T aia fornisce una serie di indi- da quella attuale, deU'opera,
confennaudo i danni al colore
cazioni est.re mame nte significative sul suo stato di consezva:do- l'infondatezza del cielo sopra
ne: «Cen o che il nitro, la polver e c l'umid ilà (se non si usa d e lle vecchie iJ>Ol(.'IIÌ al gruppo
pro nto ri med io} in pochi an ni potre bbero ridurre queste egre- circa una poss1bile dei risorgenti
gie piuu re in stato da no n p otersi più riparare, come si vede mutilazione subira e sulla barca
dall'affresco di Caronte ,
notabilmente esser accaduto in esse da un an no all'altro, e nel- di Michelangelo che appariva
la facci ata del Giudizio massimameme, che sputa e rompe a sulla base come sbiancato
luogo a luogo in brutte macchie di niu·o bianco, in calci nando- del confro nto da un forte
ne il colo re stesso,.. con la copia • corrosivo ....
d el Ve nusti. Tale denuncia
A cosa si riferisse il Taia pa rlando di ~macch ie di nitro Quest'ultima infatti, sembrava
bianco•, di colore incalcinato e del fatto che il fenomeno si era dipinla su lavo la, stranamente riferirsi
veri ficato ·da un anno all'altro• non è del tutto chiaro ma, poi- era diversa appunto ai guasti
ché non è possibile imputarne l'origine a in fil trazioni di acqua perché concep ita già s egnalati
per uoo spazio Wl secolo prima
piovana, verrebbe da pe nsare che si tratti degli stessi danni in- diverso; da uu'allra fon te
dividmui ne l 1825 d al Camuccini, in p arti cola re su l cielo senza contare daUa quale
(«Ofizzo n ~e» ) sop•·a il gruppo dei riso rgen ti e la ba rca di Ca- che le varianti, si apprendeva ch e:
ron te, e d" lui den unciati all'Accademia di San Luca avve rten- anche ~e poche, • [D Cu1dizio] rompe
erano contemplate: a luogo a luogo
do specificamente che era «Stato un te mpo c he indirettamente la più notevole in brulle macchie
si volle distrugge1·c q uesto Capo d' Opera, passandovi general- (come neUa miniatura di nitro bianco,
mente un forte COITOsivo». Che q uesto «Corrosivo• sia stato ef- del Clovio) incalcinandone
fettivamen te a pplicato provocando i danni tuttora visibili è sta- riguardava il colore stesso• .
l'inserzione di Dio Le immagini
lo verificato, come ved remo più oltre, a nche in occasione del e dello Spin to sa.nro riprodotte sono
presente intetvento. Quando ciò sia avvenuto è meno chiaro. sopra al Cristo giudice. anteriori al r estauro.
26
27
'
28
A sinisrra:
swdio
per una delle figure
de l Gitulizw 1miversa~
( 1538-1540 circa);
Londra,
•
1\ritish l\•l useum .
A destra:
studio
~~
pe r una d elle figure
del GiudizitJ mtiversale
(1538-1510 d na) .
-
• .,
'·
29
(l) n·To.·m. pid ltrrt...' J~tu.di11is d
parietis frra«lid<mmt ÙJ dicut ""
flt!ll) Sixli iJ;Jm «.mftrltmt~u {.. . /
n Jmluerihu.r d aliùo immundiliù
praifatiJ mund(lre cl a.11J1lnt/(zJ~·
/... / tenere o»vti rum dili&lf:ulia».
(2) <>Plch~·~ru h1 Capt!la Apo-
jtnlit:a Cl)pmiamur. in aliis ou~
lifltll!(.c/e:.1i.f de.IJ!f.mtw· si oliq1rid
ubsw nmm aul wUknt~r fitlJ!tln
()$#1ula'IU ...
(3) -d.Aboterior-um /sit l fuir-
ipscm~ dt anuc JJ6J fMJOnJm
i11 ~~!!ndis pa,UbuJ pwk>•dis fo
8'""'""' Cn(lfilr. papa Sixtù.
( 4) 1.[k.s tris tutdiQ('J'(f::j Arti.UCS
(J(,t;upiJ tÌ r.(luQri,. de drnperk.J
les fdUJ ~Jks figuxf::} fU/J!.)' d11, ta-
bleau el du plaffltll!,, .
(5'• n,·cMc'ÙI di .5l(lto d1: Roma,
Camerale !, Te.f~Jrtria .regretn,
• l 29(), f. 67•
{6} rltdlivio Jtgrd.o vfltirono, S.
l'. A. Co01puti1teria 3026, ff.
>JO, JJ9, )48.
