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Primo codice nel 1998 atto costitutivo ordine professionale e passaggio a professione intellettuale
Materiale/morale
Socializzazione parziale=ogni partecipante entra nell’organizzazione con un proprio bagaglio culturale e sociale
Coinvolgimento parziale=ogni partecipante appartiene a più organizzazioni (sempre disponibile/altri impegni)
*
Volontariato= per sé e per gli altri
Socializzare socializzazione
05/10/2020
* Processo di socializzazione Processo attraverso il quale un individuo entra a far parte della
società, attraverso la partecipazione. Avviene attraverso
l’apprendimento delle regole e norme sociali, devo imparare a stare
in società, a sentire i valori socialmente condivisi, processo che si
Incomprensioni e guerre mette in moto in modo inconsapevole (saluta, non mangiare con le
ideologiche, differenze fra mani…etc.) produce comportamenti automatici, interiorizzare
culture ma anche molti
punti di contatto (es. Ci rendiamo conto di queste norme quando
Ramadan e quaresima) qualcuno non le rispetta (es. la prof si alza in
piedi sulla cattedra invece di sedersi) oppure
quando mi rapporto con un’altra persona con
norme/cultura diversa (es. in India è normale
mangiare con le mani)
PROBLEMA = modelli culturali prevalenti, intrinsechi sia negli uomini sia nelle donne (es. Trump sessista, votato
soprattutto dalle donne)
Riviste Pride, sessismo trasversale, molta più visibilità per i gay piuttosto che
per le lesbiche
Cure per processo di transito gratuite (vivere nel genere che non ci Mascolinità
appartiene è un trauma) si parla di ermafroditi già nel mondo antico, sono tossica
sempre esistiti
Più tolleranza per tradimento maschile (delitto d’onore, matrimonio
riparatore: donna violentata che accettava di sposare il violentatore per
riparare l’onore della famiglia)
Violenza degli uomini sulle donne è SISTEMICA (no viceversa), incapacità di
riconoscere la violenza femminile
3 Fini servizio sociale (da ridurre il disagio a aumentare il benessere e inclusione sociale dei cittadini, non
cambia il significato ma i toni) fini dichiarati non sono sempre uguali a quelli perseguiti
4 Tecnologie: attrezzature e macchine, unire la scienza (sapere pratico) alla coscienza (etica professionale)
AMBIENTE: ogni organizzazione si pone in un ambiente (fisico, tecnologico, culturale, sociale) al quale si deve adattare. Il
Servizio Sociale è studiato per operare nel territorio (MICROCONTESTO) es. quartiere se ci sono persone con disabilità gravi
devo prestare per esempio attenzione all’architetture, devo conoscere bene le caratteristiche locali per rendermi conto di
quali siano i provvedimenti migliori. Bisogna attivare le risorse locali (es. parrocchia, Caritas etc.) ogni realtà locale deve
essere inserita nel microcontesto locale. Organizzazione policentrica: con più nodi, non piramidale/gerarchica, si deve
sviluppare a rete, avere più centri.
Un’organizzazione può permettersi che le sue attività siano supportate dalla società in proporzione al valore che la
società attribuisce a quelle funzioni. Le organizzazioni sono influenzate dal loro ambiente (se è ostile, se
supporta…), e anche le organizzazioni possono modificare un ambiente e l’ambito socioculturale
Organizzazioni come sistemi viventi collocati in un più ampio ambiente dal quale dipendono per tutta una serie bisogni
-livelli essenziale
L’organizzazione complessa è più simile ad un moderno sistema offensivo che ad un moderno sistema offensivo
che ad un’antica fortificazione, più ad una scultura mobile che ad una statica, più ad un computer che ad una
calcolatrice. L’organizzazione è un sistema dinamico.
8/10/2020
Welfare State Stato che si prende carico dei cittadini garantendo standard minimi di reddito, sicurezza fisica,
(stato sociale) salute, alimentazione, istruzione, abitazione. Legato al concetto di cittadinanza, sono diritti politici.
Assumere l’onere di garantire standard minimi di benessere (Wilensky 1975)
Garanzie non uguali per tutti gli Stati (es. sanità pubblica)
MEDIOEVO
Assistenza = opere di carità, tamponare il disagio momentaneamente ma nessun progetto di trasformazione, oggetti =
poveri, orfani, indigenti, anziani, nessuna speranza nella loro emancipazione. Organizzazioni religiose (poveri = vicini a
Dio), “biglietto” per il paradiso. Marginali ma non esclusi
Inizi ‘500 (scoperta dell’America fine del medioevo), cambia la visione della povertà, aumenta e diventa sempre più
diffusa, povero = pericolo sociale. Divisione fra poveri meritevoli e non (parassiti, vagabondi, marginati). L’assistenza
passa dalla Chiesa allo Stato. Emarginati e esclusi, controllati. L’assistenza diventa una forma di controllo con leggi per
limitare la libertà di movimento
Politica dell’istituzionalizzazione, dell’internamento = chiudere soggetti emarginati (manicomio, albergo dei poveri…).
Non eri obbligato ma solo in questi luoghi potevi venire aiutato
ILLUMINISMO
La religione inizia ad avere il primato sulla fede. Passaggio delle società da premoderne a moderne. Rivoluzione francese
(1789) e industriale (1870-1830). Base teorica dello Stato assistenziale e del Welfare State (stato sociale). Nasce l’idea
che lo Stato si debba prendere cura gratuitamente dei bisognosi dalla nascita alla morte (dalla culla alla bara). Comincia a
prendere forma l’idea del cittadino. Assistenza non per tutti i cittadini ma solo per quelli in stato di bisogno e senza
risorse per far fronte.
‘800
Peggiorano le condizioni dei ceti popolari, processo industrializzazione stravolge la vita dei contadini, peggioramento
delle condizioni di vita e lavoro (operai, fabbriche ‘800). La povertà per la prima volta viene considerata come questione
sociale, la società deve intervenire per garantire la pace sociale (rivendicazioni operaie, sindacati…). Nascono le
associazioni mutuo soccorso, associazioni di volontari operai per garantirsi forme di aiuti (oggi previdenza sociale) e
interventi che non erano garantiti dallo Stato. Il loro funzionamento viene regolato nel 1886 con la legge 3818. Con
l’avvento del fascismo le SOMS (società operaie di mutuo soccorso) vengono sciolte e incorporate in organizzazioni
fasciste. Verso la fine dell’800 i dirigenti degli Stati europei pensano a un maggior intervento a favore delle classi
popolari. Esperienza del Comune di Parigi e la nascita del movimento operaio li influenzano. Verso la fine del secolo
aumentano gli infortuni sul lavoro (industrializzazione), introduzione dell’assicurazione obbligatoria (1° intervento nella
Germania di Bismarck 1883 per malattia, poi anche infortuni sul lavoro, vecchiaia, invalidità, pensioni in altri stati prima
iniziativa legata agli infortuni) = previdenza sociale (INPS, istituto nazionale della previdenza sociale), tutela dei lavoratori
e alle lavoratrici con estensione ai coniugi (es. pensione di reversibilità) per prevedere i rischi. Poi viene introdotto quello
contro la disoccupazione (la tradizione conservatrice credeva fosse una responsabilità individuale, rottura con questo
pensiero) lo Stato se ne deve far carico. Seconda metà dell’800 si iniziò a pensare che la società, il mercato e le scelte
imprenditoriali potessero portare alla disoccupazione.
PREVIDENZA = forme di assicurazioni rivolte ai lavoratori e alle lavoratrici come forme di tutela rispetto ad alcuni rischi
Fordismo = modello economico fondato sulla grande impresa, competizione sul costo e non sulla qualità. Anche
l’ultimo degli operai deve poter comprare i prodotti, +tempo libero (introduce le 8 ore max di lavoro),
aumentare il salario (nasce negli anni 20? La società dei consumi, i grandi magazzini negli USA, le vendite porta
a porta, a rate…), prodotti non sono più un modo per differenziare, creare distanza. Aumenta il benessere.
