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ALTREITALIE gennaio-giugno 62/2021

Rivista
internazionale di studi
sulle migrazioni italiane
nel mondo

International
journal of studies
on Italian migrations
in the world
INDICE

Editoriale 5

Saggi
Federico Trocini
Sradicati, migranti e colonizzatori nella riflessione sociologica
di Robert Michels 7
Uprooted, migrants and colonizers in the sociological reflection of Robert Michels
Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 25

Larissa Pergola
Il contributo economico degli italiani in Colombia. Il caso migratorio di
Padula tra fine Ottocento e Seconda guerra mondiale 27
The economic contribution of Italians in Colombia. The migratory case of Padula
between the end of the 19th century and the Second World War
Sommario | Abstract | Résumé | Extracto 48

Fonti
Ariel M. Lucarini
Fotografie della nuova mobilità italiana in Argentina 50

nomit
Quello che gli emigranti non dicono. Riflessioni per cambiare
il racconto della diaspora italiana degli anni 2000 85

Michela Valmori
Dalla storia al memoir. Rosa, la storia mai raccontata di una
giovane immigrata italoamericana 113

In memoria
Lawrence Ferlinghetti (1919-2021) (Andrea Carosso) 119
Fonti

Fotografie della nuova mobilità italiana


in Argentina
Ariel M. Lucarini
Universidad de Buenos Aires, Argentina

Introduzione
L’Argentina è stata dalla fine dell’Ottocento a metà del Novecento una meta
migratoria per milioni di italiani. Le diverse ondate migratorie di italiani verso
l’Argentina, così come le migrazioni di ritorno verso Italia di molti loro discen-
denti, provocate delle ricorrenti crisi politico- economiche che hanno scosso
il paese nel xx e xxi secolo, danno sostanza alle «metafore liquide» con cui si
fa solitamente riferimento ai movimenti migratori (Green, 2002). Le correnti,
le ondate e i flussi di italiani e italoargentini che a partire dal xix secolo attra-
versano l’Atlantico sono anche indicatori delle travagliate vicende che hanno
segnato la storia dei rispettivi Paesi. Guerre, crisi economiche, persecuzioni
politiche, esilio, spirito di avventura o più semplicemente la ricerca di nuove
opportunità e di una vita migliore.
Lo scopo di questo lavoro è di contribuire a delineare le caratteristiche
familiari, sociali, educative e lavorative nonché le aspettative passate e future
dei protagonisti dell’ultimo flusso di italiani giunti in Argentina negli ultimi
anni. A partire da una fonte di dati primaria, la «Encuesta de Presencia Ita-
liana Contemporánea en Argentina» (epica)1, che fornisce sia dati quantitativi
su aspetti solitamente non rilevati nelle statistiche ufficiali, che informazioni
complementari utili per effettuare valutazioni qualitative sull’oggetto di studio.

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Antecedenti
I censimenti della popolazione dell’Argentina mostrano come gli italiani siano
stati per decenni la nazionalità con la maggiore presenza relativa tra gli stranieri
ivi residenti (tabella 1).
L’impatto della migrazione italiana sui vari ambiti della vita sociale, econo-
mica, politica e culturale in Argentina, così come il suo impatto demografico,
ha lasciato un segno indelebile nell’identità della società argentina e costituisce
una parte significativa dei cambiamenti che l’immigrazione in generale ha pro-
dotto nella sua struttura sociale (Germani, 1968) poiché, a differenza di altri
paesi con grande immigrazione come gli Stati Uniti, il fenomeno migratorio in
Argentina è stato sostanzialmente contemporaneo alla sua costituzione come
stato moderno (Devoto, 2003).
È pertanto comprensibile che le migrazioni italiane in Argentina abbiano
suscitato l’interesse di numerosi ricercatori e specialisti che, lungo gli anni,
hanno prodotto un gran numero di studi sui temi più svariati; essendo partico-
larmente abbondanti quelli destinati alla prima fase della grande migrazione,
avvenuta tra la fine del xix secolo e l’inizio del xx2.
Relativamente più scarsi sono gli studi che negli ultimi anni affrontano
la «nuova mobilità» degli italiani in Argentina, essendo questo un fenomeno
recente e di minore rilevanza numerica. Si tratta di un fenomeno di particolare
interesse, non solo perché mostra una sorta di aggiornamento dell’immagine
dell’Argentina come meta migratoria per gli italiani – meta che sembrava estinta
per dette migrazioni da decenni – ma anche per le notevoli differenze nelle
caratteristiche sociodemografiche di questi italiani rispetto ai loro predecessori.
Tale presetnza e la sua composizione sociale è in rapporto di discontinuità con
immagini stereotipate, essendo in conflitto con la già consolidata percezione
del «migrante italiano» in Argentina.
In questo lavoro, quindi, cercheremo di fornire un contributo per rispondere
ad alcune domande, quali: chi sono i nuovi migranti, come vivono? Che lavoro
fanno questi giovani, e meno giovani, italiani appena arrivati in Argentina? Quali
legami e relazioni ci sono tra i nuovi arrivati e i migranti delle generazioni pre-
cedenti? Qual è il profilo educativo, socioeconomico e familiare? Infine, perché
negli ultimi anni hanno deciso di lasciare uno dei paesi più industrializzati del
pianeta per tentare la sorte in una terra lontana che ha cessato da decenni di
essere la promessa di prosperità che era pur stata per tanti loro connazionali?
I pochi studi esistenti fino a oggi hanno posto la questione della nuova
mobilità in Argentina con approcci diversi e con diversi tipi di fonti di dati.
Sia con fonti qualitative (analisi di blog, articoli di giornale, social network,
interviste) che con fonti quantitative secondarie (statistiche degli insediamenti
in Argentina, saldi migratori delle statistiche ufficiali italiane, ecc.). In uno dei

