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Progettazione, esecuzione e controllo di rilevati

leggeri realizzati in argilla espansa


Claudio di Prisco,* Giuseppe Buscarnera*

Sommario
Il ricorso all’impiego delle argille espanse, spesso abbinato alla tecnica della compensazione dei carichi, è oramai una
pratica comune nella realizzazione di rilevati stradali e/o ferroviari in presenza di strati di terreno cedevole di elevato spes-
sore. Le argille espanse, grazie a un peso per unità di volume sensibilmente inferiore a quello dei comuni inerti di cava, con-
sentono di ridurre i cedimenti associati alla realizzazione dell’opera, incrementare la durabilità della stessa e ridurre i costi
di manutenzione da parte dell’ente gestore. In questa nota è fornita una panoramica delle principali problematiche geotec-
niche attinenti la progettazione di tali opere, con particolare attenzione alla risposta sismica delle stesse. Dopo una breve
introduzione riguardante le caratteristiche delle argille espanse alla micro-scala ed il loro comportamento alla meso-scala,
sono discussi in dettaglio alcuni aspetti di rilevanza pratica, quali le analisi di stabilità, la stima dei cedimenti attesi, le tec-
niche di messa in opera e le metodologie di controllo dei manufatti. La nota evidenzia in particolare come l’utilizzo di tali
materiali permetta di ridurre sensibilmente anche i cedimenti permanenti associati a scosse sismiche di elevata intensità.

1. Introduzione rio necessarie qualora siano determinanti i pro-


blemi legati alla funzionalità dell’opera. Come ben
Le argille espanse rappresentano un materiale noto, i cedimenti che hanno luogo in seguito alla co-
da costruzione largamente utilizzato in ingegneria struzione e all’utilizzo di un rilevato artificiale posto
civile e che, a partire dagli anni Quaranta, ha avuto su uno strato di terreno cedevole possono essere di-
una grande diffusione per applicazioni di isola- stinti in cedimenti immediati e in cedimenti differiti
mento termico e di alleggerimento di calcestruzzi nel tempo. Questi ultimi possono essere riconduci-
strutturali. In Italia, dai primi anni Ottanta l’im- bili (i) al fenomeno della consolidazione indotto dal
piego di tali materiali è stato esteso ad una vasta peso proprio del rilevato, (ii) al comportamento vi-
gamma di applicazioni geotecniche. In modo parti- scoso dei terreni di fondazione, (iii) alla ciclicità dei
colare, l’argilla espansa trova una delle sue princi- carichi indotti dal passaggio di automezzi o treni sul
pali applicazioni nella realizzazione di rilevati stra- rilevato stesso ed, infine, (iv) ad eventuali azioni si-
dali in condizioni problematiche, come ad esempio smiche.
in presenza di terreni di fondazione caratterizzati Al fine di rendere accettabile l’entità dei cedi-
da scadenti proprietà meccaniche o lungo pendii in- menti, è pratica corrente far ricorso a tecniche one-
clinati potenzialmente instabili. rose quali l’applicazione di un precarico, l’utilizzo di
La costruzione di rilevati artificiali su terreni dreni verticali per accelerare la fase di consolida-
molli, quali argille tenere inorganiche, limi com- zione oppure la bonifica o il radicale consolida-
pressibili, argille organiche e torbe è infatti a mento dei terreni cedevoli di fondazione. Una me-
tutt’oggi un problema geotecnico di complessa solu- todologia efficace per il controllo dei cedimenti at-
zione. Nella progettazione di un’opera in terra ed in tesi consiste nel ridurre il carico applicato a livello
particolare per un rilevato stradale, l’obiettivo prin- del piano di fondazione. Il raggiungimento di tale
cipale consiste nell’ottenere, ad opera realizzata, obiettivo è oggi possibile grazie alla realizzazione di
una struttura che nel tempo sia il più possibile sta- rilevati leggeri e all’impiego della tecnica della com-
bile con assestamenti compatibili con futuri inter- pensazione dei carichi. Il mercato mette oggi a di-
venti manutentori. Da un punto di vista progettuale sposizione varie tipologie di materiali “leggeri” per
è allora cruciale sia il rispetto delle condizioni limite costruzioni in terra, fra i quali è opportuno citare le
sia la riduzione dei cedimenti [LOGANATHAN et al., pietre pomici naturali, il polistirene espanso sinte-
1993; INDRARATNA et al., 1994; ZHANG, 1999]. L’uti- rizzato e le argille espanse. In questa memoria ci si
lizzo di georinforzi può agevolmente risolvere il focalizzerà esclusivamente sull’impiego delle argille
primo problema. Differenti misure sono al contra- espanse, fornendo informazioni di carattere proget-
tuale concernenti la caratterizzazione geotecnica
del materiale e le modalità di messa in opera.
L’obiettivo principale della memoria è quello di
* Politecnico di Milano - Dipartimento di Ingegneria Strutturale mostrare come tale soluzione comporti notevoli

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA 3/2010


PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DI RILEVATI LEGGERI REALIZZATI IN ARGILLA ESPANSA 11

a) b)

Fig. 1 – (a) Tipico grano di argilla espansa; (b) il fuso granulometrico di una miscela di argilla espansa comunemente com-
mercializzata in Italia.
Fig. 1 – (a) Example of light expanded clay grains; (b) cumulative grain size distribution of a mixture of light clay grains commercialized
in Italy.

vantaggi sia al fine di ridurre i cedimenti associati al essi non raggiungono mai la completa saturazione,
peso proprio della struttura, sia in termini di rispo- in quanto spesso occlusi e non interconnessi. Dal
sta sismica dell’opera. punto di vista meccanico, l’argilla espansa è un ma-
teriale granulare puramente frizionale. Peraltro,
l’elevata irregolarità della superficie dei grani favo-
2. Miscele granulari per rilevati alleggeriti: le risce l’indentazione tra di essi e in alcuni casi il loro
argille espanse danneggiamento, implicando un comportamento
micro-strutturale in qualche modo paragonabile a
L’argilla espansa è un materiale leggero artifi- quello delle sabbie calcaree. Il processo d’indenta-
ciale, derivante dalla lavorazione di terreni argillosi. zione a bassi valori tensionali impedisce la rotazione
È infatti ottenuta mediante un processo termico a relativa tra i grani, mentre a livelli tensionali mag-
partire da argille naturali, noto in letteratura come giori porta alla rottura dei grani stessi (crushing). La
processo di clinkerizzazione. Il singolo grano (Fig. 1a) fratturazione della superficie del grano è associata
è costituito da una parte corticale esterna più resi- alla nascita di deformazioni di tipo viscoso, non ri-
stente e meno porosa e da una matrice interna ca- scontrabili fintanto che la “corteccia” esterna ri-
ratterizzata da un elevato indice dei vuoti. La note- mane inalterata.
vole porosità delle argille espanse comporta un Analizzando la microstruttura del singolo
peso specifico dei grani solidi particolarmente ri- grano, si coglie la presenza di una scorza esterna
dotto, pari circa ad un sesto di quello di una comune clinkerizzata di colore chiaro e di una zona interna
sabbia silicea. La morfologia dei grani (forma, spes- meno compatta e con una maggiore percentuale di
sore della parte corticale esterna, scabrezza superfi- vuoti. A causa della presenza dei vuoti endogranu-
ciale, diametro medio, porosità della matrice in- lari il peso specifico medio del singolo grano, indi-
terna), varia sia in funzione dell’argilla di partenza cato nel seguito con il simbolo γg, si discosta marca-
sia del processo di lavorazione. Le caratteristiche fin tamente dal valore del peso specifico γs del mate-
qui elencate influenzano significativamente il com- riale ridotto allo stato di polvere. Il valore di γg può
portamento meccanico del grano e di conseguenza essere determinato, in accordo con la norma EN
dello scheletro solido risultante dal loro insieme. 1097-6 [2002], mediante l’impiego di un picnome-
Non è naturalmente possibile definire caratteristi- tro. Per comprendere meglio le principali implica-
che standard del singolo grano, ma soltanto indivi- zioni dovute alla microstruttura del singolo grano, si
duarne i fattori che le influenzano. La sola caratte- schematizzi per semplicità quest’ultimo come una
ristica che può essere assunta come invariante è il sfera di raggio R (Fig. 2).
valore del peso specifico per unità di volume dei so- La geometria dell’eterogeneità microstrutturale
lidi, pari a circa 23 kN/m3, valutato mediante polve- del grano può essere allora descritta dalla dimen-
rizzazione dei grani sione del raggio del nucleo R1. Se si assume che lo
Le argille espanse sono un materiale per molti spessore della scorza esterna sia pressoché indipen-
versi assimilabile ai materiali granulari tradizionali dente dalla dimensione del grano stesso e che di-
(sabbie e ghiaie), ma se ne discostano per la pre- penda principalmente dal processo di cottura, il va-
senza di vuoti all’interno dei grani, indicati con il lore di γg risulta essere principalmente funzione del
termine endogranulari. I pori endogranulari si raggio R. Il rapporto fra spessore della parte clinke-
riempiono d’acqua con molta difficoltà ed alcuni di rizzata esterna e raggio del grano si riduce con il

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Fig. 2 – Raggio interno ed esterno in un grano di argilla


espansa. Fig. 4 – Variazione del peso specifico medio della miscela
Fig. 2 – Inner and outer radius of a light expanded clay grain. in funzione di d50.
Fig. 4 – Dependency of the average weight per unit volume of the
mixture as a function of d50.

