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Art. 15. Dirigenti - (Art. 15 del D.Lgs. n. 29 del 1993, come sostituito
dall'art. 4 del D.Lgs. n. 470 del 1993 e successivamente modificato
dall'art. 10 del D.Lgs. n. 80 del 1998; Art. 27 del D.Lgs. n. 29 del 1993,
commi 1 e 3, come sostituiti dall'art. 7 del D.Lgs. n. 470 del 1993)
1. Nelle amministrazioni pubbliche di cui al presente capo, la dirigenza
è arti- colata nelle due fasce dei ruoli di cui all'articolo 23. Restano
salve le particolari disposizioni concernenti le carriere diplomatica e
prefettizia e le carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate. Per
le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, è fatto
salvo quanto previsto dall'articolo 6 (1) (2).
2. Nelle istituzioni e negli enti di ricerca e sperimentazione nonché negli
altri istituti pubblici di cui al sesto comma dell'articolo 33 della
Costituzione, le attribuzioni della dirigenza amministrativa non si
estendono alla gestione della ricerca e dell'insegnamento.
3. In ciascuna struttura organizzativa non affidata alla direzione del
dirigente generale, il dirigente preposto all'ufficio di più elevato
livello è sovraordinato al dirigente preposto ad ufficio di livello
inferiore.
4. Per le regioni, il dirigente cui sono conferite funzioni di
coordinamento è sovraordinato, limitatamente alla durata dell'incarico, al
restante personale dirigenziale.
5. Per il Consiglio di Stato e per i tribunali amministrativi regionali,
per la Corte dei conti, per il Consiglio nazionale dell'economia e del
lavoro e per l'Avvocatura generale dello Stato, le attribuzioni che il
presente decreto de- manda agli organi di Governo sono di competenza
rispettivamente, del Presidente del Consiglio di Stato, del Presidente
della Corte dei Conti, del Presi- dente del Consiglio nazionale
dell'economia e del lavoro e dell'Avvocato generale dello Stato; le
attribuzioni che il presente decreto demanda ai dirigenti generali sono di
competenza dei segretari generali dei predetti istituti.
(1) Comma così modificato dall'art. 3, co. 8, lett. a), L. 15 luglio 2002,
n. 145.
(2) Comma così modificato dall'art. 9, co. 7-bis, D.L. 6 luglio
2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n.
135.
Art. 17. Funzioni dei dirigenti (Art. 17 del D.Lgs. n. 29 del 1993, come
sosti- tuito dall'art. 10 del D.Lgs. n. 546 del 1993 e poi dall'art. 12
del D.Lgs. n. 80 del 1998)
1. I dirigenti, nell'ambito di quanto stabilito
dall'articolo 4, esercitano, fra gli altri, i seguenti compiti e poteri:
a) formulano proposte ed esprimono pareri ai dirigenti degli uffici
dirigenziali generali;
b) curano l'attuazione dei progetti e delle gestioni ad essi assegnati dai
dirigenti degli uffici dirigenziali generali, adottando i relativi atti e
provvedimenti amministrativi ed esercitando i poteri di spesa e di
acquisizione delle entrate; c) svolgono tutti gli altri compiti ad essi
delegati dai dirigenti degli uffici dirigenziali generali;
d) dirigono, coordinano e controllano l'attività degli uffici che da essi
dipendono e dei responsabili dei procedimenti amministrativi, anche con
poteri sostitutivi in caso di inerzia;
d-bis) concorrono
all'individuazione delle risorse e dei profili professionali necessari
allo svolgimento dei compiti dell'ufficio cui sono preposti anche al fine
dell'elaborazione del documento di programmazione triennale del fabbisogno
di personale di cui all'articolo 6, comma 4 (1);
e) provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e
strumentali assegnate ai propri uffici, anche ai sensi di quanto previsto
all'articolo 16, comma 1, lettera l-bis (2);
e-bis) effettuano la
valutazione del personale assegnato ai propri uffici, nel rispetto del
principio del merito, ai fini della progressione economica e tra le aree,
nonché della corresponsione di indennità e premi incentivanti (3). 1-bis.
I dirigenti, per specifiche e comprovate ragioni di servizio, possono de-
legare per un periodo di tempo determinato, con atto scritto e motivato,
al- cune delle competenze comprese nelle funzioni di cui alle lettere b),
d) ed e) del comma 1 a dipendenti che ricoprano le posizioni funzionali
più elevate nell'ambito degli uffici ad essi affidati. Non si applica in
ogni caso l'articolo 2103 del codice civile (4).
(1) Lettera aggiunta dall’art. 39, co. 1, lett. a), D.Lgs. 27 ottobre 2009,
n. 150.
(2) Lettera così modificata dall’art. 39, co. 1, lett. b), D.Lgs.