In questa pagina: Se gli sbiancamenti sono quelli denunciati dal Taia, è probabi- Nella pagina a fianco:
Giuditio universale, le che essi risalgano a un restauro non documentato del Sei- Cristoforo Coriolano,
particolari della pelle Michelagnolo Bu1marrot~
cento o dei primissi mi an ni del Settecento: se invece sono altra xilogral:ia u~ma
scorticata
di san Bartolomeo. cosa, si potrebbe individuarne l'origine n ell'intervento che il daUa seconda edizione
Richard riferisce al 1762 nella sua De.s~·ripticn historiqu~ et critùp.te delle Vìu ( 1568)
Nel volto de l 'ltalie e che fu realizzato da Stefano Pozzi. di Giorgio Vasari.
dai lineamenti
deformati tracciato
Vincenzo Camuccini aveva fatto le sue osservazioni in oc-
sulla pelle - attributo casione del saggio di pulitura effettuato sul gruppo di angeli
del suo martirio - che sostengono la colonna della Passione nella lunetta di de-
che il santo stra in vista di un possibile restauro dell'intera composizione.
tiene in mano
è tradizionalmente L'accademia di San Luca, chiamata a giudicare l'operato del-
ravvisato l'artista, respi nse quest'ipotesi, non tanto per demerito del sag-
l'autoritratto gio che venne valutato positivamente, quanto per il timore che
di Michelangelo. l'operazione potesse rendere più evidenti i danni prodotti da-
n partico]are gli intetventi antichi e denunciati dal Camuccini stesso. Dopo
al centro è stato
fotografa to questo tentativo - il solo effettivamente documentato - ipotesi
dopo il restauro; di restauro non furono più sollevate fmo a oggi.
a destra, la stessa Gli interven ti del Seitz nel 1903 e di Biagetti fra il 1935 e il
immagine prima
dell'intervento. 1936 furono effettuati esclu.~ivamente per consolidare l'intonaco
e le accuse rivolte a Biagetti di aver acce n luato, forzando la puli-
tura, le cosiddette "bruciature" bianche del fondo, sono del tut-
to prive di fondamento in quanto nessuna pulitura fu effettuata.
30
D '" so"o l~ biografie
di MirltLinngrlD np·
Cl capolavoro di Michelangelo nelle pagine
d ei ouoi primi biografi
Figl iuo lo d i Iddio. la
spugna. l(f; corona di 3pi-
1e et alltC figure rnnschi
c fem i ne in to rno. a p-
paru qu mulo ~m aneom ne. i c hiodi, e la colon· presso e discosto, i quali
rn vi.lf.l. Una, è qr,eUn. ;n,. LA CRITICA DEL GIUDIZIO na, dove fu n age ll a to si abracciano c fanno~i
du1a da Giurgi<1 Va.sori per rinfacciare a i rei j fcna ave ndo per grazia
(A. rett o, l'Il . F'ium:.e, benefici di Idd io, d c ' di Dio e per guidardonc
15i4) lltlle ViLe: de' più quaJi sien o st.:1.d ingrati.,.. delle opere loro la bcati-
eccellenti pillori. scuho- simi e sconoscenLi , c l.udin e e te rna. Sono sot·
d e ~u·chilc.:ttol'i !J'ltbbHr.a- confortare c d a r t'iducia l.o i p iedi di Cristo i sew::
le tUJt 1550 '·••((l'il' liti a' buoni.~>) . An geli sc r illi da Sa n
1568 1/11 11'111! 111l0 till l'ili· G i ovan n i Evangelista
WJrH! a:mpUola1 MJ. tr.l'.ui-vf11 con Jc sette tro mbe, c:he
q-uesJa, alla moru di Mi - VASARI1568 sonando a semenza. fan-
titL/angtlo. L 'ollra è f(UI!/Ia •Onde scoperto que- no arr icciare i c.apeUi a
Jmtta ntl " ' ; do Asea- s to Giu di zi o , most rò chi gl i gttarda P"r la ter-
oio Qmdivi (Ripatran!l(ltU non solo e ssere vincito- ribililà che essi m ostra-
[Asco/• Piuno/ l j 2J- re de' primi aru:Jid che no nel viso, c fra gl'allri
15i4), o/Jf'ftt. t1IU. qunk tucir filori della letTa, e gara gittani fuora spro- la\'Orato vi ~vcva.no. ma vi .son d ue Ang eli c b e
l'asari aUinJ.tJ lnrgtnJUr"l" cl1i colle braccia lese al nate dalla divina giusti- ancora nella. ,·olta c he ciascuno ha il libro delle
pt:r la st:rond" ,.Htione dl:lr l:ielo pigliare il volo, cbì zia, si che la rema, come egli !M IO celebrata '""~ vite in mano: et appres-
IL Vile. di già a\rerJo preso. ele- dice il Poeta, si volge in fa tta. volse vincere se so n on s~nza bellissima
vati in ada~ chi più~ chj d esi o : poi ri cevu ta d a stesso , e t in qu e lb d i ciu'lsirlcr::tzione si ''eggo-
meno. in vari gest.i e rucr Mi n o s..~e l a ~(~ ntem~:t, es- g ran lunga pas<OSi, SU· no i scue peccati morta·
CONOIVl 1553 di. Sopra gli angioli del- ser til'ale da' maligni però se medesimo, ave n· li da una banda combat-
uLa compu::~izione del- le trombe è il Figliuol di <pi riti al cupo Inferno. dosi egli im aginato il ter·e in fom1a d i diavoli
la M oria ç J)r ud c n te:: e Dio in maestà, col brac-- d ove >"i vcggiono maravi- terrore d i qu c ' giorni, e tirar gill allo inferno
ben peusat.a. Btt;vt:rncn· cio e poteme destra ele-- g lio si al ti d l gnwi e di· dove egli fa rapp•·csc n L'a- l'~tnime che volan o al
le diremo che ' l lllli.O e .. vata. in guisa d ' uomo •perali •.•n'etti, q uali ri- re, per più pena di chi ciclo, con attintdini bel-
sendo divi•o in paTLe de· che irato maled ica i l'ei cerca il luogo. non è ben vis....u to , t tiU.-l lissimi e .scorti molto mi-
M l'a c sh-i.n ra • .;upc:riorc e gli scacci dalla faccia Intorno al Figliuol di la sun Passione: lacendo rabili.
