sfida : a m a r e
seminario gratuito
www.matrice.it
Divulgare conoscenza gratuitamente
da Ottobre 2004
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Indice
Capitolo 1 Capitolo 6
Come nasce l affettività Sessualità
Capitolo 2 Capitolo 7
L innamoramento Comunicazione
Capitolo 3 Capitolo 8
Maschile e femminile La coppia
Capitolo 4 Capitolo 9
L amore L autostima
Capitolo 5 Capitolo 10
Il matrimonio Conclusioni: il percorso fatto
insieme
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Seminario realizzato
dalla dott.ssa Imperia Luz Mezzetti
Psicologa - Psicoterapeuta
I semi delle nostre esperienze di coppia stanno nelle prime forme d apprendimento.
Nasciamo con un corredo che è quello delle emozioni (paura, fame, smarrimento,
fusionalità, benessere) che ci permette di creare la prima categoria nei confronti del
mondo: la categoria del
Piacere/dispiacere.
Chi risponde ai nostri bisogni ha la facoltà di agire in modo più o meno adeguato.
Questo è l inizio della nostra Comunicazione affettiva
Il primo codice mentale che ci guida alla sopravvivenza biologica e psicologica è
quest emozione piacevole/spiacevole
All emozione si lega un sentimento, una colorazione positiva o negativa che, quando
include un altro dà vita ad un affetto.
Ogni volta la madre si fa carico dell angoscia del piccolo nel momento del bisogno,
alleggerendolo e insegnandogli a tollerare le piccole frustrazioni, permettendogli di
acquistare fiducia nell altro, nel mondo e nella capacità di richiesta che lui stesso ha
messo in atto.
Entrambi i tipi di deficienze materne sono sperimentati dal bambino come una
terrificante interferenza nella continuità della sua personale esistenza. Per necessità di
sopravvivenza il bambino si sintonizza, prematuramente o coattivamente, con le
richieste o le domande degli altri. Se c è carenza o invadenza nei suoi bisogni il
bambino non può permettersi di seguire il suo ritmo naturale, perché deve essere
preparato a rispondere a quanto gli si chiede e gli si offre. Perde il contatto con i suoi
bisogni e gesti spontanei, quando questi non hanno alcuna relazione con quanto la
madre gli offre.
Questa situazione si ripresenterà più avanti negli anni, nel periodo dei primi
innamoramenti.
2) la figura del partner viene esaltata fino a divenire un ossessione senza di lui/lei
la mia vita non ha senso
3) la realtà viene distorta, tutto è in funzione di lui/lei
4) è fondato solo sul presente, non è un progetto, si alimenta
dell immediato
Con il tempo possiamo ritrovarci adulti nel corpo, ma vivere una di queste situazioni
perché fissati in una di queste fasi infantili:
Dai tre ai cinque anni. Il bambino costruisce la sua identità sessuale nel rapporto con
il genitore del sesso opposto.
Nel periodo edipico s identifica con il genitore dello stesso sesso:
- il maschio imita il padre, desidera possedere la madre, il padre diventa un rivale
amore/odio.
- la femmina imita la madre desidera essere apprezzata e accettata dal padre, la
madre diventa un rivale amore /odio
Nel processo sano la madre permette che i figli sia maschio che femmina arrivino al
padre.
La femmina s identifica con la madre e può dire anche se diversa da te sono valida e
si dirige verso il padre, se lui si rende accessibile.
Il maschio s identifica con il padre e può dire anche se sono diverso da te sono
valido e si dirige verso la madre.
La relazione che hanno i genitori ha una particolare struttura che può avere diverse
modalità:
- Un modello d intimità adulto
- Dominanza sottomissione (madre/figlio, padre/figlia)
- Madre maschio/padre femmina
- Due maschi o due femmine
Gli ultimi tre modelli fanno riferimento a persone che non hanno potuto sperimentarsi
e che hanno incontrato delle difficoltà nella fase edipica, proiettano perciò nel proprio
partner il rapporto non vissuto
- Se non ha potuto identificarsi con il genitore dello stesso sesso si sentirà
inadeguato, cercherà conferme al suo genere, omosessualità
- Se non è potuto arrivare al genitore del sesso opposto continuerà a cercarlo da
adulto
- Nell innamoramento ci si può cronicizzate in una modalità perché si è rimasti
fissati in una fase della prima parte della nostra vita (possesso, gelosia)
Non riconosciamo nell altro la stessa persona di allora, ma anche noi siamo diversi.
Che cosa è successo?
Pensavamo, inconsciamente, che potesse rispondere ai nostri problemi individuali
lasciati irrisolti tanti anni prima, pensiamo che l altro possa avere la soluzione.
La sfera degli affetti è quella che più d ogni altra è soggetta ad inquinamento da altri
fattori.
D obbia m o im pa r a r e a d a m plia r e lo spa zio e d il t e m po de lla libe r t à di sce lt a
personale, di renderci responsabili della nostra vita.
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Esistono delle fasi di crescita che per modalità di fare esperienza sono molto simili.
Nella prima fase della vita, abbiamo visto che esiste la fase narcisistica, la simbiosi, il
pe r cor so di fa r e e spe r ie nza va ne lla dir e zione da ll I o a l Tu.
Una de lle più e sa lt a nt i e spe r ie nze de lla nost r a vit a è que lla
de ll inna m or a m e n t o, u n m om e nt o m a gico, dove t u t t o è possibile , in cui il
m ondo si t r a sfor m a a i nost r i occhi pe r ché ci se nt ia m o onnipot e nt i. Possia m o,
o crediamo di poter affrontare qualsiasi cosa, ci sentiamo forti.
N e lle fia be , gli inn a m or a t i sono pe r fe t t i, be lli e buoni, t u t t i son o cont r o di
lor o. I l pr incipe è dispost o a d a ffr on t a r e qua lsia si ne m ico pe r la sua
inna m or a t a , fosse a nche il pa dr e - r e , o dr a ghi, st r e ghe e d inca nt e sim i.
Ost a coli che h a n n o in com une il fa t t o di e sse r e im pr e ve dibili e sconosciut i
( com e le e m ozioni) . Le qua lit à , pe r ch é la fia ba a bbia u n a conclusione fe lice ,
sono spe sso que lle de lla cost a n za , de lla pa z ie nza , de ll int e llige nza , de lla
for za ne l sa pe r a spe t t a r e o soppor t a r e , e sot t o il for t e de side r io de ll union e
de i due si è dispost i a soppor t a r e t ut t o. Chi im pe disce que st a m or e ?
La st r e ga o la m a t r igna : la m a dr e in t e r na che non vuole la scia r e a nda r e ; il
drago: il controllo e la vittoria sulle emozioni immediate e travolgenti;
Chi ci dà la for za di a ffr ont a r e l im pr e sa ?
La fa t a : la m a dr e int e r na ch e dà l indipe nde nz a ; il m a go o il sa ggio: la for z a
de l pa dr e con la sua e spe r ie nza ; gli a nim a li e la na t ur a a n t r opom or fizza t i: il
corredo del cuore e della testa da imparare ad usare insieme.
N e ll inna m or a m e n t o l uno si pr e st a a ll a lt r o pe r conosce r e il pr opr io m ondo di
emozioni, sentimenti e affetti, per scoprire in sé stessi le potenzialità nei
confr on t i de lle r e la zioni um a ne : è un dono che ognu no fa a ll a lt r o
inconsapevolmente.
C int r a ppolia m o ne l r uolo di uno che ci som iglia poco, per incontrare il favore
dell altro e nel tentativo di conquistarlo, nascondiamo quelle parti di noi che crediamo
possano non piacere e allontanare. L altro spesso ha compiuto lo stesso percorso.
Accade proprio come quando bambini abbiamo bisogno dei nostri genitori e tendiamo
ad assomigliare a come ci vorrebbe. Il bambino tenderà ad assomigliare all immagine
che il genitore ha di lui per attrarre ed avere in risposta attenzione. Il genitore da
parte sua, attraverso il modo di porsi e con le sue richieste, può permettere o meno al
bambino di essere o non essere autentico, di costruire la propria autostima (posso
fidarmi di ciò che sento, ho la libertà di esprimere i miei sentimenti, bisogni o desideri
oppure - seguire i miei desideri mi fa entrare in contrasto con loro, non sono come
mi desiderano), alla maggior parte delle persone viene insegnato ad obbedire e a
conformarsi alle regole esterne sotto l implicita minaccia di essere abbandonate
affettivamente e rifiutate, naturalmente tutto questo non è così chiaro, esplicito, può
essere espresso da piccoli, impercettibili atteggiamenti o dichiarazione palesi, (tanto
sono bambini). C è proposto un baratto al quale sottostiamo per paura, affettività in
cambio di come ci vogliono gli altri.
Il regalo più bello che si possa fare ad un bambino è quello di permettergli di pensare
che il mondo và inventato e che sono possibili tante alternative, i materiali sono:
fantasia, creatività, ingegno.
In termini di autostima, quello che invece facciamo, non è un buon insegnamento;
esso conduce piuttosto all opposto, non si può sviluppare autostima e di conseguenza
non si può correre il rischio di stabilire una relazione intima, perché stabilire una
relazione intima prevede di entrare in risonanza con l altro attraverso le parti più
profonde di noi stessi, il vero sé che abbiamo nascosto. I l de side r io d int im it à è
grande ma ancora più grande è la paura.
Ci sent iam o sem pre inadeguat i com e possiam o arrivare all innam oram ent o con
entusiasmo?
Non so come a me e a mia figlia, dopo diciotto anni di rapporto simbiotico tipico, sia
riuscito di allentare questa morsa nevrotica, come abbiamo avuto la possibilità di
staccarci, di guardarci in faccia come due donne, di guardarci negli occhi con la stessa
incrollabile, irreversibile e feroce decisione di diventare due persone autonome, anche
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a prezzo di scontri, di miei sensi di colpa per aver rifiutato un ruolo di madre ben
definito, di pesanti solitudini. Forse cominciò quel giorno che lei tornò a casa con la
faccia spaccata e tagliata per una caduta e che, guardandomi con una determinazione
e una disperazione mai più viste, mi disse: A costo di spaccarmi tutta, d ora innanzi
uscirò sempre da sola . Capii subito che era successo qualcosa d irreversibile, che
l avevo persa e salvata , nello stesso tempo. Perdevo il mio ruolo d onnipotente, la
mia giustificazione di vita, restavano i miei compagni la paura, l ansia, l incertezza e il
timore che la mia abdicazione le potesse nuocere: ma qualcosa di nuovo era
finalmente venuto a recidere l omertà dietro di cui reciprocamente ci nascondevamo
da quasi vent anni.
L e splor a zione
La fa se de ll inca nt esimo
La fa se di com pa r t e cipa zione che può, o n on può, pr e nde r e la st r a da
de ll a m or e .
sull altro. Queste proiezioni possono avvenire con i meccanismi dell odio e
1) Fa se : l e splor a zion e .
Nel passaggio dalla pubertà all adolescenza il gruppo dei compagni dello stesso
sesso, non soddisfa più perché ora c è la necessità di un monitoraggio affettivo
reciproco con l altro del sesso (ci s innamora di attori, sportivi, personaggi pubblici,
perché? Si fanno le prove tecniche con personaggi inaccessibili, per misurare la
quantità e la qualità del nostro desiderio).
Nell incontro con l altro ognuno porta il proprio bagaglio di r a ppr e se nt a zioni
int e r ne in relazione ai suoi vissuti affettivi, s inizia facendo una selezione con la
preferenza per le bionde o le more, per esempio, si scambia affettività in questo
modo , con determinate emozioni il cuore palpita nell attesa di rivederlo/la.
L a cce nsione dell interesse è data all inizio da caratteristiche fisiche, il fenomeno
è molto simile a quanto succede nell imprinting: l uccello giovane è acceso da
un immagine visiva di una certa forma e di un certo colore e reagisce all oggetto
che può essere semplicemente un pezzo di cartone, come fosse sua madre. In
questo fenomeno non interviene la decisione o la libera scelta. E probabile che
alcuni particolari della persona che ci accende, facciano riferimento a degli
imprinting risalenti alla prima infanzia. La normale accensione si basa sull altezza,
il peso, la conformazione, il portamento, l andatura, il modo di sedere, i
lineamenti: le proporzioni generali del corpo, il suo modo di muoversi, la sua faccia
e la sua pelle. Nella maggior parte dei casi l im pr int ing è stato determinato dalla
madre. Perciò l accensione iniziale è una relazione che si rifà a quella bambino-
genitore.
L accensione si manifesta soprattutto per mezzo dei sensi che possono percepire
oggetti lontani: la vista e l udito, in certi casi l odorato.
Le doti naturali sono un buon inizio. Ciascun individuo ha le sue preferenze.
La scelta dell altro è determinata dal fatto che i due si recepiscono e corrispondono
sulla st e ssa lunghe z za d onda .
Questa reciprocità è trasmessa attraverso una micro- comunicazione costituita
da piccole variazioni di gesti, di sguardi, che comunicano sensazioni, emozioni,
desideri e inducono risposte affettive analoghe o contrarie nell altro.