Il diametro massimo dei grani comunemente


prodotti in Italia è pari a 32 mm. Per determinare
le dimensioni medie dei grani che compongono il
campione di argilla espansa e stabilire le percen-
tuali in peso delle varie frazioni, si effettuano analisi
granulometriche in accordo con le indicazioni ri-
portate nella norma EN 933-1 [1999]. In figura 1b
è riportato il fuso granulometrico caratteristico
delle miscele comunemente commercializzate ad
uso geotecnico in Italia. Nota la curva granulome-
trica della miscela di argilla espansa considerata, di-
venta possibile la valutazione del peso specifico me-
dio relativo ad una miscela prestabilita. Per sem-
plicità è possibile correlare al diametro medio
Fig. 3 – Variazione del peso specifico del singolo grano in
funzione del suo diametro. d50, che può essere ricavato dalla curva granulome-
Fig. 3 – Dependency of the weight per unit volume of a single trica del materiale, come mostrato in figura 4.
grain as a function of its diameter. Il peso per unità di volume dipende inoltre,
per un’assegnata distribuzione granulometrica,
dalla densità relativa dell’ammasso. Tale valore ri-
raggio del grano stesso, ed è pertanto possibile scri- veste particolare importanza perché, come ve-
vere: dremo in seguito, influenza profondamente le ca-
ratteristiche meccaniche dello stesso. Per definire
lo stato di addensamento di un materiale granu-
(1) lare, è necessario conoscere il suo peso per unità di
volume secco allo stato di massimo addensamento
nella quale V Tg rappresenta il volume totale del γd max e allo stato di minimo addensamento γd min,
singolo grano, Ws1 il peso della parte interna porosa secondo la relazione:
del grano, W s2 il peso della scorza esterna, R il
raggio del grano, R1 il raggio della parte interna (2)
mentre t=R1/R. Una verifica sperimentale di tale
relazione, può essere ottenuta realizzando provini ammettendo che la sua curva granulometrica si
di argilla espansa pressoché monogranulare, valu- mantenga inalterata. I valori di γd max e γd min sono
tando sperimentalmente il peso per unità di volume funzione dalla granulometria della miscela (Fig. 5).
dei grani (Fig. 3). Grazie a tali correlazioni, nota la curva granulome-

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Fig. 5 – Andamento di γd min e γd max in funzione di d50 e .


Fig. 5 – Dependency of γd min e γd max on d50 and .

trica, è possibile valutare i pesi per unità di volume mensioni dei grani, in volumi troppo piccoli, di-
in condizioni di massimo e minimo addensamento. venta rilevante il cosiddetto “effetto struttura” che
Alla luce di tale descrizione di base delle carat- influenza i risultati delle prove. Per ovviare a questo
teristiche microscopiche delle argille espanse, nelle problema, è pratica comune effettuare prove speri-
seguenti sezioni sarà descritta la loro risposta mec- mentali su campioni “tagliati”, cioè campioni otte-
canica alla meso-scala. A tale scopo si farà riferi- nuti scartando la frazione più grossolana. Nel se-
mento a campagne sperimentali in situ e in labora- guito tale problema sarà discusso commentando al-
torio, i risultati delle quali sono in parte riportati in cuni risultati sperimentali riferiti sia a campioni ta-
IMPOSIMATO et al. [2003], DI PRISCO [2007] e DI PRISCO gliati (e pertanto su campioni di dimensioni stan-
e VECCHIOTTI [2009]. dard) che a campioni di grande dimensione ottenuti
a partire della reale granulometria del materiale.

3. Comportamento meccanico alla meso-scala


3.1. Compressibilità monodimensionale
Come qualunque altro materiale, il comporta-
mento meccanico delle argille espanse può essere Come ben noto, grazie all’esecuzione di prove
studiato a tre differenti scale: (i) micro-scala (o unità edometriche è possibile mettere in risalto aspetti del
di base, alla quale si analizzano le relazioni interpar- comportamento meccanico di fondamentale inte-
ticellari, per risalire poi da queste ad una descri- resse per il progettista, e in modo particolare è pos-
zione del comportamento del materiale nella sua sibile ricavare una stima della deformabilità del ma-
globalità), (ii) meso-scala (alla quale si analizza il teriale costituente il rilevato. L’argilla espansa
comportamento di un volume di terreno compara- quando caricata in condizioni edometriche presenta
bile a quello di un campione utilizzato nelle usuali un comportamento che si discosta in alcuni aspetti
prove di laboratorio, (iii) macro-scala (alla quale si da quello degli usuali materiali granulari impiegati
analizza il comportamento del terreno in grande per la realizzazione di costruzioni in terra. È possi-
scala, cioè a un livello che può interessare diretta- bile infatti rilevare un notevole incremento di rigi-
mente un’opera reale). dezza per bassi valori di carico verticale, rigidezza
I mezzi sperimentali che consentono di effet- che tende ad un massimo attorno ai 300 kPa di
tuare analisi ai livelli appena descritti comprendono sforzo verticale per poi diminuire progressivamente
indagini in sito, prove di laboratorio e lo studio del all’aumentare dello sforzo stesso (Fig. 6). I risultati
comportamento di opere in grandezza naturale. Le illustrati in figura sono stati ottenuti eseguendo
apparecchiature geotecniche standard, in laborato- prove a carico controllato su provini di dimensioni
rio, sono caratterizzate da dimensioni dei provini standard ottenuti scartando la frazione più grosso-
che mal si adattano alle argille espanse. Date le di- lana (Dmax<9.53 mm). Analogamente a quanto ac-

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a) b)

Fig. 6 – a) Diagrammi sforzi deformazioni per differenti stati di addensamento; b) Variazione del modulo edometrico in
funzione dello sforzo efficace verticale [ISMES, 1998].
Fig. 6 – a) Stress-strain response for different relative densities; b) Dependency of the oedometric modulus on the vertical effective stress
[ISMES, 1998].

cade nei classici materiali granulari da costruzione,


i cedimenti si sviluppano pressoché istantanea-
mente all’applicazione dei carichi. Il modulo edo-
metrico M cresce all’aumentare della densità rela-
tiva: in generale durante la fase di carico vergine i
valori di M si attestano intorno ai 10 - 20 MPa, men-
tre raggiungono valori intorno ai 100 MPa nelle fasi
di scarico-ricarico.
La granulometria influenza significativamente
le caratteristiche di compressibilità del materiale, in
quanto la presenza di grani di dimensioni maggiori,
che risultano meno resistenti e dotati di una minor
Fig. 7 – Andamento qualitativo dell’inviluppo di rottura
rigidezza, accentua maggiormente l’appiattimento
caratteristico di un’argilla espansa.
della curva di scarico, come è stato osservato su
Fig. 7 – Qualitative sketch of the shear strength envelope for a
prove in grande scala effettuate su vari tipi di mi- light expanded clay.
scele di aggregati leggeri che presentavano granu-
lometrie non epurate della componente più grosso-
lana [V ALSANGKAR e H OLM , 1990]. La rottura dei
grani che si verifica nei primi cicli di carico conferi- constatare un tipico comportamento “locking”, il
sce all’aggregato, infatti, un maggior numero di quale per valori maggiori di sforzo verticale efficace
punti di contatto interparticellari, con l’effetto che lascia il posto ad un incremento di deformabilità.
complessivamente esso reagisce più rigidamente ai Questa tipologia di risposta meccanica del materiale
successivi carichi. Tale comportamento è sempre derivante da prove edometriche è ben nota in lette-
più accentuato all’aumentare della pezzatura dei ratura, e rappresenta una chiara evidenza del feno-
grani costituenti la miscela. meno di danneggiamento dei grani (grain crushing)
Per valori di sforzo verticale superiori a circa 0.3 avente luogo a seguito dell’applicazione di sforzi
Mpa il materiale, indipendentemente dalla densità verticali sufficientemente elevati [HARDIN, 1985;
relativa iniziale, si degrada a causa dell’attivazione COOP e LEE 1993; PESTANA e WHITTLE, 1995].
di un processo diffuso di rottura dei grani. In corri-
spondenza del suddetto valore di sforzo, infatti, il
modulo edometrico M tende a decrescere monoto- 3.2. Comportamento meccanico a rottura
namente, nonostante l’incremento della pressione
efficace di confinamento (Fig. 6b). Per valori di Come per altri materiali granulari, l’inviluppo
sforzo verticale inferiori a 0.3 MPa è possibile infatti di rottura risulta fortemente curvo (Fig. 7). In gene-