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primi lavori su questo tema, Luciano Gallinari analizza i diari dei viaggiatori
italiani in Argentina a partire dall’Ottocento, le relazioni dei corrispondenti ita-
liani in Argentina fino a giungere a prendere in considerazione il contenuto dei
testi dei blog di italiani che hanno solo progettato o effettuato una migrazione
in Argentina. Tra le conclusioni del suo studio, Gallinari evidenzia che le stesse
critiche alle cronache dei viaggiatori in Argentina dell’Ottocento potrebbero
anche essere applicate, oltre un secolo dopo, a utenti di blog che di solito for-
niscono descrizioni sulla realtà sociale, economica e culturale argentina dopo
aver vissuto nel paese solo per brevi soggiorni o che tracciano un panorama
generale del paese avendone conosciuto solo la capitale (Gallinari, 2012).
Adriana Bernardotti, dopo aver indagato attraverso interviste a giovani
italiani sulle motivazioni del trasferimento in Argentina nel contesto della crisi
economica italiana, sottolinea che la necessità di trovare lavoro non è stata la
ragione principale considerata dagli intervistati (Bernardotti, 2012). Tra i motivi
per lasciare il paese di origine compilati dall’autrice, questi giovani hanno di-
chiarato di cercare in Argentina nuove prospettive di crescita o di sfida personale.
In alcuni casi il viaggio in Argentina è stato addirittura considerato come un
modo di assumere un impegno politico. L’autrice ha inoltre riscontrato nelle
sue interviste una certa riluttanza degli intervistati a considerarsi «migranti» e
una preferenza a definirsi «viaggiatori», anche tra i giovani professionisti che
hanno rinunciato a lavori stabili in Italia (Bernadotti, 2015).
María Soledad Balsas, in un lavoro descrittivo basato su fonti secondarie,
analizza il fenomeno degli emigranti dall’Italia all’Argentina ed ha rilevato
che entro il 2014 si è verificata una crescita relativa rispetto alle richieste di
residenza degli anni precedenti. La stessa autrice, analizzando le dichiarazioni
di questi emigranti tratte da internet, ha riscontrato che non solo i giovani
emigrano, ma a emigrare sono anche anziani pensionati. Tra le motivazioni a
emigrare rileva la presenza di argentini che emigrarono in Italia, il ricordo di
italiani emigrati in Argentina in flussi precedenti e anche la crescente interna-
zionalizzazione dell’offerta formativa (post) universitaria, fatto che costituisce
un ulteriore motivo a lasciare l’Italia, almeno temporaneamente (Balsas, 2015).
In un altro articolo Balsas, dopo aver tracciato un panorama basato sui dati
ufficiali dei movimenti tra Italia e Argentina, sottolinea le incongruenze tra le
fonti statistiche in entrambi i paesi nonché la necessità di nuove ricerche che
possano dare un resoconto più completo e affidabile del profilo dei nuovi arrivati
dei quali, naturalmente, le fonti ufficiali non forniscono informazioni (Ibid.).

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Tabella 1. Dimensione e composizione della popolazione non autoctona dell’Argentina secondo il paese di nascita 1869-2010 in
% sulla popolazione totale
Paese di 1869 1895 1914 1947 1960 1970 1980 1991 2001* 2010*
Altreitalie

nascita

Confinanti 19,7 11,5 8,6 12,9 17,9 24,1 39,6 52,1 60,3 68,9

Spagna 16,2 19,7 35,2 30,8 29,9 23,3 19,7 13,8 8,8 5,2

Italia 34,0 49,1 39,4 32,3 31,2 28,8 25,7 20,0 14,1 8,2

Altri non 30,1 19,7 16,8 24,0 21,9 23,8 15,0 14,1 16,8 17,7
gennaio-giugno 2021

confinanti
Totale % 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Valori Asso- 210.330 1.006.838 2.391171 2.435.927 2.604.447
luti 2.210.400 1.903.159 1.615.473 1.531.940 1.805.957

Fonte: indec (1997) «La migración internacional en la Argentina: sus características e impacto». Serie Estudios 29. Buenos Aires.

* Calcolo proprio basato sui dati dei censimenti nazionali del 2001 e del 2010.

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Italiani «nuovi arrivati» descritti da epica


Fenomeno quantitativamente e qualitativamente diverso dai grandi flussi dei
periodi precedenti, la nuova mobilità in Argentina è stata analizzata attraverso un
approccio quantitativo con la «Encuesta de Presencia Italiana Contemporanea en
Argentina» (epica)3 e sviluppata dal Laboratorio di Idee Italia Argentina (lia)4.
Come già notato, lo storico argentino Tulio Halperín Donghi, ha concluso la
sua riflessione sull’approccio allo studio della migrazione italiana in Argentina,
rivelando come tale migrazione sia «onnipresente e sfuggente». Nonostante
l’enorme sfida implicita nella frase di Halperín Donghi, il sostantivo «presen-
za», che è parte della denominazione dell’indagine «epica», rappresenti sia una
sorta di tributo implicito allo storico, che un riconoscimento della difficoltà
sottolineata dall’autore. Al di là delle riflessioni teorico-concettuali e degli im-
portanti dibattiti disciplinari generati dallo studio delle migrazioni in Argentina5,
le difficoltà oggettive più immediate nell’intraprendere epica sono state sia la
frammentazione delle informazioni disponibili sia il mancato aggiornamento dei
dati dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (aire), che è il prodotto,
tra altre cause, di varie strategie e opzioni di gran parte degli italiani all’estero.
Altre difficoltà riguardano l’opzione metodologica di intraprendere uno studio
quantitativo. Rispetto agli studi qualitativi, essi offrono contributi preziosi data
la profondità tematica consentita da tecniche di approccio che si avvalgono
del racconto delle storie personali dei migranti, delle interviste o dell’analisi
di testi scritti da soggetti diversi e possono dare conto di tendenze più generali
e fornire conoscenze aggiuntive. Tuttavia, proprio per la loro ricchezza tema-
tica, possono presentare come controparte il rischio, sempre presente per il
ricercatore e per il lettore, di prendere il tutto per la parte, ovvero di giungere
a conclusioni generali a partire da casi isolati o situazioni particolari. Gli studi
quantitativi, specialmente con universi di studio specifici, non sono privi di
difficoltà, soprattutto relativi alla costruzione di un campione a partire da una
base informativa limitata e frammentaria. Tuttavia, l’obiettivo principale di
epica è stato quello di fornire informazioni con caratteristiche discretamente
misurabili sui «nuovi arrivati» che non possono essere rilevate dalle statistiche
ufficiali sulla migrazione. Infatti, poter avere informazioni a partire da una unica
fonte riguardo il livello di scolarizzazione in Italia e Argentina, la composizione
familiare, la distribuzione territoriale, l’inserimento lavorativo, tra le temati-
che più o meno oggettive, possono essere solo ottenute da uno studio ad hoc,
nonché attraverso l’indagine su altri temi di natura più soggettiva – trattati in
epica con domande aperte – su esperienze personali di vita in Argentina, come
ad esempio le modalità del primo supporto per la sistemazione, l’adeguatezza
delle competenze professionali per i lavori svolti nel paese, i costumi adottati
o le prospettive sul futuro6.