Status simbolo a cui ambire RAGGIUNGIBILE. Inizio della flessibilizzazione del mercato quando entrò in crisi il
modello fordista (1913). Picchi e cali di produttività ma contratti più flessibili per contrastare la disoccupazione.
Conferenza di Parigi 1928 Periodo in cui nascono tre associazioni internazionali che riguardano il mondo che noi
chiamiamo “assistenza sociale”:
Il Convegno di Tremezzo (1946) ribadire i principi democratici (ripudia valori e norme del fascismo), rinascita del
servizio sociale dopo 20 anni di fascismo, si sottolinea che fare assistenza non significa solo dare risposta immediata ai
bisogni ma assumere uno sguardo capace di riflettere in modo consapevole sui problemi e sulle cause dei problemi,
aiutare la persona a riconoscere le risorse per uscire dalla situazione di disagio, insieme. AIUTO AD AIUTARSI
Nascita del Welfare. Lo stato deve farsi carico del benessere del cittadino dalla culla alla bara.
Nel 1942 fu presentato in Inghilterra il “Beveridge Report” che proponeva di istituire un servizio sanitario nazionale
basato su tre principi:
Questo documento venne accolto in tutta Europa come una sorta di manifesto contro il nazi-fascismo.
Passaggio dalla beneficenza (dalla Chiesa e ceti elevati) alla sicurezza sociale:
Garanzia a ogni cittadino di un minimo di benessere (dipende da Stato a stato; da epoca a epoca) “dalla culla alla bara”
Si passa dal riferimento esclusivo (modello 2°generazione) al concetto di rischio al concetto di bisogno
Non devono essere tutelati solo i lavoratori ma TUTTI (bambini, anziani, persone con disabilità, con malattie…etc.)
slegare l’intervento dello Stato dai contributi dei cittadini
Prima solo nord Europa
Redistribuzione ricchezza: tutti partecipano in base alle proprie capacità/condizioni, la ricchezza raccolta viene
poi ridistribuita per aiutare e tutelare chi ha meno. Importante NON lavorare in nero
UNIVERSALISMO PRESTAZIONI
Il Welfare State nasce come risposta alla nuova configurazione di RISCHI e BISOGNI originati dal processo di
modernizzazione:
Esposizione a determinati Carenza o mancanza di
Industrializzazione qualcosa necessario per il
eventi che possono accadere
Urbanizzazione benessere
(malattia)
Trasformazione famigliare
Miglioramento della qualità della vita (Boom economico)
Alfabetizzazione
Non ci può essere prestazione di benessere senza cittadinanza, è lo status conferito a coloro che sono pieni membri della
comunità. Tutti coloro che posseggono questo status sono uguali in rapporto ai diritti e doveri dei quali lo status è
dotato. Cittadinanza come segno di appartenenza ad una comunità e uguaglianza di diritti e doveri. (Marshall) la
cittadinanza ha a che fare principalmente con tre diritti:
Libertà di pensiero, diritto alla vita, eguaglianza
1. Diritti civili (nati nel 1700, Rivoluzione francese) davanti alla legge, diritto alla vita, di circolazione,
libertà di associazione…etc.
Migrante
2. Diritti politici (1800) irregolare Migrante clandestino
Regolare permesso di soggiorno (motivi turistici, di Qualcuno di cui avere paura? Il concetto di
3. Diritti sociali (1900)
studio…) e poi scaduto il permesso diventano clandestinità è spesso legano a malavita, problemi
Secondoirregolari
Marshall oppure
per avere unapiena
persona che entrabisognava
cittadinanza nel paeseessere
di ordine
titolari pubblico. Trappole
di tutti e tre i diritti.linguistiche
Aveva in mente un cittadino
senza un regolare controllo alla frontiera
maschio, caucasico, eterosessuale, abile (modello intrinseco in noi) bisogna allenarsi a decostruire ciò che a noi sembra
ovvio, sviluppare il senso critico, lavorare sulle nostre gabbie e automatismi.
Diritto di voto, di essere votati, partecipare ai partiti politici…etc.
Possibilità di vivere adeguatamente, diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione…etc.
Donne progressione inversa: prima diritti sociali (qualche legge sulla maternità), poi alcuni
diritti politici (voto) infine i diritti civili (il delitto d’onore = sconto di pena è stato abolito nel
1981) la legge violenza di genere 1997 definita contro la PERSONA e non più contro la MORALE
*
La costituzione nasce in un Italia debole e impoverita, dopo la Seconda guerra mondiale. Centralità del lavoro (=
I diritti sociali sono arrivati con lo stato sociale (che trae ispirazione dal report di lord Beveridge, grande successo
protezione sociale, previdenza per lavoratori ovvero assicurazione obbligatoria per rischi legati a
editoriale perché aveva restituito speranza in un’Europa dilaniata dal nazi fascismo, parlava di valori antitetici:
infortuni/malattia/vecchiaia/disoccupazione/maternità nasce con Bismark,
democrazia, uguaglianza…per le resistenze era una sorta di manifesto antifascista/nazista. Rilevanza pratica e concreta.
Il Welfare state è l’insieme di interventi pubblici connessi al processo di modernizzazione, i quali forniscono protezione
sotto forma di assistenza, assicurazione e sicurezza sociale nel caso di eventi prestabiliti (regole che indicano chi ha
diritto a che cosa) nonché specifici doveri di contribuzione finanziaria (Ferrera). Le tasse sono un dovere da cui
discendono diritti.
Politiche legate alla protezione dei cittadini da rischi (previdenza) e bisogni (assistenza) in tre modi:
Assistenza è un intervento pubblico a carattere condizionale, discrezionale, volto a rispondere in modo mirato a
specifici bisogni individuali o a bisogni di categorie circoscritte di persone
condizionale = l’intervento entra in gioco solo in alcune situazioni, non è sempre garantita a tutti e tutte. È
garantita solo a condizione che ci sia un manifesto bisogno in persone prive delle risorse necessarie per far
fronte in modo autonomo a quel bisogno. Es. non ho i soldi per pagare la casa, vengo sfrattato, posso fare
domanda per case popolari/aiuto. Se avessi i soldi per cambiare casa una volta sfrattato non mi aspetta
nessun aiuto economico.
Discrezionale = il servizio pubblico definisce (a livello regionale, non universalmente validi. È solo a livello
locale che posso contestualizzare i bisogni e le risorse. Es. il costo della vita può variare da contesto a
contesto) i criteri per stabilire chi ha il diritto e chi no all’assistenza e ha il potere di stabilire se ci siano i
prerequisiti.
Previdenza ( nasce in Europa nella fine dell’800 con Bismark strumento di politica sociale per prevenire condizioni
di bisogno, forma di tutela dai rischi: infortuni, malattie, invalidità, disoccupazione, vecchiaia, maternità…riservata
alle classi lavoratrici), nella definizione di Ferrera è declinato in termini di assicurazione. Strumento di politica sociale
(INPS = istituto nazionale di previdenza sociale). Tutela VS rischi riservata alle classi lavoratrici.
?
