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DOMANDE RIFERIMENTO
1858-1918 1874-1945
1883-1969
Sì: quella particolare forma di La Filosofia si propone come un’indagine Sì: la conoscenza che la filosofia persegue
conoscenza che in ragione della sua sulle facoltà che producono conoscenza che è la consapevolezza intorno alla più
tendenza fondamentale a pensare senza ricorre al metodo trascendentale (p. 29 profonda natura dell’uomo: un’attività
presupposti, cerca i presupposti del Filosofia come sapere) non mira al concentrante grazie alla quale l’uomo
conoscere (compresi quelli del sapere trascendente soprasensibile ma vuole diviene sé stesso inserendosi
filosofico) aspirando alla totalità (sia del condurci nella profondità della nostra autenticamente nella realtà
1. La filosofia è una forma di
conoscere che della vita p.8 Filosofia ragione fino a comprenderne i presupposti
conoscenza?
come sapere). Questa produzione
filosofica di un tutto oggettivo dai
frammenti dell’oggettività è il più alto
grado di un procedimento generale la
facoltà di integrazione totale
(totalisierungsvermögen) dell’anima
Mentre le scienze hanno oggetti Mentre le scienze hanno oggetti semplici Le scienze rispondono a scopi e fini pratici;
2. Quale rapporto tra filosofia e
disciplinari esterni la filosofia trae i che richiedono metodi particolari, la la filosofia risponde all’esigenza
scienza/scienze?
propri concetti dal suo interno. La filosofia non ha un oggetto semplice ma la contemplativa 2 dell’uomo Le scienze
2
Un aforisma di Umano, troppo umano sintetizza efficacemente il modo in cui Nietzsche legge la nozione di “lavoro” propria del mondo antico: “Una civiltà
superiore può sorgere solo là dove ci sono due distinte caste della società: quella di coloro che lavorano (Arbeitenden) e quella di coloro che oziano (Müssigen),
capaci del vero ozio; o con espressione più forte: la casta del lavoro forzato (ZwangsArbeit) e la casta del lavoro libero (Frei-Arbeit) […]. Così ci parla la voce
morente dei tempi antichi; ma dove ci sono ancora orecchie per sentirla?” F. Nietzsche, Umano, troppo umano, trad. it. di S. Giametta in Opere di Friedrich
Nietzsche, a cura di G. Colli e M. Montinari, Adelphi, Milano 1964ss. (d’ora in avanti OFN), §439, Civiltà e casta Un simile sentire non è estraneo ad Aristotele
quando, nell’Etica Nicomachea, pone una certa disponibilità di risorse materiali tra le precondizioni della vita contemplativa (bios teoretikòs), ossia della felicità
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filosofia non riflette l’oggettività delle totalità quale punto di riferimento. ricercano certezze fondate sul
cose come fanno le scienze ma i tipi Mantenendo ferma la ricerca di una verità riconoscimento intersoggettivo da parte
della spiritualità umana come si rivelano oggettiva che condivide con le scienze (in altre scienze. La certezza della filosofia
nella concezione delle cose. La quanto la verità è il motore di ogni riguarda una consapevolezza che pertiene
corrispondenza delle proposizioni conoscenza e le stesse scienze all’umanità nella sua interezza
filosofiche non riguarda gli stati del presuppongono verità) la peculiarità della
mondo ma l’adeguatezza di espressione filosofia è che essa si assume il compito di
in relazione allo stile e alla natura del ridefinire il concetto di Ragione 1: la
filosofo. La molteplicità del mondo si ragione non è qualcosa che è dato ma una
trova unificata nell’unità dello spirito facoltà, una risorsa funzionale ovvero
(coscienza kantiana): solo nella filosofia qualcosa che deve essere realizzato (su cui
oggetto e soggeto si incontrano. Nella fondare principi e valori). La Filosofia è ciò
scienza Ciascun pensatore determina a cui questo compito è demandato in quanto
risposte a problemi generali comuni. è alla ragione che tocca rinnovare
Nella filosofia il pensatore determina quotidianamente i nostri criteri d’azione, di
non solo le risposte ma anche le comportamento e le nostre pratiche
domande da porre
L’ arte in quanto una delle grandi forme 3 La filosofia pone le domande: l’arte può
3. Quale rapporto tra filosofia e (termine di derivazione kantiana che offrire alcune risposte che la filosofia
arte? sarà centrale in Cassirer che parlerà di interroga ulteriormente
forme simboliche) della conoscenza
in quanto essa consegue dal filosofare Arist. Eth. Nic. X 8, 1178a-b. Ma particolarmente esplicita è la trattazione della Politica:” I cittadini non devono praticare
una vita da operaio o commerciante (vite ignobili e contrarie alla virtù) né dovranno essere contadini quelli che aspirano a diventare cittadini (perché la nascita
della virtù e l’esercizio delle funzioni politiche esigono libertà dagli impegni di lavoro quotidiano)” Arist. Pol. VII 9, 1328b-1329a.