27 ottobre 2009, n. 150. (3) Lettera aggiunta dall’art. 39, co. 1, lett.
c), D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150.
(4) Comma aggiunto dall'art. 2, co. 1,
L. 15 luglio 2002, n. 145.
Art. 28. Accesso alla qualifica di dirigente della seconda fascia (1) (Art.
28 del D.Lgs. n. 29 del 1993, come sostituito prima dall'art. 8 del D.Lgs.
n. 470 del 1993, poi dall'art. 15 del D.Lgs. n. 546 del 1993,
successivamente modi- ficato dall'art. 5-bis del decreto legge n. 163 del
1995, convertito con modificazioni della legge n. 273 del 1995, e poi
nuovamente sostituito dall'art. 10 del D.Lgs. n. 387 del 1998)
1. L'accesso alla qualifica di dirigente nelle amministrazioni statali,
anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici avviene
per con- corso indetto dalle singole amministrazioni ovvero per corso-
concorso selettivo di formazione bandito dalla Scuola superiore della
pubblica amministra- zione. (4)
2. (......) (2)
3. (......) (2)
4. (......) (2)
5. Con regolamento emanato
ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su
proposta del Ministro per la funzione pubblica sentita, per la parte
relativa al corso-concorso, la Scuola superiore della pubblica
amministrazione, sono definiti:
a) le percentuali, sul complesso dei posti di dirigente disponibili,
riservate al concorso per esami e al corso-concorso; (5)
b) la percentuale
di posti che possono essere riservati al personale di ciascuna
amministrazione che indice i concorsi pubblici per esami;
c) i criteri per la composizione e la nomina delle commissioni
esaminatrici; d) le modalità di svolgimento delle selezioni, prevedendo
anche la valutazione delle esperienze di servizio professionali maturate
nonché, nella fase di prima applicazione del concorso di cui al comma 2,
una riserva di posti non superiore al 30 per cento per il personale
appartenente da almeno quindici anni alla qualifica apicale, comunque
denominata, della carriera direttiva;
e) l'ammontare delle borse di studio
per i partecipanti al corso-concorso.
6. I vincitori dei concorsi di cui
al comma 2, anteriormente al conferimento del primo incarico dirigenziale,
frequentano un ciclo di attività formative organizzato dalla Scuola
superiore della pubblica amministrazione e disciplinato ai sensi del
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 287. Tale ciclo può comprendere
anche l'applicazione presso amministrazioni italiane e straniere, enti o
organismi internazionali, istituti o aziende pubbliche o private. Il
medesimo ciclo formativo, di durata non superiore a dodici mesi, può
svolgersi anche in collaborazione con istituti universitari italiani o
stranieri, ovvero primarie istituzioni formative pubbliche o private.
7. (......) (2)
7-bis. (......) (2)
8. Restano ferme le vigenti
disposizioni in materia di accesso alle qualifiche dirigenziali delle
carriere diplomatica e prefettizia, delle Forze di polizia, delle Forze
armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
9. Per le finalità di
cui al presente articolo, è attribuito alla Scuola superiore della pubblica
amministrazione un ulteriore contributo di 1.500 migliaia di euro a
decorrere dall'anno 2002.
10. All'onere derivante dall'attuazione del
comma 9, pari a 1.500 migliaia di euro a decorrere dall'anno 2002, si
provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai
fini del bilancio triennale 2002-2004, nell'ambito dell'unità previsionale
di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del
Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2002, allo scopo
parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero
(3).
(1) Rubrica così sostituita dall’art. 46, co. 1, lett. a), D.Lgs. 27
ottobre 2009, n. 150. (2) Comma abrogato dall’art. 18, comma 1, lett. c),
D.P.R. 16 aprile 2013, n. 70. (3) Articolo così sostituito dall'art. 3,
co. 5, L. 15 luglio 2002, n. 145.
(4) Comma così modificato dall’art. 18,
comma 1, lett. b), D.P.R. 16 aprile 2013, n. 70.
(5) Lettera così modificata dall’art. 18, comma 1, lett. d), D.P.R. 16
aprile 2013, n. 70.
zione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze, e sentita la Scuola superiore della pubblica amministrazione,
sono disciplinate le modalità di compimento del periodo di formazione,
tenuto an- che conto di quanto previsto nell'articolo 32.
7. Al termine del periodo di formazione è prevista, da parte degli uffici
di cui al comma 4, una valutazione del livello di professionalità acquisito
che equi- vale al superamento del periodo di prova necessario per
l'immissione in ruolo di cui all'articolo 70, comma 13.
8. Le spese sostenute per l'espletamento del periodo di formazione svolto
presso le sedi estere di cui al comma 4 sono a carico delle singole
amministrazioni nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a
legislazione vigente (1).
(1) Articolo aggiunto dall’art. 47, co. 1, D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150.