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rale, la curvatura dell’inviluppo di rottura è influen-


zata, oltre che dalla dimensione dei grani, anche
dalla loro scabrezza superficiale e dalla loro spigolo-
sità. Nel caso delle argille espanse, al contrario, è
correlabile prevalentemente al danneggiamento dei
grani.
In altre parole, l’angolo d’attrito esibito dalle ar-
gille espanse in prove di taglio in cella triassiale di-
pende dalla pressione di confinamento e, quando il
materiale è costipato in sito, dalla profondità. Se, ad
esempio, sono presi in considerazione i risultati
delle prove triassiali ottenuti su provini standard in
condizioni mediamente sciolte (Dr=40%), l’angolo
d’attrito può variare dai 50° riscontrati a basse pres-
sioni di cella (pcella=20 kPa) fino ad un valore di 32° Fig. 8 – Variazione dell’angolo d’attrito in funzione della
a pressioni di cella più elevate. Simili risultati si ri- pressione di confinamento per differenti valori di densità
scontrano anche per valori differenti di densità re- relativa [IMPOSIMATO et al., 2003].
lativa (Fig. 8). Fig. 8 – Dependency of the fiction angle on the mean effective
Un aumento della pressione di confinamento, confinement for different relative densities [IMPOSIMATO et al.,
2003].
oltre ad influenzare il valore dell’angolo d’attrito
ϕ’, interviene sulle caratteristiche qualitative della
risposta meccanica. All’aumentare della pressione A tal proposito, prove di taglio diretto e trias-
di cella, infatti, le argille espanse esibiscono un siali su provini di grande dimensione hanno per-
comportamento a rottura più duttile, ovvero carat- messo di valutare l’influenza dell’effetto scala [VAL-
terizzato da un’attenuazione della fase di softening SANGKAR e HOLM, 1990; MACCARINI, 1998]. Sulla base
post-picco che caratterizza il materiale alle basse delle precedenti considerazioni, e date le usuali al-
pressioni. Questo aspetto è schematicamente rap- tezze dei rilevati stradali e ferroviari, si evince però
presentato in figura 9a. Tale comportamento è che l’argilla espansa può essere convenientemente
strettamente legato al danneggiamento dei grani, caratterizzata da un angolo intorno ai 40°, a condi-
ed è anche funzione della scabrezza superficiale e zione che venga garantito un adeguato livello di
dell’irregolarità geometrica dei grani stessi. Questi compattazione. Le problematiche riguardanti la
aspetti, a parità di pressione di confinamento, sono compattazione in sito ed il controllo della qualità
più evidenti in presenza di granulometrie più gros- delle operazioni di costipamento, saranno discusse
solane. in dettaglio nel seguito della nota.

Fig. 9 – a) diagrammi sforzo-deformazione assiale per differenti pressioni di confinamento; b) andamento qualitativo delle
deformazioni volumetriche ottenute da prove triassiali su argilla espansa per differenti pressioni di confinamento.
Fig. 9 – Qualitative plot of the mechanical response of light clays in triaxial compression tests at different values of the mean effective
confinement: a) stress-strain response; b) volumetric strains.

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3.3. Comportamento deformativo Un metodo per ridurre il cedimento totale con-


siste nel ridurre il carico applicato a livello del piano
Similmente a quanto osservato negli usuali ma- di fondazione. Il raggiungimento di tale obiettivo è
teriali granulari da costruzione, la rigidezza iniziale possibile grazie alla realizzazione di rilevati leggeri
delle argille espanse è fortemente influenzata dal e all’applicazione della tecnica della compensazione
grado di addensamento del materiale e dalla pres- dei carichi. Tale tecnica permette infatti di limitare
sione di confinamento cui esso è sottoposto. In ag- i cedimenti in maniera economicamente vantag-
giunta, il cambiamento della risposta deformativa giosa, mantenendo allo stesso tempo stabile la quota
dei mezzi granulari è fortemente non lineare, e i va- di progetto ed incrementando i valori del coeffi-
lori rigidezza tangente e secante si riducono sensi- ciente di sicurezza associato ai principali cinemati-
bilmente al crescere del livello tensionale. Come at- smi di rottura.
teso, la rigidezza iniziale risulta anche marcata- Nel caso della realizzazione di rilevati allegge-
mente influenzata dalla granulometria della mi- riti lungo pendii potenzialmente instabili, la proget-
scela. Infatti, la resistenza e la rigidezza dei grani si tazione non può prescindere dal rischio di riattiva-
riducono al crescere della loro dimensione media. zione di meccanismi di rottura, che possono coin-
La presenza di frazioni granulometriche più grosso- volgere la stabilità globale della struttura. L’utilizzo
lane causa in genere una riduzione della rigidezza di argille espanse può risultare vantaggioso al fine
elastica, effetto questo che tende ad attenuarsi con il di evitare l’innescarsi o il riattivarsi di movimenti
crescere della pressione di confinamento. Infatti, gravitativi qualora il rilevato sia posto nella zone di
superata una determinata soglia tensionale, durante monte della potenziale area in frana. In tali circo-
la fase di compressione isotropa della prova trias- stanze, infatti, una diminuzione del sovraccarico ha
siale, i grani più grossi cominciano a frantumarsi, un effetto benefico. Esempi di analisi numeriche ac-
conferendo cosi alla miscela una maggiore rigidezza coppiate agli elementi finiti relative al caso di un ri-
elastica. levato su uno strato omogeneo ed inclinato di ar-
Analogamente, anche il comportamento volu- gilla sono illustrati in IMPOSIMATO et al. [2003].
metrico è sensibilmente influenzato dalla pressione
di confinamento (Fig. 9b). In generale, per basse
pressioni di confinamento (20-50 kPa), è evidente, a 4.1. Modalità costruttive dei rilevati artificiali leggeri
rottura, una forte dilatanza sia per miscele con com-
ponente fine sia di pezzatura più grossolana. Alle In figura 10 sono riportate le varie tipologie di
alte pressioni di confinamento il comportamento rilevati alleggeriti comunemente impiegati. Sono
volumetrico può variare notevolmente a seconda individuabili due categorie differenti: (i) i rilevati al-
della granulometria della miscela, con una ten- leggeriti senza compensazione (Fig. 10 ab), e (ii) i ri-
denza alla compattazione molto più marcata in pre- levati alleggeriti compensati (Fig. 10 cd). Nel primo
senza di frazioni grossolane. caso si sfrutta unicamente l’effetto benefico indotto
È inoltre importante osservare come, per pres- dal minor peso per unità di volume del materiale,
sioni di confinamento elevate, non sembra eviden- che si traduce in un minore carico distribuito sul ter-
ziarsi il raggiungimento di condizioni di stato cri- reno di fondazione sottostante. Nel secondo caso, al
tico. Anche tale aspetto è sostanzialmente associato contrario, si sostituisce parte del terreno scadente di
al progressivo danneggiamento dei grani, più mar- fondazione, al fine di migliorarne le caratteristiche
cato in presenza di grani di dimensioni maggiori meccaniche e compensare in parte o completa-
[MUIR WOOD e MAEDA, 2007]. mente il sovraccarico. La scelta della tipologia pro-
gettuale più adatta dipende dalle caratteristiche
meccaniche del terreno di fondazione e dai costi di
4. I rilevati leggeri realizzazione delle opere.
La messa in opera standard delle argille espanse
L’argilla espansa trova una delle sue principali prevede che il materiale sia steso secondo strati di
applicazioni in campo geotecnico nella realizza- spessore non superiore ai 100 cm. Affinché ogni sin-
zione di rilevati stradali in condizioni tecnicamente golo strato possa essere compattato efficacemente
problematiche come in presenza di terreni di fonda- mediante mezzi standard di cantiere è però necessa-
zione caratterizzati da scadenti proprietà meccani- rio interporre tra strato e strato del misto granulare
che e/o lungo pendii prossimi alle condizioni limite stabilizzato (di spessore non inferiore ai 20 cm), e
di stabilità. In tali situazioni le tradizionali tecniche degli strati di geosintetico tessuto-non tessuto
costruttive sono difficilmente applicabili, poiché (TNT) che assolvano la funzione di elementi separa-
possono risultare economicamente troppo onerose tori così da evitare il ben noto e dannoso fenomeno
o tali da non permettere il soddisfacimento delle ve- del pompaggio dei fini.
rifiche riguardanti le condizioni di stabilità globale Il cosiddetto pacchetto standard comunemente
e di funzionalità. adottato è costituito, pertanto, dalla successione re-

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Fig. 10 – I rilevati alleggeriti: (a-d) schemi progettuali; (e) il pacchetto standard.