Come viene garantita
MA lavoratori precari? Diventa difficile esigere i propri diritti es. contratto di tre mesi ma
resto in cinta, probabilmente non verrà rinnovato
Sicurezza sociale Interventi pubblici estesi a TUTTI i cittadini (non è necessaria la cittadinanza giuridica ma soggiorno
regolare) in quanto tali per garantire indirettamente i diritti sociali (anche l’assistenza e la previdenza li garantiscono), si
può parlare di Stato sociale solo se si fa carico anche dei diritti sociali (= permettono ai cittadini una vita dignitosa). Es. il
diritto alla salute è garantito a tutti, se vai al pronto soccorso non ti chiedono il permesso di soggiorno
Copertura universale
Prestazione uguale per tutti/e
Assenza vincolo contribuzione
La resistenza contro il nazifascismo è nata dalla convergenza di credo politico e religioso profondamente diverso
(cattolici, laici, atei, moderati, comunisti, socialisti che si ispiravano alla Rivoluzione Russa per poi abbandonarla
quando il comunismo russo diventa totalitarismo sotto Stalin). Dai loro ideali deriva anche la Costituzione, uomini
e donne con posizioni politiche e religiose profondamente differenti hanno plasmato la democrazia
I vecchi politici hanno rispetto per le istituzioni, per la nostra costituzione e democrazia, noi la diamo per scontata
Copertura Universale (protezione per tutti i Occupazionale = rivolta a lavoratrici e Universale = a tutti
cittadini a prescindere da lavoratori
occupazione) ma selettiva (su
carta accessibile a tutti ma in
realtà c’è una selezione)
Condizione Bisogno e mancanza risorse Storia contributiva = bisogna avere una Cittadinanza/residenza
accesso biografia lavorativa (un lavoratore in (a prescindere dalla
nero non potrà averla) cittadinanza giuridica)
Finanziament Fiscale (prendo i soldi per Contributive (bisogna avere una storia Fiscale (beneficherà di
o l’assistenza dalle tasse di tutti e lavorativa, aver lavorato ma non in quei servizi a tutti a
distribuisco in modo equo a nero) il tipo di assicurazione di cui potrò prescindere dal loro
prescindere dai contributi) avvalermi sarà proporzionale ai contributo fiscale)
quantità contributi irrilevanti contributi che io ho versato
per la qualità del servizio
CLASSIFICAZIONE TITMUSS (1974)
Titmuss pensava che il Beveridge report propone un modello di welfare ma poi le singole realtà nazionali hanno
adottato il modello generale alle specificità culturali, Ogni volta che si creano dei modelli si pensa a dei tipi ideali;
astrazioni concettuali che permettano di confrontare la realtà concreta con quel modello astratto. Non ci saranno
mai dei tipi ideali, semplicemente uno di questi modelli preverrà di più rispetto che un altro:
Modello residuale
Lo Stato si impiega al minimo, limitandosi a fornire interventi di tipo temporaneo in risposta a bisogni individuali e
solo quando gli altri canali di intervento (famiglia/mercato= economia, lavoro) non riescono ad attivarsi. Ha a che
fare con interventi legati al bisogno.
USA: l’individuo
prevale sulla
ASSISTENZA collettività
Modello remunerativo
Lo stato fornisce protezione “completando” quella fornita dal sistema economico generale e che deriva all’individuo
dalla sua posizione occupazionale, rimanda alle politiche di welfare della previdenza. Sistema contributivo. Il lavoro
ti fornisce una serie di garanzie che sono completate dallo stato secondo il sistema di tipo contributivo, quella
fornita dal sistema economico generale = andamento complessivo del mercato del lavoro e anche dell’economia.
(quando accade? Ad esempio, un anziano che non riesce ad arrivare a fine mese) e che deriva all’individuo dalla sua
posizione occupazionale e la protezione sociale pubblica costituisce il cardine di questo modello; lo stato fornisce
prestazioni di tipo universale = uno stato che garantisce la prestazione a tutti
ASSICURAZIONE
Modello istituzionale-redistributivo
La protezione sociale pubblica costituisce il cardine di questo modello. Lo stato fornisce prestazioni di tipo universale
SICUREZZA SOCIALE
La famiglia e il mercato del lavoro possono essere sia fattori di aiuto sia di rischio
Lockdown:
-Italia le persone si sono fiondate nei supermercati a comprare farina e lievito (modello misto,
prevalentemente remunerativo)
-USA code davanti ai negozi d’armi (residuale)
RESIDUALE REMUNERATIVO ISTITUZIONALE
REDISTRIBUTIVO
criterio bisogno lavoro Cittadinanza
destinatari Poveri (chi non ha lavoratori Cittadini (solo
risorse famigliari e non cittadinanza giuridica o
è sostenuto dal lavoro) allargata a residenza)
Copertura (quanto Marginale = mi rivolgo Occupazionale (l’obbiettivo è Universale
riesco a coprire e a chi a pochi aspetti in lavoro)
mi rivolgo)
finanziamento Fiscale Contributivo Fiscale
Ruolo dello Stato Minimo (lo Stato Complementare (rispetto al Sostitutivo (lo Stato si
spende poco per il mercato e alla famiglia, sostituisce alla famiglia
Welfare e interviene laddove non arrivano, arriva e al mercato)
poco) lo Stato)
Requisiti Prova dei mezzi (Isee, Partecipazione/assicurazion Cittadinanza/residenza
stipendio…devo e (devi essere incluso nel = accesso ai diritti senza
dimostrare di avere sistema se no non hai diritto fare differenza con la
diritto all’assistenza) cittadinanza giuridica
Livello di spesa basso medio Elevato
I CRITERI DELLA TIPOLOGIA DI TITMUSS
Quarta Europa Modello misto: rilevanza previdenza ma anche assistenza e sicurezza sociale
Regolazione del mercato fortemente dualistica (differenza di tutela fra
dipendenti pubblici e lavoratori di grandi imprese molto protetti e altre
P ortogallo categorie poco protette fino agli anni ’90 prevaleva contratto di lavoro a tempo
indeterminato, i lavoratori erano molto tutelati, soprattutto chi lavorava nel
I talia pubblico e nelle grandi imprese, protetti dal rischio di disoccupazione, tutti gli
TIPOLOGIA
altri poco protetti. Dopo gliDIanni
FERRERA
’90 la differenza si diffonde anche nel pubblico
G
Ferrerarecia
e grandi imprese. Lavoratori precari, part time, voucher, lavoro a chiamata, a
riteneva ci fossero delle similitudini molto importanti
somministrazione, fra Europa
cococo…etc. tantidel
tipisud (Portogallo,
di contratto cheGrecia; Spagna, Italia
non esistevano fino =alPIGS.
Sono modelli di occupazione misti ovvero’95 o c’è una rilevanza
esistevano in mododella previdenza
residuale, oggima con un ruolo
il dualismo è franon secondario
persone dell’assistenza
che hanno un
S
e dellapagna
sicurezza sociale. contratto a tempo indeterminato e tutti gli altri (differenza che si può verificare
Per comparare le diverse esperienze anche all’interno
europee, Ferrera della
partestessa grande impresa
dalla distinzione fra: o ufficio)
Criticità quarta Europa:
Abusi e logiche clientelari (privilegiare alcune persone rispetto ad altre sulla base di reti di
appartenenza famigliare/mafioso…) = in Italia gli abusi sono molto frequenti es. finte indennità
Assegni familiari bassi, indennità di disoccupazione irrilevanti (ora con il lavoro precario il rischio
di disoccupazione è più elevato) per disoccupato si intende una persona che non lavora e sta
cercando attivamente lavoro (es. casalinghe/anziani/malati/studenti/bambini sono INOCCUPATI,
non sono disponibili a trovare lavoro, o anche chi ha smetto di cercarlo perché scoraggiate) se
diminuisce il tasso di disoccupazione e non aumenta quello di occupazione e crescono gli inattivi
vuol dire che la crisi è drammatica, le persone hanno addirittura smesso di cercare lavoro.