ed in feriore e di meno, sua al fu o co e terno, c Dio ne.lle nubi del ciclo, portare in aria d a d ive r· Nt: ha resta to ne lla
n ella p a r l e di m C?'l.() colla sinistra distesa alla n ell :l p t\ r te di mezzo, se figure ignude la cro- rc.Murrczion c dc' morti
d ell"aria. vicini nlln rcr- pane d estra par c h e dol- fanno cerchio o coro na ce, la colo nna, la lancia, mostrar e al mondo co-
1'3, suuo li sette angioli cememe raccolga i buo- i beaLi ghl r esu!sciL'lti; ma la spugna, i chiodi c la me ~s.si della medesima
descritti da San Gio,•an- n i. Per la cui sen tenza si sep;ar;u a e p rossima al corona con di\'C~ c \'3· terra ripiglion l'ossa e la
oi nell' Apocalisse. che \'eggion li angeli tra cie· Fij;liuolo la Madre sua, rie attirud ini mollo difi· carne, e come da altri vi~
colle tro mbe alla M c r :\ lo e terra, come c.sccut~ t.im OJQSclta jn .sembian~ cilmcntc condou.e a fine vi aiu tati vanno volando
chiamano i moni al Ciu- ri d el1a dh>ina sentc:n7.t~, te. c qwu i non bene a~ nella facilità loro . ;:. l cielo~ c he d a alcune
dir.io daJic quaLLro p<H"li n elJa d estra correr e iu :sicura ut d ell'ira e secre-- Èvvi Cristo il quale se· a nim e g ià bea te è lo r
del mondo: l n l i qunli aiuto de lli e le tti, a c u i t.o di ldc11o, tn\rsi qmln- dendo con facda otribi· I)OI'tO ai uto. llon senz;_t
ne son due :.dtJ·i con li- c1a11i malign i spiriti fosse to pit) p uò s otto il Fi- l ~ e ti era ai d rtlin atl si vcdcn>i tutte quelle par ti
bro ~'pcrto in m~u,o, nel impedito il volo, c nella gliuolo. Dupo lei il Bat- vo lge m a ladi ce ndo~li. di con siderazioni che a
quale ciaschcdut1 0 leg- sinistra p e r ributtare a Lisl:l e Il ctomci Apostoli, non seuz.a g:ntn limnrc unn tanta opera com e
gendo e riconosce ndo ten ·a i reprobi. che già c Sanù e Sant.e di Iddio, della Nostra Donna che q uclln si possa stimare
b . pass;l.ta vit:., , a bbi a per .sua audacia 3Ì fossi- ciascheduno mostrando ristrettasi n el manto o de che si con\''t:nga. Per c he
quasi d a ~ stesso giudi,. no ioahati: i quali però al tremen d o giudice c- ved e tanta ro vina. Son- per lui si è fa no studii c
carsi. Al ouono di queslc reprobi d a' m;lligni spi- quell a cosa per mezzo \i infin itissi me figu r e ratichc d ' ogni sorte, a p-
lt(nn be M vedo no in tcr· riti sono in giù dtiraù~ i della qu:\le, mentre co n- che gli fanno cerchio di parendo egua lmen te
ra aprire i monumenti superbi per i ca pelli. i re~\ il ,.u o nome, f1.1 d i P ro fe ti , di Apostoli c Jl"T tutta l'opera, come
ed wcir fuo rc l'uma.n a lussu r i o si per le part i viw prl"o : San t'Andrea paròcularmcmc Athtmo chiaram e nte e pan icu-
specie in vari <" m:.nwi- p iù vergognose. e CO ilSt-- l:1 croce, S:tnto O.an o lo · e Santo Pietro, i quali ii l:. r men l.e a n cora nella
gliosi g<'Sti: mcr\trccbé gucntcmente ogni viz.i<>- mco l• pelle, S.1n Loren- sti tnài'IV che: vi .sicn me~ b a rca d i Car o n te si di-
alcun i, secondo h1 pro.. so per que ll:t pa.ne io zo la gr>ticola, San Ba- si 1'utlo pe r l'or ig in e moswa. il quale con atti~
fezia di Et~chi e l , so la- che peccò. Souo :ti quali •tinno le frecce . San Bia- prima delle gcn6 al ght· w dirle d isper-<tta l~.;.m ime
ruc::nle l'ossatura hanno reprobi si vede Ca.·o ntc gio i pe ttini di fe r ro. dizio . l'a ltr o per esser tirare dai diavoli giù nel·
riunita in!iicmc, ::1l c uni colla sua navicella, tal S.m m Ciu e rina lt1 ruota ~ s ta to i l prirno fo nda- la barca batte col remo.