Questo anche in virtù del fatto che questi micro- agiti hanno il potere di risvegliare
ricordi legati ad esperienze del passato affettivamente significativi. Entrano in
gioco significa t i a ffe t t ivi legati a costruzioni fantastiche, a teorie personali che
ognuno ha su di sé, sull idea dell altro e sulla relazione.
Es: ragazzo che ha perso il padre ed ha dovuto svolgere la funzione di sostegno
della madre, sostituendo il padre morto, presenta una personalità che lo spinge a
fare qualcosa di costruttivo ma allo stesso tempo vive un sentimento paralizzante
legato al timore dei cambiamenti. La madre seppure da sola e con difficoltà è
riuscita ad allevarlo.
La compagna: la rappresentazione interna che la ragazza porta della sua famiglia è
una madre con i calzoni , da lei tanto ammirata, ma con cui non ha potuto
identificarsi, un padre per lo più assente.
Può sembrare strano, ma molto probabilmente queste due persone, al loro primo
incontro, si sono comunicati quali erano i loro bisogni reciproci
2) fa se de ll inca nt e simo
Entrare nella vita intima dell altro è come rientrare nella fase simbiotica dell inizio
della nostra vita, lui/lei ha qualcosa di cui io non posso fare a meno, che da solo
non ha, insieme si può affrontare tutto, (gesti estremi, letteratura,
Giulietta/Romeo)
I sentimenti d esaltazione, annullamento, ansia e felicità che accompagnano questa
fase sono caratteristici di forte investimento emotivo su una nuova relazione che
crea una sorta di sbandamento. In questo senso i sentimenti possono essere
vissuti romanticamente come uno stato di malattia , non si mangia più, non si
dorme più, tutto perde importanza, Si mettono a rischio i propri confini
soggettivi, l innamoramento ci fa sentire deboli e bisognosi dell altro, riporta in
primo piano il corpo, le sue sensazioni, ma anche la rappresentazione di Sé
incompleto, insufficiente. Si è schiavi dei propri sentimenti, si perde la libertà in
nome della persona amata, si perde l obiettività e il senso della realtà, che è
deformata. Trasforma le caratteristiche della persona amata, vedendone solo gli
aspetti positivi, l oggetto del suo amore appare come unico, irripetibile e
straordinario.
Nei due partner avviene un gioco d identificazioni proiettive incrociate.
Questa fase è destinata a finire, se non siamo capaci di amare prima di tutto noi
stessi, oppure si accantona la relazione cadendo nell abitudine, o si rimane nella
relazione per paura della solitudine. Altrimenti si va avanti verso l amore.
3) fase di compartecipazione
La consuetudine della vita in comune porta alla costruzione, all interno della relazione,
di un clima d intimità, che permette di tollerare sia la fine dell idealizzazione, sia le
dinamiche che sono servite da collante all inizio, sia la separazione e la trasformazione
in un sentimento d intimità fortemente ancorato al senso di appartenenza reciproco, a
differenza della coppia che si forma sull onda della passione amorosa, caratterizzata
dall illusione di intimità immediata, e che può resistere per paura della solitudine.
Si vive un sentimento di complicità che si basa sulla condivisione di regole che
definiscono momenti di reciprocità, alternati a momenti di separazione, secondo ritmi
prevedibili all interno della coppia.
Una relazione di coppia può rappresentare, per i due membri che la compongono,
un opportunità incredibile d evoluzione individuale.
In alcuni casi, una persona che ha subito un fallimento sentimentale soffre di una
fissazione affettiva.
1) Fissazione personificata
Quella nei confronti di una persona verso la quale si hanno sentimenti che non sono
stati resi concreti. Si può essere innamorati e non essere corrisposti, ed è possibile
che s idealizzi la relazione con questa persona e che si provi nei suoi confronti un
sentimento d ammirazione, d innamoramento platonico. In questo caso si è prodotta
una fissazione affettiva, che può impedire il nascere di nuove situazioni ed esperienze.
Questa fissazione è data da un apporto con la madre idealizzato, non esistono
femmine all infuori di me, solo io posso darti quello di cui hai bisogno.
3) la fissazione nell esito superficiale niente più testa, è troppo bello senza!
(niente più limiti)
Alcune persone estroverse, ben accettate dagli altri, ma che non vivono sulla propria
pelle situazioni di fallimento, hanno la tendenza a presentarsi in modo molto
superficiale. Sono persone che facilmente s innamorano e sono corrisposte, ma
raramente ottengono che questo sentimento maturi. Vivono una fissazione affettiva
relativa alla propria persona e tendono ad assumere un atteggiamento fittizio, poiché
credono che agli altri piacciano le cose che piacciono a loro. Facili ad innamorarsi
avvertono dentro di loro l incapacità di costruire una relazione. La fissazione è nella
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fase narcisistica, paura di mollare l oggetto di soddisfazione introiettato: sé stessi,
paura di provare vuoto interno, paura della solitudine e della dipendenza.
Iniziamo con il distinguere tra innamoramento e amore per avere consapevolezza di
quello che succede quando facciamo queste esperienze.
INNAMORAMENTO AMORE
Si basa in buona parte sull attrazione Appartiene alla sfera più matura
sessuale, appartiene alla nostra parte più dell evoluzione del sentimento
antica, più animale
La realtà è distorta Non è totalizzante ed invadente, la realtà
è parte integrante
La figura del partner è esaltata, Si ha la visione dell altro simile a noi, con
l attenzione è verso specifici elementi pregi e difetti
d interesse, nell aspetto e nel
comportamento dell altro e si accompagna
ad una disattenzione selettiva per tutti gli
elementi che possono non piacere
E esaltazione di un momento Permette un progetto di vita, ci si sente di
meraviglioso, non è un progetto di vita costruire insieme
Copre una solitudine, una mancanza, si L interiorità dell uno, indipendente ed
cerca l altro per qualcosa di cui si ha autonoma si unisce con quella dell altro
bisogno per crescere insieme
E esaltazione dei sensi, permette a noi E crescita personale ci permette il
stessi di sperimentarci (IO) passaggio dall Io al Tu
La ragione è bandita, le emozioni sono La ragione ha un ruolo importante,
agite istintivamente, senza passare per il canalizza le emozioni che derivano
pensiero dall istinto
E possesso, tende alla fusione, l altro E un dono per la sua natura universale,
diventa un ossessione presuppone altruismo, generosità,
donazione
Proprio perché si vive il possesso, non si E rispetto dell altro, riconoscimento come
percepisce il rispetto dell altro che si vive soggetto e non come mezzo
come oggetto d investimento di piacere o d autorealizzazione
come completamento di se stessi
E fatto essenzialmente di sensazioni E fatto anche di volontà, soprattutto di
scelte
Si tende ad assomigliare all immagine Non si ha nessun merito ci si ama per ciò
idealizzata che l altro ha di noi che si è
Si esaurisce nella sofferenza, le malattie o Le sofferenze uniscono, si ha la capacità di
le disgrazie superare tante prove
All inizio della storia dell umanità furono d importanza predominante, per la
sopravvivenza della specie umana, alcune delle caratteristiche che oggi non trovano
più una spiegazione, l hanno a livello etologico.
Partendo dalla teoria evoluzionistica gli etologi, sostengono che ciascuna specie in
assoluto, e all interno di queste tra i due generi, il patrimonio genetico contiene delle
propensioni che sono il risultato della selezione naturale, e che queste producono quei
comportamenti che più di altri hanno favorito la sopravvivenza, la riproduzione e la
massima propagazione dei geni di ciascun individuo.
L etologia cerca di spiegare la differenza maschio-femmina nei comportamenti e nei
sentimenti, facendo riferimento alla loro funzione biologica.
Una delle differenze più evidenti maschio femmina, al di là di quelle relative agli
organi sessuali, riguarda la statura e le dimensioni del corpo.
All inizio della comparsa dell uomo sulla terra il comportamento che doveva essere
predominante su ogni altro era: assicurarsi dei figli, per i maschi quindi, fecondare un
numero elevato di femmine, Per femmine che, anche a seguito di numerosi
accoppiamenti possono produrre solo pochi discendenti, proteggerli era quindi il loro
scopo principale.
Il maschio ha una fecondità, possiamo dire illimitata, sia nella quantità che nel tempo,
la donna nasce con un patrimonio di ovuli da fecondare finito sia per quantità che per
tempo. E evidente che per quanto, nel nostro ambito psicologico possiamo parlare di
sentimenti, comportamenti e personalità, non possiamo prescindere dall aspetto così
tecnico e altrettanto fondamentale della biologia.
La poligamia maschile assicurava quindi agli uomini un maggior successo riproduttivo.
Avere tante femmine favoriva i maschi nel raggiungere il fine: fecondare più femmine
possibili mettendosi in competizione anche con altri maschi, e nonostante questo, non
c è la possibilità, comunque, di essere sicuri della paternità dei piccoli. Sono solo le
femmine ad avere il privilegio d essere certe che i geni portati dai figli sono proprio i
loro.
E le donne? Date le caratteristiche anatomiche e fisiologiche, il loro investimento
nell allevare i figli non era sufficiente a farli crescere in condizioni ottimali. La
gravidanza e l allattamento non permettono alla donna, in questi periodi, l autonomia
nella ricerca del cibo e nella difesa. La protezione di un uomo era indispensabile ai
primordi della specie.
Il legame stabile è più importante per una donna che per un uomo, giacché il successo
riproduttivo di una donna passa attraverso la protezione di un uomo, mentre quello
dell uomo passa attraverso tante donne.
Ma i rapporti sessuali hanno avuto, nella specie umana anche la funzione di
mantenere saldo il legame tra i partner, di là delle esigenze legate al concepimento,
nel corso dell evoluzione il mantenimento di un legame stabile, una volta avvenuta la
fecondazione, ha avuto la funzione di assicurare ai piccoli la sopravvivenza, e al padre
una percentuale più alta di sicurezza nell avere una discendenza.
Compito della donna era anche quello di preparare i figli al futuro. L atteggiamento di
una madre nei confronti di maschi e femmine era diverso. Dai maschi, una madre si
aspettava che si preparassero ad entrare nel mondo degli adulti e che si separassero
da lei per compiere delle scelte di vita autonoma. Dalle ragazze invece ci si aspettava
che si adeguassero al suo modello di madre e di moglie, il matrimonio era il traguardo
più ambito. Il suo destino era di passare dalle mani della madre a quelle del marito,
perciò era suo compito imparare ad accettare e coltivare la passività e la dipendenza.
Quello che le si chiedeva era di rimanere bambina.
L e sse r e um a no è un sist e m a m olt o de lica t o, e si a m m a la di solit o, a nche pe r
e spr im e r e un disa gio sulla pr opr ia ide nt it à . La cr isi de ll ide nt it à por t a a
dive r se pa t ologie , qua ndo si r a ggiunge la consa pe vole zz a che non sia m o solo
un r uolo. L a nor e ssia , la bulim ia , l ist e r ia de l se colo scor so, gli a t t a cchi di
panico, sono un esempio.
In una società in cambiamento l addestramento alla dipendenza dagli uomini per le
donne, finì per rivelarsi disfunzionale e a creare una serie di contrasti tra madri e
figlie. L industrializzazione, e una qualità della vita diversa, portò una discrepanza tra
il tipo di socializzazione attuata dentro casa e la realtà dei fatti. Un esempio:
Il lavoro necessario per far andare avanti una casa diminuiva con l uso
d elettrodomestici, il controllo delle nascite permetteva la pianificazione e la scelta
nella riproduzione, più tempo libero, nel frattempo però, il valore accordato
all impegno casalingo, fondamento dell autostima di una buona padrona di casa,
restava inalterato, sviluppando così una personalità compulsiva e raggiungendo forme
di vera e propria mania per l ordine, la pulizia e gli orari, poiché il buon andamento di
quello che competeva la donna era uguale ad avere un alta autostima. Molti degli
svenimenti, delle depressioni e dei disturbi nervosi, cui andavano soggette alcune
donne erano le espressioni di tensioni che emergevano quando queste erano costrette
a confrontarsi con quelle realtà e con quei cambiamenti non previsti. Da una parte le
ragazze che aderivano al cambiamento si contrapponevano all educazione impartita in
famiglia che le voleva passive, da un altra il mondo così com era metteva paura, per
questo con i figli maschi, le donne iniziarono a partecipare al mantenimento del mito
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maschile, poiché il potere era maschio. Il mito maschile è spesso tramandato da
generazione a generazione da madri che assumono l orientamento proprio del mondo
del sesso forte , pur essendo esse stesse, oggetto di sopraffazione e discriminazione.
Ammirando la forza ed il potere, queste donne trovano in queste qualità una
compensazione indispensabile per mantenere l equilibrio della loro struttura psichica
oltraggiata. Nessun altra situazione permette loro di agire indirettamente la loro
vendetta, come nel rapporto con i figli maschi, che diventano oggetto di una falsa
dedizione, di manipolazione e sfruttamento, la mano armata della madre contro gli
uomini, spesso il marito.
Questo avviene per due vie del tutto diverse: una è quella del bambino che la madre
ammira in continuazione, potendosi così sentire forte e potente per suo tramite.