MIT=giovani che non sono in corso di formazione, non studiano e non cercano lavoro, fenomeni
preoccupante, depressione con cause sociali. L’abbandono scolastico è più elevato nelle famiglie
dove il livello di istruzione è più basso, il fenomeno MIT accade anche in altri casi. I criteri
dell’INPS (garantisce l’assicurazione dai rischi dei lavoratori che hanno una posizione presso
l’INPS, coloro che non hanno mai lavorato per l’INPS non esistono, le pensioni e aiuti economici
sono
Distorsioni tipiche del diversi italiano:
Welfare in base alla storia lavorativa) e dell’ISTAT (ha l’obbiettivo di fotografare, anche se
purtroppo mai del tutto, una realtà) sono diversi
o Spesa pubblica sbilanciata (storicamente) sulle pensioni, l’Italia ha speso più sulle
pensioni che sulle disoccupazioni, servizi per gli anziani, educazione, disabilità…
o Divario protezione tra diverse categorie professionali
o Distorsione distributiva: ci sono lavoratori più tutelati rispetto ad altri Welfare italiano = welfare
1. Gruppi sociali garantiti = lavoratori dipendenti della pubblica occupazionale misto. Può
amministrazione e grandi imprese decidere se spendere di più
2. Gruppi sociali semi garantiti = lavoratori autonomi, dipendenti dalle piccole per una voce o l’altra.
imprese e settori tradizionali es. artigiani L’Italia ha scelto di spendere
3. Gruppi sociali non garantiti = lavoratori instabili e irregolari, di più per le pensioni
30 anni successivi alla Seconda guerra mondiale = trentennio glorioso del welfare state
Crisi del welfare state anni metà anni ’70 inizio anni ’90: crescente inadeguatezza delle vecchie soluzioni di fronte
ai nuovi problemi della società post-industriale, il welfare nasceva per far fronte alla nascita delle industrie,
modernizzazione, stravolgimento degli assetti tradizionale: abbandono campagne, perdita del sostegno di una
famiglia allargata, nascita della famiglia nucleare, duri ritmi del lavoro in fabbrica…il welfare cerca di far fronte a
questi problemi MA la società è in continua evoluzione
Dopo anni ’70 con la crisi del fordismo società post-industriale, nascono nuovi problemi ed il welfare entra in
crisi perché non attrezzato per risolversi, sia il modello universalistico che quello economico erano costruiti su
premesse socioeconomiche e politico-istituzionali che sono venute meno nel corso degli anni 70
o Crisi fordismo
o Grande crisi economica
o Invecchiamento progressivo della popolazione
FinooagliAumento
anni ’60 paese di
occupazione femminile
emigrazione, poi immigrazione. 1986 crisi
fordismo
prima legge sull’immigrazione in Italia
crisi
(miglioramento condizioni di vita,
immigrazione economic
si muore meno per parto, da
a
bambini, la natalità decresce, cure
crisi
e vaccini per malattie, aumenta la
anni '70
qualità dell’alimentazione, povertà
residuale…etc.)
aumento
invecchiamento
occupazione
popolazione
femminile
o Nato in età fascista in fabbrica, non lo scopo di sostituirsi alle persone bisognose ma AIUTARE AD AIUTARSI
o Anni ’50-’60 lavorano nei vari enti assistenziali di categoria (quello per sordomuti, quello per ciechi, quello per invalidi di
guerra…assistenza sociale e sanitaria FRAMMENTATA), strutturati su base nazionale con sedi decentrate sul territorio.
Anche in enti locali come Province e Comuni, aiuto alle famiglie in difficoltà con sussidi economici o istituzionalizzazione
Istituzioni del servizio sanitario
Questa riforma modificò l’assistenza sanitaria, creandone uno nazionale unico, valido per
tutti gli utenti. Le prestazioni. Mentre prima di allora c’erano diversi enti che si
occupavano della salute e sussistenza della diversa categoria di soggetti (sordo muti,
invalidi di guerra…). Quindi in realtà questa legge avrà un impatto fondamentale anche
rispetto comparto dei servizi alla persona.
• Legge 833/1978 —> evento chiave, processo di riforma dell’intero comparto dei servizi alla persona.
• Prima del 1978 —> assistenza sanitaria e sociale erogata da molteplicità di enti separati autonomi, divisi per
categorie di utenti e per tipologie di prestazioni.
* Idee guida legge 833/1978 (Presenti anche nello spirito della 328/2000 e anche nel nuovo codice deontologico—> non
può essere compresa se non sappiamo cos’è successo negli anni ’70
• Lotta all’emarginazione (ora inclusione = in quanto cambia): obiettivo dell’epoca era favorire l’inclusione attraverso la
de-istituzionalizzazione (abolizione di alcune istituzioni totali. = far uscire i soggetti considerati marginali da queste
istituzioni che le nascondevano. Inserirle in una società dove considerano persone con problematiche. Emarginazione —>
combattere il fatto che certe persone in virtù delle caratteristiche vengono poste ai margini della società.
• Partecipazione: in assemblee, comitati… La partecipazione della cittadinanza (era scontata), era favorito in tutte le sue
dimensioni, vi era assemblee definite “assemblee cittadine”, nascevano in quegli anni comitati scolastici, di quartiere…
Questa società doveva essere coì-costruita con la partecipazione di tutti, nessuno escluso
• Prevenzione: è in questi anni che nacquero: medicina del lavoro, consultori, centri contro la tossicodipendenza,
(riguarda anche il servizio sociale). Ovvero deve prevenire il problema e non soltanto intervenire nel momento in cui si
presenta. Da questo momento in poi sia nell’ambito medico che in quello sociale si iniziò a lavorare al concetto di —>
• Programmazione: idea guida nata con la legge 833 del 1978 e presente ancora oggi nella 328 del 2000 —> io devo
“prevenzione” Spirito del frutto del clima culturale che si respirava negli di costruire quel tipo di società (caratterizzata da
programmare l’intervento sia che sia di tipo sanitario sia socioassistenziale, (una programmazione di base triennale e
comitati, assemblee…)
flessibile, aperta all’imprevisto)
• Informazione: sui bisogni della popolazione, sui servizi. Da un lato il servizio sanitario e sociale dev’essere informato in
tempo reale sui bisogni della popolazione (e quindi faccio una programmazione di medio periodo, basata su quella
parte di popolazione).
• Decentramento: idea guida molto presente anche nella 328; il comune e non solo (i servizi territoriali anche
all’interno i uno tesso comune ) hanno un ruolo prioritario. L’intervento si gioca su una programmazione soprattutto a
Legge 833/1978 (sanità)
Queste linee guida (i punti precedenti) le ritroveremo intatte nella legge di riforma dei servizi sociali. La legge di riforma del
2000 riprende queste linee guida, comprendiamo la 328 anche conoscendo la 833. Ma è anche importante per
l’integrazione tra i servizi sociali e quelli sanitari (che ritroviamo nella 328 del 2000.
1978 non esisteva riforma del servizio sociale ma nascerà solo dagli anni 2000. Questa legge del
1978 —> prevedeva che i comuni erano sollecitati a delegare alle USL (unità sanitaria locale)
le competenze sociali. (Quelle per es. tossicodipendenza, ai minori e alla malattia
psichiatrica). (Oggi diventate ASL). Si ha bisogno di competenze locali per comprendere: il
contesto i linguaggi, le difficoltà...
• Tagli spesa: pubblica ed esternalizzazione dei servizi sociali non è stata una
Legge 502/1992 risoluzione ma una sorta di medicazione. È chiaro che in Italia il taglio della
spesa pubblica si presenta poi nel momento del bisogno.
Questa legge trasformò l’assetto del sistema sanitario —> nel senso che:
Welfare Mix = è una collaborazione tra pubblico e privato che nasce da questa esigenza di
far fronte ad uno stato sociale in crisi (economica, nuove sfide, vecchi problemi...)
Il pubblico tende sempre di più a specializzarsi in compiti di programmazione e controllo politiche di welfare mentre al
privato no profit spetta l’erogazione di alcuni servizi
Privato no profit = associazionismo, volontariato, cooperative sociali di tipo A, fondazioni (ruolo secondario). le
caratteristiche sono:
*
o Natura privata
o Basate su un atto formale che definisce le regole della governace dell’istituzione e la missione dell’istituzione stessa.
Per creare un’organizzazione bisogna prima di tutto scrivere uno statuto con le finalità, il nome del presidente, i soci
che fanno parte del comitato direttivo, le regole…etc.
o Sono caratterizzate da un auto governo (indipendenti del decidere linee strategiche, autonomia totale anche se
collaborano con enti pubblici)
o Non prevedono la distribuzione dei profitti , che dovranno essere utilizzati per i fini dell’organizzazione scritti nello
statuto. Le persone che lavorano per l’organizzazione possono essere retribuite se compiono azioni al fine di
realizzare i fini dell’associazione
o Caratterizzate da finalità di tipo pubblico
*Cooperative di tipo A : svolgono servizi sanitari e sociosanitaria con finalità pubbliche in collaborazione con enti
pubblici
Cooperative di tipo B: svolgono varie attività (agricole, industriali, commerciali, ma hanno per oggetto l’inserimento di
persone svantaggiate (legge 1991 persone svantaggiate = invalidi fisici, psichici, sensoriali, ex degenti di istituti
psichiatrici, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazioni di
difficoltà familiare, condannati definitivi ammessi alle misure alternative alla detenzione.