d i carne mezzn vesti ta, quale lo descrive Dan le t:cl alu·i nltre cose. per le mento della cr istiana re- :'Id imitazione di quello
altri tu u~. Chi ignudo, n c l ~uo Tn ferno 11 e 11<~ quali d:1 noi po.•isin es~ea· ligione. A' pit:-di gli è un <:hc espresse il suo tami·
dd vestito d i qut' panni palude d 'Acheronte. il riconosciuti. Sopra que~ San Bartolomeo b eli is>i· gliarissirno Dante quan·
o le nzu o la, ir1 ch e pona... qu ale alz.a iJ remo per sti al dc•u·o e sinistro la- mo. il q u al m o stra lu do disse: Caron de mo-
to alla li.>~a ftt involto, e bmterè q ualunque ani· to, nrlln superior parte pelle sco rticata. Èvvi si· n io , con occhi di bragia,
d i q uelle c~rc a r d i ~vi· ma lenta si djmostra\Sc; d ella rolcciata , .si \'Cggion milmcntc u no ig nud o l loro accennando , tut·
lupparsi. [ ... ] Qui è di- e giunta la barca alla ri- gntppì d' agnoletri, in at- d i Sa n Lore nzo, o llra te le raccoglie : l bau e
lcucvol cosa a vedere al- pa. si n:.gbriòu tutte q uel- ù Ya~:hi c rari, appresen- che senta numero sono col remo qualunque sj
cun i con fatica c .srorzo le a nime. della b ar ca a ta rc: in ciclo la cr oce d el infin itissimi San Li e: San· adagia• .
32
Lo stato
del Giudizio
• INTERA
superficie del Giudizio misura 180,21 metri quadri'~ e al mo-
mento dell'intervento denotava uno stato di conserva:.:ione
estremamente disomogeneo a causa degli innumerevoli inter-
venti succeduti si nel corso dei secoli.
Questa mancanza di omogeneità era resa evi de me am.itut-
to dalla discontinuità tonale della superficie dipinta. La f<~scia
più bassa, con i risorgenti e i dannati che scendono dalla barca
d i Caronte, risultava infatti fortemente annerita, tanto più nel
• confronto con la striscia di cielo soprastante divenuta chiarissi-
ma, in antico, per azione dei "corrosivi" cui fa cenno Vincenzo
Camuccini. Estremamente annerita appariva poi tutta la zona
centrale della composizione, in particolare nelle fasce periferi-
che del gruppo dei santi e dei beati circostanti Cristo e la Ver-
gine, mentre le due lunette terminali risultavano decisamente
più chiare e leggibili. I motivi della maggiore Jeggibilità di
' quella con la colonna sono stati individuar.i con certezza nella
pulitura che il Camuccini eseguì in questa zona nel 1825: ana-
loghe circostanze potrebbero aver detenninato lo stato di con-
seTVazione della lunetta di sinistra, come pure del gruppo -
Nella pagina a fianco: Qui sopra: molto ritoccato - dei beati alle spalle di san Pietro, anche se
Giudbcio universale, studio per una l'artista dichiarò di essere intervenuto esclusivamente sul grup-
particolare delle figure
del gn•ppo di eletti del Giudizio universale
po di angeli della lun etra di destra.
sull'estrema sinistra (1538-1540 ci.rca). Olu-e che estremamente an nerita, la supe.rficie d.i pinta ti-
del registro centrale. sultava vetrosa e macchiata da sostanze estranee, prevalente-
mente costituite da colle animali, che avevano creato un terre-
L'immagine
documenta no di coltura ideale per i microrganismi. Colonie fungine era-
un test dl pulitura no nate soprattutto nella parte alta della composizione e la lo-
effettuato nel corso ro rimozione ha determinato la comparsa di piccole macchie
dell'intervento tondeggianti più chiare, perché i funghi hanno intaccato an -
di restauro.
che la patina più aderente al colore.
Alla colla - ma sarebbe più corretto parlare di acqua di
colla - usata come ravvivante, i restauratori avevano aggiunto
una piccola percentuale di olio vegetale, sia con funzione pla-
(•) Il dattJ è ricavatoal tllmf'1v stificante, che per accentuarne la capacità raV'Iivante.
ler sulla iHue del rilievo Jolrr
gPtmtm.rttieo. In alcuni casi erano state fatte applicazioni di solo olio,
33
sempre per tirar su di tono i colori. Laddove l' intonaco em più
poroso l'olio era stato assorbito in maggiore quantità, creando
de lle macchie scure d i fonna irregolare e producen do gore
lungo il "craquelé" - le crepe - dell'intonaco, talvolta anche di
naw ra irreversibile.
La pellico la eli sostanze estranee risultava molto disconti-
nua: dove era più pe~nte la superficie appariva scura e vetrosa.
dove più leggera era chiara e arida.
L'affresco, come si è detto in precedenza, non aveva su-
bito i danni prodotti dalle infi ltrazio ni di acqua piovana per-
ché la parete era stata protetm dagli ambienti immediatamen-
te rctrostanti della ~grestia. Proba bilmente per questa ragicr
ne nei restauri del passato vi furono me no ap plicazioni d i col-
la che sulla volta, c la co nsisten za degli strati è risultata perciò
nettamen te inferiore, in particolare rispeuo a ciò che si è ri-
A destra:
Giudi>11) univer.rll/4,
particolare
dd gnrppo di eleni
dietro san Giovanni
ll:ùtista (o Adamo},
nella pane sinistr"
del registro ccrnrale.
Nella pagin a a fianco:
Giudizi~! tmiversaJe,
particolare della testa
di Caronte,
nella parte destm
del registro inferiore.
Prima deU'inten-ento
di restauro,
la superficie
dell'affresco appariva
molto sporca.