1
Nel suo scritto Sostanza e Funzione (Substanzbegriff und Funktionsbegriff, 1910), Cassirer intende mostrare come la filosofia kantiana s'inserisca intrinsecamente
nello sviluppo della scienza moderna a partire da Galileo (fino ad Einstein e Gödel), giungendo alla conclusione che l'ontologia deve lasciare il passo all'analitica
dell'intelletto, cioè ad uno studio delle condizioni a priori, e perciò storiche e trascendentali, che presiedono alla formazione dell'oggetto d'indagine delle diverse
scienze. Analizzando il mondo della scienza moderna, Cassirer rileva che al concetto-sostanza è andato progressivamente sostituendosi quello di funzione. Termini
come energia, etere, atomo, spazio e tempo, non designano realtà concrete, ma rappresentano esclusivamente simboli per la descrizione di un contesto di possibili
relazioni. Di qui nasce l'importanza del linguaggio rispetto agli altri oggetti dell'indagine epistemologica, in quanto la sua natura relazionale influenza la costituzione
del mondo oggettivo.
3
In L'intuizione e la vita, la vita viene considerata un principio incondizionato da cui hanno origine tutte le forme di realtà, che sono realizzate dalla vita e nello
stesso tempo si contrappongono al suo scorrere. La vita, infatti, può esprimersi soltanto in una qualche forma, cioè in prodotti o in contenuti di un qualsiasi genere.
Ma tali configurazioni sono dotate di una stabilità, di una loro logica interna: si contrappongono perciò alla vita che li ha formati. Ecco quindi la contraddizione
insanabile: la vita può realizzarsi soltanto in forme e nello stesso tempo non può esaurirsi in esse perché deve porsi sempre al di là di qualsiasi struttura definita.
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Che cos'è la cultura? «Le diverse forme della cultura non vengono, nella loro intima essenza, tenute insieme attraverso un'identità, bensì per il fatto che ad esse
si pone un comune compito fondamentale.» (E. Cassirer, Filosofia delle forme simboliche, II)
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«La ragione è un termine assai inadeguato per comprendere tutte le forme della vita culturale dell'uomo in tutta la loro ricchezza e varietà. Ma tutte queste forme
sono forme simboliche. Per conseguenza, invece di definire l'uomo "animal rationale", possiamo definirlo "animal symbolicum". Così facendo indichiamo ciò che
specificamente lo distingue e possiamo capire la nuova strada che si è aperta all'uomo, la strada verso la civiltà.» (E. Cassirer, Essay on Man, cap. II) Definendo
l’uomo animal symbolicum “si indicherà ciò che veramente lo caratterizza rispetto a tutte le altre specie e si potrà capire la speciale via che l’uomo ha intrapreso:
la via verso la civiltà”. Questa via non è se non la storia, intesa essa pure come “universo simbolico” […]. Di siffatto cammino Cassirer delinea gli aspetti salienti.
Una volta che lo ha intrapreso, egli nota, l’uomo entra “in una nuova dimensione della realtà”. Cessa di vivere in dimensione esclusivamente biologica, e per contro
si installa in un universo simbolico. Col mondo circostante l’uomo stabilisce una relazione interamente originaria: gli dà struttura e senso, e se ne rende significativi
i contenuti. Nella funzione simbolica, come tale, viene pertanto riconosciuto il novum dell’esserci umano» (Lugarini, Introduzione all’edizione italiana, cit., pp.
27-36).
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«Non già nella vicinanza al dato immediato, ma nel progressivo allontanamento da esso risiedono il valore e la natura specifica del linguaggio come
dell'attività artistica. Questa distanza dell'esistenza immediata e dell'esperienza immediatamente vissuta è la condizione della perspicuità e della consapevolezza
del linguaggio. Questo comincia soltanto là dove cessa il rapporto diretto con l'impressione sensibile e con l'emozione sensibile.» (E. CASSIRER Filosofia delle
forme simboliche, I, I, cap. II, §2)
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centro del suo interesse. L’arte è articola la cultura = arte, mito religione,
un’immagine del mondo vista attraverso scienze e soprattutto linguaggio 7 strumento
un temperamento la filosofia è un chiave delle forme simboliche) La Cultura
temperamento visto attraverso è una totalità nonostante le differenze che
un’immagine del mondo riscontriamo nei diversi ambiti quale modo
Totalità in quanto cifra caratteristica prevalente di organizzare la conoscenza del La filosofia pone le domande e la religione
della filosofia fa emergere il legame mondo in una determinata epoca può offrire alcune risposte che la filosofia
4. Quale rapporto tra filosofia e punto di incontro della filosofia con la interroga ulteriormente
religione (punti in comune)? religione entrambe cercano di
comprendere il mondo come totalità
afferrandolo nella sua complessità
La filosofia determina con i suoi stessi La filosofia ha quale oggetto la riflessione L’Essere nella sua totalità, l’uomo nella
mezzi i suoi stessi problemi. Ciascun sulla cultura, ovvero sulle forme simboliche sua interezza:
pensatore determina non solo risposte a (gli ambiti in cui si articola la cultura> arte,
problemi generali comuni Oggetto mito, religione scienze e soprattutto
precipuo della filosofia sono i linguaggio strumento chiave delle forme
presupposti del conoscere (compresi simboliche) in quanto totalità della
quelli del sapere filosofico) La Filosofia rappresentazione del mondo, TUTTO. Il
pertanto è fondamentalmente una teoria compito nuovo della filosofia per Cassirer,
5. Quale è l’oggetto della conoscenza che pone la modalità di l’oggetto della filosofia = > cultura a cui
filosofia? organizzazione della conoscenza al applicare il metodo kantiano ovvero
centro della propria indagine l’indagine sulle condizioni di possibilità.
Tuttavia la filosofia non si deve limitare
solo a questo: deve anche esitare in una
concezione del mondo, tale da offrire il
senso e i valori in grado di orientare l’uomo,
migliorando la sua capacità di relazionarsi
con il mondo. La filosofia è la guida e il
guardiano della ragione.
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Nell'opera Filosofia delle forme simboliche Cassirer sposta le stesse riflessioni applicate sul mondo della scienza a quello dell'uomo. L'autore evidenzia che la
funzione del linguaggio è molteplice: oltre ad essere uno strumento di comunicazione, fa da tramite fra l'ambito delle impressioni e quello dell'oggettivazione.
Questo passaggio avviene grazie all'espressione simbolica, come afferma lui stesso: «Il simbolo non è il rivestimento meramente accidentale del pensiero, ma il
suo organo necessario ed essenziale. Esso non serve soltanto allo scopo di comunicare un contenuto concettuale già bello e pronto ma è lo strumento in virtù del
quale questo stesso contenuto si costituisce ed acquista la sua compiuta determinatezza. L'atto della determinazione concettuale di un contenuto procede di pari
passo con l'atto del suo fissarsi in qualche simbolo caratteristico.» (E. CASSIRER, Filosofia delle forme simboliche, Intr., §II)
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La relatività del conoscere. Secondo Simmel, la verità di qualsiasi proposizione può essere riconosciuta soltanto in base a criteri già esistenti, che derivano la
propria validità da altri criteri posti a un livello superiore. Si viene così a costituire una gerarchia di conoscenze, ognuna delle quali valida a condizione della validità
dell'altra. È chiaro che questa gerarchia ci conduce a un qualche fondamento ultimo che fornisca agli altri elementi che fanno riferimento ad esso la loro
giustificazione, senza averne esso stesso bisogno. Che cosa sia però tale conoscenza assoluta, noi non potremo mai saperlo, perché il suo contenuto reale non potrà
mai essere stabilito. Simmel giunge così al relativismo riguardo ai principi della conoscenza: i principi fondamentali costituiti, che esprimono una volta per tutte
l'essenza delle cose, diventano progressivamente principi regolativi, cioè punti di vista relativi che servono a progredire nella conoscenza.
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