È la società che esclude quel soggetto
ACCOGLIERE o ESCLUDERE
?
Il limite è in quelle persone? Il problema è la capacità della società di
Mancava una legge che definisse dei criteri comuni, linee guida omogenee
LEGGE 328/2000
Per realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, per la prima volta è stata emanata una legge
organica nazionale che ha posto ordine nel settore sociale. Regola l’insieme degli interventi dei servizi e degli
interventi sociali sia occupandosi della rete dei servizi sociali sia degli emolumenti economici finalizzati al
contrasto della povertà e al sostegno delle situazioni di disabilità. Questa legge contiene in sé welfare mix:
conferisce compiti rilevanti al terzo settore, collaborazione pubblico-privato, capacità delle comunità (welfare
comunitario)delle comunità di produrre processi di auto-aiuto e legami di reciprocità e solidarietà. Il Comune ha
un ruolo da protagonista rispetto alla regione e allo Stato. Processo programmatorio si svolge su 3 livelli:
a. Nazionale = vengono definiti i livelli minimi di assistenza sociale, ciò che non può mancare a livello nazionale
k
b. Regionale = programmazione che riesce a tenere meglio in grado delle caratteristiche regionali
c. Locale = piani di zona, portierato sociale ablegato
GARANZIA DI QUALTÀ
Tutti i servizi sociali, residenziali e semiresidenziali, pubblici o in gestione al terzo settore, devono essere
accreditati. C’è un controllo di garanzia di qualità che serve come tutela
Sistema integrato (= occuparsi di problemi sociali significa avere a che fare con un contesto mutevole, complesso,
MAequipe
sfaccettato, e bisognerà ogni volta attivare realtà differenti, riforma titolo
vasta V della
che varia Costituzione: il potere
di volta in volta, legislativo
bisogna mettere
passa
in gioco tutte le risorse a disposizione) di interventi e servizi alle regioni.
sociali. Rischio di medico,
RETE = psicologa, gravi squilibri
scuola(regioni
…etc. più o
meno efficienti), difficile ricostruire il funzionamento della
Welfare municipale (l’ente che si spende di più è il comune, rete dei più
ente servizi (ogni
vicino alleregione
esigenzehadei
le sue leggi) più competente
cittadini,
riguardo il territorio ed il contesto, che attiva il municipio) e comunitario ( devo essere in grado di attivare tutte le
risorse presenti nel contesto di riferimento). Anche attraverso iniziative ludiche (es. sagra panzerotto)
PN (piani nazionali, livelli essenziali) LIVEAS = i servizi di base che non possono mancare in nessun
contesto (es. deve esserci al meno un segretariato sociale). Prima LEA (livelli essenziali di assistenza), N
2001 la nozione di LIVEAS è entrata a far parte della Costituzione. Art. 117 lo Stato ha podestà legislativ
STATO esclusiva in materia di “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili
(libertà di pensiero, espressione…) e sociali (permettono di vivere una vita dignitosa) che devono essere
garantiti su tutto il territorio nazionale”. Sono un elenco di prestazioni che io posso pretendere. Posson
essere gratuite o pagamento ticket. La norma mirava a garantire un livello di UGUALE godimento dei
diritti sociali e civili in TUTTO il territorio nazionale, poi se ne possono aggiungere di ulteriori. Art. 22 de
legge 328 identifica due livelli essenziali:
Non possono mancare misure di sostegno al reddito, interventi di sostegno a favore di minori,
disabili, anziani, tossico dipendenti e altre categorie vulnerabili
prestazioni (servizio sociale professionale, segretariato sociale per consulenza al singolo e nuclei
famigliari, un servizio di pronto intervento sociale, assistenza domiciliare, strutture residenziali e
semiresidenziali, centri di accoglienza residenziali o comunitario) che devono comunque essere
previste dalle leggi regionali.
MA l’art. 22 presenta un limite: non determina il contenuto effettivo delle prestazioni, non soddisfacen
l’esigenza di garantire un diritto all’assistenza sociale uniforme in tutto il territorio nazionale, in
conformità con il principio di uguaglianza. Gli unici piani effettivamente redatti sono quelli su scala
regionale e zonale ( il Piano Nazionale è stato approvato solo ina volta 2001-2003) rischio altissimo di n
omogeneità. Le conseguenze ricadono principalmente sui cittadini, che non sanno esattamente cosa gl
aspetta e cosa possono legittimamente richiedere; sugli assistenti sociali che non hanno garanzie di
sufficienti risorse per finanziare gli interventi; sui responsabili di area che non hanno appigli per oppors
ai tagli richiesti dagli Amministratori locali. Ci sono comuni in cui i servizi sono garantiti, in altri non.
Manca una linea guida chiara ed inequivocabile.
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
Il principio di sussidiarietà è regolato dall’articolo 118 della Costituzione italiana il quale prevede che “Stato, regioni,
province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla base della sussidiarietà. I cittadini si devono attivare per interessi
collettività, più evidente nei piccoli comuni. Al principio di sussidiarietà fa riferimento il welfare municipale e
comunitario, fa riferimento ad un welfare che viene dal basso. I cittadini diventano coproduttori dello stato. Il
principio si fonda su idea di persona pienamente responsabile (fallimenti NON sono colpa sua, aiutare la persona ad
aiutarsi, ognuno è un soggetto degno di rispetto, la situazione contingente di fragilità non deve minare la dignità della
ATTENZIONE! Dalle parole dipende anche il mio atteggiamento ed il mio punto di vista. Tenere sotto controllo dinamica di
persona che ho di fronte. Relazione cocostruita con la persona) del proprio sviluppo e della propria promozione, per
potere insito in qualunque professione d’aiuto. Lavoro su sé stesso
cui la valorizzazione e il sostegno della persona, singola o associata; deve avvenire nel pieno rispetto della sua
autonomia e della sua libertà. Le diverse istituzioni devono creare condizioni necessarie per permettere alla persona e
Utente, cliente
alle aggregazioni sociali di
Persona
SOLIDARIETÀ = aiuto e sostegno (es. cibo caldo, coperte ai senza tetto), ma non producono cambiamento!! Può essere
promossa dal servizio sociale ma non può essere il fine ultimo.
SUSSIDIARIETÀ = metodo per sviluppare capacità e autonomia, può produrre il cambiamento. Il servizio sociale deve
produrre capacità di autonomia nelle persone
SUSSISIARIETÀ VERTICALE
Legge 328/2000 include nei piani di zona il terzo settore (regioni = podestà legislativa, promulgano leggi che definiscono
organizzazione dei servizi sociali per territorio)
Il comune fa tanti piani di zona quanti sono i distretti
Obbiettivi: favorire la creazione di sanitari (ambiti territoriali spesso coincidono con i distretti
una rete di sevizi e interventi sanitari, perché e fondamentale una loro collaborazione)
flessibili (società sempre in
mutamento) stimolando le Sussidiarietà verticale
risorse della comunità locale
Attori coinvolti:
Aree di intervento:
-anziani
-persone con disabilità
-famiglie
-minori e adolescenti Rete di servizi sempre più flessibile, mobilitazione di tutte le
-immigrazione realtà per realizzazione dei progetti
-povertà,
Comunità esclusione
= risorsa, sociale
utilità pratica per far fronte al continuo cambiamento sociale MA scarse risorse + si è alzata l’asticella
-dipendenze
delle aspettative della collettività. Quando si attiva nascono delle sinergie positive, solidarietà reciproche favorite dal
-salute
welfare mentale stesso (ma non per forza legate al welfare). Vicinato, associazioni e attività di quartiere, iniziative a
comunitario
vario titolo con l’idea di pescare nella realtà territoriale più prossima. Lavoro di comunità = mettere il cittadino in contatto
con linee formali (pronto soccorso; comune…etc.) e informali (si creano attivando le relazioni) del territorio. Promuove e
sostiene reti di solidarietà, crea fiducia. Comunità non solo come recettore passivo di risorse ma che sia essa stessa
ATTORE SOCIALE, ovvero produttrice di risorse e iniziative.