T1-a le zone
fortemente arulc•·ite,
la fascia in secondo
piano del regisrro
centrale, della quale
si riproduce in questa
pagina un particolare
fotografato
prima del restau ro, sconlrato sulle lune etc.
c la zona più bMSa Sulla superficie afirescata erano evidenrj innumerevoli ri-
con i risorgenti
e i dannati rraghetuti tocchi, rutti di fatrura scadente se non pessima. Vi erano anche
da Caronte. numerosissime prove di pulitura o tracce di tentativi di pulitu-
Nel particola•·e ra, Lutti - tranne quello del Camuccini - non documentati pe r
alla pagina successiva, cui è Stato impossibile datarli con precisio ne, anche se è pre-
fotografato a luce
rddente prima
sumibile che fossero relativamente r·ecenti.
de l restauro, l ritocchi apparten evano a due grand i categorie: quelli
sono ben visibili eseguiti con colori a corpo, cioè a dire di un certo spes.mre,
i solchi dell'incisione che spesso coprivano i pentime nti di Mich ela ngelo creando
indiretta CAl n la (juale
venne trasposto delle masse sorde c gessose, di colore m arrone scuro, c q ue lli
U disegno del cartone . realizzati con piccole pennellate scure, monocr·ome e semiu·a-
sparenti, generalmente a u-atteggio, per rinforzare le ombre e
recuperare il modellato delle figure a ppiattite dal velo alter-ato
di sostanze esuanee.
Lo stato di conservazione degli intonaci è r isultato molto
buono e solo nella zona sottost.ante la mensola marmorea si è
registrato un distacco c1itico. L'a:,senza eli gmppe di bronzo o
34
35
Giudizio universale,
particolare
degli angeli
della luncu.a sinistra.
36
Giudizio universale,
particolare
degli angeli
della lunctro sinisu-a.
L'immagine
si riferisce aDo stato
dell'affresco
precedente
la pulitura .
..
37
Giudizio univmak, di ottone, tanto numerose sulla volta, ha confermato che in
pan kolare passato non '~ sono stati problemi di natura star.ica, fana ecce-
dd volto
di uno degli eletti zione per quelli cinquecenteschi riguardanti la struttura archi-
del gruppo tettonica. Questa origine ha con ogni probabibtà la lunga cre-
sull'estrema descra pa che amaversa il dipinto leggermente in diagonale, parten-
del registro centrale. do in basso aJ centro, sdoppiandosi poi in alcuni punti, per r.v
mi1icarsi al termine in piccole crepe che vanno a morire in
prossimità del gruppo di angeli che reggono la colonna. Come
sulla volta, anche qui le crepe furono chiuse fo•·se al tempo
dell'intervento di Daniele da Volterra, Girolamo da Fano e Do-
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l
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Ì.
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I panicolari riprodotti men ico Carnevali con un mastice scuro, costituito da cera e pe·
in queste pagU.te ce greca. Lo stato così variato della superficie dipinta pob·ebbe
sono stati fotografati far pensare a un testo pittorico originale molto degradato: in·
prima - foto p iccole -
e dopo il restauro. vece si può a!Iermare che in linea di massima l'affresco miche-
langiolesco si è conservato in ottimo stato.
Danni di tipo meccanico ha subito il gruppo di angeli che
suonano le trombe e recano il libro del Giudizio universale. A
lato di queste figure si lrovano infatti gli· anelli nei quali veniva-
no inse•·iti i sostegni metallici del baldacchino che fino alla
metà di questo secolo si montava abitualmente sopra l'altare
38
nelle occasioni solenni. Il soffregamento dei bordi dell'anedo Giu,dirio universale,
e l' uso di pertiche per aiutare il montaggio hanno prodotto particolare
di un eletto,
graffi e abrasioni su tutta la zona, ma sopranutto sugli angeli di con in Lesta
destra e in particolare su quello che tiene la tromba sulla spal- un turbante,
la, le cui lacune rive lano in più punti le linee nere del disegno appartenente
pre parawrio del volto. al gruppo
sull'estrema destra
Una situazio ne estremamente particolare e complessa dd registro centrale.
presentava poi la grande supedìcie azzurra del cielo sulla quale
si stagliano le figure dei protagonisti del Giudizio.
Qui il colore appariva diviso in zone, sensibilmente non
41
Qui sopra, a destra
e neUa pagina
a flallco:
GiudWo 1<11iwr.sak,
particolare
della figw·a
ident.ific;na
con Niobe
(o Eva, o la Chic~a),
nel gruppo
sull'cst.rema sinistra
del regi~tro centrale.
Le immagini
documentano lo stato
prima del restauro,
durante i lavori
di puliturn
e successivo
all'intervento.
D part.icolare relativo
alla seconda fase
documen ta il risultato
ouenuto vcnti9uottro
ore dopo In pr1ma
applicazione
del solvente
impiegato
neUa pulitura;
quello successivo
al restauro aucsta
lo straordinario stato
d i conservazione
che carattcri>:Ul
questa figura.