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Infine, la ricerca effettuata con epica, che è la prima indagine sociodemo-


grafica di questo tipo in Argentina, si è proposta di indagare quantitativamente
le dimensioni tematiche non disponibili in altre fonti sugli italiani che si sono
inseriti in modo stabile in Argentina dall’anno 2000. I dati inediti qui riportati
sono integrati da alcuni risultati preliminari già presentati in seminari e convegni
specialistici sull’argomento7.

Metodologia
epica è basata sulla raccolta di informazioni sociodemografiche e sulle aspettative
dei migranti, realizzata con un questionario anonimo online tra la fine del 2015
e l’inizio del 2017, applicato a un campione non probabilistico di persone nate
in Italia e giunte in Argentina dopo l’anno 2000 per stabilirvisi.
Sono stati ottenuti 164 casi effettivi che hanno risposto alle domande orga-
nizzate secondo i seguenti blocchi tematici:
– Dati sociodemografici: età, sesso, luogo di residenza, abitazione (se è di
proprietà o in affitto), nazionalità, cittadinanza
– Famiglia: composizione del nucleo familiare, stato civile, figli (italiano/
argentino), copertura sanitaria
– Istruzione: livello di istruzione conseguito in Italia, livello di istruzione
conseguito in Argentina, specializzazione, convalida dei titoli di studio italiani
in Argentina
– Caratteristiche del lavoro: tipo di occupazione, condizione dell’attività
economica, inserimento professionale in Argentina, livello di qualificazione
professionale
– Esperienza migratoria e vita in Argentina: traiettoria migratoria, prospettive
migratorie future, opinioni positive e negative sul paese di residenza e aspet-
tative, possibilità di rientro in Italia.
La comunicazione e diffusione dell’indagine è stata realizzata con diversi
mezzi: social network, materiale grafico di diffusione (cartaceo e digitale),
mailing alle organizzazioni della società civile, della comunità e delle istituzioni
italiane a Buenos Aires.

Il contesto degli ultimi due decenni


Secondo la Direzione nazionale per la migrazione dell’Argentina, gli italiani
sono classificati al 14° posto tra le nazionalità che hanno richiesto la loro re-
sidenza nel paese nel 2015. Nel 2012 hanno occupato il secondo posto, dopo i
migranti cinesi, tra i richiedenti di residenza permanente provenienti da paesi
non confinanti (Dirección Nacional de Migraciones, 2015).

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Dai dati ufficiali a oggi disponibili rappresentati nella figura 1 si evince


che la domanda ufficiale di residenza in Argentina è cresciuta costantemente
nel corso degli anni 2000, con un aumento soprattutto dal 2009. Il picco delle
domande si è verificato nel 2014 con 2.169 «richieste di residenza» avviate,
che però calano notevolmente l’anno successivo con 954 casi. Osservando le
residenze concesse si può notare che i volumi sono regolarmente inferiori, ma
con un’analoga tendenza ad aumentare nel tempo, essendo il valore più alto
nel 2015 con 973 residenze concesse. Le statistiche disponibili non mostrano
casi tra il 2016 e il 2017 e l’ultimo valore disponibile – qualcosa di meno del
valore massimo del 2015 – è presentato nel 2018 con 785 residenze concesse.
Ipotizzando forse l’effetto dello scoraggiamento a proseguire le procedure tal-
volta farraginose o ad abbandonarle, queste cifre possono essere prese come
valide in prima approssimazione del momento di maggior auge e stabilizzazione
dell’arrivo degli italiani a stabilirsi nel paese nell’ultimo decennio, così come il
dato sulla presenza probabilmente di un numero di migranti maggiore rispetto
a quello registrato, dato il mancato rigore della legislazione argentina sull’im-
migrazione per penalizzare la residenza nel paese oltre il periodo consentito
dalla legge. La situazione pandemica di covid-19 nel 2021 e le conseguenze
ancora aperte, pone nuove domande su tali tendenze.

Figura 1. Richieste di residenza presso la Direzione Nazionale della Migrazione dell’Ar-


gentina per stato della pratica, 2004-2018, valori assoluti

Fonte: elaborazione propria basata su dati della Direzione Nazionale delle Migrazioni della
Repubblica Argentina (www.argentina.gob.ar/interior/migraciones/estadisticas) Febbraio 2021

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Profilo demografico e familiare


Esaminando la struttura per età e sesso degli italiani di recente insediamento
in Argentina si nota che poco più della metà aveva, al momento dell’indagine,
un’età compresa tra i 25 ei 39 anni. La fascia di età di cinque anni con il maggior
volume è quella che va dai 30 ai 34 anni con predominanza maschile. Le donne
costituiscono la maggioranza del gruppo tra i 45 ei 54 anni (30%) (figura 2).