PROTAGONISMO TERZO SETTORE
Legge 328/2000 include nei piani di zona il terzo settore non solo con ruolo consultivo, ma anche con un ruolo partecipe e
responsabile delle scelte strategiche. Sigla dell’accordo di programma dove si esplicita il consenso al piano.
Coinvolgimento da parte dei Comuni nella coprogettazione di interventi innovativi e sperimentali.
Codice deontologico riformulato nel marzo 2020 ed è entrato in vigore nei primi di giugno. 8 titoli, a ciascuno
corrisponde una sezione del codice:
L’assistente sociale è RESPONSABILE nei confronti dei colleghi, della professione, delle persone di cui si fa carico, della
società, delle altre professioni…etc.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE = vincolante, legge domestica, ovvero vale solo per chi è iscritto all’ordine. In caso di
violazione è prevista una sanzione che nei casi più gravi può consistere nella cancellazione dall’ordine
PREAMBOLO:
“La professione dell’assistente sociale è fondamentale per garantire i diritti umani e lo sviluppo sociale (valori
fondanti l’etica professionale, valori INVIOLABILI. Se violati si va contro sia all’etica professionale sia al codice
deontologico) e, a questo scopo, è normata dallo Stato a tutela della persona e delle comunità (occuparsi del
benessere dei singoli è contribuire al benessere della società nel suo complesso); anche per questo, l’assistente
sociale è consapevole che la professione è una risorsa da tutelare, che implica doveri e responsabilità”.
Questo Codice definisce i limiti del corretto esercizio professionale e ha lo scopo di orientare i comportamenti
(il codice non può fornire delle strategie standardizzate, delle pratiche uguali per tutto delle soluzioni. Ogni
persona ha una storia diversa ed un contesto socioeconomico, relazionale e affettivo diverso) professionali
degli assistenti sociali verso gli standard di pratica etica più alti possibili. (ONERE DELLA SCELTA). La professione
si adopera per affrontare le ambiguità e i dilemmi connaturati al suo esercizio, anche attraverso pratiche
riflessive e processi decisionali orientati a risultati etici. L’assistente sociale, quindi, in relazione agli sviluppi dei
“Il Codice
fenomenivalorizza
socialiesplicitamente
e della culturale capacità
politica, haeilledovere
risorsedidiaggiornarsi
tutti gli individui e delle
rispetto comunitàdella
all’evoluzione con cui l’assistente
dimensione
sociale
eticaopera. Riflette l’impulso
della professione. (nonmorale
esistonodirisposte
tutta la professione, che si impegna
nel codice deontologico ma asoltanto
perseguire la giustizia sociale e a
orientamenti)
riconoscere la dignità intrinseca di ogni essere umano. Anche per questa ragione, non sono più utilizzati i termini
utente/cliente, riferiti a coloro che si rivolgono all’assistente sociale, entrambi sostituiti dal termine persona”
(importanza delle parole, cambia la società e cambia la sensibilità. Il linguaggio è una lente attraverso la quale
percepiamo il mondo. Non “handicappato” ma “persona con disabilità”, non “drogato” ma “persona con
dipendenza”. Scelta dettata dal cambiamento. Importante il fatto che ciò sia inserito nel codice, più del fatto che il
termine “persona” al posto di “utente” sia usato o meno, importante dal punto di vista simbolico)
“Invece, per pura convenzione, il testo è redatto utilizzando termini declinati al genere maschile che assumiamo
Se modifichiamo il linguaggio modifichiamo anche il modo in cui vediamo il mondo che ci circonda
“La relazione con la persona, anche in presenza di asimmetria informativa, si fonda sulla fiducia e si esprime attraverso un
comportamento professionale trasparente e cooperativo, teso a valorizzare tutte le risorse presenti e la capacità di
autodeterminazione degli individui”. Nelle professioni d’aiuto si creano spesso delle Asimmetrie informativa di potere o
anche di tipo informativo, bisogna cercare il più possibile di creare un clima di fiducia, trasparenza e cooperazione.
Mandato di controllo, con il fine di aiutare la persona si può ricorrere anche a sanzioni. Capacità di autodeterminazione =
no soggetto fragile e privo di risorse, le risorse ci sono ma devono essere trovare e ricostruite. Le risorse si possono
attingere anche dall’ambiente circostante. È un lavoro che deve essere fatto INSIEME.
La professione è dinamica e riflessiva; il professionista si impegna con le persone affinché esse possano raggiungere il
miglior livello di benessere possibile, tenuto conto dell’evoluzione del concetto di qualità della vita. Concetto che cambia
nel tempo e nei luoghi.
L’assistente sociale è tenuto a migliorare sistematicamente le proprie conoscenze e capacità attraverso processi di
costante dibattito, formazione e auto-riflessione (non rimuovere le nostre fragilità ma fare i conti con esse, l’AS non
deve essere forte ma deve lavorare continuamente su di sé con l’umiltà di riconoscere i propri nodi, rendersi conto delle
storie che più fatichiamo a trattare, NON censurarsi MAI), per garantire il corretto esercizio della professione.
“Il Codice considera e accoglie i dilemmi connessi all’evoluzione sociale, economica e giuridica sia locale sia globale.
Recepisce le indicazioni internazionali sull’uso delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e include
le differenti forme di esercizio della professione”. La società è in continuo cambiamento, è facile aggrapparsi
all’esperienza e alla tradizione ma bisogna avere l’elasticità di mettere in discussione tutto. Osservare tutto
“lateralmente”, cercare di cogliere anche ciò che i nostri occhi aggrappati ad altri valori/realtà normalmente non
vedrebbero. Servizio sociale = struttura a rete, si adatta facilmente al cambiamento della società. RESILIENZA. Esigenza
di ridefinire il codice deontologico, in 20 anni il mondo è cambiato tantissimo, rimanda spesso a tecnologie.
N.B “La salute è definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di
malattie o infermità” (nota 4, importantissimo! Anche gli AS di occupano della salute dei cittadini)
ART
“Vista5 la
(titolo 2): “L’assistente
Costituzione sociale faItaliana
della Repubblica propri ieprincipi fondamentali
in particolare della
gli articoli 2, Costituzione
3, 4, 10, 33 edella Repubblica
41” nasce Italiana.
durante la Seconda
Riconosce il valore,
guerra mondiale laresistere
per dignità intrinseca e l’unicità
al fascismo di tutte
e nazismo, le personealla
il riferimento e ne promuove iribadisce
Costituzione diritti civili, politici,
le radici deleconomici,
servizio
sociali,
sociale. culturali e ambientali così come previsti nelle disposizioni e nelle Convenzioni internazionali”. NON è una
professione neutra sul piano valoriale, adesione ai valori che troviamo nel codice deontologico. Agisco in modo
eticamente corretto solo se condivido i valori della repubblica italiana, il codice deontologico è VINCOLANTE
ART 21 (titolo 3) L’assistente sociale agisce in coerenza con i principi etici e i valori della professione, mantenendo un
comportamento consono all’integrità, al prestigio e alla dignità della professione stessa, anche nell’utilizzo dei mezzi di
comunicazione di massa e, in particolare, dei social network e dei social media. Articolo NUOVO. Ricadute pratiche.
TITOLO 1
1. Il Codice Deontologico è costituito dai principi e dalle regole che l’assistente sociale iscritto all’albo professionale
DEVE conoscere, osservare e contribuire a diffondere. (è la nostra legge, la violazione può provocare sanzioni anche
molto gravi = radiazione dall’albo. L’AS non poteva dire “non lo sapevo”. È responsabile anche delle inadempienze dei
colleghi se non interviene) AS divisi per zona ma in alcuni casi quando soprattutto si creano conflitti di interesse si può
cambiare.