42
GiudU:io rmivmole. Successive indagini condotte in collaborazione con Giorgio Sui capelli
pe1rticolari Torraca hanno però to lto og ni fo n damento all ' ipotesi, in e sulla barba
della figura sono visibili le tracce
idcntitìc:tt.a quanto si è accertato che un acido debole come l'aceto non è dello spolvero
con san Giovanni in grado di decolorare i lapislazzul i, i quali oltrer.utto esistono con cui il disegno
Battista (o Adamo), in natura anche in questo colore. del cartone è stato
nel gruppo Ulteriori ricerche e osservazioni suggerirebbero oggi due trasposto
che fa corona s ull'intonaco.
a l Cristo giudice, ipotesi con trastanti tra loro, eppure entrambe percorribili e l particolari
sulla sinistr:l forse concomitanti. nelle foto grandi,
del rt:gistro centrale. La prima possibilità - prospettata da Giacomo Chiari - è in questa pngina
che si trani del ristùtato di una pulitura effettuata non con aci- e neJJa succc.ssivat
sono stati fotografati
di ma con prodotti basici com~ la liscivia contenuta nella cene- dopo il restauro;
re umida che essen do semisolida sarebbe stata applicata a pen- nelle immagiui
nello senza rischi di scolalllre. Una volta asciutta sa rebbe stata piccole, le due figure
prima dcll'iu lervento.
spazzolata via insieme allo sporco, producendo de i segni chia-
ri, orizzontali, netù come pennellate, nei quali non v'è presen-
za di colore ma piuttosto assenza di sporco.
Nella seconda ipotesi le 5trisce costituirebbero invece le
tracce, o meglio l'impronta. di ritocch i a secco perduti, origi-
nariamente destinati a rinfonare certe zone del cielo c, soprat-
tutto nella parte bassa, a mascherare gli attacchi tra una gior-
44
nata e l'altra. Questi rirocchi dovevano avere un certo corpo e Oit~dizio universali',
potrebbero essere andati perduti sia per le puliture del Sei.Set- particolari
del san Bartolomeo,
tecemo, ch e per cause meccaniche, legate alle spolveraLUre pe- nel gruppo
riodiche che so no conti nuate fino a qucsr.o secolo. che fà corona
Ai dan11i causati agli azzun'i van no aggiun ti quelli p rodotti al Cristo giudice,
sui pigmen ti dati a secco e su quelli che, anche se applicati afre- sulla destra
d el regisu-n centrale.
sco, non hanno avuto una buona carbonazione e sono risultati
perciò deboli e decoesi. In entrambi i casi le puliture del passato Tradizionalmente,
hanno causato la perdita dl consistenti quantità di colore. i tratti del volto
Danni di questo genere, scppure in misura l'ido ua, erano di san Bartolomeo
' 'cngono a56imllati
prese nLi anche sui toni scuri del manto della Vergine, ~ul qua- a quelli
le , per e[f'eu.o di uno strato d i sporco estr emamente consi- di Pietro M etiuo.
stenrt: e dell 'alterazione delle colle soprammesse, si era vei·ifi-
cata una sona di inversione di valore dei chiari rispetto agli
scun.
.
Danni prodotti non dalle pul1tUJ·e an ti che, ma dalle con-
trazioni delle colle per le variaJ.ioni ambientali sono risultate le
minute desquamarioni visibili sulle parti rifane da Daniele da
Volterra, per le quali aveva agito come concausa il diverso mo-
do con cui era stato steso il colore.
45
a Jà.se p repa rat:oJ·ia, T ecnica di wl in ~..erveot.o
L voltn ad accenar e
d a u n la to lo s tato di IL RESTAURO
consel'\"<.nd onc degli af·
fresch i e la tecnica im.-
piegata d a Miche lange·
lo, dall 'altr o il metodo
piu idolleo per d!ettua-
rc la pulitura, ha richit.--
sto o lrre un anno d i in-
dagi n i d i l aborat ori o e
di tesl ·~ n siLu".
Il metodo d i p ulitura
impiegato ~ stato indivi-
duato sulla base di due
caraueri~lich e essen 2ia-
li. l nnanzitutto la sua ca-
paci tà d i ::tdatta m eruo
alle d ive ,·sc-: sit uazionj
lecn ico-con~er"\!a,ti ve r i·
scon tratc sulla :,upet'fi-
cie d e ll ' affresco senza
che ve nga m od ificato il
livello d i p11licu m, il q ua-
le devè r imanere om o-
geneo e co stanlc: su t\ll·
ta la s uperfi cie . In se-
condo luogo, la possibi-
lità d i raggiungere gra-
dualmen te il livello p re-
scclto, e ve n tu a lm en te
consen~mdo nella misu-
J"3 volutJt un veJo di so-
stanze estr-. mee - data la
l nl!lliUTI ddJt et"! M f• DIIIY> discontinuità dello stato
ctntùti iOftO suw effeuuaJi1 StilttJ di con servat ione g en e-
la d.itn.iom:di D. I&Jig n, Cttm~
/W.f1 dù Igi no Cuptllcmi ,·oruliu.· rale - , cosi da equilibra-
uato dn G. {.;,l).t.ta, M. Ro~fiJ M. re al ma!'.Ciimo il risuha to
D• l.uca, G. Prt>pmi. C. llow della pul iu u-a-
,,C&pi:rù,
L 'mtff\llmlo dt rwauro, ~·o pn 11 p roccdin'leni.O mes-
l• I10ila cile/"' il Giudizio i so a p un to sulla b ase
JlàiO tjJtttunlD da C. CDI11Iur.ci
d eUe premesse di cui so-
t:lJit M. RJJssi, P. G. /Jou~lli t 8.