Fig. 10 – Light-clay embankments: (a-d) design layouts; (e) standard layer.

golare di strati di materiale differente (Fig. 10 e). La un quarto il valore della capacità portante superfi-
più evidente conseguenza progettuale delle proce- ciale e questo rende pressoché impossibile, senza la
dure esecutive appena descritte consiste nell’au- presenza dello strato di inerte, la movimentazione
mento, a parità di geometria, del sovraccarico in- del mezzo pesante in superficie. Al fine di ottenere
dotto dalla presenza del rilevato, rispetto a quello un peso per un unità di volume medio dell’opera
che si otterrebbe utilizzando esclusivamente argilla prossimo a quello della sola argilla espansa, è stata
espansa. In altre parole, il peso per unità di volume recentemente proposta una modalità costruttiva
medio dell’opera sarà maggiore proprio a causa alternativa basata sull’impiego di argilla espansa e
della presenza degli strati di inerte di cava. geogriglie [DI PRISCO e SECONDI, 2007]. Tale metodo-
La presenza di strati di misto granulare e geo- logia sarà brevemente descritta nel seguito della
sintetico, permette una compattazione mediante nota. La tipica sequenza di lavoro per la realizza-
rullaggio estremamente più rapida ed efficace zione del rilevato leggero prevede le seguenti fasi:
rispetto a quella eseguita mediante piastra vibrante. (i) scavo di sbancamento, (ii) posa tessuto non tes-
suto, (iii) posa del primo strato di argilla espansa,
Infatti, il basso valore di peso per unità di volume
(iv) posa tessuto non tessuto, (v) posa dello strato di
secco γd dell’argilla espansa è tale da ridurre a circa
misto granulare stabilizzato d’interposizione, (vi)
compattazione, (vii) controlli (esecuzione in sito di
prove di carico su piastra).

5. Progettazione dell’opera: sicurezza e


funzionalità
Generalmente la funzione principale dei rilevati
stradali è quella di ripartire i carichi viaggianti in-
dotti dal passaggio di automezzi, attenuandone
l’azione locale sul terreno di fondazione. L’efficacia
di tale attenuazione è tanto maggiore quanto più
sono elevati rigidezza e spessore del rilevato stesso.
Il peso proprio del rilevato può essere pertanto in-
Fig. 11 – Sequenza delle principali fasi di lavoro: posa del terpretato come un carico parassita, che induce un
geotessile non tessuto, del primo strato di argilla e del pri- incremento del livello di carico all’interno del mate-
mo strato di misto. riale sottostante. I cedimenti che rendono inaccetta-
Fig. 11 – Sequence of construction: placement of the geotextile, bili i costi di manutenzione dell’opera sono legati a
of the first layer of light-weight clay and of the first layer of tali azioni permanenti piuttosto che ai carichi viag-
natural granular soil. gianti per redistribuire i quali viene realizzato il ma-

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Fig. 12 – a) schema di un rilevato leggero senza scavo parziale del terreno di fondazione; b) schema di un rilevato leggero
con scavo parziale del terreno di fondazione.
Fig. 12 – a) light-weight embankment with no use of the compensation technique; b) light-clay embankment with use of the compensation
technique.

nufatto. Di conseguenza, per tali opere le limita- zione del terreno di fondazione sempre utilizzando
zioni riguardanti le condizioni di esercizio (cedi- materiale alleggerito. Prendendo come riferimento
menti assoluti e cedimenti differenziali), sono lo schema rappresentato in figura 12b, la differenza
spesso molto più restrittive rispetto a quelle concer- di comportamento tra rilevato realizzato con argilla
nenti le condizioni ultime. Ciò nonostante, nella espansa e quello con inerte di cava diventa molto
progettazione di un rilevato leggero è necessario af- marcata. Grazie al basso valore del peso sommerso
frontare tutte le problematiche relative alla stabilità per unità di volume di argilla espansa (γ’ 2.56 KN/
dell’opera, che sono solitamente verificate sulla base m3), l’utilizzo di tale materiale permette, oltre alla
dei tradizionali metodi dell’equilibrio limite per co- naturale diminuzione dello spessore dello strato ce-
struzioni in terra. Infatti, i rilevati stradali e/o ferro- devole, una drastica riduzione del sovraccarico. Uti-
viari in condizioni difficili sono generalmente inte- lizzando un inerte di cava come riempimento di
ressati da meccanismi di rottura di estrusione del
fondazione, dunque, si ridurrebbero i cedimenti
terreno di fondazione che evolve in una rottura glo-
unicamente perché lo spessore dello strato cedevole
bale del sistema fondazione-rilevato. È facile allora
passerebbe da S a S-H*, ma il sovraccarico posto a
mostrare come l’impiego di argille espanse, e la
profondità H* rimarrebbe pressoché inalterato. Al
conseguente riduzione dei carichi in fondazione,
contrario, l’utilizzo di argilla espansa implica sia
consenta un rilevante incremento del coefficiente di
una riduzione dello spessore dello strato cedevole
sicurezza rispetto a quelli che caratterizzerebbero il
che del sovraccarico posto alla profondità del nuovo
sistema nel caso di rilevati realizzati impiegando co-
muni inerti da cava [DI PRISCO, 2007]. Nel seguito piano di fondazione.
della nota, la tematica delle verifiche di stabilità in La stima dei cedimenti attesi a seguito dell’ese-
condizioni statiche sarà trascurata, focalizzando l’at- cuzione di ciascuna delle due tipologie di rilevato
tenzione su aspetti progettuali di maggiore inte- fin qui discusse è possibile in linea di principio attra-
resse, quali la stima dei cedimenti attesi e la proget- verso l’impiego di metodologie approssimate. A tal
tazione sismica di rilevati leggeri. proposito, alcuni esempi di calcolo sono discussi in
DI PRISCO [2007], nei quali, utilizzando classiche so-
Allo scopo di discutere i vantaggi legati all’im-
piego congiunto di aggregati alleggeriti e della tec- luzioni analitiche derivanti dalla Teoria dell’Elasti-
nica di compensazione dei carichi saranno nel se- cità [POULOS e DAVIS, 1974] e della consolidazione
guito analizzati distintamente due casi: quello di un monodimensionale, è possibile valutare la varia-
rilevato senza scavo parziale del terreno di fonda- zione dello stato tensionale conseguente all’esecu-
zione e quello di un rilevato compensato, cioè con zione dell’opera ed i conseguenti cedimenti. Ciò
scavo parziale del terreno di fondazione. consente di studiare l’effetto di parametri quali lo
Si consideri la schematizzazione riportata in fi- spessore dello strato compressibile, l’inclinazione
gura 12a che riguarda un rilevato leggero realizzato delle scarpate e l’altezza del rilevato. È possibile in
mediante l’utilizzo di più strati del pacchetto stan- particolare valutare quantitativamente la riduzione
dard descritto in precedenza. Qualora, nonostante dei cedimenti rispetto a quelli previsti nel caso di
la riduzione dei carichi agenti sul piano di posa, i ce- impiego di comuni materiali granulari. Le figure 13
dimenti indotti dalla costruzione di un rilevato al- mostrano la notevole riduzione dei cedimenti attesi
leggerito risultino superiori a quelli ammissibili, è a seguito della realizzazione di un rilevato compen-
opportuno valutare la realizzazione di un rilevato sato all’aumentare dello spessore di compensazione
compensato con scavo parziale, rimozione e sostitu- H*.

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DI RILEVATI LEGGERI REALIZZATI IN ARGILLA ESPANSA 19

a) b)
Fig. 13 – a) Cedimenti calcolati al di sotto del punto medio della fondazione del rilevato al variare dell’angolo α della scar-
pata; b) Cedimenti differenziali massimi calcolati al variare dell’angolo α della scarpata (dove ρ è lo spostamento verticale,
RC il rapporto di compressione RC=CC/(1+e), B la larghezza della fondazione del rilevato e H* lo spessore di compensa-
zione) [da DI PRISCO, 2007].
Fig. 13 – a) Calculated settlement below the central point of the foundation as a function of the slope angle α ; b) Calculated differential
settlement as a function of the slope angle α (ρ is the vertical settlement, RC=CC/(1+e), B is the foundation width and H* the
compensation thickness) [after DI PRISCO, 2007].