2. La conoscenza e il rispetto del Codice sono vincolanti per l’esercizio della professione in tutte le forme in cui essa è
esercitata; la non conoscenza delle norme in esso contenute non esime dalla responsabilità disciplinare.
3. I principi, i valori e le regole contenute nel Codice orientano le scelte di comportamento dei professionisti in tutti gli
ambiti, a tutti i livelli di responsabilità attribuita, anche quando gli interventi professionali siano effettuati a distanza, via
internet o con qualunque altro dispositivo elettronico o telematico.
4. L’esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, sulla disciplina accademica, sulla pratica,
sull’autonomia tecnico-professionale e sull’indipendenza di giudizio. L’assistente sociale non partecipa ad iniziative lesive
di queste dimensioni.
6. L’assistente sociale afferma i principi della difesa del bene comune, della giustizia e dell’equità sociale (valori che
fondano eticamente il servizio sociale) e, nel promuovere la cultura della sussidiarietà (art. 118 Costituzione, legge 328
del 2000), della prevenzione (con la legge 833 del 1978) e della salute (salute a 360°, benessere complessivo), opera
affinché le persone creino relazioni di reciprocità all’interno delle comunità (welfare comunitario) alle quali
appartengono.
7. L’assistente sociale riconosce il ruolo politico (intervento orientato a valori e principi costituzionali, MAI neutrale) e
sociale della professione e lo esercita agendo con o per conto della persona e delle comunità, entro i limiti dei principi
etici della professione.
8. L’assistente sociale riconosce la centralità e l’unicità della persona (in primo luogo!! Non tossico dipendente, disabile…
etc. ogni intervento deve essere tarato sul singolo caso e non standardizzato. Ogni persona è unica, ha la sua storia ed il
suo contesto) in ogni intervento; considera ogni individuo anche dal punto di vista biologico, psicologico, sociale,
culturale e spirituale, in rapporto al suo contesto di vita e di relazione.
9. L’assistente sociale svolge la propria azione professionale senza fare discriminazioni e riconoscendo le differenze di
età, di genere, di stato civile, di orientamento e identità sessuale (prima della revisione del codice non erano citati), di
etnia, di cittadinanza, di religione, di condizione sociale e giuridica, di ideologia politica, di funzionamento psichico o
fisico, di salute e qualsiasi altra differenza che caratterizzi la persona, i gruppi o le comunità. Consapevole delle proprie
convinzioni e appartenenze personali, non esprime
GENERE giudizi di valore sulla personaORIENTAMENTO
IDENTITÀ in base alle sue caratteristiche o
orientamenti e non impone il proprio
Sesso che mi sistema
viene di Come
valori.mi
(FONTAMENTALE!
percepisco a Non assumere
Preferenzamai un atteggiamento
giudicante, è giusto avereattribuito
dei valorialla
ma non devono compromettere
prescindere dalle l’aiuto) sessuale
nascita in funzione caratteristiche del mio corpo.
alle mie Se un uomo si sente donna
caratteristiche bisogna parlarne al
femminile se no VIOLENZA DI
GENERE e viceversa
10. L’assistente sociale riconosce le famiglie, nelle loro diverse e molteplici forme ed espressioni (apertura
verso le famiglie arcobaleno), nonché i rapporti elettivi di ciascuna persona, come luogo privilegiato di
relazioni significative. (devo capire quali persona svolgono un ruolo importante in positivo o negativo nella
vita della persona e comprenderle ne progetto) atteggiamento umile, ascoltare le proprie percezioni/intuizioni
senza darle per verità, pronti a ribaltare la propria visione. Il partner violento spesso all’esterno è molto
seduttivo.
Formazione violenza di genere fondamentale, perché trasversale (anche se ci si occupa di minori, assegni famigliari…).
Bisogna riconoscere gli indicatori e non cadere nella trappola dell’uomo. Il fidanzato violento all’inizio potrebbe far sentire
molto “amate”. Iper attività di un ragazzino potrebbe essere segno di altro, non riuscire a parlare mai da soli con una
donna…i lividi sono “””il meno””” perché facilmente riconoscibili, una ragazza che viene progressivamente isolata dal
gruppo di amici è più difficile da recepire come segno di violenza
Il codice deontologico precedente parlava di discriminazione e NON di violenza
12. L’assistente sociale, nell’esercizio della professione, previene e contrasta TUTTE le forme di violenza e di
discriminazione. (conoscere canzoni che istigano alla violenza, applicazioni, revenge porn…etc.)
13. L’assistente sociale concorre alla produzione di modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente, della sostenibilità
ecologica e della sopravvivenza sociale, consapevole delle difficoltà nel rapporto tra l’essere umano e l’ambiente.
(estremamente moderno)
14. I dilemmi etici sono connaturati all’esercizio della professione. L’assistente sociale li individua e li affronta
evidenziando i valori ed i principi in contrasto. Le scelte professionali che ne risultano sono la sintesi della valutazione
delle norme, del sapere scientifico, dell’esperienza professionale e sono comunque indirizzate al rispetto della libertà,
dell’autodeterminazione e a conseguire il minor svantaggio per le persone coinvolte. Il professionista orienta la propria
condotta alla massima trasparenza circa le ragioni delle proprie scelte e documenta, motivandolo, il processo
decisionale.
Dilemmi etici = situazioni in cui devo scegliere fra valori e principi in contrasto fra loro. Es. medici e dirigenti scolastici
devono denunciare tutti gli immigranti clandestino. Io dirigente scolastico devo rispettare la legge ma ho il dovere di
accogliere TUTTI i bambini. L’eutanasia è un dilemma etico
16. L’assistente sociale ricerca la collaborazione di altri colleghi o altri professionisti e percorsi di supervisione
professionale ogni volta che lo valuti opportuno. (fondamentale il confronto, è sbagliato sia sentirsi troppo potenti sia
sentirsi impotenti.sociale
20. L’assistente Umiltàriconosce
di cercarei confini
il confronto, per
tra vita guardare
privata la situazioneed
e professionale anche
evitada altre prospettive)
commistioni che possano interferire
con l’attività professionale o arrecare danno all’immagine della professione. Non intrattiene relazioni di natura
sentimentale o sessuale con i destinatari degli interventi cui sia preposto o comunque coinvolto in senso lato.
(relazione AS-persona è ASIMMETRICA, c’è di mezzo il potere)
22. L’assistente sociale non usa la propria posizione per ottenere vantaggi personali, anche nella forma di beni
materiali; valuta l’opportunità di accettare doni simbolici o di modico valore nell’ambito in cui si svolge l’intervento.
(in base alla relazione d’aiuto es. devo affidare i figli a te o no? capire se quel gesto simbolico può servire, magari per
creare un’atmosfera di fiducia. Potere discrezionale e se può essere utile o controproducente
23. L’esercizio della professione in forma gratuita non è ammesso. Sono fatti salvi casi eccezionali, interventi pro
Violenza di genere processi sociali, non è un’eccezione o un imprevisto. È uno strumento, è al contempo
conseguenza e una delle modalità per costruire il genere. Femminicidio: 2 figure.
Vittima perfetta = profilo pulito, senza condotte negative (No “se l’è cercata)
Maltrattante perfetto = deve incarnare caratteristiche come problemi psichiatrici, divorzio, disoccupazione…se no non si
comprende. Pratica integrata nella società
TIPI DI VIOLENZA:
Fisica
Le definizioni di violenza spesso non coincidono a livello socio-politico, medico e giuridico, quelle giuridiche spesso
arrivano molto dopo rispetto a quelle sociopolitiche
La maggior parte dei femminicidi si verifica dopo che la donna ha preso il coraggio di separarsi
Violenza assistita spesso si trasforma in violenza subita
I bambini/bambine che assistono a violenza sono adultizzati, non vogliono lasciare la mamma da sola più assenze a
scuola. Ma non è possibile definire un modello. Bambini estremamente aggressivi/estremamente responsabili e
compiacenti.