Bamtli; In di-re:.ione 1ki /rum d pra consiste in un la\1ag·
di Jt'. J\1cuui uefli; k1 .TU/JtJ"fli.sirr gio p•·eliminare <.~011 sohl
n4' l d; C Pietrorlgdi, dltt lrfiTC
tnlnole dri Multi ,l(!lif'tfn~· In
acq ua d cio nìzzata e un
c.onrvtnt:o. t«.Jfi.cn-sànttl/iru i successivo trau a men Lo sioni, im be vuta de lla a tampo ne: una spugna impieg a to p e r i l cielo
.ffc t4: •JJidota ftno al JW/ • P, con una soiU7j o ne di ac- stc::lSSa so luz_ione di am· i ntrisa d ' a cqua vi e ne sono state p ulite le parti
RDitmdi. rlcenlel/.ltf\U J('tJmpor·
.ro. t tiup<~ tjudlo dat.a C. 'T'or-
(l
qua e ammonio carbo- muo io carbon a to. Se · cioè "l'poggiata sulla su- a seçco , le: qua li pe rò,
mea,· lr: analisi t le itufngiui di nato a l ve n tici nque pe r guo11o più lavaggi con perficie dipinta e spinta qua nd o eopcnc da r i-
lfiii(Jf'alllrio .'iOtiO rxnu~ tla N. cen to altca·na.to a una fa· ncqua disti llarn.. contro di essa. in modo tocchi, hanno r it.:h ic:sto
Gzh,·iflli coodiul'lt1W da P. Mor 4
1!77 t ~ara Niccolò Hl ( •nOtl O nel MuQI-.:: S:md.ro .Bottkc:lli. Leona"' 1510 Agosto: Midwlangdo tcru)ilta di
12 O : viene fot'ldato il p,.Jatium dn .studio. otna.tomìa t."OU Marcan- affrc~arc la prima metà della \'01-
Novum (ali sud ed esL del cortile ton io Torre a11'unh·~tJi rl di Pisa. Ul.. daJia parc:Le d 'ingresso fino al-
elci Pappagallo) che forse non la c~ di /:.Va.
romprende ancora la ~ .\la·
gna ~"' all'am Sislina. l ~cdki tornaJlo a fircm..e do~ 1512 31 Ollobre: ~fichdaugclo compi.,.
la parentesi repubblicana. li ta b. dccoruione drlla $CCOnda
1357 Pontificato di Urbano V: po:ISibilc Sfor-ta rientrano a Milano. A Sie- ' mèl.à della Yolta, ini..ùata od set-
Leonardo da Vin(i il'~lzìa l'Adora- 1481 27 OlWbre: c.omnu.to per dicci .u: C~rlo V impctalore. Muol'C Leo- 1519 Oopo dut- annj di lAvoro, gli ata2·
tiO'I'tt bi ~ Cre.schi oc::na ca p~ !la con C~imo nardo .•~ FJrellu: Leone X c.om- t i w:nPkno tennina.ù nella botte:-
Ro«elli. Botticc li, Clairlandaio < mil>iona a Michelangelo la Sagre- ga di ic-tcr v-An Adst a Bn.t.xcUcs;
Pc:n1girto. ~ua. oUO\-ol di San lorcnlA :~ar.mno in Sisrlna ti 26 clittrnbre.
~a.scc::Raffaello. Leon ardo: com~ 1483 9 agosto: Sisto IV cck;br.a con uua Muon: uone X. 0 ~tifiCltO del 1522 25 dicembre: l'archilr.l\"e della
Ll\iuionc: ddla Vtrgint dd/~ rou.~. m(.pa in Sinina l'annin~rsario 8\10 s-u~re . A riano VI. du- potta d 'ingresso dc:lla cappeUa
Bou.iedli ini.1.ia la NaJi'Ìid di \1én.trl'. della stta dc.ic:mc al pontifkato. ~m solo un anno e il n u O\'O papa \'trso la Sala regia crolla ucaden-
J!ati Clcroe('ltC vn. do due d;\li Jviztcri del .~guito
CiO\'lln Bauista C)·~l è clcuo pa- 1484 'fl'll ~uestadata e il 1192 lnnoc:erl-" di Adriano 11.
Jl:' col nome di h l n OCtiUO Vlll. 7.U V l( fa dt:c.:oratc
ri.SLnlll u r.trc c::
la >agrotia a en della c.~pella: la fUippo Neri si ttasfcrisec a Roma. 1533 C.lcmem.e Vll i11caric:.. Mièltdao·
decc.ma.zionc: ~rri comp etata da Muore LudO\'iOO AriQ&'lo. gelo dì dipingere il C:ir~dnU vni-
•<\lc:ssandro \~ • ...,Jilk sulla parete dell' •' we.
Miche1angc.Jo fini!« di scolpire il 1504 Mese di giugno: i n llJO dei proble- Muore .senza t-redi Frana:soo Sror- 1535 16 gi~'l'IO< dopo la ronrerma della
Davii. mi staùd della cappe:Jia, 1.a, duca di M.ilanu. IL problema commiSSione da patte dj P'.tolo m,
della successione SCiU t:n a. una Michelangelo fu eo~tn1ire il pome
Mlchclangèlo fugge d:t Kom<• de- 1506 _lO Jiufr~o: le nera di Pietro Ros· guel'l~.'t tro~. l'im.pcra•orc Cal'lo V, per eseguire l'affresco. li primo
h.oo~l' non a'·ere ~\1U O confer- selh a .lichcla.nCclo con la prima che occupa il ducaw. e il re: di no\·cmbré Mlchclnngclo viene no.
ma c::ll'incarico per lil wmba di indicaztone del " ' 'Oion1à d1 Giu· Franci.,. Francesco l. Il Rosso Fio- mln._to «Supremo atchh.ctto, $0.d-
Giulio Il; poco tempo dopo. LUil>· lio H di allid>r< al Buonarroti la rentino inizia J:a decoruionc del- 1ore e pitmn: d el U0.51ro medesi-
via, 'li riconcilia col papa. nuovct dcoom.ione ddl.t \"Olta.. b.~ltria dd ca&tr llo dì Fou mi- 0\Q f'.aJa.ao apostolico• L'(U1 W l 5a-
n lt!"J.u. tmo di milleduoccmo d\lati.