L’utilizzo di argilla espansa rende praticamente La risposta sismica di un rilevato, sia esso alleg-
trascurabili i cedimenti istantanei, i quali avvengono gerito o meno, posto su di un terreno di fondazione
durante la fase di costruzione, e limita sensibilmente molto cedevole (ad esempio un’argilla normalconso-
i cedimenti differiti che, nel caso di una completa lidata) è essenzialmente dominata dalla deformabi-
compensazione possono essere addirittura annullati. lità del rilevato stesso e dai cedimenti irreversibili
È importante osservare come le metodologie di che si accumulano all’interno del substrato di fonda-
calcolo approssimate per la valutazione dei cedi- zione a causa delle sollecitazioni dinamiche. Se, per
menti superficiali siano spesso basate su ipotesi ec- semplicità, in prima istanza, si trascura il primo dei
cessivamente semplificative. In alcuni casi è quindi due fattori, e si assume infinitamente rigido e resi-
conveniente verificare l’attendibilità dei risultati ot- stente il corpo del rilevato, è ben noto come la rispo-
tenuti sulla base di analisi più sofisticate. A tale sta del sistema sia governata da un effetto inerziale e
scopo, analisi numeriche basate sul metodo degli da uno cinematico. Con il primo si intendono le sol-
elementi finiti forniscono un utile strumento di con- lecitazioni trasmesse dal corpo del rilevato dipen-
fronto con i metodi semplificati [IMPOSIMATO et al., denti dalla sua inerzia. Con effetto cinematico si può
2003]. Tali analisi mettono il luce come spesso i me- intendere al contrario la riduzione di capacità por-
todi approssimati possano sovrastimare i cedimenti tante del “sistema fondazione” in condizioni sismi-
attesi, in modo particolare in corrispondenza delle che. Mentre nella maggior parte delle strutture i due
scarpate dell’opera. I metodi approssimati, infatti, effetti possono essere considerati in modo disaccop-
nella maggior parte dei casi trascurano completa- piato, nel caso dei rilevati stradali/ferroviari, a causa
mente la continuità del rilevato, che viene a tutti gli della geometria dell’opera e della deformabilità dei
effetti considerato come un carico. Al contrario, il ri- materiali da costruzione impiegati, i due effetti sono
levato esercita un’azione di ridistribuzione dei cari- fra loro accoppiati. L’impiego dei rilevati compen-
chi che appare nient’affatto trascurabile, ed in- sati in zona sismica è allora di grande interesse in
fluenza in modo marcato la stima dei cedimenti dif- quanto consente al tempo stesso una sostanziale ri-
ferenziali a tempo infinito subiti dall’opera stessa. duzione della massa del rilevato e un incremento
della quota di posa del piano di fondazione
5.1. Progettazione sismica di rilevati leggeri: quadro nor- dell’opera. Di conseguenza, è da un lato possibile ri-
mativo durre le azioni sismiche agenti sul sistema e dall’al-
tro incrementarne la capacità portante.
Negli ultimi anni il successo dell’impiego della La risposta sismica di un rilevato può essere
tecnica della compensazione dei carichi è anche do- analizzata facendo riferimento a diverse normative.
vuto alla consapevolezza che i rilevati leggeri sono Esse sono il D.M. 11/03/1988, che per molti anni è
particolarmente adatti a ridurre i danni indotti da stato il punto di riferimento per la progettazione
scosse sismiche di elevata intensità. Qui nel seguito, geotecnica in Italia, gli Eurocodici 7 ed 8 [CEN
proprio al fine di giustificare quantitativamente quella 2004] ed infine le nuove Norme Tecniche per le Co-
che potrebbe sembrare unicamente un’intuizione pro- struzioni [NTC 2008].
gettuale, tale problematica è discussa ed analizzata nu- Non si fornirà in questa sede una descrizione
mericamente mediante differenti approcci. dettagliata dei metodi di calcolo proposti dalle di-

LUGLIO - SETTEMBRE 2010


20 DI PRISCO - BUSCARNERA

Tab. 1 – Parametri impiegati nelle analisi.


Tab. 1 – Parameters used for the analyses.
Materiali – Caratteristiche fisiche, meccaniche e sismiche
Peso di volume argilla 20 kN/m3
Peso di volume misto stabilizzato 16 kN/m3
Peso di volume del rilevato in argilla espansa (pacchetto standard) 8.9 kN/m3
Coesione non drenata argilla 20 kPa
Angolo di attrito interno mezzo granulare 40°
Modulo elastico E e modulo di Poisson ν 60 MPa, 0.30
Fattore relativo al profilo stratigrafico di fondazione S (suolo tipo E) 1.15
Rilevato – Caratteristiche geometriche
Angolo di scarpa rilevato 30°
Angolo di scarpa strato compensato 60°

verse Normative, poiché ciò esula dallo scopo di agenti sul piano campagna, e quindi in presenza di
questa memoria; ci si limiterà semplicemente a pun- un semplice strato orizzontale infinitamente esteso,
tualizzare che, come ben noto, la principale diffe- la stabilità del sistema potrebbe non essere soddi-
renza tra il D.M. 1988 e le Normative successive sfatta. Si consideri, infatti, uno strato orizzontale
consiste nell’utilizzo del metodo degli stati limite. omogeneo infinitamente esteso, in assenza di so-
L’introduzione di tale metodo di verifica ha portato vraccarichi, e si utilizzi l’approccio pseudo-statico
all’impiego dei coefficienti parziali di sicurezza, andando a definire un ipotetico meccanismo di rot-
volti ad incrementare il valore delle azioni solleci- tura ad esempio rotazionale. Per un dato coeffi-
tanti o a diminuire il valore dei parametri di resi- ciente sismico, sarà sempre possibile valutare un fat-
stenza del terreno. I riferimenti normativi più re- tore di sicurezza in grado di eccitare il meccani-
centi prevedono l’esecuzione di verifiche allo stato
smo di cui sopra. Tale circostanza è però evidente-
limite ultimo, confrontando il valore della resi-
mente priva di senso fisico. Per ovviare a questo pro-
stenza e delle azioni di progetto tramite l’analisi di
blema è utile, a parere degli Autori, introdurre un
diverse combinazioni di carico, ottenute mediante
opportuni set di coefficienti parziali. coefficiente di sicurezza ad hoc FS* così definito:
Mantenendo invariato il metodo di calcolo, se si
utilizzano fattori parziali unitari, si ricade nel caso (3)
della verifica richiesta dal D.M. 1988. Il rapporto tra
resistenza e azione di progetto coincide quindi con
dove FS è il coefficiente di sicurezza valutato mediante
la definizione del ben noto fattore di sicurezza FS. È
l’approccio pseudo-statico così come suggerito da
a tale definizione (particolarmente vicina alla realtà
fisica del problema), che si farà riferimento in que- Normativa mentre, come anticipato, si riferisce al
sta sede per poter sviluppare una serie di considera- coefficiente di sicurezza che si otterrebbe nelle stesse
zioni sul comportamento di rilevati alleggeriti sotto- condizioni in assenza di rilevato. In questo modo, per
posti a sollecitazioni di natura sismica. altezze del rilevato tendenti a zero, oppure per kh ten-
Per quanto concerne i metodi di calcolo propo- dente a zero, si otterrà un FS* tendente ad infinito.
sti in relazione alle verifiche sismiche, si osserva che,
per le Norme Tecniche così come per l’Eurocodice
8, la verifica nei confronti dello stato limite ultimo 5.2. Progettazione sismica di rilevati leggeri: analisi pseu-
può essere effettuata con metodi di tipo pseudo-sta- do-statiche
tico, mentre le deformazioni permanenti subite
dall’opera (verifica dello stato limite di esercizio), Qui di seguito, sulla base di un approccio
devono essere determinate preferibilmente facendo pseudo-statico, si mostrerà in quale misura è possi-
uso di accelerogrammi reali, rappresentativi del sito bile incrementare il coefficiente di sicurezza FS* me-
in esame. Nei seguenti paragrafi saranno conside- diante variazioni dello spessore di compensazione.
rate entrambe le tipologie di analisi. Sono presi in considerazione in particolare tre dif-
È importante a tal proposito osservare che ferenti valori di coefficiente sismico kh, e sono stati
l’analisi pseudo-statica, se utilizzata in questo caso utilizzati per il terreno di fondazione i parametri di
acriticamente, porta ad una conclusione poco sen- tabella I. La risposta del terreno di fondazione, ipo-
sata. Infatti, anche in assenza di carichi verticali tizzato omogeneo, è stata analizzata mediante un

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DI RILEVATI LEGGERI REALIZZATI IN ARGILLA ESPANSA 21

Fig. 14 – a) Schema utilizzato nelle analisi pseudo-statiche.