Figura 2. Struttura per sesso e classe di età e sesso dei nuovi residenti italiani inter-
vistati, valori in %

Fonte: epica, 2017

La figura 3 mostra che il 42% degli italiani intervistati giunti in Argentina negli
ultimi anni era single, mentre il 37% era sposato al momento dell’indagine. Il
10% ha dichiarato un’unione o convivenza di fatto.

Figura 3. Nuovi residenti italiani per stato civile

Fonte: epica, 2017

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Al momento dell’indagine, tra coloro che hanno un coniuge o convivente,


l’88% si è sposato o convive con un cittadino argentino. Mentre il 37% degli
italiani giunti negli ultimi anni ha dichiarato di avere figli. Di questi il 72% è
nato in Argentina.
La metà degli intervistati con prole aveva due figli, il 40% dichiarava di avere
un solo figlio al momento dell’indagine (Figura 4).

Figura 4. Nuovi residenti italiani per numero di figli

Fonte: epica, 2017

Luogo di origine e luogo di residenza in Argentina


Per quanto riguarda il luogo di origine, la figura 5 7 mostra che gli italiani stabi-
litisi in Argentina negli ultimi anni provengono da quasi tutte le regioni d’Italia.
Tra queste spiccano Lombardia (20%) Lazio (12%) ed Emilia-Romagna (8%).

Figura 5. Nuovi residenti italiani per regione di nascita, valori in %

Fonte: epica, 2017

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A differenza degli imponenti flussi migratori del passato, dove in ogni periodo
storico la prevalenza di migranti provenienti dal Sud o dal Nord era marcata,
la figura 6 evidenzia che sebbene l’area principale di origine dei migranti sia
il Nord, la presenza di italiani del Sud e del Centro della penisola è anche essa
rilevante.

Figura 6. Nuovi residenti italiani per area geografica di provenienza

Fonte: epica, 2017

La distribuzione territoriale dei nuovi arrivati intervistati rivela che quasi


l’80% si è insediato nell’Area Metropolitana di Buenos Aires, che è l’area
che comprende la città di Buenos Aires, capitale del paese, e le località che la
circondano, ovvero il Gran Buenos Aires. Sono stati registrati comunque casi
anche nell’interno della provincia di Buenos Aires (8%) e in altre province
dell’Argentina come Santa Fe e Mendoza, tra le altre (figura 7).

Figura 7. Nuovi residenti italiani secondo la provincia in cui risiedono, valori in %

Fonte: epica, 2017

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Osservando i quartieri della capitale argentina in cui si sono stabiliti gli italia-
ni, si può notare, indipendentemente dalle percentuali, che c’è una significativa
dispersione. I volumi relativi più elevati si verificano nei quartieri di Palermo
(20%), Recoleta (13%), Almagro (9%) e Caballito (8%). Quartieri abitati da
fasce sociali medie e medio-alte dove si concentra quasi la metà degli italiani
intervistati. Tuttavia, è interessante notare che l’altra metà è distribuita in quasi
tutti i quartieri delle diverse aree della città (figura 8).

Figura 8. Nuovi residenti italiani per quartiere della Città Autonoma di Buenos Aires,
valori in %

Fonte: epica, 2017

Per quanto riguarda i residenti nelle città del Gran Buenos Aires, sebbene
rappresentino una percentuale minore (12%), la dispersione della distribuzione
geografica è considerevole (figura 9).

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Figura 9. Nuovi residenti italiani per residenza nella città del Gran Buenos Aires,
valori in %

Fonte: epica, 2017

Mobilità e viaggi in Argentina


Questa sezione analizza le ragioni che gli intervistati hanno fornito riguardo alla
loro decisione di vivere in Argentina, le fonti di sostegno e la natura dell’aiuto
ricevuto – per coloro che lo hanno avuto – per la prima sistemazione. Viene
anche rivista la precedente esperienza migratoria degli italiani prima del loro
arrivo in Argentina.
Dato che l’indagine sulle motivazioni a vivere in Argentina è stata condotta
attraverso domande aperte, le risposte sono state codificate secondo grandi
categorie rappresentative di quanto espresso dagli intervistati8.
Dal raggruppamento delle risposte è emersa la distribuzione rappresentata
nella figura 10.
Il gruppo di risposte che hanno fatto riferimento all’insediamento in Argentina
con motivazioni principalmente legate al lavoro, sia per la ricerca di lavoro sia
perché avevano già qualche forma di assunzione, è il più significativo (38%).
Un’altra serie di motivazioni rispondeva alla vicinanza culturale e all’empatia
con l’idiosincrasia argentina («mi sono sempre sempre trovato bene»; «con
grandi affinità con la cultura argentina in generale»; «voglio approfondire lo
studio del tango»).

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Un altro gruppo di risposte è costituito da chi si è recato in Argentina per


aver fatto parte di una coppia mista (uno dei coniugi italiani e l’altro argentino)
o per motivazioni sentimentali («marito argentino», «motivo sentimentale»,
«fidanzata»).

Figura 10. Nuovi residenti italiani per motivi di insediamento in Argentina

Fonte: epica, 2017

Anche la formazione accademica e/o lo sviluppo della professione costitui-


scono un gruppo ricorrente di risposte (12%). Altre motivazioni familiari e la
necessità di cercare una nuova vita («conoscere il paese», «per reinventarmi»),
identificano il 18% dei casi. I riferimenti alla stanchezza del contesto sociale e
alla crisi economica in Italia, anche se in percentuale minore (6%), sono stati
molto espliciti («scappare dall’Italia», «non sopportavo più vivere in Italia»;
«hanno chiuso il 70 % dei miei clienti»).
Dette motivazioni e decisioni di vivere in Argentina sono maturate in larga
misura in Italia (51%) e in misura minore in Argentina (23%, figura 11).
L’idea di emigrare è solitamente motivata da influenze o consigli di persone
più o meno vicine. Alla domanda sulle ragioni della scelta, il 29% degli italiani
giunti in Argentina ha affermato che si trattava di una decisione personale. Il 19%
ha risposto di essersi consultato con il proprio partner. Il 13% si è stabilito in
Argentina per trasferimento per lavoro e il 10% per motivi di studio (figura 12).

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Figura 11. Luogo in cui è maturata la scelta di trasferirsi in Argentina

Fonte: epica, 2017

Figura 12. Nuovi residenti italiani secondo le modalità con le quali hanno deciso di
stabilirsi in Argentina

Fonte: epica, 2017

Alla domanda sull’anno in cui si sono stabiliti in Argentina (figura 13), il 17%
ha indicato il periodo tra il 2007 e il 2008.
A partire dal 2010 si è verificato un trend in costante aumento negli arrivi di
italiani. Questi dati sono apprezzabilmente coerenti con le informazioni presentate
nella Figura 1 sulle residenze concesse dalla Direzione Nazionale Migrazioni.

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Figura 13. Nuovi residenti italiani secondo l’anno di residenza stabile in Argentina,
valori in %

Fonte: epica, 2017

L’85% degli intervistati tramite epica per la prima sistemazione ha ricevuto


aiuto da amici o familiari sia in Italia che in Argentina. Il 15% non ha ricevuto
sostegno da altre persone (figura 14).

Figura 14. Nuovi residenti italiani secondo le persone che hanno sostenuto la loro
sistemazione in Argentina

Fonte: epica, 2017

Sono state poste domande aperte anche sul tipo di sostegno ricevuto per la
sistemazione in Argentina. Sebbene sia difficile o comunque artificioso distin-
guere in categorie le forme di aiuto ricevuto, molte delle quali sono elencate

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insieme, sono state qui raggruppate secondo la terminologia più esplicita delle
risposte e l’ordine in cui sono comparse nella risposta (figura 15).

Figura 15. Tipologia di aiuti ricevuti per la sistemazione in Argentina

Fonte: epica, 2017

Nel 40% dei casi il principale aiuto ricevuto dagli italiani giunti in Argentina
negli ultimi anni è stato la disponibilità dell’alloggio. Forme di sostegno all’adat-
tamento, sotto forma di consigli e vari orientamenti, sono state menzionate nel
20% dei casi. Il supporto affettivo ed emotivo è stato considerato il principale
dal 15% degli intervistati. Allo stesso tempo, le citazioni su aiuti per specifiche
procedure burocratiche o «logistiche» hanno coinvolto il 12% delle risposte.
L’aiuto economico, oppure l’aiuto per trovare un lavoro, stabilire contatti o
entrare a far parte di nuove reti ha rappresentato il 13%.
Due terzi degli italiani giunti in Argentina hanno avuto altre esperienze fuori
dall’Italia, avendo vissuto in molti paesi, sia europei che di altri continenti.
Uno su quattro ha vissuto in precedenza in Spagna. L’11% è stato in Africa e
in Asia (figura 16)

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Figura 16. Paesi delle precedenti esperienze di vita fuori dall’Italia

Fonte: epica, 2017

Scolarizzazione
Questa sezione esaminerà il livello di istruzione degli italiani residenti in Argen-
tina in relazione alla formazione scolastica e accademica in Italia e Argentina.
La figura 17 evidenzia che il 70% degli intervistati possiede una laurea. Il
25% ha un diploma di scuola elementare, media o delle superiori.

Figura 17. Livello di istruzione raggiunto in Italia

Fonte: epica, 2017

Oltre la metà dei laureati ha dichiarato che la laurea è valida in Argentina mentre
il 35% ignora se il titolo italiano sia valido nel paese (figura 18).

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Figura 18. Nuovi residenti italiani secondo la situazione del titolo accademico italiano

Fonte: epica, 2017

Il 45% degli italiani stabilitisi negli ultimi anni ha avuto o ha un’esperienza di


studio in Argentina (figura 19).

Figura 19. Nuovi residenti italiani secondo gli studi effettuati in Argentina

Fonte: epica, 2017

Gli studi effettuati in Argentina sono il 61% a livello post-laurea. Poco più del
20% ha frequentato gli studi universitari in Argentina (figura 20).

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Figura 20. Nuovi residenti italiani per livello di istruzione raggiunto in Argentina

Fonte: epica, 2017

Il lavoro
Confrontando la situazione occupazionale in Italia e in Argentina, il 54% ha
dichiarato di aver lavorato in Italia prima di arrivare in Argentina, mentre ri-
spondendo riguardo alla propria situazione in Argentina, il 76% ha dichiarato
di avere un lavoro.
Il 45% degli italiani che lavorava ha ottenuto il lavoro in Argentina inviando
il proprio CV o inoltrando domande. Un quarto lo ha ottenuto tramite referenze
o raccomandazioni professionali, mentre il 23% ha svolto il proprio lavoro
tramite amici o conoscenti in Argentina (figura 21).

Figura 21. Nuovi residenti italiani per modalità di conseguimento del lavoro

Fonte: epica, 2017

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Un terzo degli intervistati che ha lavorato ha dichiarato di avere più di un posto


di lavoro in Argentina.
Poco più della metà ha dichiarato di avere un contratto a tempo indeterminato,
mentre il 26% ha un contratto a tempo determinato (figura 22).

Figura 22. Nuovi residenti italiani secondo la durata del contratto di lavoro

Fonte: epica, 2017

Circa il 40% degli italiani lavora in un’azienda del settore privato in Argentina.
Il 18% sono lavoratori autonomi. Il 15% sviluppa un lavoro nel settore pubblico
argentino e il 9% in un’istituzione pubblica italiana (figura 23).

Figura 23. Nuovi residenti italiani per categoria e settore economico di attività

Fonte: epica, 2017

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Tre quarti degli intervistati ritengono che il lavoro che svolgono in Argentina
sia in linea con le proprie qualifiche professionali, mentre il 22% afferma di
svolgere un lavoro al di sotto delle proprie qualifiche (figura 24).

Figura 24. Livello di corrispondenza tra qualifica professionale e posizione lavorativa

Fonte: epica, 2017

Mentre il 60% degli italiani giunti in Argentina hanno accumulato negli ultimi
anni contributi pensionistici, un terzo di loro non ha contributi pensionistici né
in Italia né in Argentina (figura 25).

Figura 25. Nuovi residenti italiani secondo il contributo pensionistico

Fonte: epica, 2017

Per quanto riguarda la disponibilità di qualche copertura medica, il 45% degli


intervistati aveva un’assicurazione medica attraverso il proprio lavoro, mentre
il 21% non aveva alcun tipo di assicurazione medica (figura 26).

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

Figura 26. Nuovi residenti italiani e copertura sanitaria

Fonte: epica, 2017

Vita sociale e legami con l’Italia


Questa sezione esamina alcune risposte degli intervistati epica sulla loro vita
sociale, il loro rapporto con l’Italia e le loro prospettive di ritorno in Italia.
La figura 27 evidenzia che circa un terzo degli italiani giunti in Argentina
negli ultimi anni fa parte di qualche gruppo – formale o informale – composto
da connazionali. Allo stesso tempo, il 45% di loro ha affermato di non conoscere
alcun gruppo di questo tipo.

Figura 27. Legami con gruppi di italiani in Argentina

Fonte: epica, 2017

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

In relazione al legame con l’associazionismo, è nota la distanza dei giovani


italiani dell’ultima ondata con le vecchie associazioni di immigrati italiani.
L’indagine rivela dati concreti che riguardano questo aspetto. Sebbene quasi
il 40% affermi di conoscere un’associazione, non ne fa parte. Più della metà
(53%) ha dichiarato di non conoscerle o di non farne parte e solo l’8% ha di-
chiarato di far parte di un’associazione della vecchia emigrazione (figura 28).

Figura 28. Nuovi residenti italiani secondo i legami con le associazioni italiane delle
generazioni precedenti

Fonte: epica, 2017

Per quanto riguarda i ritorni/visite in Italia, dopo la loro sistemazione in Argen-


tina, la metà degli intervistati è tornata in Italia da una a quattro volte. Il 17%
al momento dell’indagine non era rientrato in Italia (figura 29).

Figura 29. Nuovi residenti italiani secondo il numero di ritorni in Italia, valori in %

Fonte: epica, 2017

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

Poco più della metà degli intervistati ha dichiarato di comunicare con l’Italia
almeno una volta alla settimana, mentre il 41% lo ha fatto almeno una volta
al giorno (figura 30).

Figura 30. Frequenza di comunicazione con l’Italia dei nuovi residenti italiani

Fonte: epica, 2017

Tra i motivi per comunicare con l’Italia, prevale (67%) il contatto con la propria
famiglia. Il 24% comunica con i propri amici (24%) (figura 31).

Figura 31. Nuovi residenti italiani per motivo di comunicazione con l’Italia

Fonte: epica, 2017

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

L’idea di permanenza o insediamento «definitivo» in Argentina, in un’epoca


di comunicazioni globali, reversibilità della migrazione e flessibilità della
mobilità territoriale, sembra essere abbastanza difficile da sostenere. Di fronte
a una domanda sulle prospettive di permanenza in Argentina nel futuro, le
risposte intermedie, dubbiose e incerte sembrano segnare la visione dei nuovi
arrivati, quando si esamina la loro situazione personale. Meno del 10% consi-
dera esplicitamente la loro permanenza come «definitiva». Il 21% lo considera
«abbastanza definitiva», mentre il restante 70% ha optato per risposte che
mostrano un orizzonte più diffuso e decisioni ancora poco chiare. L’incertezza
sembrava dominare più della certezza nelle risposte. Il 32% ha stimato che il
loro soggiorno in Argentina sarebbe stato «per un lungo periodo», il 20% ha
considerato di rimanere in Argentina per un periodo di tempo limitato e un altro
19% semplicemente non aveva ancora deciso (figura 32).

Figura 32. Nuovi residenti italiani per prospettiva di residenza in Argentina

Fonte: epica, 2017

Conclusioni
Dopo questa rassegna sulle principali dimensioni tematiche di epica riguardanti
la nuova mobilità degli italiani giunti in Argentina, possiamo trarre alcune
conclusioni.

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

Gli uomini e le donne che sono giunti in Argentina negli ultimi due decenni
sono in proporzione simile. Si tratta di persone di età relativamente giovane,
ma vi è anche una quota di persone meno giovani. Molti di loro sono emigrati
nell’ambito di progetti condivisi da coppie di nazionalità miste, altri motivati
da progetti di lavoro e professionali, da un desiderio di cambiamento di vita,
da opportunità di formazione accademica o per allontanarsi da un contesto so-
ciale ed economico italiano che in alcuni casi è stato descritto dagli intervistati
come opprimente.
Sulla base dei dati qui presentati, si possono evidenziare alcune conclusioni
che li legano, e allo stesso tempo li differenziano, rispetto alla vecchia migrazione
degli italiani in Argentina. Da un lato, la globalizzazione dell’economia e la
fluidità delle comunicazioni rendono più facile mantenere in contatto persone
provenienti da diverse parti del pianeta, il che dà rilevanza all’unificazione delle
coppie miste come causa di migrazione. A differenza dei tempi precedenti in cui
la separazione e il ricongiungimento familiare, anche come obiettivo delle poli-
tiche migratorie, avvenivano principalmente nelle coppie di uguale nazionalità.
D’altra parte, l’emigrazione, per motivi di lavoro o crisi economica nel
paese di origine, continua a essere un fattore di grande rilevanza. Nonostante
le differenze degli italiani giunti più recentemente, rispetto ai loro predeces-
sori l’emigrazione per motivi economici continua a essere un elemento che li
accomuna. Risposte come «la crisi in Italia» e «lavoro» hanno rappresentato il
42% delle principali motivazioni all’emigrazione.
Un altro fattore comune che abbiamo potuto osservare, nonostante le gran-
di differenze quantitative e qualitative tra la nuova e l’antica migrazione, è
l’importanza del supporto per trovare un’abitazione come principale aiuto nel
primo insediamento nel paese (40% dei casi)9.
Vale anche la pena sottolineare, come dato di interesse, l’importanza espli-
cita del «supporto emotivo e psicologico» da parte di amici e familiari come
principale aiuto ricevuto in Argentina (15% dei casi).
Esitazione e incertezze sembrano essere alla base delle risposte degli italiani
sulle loro prospettive future nella nuova destinazione. Solo il 9% ha dichiarato
che la loro sistemazione in Argentina sarebbe stata «definitiva». Indubbiamente,
incertezze legate al momento storico attuale che superano il contesto argentino.
Inoltre, le ricorrenti crisi economiche e sociali nel paese possono solo aggravare
l’imprevedibilità o rendere difficile la pianificazione dei progetti in termini
più o meno chiari. L’emergere della pandemia covid-19 in tutto il mondo ha
accentuato la crisi economica preesistente in Argentina.
Che cosa fanno e che ne è stato di questi italiani giunti da poco? Conosciamo
in modo approssimativo e frammentario il desiderio o la possibilità concreta di
un ritorno in Italia e anche la permanenza e l’insediamento di alcuni di loro.

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

Giornalisti, ristoratori, professionisti, artisti, ricercatori... Molti rimangono nel


paese e riescono a far fronte alle difficoltà poste dalla (nuova) crisi argentina.
Il prossimo censimento della popolazione argentina previsto nel 2021 potrà
fornire informazioni quantitative non esaustive, ma indubbiamente più accurate
su di loro e sulla loro situazione nel paese.
La crisi attuale, accresciuta dalla pandemia covid-19, fa sì che i figli e i
nipoti di vecchi immigrati considerino nuovamente la possibilità di emigrare. Il
passaporto italiano e talvolta la padronanza di un’altra lingua – raramente l’ita-
liano – sono la chiave che porta gli italo-argentini a guardare all’Europa o agli
Stati Uniti, a volte come destinazioni specifiche, altre come fantasie ricorrenti.
Infine, italoargentini e nuovi arrivati, in gran parte coetanei con caratte-
ristiche sociali e culturali molto simili, sembrano far parte di un movimento
ciclico nuovo e postmoderno che, come la metafora delle maree, attraversa la
lunga storia migratoria tra Italia e Argentina.

Note
1 Realizzato dal Laboratorio Idee Italia Argentina con il patrocinio dell’Ambasciata
d’Italia in Argentina, e con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura, dell’Università
di Bologna, sede di Buenos Aires, comites di Buenos Aires e il Centro Umbro di
Buenos Aires. Il progetto epica è stato coordinato dall’autore di questo articolo.
2 Si veda a questo propósito la nota bibliográfica.
3 Progetto che ha avuto il patrocinio dall’Ambasciata d’Italia in Argentina durante il
mandato della Dott.ssa Teresa Castaldo e in seguito dal Dott. Giuseppe Manzo.È
stato sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura, dai comites di Buenos Aires, dall’U-
niversitá di Bologna sede Buenos Aires e dal Centro Umbro Buenos Aires.
4 Gruppo di lavoro volontario e autogestito promosso dall’Ambasciata d’Italia a
Buenos Aires costituito da giovani professionisti italo-argentini. Al progetto epica
hanno partecipato: Nicolás Debernardi, María Inés Tarelli, Enrica Campogiani,
Ariel Lucarini, Maximiliano Marzetti, Antonela D´Elia, Paola Calcerano, Antonela
Gentile, Maxi Manzo, Giuseppe Messina, Andrea Bonzo, Dario Cassani, Diego
Podesta, Giorgio Zamboni, Daniele Franco, Sofia Acotto e Andrea Pedemonte.
5 Mentre Halperín Donghi ha espresso i suoi dubbi sullo studio della migrazione come
disciplina in sé, come se fosse «un soggetto bello ma falso», Gino Germani, padre
della sociologia moderna in Argentina, ha trovato nella migrazione un fattore chiave
per comprendere le dinamiche e la struttura del servizio sociale argentino (Devoto,
2003).
6 Per ragioni di spazio, solo alcuni di esse verranno discusse in questo lavoro.
7 Alcuni risultati preliminari sono stati presentati nel Seminario Migrações interna-
cionais no século 21. Observatorio das Migrações em Sao Paulo. unicamp / comites
San Paolo. Campinas, Brasile. 22 novembre 2016. I risultati successivi sono stati
presentati alle Jornadas internacionales Desafíos actuales en la investigación social
sobre Italia en la Argentina. ides/conicet. Buenos Aires 28 y 29 de Marzo 2019.

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

8 La domanda del questionario era: «Indicare brevemente le principali ragioni per


cui hai deciso di stabilirti in Argentina».
9 Una notevole somiglianza nelle percentuali di un’indagine sugli emigranti umbri a
Buenos Aires mostra che il 41% di loro, arrivati principalmente nel dopoguerra, ha
soggiornato «a casa di parenti» (Lucarini 2008, p. 47).

Nota bibliografica

Lo studio classico della migrazione italiana in Argentina (Devoto e Rosoli, 2000) pub-
blicato nel 1985, presenta articoli che trattano questa materia utilizzando gli strumenti
propri di varie discipline quali la demografia, l’economia, la storia o la sociologia. Altre
compilazioni indagano il fenomeno migratorio lungo il suo manifestarsi per varie decadi
(Devoto e Rosoli, 1988; Devoto, 1991; Rosoli, 1993a). Altre importanti opere sono
incentrate sulle grandi periodizzazioni storiche delle migrazioni: Un secolo di emigra-
zione Italiana 1876-1976 (Rosoli, 1978), Storia degli italiani in Argentina (1835-1920)
(Nascimbene, 1987), L’Argentina degli italiani (Giuliani-Balestrino, 1989); Historia de
los italianos en Argentina di Devoto (2006) e la monumentale Italia y América (Albóni-
co e Rosoli, 1994) che esamina la storia sociale, politica, economica e culturale della
presenza italiana nel «nuovo mondo» a partire dal 1492. Inoltre, riviste specializzate
come Estudios Migratorios Latinoamericanos o Altreitalie, hanno dedicato una costante
attenzione al fenomeno della migrazione italiana nel paese.
Tra i temi specifici che appartengono all’universo del fenomeno migratorio, alcuni
lavori hanno esaminato quello dell’associazionismo delle diverse comunità italiane
approdate in Argentina sorto nel periodo delle migrazioni di massa (Devoto, 2000;
Prislei, 1987; Bernasconi, 1988 e 1993; Cibotti, 1988; Fernández, 1993; Galassi, 2019).
Nel solco di questa linea di studio è stato considerato il ruolo svolto dagli italiani nella
leadership della comunità e della sfera locale in cui vivevano nonché nella formazione
delle organizzazioni imprenditoriali (Devoto e Fernández, 1988; Barbero, e Felder, 1987
e 1988; Silberstein, 1993), il ruolo delle scuole italiane fondate dalle mutue associazioni
della comunità in Argentina (Favero, 2000; Silberstein, 1985 e 1988), o il ruolo delle
congregazioni e dei gruppi religiosi nella migrazione italiana nel paese (Rosoli, 2000;
Bernasconi, 1990 e 2001; Devoto, 1990; Zaros, 2019). Un’altra serie di studi si è fo-
calizzata sugli approcci empirici, esaminando la migrazione italiana in Argentina nei
suoi aspetti sociodemografici (Cacopardo e Moreno. 2000; Da Rosa, 1988; Silberstein,
1992), sul comportamento matrimoniale della comunità (Pagano, e Oporto, 1988; Silber-
stein, 1992 e 1994; Miguez, e Rosoli, 1993), sul ruolo della famiglia nell’emigrazione
(Cacopardo e Moreno, 1994) e sugli aspetti economici chiave della grande migrazione,
come le rimesse degli italiani in Argentina (Da Rosa, 2000) o le cause economiche di
tale migrazione (Sori, 2000).
Le relazioni diplomatiche tra Argentina e Italia sono state altresì oggetto di analisi
(Olivieri, 1987; Rosoli, 1988 e 1993b; Bertonha, 2001). Da parte italiana si evidenzia
il lavoro di Sori (2004), che raggruppa le pratiche e le norme che hanno governato le
politiche migratorie italiane dopo l’unità nazionale fino all’esaurimento dei flussi mi-
gratori, mentre per il caso argentino Devoto (2001) analizza i cambiamenti e continuità

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Altreitalie gennaio-giugno 2021

della legislazione sull’immigrazione lungo i successivi governi. Anche l’attivismo po-


litico degli italiani ha attirato l’attenzione degli studiosi (Gabaccia, 1992; Ostuni, 2000;
Cattarulla, 2007 e 2009; Scarzanella, 2007; Blengino, 2007).
Un altro ambito di studi si è occupato di aspetti più simbolici e soggettivi che
riguardano la percezione degli italiani da parte della popolazione locale e delle élite
politiche e intellettuali argentine (Armus, 2000); del ruolo svolto dai primi italiani
dalla «Rivoluzione di maggio» del 1810 (Devoto, 1992), della rappresentazione della
migrazione italiana nella stampa argentina (Lucarini, 2019) e nella stampa italiana in
Argentina (Sforza, 2019), della la presenza italiana nei cimiteri argentini (Castiglione,
2019) è dei dibattiti sull’integrazione socio-culturale degli italiani e sul loro ruolo nel
plasmare l’identità culturale del paese. Halperín Donghi (2000) ha evidenziato, con una
formula tanto lucida quanto breve, il carattere «onnipresente e sfuggente» della cultura
italiana in Argentina. Altri autori hanno effettuato analisi comparative esaminando altre
mete tradizionali dell’emigrazione italiana come, per esempio, gli Stati Uniti (Baily,
1985 e 1998).
Tra gli specialisti della migrazione italiana è stato affrontato anche il problema
del suo approccio metodologico e concettuale (Cacopardo e Moreno, 1992 e 1993), la
ricchezza e le potenzialità delle varie fonti di dati per il suo studio (Silberstein, 1996;
Favero, 1993), o la questione della «scala» o unità geografica utilizzata negli studi sulla
migrazione (Devoto, 1998). L’interesse ad affrontare il fenomeno migratorio da una
prospettiva regionale è riscontrabile nelle ricerche sulla corrente migratoria piemontese
verso l’Argentina (Corti, 1997) e, dalla metà degli anni 2000, su quella della comunità
umbra di Buenos Aires (Lucarini, 2008), dei Toscani di Mar del Plata (Gil, 2007), dei
Marchigiani (Cecchini, 2006), degli Emiliani-Romagnoli (Gambi, 2008; Canovi, 2009).
Alcuni studi si sono concentrati anche su esperienze personali e su storie familiari
di migrazione, documentate con lettere e fotografie (Ceva, 2005), o sulla trasmissione
e trasformazione di pratiche e tradizioni religiose attraverso il lignaggio familiare
(Zapponi, 2007). In quest’ottica, vale la pena notare il crescente interesse per la ricerca
sul ruolo assunto dalle donne migranti in Argentina, è basata, per esempio, su storie di
vita (Bjerg, 2009) o sullo studio delle donne calabresi in Argentina (Bruno, O. 2009).
In questo senso spicca il numero 9 di Altreitalie che esamina il ruolo della donna nella
trasmissione intergenerazionale (Tirabassi, 1993; Gabaccia, 1993; Frid de Silberstein,
e Bernasconi, 1993).

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