In rcbbnUo viene J?O:f.t~ &ulla rac-- 1508 IO maggio: <ontr.mo c primo pa·
drna dl San PetronuJ a 6o1Qgna La gamcmo a Michelangelo per i la· Rifonna di Cahino a Cine\·ra. RJ· 1536 Nella tarda pdm-a,·c:ru, Mkhclan-
stat\la bron'l.éa di C.iulio Il (pet- '-'?ri nella <;:apP.clla SIMir!a. Si ini~ tl'ltldl Vht.oria Colonna. gelo ini'l.i.a a d iringcrc: il Gtudi:io
d uta) . opera di Michelangelo. t ra a COS.trture al ponu,:ggJo. ~uiJ:.~. patetc dd 'alvarc.
AVVENIMENTI STORICI STORIA DELLA AVVENIMENTI STORICI STORIA DEL LA
E ARTI STICI CAPPELLA SISTINA E ARTISTICI CAPPELLA SISTINA
Gregorio Xltl. Costn1zione d~i ln queste pagine, 1961 lksta.uro dc& orr:;c dei qn<~t~
contt-..HottJ e1tcrnt. Dome nico da sUtistra: tcnlisti souo la irezione di Deo-
f'.amenli restaur.t il Ciudl!i9 e la cktio Rcdig dc Caro~: l'inter-
Luca Signorelli vento ha termine ne) 974.
vot"'- Manco d> k<<< c Hendriclc
nn der llroc:d riwpiuj\onu gli af.
freschi danneggiali sulla
d'ingresso.
pA~ I ~
e 8anolorneo della Gatta,
Tertamenw di Mosè. - Rotaum dd lr.tlQ e delb. merla-
1975 IUra dell'edi6c:io della cappella.
Sandro Botticelli,
Guido Rcui cscguc. I'M!r ln chiesa 1625 l~llitu~ del!c: p~reli con le Sl?ri~ Jnizia il restauro degli affreschi
della Trìnìli del Pd <!(tini a R<>- d1 ~1osc c di <.;nsto a opera d t St~ Punizitme Mi.fig{i di Q!Jrah. 1979 della parelc d'ingresSò, che t.<:r-
ma, la pah1della 1'rittilit mone Lagi per ordine di p:tpA Ur- mioerJ l'anno succcssi,'O.
bauo VJII. Pietro Perugino
e Luca Signorelli, 1980 Rcnam'<t della serie dc: i p<Jntel_içj c::
171 O loitia il restauro della c:ap1Jclla a Consegna delle dtiavi. prima campagna <.U rcslauro degJi
oper:1 di Annibnlc Mn'f.ZUH1i per affreschi eU Mlchdangclo: puJilut'.t
ordine òi pap;a ClcmcnLC IX; si deUe Juneue: tel'mine nel l98;J,
concluderà dut: anni dopo. Cosimo Ro.'l<~elli,
- ' -- U!Jima cma. In i• io della pulitura dc-gli affmdù
fnauguttl1jonc a Roma dcii-;. fon· 1762 Probabile n::w:tut o con copertura
1985 cleiJa \'Olm, cerminata nel 1989.
tana d1 Tm'i, contplut:t. undid an- di alcuni nudi del C.iudi:io .,~
ni dopo la mortr del ~no idearo- W. c delta voli> a opera di S~tf:a
Le pareti later.ili della lnilio della pulitura della P"'•te
rc. Nicola S2J\ i. oo Po:ai. <ome nfensce una fon- Sisrina furono decorate 1990 col Ciudiritt u~oi< il ratJ.uro
le del 1766. sotto Sisto IV (1481-1483). ~emtin• nell'•prik 1994.
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f)miw'" lw dtdiullo il niu Condivi ( 1508) si segnalano: Le Vile di Midula.ngelo pp. 14~1 !i2; A. Conli 1 A'l-ichd(lngelo e /(1, }IÌJ/tJ,J'a, li Jrnco, Fi-
tlo.f,'iii"T n, 9, p uw:io fl1lOUIImJti scritte da Cicngio Va,~ri c tltJ As(.mtiu r.tmdivi. a renze 1986; P. Ro tondi, La gennde bue rli Miriltl lmgi!lo
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Buonarroli: IL lu.rwu di Eùazar-Nathan,jnrolr}<»l-1!h, Achim· Qu.t>io ••J!Pi• t una vmiont aJtnpil.llltf<tnU rivi.rUr, aggi{JTTW-
llliutl, 1\zor-Sa.doch, josia:r-j<eMin.r, S4krch.S./, in "Monu- la e dtiiJJ{(J di 'UII rejlerlorit> illu.stratll)() toJntnumlt nuovo del
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