Fig. 14 – a) Calculation scheme for the pseudo-static analyses.

approccio a breve termine, nel quale il valore di co- variare della posizione del centro del meccanismo e
esione non drenata è imposto costante con la pro- cioè rispetto al raggio R ed alla variabile xc.
fondità. L’analisi è stata effettuata ipotizzando dei In figura 15a è riportato l’andamento del coeffi-
meccanismi di rottura circolari e tangenti al sub- ciente di sicurezza F S* definito secondo la (3) al va-
strato rigido di base, la cui profondità è pari ad HT riare di HR per un rilevato convenzionale (γd = 16
(Fig. 14). Le azioni Sa trasmesse dal terreno che co-
kN/m3). I parametri sismici utilizzati sono raccolti in
stituisce il rilevato sono state stimate mediante la te- tabella I. Al contrario in figura 15b, per un valore
oria di Mononobe-Okabe [OKABE, 1926; MONONOBE prefissato di altezza del rilevato HR pari a 4 m, è mo-
e MATSUO, 1929] in cui il coefficiente sismico verti- strato l’andamento del coefficiente di sicurezza al
cale è stato assunto pari alla metà di quello orizzon- variare della profondità dello spessore di compen-
tale. sazione Hc.
Lo schema statico utilizzato è riassunto in figura Infine in figura 16 sono illustrati i risultati otte-
14, nella quale WT indica il peso del settore circolare nuti ripetendo le medesime analisi utilizzando gli
di ampiezza Da, a meno del peso dell’area del set- stessi parametri geotecnici di tabella I ma per una
tore eventualmente compensato, WR il peso del rile- sollecitazione sismica di intensità variabile. In que-
vato avente altezza HR, mentre xc la posizione del sta figura FS è calcolato in modo tradizionale, diret-
centro di istantanea rotazione rispetto al piede del tamente come rapporto fra il coefficiente di accele-
rilevato. Il valore di kh limite è stato minimizzato al razione orizzontale necessario a portare a rottura il

a) b)
Fig. 15 – Andamento del fattore di sicurezza modificato FS* : (a) per un rilevato tradizionale in funzione dell’altezza del ri-
levato e della sollecitazione sismica di progetto; (b) per un rilevato alleggerito, di altezza HR pari a 4 m in funzione dello
spessore dello strato di compensazione HC e della sollecitazione sismica di progetto.
Fig. 15 – (a) Dependency of the modified safety factor FS* for a traditional embankment on the height of the embankment and the intensity
of the seismic action; (b) Dependency of the modified safety factor FS* for a light-clay embankment (HR equal to 4 m) on the compensation
thickness HC and the intensity of the seismic action).

LUGLIO - SETTEMBRE 2010


22 DI PRISCO - BUSCARNERA

cessive è in questo caso l’angolo di rotazione θ. Sono


qui di seguito riportati i risultati ottenuti per le varie
geometrie descritte in precedenza in termini di ro-
tazioni irreversibili accumulate in seguito alla scossa
di riferimento rappresentata dal terremoto di Ge-
mona del Friuli del 1976 (Fig. 17).
In figura 18 è confrontata la risposta di un rile-
vato tradizionale di 4 metri di altezza, di uno leg-
gero della medesima altezza ma privo di compensa-
zione e quella di un rilevato compensato realizzato
mediante la tecnica della compensazione dei cari-
chi. È evidente come le differenti scelte progettuali
influenzino in modo marcato l’accumulo di rota-
zioni irreversibili. In particolare, l’utilizzo della tec-
nica della compensazione dei carichi permette di ot-
tenere valori di gran lunga inferiori di rotazione re-
Fig. 16 – Andamento del fattore di sicurezza FS per diversi sidua. Si noti che ad una rotazione di 0.15 rad cor-
tipi di rilevato, al variare della sollecitazione sismica di risponde per il cinematismo in oggetto un cedi-
progetto. mento verticale massimo all’interno del rilevato
Fig. 16 – Dependency of the safety factor FS on the seismic pari 3.37 m (Fig.19a), mentre, nella stessa situa-
intensity for different types of embankments.
zione, per il rilevato parzialmente compensato si ot-
tiene una rotazione irreversibile pari a 0.05 rad ed
un corrispondente cedimento verticale di circa 1 m
sistema e il coefficiente sismico di accelerazione
(Fig. 19c).
orizzontale applicato.
Per enfatizzare l’efficienza della soluzione “al-
leggerita”, qui di seguito sono anche confrontati i ri-
5.3. Progettazione sismica di rilevati leggeri: analisi negli sultati numerici ottenuti nel caso di rilevato tradi-
spostamenti ed analisi numeriche al contorno zionale, leggero e compensato (la geometria e la sol-
lecitazione sismica sono le medesime di figura 17).
L’analisi negli spostamenti può essere effettuata Tali risultati sono stati ottenuti eseguendo analisi
a partire dai risultati dell’analisi pseudo-statica pre- dinamiche non lineari alle differenze finite me-
cedente. Come ben noto, una volta individuato me- diante il codice di calcolo FLAC [ITASCA, 2002]. Sui
diante il metodo pseudo-statico il meccanismo di due contorni laterali sono state imposte le condi-
rottura più probabile, è pratica comune effettuare zioni cinematiche che permettono di simulare la
delle analisi alla Newmark, utilizzando come blocco propagazione delle onde di taglio in campo libero
rigido quello individuato dall’analisi pseudo-statica. mentre sul contorno di base sono stati introdotti op-
La variabile di controllo utilizzata nelle analisi suc- portuni dissipatori che tengono conto della propa-

Fig. 17 – Scossa sismica di riferimento [AMBRASEYS et al., 2002].


Fig. 17 – Reference seismic input [AMBRASEYS et al., 2002].

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PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DI RILEVATI LEGGERI REALIZZATI IN ARGILLA ESPANSA 23

Fig. 18 – Approccio negli spostamenti applicato a tre diversi rilevati di altezza 4 m: tradizionale (colonna sinistra), alleg-
gerito (colonna centrale), compensato (HC=3 m, colonna destra); andamento della velocità di rotazione nel tempo.
Fig. 18 – Numerical results obtained by employing the displacement method to three different 4 m height embankments: traditional
embankment (left column), light-weight embankment (central column), light-weight embankment with compensation technique (HC=3 m,
right column); evolution with time of the rotation velocity.

gazione delle onde elastiche nel mezzo infinita- Confrontando i risultati illustrati rispettiva-
mente esteso. Il comportamento meccanico del ma- mente in figura 19a e in figura 19b, si evince molto
teriale è stato ipotizzato elasto-plastico isotropo con chiaramente l’effetto della compensazione dei cari-
legge di rottura alla Tresca e legge di flusso asso- chi sulla risposta dinamica del sistema. Natural-
ciata per l’argilla e con legge di rottura alla Mohr- mente, al fine di valutare correttamente i cedimenti
Coulomb per il corpo del rilevato (assumendo un irreversibili indotti dal sisma sarebbe però necessa-
angolo di dilatanza pari a ψ=20°). I parametri di rio eseguire analisi numeriche accoppiate, permet-
elasticità sono stati ipotizzati costanti all’interno dei tendo al sistema di dissipare col tempo le pressioni
due materiali e le rispettive costanti di elasticità E e in eccesso accumulate durante l’evento sismico.
ν sono riassunte in tabella I.
In figura 19a sono riportati i cedimenti residui
in corrispondenza della mezzeria del rilevato in- 6. Aspetti esecutivi: messa in opera,
dotti dalla sollecitazione sismica. È evidente che il costipamento e metodi di controllo
campo di spostamenti residui, normalizzati rispetto
a quello massimo pari ad 1.48 m, differisce in ma- 6.1. Messa in opera e costipamento di aggregati alleggeriti
niera sostanziale nei tre casi. In figura 19b è invece
riportata la distribuzione dei cedimenti residui La messa in opera dell’argilla espansa nelle ap-
lungo la superficie superiore del rilevato. plicazioni geotecniche avviene con le metodologie

a) b)
Fig. 19 – Cedimenti residui indotti dalla sollecitazione sismica: (a) cedimenti in mezzeria in funzione del tempo; (b) anda-
mento dei cedimenti sulla superficie del rilevato.
Fig. 19 – Residual settlement induced by seismic shaking: (a) settlement along the centre line as a function of time; (b) settlement profile
on the embankment upper surface.