CISMAI
Nei casi(maltrattamenti
di violenza NONabuso
si piò infanzia)
trattare la= vittima
NO incontri protetti,
e l’autore nelloche avvengono
stesso mondo,inl’AS
un luogo neutro
si prende fra di
carico padre e figli con
un nucleo. la
Conflitto
presenza
non ad armidi un AS.asimmetria
pari, Accompagnare relazione
di potere. Nongenitore-figlio/a in unlecontesto
si possono valutare mancanzeprotetto. Momento
della madre estremamente
(fragilità momentanea, delicato per i
capacità
bambini. Bambini = strumento di tramite che il padre potrebbe utilizzare per arrivare
genitoriali compromesse in modo TEMPORANEO, percorso di ricostruzione) come quelle del padre alla madre. Violenza psicologica. Può
provocare crisi nei bambini/e. P.A.S (sindrome dell’allenazione genitoriale) bufala. Le madri manipolano i minori per
utilizzarli come armi vs padre. Psichiatra Gardner 1985 è arrivato a perdere il suo lavoro. Rigettata ma ha trovato spazio in
alcuni tribunali. Non si può chiedere alla vittima di incontrare il carnefice. Ennesima forma di violenza. Ci sarà modo di
lavorare sul rapporto padre-bambino/a ma più avanti. Anche i bambini, come le mamme, hanno sentimenti ambivalenti
verso il padre. I bambini tendono a colpevolizzare se stessi
RUOLO DEI SERVIZI SOCIALI: presa in carico della donna multidisciplinare. Sia pubblico sia privato. Lavoro di RETE. L’AS però
ha accesso a TUTTO il nucleo. La violenza è traversale (non esiste una solo profilo economico, sociale, culturale…sono
INDICATORI:
COLLOQUIO:
1. Garantire la massima riservatezza, luogo sicuro e neutrale in cui il maltrattante non ha accesso
2. Tempo, perché spesso è in chiusura di colloquio che iniziano ad aprirsi
3. Aiutare a riconoscere la violenza (nessuna può dire di non aver mai subito violenza, non giustificarla MAI)
4. Condannare la violenza ma non l’autore, che spesso è un uomo che hanno sposato, amato, con cui hanno avuto dei
figli…può scatenare senso di vergogna e portarla a richiudersi in sé stessa
5. Non porre condizioni, non obbligala a denunciare se non è pronta
6. Dare informazioni remise e chiare es. quali sono i suoi diritti e le nostre possibilità
7. NON giudicare e NON minimizzare
8. Gestire le proprie emozioni dovute a stereotipi, luoghi comuni
9. Gestire paura effetto “vaso di Pandora” (= aprendo il tappo esce qualcosa di ingestibile, paura di non sapere come
intervenire, MAI girare la testa dall’altro lato. Si deve lavorare in equipe e contare sull’intervento anche di altre
figure)
10. No proporre mediazione familiare, di parte, convenzione di Istanbul
11. Domande aperte, possono venire fuori dettagli che altrimenti non verrebbero fuori che magari non abbiamo mai
ipotizzato
12. Controllo economico, ISOLAMENTO, non può vedere amici, parenti o andare a lavoro
13. Mettere la donna in contatto con centri anti violenza
*ESEMPIO DOMANDE:
a. Mi sembra preoccupata, va tutto bene in famiglia?
b. Cosa succede quando lei ed il suo partner siete in disaccordo?
Servizi che offre AS:
Per andare più a fondo e valutare rischio:
- Ascolto Violenza vs uomo
a. Camminare sulle uova quando il partner è nei paraggi? Il pavimento crollerà, e la donna ha questa
- Colloqui accoglienza TOTALMENTE
consapevolezza, è inevitabile ma la donna cercherà comunque di riparare, di trovare una via d’uscita
- Pagamento comunità diversa
- Aiuto ricerca lavoro
Se la donna decide di tornare con l’autore della violenza l’AS non ci può fare niente, non può più supportare la donna
ma i figli, può contattare tribunale minori se la situazione non è sicura. LASCIARE LA PORTA APERTA SEMPRE VERSO LA
DONNA. L’imbarazzo della seconda volta in cui si chiede aiuto è maggiore. Non è una sconfitta dell’AS
I bambini che assistono a violenza assumono dei modelli relazionali, che comunque si possono cambiare col tempo. Il
bambino apprenderà che quella è una modalità per mostrare amore, la bambina apprenderà che quella è un modello
relazionale consono. La violenza genera violenza, si deve interrompere SUBITO.
MANDATO ISTITUZIONALE: identifica il complesso delle funzioni che un professionista è tenuto a svolgere sulla base
della normativa generale e specifica che informa l’organizzazione alla quale appartiene ed alla quale deve rispondere
nel suo operato; indica le competenze, i contenuti, le modalità attraverso i quali può e deve operare a favore dei fruitori
del servizio che eroga.
29. La natura fiduciaria della relazione con la persona impone all’assistente sociale di agire con la massima trasparenza. Il
professionista informa la persona sui suoi diritti e doveri, sugli impegni reciproci, sui programmi e sugli strumenti
dell’azione professionale, sulle risorse impiegate o necessarie e sulle conseguenze prevedibili degli interventi tenendo in
opportuna considerazione le caratteristiche culturali e le capacità di comprensione e di discernimento dell’interlocutore.
Resta fermo il generale obbligo di segretezza in tutti i casi previsti dalla legge. Non sempre semplice creare una
situazione di fiducia. Il codice presenza solo una situazione ideal-tipica. Indica anche i doveri dell’assistente sociale.
Costruire fiducia agendo SEMPRE in modo trasparente. Se omissione o errore l’AS deve informare l’interessato, e fare di
tutto per trovare soluzioni. Bisogna tenere conto del livello culturale, la lingua, l’esperienza. Devo mettermi al livello
dell’altra persona. Situazione di comprendere può essere compromessa momentaneamente (shock, abuso di sostanze,
depressione). Se persone straniere codici culturali diversi. Importante la mediazione culturale. Es. se la ragazza volta le
spalle mentre le partiamo per noi è una mancanza di rispetto, in altre culture è il contrario. No relazione simmetrica. Io
so che detengo il potere, so che tu lo sai, ma nonostante questo mi metto al tuo livello, senza usare termini tecnici o
difficili e senza abusare del potere. L’obbligo di segretezza permane anche se l’AS è sospeso dall’albo, anche se la
persona è deceduta, anche dopo la conclusione del rapporto. Quando il segreto professionale possono essere violati?
33. L’assistente sociale informa la persona sui limiti e le eventuali deroghe al segreto professionale e all’obbligo di
riservatezza, in particolare in riferimento alle seguenti fattispecie: a) rischio di grave danno alla persona o a terzi, in
particolare minorenni, incapaci o persone impedite a causa delle condizioni fisiche, psichiche o ambientali; b) richiesta
scritta e motivata dei legali rappresentanti del minorenne o dell’incapace, nell’esclusivo interesse degli stessi; c) formale
espressione di volontà dell’interessato o del suo legale rappresentante, informato delle conseguenze della rivelazione; d)
rischio grave per l’incolumità dell’assistente sociale; e) esercizio del proprio diritto di difesa nei procedimenti giudiziari,
disciplinari o sanzionatori comunque denominati.
Il consenso della persona deve essere sempre richiesto (a meno che intervento del tribunale), non si può imporre
una terza persona (es. tirocinante) senza richiesta. SE grave danno alla persona o tersi si può violare il segreto MA
si deve avvertire preventivamente (es. suicido) o anche in caso di rischio incolumità AS, o se minaccia di fare
male ad un terzo. Dilemma etico. RICORDA: l’As lavora in equipe. Accesso alla documentazione che riguarda la
persona. L’AS non è obbligato a rendere testimonianza in un processo a meno che non sia previsto dalla legge.
L’anonimato delle persone minorenni e con maggiore difficoltà deve essere SEMPRE garantito.
TITOLO V: