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Alberto Biasi 4AL

Niccolò Machiavelli

Vita
Niccolò di Bernardo dei Macchiavelli, noto
Semplicemente come Niccolò Machiavelli, nasce a
Firenze il 3 maggio 1469.
Nato da padre dottore in legge, fin da bambino si
dedica allo studio della grammatica e del latino, forse
anche del greco presso lo Studio della città.
Dopo l’esecuzione di Savonarola, avvenuta nel 1498,
Machiavelli entra a far parte della vita politica di
Firenze ricoprendo ruoli ed incarichi diplomatici in Francia e presso Cesare Borgia.
Proprio l’osservazione diretta del governo del duca Valentino ispirerà l’opera più
importante di Machiavelli: Il Principe.
Nel 1501 sposa Marietta Corsini, dalla quale ebbe numerosi figli.
Nei primi anni del XVI secolo, Machiavelli di dedica alla creazione di un esercito
cittadino per sostituire i mercenari, da lui ritenuti inaffidabili.
Nel 1512 i Medici, grazie all’intervento delle armi spagnole, ripresero il potere a
Firenze e Machiavelli fu allontanato dalla vita politica, in quanto troppo
compromesso. La situazione per lui si fece ancora più critica l’anno seguente, quando
fu accusato di aver preso parte ad una congiura antimedicea, venendo così arrestato.
Fu rilasciato, ma venne confinato in una sua proprietà presso S. Casciano (Fi),
l’Albergaccio, dove fu costretto a una sorta di ritiro forzato durante il quale si diede
agli studi e scrisse il Principe, come lui stesso ci informa nella famosa lettera
a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513. In questa fase lo scrittore si rammarica di
essere stato estromesso dalla vita pubblica e la composizione del trattato doveva
dimostrare ai Medici la sua esperienza maturata al servizio della Repubblica,
sperando di rientrare nella loro orbita e di ottenere un nuovo incarico.
In questo periodo Machiavelli scrisse ed elaborò molte opere, fra cui
ricordiamo i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, l'altra sua grande opera
politica, Dell'arte della guerra (1519) e la commedia La mandragola. I trattati
politico-militari avevano lo stesso scopo del Principe, ovvero accreditarsi presso i
Medici che continuavano a tenerlo ai margini della vita politica cittadina.
In seguito alla morte di Lorenzo de’ Medici, avvenuta nel 1519, Machiavelli riuscì
ad ottenere degli incarichi diplomatici e gli fu commissionata la composizione delle
Istorie fiorentine, un'opera storiografica il cui fine era nobilitare le origini della città e
celebrare la famiglia Medici, che lo scrittore completò nel 1525 presentandola
ufficialmente a papa Clemente VII (il cardinale Giulio de' Medici).
Nel 1527, in seguito alla discesa dei Lanzichenecchi in Italia, fu rovesciata la signoria
dei Medici ed a Firenze fu instaurata nuovamente la Repubblica.
Machiavelli, per la recente collaborazione con la Signoria e la sua fama di ateo,
venne osteggiato dai nuovi governanti e rimase nuovamente ai margini della vita
pubblica. Le sue condizioni di salute peggiorarono rapidamente ed egli morì il 21
giugno dello stesso anno a Firenze.
Opere
Oltre alle opere citate prima, ricordiamo L’Epistolario, una raccolta di lettere e
missive indirizzate al suo amico Francesco Vettori, l'ambasciatore fiorentino dei
Medici presso la sede pontificia a Roma cui Machiavelli si rivolge spesso nella
speranza di un riavvicinamento alla famiglia signorile dopo il suo allontanamento
della vita pubblica. Particolarmente importante la famosa lettera al Vettori del 10
dicembre 1513, in cui Machiavelli descrive all'amico la noia della sua vita ritirata
all'Albergaccio e la consolazione che prova la sera quando si chiude nel suo studio a
leggere le opere dei grandi autori del passato, che gli consentono virtualmente di
essere accolto nelle corti "delli antiqui huomini"; nella missiva l'autore dà notizia
dell'avvenuta composizione del Principe, da lui presentato come un "opuscolo"
indirizzato ai Medici e finalizzato ad accreditarlo come esperto di cose politiche,
nella speranza di ricevere un incarico significativo da parte loro.
L’opera più importante: Il Principe
Il Principe viene considerato come il capolavoro della trattatistica politica di
Machiavelli.
L’opera venne scritta tra il 1513 e il 1514, ma fu pubblicata solamente nel 1532. Con
questo componimento, frutto del suo lavoro diplomatico in giro per l’Europa,
soprattutto presso la corte di Cesare Borgia, Machiavelli analizza i vari generi di
eserciti e principati con cui ha avuto a che fare lungo il suo percorso, cercando di
tracciare “l’identikit” del buon Principe, quello con tutte le qualità necessarie per
conquistare e mantenere il potere in uno stato, ottenendo l’appoggio dei sudditi.
Il Principe ideale di Machiavelli è reggente di uno stato forte e affronta con successo
sia gli attacchi che provengono dall’esterno del suo regno, sia le ribellioni del suo
popolo dall’interno. Questo sovrano, inoltre, non si fa prendere troppo da
considerazioni morali, ma agisce solamente seguendo attente valutazioni di tipo
politico.
Il buon Principe, inoltre, regna sotto la convinzione che sia meglio essere temuto che
amato. In vero, sarebbe meglio ottenere entrambe le cose, ma qualora si dovesse
scegliere, è meglio essere temuti per un qualsiasi politico.
Nell’ottica machiavellica un principe dovrebbe pensare solamente al potere,
rispettando solo le norme che - storicamente - conducono le azioni politiche al
successo, superando tutti gli ostacoli che la Fortuna gli mette davanti.

Fonti

https://letteritaliana.weebly.com/niccolograve-machiavelli.html#
https://www.sololibri.net/machiavelli-vita-opere-pensiero.html
https://www.studenti.it/il-principe-di-machiavelli.html

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