LUGLIO - SETTEMBRE 2010


24 DI PRISCO - BUSCARNERA

utilizzate solitamente nel caso dei comuni materiali vato leggero utilizzando il pacchetto standard de-
granulari. È comunque necessario seguire partico- scritto in precedenza. È stato quindi studiato l’ef-
lari accorgimenti dovuti alle caratteristiche specifi- fetto della tipologia di compattazione eseguendo
che del materiale: un’azione dinamica diretta o un delle misure di densità relativa. Le prove hanno
eccessivo sforzo di compressione localizzato pos- avuto luogo in opportuni poligoni di prova speri-
sono infatti portare alla rottura dei grani di dimen- mentali, ed hanno reso possibile la valutazione
sione maggiore con una conseguente evoluzione dell’addensamento risultante dalle differenti moda-
delle caratteristiche meccaniche della miscela. lità di compattazione del rilevato leggero.
Nella compattazione delle terre, l’applicazione Lo studio è stato svolto in sei fasi, incremen-
combinata di un sovraccarico e di una vibrazione tando in ognuna il numero delle passate di un rullo
forzata, è una tecnica adottata comunemente. I rulli compattatore. Il costipamento è stato eseguito alter-
dinamici stanno pertanto progressivamente sosti- nando rullate statiche, dinamiche ad alta frequenza
tuendo quelli statici, e tale pratica è utilizzata anche e dinamiche a bassa frequenza.
per la compattazione dell’argilla espansa. Il passag- La procedura di costipamento è stata eseguita
gio di un rullo vibrante sul terreno applica su mediante un rullo tandem semovente Dynapac a
quest’ultimo una pressione verticale ed una vibra- tamburi lisci, del peso di esercizio di oltre 7 tonnel-
zione forzata, causata dall’oscillazione di una massa late (frequenza carico dinamico pari a 70 Hz ed am-
eccentrica posta all’interno della macchina stessa. piezza 90 kN). A seguito di ogni fase di addensa-
La vibrazione si traduce in una riduzione tempora- mento sono stati misurati con l’ausilio di un autoli-
nea ma ricorsiva degli sforzi agenti normalmente vello ottico anche gli abbassamenti della superficie
alla superficie di contatto tra i grani, causando una del poligono, con lo scopo di valutare in media la
riduzione della resistenza a taglio. Questo agevola variazione di volume del materiale, e quindi la sua
quelle deformazioni irreversibili che rendono possi- densità relativa. Per effettuare una lettura sufficien-
bile l’addensamento del terreno. temente precisa è stato necessario eseguire un pre-
A differenza di quanto accade con i rulli statici, vio livellamento della superficie.
l’addensamento maggiore nel caso di impiego di Al fine di calcolare il valore di Dr per ogni mo-
rulli vibranti, non si ottiene in superficie, ma ad una dalità di rullata, e per conoscere la Dr alle differenti
profondità che dipende dal tipo di macchina e dal profondità, sono state posizionate due serie di 11
tipo di terreno. Generalmente, mediante gli usuali vasche, una per ogni settore del poligono: una serie
mezzi compattatori utilizzati in cantiere, la profon- in prossimità del fondo dello scavo, l’altra a circa 10
dità a cui si realizza il massimo dell’efficienza è com- cm dal livello superiore dello strato di argilla
presa tra 30 e 70 cm. In questi casi la compattazione espansa. La densità relativa iniziale è stata valutata
è in sostanza dovuta ad un effetto sinergico, otteni- immediatamente a seguito delle fasi di riempi-
bile con la combinazione delle azioni di peso e vi- mento e livellamento. La densità ottenuta a seguito
brazione. Con riferimento alla stratigrafia di un ri- della stesa del materiale è risultata pari al 32%.
levato alleggerito realizzato utilizzando il pacchetto Nonostante la dispersione dei dati, la linea di
standard descritto nel paragrafo precedente, l’ad- tendenza indica un andamento crescente con il nu-
densamento massimo è ottenuto a profondità di mero di passaggi del rullo, e con tendenza alla satu-
30÷50 cm. Tale punto di massima densità si attesta razione. Dalle indagini è stato inoltre possibile osser-
nella parte superiore dello strato di argilla espansa, vare come siano sufficienti poche passate del rullo vi-
appena sotto l’interfaccia con il misto granulare. brante per ottenere un sufficiente grado di addensa-
L’effetto del costipamento cresce progressivamente mento. Tali prove hanno inoltre messo in evidenza
al crescere del numero di passaggi e al diminuire che l’effetto della compattazione dinamica, dopo un
della velocità di avanzamento, ma l’efficacia dei pas- massimo che si verifica intorno ai 30 cm dalla super-
saggi decresce all’aumentare del numero degli ficie, tende a ridursi con la profondità.
stessi. I valori ottenuti indicano che superficialmente
Al fine di descrivere le modalità ottimali di si riescono ad ottenere densità relative del materiale
messa in opera delle argille espanse è utile far rife- prossime all’80%. Per quanto riguarda i contenitori
rimento a specifiche campagne sperimentali finaliz- appoggiati sul fondo, le Dr oscillano attorno ad un
zate allo studio delle tecniche di costipamento di tali valore praticamente costante che si avvicina al 30%.
materiali. Nel seguito saranno riportate pertanto al- Tale valore si avvicina molto al 32%, cioè al Dr0 do-
cune conclusioni emerse da una serie di prove in vuto alla lavorazione preliminare.
sito ed in laboratorio effettuate dal Politecnico di Recenti studi [DI PRISCO e SECONDI, 2007] hanno
Milano nel corso di una campagna sperimentale fi- preso in considerazione la possibilità di definire una
nalizzata alla caratterizzazione del comportamento metodologia di compattazione alternativa rispetto a
meccanico di una comune tipologia di argilla quella precedentemente descritta per addensare
espansa [DI PRISCO e CASTELLANZA, 2003; CASTELLANZA l’argilla espansa in cantiere mediante l’utilizzo di
et al., 2004] che ha previsto la costruzione di un rile- rulli compattatori dinamici standard. A tal fine si è

RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA


PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DI RILEVATI LEGGERI REALIZZATI IN ARGILLA ESPANSA 25

Fig. 20 – Utilizzo di geogriglie per permettere la movimentazione dei mezzi compattatori.


Fig. 20 – Geogrids used for the passage of the compaction equipment.

pensato di utilizzare geotessili o geogriglie per per-


mettere la movimentazione dei mezzi compattatori (0.1)
in superficie (Fig. 20). La finalità è quella di otte-
nere rilevati ultraleggeri nei quali sia assente lo dove i pedici (1,2) si riferiscono rispettivamente al
strato di inerte di cava che comporta un inevitabile primo ed al secondo carico, ΔP1,2 indicano le pres-
aumento del peso per unità di volume medio del sioni applicate sulla piastra, con ΔS1,2 si intendono i
corpo del rilevato.
rispettivi cedimenti misurati, mentre D rappresenta
La presenza della geogriglia si è dimostrata
il diametro della piastra.
utile a permettere la movimentazione dei mezzi
compattatori sugli strati di argilla prima della loro Data la dipendenza di Md dalle dimensioni della
compattazione. Per verificare inoltre che essa non piastra di carico, si utilizzano piastre di dimensioni
alteri in alcun modo l’effetto compattante delle vi- standard e si ipotizza che il terreno sottostante sia
brazioni indotte dal mezzo compattatore, sono state omogeneo. Si fa notare inoltre che, come ben noto,
eseguite numerose prove su piastra sia direttamente la rigidezza dei materiali granulari è funzione della
sulla griglia che sullo strato di argilla espansa, ri- pressione di confinamento e, quindi, eseguire una
muovendo localmente la griglia prima dell’esecu- prova con piastre di dimensioni differenti impliche-
zione della prova. rebbe valori di Md differenti. È pratica comune cor-
I risultati delle prove di carico su piastra hanno relare i valori di Md ottenuti alla densità relativa del
mostrato chiaramente che la presenza delle geogri- materiale: in questo modo tali prove permettono di
glie non interferisce in alcun modo con l’effetto sta- verificare il raggiungimento del grado di addensa-
tico-dinamico indotto dai rulli, e che pertanto la
mento previsto in fase progettuale. Come già osser-
metodologia proposta per ciò che riguarda la den-
sità relativa del materiale posto in sito è da conside-
rarsi del tutto equivalente a quella tradizionale. Si è
dimostrato essenziale, per la buona riuscita delle
prove, ricoprire prima del passaggio dei mezzi e
quindi della compattazione degli strati, la griglia di
un ulteriore strato di argilla espansa (Fig. 21). Que-
sto evita che la geogriglia sia trascinata dai mezzi
compattatori durante la loro movimentazione.

6.2. Controllo di qualità: le prove di carico su piastra

I metodi di controllo riguardanti la posa in


opera di strati di materiale granulare prevedono co-
munemente l’esecuzione di prove di carico su pia-
stra (Fig. 22) attraverso le quali si misura un para-
metro di rigidezza Md correlabile alle dimensioni Fig. 21 – Movimentazione dei mezzi compattatori su strati
della piastra utilizzata ed alla rigidezza del terreno rinforzati.
sul quale si esegue la prova. Tale parametro è defi- Fig. 21 – Passage of the compaction equipment on reinforced
nito come segue: layers.

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Fig. 22 – Prove su piastra per i controllo dello stato di ad-


densamento.
Fig. 22 – Plate load tests to verify the degree of compaction.

vato in precedenza, tale parametro influenza in ma-


niera significativa le caratteristiche meccaniche
dell’intera miscela e risulta dunque essenziale che il
materiale posto in opera possegga il grado di com-
pattazione desiderato. Il parametro di rigidezza Md,
influenzato dalla pressione di confinamento cui lo-
calmente è sottoposto il materiale, è indirettamente
influenzato anche dal peso per unità di volume del
mezzo granulare. Per tale motivo, l’esecuzione di
prove di carico su piastra, sia direttamente su argilla
espansa che sul pacchetto standard definito in pre-
cedenza, fornisce dei valori di rigidezza molto pic-
coli rispetto a quelli che si ottengono su strati di
inerte di cava.
Ciò che importa, però, non è ottenere dei valori Fig. 23 – Curve di carico-cedimento durante prove di la-
di modulo di rigidezza elevati, quanto piuttosto ve- boratorio (a) e in sito (b) (modificata da DI PRISCO, 2007).
Fig. 23 – Load-settlement curves from (a) laboratory tests and (b)
rificare il valore del livello di addensamento in sito
in situ tests (modified after DI PRISCO, 2007).
del materiale. A questo scopo è necessario avere a
disposizione dei dati sperimentali di riferimento
che permettano di correlare il valore di Md ottenuto
Osservando attentamente una qualsiasi curva di
in cantiere con il grado di addensamento del mate-
carico, è possibile notare un cambio di concavità
riale.
della curva, associabile ad un iniziale irrigidimento.
Al fine di ottenere delle curve di correlazione
Tale comportamento, peraltro assente nel caso si ef-
fra valore di Md e densità relativa del materiale sono
fettuino prove di carico su piastra su strati di inerte
state eseguite negli ultimi anni due campagne spe-
di cava tradizionali, diventa estremamente marcato
rimentali, una in sito, l’altra in laboratorio, su cam-
nel caso si effettui la prova direttamente sullo strato
pioni di grandi dimensioni [CASTELLANZA e DI PRISCO
di argilla espansa.
2003].
A partire dai risultati presentati in figura 23 è
Sono state eseguite prove sperimentali sia sul
possibile ricavare da ciascuna delle prove eseguite
tradizionale pacchetto standard che direttamente
sullo strato di argilla espansa. In figura 23 sono ri- una serie valori di Md, valutati sulla curva di carico
portati i grafici relativi alle prove eseguite rispetti- vergine a differenti livelli di carico. Analogamente è
vamente in laboratorio e in sito. In generale, la possibile valutare i valori di Md relativi alla curva di
prima parte della curva di carico vergine risulta ap- scarico-ricarico. Ogni valore di Md, sia per le prove
prossimativamente lineare, mentre la seconda parte eseguite in laboratorio che per quelle eseguite in
è caratterizzata da una marcata non linearità. I cicli sito, può essere correlato con il valore di Dr corri-
di scarico e ricarico presentano, come atteso, un spondente (Figg. 24-25). In figura 24 è rappresen-
comportamento lineare e pseudo-reversibile. tata in particolare la dipendenza di Md1 dal valore

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PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DI RILEVATI LEGGERI REALIZZATI IN ARGILLA ESPANSA 27

di volume di quest’ultimo fornisce anche agli strati


sottostanti una pressione di confinamento suffi-
ciente ad incrementarne la rigidezza. La disper-
sione dei risultati, oltre che all’inevitabile eteroge-
neità locale del materiale, deriva anche dai diffe-
renti tipi di miscela di argille espanse sottoposti a
prova. Infatti, come già accennato precedente-
mente, cambiare la curva granulometrica della mi-
scela implica variare il peso dell’unità di volume del
materiale. Miscele più fini, comportano maggiori
valori di Md a prescindere dalla densità relativa ot-
tenuta in fase di compattazione.

Fig. 24 – Andamento del modulo di rigidezza Md1 valuta-


to sulla curva vergine in funzione del valore di Dr, del cavo
6. Conclusioni
volumetrico osservato in sito e in laboratorio [DI PRISCO,
2007]. In questa memoria è stato affrontato il pro-
Fig. 24 – Dependency of the stiffness modulus Md1 for virgin blema dell’utilizzo di materiali leggeri quali le ar-
loading on the relative density Dr, the volumetric loss observed in gille espanse nella progettazione di rilevati stradali
situ and in the laboratory [DI PRISCO, 2007]. e/o ferroviari in condizioni difficili. Tali materiali
sono oramai largamente impiegati in Italia. Ciò
nonostante sia il loro comportamento meccanico
di calo volumetrico osservato in sito: tale relazione sia le tecniche di controllo in cantiere riguardanti
può risultare di sicura utilità in cantiere, ove questa la loro messa in opera non sono ancora del tutto
è l’unica variabile facilmente valutabile. note.
Per ciò che concerne i valori di densità relativa È stata in primo luogo fornita una descrizione
utilizzati, occorre precisare che per le prove in sito, di base riguardante gli aspetti micro-strutturali ed
sono stati utilizzati i valori di Dr estrapolati per la il comportamento macroscopico delle argille
parte superiore dello strato di argilla espansa, il espanse. È stato pertanto evidenziato il ruolo del
quale influenza in modo sostanziale i risultati della fenomeno di danneggiamento dei grani (grain cru-
prova. shing) sia in termini di compressibilità che di resi-
Dal confronto presentato in figura 25, tra i va- stenza al taglio. In generale il materiale, quando
lori ottenuti nelle prove effettuate sul pacchetto soggetto a stati tensionali sufficientemente elevati,
standard e i valori ottenuti nelle prove eseguite di- subisce una marcata degradazione della rigidezza
rettamente su argille espanse, si nota come i valori edometrica a seguito dell’applicazione di carichi
di Md vengano tendenzialmente ridotti dall’asporta- sullo scheletro solido. In aggiunta, l’angolo d’at-
zione del misto granulare. Infatti, il peso per unità trito interno risulta essere dipendente della den-

Fig. 25 – Andamento del modulo di rigidezza Md2 valutato sulla curva di scarico ricarico in funzione del valore di densità
relativa Dr. (a) prove in laboratorio; (b) prove in sito [DI PRISCO, 2007].
Fig. 25 – Dependency of the stiffness modulus Md2 for unloading on the relative density Dr (a) laboratory tests; (b) in situ tests [DI PRISCO,
2007].

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sità relativa e dalla pressione di confinamento. buildings. European Committee for Standardiza-
Quest’ultimo aspetto è sensibilmente influenzato tion (CEN), Brussels, 229 pp.
dalla scabrezza superficiale e dalla spigolosità dei COOP M.R., LEE I.K. (1993) – The behaviour of granu-
grani stessi, che possono accentuare la tendenza lar soils at elevated stresses: predictive soil mechanics.
alla rottura dei grani di argilla espansa. In: Houlsby G.T., SCHOFIELD A.N. (Eds.), Proceed-
Sono stati di seguito discussi i vantaggi legati ings of Wroth Memorial Symposium. Thomas
all’impiego di argille espanse nella costruzione di Telford, London, pp. 186-198.
rilevati leggeri, con particolare riferimento al loro DI PRISCO C. (2007) – Applicazioni Geotecniche e Carat-
impiego in combinazione alla tecnica di compensa- terizzazione Meccanica dell’Argilla Espansa Leca.
zione dei carichi. È stato evidenziato come l’uti- Laterlite S.p.A.
lizzo di argilla espansa renda possibile costruire ri- DI PRISCO C., CASTELLANZA R. (2003) – Analisi Speri-
levati su terreni molli eliminando la necessità di mentale del comportamento meccanico di rilevati artifi-
tecniche onerose, quali il posizionamento di preca- ciali in argilla espansa mediante prove su piastra. DIS,
richi finalizzati a sovraconsolidare il terreno di Politecnico di Milano.
fondazione o la messa in opera di dreni verticali DI PRISCO C., SECONDI M. (2007) – Rilevati leggeri com-
atti a rendere più rapido l’intero processo di con- pensati. 20° Convegno nazionale geosintetici SAIE
solidazione. 2007, Bologna, pp. 55-60.
È stata inoltre analizzata la risposta sismica di DI PRISCO C., VECCHIOTTI M. (2009) – Risposta sismica
queste particolari opere in terra mediante l’impiego di rilevati leggeri su terreni cedevoli. Le Strade, Ed.
di tre differenti approcci: quello pseudo-statico, La Fiaccola, vol. III, pp. 100-105.
quello negli spostamenti con analisi alla Newmark e D.M. 11/03/1988 – Norme tecniche riguardanti le inda-
infine tramite analisi numeriche eseguite mediante gini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii na-
l’impiego di un codice di calcolo alle differenze fi- turali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni
nite. I risultati hanno mostrato come la compensa- per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle
zione dei carichi, oltre a ridurre i cedimenti indotti opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
dalla realizzazione dell’opera, permetta di miglio- HARDIN B.O. (1985) – Crushing of soil particles. J. Geo-
rare drasticamente la sua risposta anche in campo tech. Eng. ASCE, 111, n. 10, pp. 1177-1192.
sismico, aprendo nuove prospettive di impiego. INDRARATNA B., BALASUBRAMANIAM A.S., RATNAYAKE P.
Infine è stata fornita una panoramica generale (1994) – Performance of Embankment Stabilized with
sulle principali problematiche esecutive legate alla Vertical Drains on Soft Clay. ASCE Journal of Geo-
realizzazione di rilevati leggeri, come le operazioni technical Engineering, vol. CXX, n. 2, pp. 257-
di stesa del materiale, le tecniche di addensamento 273.
in sito e il controllo della qualità della stesa me- IMPOSIMATO S., DI PRISCO C., LUISI C. (2003) – Analisi
diante prove di carico su piastra. In relazione a numerica di rilevati artificiali alleggeriti. Rivista Ita-
quest’ultimo aspetto sono state fornite delle curve di liana di Geotecnica, anno XXXVII, n. 1, pp. 9-28.
rapido impiego ottenute su base sperimentale, le ISMES (1998) – Prove geotecniche su argilla espansa.
quali consentono la stima dell’addensamento rag- Doc. Rat. Sta. 1016/98.
giunto in sito a partire da semplici misure del mo- ITASCA, FLAC (2002) – Fast Lagrangian Analysis of
dulo di deformazione mediante prove di carico su Continua. Version 4, User’s Manual.
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