L altra si riconosce perché la madre insiste sulla sottomissione in nome del padre.
L uomo, dapprima, mantenne le varie forme di potere e lo deteneva praticamente,
così da potersi permettere di non essere criticato nei suoi comportamenti,
disinteressandosi della partner di cui non accettava per esempio la sessualità, anzi
spesso non sospettando neppure che ne esistesse una. L uomo poteva fare riferimento
a donne nate per procreare: la moglie e a donne nate per farlo divertire
sessualmente: le prostitute .
Negli anni in cui la protesta femminista era promossa da quelle donne che non si
riconoscevano più nel vecchio ruolo di madri e mogli, molti uomini hanno fatto proprie
le critiche rivolte dalle loro compagne alla società patriarcale, alla personalità
autoritaria, al predominio fallico, ed hanno osato mettere in crisi la loro stessa identità
maschile, hanno assunto modalità empatiche di comunicazione, condividendo il lavoro
domestico, assumendo atteggiamenti materni nei confronti dei figli ed infine
rinunciando alla competitività sul lavoro e sulla carriera. Dopo un iniziale accettazione
da parte della partner e del gruppo sociale, questi maschi sono rimasti isolati dai loro
coetanei che non avevano fatto la stessa scelta ed emarginati, con il risultato, che il
loro sforzo non è stato apprezzato neppure dalle loro compagne che pure lo avevano
voluto con tanta convinzione. Perché? .
Come donne ci troviamo a forgiare i figli maschi in maniera che siano i nostri
salvatori, forti e potenti, che riconoscano come unica donna la madre, vogliamo però
poi un compagno diverso, svincolato dalla propria figura materna, un uomo che abbia
la capacità di mettersi in discussione, che non si riconosca nel potere. Il maschio, si è
sottoposto per amore e per convinzione politica, ad un profondo mutamento, é stato
poi rifiutato proprio per tale mutamento, spesso cade in una crisi depressiva che ha
portato molti a ritirarsi dal mondo. Di fronte a tali crolli, spesso le donne, deluse, si
sono lasciate affascinare dalla tradizionale figura virile e da quei comportamenti che
presuppongono un indiscussa superiorità che si manifesta nel corteggiamento, nella
protezione, nel dono importante, torna nella fantasia la figura mitica del principe
azzurro nella forza del potere. Tutto ciò riveste forti attrattive anche se relega la
donna in una posizione subalterna e dipendente.
Uomini e donne danno il tipo d amore di cui hanno bisogno loro stessi e non quello
necessario all altro.
L investimento emotivo e romantico delle donne nella relazione in cui sono coinvolte,
non coincide più con una minore importanza attribuita al sesso.
Anche se si trovano meno di prima a dover fare i conti con gli st e r e ot ipi di r uolo
sessuale, tuttavia il loro grado d autostima non sembra migliorato. Le donne hanno
dubbi sul proprio valore e scarsa autostima, al contrario, un atteggiamento più sicuro
di sé e la capacità d autoaffermazione passano ancora per tipiche qualità maschili
donne con le palle . I ruoli sessuali influiscono sullo sviluppo della stima di sé.
Soffrono di panico, così come di ansia e di depressione molte delle donne che nella
loro vita hanno rincorso la carriera e l autonomia, che hanno ottenuto i risultati che
volevano con estrema determinazione. In questa sfida con se stesse hanno però
dimenticato una componente inalienabile del loro modo di essere: la capacità di saper
integrare i diversi aspetti della vita
Anor e ssia e bulim ia h a n no occupa t o il post o de ll ist e r ia , conse gue nze de lle
r ichie st e socia li, la donna in ca r r ie r a ha de t e r m ina t e ca r a t t e r ist iche : que lle
maschili a discapito della femminilità.
Gli uom in i e le don ne pa r la n o lingua ggi dive r si, formati dagli stessi vocaboli, ma
con significati diversi: la donna, affianca alla parola ascolto quella del sentire
formulando così un significato che sta a metà strada tra i due. Se una donna dice non
mi sento ascoltata l uomo è convinto d averla ascoltata se è in grado di ripetere ciò
che ha detto. In realtà quello che la donna sta dicendo è ho la sensazione che non sei
interessato a me
La storia ci è servita e continua a farlo per dare significato al presente e lo spazio dei
le ga m i a ffe t t ivi e de lle m ot iva zioni a d e sse r e in due de ve com pr e nde
l a cce t t a z ione , la sce lt a , la com pr e nsione e d il r ispe t t o, le diffe r e nze sono
r icche zze e lo spa zio ch e vie ne da t o a i le ga m i a ffe t t ivi com pr e nde
effettivamente la diversità dei due sessi.
Soffrono di panico, così come di ansia e di depressione, si isolano perdendo quei punti
di riferimento già fragili. Quando si aggregano tra di loro si misurano, riproducendo
quella competizione che li ha uniti nel gruppo dei pari nell infanzia (partite di calcetto
del dopo-lavoro, la politica, gli sport), difficilmente usano quegli spazi per confrontarsi
nei loro aspetti più intimi, mentre le donne approfittano di qualsiasi occasione
(parrucchiere, palestra, l attesa davanti alla scuola dei figli). Essere uomo nella società
d oggi è difficile. C è un identità perduta.
Negli ultimi quarant anni, la preoccupazione principale sul tema era ritrovare e
tutelare gli spazi femminili .
Qual è lo spazio dell uomo?
Lo spazio dell uomo non c è più e lui ci ha rinunciato in cambio di una lite in meno.
L uomo nasce e cresce in una famiglia tradizionale, dove accanto ad un padre potente
vive una madre docile e sottomessa ed invece, nel momento della costituzione di un
rapporto di coppia, si trova accanto una coetanea emancipata ed insofferente d ogni
subordinazione. Di fronte a questo passaggio improvviso dall una all altra figura il
maschio deve operare una difficile ridefinizione di sé, della propria identità sessuale ed
una continua
e profonda ristrutturazione delle regole di convivenza.
Per gli uomini, le emozioni sono un mondo privato, ne hanno pudore e per alcuni è
motivo d imbarazzo.
La gran differenza sta però nel modo in cui esprimono le emozioni. Un uomo è geloso
del suo spazio intimo (quello mentale), e vive l insistenza della donna di poterne far
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parte come una prepotenza, se lo desidera sarà lui a chiedere una condivisione. Il
silenzio per un uomo è anche un modo per stare bene insieme, non criticare il suo
bisogno di solitudine, né interrogarlo sul suo stato d animo significa rispettarlo.
E diverso l uso della parola, Non tutto si può tradurre a parole. Per la maggior parte
degli uomini, le dimostrazioni d amore sono azioni, fatti. (la fedeltà, la dedizione),
difficilmente sono parole romantiche, apprezzamenti alla sua persona (il vestito
nuovo, il taglio dei capelli). La comunicazione maschile è diretta, non ama i sottintesi,
né dover interpretare, ragionano in termini vero/falso. Non leggono i messaggi
vogliono che i pensieri siano dichiarati apertamente. Non capisce il broncio
immotivato.
Le problematiche edipiche sono all ordine del giorno nella clinica. Rari sono i casi di
pazienti che sono riusciti ad entrare in questa fase, rarissimi quelli che l hanno
superata. Nella migliore situazione perdura la tematica (coppia fissa con mamma)
anche se si sono avute molte partner, o addirittura bloccati in una fase precedente:
simbiotica-orale o narcisistica-fallica.
Gli uomini in una partner cercano:
L ascolto, ad ogni incontro non sopportano di essere angosciati con problemi, i suoi
racconti sono lineari e imperniati sulle attività, desidera essere informato delle cose di
lei seguendo il suo stesso stile. Vuole sentirsi accettato per com era quando si sono
incontrati. Odia essere cambiato e tanto meno educato. Sentire la sua stima lo
rassicura, e se ci sono delle discrepanze sugli stili di vita solo se si sente amato, di sua
iniziativa, modificherà un comportamento. Non vuole sentirsi manipolato (anche se la
sua mamma lo fa o lo ha fatto, smettere è un buon motivo di cambiamento).
Da adulti gli uomini sono più preparati a parlare il linguaggio della posizione sociale e
dell indipendenza, le donne quello delle relazioni.
Di conseguenza gli uomini utilizzano il linguaggio per comunicare esclusivamente fatti
e informazioni, spesso è una comunicazione dove la colorazione affettiva è poco
visibile. Le donne esprimono sentimenti ed in genere usano superlativi, metafore e
generalizzazioni che gli uomini interpretano alla lettera.
Tutto ciò creerà, nel futuro della coppia parecchi equivoci e difficoltà, non ultimo
quello della visione della realtà e della sua interpretazione.
Queste differenze si riscontreranno anche nel cogliere nell altro alcuni segnali,
piuttosto che altri, es. per la donna ricevere un abbraccio, un bacio, un attenzione
giornaliera significa essere confermata ogni giorno, per l uomo il fatto di vivere con lei
è una conferma costante.
Amore è una parola bellissima, che pronunciamo spesso nella nostra vita, ma è un
termine che usiamo in molte situazioni, e quindi gli attribuiamo diversi significati.
Amare la propria madre è diverso che amare la propria fidanzata. Oppure fare
l amore è diverso che fare sesso .
LE COMPONENTI DELL'AMORE
Abbiamo detto che una forma d amore è quella diretta verso se stessi e l altro per
favorire il benessere, senza attendere in cambio particolari gratificazioni, estendere i
nostri limiti significa superarli e questo costa fatica.
La volontà è un desiderio sufficientemente intenso da trasformarsi in azione.
il desiderio d amore non è in se stesso amore. L amore è tale in quanto agisce,
l amare è anche un atto di volontà: un intenzione e una azione. La volontà, di
conseguenza, implica una scelta.
Nella crescita il mondo onnipotente del bambino viene fantasticato attraverso
l immaginario. I confini dell Io si delineano piano piano Ci facciamo accompagnare da
personaggi quali Superman, Mandrake, divi del mondo della celluloide, ecc. Finché
nell adolescenza si percepisce la consapevolezza di essere prigionieri del proprio
corpo e del proprio limitato potere. Ci si sente soli, e la solitudine fa paura, a questo
punto l innamoramento sopraggiunge a salvarci dall idea che siamo impotenti.
(insieme i due innamorati possono scalare le vette più alte). L innamoramento è la
fuga dalla solitudine, fondere la nostra identità con quella dell altro ci permette di
essere più forti, è un espansione di noi stessi, ma è anche una regressione verso
l onnipotenza.
Ma la realtà, così come annulla le fantasie di onnipotenza del bambino, presto annulla
la meravigliosa unità della coppia innamorata. Messa a confronto con i problemi della
vita quotidiana, l individuo riafferma la propria indipendenza: lui vuole fare l amore lei
no, lei vuole andare al cinema lui no, lui vuole mettere i soldi in banca lei vuole una
lavastoviglie, lei vuole parlare del suo lavoro lui del proprio.
Entrambi cominciano a rendersi conto con tristezza, nel segreto del proprio cuore, di
non essere una cosa sola con l altro, e che l altro ha, e continua ad avere, gusti,
desideri, pregiudizi e orari diversi. Lentamente i confini dell Io riprendono il proprio
posto, a poco a poco o all improvviso i due cessano di essere innamorati l uno
dell altro e ritorneranno ad essere due individui ben distinti. A questo punto a meno
di non condannarsi ad una vita infelice, i due o si separano o cominceranno ad
amarsi.
L innamoramento non determina un estensione dei propri confini, ma provoca
semplicemente il parziale e temporaneo crollo.
Nell esperienza dell amore l estensione dei propri confini richiede uno sforzo, quello di
riconoscere e rispettare l altro, come entità diversa, appartenente all altro genere e
quindi con una storia alle spalle diversa che giustifica una visione del mondo con
attribuzioni di senso e valori diversi, quello che per l uno è futile per l altro può essere
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importante e spesso la differenza viene riferita all appartenenza al mondo maschile o
femminile, anche laddove potrebbe essere un sentire comune.
Tutti i grandi cambiamenti sono atti d amore verso se stessi, e l amore per se stessi
dà il coraggio nell affrontare questi rischi.
L assenza d amore o le confusioni sul modo di scambiarsi affetto sono la causa più
frequente dell inizio di psicoterapie. Chiaramente non sempre esistono confini così
certi tra queste forme di amore. A volte, queste distinzioni sono valide solo sulla carta,
non sempre i legami familiari implicano affetto; i casi di genitori che si disinteressano
del tutto del destino dei loro figli, non sono rari, come pure può capitare che due
fratelli litighino e rompano il loro legame affettivo per sempre.
L'amore, in effetti, attraversa delle fasi. E' un'illusione pensare di poter conservare
l aspetto ardente e passionale forte dei primi tempi o dei primi mesi di convivenza, per
tutta la vita. L'amore si trasforma con il tempo. Questo è dovuto anche al fatto che,
dopo l unione, di solito vengono i figli ed i figli sono degli affetti così forti da
modificare, in meglio o in peggio, qualsiasi ménage coniugale.
Nel corso della vita in comune, in alcuni periodi l attenzione è catturata dal far fronte
agli aspetti difficili della vita, alcune modalità si attenuano per riapparire più in là, ma
ce ne sono altri a garantire la fede nell unione, diversi ma non per questo meno
profondi e importanti, se si è preparati a questo, cioè al fatto che l'amore non resta lo
stesso nel tempo, si eviterà di rompere con facilità, come fanno molti giovani d'oggi.
Se si vuol vivere da eterni innamorati, restare per sempre nella fase della
"dell incantesimo", bisogna ricominciare sempre nuove storie con diversi partner.
LE CONSEGUENZE
Quali sono le conseguenze pratiche di tutto questo discorso? Una sola, amara, ma
inconfutabile: il mondo è pieno di falsi amori. Una buona parte di essi si accontenta di
qualcosa che gli si avvicina.
Attualmente, nella nostra società, è più facile metterci in discussione che in altri
tempi, questo significa che è estremamente facile trovarci a fare un seminario sui
rapporti affettivi e capire che le zavorre che ci portiamo dietro non ci hanno permesso
di prendere il volo, magari non ci appartengono, ma possono appartenere a qualcuno
che nel passato è stato per noi significativo, la nostra autostima è fragile, ci siamo
guardati con gli occhi di qualcun altro dando spesso per scontata quell immagine, ma
non ci siamo mai guardati direttamente. Ci adeguiamo agli stereotipi proposti dalla
società. Ma solo noi possiamo sapere quali sono le nostre capacità, i nostri desideri i
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nostri talenti. E se lo avessimo saputo prima ci saremmo valutati diversamente e scelti
un compagno adeguato alle nostre richieste.
Naturalmente bisogna avere il senso di realtà: L idea dell amore perfetto non ha
senso, l amore tra le persone è come le presone, pieno di fragilità e vulnerabile. La
perfezione ad ogni costo è un meccanismo di difesa è un grave difetto del nostro
narcisismo. Se volessimo aspettare la "donna o l uomo dei nostri sogni", non ci
basterebbe tutta la vita. A volte, si è davvero così lontani dall'amore vero, che è quasi
un delitto, verso se stessi, adattarsi ad una situazione del tutto insoddisfacente.
Fermarsi ad un "obiettivo" di molto inferiore alle proprie aspettative, solo perché non
si ha più voglia di cercare o di lottare, ci si sottrae al rischio.
Ma, anche quando sospettiamo dentro di noi, segretamente che quello che viviamo
non è amore, anziché mettere in discussione il rapporto gli si dà un vestito nuovo,
nella speranza che la festa cioè il matrimonio, lo trasformi e azzeri le incomprensioni
In effetti a livello della normale evoluzione affettiva l ordine dovrebbe essere: nascita
dell affettività, innamoramento, amore, coppia, matrimonio.
Ma nella realtà, nella maggior parte dei casi, il matrimonio o avviene sull onda
dell innamoramento o sopravviene al calo di questo, come nuovo incentivo nella
speranza che torni l enfasi del primo periodo, prima che effettivamente si viva il
rapporto di coppia nel suo significato più profondo.
Il matrimonio è la storia di un incontro che dura, di due persone che hanno vissuto dal
momento del loro incontro, un legame particolare.
Nella nostra cultura, nella nostra società, il legame, identificato con il fidanzamento, lo
stare insieme non istituzionalizzato è tollerato solo se non dura troppo a lungo.
Le famiglie d origine si aspettano che la coppia si trasformi in famiglia. Questa
pressione è particolarmente dannosa per la relazione. Il matrimonio, tranquillizza
tutti, permette di inserire quest unione in una categoria nota, prevedibile, che prevede
un unico domicilio, dei compiti precisi, dei figli, il patto di continuità.
Nel passato la coppia non ufficializzata dava la sensazione che non potesse essere
felice al cento per cento, c era qualcosa che non andava, poteva essere pericolosa,
per esempio minacciare le altre coppie.
Le coppie omosessuali, per esempio, non vengono riconosciute né dallo stato, né dalla
chiesa perché creano disordine, non possono riprodursi, non si capisce bene quali
siano i ruoli ed i compiti di ognuno dei due.
Oggi, non è più così, c è un gran numero di coppie di fatto, non ufficializzate da alcun
rito, poiché l impegno è preso soprattutto con se stessi e con l altro, piuttosto che con
la società.
L etimologia della parola matrimonio ci informa sulla sua funzione principale:
m a t r im on io de r iva da m a t e r = m a dr e , inse r isce quindi u n a ne ce ssit à
biologica im por t a nt e in u na ist it u zione le ga le , e non si foca lizza sulle
m ot iva zioni a ffe t t ive de lla sce lt a di st a r e insie m e , l u nione dovr e bbe por r e
l a cce nt o piut t ost o a ll a t t o d a m or e .
La differenza tra la coppia e il matrimonio è, per la società occidentale, l investimento
nel tempo, la coppia sembra possa finire in qualsiasi momento. L introduzione del
rituale con la cerimonia del matrimonio per sempre , finché morte non vi separi
(almeno al momento del rituale), dà quasi la garanzia di rafforzare il legame.
Il matrimonio inizia con una serie di credenze e di aspettative che ognuno dei due ha
su questa istituzione, che si sono strutturate a partire dalle esperienze nella famiglia
di origine e da altre esperienze matrimoniali, dei fratelli, degli amici, il tutto immerso
nella cultura di una specifica comunità e società. Questi valori permeano i nostri modi
di pensare al matrimonio e condizionano i nostri modi d essere moglie e marito.
La coppia sviluppa una costruzione della realtà condivisa, queste premesse di base,
che ognuno porta nel matrimonio, vengono modellate reciprocamente, rinforzate o
modificate nel tempo, attraverso la loro esperienza insieme. Questo include valori,
miti idee ed aspettative.
Gli essere umani stringono legami affettivi preferenziali con altri individui, lungo tutto
l arco della vita, secondo un modello di attaccamento sperimentato nella relazione
precoce tra il bambino ed il genitore.
Le prime esperienze producono una specie di modello interno. Questi modelli sono
costituiti da più esperienze che si organizzano per rendere prevedibili le risposte alle
nostre domande, delle figure d accudimento, rappresentazioni che permettono al
bambino, poi all adulto, di prevedere il comportamento dell altro e che ne guidano le
risposte specie in situazioni d ansia o di bisogno, possono però essere rivisti durante le
nuove relazioni amorose.
Nel corso di questi nuovi scambi relazionali inizia anche una rielaborazione delle
caratteristiche del legame d attaccamento, tale che il soggetto, oltre che fruitore di
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cure, si fa a sua volta figura di supporto e accudimento per la figura del partner, in un
rapporto simmetrico con caratteri di reciprocità.
Com pa gni di gioco , persone che sono buoni amici e hanno deciso di vivere a dieci
passi di distanza, ma da sposati. Vogliono mantenere questa distanza e incontrando
una persona con lo stesso bisogno, hanno trovato un equilibrio. Sono due partner
molto silenziosi e nessuno dirige il negozio. Ciascuno possiede la metà e nessuno
vende niente.
M a t r im onio t r a giova nissim i . Quando i due sposi hanno meno di 24 lui e 20 anni
lei, il rischio che la loro unione naufraghi è altissimo. Un'affermazione del genere può
sembrare assurda a due ragazzi innamorati teneramente, spesso dopo "il tempo delle
mele", arriva quello della delusione, dei litigi, dell'insoddisfazione; inoltre il rimpianto
per la gioventù abbandonata troppo in fretta è come un macigno sospeso sulla testa
dei due sposi.
Nel mito coesistono elementi reali ed elementi fantastici, insieme contribuiscono alla
costruzione di una realtà funzionale a determinati bisogni emotivi dell uomo, primo fra
tutti, quello di dare un senso a un insieme di avvenimenti ambigui e casuali che
diventano tanto più minacciosi quanto più non è in essi riconoscibile un intenzionalità.
La moglie che non permette nessuna critica al marito nei confronti della madre, il
marito che confonde moglie e madre.
Ma la relazione può avere anche una finalità perversa.
La relazione è sostenuta dal processo della collusione, che mantiene l equilibrio di
dinamiche spesso sconosciute anche ai protagonisti.
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La disfunzione nella coppia coniugale può essere fatta risalire ad un pre-esistente
ruolo di ciascuno dei coniugi con la propria famiglia d origine, ruolo all interno di
regole familiari che hanno profondamente segnato il processo d apprendimento di
ognuno dei due, ne ha influenzato la scelta del partner, continua a condizionare le
strategie
Il copione che più spesso si realizza all interno del matrimonio è quello del gioco di
stallo è quello in cui i due avversari, come i due giocatori di una partita a scacchi,
sembrano destinati a fronteggiarsi in eterno in una situazione senza uscita, il loro
rapporto non conosce vere crisi, né scenate catartiche, né separazioni liberatorie. Uno
dei due a volte esibisce una serie appariscente di mosse d attacco, di provocazioni, di
apparenti trionfi, sembra sempre che stia per avere la meglio, ma l altro,
quietamente, invariabilmente sfodera una mossa che ne azzera il punteggio.
Convenzionalmente chiamiamo il primo giocatore provocatore attivo, ed il secondo
provocatore passivo, anche se queste definizioni sono assai grossolane.
E facile scambiare il provocatore passivo per una vittima, ma è nella sua
imperturbabilità che risiede il suo potere di provocazione. Il provocatore passivo è per
esempio il coniuge che cede su tutto, mite, arrendevole anche di fronte a pretese
insensate dell altro: ma non cede da un unico punto, e quel potere non lo molla. E il
coniuge che non loda mai, e tanto più rimane silenzioso, quanto più l altro si è
scannato per strappargli un segno di riconoscimento; ma lui non né vede gli occhi
colmi di delusione e reagisce alle eventuali rimostranze con risposte così banali che
fanno cadere le braccia.
Quello che sfocia nello stallo è un gioco particolare, che sembra mirato ad evitare la
vera e propria crisi. La distinzione tra lo stallo di coppia e il conflitto di coppia è
che lo st a llo è ce la t o, m e nt r e il conflit t o è ciò che a ppa r e è m a nife st o. Il punto
essenziale dello stallo di coppia è una grandissima paura che un coniuge nutre
riguardo all altro, paura che non manifesta ne ammette. Anzi nasconde questa paura
dietro ad un problema schermo , di cui invece parla anche troppo, questa paura è
intuita dal partner che, in silenzioso accordo, si allinea nel non parlarne. Si comporta
come se credesse che il problema schermo sia quello vero, e vi s impunta.
La nostra società per permettere ad una persona di guidare una macchina la costringe
a frequentare un lungo corso alla scuola guida e a sostenere un doppio esame di tipo
teorico e pratico; per sposarsi, invece, bastano alcuni certificati e due testimoni.
Entrambe le situazioni possono produrre feriti o morti, nella prima la società mette a
disposizione una rete di soccorso nell altra no.
La responsabilità nella convivenza permette di mantenersi delle possibilità, all interno
delle regole, di disporre di un ampia scelta di mosse che, garantiscono lo spazio
all emergere dell abilità e dell intelligenza strategica dei singoli giocatori, le quali
conferiscono alla partita la sua identità.
Una relazione sana presuppone un processo attivo di ricerca e definizione dei compiti
relazionali.
La maggior parte degli studi di psicologia coniugale partono dal presupposto che la
relazione di coppia è il luogo dove sono soddisfatti dei bisogni. La patologia nasce
quando i partner non possono soddisfarli reciprocamente oppure quando hanno l uno
nei confronti dell altro delle aspettative immature che sono disattese.
Da questo punto di vista si vedono solo gli aspetti deficitarii del matrimonio.
Proponiamo invece un altra prospettiva, partendo dal seguente interrogativo: in che
misura i rapporti con il mondo, la costruzione della realtà, sono modificati con il
matrimonio?
Il matrimonio cambia molte cose.
Libertà, scelte individuali e indipendenza sono, per definizione, ridotte nel matrimonio.
D ora in poi i partner devono prendere molte decisioni insieme, per questo litigano più
spesso e si criticano con maggiore coinvolgimento.
L infanzia e l adolescenza sono servite per prepararsi, a sperimentarsi, ad esempio
attraverso il gioco (fare come se), a collezionare esperienze. Arriva l età in cui il
giovane adulto si sente spinto verso la realizzazione di altri aspetti di se stesso che ha
elaborato attraverso le esperienze precedenti. Quando due persone decidono che d ora
innanzi vivranno insieme, ciascuna delle due deve modificarsi internamente e
riorganizzarsi.
Questa è la condizione perché possano orientare le loro forze in modo da raggiungere
meglio e il più economicamente possibile i loro scopi. Dove per matrimonio dovremmo
intendere un modello adulto d intimità.
La caratteristica comune di tutti i matrimoni di cui abbiamo parlato in precedenza, è
che i coniugi più sono vicini, più sono separati.
Paradossalmente se non riescono a separarsi, non possono nemmeno aumentare
l intimità. Se non possono aumentare la loro individualità non possono nemmeno
aumentare il loro stare insieme.
In poche parole: più sei libero di stare con gli altri, specialmente con tua moglie, più ti
senti libero con te stesso. Più sei libero con te stesso e più puoi essere con lei.
Il matrimonio più che una cerimonia pubblica, con l attenzione alle apparenze, al rito,
deve essere, prima d ogni altra cosa, un patto privato che non deve prevedere
l indissolubilità della coppia, ma la serietà e l impegno con il quale s inizia un cammino
Alla base di questo pr oge t t o se ssua le c è il m a t e r ia le bioge ne t ico che è dato dai
cromosomi, dai genitali esterni ed interni, dagli ormoni, dal sistema cerebrale ecc.,
che si intreccia con i m ode lli psicosocia li, che ci forniscono il ruolo rappresentato
dal comportamento manifesto nella famiglia e nella società che ognuno di noi elabora
per avere la cognizione di un sé se ssua t o dal quale deriva un comportamento che
può andare, in realtà, da un polo all altro del maschile e il femminile, attraverso una
gamma di sfumature diverse che può propendere più o meno dal rosa all azzurro.
E' facile dunque rendersi conto che non sono soltanto i genitali con tutto il corredo
ormonale fanno di noi un uomo o una donna. Accanto a questi elementi biologici se
n aggiungono altri quelli sociali che consistono nel diverso modo che l'ambiente ha di
interagire con le persone, dipendentemente dal sesso.
Il riconoscimento del sesso alla nascita è solo il primo messaggio che il mondo esterno
c invia sul nostro genere sessuale; poi, durante tutta la vita, seguono una miriade
d altri messaggi del mondo circostante che, giorno dopo giorno, esperienza dopo
esperienza, confermano o no la nostra identità sessuale.
Fattori personali
Fattori educativi
Per capire l importanza delle manifestazioni fisiche dell affettività basti sapere che
nelle prime fasi della vita, se topi neonati non sono accarezzati dalle loro madri, non si
sviluppano come dovrebbero, e molti di loro si ammalano e muoiono. Lo stesso vale
per i bambini piccoli che non vengono presi in braccio e che non possono sperimentare
il contatto corporeo con altri, hanno bisogno di essere tenuti in braccio e accarezzati.
Il contatto fisico è necessario per produrre bambini sani, svegli e vigorosi, e più tardi
nella vita è necessario per sostenere queste qualità.
La comunicazione corporea, le carezze, gli abbracci sono trasmessi attraverso
l educazione dei genitori, determinano quindi nella vita di ognuno di noi,
un importanza straordinaria per quella che è la vita sessuale.
Oltre che con le parole, parliamo di noi anche con gli occhi, il sorriso, l'odore, le mani,
la posizione del corpo, l'abbigliamento. Molte volte utilizziamo volontariamente queste
com unica zioni sile nziose , per invitare o scoraggiare l'altro alla prosecuzione del
rapporto.
Altre volte inviamo messaggi con il corpo anche senza rendercene conto.
Eppure, nonostante ogni rapporto sia ricco di comunicazioni verbali e non, la maggior
parte di noi è "analfabeta" in questo campo e non conosce appieno tutte le proprie
potenzialità e capacità espressive. Arriviamo ad ignorare o negare il corpo, o perfino
ad avvertirlo estraneo.
Belli o brutti spesso vuol dire vicini o lontani dall'immagine ideale di sé, che è per lo
più quella prospettata dai mas-media: un corpo snello, scattante, perfetto.
Basta poco, com'è ovvio, per sentirsi diversi da questo modello cui, però, qualcuno
tende ad aggrapparsi per trovare un punto di riferimento in parte stabile.
Esempio dell influenza culturale è la ve r ginit à , che da sempre è riferita al mondo
femminile. Pochi sanno che in termini fisiologici anche per i maschi esiste un riscontro
anatomico e fisiologico di questo importante momento di passaggio,
quest atteggiamento può essere legato al fatto che nell'uomo mancano generalmente
segni evidenti della perdita della verginità, intesa a questo punto come il non aver
avuto ancora rapporti completi. Solo in una minoranza di casi infatti il primo rapporto
può provocare la lacerazione del frenulo.
Solo quando si arriverà a considerare come poco indicativa per la sessualità, questo
riscontro fisiologico, che in epoche passate in alcune società tradizionali ha portato a
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vere e proprie tragedie, s inizierà a parlare finalmente, della verginità e del suo valore
per ciò che significa per ciascun individuo (indipendentemente dal sesso
d'appartenenza), m isur a ndo le dim e nsioni de ll'im pa t t o psicoe m ot ivo che h a
com incia r e a vive r e la se ssua lit à da " gr a ndi" , e non quelle dei millimetri di
mucosa che si modificano nel corpo, o quelle del pene come se fossero importanti o
segno di capacità amatorie.
Tutto il nostro modo d essere è permeato dalla nostra sessualità che non si esprime
solo con l'atto sessuale, ma riflette le caratteristiche personali, la storia e la cultura di
ciascuno. Essere in armonia con il proprio corpo, avvicinarsi a lui scoprendo
progressivamente le sensazioni che può dare, significa soprattutto riconoscersi nelle
pr opr ie e m ozioni e ne i pr opr i de side r i. Il corpo non mente, è un amico-nemico.
Cerca di coprire i veri problemi attraverso crampi muscolari, problemi estetici,
problemi colitici, i sogni, gli incubi ecc, ma allo stesso tempo li sta esprimendo.
Come sappiamo, la nostra cultura tende a far coincidere il sesso essenzialmente con il
rapporto sessuale e con la penetrazione; è invece importante scoprire anche i mille
modi di cui dispone il nostro corpo per creare un'intimità e un'armonia fisica con il
partner. Non a caso le coppie che non hanno più niente da dirsi, preferiscono il coito al
bacio. Quando una coppia va in crisi il bacio sparisce prima del coito, poiché implica
la necessità di guardarsi in faccia intimamente in senso reale e metaforico.
E quindi un linguaggio, quello del corpo, per comunicare cose che non si possono dire
altrimenti.
Ma l esercizio della soggettività nella gestione dell intimità può nascondere dei pericoli.
L uso sogge t t ivo de ll ogge t t o , dove per oggetto s intende anche l altro. La
definizione di normalità, come capita spesso nei confronti delle peculiarità umane è
difficile. Nella sessualità lo è ancora di più. Spesso nella coppia si contrappongono idee
diverse di nor m a lit à se ssua le Quando l atto erotico è utilizzato per evitare una
relazione emotivamente intima con un altra persona, è il fallimento relazionale, quindi
è l utilizzazione dell altro come oggetto che permette di mantenere la distanza emotiva
a produrre una perversione. La pe r ve r sione è un a st r a t e gia pe r dife nde r si
da ll int im it à e pr e se r va r e la pr opr ia ide nt it à .
La sessualità può trasformarsi in uno strumento di potere per esercitare dominio sul
partner o in una reciproca dipendenza, delle volte le disfunzioni sessuali possono
essere il tradimento della sessualità
Il tipo di sessualità vissuta all interno della coppia è un aspetto rappresentativo del
modello della relazione. Il sesso fornisce un linguaggio molto chiaro all interno del
quale possono trovare posto molti altri aspetti della coppia come il piacere,
l eccitazione, la paura, il potere sull altro, l essere usati dall altro, la giocosità,
l avventura, l intimità, la libertà, il legame ecc.. non è quindi un solo atto di piacere
reciproco: è carico invece di significati simbolici imposti dall educazione, dalla cultura,
dai propri bisogni, dalle proprie aspettative.
Il sesso può assumere delle funzioni non sessuali, infatti è anche il mezzo per
soddisfare svariati bisogni: sesso al servizio dell identità come conferma di sé stessi;
al servizio della comunicazione: il fare pace con o al servizio della socializzazione; può
essere il pretesto per conflitti di coppia, commercializzato nella pubblicità e nella
prostituzione, antidepressivo o sonnifero.
L intimità sessuale coinvolge la testa, il cuore e la pancia. E un gioco più che una
necessità.
Per fare all amore bisogna essere in due, il rapporto sessuale non è una
masturbazione a due, ma è avere piacere nel dare e ricevere piacere all altro. E un
Esiste un diverso modo per il maschio e per la femmina di considerare il sesso, legato
sia a motivi culturali sia fisiologici.
I tempi della sessualità sono diversi tra maschi e femmine, l immaginario erotico del
maschio è narcisistico e popolato da donne che si eccitano fino all orgasmo
accarezzando il protagonista del sogno. Gli uomini si eccitano maggiormente
attraverso la vista. La donna è molto stimolata all idea di essere desiderata, di avere
un enorme potere seduttivo. Pensano, mentre fanno l amore, scene romantiche, ma
anche esibizionistiche come mostrarsi e sentirsi irresistibili, la eccita sentire la voce,
sentire di essere desiderata.
Tendenze sessuali
Ciascuna fase della sessualità è vissuta in forma molto personale, si può pertanto
affermare che l esperienza sessuale, nel complesso, è qualcosa di sicuramente ed
esclusivamente personale e non trasferibile.
In differenti epoche e culture, diversi popoli hanno praticato l omosessualità con
estrema naturalezza. Anche le culture romane e quella greca, parlavano di una libertà
sessuale. Dopo un lungo periodo di stigmatizzazione nei confronti dell omosessualità,
negli ultimi anni si è fatta avanti una visione meno schematica dei rapporti umani e
sessuali., gli omosessuali si vivono con maggiori libertà i loro rapporti, si stanno
creando spazi e ne hanno creati. Esiste una rappresentanza omosessuale visibile che
vive alla luce del sole.
Nonostante questo per la rigidità mentale di alcune famiglie tradizionali , avere un
figlio omosessuale continua a costituire un boccone amaro.
Con riferimento a questi criteri, Kinsey classifica gli esseri umani secondo il loro
comportamento sessuale nel seguente modo: una scala che va da 0 a 6, dove ogni
classe differisce dall altro per un certo grado di mescolanza tra omosessualità ed
eterosessualità, tranne che nei casi estremi (6 e 0), Non deve pertanto stupire in un
eterosessuale la presenza di tratti omosessuali.
Ca use int r a psichiche : la causa va ricercata nella storia dei primi anni di vita del
soggetto. L eiaculazione precoce, ad esempio è caratterizzata da una ambivalenza nei
confronti delle donne: da una parte da sentimenti punitivi, dall altra dal desiderio
cosciente di rapporti relazionali. L ansia da prestazione e alimentata da una bassa
autostima, il sintomo può servire per tenere il conflitto rimosso dalla coscienza.
Ca use dia diche : le cause vanno ricercate nel rapporto di coppia, che possono essere
date dal rifiuto del partner, lotta di potere, interazioni negative.
Così per le donne nella maggior parte delle difficoltà o totale impossibilità di arrivare
all orgasmo o ancora nel caso del vaginismo, si può parlare di somatizzazioni dell ansia
derivando quindi da problemi di tipo psicologico che generalmente risalgono a traumi
infantili, oppure a schemi educativi troppo rigidi e repressivi. Purtroppo molte donne
tacciono il loro problema, a causa di falsi pudori e di una serie di pregiudizi culturali.
Sia per la donna sia per l uomo parlare della propria vita sessuale è ancora molto
difficile.
Omosessualità
E solo dal 1974 che l omossessualità è esclusa dal DSM ed è considerata un modo di
essere nel mondo. Omosessuale è colui che ha un attrazione erotica predominante
verso altri individui dello stesso sesso . L omosessuale non è disorientato nel ruolo, né
nel genere.
L inclinazione dell interesse sessuale verso individui appartenenti allo stesso sesso può
avere origine biologica nella corrispondenza tra sesso cromosomico e quello anatomico
e origine psicologica.
Ci occupiamo dell origine psicologia dell omosessualità: in molti casi l arrivo di un figlio
ad una madre che ha grossi problemi di relazione con il marito, può portare al
riversare sul piccolo tutte le frustrazioni che sta vivendo la coppia. Altro caso che di
frequente fa sorgere problemi, è la nascita di un maschio/femmina ad una coppia che
avrebbe preferito avere una femmina/maschio. La relazione stretta che intercorre fra
madre e figlio implica inevitabilmente l apprendimento di forme di condotta che sono
impartite dalla madre. A volte per proteggerlo dal mondo violento, da giochi che
potrebbero ferirlo, la madre sottomette il figlio alla sua personalità femminile.
L int im it à r e la ziona le
Basti pensare di fare una cosa all apparenza semplice: dir e t i a m o o t i voglio be ne ,
a t ut t e le pe r sone im por t a n t i de lla nost r a vit a . Sembra una cosa molto semplice
in realtà è molto più difficile di quanto s immagina.
Che cosa comunichiamo, quando parliamo? Ciò che dicono le nostre parole?
In parte si, ma la percentuale più significativa, non è quella verbale. Oltre alla parola,
le persone cui ci rivolgiamo percepiscono un in finit à di st im oli: il tono della voce, il
nostro sguardo, la gestualità.
Come abbiamo più volte visto, entriamo in contatto con il mondo attraverso le nostre
emozioni.
I segni corpo
Il linguaggio del corpo ha a suo favore l im m e dia t e zza del passaggio dalla fonte al
ricevente. Con le espressioni del viso, con i movimenti e con le pose, l organismo si
esprime, gli occhi luminosi, i tratti del viso piacevolmente alterati, una particolare
animazione dei gesti sono segni che manifestano qualche forma positiva d eccitazione.
Sono il ve icolo pubblico d a t t ivit à m e nt a li int im e . La stessa cosa può dirsi d altri
segni d emozione non appariscenti: la gola secca, la dilatazione delle pupille, la
sudarella o un brivido lungo la schiena. Sono tutti segni nel senso che rimandano a
qualcos altro.
Metacomunicare
La metacomunicazione, oltre a significare i vari canali di comunicazione, fa riferimento
al discutere intorno alla comunicazione. E un elemento importante per una buona
comunicazione t i h o de t t o que lle cose pe r ché e r o a r r a bbia t o con t e
Con la metacomunicazione ci si colloca su un piano superiore: si commentano i ruoli, il
modo di porsi, di essere, di comunicare.
Comunicare sulle comunicazioni è spesso l'unica possibilità per portare alla luce
strutture d organizzazione dei ruoli, delle gerarchie.
Pensare in termini di gioco genera un nuovo linguaggio, la metafora del gioco serve
a semplificare la comprensione...
Infatti nell idea di gioco convenzionale sono già intuitivamente evidenti: il principio
dell alternanza dei turni, poiché il gioco come il dialogo si struttura nell alternanza dei
singoli interventi. Nell accettazione da parte dei giocatori delle regole che lo governano
allo scopo di ridurre l incertezza delle mosse.
La patologia della comunicazione può avere origine in una qualsiasi dei tre assiomi
della comunicazione.
Le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio, perché influenzano gli altri i
quali, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni. La
com unica zione ve r ba le è se m pr e a ccom pa gn a t a da lla com unica zione n on
ve r ba le ( m e t a lingua ggi) . Viceversa, la com unica zione non ve r ba le e sist e
indipe nde nt e m e n t e da que lla ve r ba le . Pensate all'espressione " la pr im a
impressione" da dove arriva, e cosa colpisce? la "prima impressione" è il frutto di un
insieme di stimoli comunicativi che sono percepiti, a livello conscio ed inconscio: è la
somma dei gesti, delle posture, dei movimenti, dei modi, degli atteggiamenti, ed
infine, del linguaggio verbale. Essa comunica ciò che sia m o, indipe nde n t e m e nt e
da ciò che vogliamo.
L'immagine non è tutto, ma certo è molto importante. Essa influisce sugli altri, ma
anche su noi stessi. È innaturale un'immagine forzata, artificiosa, che risponda a
stereotipi, ma anche quella è comunicazione, i gruppi di adolescenti che si riconoscono
l un l altro attraverso l abbigliamento.
Anche la comunicazione per eccellenza, quella verbale, oltre alle parole tiene conto del
timbro della voce, del tono, della dizione, dell intensità, del ritmo, dei suoni,
dell intercalare.
Una comunicazione non soltanto trasmette informazione ma, al tempo stesso, impone
un comportamento coerente. Ogni comunicazione è comportamento, ma anche ogni
comportamento è comunicazione.
Per esempio fare un regalo è una comunicazione che può significare affetto ma che
può essere tradotta in diversi modi, secondo la persona cui è destinato:
l innamorato geloso, il bisogno di farsi perdonare. In questo caso per esempio, più la
persona amata tenterà con carezze attenzioni e slanci di rassicurare il partner e più
l altro tradurrà questo comportamento in termini di rimorsi di coscienza
una buona comunicazione deve essere coerenti nella forma e nel contenuto
Dichiarare il proprio amore in linguaggio digitale porta a dire ti amo ,
quest espressione in se stessa non è però sufficiente, per convincere l altro dovrà
accompagnarsi ad una comunicazione analogica coerente: tremito delle mani, o della
voce, sguardo intenso, ma anche questa potrebbe non bastare.
Quando si scambiano dei messaggi, si comunica quindi a due livelli differenti: quello
del contenuto e quello della relazione. Può nascere confusione su questi due livelli.
E il caso di quelle discussioni interminabili in cui gli interlocutori sembrano opporsi al
contenuto, ma di fatto cercano di avere l ultima parola, e quindi discutono su chi ha
ragione, ma di fatto si stanno contendendo il potere, quando vi è incompatibilità tra di
loro sul modo con cui definiscono rispettivamente la loro relazione e la loro immagine
di sé: c è allora rigetto o diniego dell altro:
- due sposi avevano un amico in comune molto apprezzato da entrambi. Un giorno in
assenza della moglie, l amico telefona per dire che è di passaggio nella regione. Il
marito prende allora l iniziativa di invitarlo a venirli a trovare, pensando che sua
moglie sarebbe stata contenta quanto lui di questa visita. Quando lei ritorna a casa, il
marito le annuncia la buona notizia , ma, invece della gioia attesa, scoppia un
violento litigio fra i coniugi a proposito di questa visita. In terapia entrambi
convengono sulla legittimità di quest invito e sul rispettivo piacere nel ricevere l amico.
Il loro disaccordo non proveniva dal contenuto degli scambi, ma dalla loro relazione: il
marito si giudicava in diritto di valutare quel che sarebbe potuto piacere o no a sua
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moglie e la moglie non ammetteva che uno dei due potesse prendere l iniziativa che
riguardasse la coppia senza consultare l altro. Nella loro discussione avevano preso in
considerazione solo l evento e non la loro relazione.
l'individuo si trova prigioniero in una situazione in cui l'altra persona che partecipa al
rapporto emette, allo stesso tempo, messaggi di due ordini, uno dei quali nega l'altro;
l'individuo è incapace di analizzare i messaggi, è incapace di discriminare a quale
ordine di messaggio debba rispondere, quello verbale o quello corporeo, vale a dire
egli non è in grado di metacomunicare.
Gli scambi comunicativi possono essere improntati a ll ugua glia nza dei due partner, e
in questo caso sono definiti simmetrici, è il caso di colleghi, amici, partner. Oppure,
possono essere improntati alla differenza, allora sono definiti complementari. Nel
secondo caso inevitabilmente un partner assumerà una posizione dominante e l altra
quella complementare, contraddistinto dalle coppie madre-figlio, insegnante-allievo,
capo-dipendente.
La sim m e t r ia e la com ple m e nt a r ie t à non sono in se stesse ne buone ne cattive ,
sono due modelli di relazione. Nella comunicazione sana sono agite alternativamente.
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La patologia nasce quando ci si cronicizza in una delle due producendo una
comunicazione rigida.
La com un ica zione com ple m e nt a r e basata sulla differenza può prendere due forme
di perversione: chi ha la posizione alta la usa come mezzo di manipolazione e
d oppressione. Non lascia spazio ad un evoluzione, relazione tipo madre-bambino che
non evolve.
La com un ica zione sim m e t r ica basata sull uguaglianza, può diventare una relazione
di r ivalità e di gara al rilancio. tu non sei voluto venire al cinema ieri sera con me, io
non verrò a cena con te stasera. Oppure decidi tu cosa fare stasera , no, decidi tu
va bene qualsiasi cosa . Un simile rapporto alla fine sfocia nel rifiuto per la differenza,
poiché ogni forma di complementarietà è vissuta come un ineguaglianza
insopportabile.
Questi tipi di rapporto entrano spesso in un gioco senza fine. Per uscirne c è bisogno
di un intervento dall esterno che faccia notare la rigidità del sistema.
Il gioco senza fine fa leva sulla punteggiatura della comunicazione
La punteggiatura indica il modo con cui i due partner tagliano la loro comunicazione,
con cui ciascuno vede il suo comportamento e quello dell altro. Il taglio della sequenza
dei fatti diverge spesso da uno all altro e molte liti possono essere spiegate in questo
modo.
Consideriamo una coppia in cui il marito abbia una certa tendenza all isolamento e
all introversione e in cui la moglie sia facilmente aggressiva; i loro scambi si riducono
a un lungo susseguirsi di mi chiudo in me stesso per l uno e sono astiosa per
l altra. Il loro modo di percepire il rapporto sarà differente: lui penserà di isolarsi per
proteggersi dal comportamento astioso della moglie; lei sarà convinta che il suo astio
è provocato dall assenza di suo marito. Ciascuno dei due considera il proprio
atteggiamento come una conseguenza a quello dell altro. Il marito fa iniziare la
sequenza al primo scoppio d ira di sua moglie ero là tranquillo, sulla mia poltrona che
leggevo il mio giornale e lei si è messa a insultarmi ; la moglie situa quest inizio al
momento in cui suo marito ha preso il giornale si stava così bene tutti e due ed ecco
che lui mi molla e va a piazzarsi con il suo giornale come se ne avesse abbastanza di
vedermi . Poiché tagliano in maniera diversa le sequenze dei loro scambi, si vedono
rispettivamente, e sinceramente, come la vittima dell altro e non pensano di poter
agire sulla relazione.
Ognuno dei due sapeva che il suo atteggiamento esasperava l altro nonostante ciò,
ognuno dei due persisteva nel proprio, questo è ciò che crea il problema, l unica
soluzione è parlarne.
La questione di sapere se uno dei punti di vista è giusto o falso ha poca importanza.
Quello che è importante, è capire che la natura di una relazione dipende in gran parte
dal modo con cui i partner punteggiano i loro scambi.
Bisogna considerare che i messaggi, il loro senso dipendono dal contesto. E come dire
che le parole all interno di una frase dipendono dalla frase.
dobbiamo lasciarci ha diverso significato a seconda che sia preceduto da sto
facendo tardi o nulla è più possibile tra noi .
E spesso usato per punire e se non si rompe il muro del silenzio, su ciò che si prova,
su cosa pensate del vostro partner si creerà solo un rapporto fondato
sull ipocrisia.Usato come difesa, come incapacità di mettersi in discussione, per paura
del giudizio
La cattiva comunicazione
Altra disposizione, quella del non con diziona m e nt o. Il non giudizio vi serve per
comunicare correttamente, ed il non condizionamento per essere voi stessi. Ognuno è
com è (non giudizio): non si può pretendere che un'altra persona risponda ai nostri
schemi mentali, al nostro modo di vedere ed intendere le cose, e secondo questi
giudicarla.
La coerenza: per divenire se stesso ogni uomo affronta difficoltà e crisi per la
costruzione della propria identità, non essere coerenti significa prima di tutto fregare
noi stessi.
IMPARIAMO A COMUNICARE
Spesso si usa una comunicazione tediosa, lamentosa, oppure si tende a piacere per
forza o ancora si sta nella pretesa che l altro accolga il nostro stargli addosso. E
importante riconoscere se si sta usando l altro per problematiche personali. In
questo caso la comunicazione è la risposta a difficoltà d altro genere. In una
normale comunicazione invadere lo spazio vitale è recepito dall inconscio come
un aggressione fisica.
Ave r for m a t o u na coppia st a bile non significa a ve r t r ova t o u n a polt r on a a lla
propria vita
Dire spesso ti amo con le parole, con i gesti e le azioni. Non pensando che l altro lo
sappia già.
Lodare per un lavoro ben fatto e rassicurare se l altro non riesce, non dare per
scontato ciò che l altro fa per te, apprezzare e sostenere.
Far sapere quando ci si sente soli o incompresi: far sapere all altro che ha il potere di
confortarci lo renderà più forte. I sentimenti non tradotti possono diventare distruttivi.
Ancora non siamo capaci di leggere nel pensiero.
Dare valore alle esperienze dell altro, prestare attenzione al suo modo di vedere il
mondo, ci arricchisce.
Ascoltare senza giudizi e preconcetti. Ascoltare, come vedere è fondamentale
Toccare, tenere, abbracciare, la comunicazione non verbale dà forza e conferma
l altro.
Rispettare i silenzi.
Amare pubblicamente è il regalo d amore più bello che si possa fare al partner,
affermare e riconoscere l altro.
Quando una coppia si forma possiamo interrogarci sull uso fatto della relazione,
rispetto alla funzione di crescita e autoregolazione, se essa sia nella direzione di
una possibilità di riparazione ed evoluzione, d integrazione ed espansione delle
proprie esperienze passate, o se tende a suggerire una costante negativa.
Purtroppo è raro arrivare alla coppia avendo alle spalle un rapporto risolto con i
nostri genitori, il che significa che affettivamente siamo ancora nella fase di
bambini è facile dunque che la maggiore funzione che richiediamo al nostro partner
è quella genitoriali, per consolarci e proteggerci.
La nostra vita affettiva, amorosa non ha uno scopo finché non gliene diamo uno.
La nostra affettività cambia con il crescere e ci permette di evolvere
psicologicamente. Se al momento della scelta del partner, la relazione non avrà
uno scopo scelto consapevolmente, la nostra vita amorosa sarà in balia delle
informazioni, utilizzate inconsciamente, basate sul condizionamento represso, su
ciò che non abbiamo risolto o superato, dal punto in di sviluppo in cui siamo al
momento della scelta di vita in due. Sarà allora basata, sul soddisfacimento di
bisogni piuttosto che sulla realizzazione di desideri.
Capiremo perché e come desideriamo una vita affettiva e cosa desideriamo trarne;
invieremo un messaggio alla nostra mente inconscia su quello che vogliamo,
saremo in grado di riconoscere molto più rapidamente le persone che vogliamo e
quelle che non vogliamo, valorizzeremo quello che abbiamo anziché continuare a
desiderare di essere diversi; concentreremo la nostra attenzione sulle cose che già
ci piacciono di noi.
Tutto quanto, dal ciclo delle stagioni, i cicli dei pianeti, le maree, al ciclo delle
nostre onde cerebrali alle contrazioni del muscolo cardiaco, al ciclo digestivo a
quello del sonno, il ciclo della vita e della morte, tutto è cadenzato da ritmi.
Inevitabilmente perché si possano realizzare a pieno le potenzialità implicite in ogni
ciclo o fase della vita, è necessario lasciare il tempo allo svolgersi naturale di ogni
processo di crescita. Ognuno di questi ci prepara e ci permette di arrivare ad un
altro più completo.
Il bambino è dipendente, ha bisogno di protezione, un adulto è indipendente sa
proteggersi, un genitore è indipendente sa darsi e dare protezione. Ognuno di noi
ha dentro di sé potenzialmente queste tre figure di se stesso. Potenzialmente nel
senso che nell arco di una vita è possibile arrivare a sperimentarle tutte, essere
adulti nell età ma bambini affettivamente, avere dei figli ma non essere pronti
psicologicamente ad essere genitori.
La società agisce su ognuno di noi delle pressioni attraverso chi ci circonda, amici,
parenti, modelli ideali di coppia o famiglia, ci propongono dei percorsi ideali che
non corrispondono alla realtà del quotidiano, sono piuttosto storie di romanzi e film
che incarnano un ideale fantastico, mal riprodotto all interno di istituzioni alle quali
diamo la motivazione del loro formarsi all amore. Quando ci accingiamo, come
protagonisti, a dare vita ad una forma dello stare insieme ci misuriamo con ciò che
immaginiamo, con ciò che fantastichiamo e con ciò che siamo.
Per fare un esempio, quando una coppia aspetta un figlio fa delle previsioni,
immagina il figlio che può nascere da questa coppia: se, ad esempio la statura dei
genitori e quella delle famiglie di origine si aggira sul metro e sessanta,
immaginerà un figlio mediamente della stessa altezza, ma fantastica un figlio
alto (perché per la nostra società alto è bello ) un metro e ottanta. In queste
previsioni bisogna però lasciare spazio al figlio reale, in altre parole libero da
proiezioni. Allo stesso modo la costituzione di una coppia e della vita insieme è
sottoposta alle stesse considerazioni.
Iniziamo allora a responsabilizzarci sugli strumenti che abbiamo e ad utilizzarli,
poiché sono sufficienti, la percezione sincera di noi stessi e degli altri, e la
diminuzione del divario tra la coppia che siamo e quella che ci viene proposta dalla
cultura commerciale, la coppia in divenire ha un livello di aspirazione più realistico
si possono raggiungere obiettivi veri, autentici e comunque unici, aspettative più
adeguate. Il rispetto della nostra individualità, del nostro essere unici e allo stesso
tempo la necessità dell altro.
L a m or e pe r la vit a a t t r a ve r so l a m or e pe r noi st e ssi è la chiave di lettura
migliore per costruire sane e utili relazioni. La costruzione della nostra vita
dovrebbe essere interpretata come la creazione di un opera d arte, unica, dove i
materiali sono le emozioni, i sentimenti, i pensieri, le relazioni, i nostri ritmi e il
loro rispetto, le azioni e motivazioni. Ci sono artisti che creano con materiali usati,
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materiali di scarto, opere di gran valore, la metafora è: non è mai tardi per fare
della propria vita un capolavoro, e l amore, uno dei materiali principali, ha scopi più
importanti che assicurarci la tranquillità. La nozione secondo la quale può esistere
un momento migliore o più opportuno per amare è costata a molti un intera vita di
rimpianto.
La coppia sana è quella di due persone che sono psico-affettivamente mature, che
possono condividere e scambiarsi i ruoli, essere vicendevolmente complementari
con le loro competenze: sanno giocare come bambini, e come bambini qualche
volta chiedono protezione e conforto all altro che come un genitore offre conforto e
sicurezza, s incontrano attraverso l erotismo e la sessualità come due adulti,
rispettano ognuno lo spazio psicologico dell altro condividendo attraverso una
comunicazione intima e unica le loro esperienze ed i loro pensieri sulla vita.
Cr isi ge ne r a t r ici di vit a Queste crisi di formazione nelle coppie non consolidate
costituiscono un elemento generatore di un nuovo tipo di vita.
La crisi della coppia varia in funzione dei periodi, a seconda che siano di
formazione, d instaurazione o di consolidamento.
La crisi di formazione
Dopo l innamoramento, momento culminante dell attrazione e dell impulso dell uno
verso l altro, si produce un assimilazione che dà luogo ad una cristallizzazione
dell affettività. L innamoramento stimola il rapporto e genera una serie di decisioni
e di progetti, che a volte, l analisi successiva, più fredda e razionale, comincia a
mettere in dubbio. Siamo portati a ripetere ogni situazione che sia piacevole, di qui
la logica tendenza a stabilire vincoli sempre più stretti: all inizio si fissano
appuntamenti per i giorni successivi e poi sempre più ravvicinati.. Quindi si tende
progressivamente a formulare il desiderio di un rapporto stabile.
Il momento del dubbio
Quando il rapporto affettivo si è stabilizzato, è possibile che inizino le analisi più
razionali e i sensi di dubbio sulla positività del rapporto. Il dubbio, è parte
integrante del comportamento umano e la risposta di fronte a lui varia in funzione
dell intensità con cui si presenta e della capacità di decisione.
La vita in comune
La maggior parte delle volte i dubbi hanno meno importanza e potere della forza
che deriva dall entusiasmo e dall amore. Questa fase di stabilizzazione della coppia
si allunga e si entra in un periodo che serve per la trasformazione a forme di
condivisione più profonde di conoscenza reciproca, e alla voglia di formulare un
progetto comune, che rispetti la realizzazione individuale e della coppia. Oppure in
La crisi di consolidamento
Altro momento d evoluzione insorge quando la coppia si è definitivamente
consolidata o ha costituito una famiglia. Le cause agiscono fondamentalmente a tre
livelli: pe r dit a d int e r e sse pe r l a lt r o, ca m bia m e nt o de gli obie t t ivi pe r sona li,
e differente evoluzione.
Pe r dit a d int e r e sse pe r l a lt r o: quanto più si conosce qualcosa, meno passione e
slancio si sperimentano, che sono sostituiti da una risposta più serena e meno
appassionata. Due esseri umani che convivono, arrivano ad una conoscenza
personale molto profonda pertanto, lo stimolo interpersonale diventa meno
appassionato rispetto a quello di due persone che si conoscono da poco e che si
sentono piene d interrogativi l una nei confronti dell altra.
Quando si conosce profondamente una persona, si ama intensamente proprio in
rapporto a quest approfondita conoscenza, l amore non è un modo di stare, ma di
diventare. La perdita d interesse può avvenire perché si è affrontata la vita di
coppia in modo superficiale e l altro si dà per scontato, s inizia a tenere una
contabilità dei guadagni e delle perdite e non c è più la fede nell unione, perdendo
del tutto l interesse nei suoi confronti.
Molte coppie continuano a vivere insieme consapevoli di aver perso l interesse
reciproco.
L amore è impegno ed ha bisogno di essere alimentato da uno sforzo continuo che
dà piacere mettere in atto. Si può pe r de r e int e r e sse pe r la pe r sona che si ha
a cca n t o pe r un doppio m ot ivo. D a u n la t o si conoscono t r oppo be ne i suoi
a t t e ggia m e nt i e d i com por t a m e nt i più im m e dia t i, da ll a lt r o, ne lla m isur a in
cui non e sist e dia logo e com unica zione , è qu a si e st r a n e a , non si r iconosce
più.
Entrambi tendono a non aprirsi con la persona con cui convivono, soprattutto per
l insana ossessione di evitare discussioni. Ciò produce una reciproca ignoranza e, a
seguito della mancanza di comunicazione, si arriva ad una reciproca perdita
d interesse.
L ide nt it à è un a r e a lt à polifor m a , cioè con molti aspetti, uno dei quali, forse quello
che risalta maggiormente, è che ogni individuo ha più identità, individuale, familiare,
di gruppo. La cosa è complicata dal fatto che tutte queste identità possano coesistere
pacificamente, ma anche essere in contrasto fra di loro.
Purtroppo molto spesso, sia bambini che adulti, vengono educati ad essere come gli
altri li vorrebbero, a non uscire più dalle identificazioni. Molti hanno sperimentato il
senso di colpa che assale quando si sente di deludere i propri genitori nelle loro
aspettative, perché dopo l identificazione abbiamo la necessità d imporci come noi
stessi, diversi dagli altri.
Inoltre nella costruzione attiva del nostro essere maneggiamo, modelliamo, facciamo
nostri alcuni aspetti di altri, li misceliamo con il nostro essere unici, ma in questo
modo sperimentiamo e rischiamo Se non abbiamo acquisito fiducia in noi stessi,
possiamo non avere il coraggio di esporci per quello che sentiamo di essere e
preferiamo adottare bello e fatto un modello culturalmente confezionato già pronto
per avere successo e sedurre. Adottiamo così comportamenti, atteggiamenti per
conquistare essere accettati, non deludere che poco ci somiglia. Abbandonare il
nostro Vero sé, adottare un Falso sé.
La stima di sé stessi origina dal confronto tra l'immagine che ciascuno ha di se stesso
- ossia il "sé percepito" - e l'immagine di ciò che si vorrebbe essere, "sé ideale". In
questo senso, tanto più il "sé percepito" è lontano e di meno valore o soddisfazione
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rispetto al "sé ideale", tanto più si ha una bassa stima di sé; viceversa, tanto più si ha
consapevolezza delle proprie carenze, ma si trae soddisfazione dai propri punti di
forza, tanto più la stima di sé aumenta.
Vivere il proprio Essere in modo pieno è segno di autostima: conoscere i propri limiti,
le proprie potenzialità, le proprie emozioni, fantasie, percezioni e tanto altro, fanno sì
che l individuo possa davvero essere se stesso. Molti dei disagi che ragazzi e adulti
vivono, sono legati ad una scarsa autostima, aspettative, richieste sensi di colpa fanno
dimenticare il proprio Essere. Si entra così in una spirale che porta a schemi mentali
difficili da rimpiazzare con una sana concezione di sé e una consapevolezza, che siano
fonte di sicurezza per l individuo.
Alla base dell autostima c è l autovalutazione che può essere definita come un
insieme di atteggiamenti che una persona ha verso se stessa. Può esprimersi
come una reale valutazione di se stessi, oppure come sopravvalutazione o
sottovalutazione per una errata considerazione che ciascuno può avere di se
stesso rispetto agli altri o alla situazione in cui di volta in volta si trova a
sperimentare. Una sana autostima prevede l'accettazione delle proprie
competenze e dei propri limiti, la capacità di gestire e utilizzare le regole
sociali in modo flessibile, il riconoscimento dei propri diritti e la capacità di
agire assertivamente, sapendo di gestire in modo efficace le critiche.
L autostima è un valore, un sentimento che viene insegnato, trasmesso dalle figure
affettive di riferimento fin dalla nascita, nell infanzia l incoraggiamento ad esprimersi
ad avere iniziativa, a sperimentarsi avendo fiducia nel successo, è un atteggiamento
che promuove la formazione di una buona autostima. è consapevolezza di sé, del
proprio valere come persone uniche ed irripetibili, è appreso dai bambini, dai ragazzi e
dagli adulti stessi:
Nel corso della vita, la coscienza di sé è spesso ridefinita da fattori come la scelta della
professione, il matrimonio, la paternità o la maternità, i ruoli sociali, le affiliazioni
ideologiche e religiose, lo stato di salute, gli eventi personali. Tutti questi fattori
possono modificare in misura maggiore o minore l'identità, l'immagine di sé e
l'autostima.
Insomma l'identità, come concordano ormai tutti gli studiosi, non è un attributo
immutabile. Ma u n pr oce sso in dive nir e , m a i com ple t a m e n t e com piut o e
soggetto a continue ristrutturazioni.
L'individuo è impegnato nello sforzo di realizzare una continuità nel cambiamento, il
che non è sempre facile. Una bassa autostima, molto spesso è la conseguenza di un
passato difficile dove non ci siamo sentiti amati, voluti, accettati, proprio per questo
abbiamo messo su delle difese, siamo stati traditi e ci siamo traditi.
Siamo stati educati al "Ti voglio bene se...farai il bravo...seguirai le regole...e chi più
ne ha più ne metta. Troppo spesso la gente si ama se è bella, brava, magra,
ricca...mentre dovrebbe imparare ad amarsi con la frase: "Ti voglio bene per quello
che se i" che nello specifico diventa: " M i voglio be ne pe r qu e llo che sono" .Questa
è l'autostima, la stima di sè per le qualità positive che tutti abbiamo e che troppo
spesso diamo per scontate.
Nelle crisi, soprattutto quelle di coppia, dove sperimentiamo l altro attraverso delle
parti di noi molto intime, ci permettono di confrontarci con quello che in realtà siamo e
sentiamo, in questi momenti può nascere una contraddizione tra un'immagine di noi
stessi che non ci appartiene più e i progetti che si vogliono realizzare. Oppure, può
anche accadere che in maniera disadattiva l'individuo si stacchi eccessivamente dal
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proprio passato per evolvere, dimenticando però di imparare dalle esperienze passate.
Diversamente approfittando di queste crisi possiamo raggiungere la consapevolezza di
noi stessi e l autocoscienza che responsabilizza nei confronti di noi stessi e degli altri.
Permettendoci di alleggerire queste difese, e di non restare ancorati al passato.
Ciascuno di noi verifica quotidianamente, nella vita di coppia e nel mondo del lavoro,
quanto importante sia il proprio valore, l essere centrati e presenti a se stessi. Noi ci
riconosciamo, gli altri ci riconoscono. L a cce t t a zione di ciò che sentiamo di essere
permette una convivenza meno conflittuale con noi stessi e con gli altri, soprattutto
una maggiore serenità nel presentarci al mondo per quello che siamo "Nessuno può
farci sentire inferiori senza il nostro assenso".
In realtà, una persona potrebbe sentirsi molto amata, avere molti amici ed essere
stimata, nonostante questo riscontro sociale, potrebbe non amarsi o non sentirsi di
meritare la considerazione e la stima che gli altri mostrano nei suoi confronti. In
effetti, di tutti i giudizi che vengono pronunciati su di noi durante la vita il più
importante, e a volte il più critico, è proprio il nostro. Addirittura, qualcuno potrebbe
corrispondere in tutto alle aspettative degli altri e tuttavia non essere soddisfatto di
sé, oppure aver conseguito traguardi notevoli e sentire che non è abbastanza o che
non ha realizzato niente di quello che effettivamente voleva, oppure ancora essere
giudicato dagli altri equilibrato e sicuro e sentirsi del tutto inadeguato.
Come si vede, in tutti questi frangenti, più che da elementi oggettivi, o da giudizi
altrui, ciò che rende insoddisfatta o perplessa la persona nei confronti di se stessa e di
quanto ha fatto, è appunto il giudizio, il valore che lei stessa si dà. In effetti, avere
una buona considerazione di se stessi, quindi giudicarsi e pensarsi in termini
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favorevoli, agisce come una sorta di sistema immunitario dello spirito, che consente di
affrontare in modo efficace quanto la vita ci propone e di attingere a capacità di
ripresa qualora ci si confronti anche con gli inevitabili insuccessi; viceversa, una
considerazione negativa di se stessi può determinare un maggior timore nell'affrontare
i problemi e le circostanze della vita e una minore capacità di recupero di fronte agli
insuccessi.
E' capace di amarsi comunque e in sua compagnia si sta bene, accetta la propria
natura, di aderenza tra ciò che è e ciò che mostra di essere. Niente più ruoli da
sostenere: semplicemente essere, con la sensazione che quel che siamo va bene
E' importante sapere che una conoscenza adeguata di se stessi e delle proprie
convinzioni aiuta e facilita la relazione di coppia
La persona che si vuole bene, che si accetta non ha paura di sbagliare, stabilisce
buone relazioni con gli altri, sa affrontare meglio le difficoltà e gli insuccessi della vita,
non dipende dal giudizio altrui, sa farsi rispettare, sviluppa le sue potenzialità
Sicuramente credere nel proprio valore e sentirsi intimamente sicuri, aiuta a
rispondere adeguatamente a sfide e opportunità, viceversa se non crediamo in noi
stessi e nelle nostre capacità e nel nostro essere degni d'amore e di stima
affronteremo la vita con più difficoltà . Quanto è più alta la stima di noi stessi, tanto
più tendiamo a essere ambiziosi, Viceversa, più è bassa la stima di noi stessi, più i
nostri obiettivi sono limitati e addirittura più difficile diventa raggiungerli. Entrambe
queste posizioni tendono a rafforzarsi e a perpetuarsi: come in una profezia che si
autodetermina, più ci stimiamo più sentiamo il bisogno di esprimere la nostra
ricchezza interiore e di confrontarci con gli altri quando invece ci sottovalutiamo
diventa più difficile portare avanti le proprie idee, esprimere i propri sentimenti e in
ultima analisi entrare in relazione con gli altri
L aspetto più importante è che la stima che abbiamo di noi, non dipende dal giudizio o
dall'approvazione degli altri. la stima di sé è un qualcosa che tocca gli aspetti più
profondi e intimi della nostra persona, come abbiamo visto, la sua formazione si
colloca agli inizi della vita e dalle esperienze vissute nei momenti più delicati e
complessi della nostra crescita.
Molte delle nostre reazioni emozionali sono prodotte da un costante fluire di pensieri,
ciò che viene definito monologo interno, che ci aiuta a interpretare e comprendere il
mondo
Fin qui tutto bene se non fosse che non sempre noi stessi ci diciamo la verità, qualche
volta omettiamo delle parti importanti, qualche volta le esageriamo, qualche volta
ragioniamo secondo criteri di bianco o nero. Queste indicazioni "false" si chiamano
distorsioni cognitive e generalmente sono irrazionali perché basate su dati incerti.Il
meccanismo di base di una distorsione cognitiva agisce all'interno di una sequenza
definita A B C (antecedente, atteggiamento, conseguenza).Ci vuole tempo per riuscire
a riconoscere le proprie distorsioni cognitive, comunque si possono seguire delle
indicazioni per tentare di farlo.
È importante che si ponga attenzione a ciò che io mi dico e non solo a ciò che dice
l'altro
Esempio:
Evento: Appuntamento mancato
Pensieri: Io non sono importante, sono invisibile
Sentimento: Rabbia
Ci sono altri motivi o sensazioni che possono averlo spinto ad agire in quel modo?
Una visione positiva di noi consente a ciascuno di sentirsi all'altezza nell'affrontare ciò
che la vita riserva; viceversa una visione di noi troppo limitata o timorosa, ci espone
molto di più al disorientamento e all'insicurezza
La fiducia in se stessi è la terza componente della stima di sé e si applica soprattutto
alle nostre azioni, il suo ruolo è fondamentale in quanto la stima di sé ha bisogno di
azioni per mantenersi o svilupparsi.
Essere fiduciosi significa pensare che si è capaci di agire in maniera adeguata nelle
situazioni importanti.
I messaggi che un soggetto esprime per autodefinirsi possono essere accolti in modi
diversi dall' interlocutore o dagli interlocutori. Al concetto "Ecco come mi vedo" si può
rispondere con una conferma, Il desiderio di essere confermati è un fatto essenziale.
La conferma può avvenire mediante un sorriso (comunicazione visuale), una stretta di
mano (comunicazione tattile), una manifestazione verbale di simpatia (comunicazione
uditiva); I rituali di non-conferma
- una signora aveva un marito tanto tollerante che non le rivolgeva mai un
rimprovero, qualsiasi condotta facesse. Ogni cosa era seguita da un complimento. Per
esempio ogni giorno si sentiva dire che quello che aveva preparato era davvero
buono. Aveva l impressione che le sue azioni non avessero in fondo nessun importanza
per lui. lei si sentiva negata. Questo tipo di comunicazione non prende in
considerazione, non parla in pratica della verità o dell opinabilità d alcune
comunicazioni, piuttosto nega la realtà dell'altro. Mentre una replica esplicita "Hai
torto" se non altro è chiara, e apre in teoria un confronto su fatti concreti, la
disconferma esprime implicitamente il messaggio: "Tu non esisti com entità
autonoma, indipendente, capace di formulare giudizi in particolare su te stesso, o su
qualsiasi altro. Tu non hai significato".
Con la ripetizione continua di queste modalità d interazione, una persona non subisce
una singola critica, ma sono la sua autenticità e il suo valore ad essere messi in
dubbio. La disconferma non risponde direttamente alle affermazioni effettuate da
qualcuno, pone in crisi la sua validità personale, fa intendere che tutto quanto l'altro
ha detto e quant'altro potrà dire in futuro, in particolare su se stesso, non ha valore,
importanza, peso, perché è proprio lui che non ha alcun valore, alcuna importanza,
alcun peso.
Il compito che si è posto questo seminario è stato fin dall inizio fornire strumenti di
lettura della vita affettiva che possano essere al nostro servizio, nel tentativo di avere
la consapevolezza di noi stessi e dei nostri processi affettivi. Si può scegliere
liberamente solo quando sappiamo tra cosa stiamo scegliendo.
La coppia, la famiglia dovrebbero essere impostate come se fossero strutture al
servizio dell individuo e non il contrario. La spersonalizzazione che avviene di solito
all interno delle nostre relazioni più significative va ricercata nella falsa ipotesi
educativa della generosità come fattore vincolante tra gli individui.
La generosità alla quale faccio riferimento è quel sentimento che spinge le persone a
dire: vivo per te , meccanismo in base al quale una persona inizia a confondere i
propri desideri e interessi con quelli degli altri, ci porta a mitizzare il concetto d amore
come atto alieno alla capacità di pensiero.
E proprio di tutti gli esseri umani compiere certe azioni, creare situazioni gratificanti,
piacevoli e fare in modo che queste azioni si ripetano, anche a discapito di qualcun
altro. E utile non perdere mai di vista questo concetto d interpretare le motivazioni
delle diverse condotte, anche di quelle più altruiste .
La vita di una coppia e la vita di una famiglia resteranno radicalmente differenziate se
i loro componenti avranno ben chiaro che la rispettiva autorealizzazione difficilmente
potrà passare attraverso l inibizione dell Io , della propria personalità e soprattutto
dei propri ideali e progetti di vita.
La nostra memoria, la valigia che ci portiamo dietro da sempre, nella quale riponiamo
le cose che riteniamo più care o più importanti, è piena di ricordi che hanno un
significato affettivo, positivo o negativo. (il cestino dell asilo, i banchi di scuola, le
vacanze estive, un vestito, una delusione)
Ciò che si cerca di tutelare con quest atteggiamento, quello dell attenzione selettiva, è
l organizzazione affettiva, l affetto è la motivazione principale che nasce dall istinto di
sopravvivenza, che va incontro a ripetute trasformazioni, e rappresenta una delle più
importanti fonti della costanza del Sé, dando continuità alla nostra esperienza,
nonostante tutti i nostri cambiamenti. La prima figura affettiva; il nostro primo
oggetto d amore ci fa conoscere il mondo attraverso i suoi occhi, le sue braccia, le
sue parole, ci passa quindi, inevitabilmente, la sua soggettività, su come si vive .
Questa sua visione può renderci liberi, avere la possibilità di entrare in contatto con gli
altri seguendo la nostra spontaneità (per quanto possibile), lasciando libero il nostro
vero sé, o prigionieri d esperienze non nostre e costringerci a vedere le cose del
mondo con un paio d occhiali che non sono nostri, e sviluppare un falso sé. Nei primi
anni di vita sperimentiamo noi stessi attraverso un gioco complicato di vicinanza e
allontanamento dalla nostra base sicura .
Nell adolescenza riviviamo questa fase, per fare esperienza dall Io al Tu.
In questo cammino in due non ci rendiamo conto che femminile e maschile parlano
linguaggi diversi culturalmente sostenuti, attribuiscono al mondo dei significati affettivi
e costruzioni di senso che ci sviano dall incontro.
Dobbiamo allora rinegoziare tutto ed entrare nell ottica che essere uomo o donna è
avere la capacità di sentirsi, riconoscere le differenze ed apprezzarle.
Il passaggio dall innamoramento all amore, avviene per una scelta consapevole,
quando ascoltando il nostro vero sé, riusciamo a vedere anche i nostri limiti e quindi
anche quelli dell altro.
Nel passaggio rinunciamo a quegli aspetti d eccezionalità dell innamoramento, ma
acquisiamo la capacità di condividerci con l altro, sperimentando i vissuti di una
relazione armoniosa e di un legame intenso.
Crisi: dal greco separazione, scelta, giudizio
Vivere una crisi è un opportunità e come tale deve essere utile, produttiva, è
l occasione per farci sentire a pieno le risorse di cui disponiamo, per riorganizzare la
nostra vita. Stare male deve servire per stare bene.
Ci si ritrova spesso ad affrontare il matrimonio come una sorta di rapporto terapeutico
naturale, spesso proponendo i sospesi delle prime relazioni oggettuali irrisolte. Il
matrimonio è la forma d elezione delle relazione umane e assume degli aspetti di
unicità nella condivisione del perseguire obiettivi psicologici. Quello che comunemente
chiamiamo amore è il vincolo psico-affettivo, che lega le persone tra loro e che il più
delle volte è una forma di mutua assistenza. Questo legame nasce per la necessità di
trovare un interlocutore valido e stabile, allo scopo di condividere le varie esperienze
autorealizzanti.
Ciò non deve essere interpretato necessariamente come espressione di patologia, ma
come necessità di trovare un contenitore idoneo a quei nuclei non risolti in ognuno di
noi. L amore è quindi ciò che alimenta l unione di due o più persone, è il risultato della
gratificazione reciproca che deriva dal soddisfacimento dei propri bisogni e desideri.
Buona lettura!