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I r a ppor t i a ffe t t ivi e d a m or osi, la gr a n de

sfida : a m a r e
seminario gratuito

www.matrice.it
Divulgare conoscenza gratuitamente

da Ottobre 2004

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Indice

Capitolo 1 Capitolo 6
Come nasce l affettività Sessualità

Capitolo 2 Capitolo 7
L innamoramento Comunicazione

Capitolo 3 Capitolo 8
Maschile e femminile La coppia

Capitolo 4 Capitolo 9
L amore L autostima

Capitolo 5 Capitolo 10
Il matrimonio Conclusioni: il percorso fatto
insieme

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Seminario realizzato
dalla dott.ssa Imperia Luz Mezzetti
Psicologa - Psicoterapeuta

Corso seminario gratuito dott.ssa Imperia Luz Mezzetti cell.338 6309472 1


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Psicologia che divulga conoscenza immediatamente fruibile, gratuitamente. Rev. 1.1
Come nasce l affettività

I semi delle nostre esperienze di coppia stanno nelle prime forme d apprendimento.
Nasciamo con un corredo che è quello delle emozioni (paura, fame, smarrimento,
fusionalità, benessere) che ci permette di creare la prima categoria nei confronti del
mondo: la categoria del

Piacere/dispiacere.

Chi risponde ai nostri bisogni ha la facoltà di agire in modo più o meno adeguato.
Questo è l inizio della nostra Comunicazione affettiva
Il primo codice mentale che ci guida alla sopravvivenza biologica e psicologica è
quest emozione piacevole/spiacevole
All emozione si lega un sentimento, una colorazione positiva o negativa che, quando
include un altro dà vita ad un affetto.

Emozione sentimento affetto


Fame negativo (qualità dell esperienza)

Un meccanismo che va per associazioni, il più semplice, efficace ed economico.


All inizio della vita siamo legati per la sopravvivenza alla figura materna, perché
risponde ai nostri bisogni, noi impariamo che esiste un mondo diviso in due categorie
piacere/dispiacere, amico/nemico. Se l altro risponde al nostro bisogno, quello della
nutrizione, dell accudimento, comunque lo faccia è buono. Questo è l inizio della
nostra comunicazione affettiva: piacere/dispiacere, buono/cattivo, amore/odio

Ogni volta la madre si fa carico dell angoscia del piccolo nel momento del bisogno,
alleggerendolo e insegnandogli a tollerare le piccole frustrazioni, permettendogli di
acquistare fiducia nell altro, nel mondo e nella capacità di richiesta che lui stesso ha
messo in atto.

In questo modo il piccolo può acquisire


Fiducia n e ll a lt r o: che sa r à r iconosciut o
Fiducia nel mondo: esistono soluzioni
Fiducia in se stesso: sono capace di agire sul mondo, sono efficace

I fallimenti materni possono essere di due tipi:


1) l incapacità di soddisfare i bisogni del figlio, nel senso della carenza
2) l intrusione e l interferenza nei momenti di quiete

Entrambi i tipi di deficienze materne sono sperimentati dal bambino come una
terrificante interferenza nella continuità della sua personale esistenza. Per necessità di
sopravvivenza il bambino si sintonizza, prematuramente o coattivamente, con le
richieste o le domande degli altri. Se c è carenza o invadenza nei suoi bisogni il
bambino non può permettersi di seguire il suo ritmo naturale, perché deve essere
preparato a rispondere a quanto gli si chiede e gli si offre. Perde il contatto con i suoi
bisogni e gesti spontanei, quando questi non hanno alcuna relazione con quanto la
madre gli offre.

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La conseguenza è la scissione tra un ve r o sé ed un fa lso sé su base
compiacente.
Il vero sé , la sorgente dei suoi bisogni si nasconde, evitando la possibilità di
esprimersi. Il bambino diventa l immagine che la madre ha di lui: Il falso sé è la
risposta efficace per avere la sensazione di esistere, (anche se all interno di una
immagine pre-formata nella fantasia genitoriale)..
Tuttavia anche nelle circostanze migliori, l essere una persona è un fenomeno fragile e
incerto, e c è sempre una tensione fra esperienza soggettiva e realtà oggettiva. Tutti
noi cominciamo la vita in una totale dipendenza dagli agenti delle cure materne, che
riconoscono e facilitano i nostri bisogni e desideri e ci offrono persino la possibilità di
conoscerci e di diventare noi stessi. Questa totale dipendenza implica
necessariamente una vulnerabilità alle azioni esterne e alle intrusioni. Rimane
comunque un inevitabile residuo di autenticità e vulnerabilità, è uno spazio privato di
realtà soggettiva, che si conserva sempre inaccessibile agli sguardi pubblici. Al centro
di ciascuna persona, c è un elemento segregato, e questo è sacro e veramente degno
di essere preservato Essere se stesso, prendere le distanze a misura di persona
anche da ci aiuta, per esprimere la propria soggettività. Anche il bambino autistico
che si percepisce preda di costanti intrusioni, si difende staccandosi dalla realtà per
non morire.
Nel corso normale dell evoluzione ognuno di noi sperimenta se stesso attraverso
l altro, che gli permette di conoscersi, di sperimentarsi.
Questa è una fase necessaria per la costruzione dell IO, per arrivare al tu.
E la fase narcisistica.
La dipendenza di questo primo periodo della vita ci fa vivere in simbiosi con la madre:
lei è il mio proseguimento, la mia risposta (l unica buona o cattiva), ma per quanto
cattiva la conosco e imparo a tenerla sotto controllo, fare nuove esperienze può
essere pericoloso
Le caratteristiche di questa fase sono:
- Simbiosi: istinto di sopravvivenza
- Senza di lei muoio
- La realtà è distorta: lei è un mio proseguimento
- Risposte immediate: non c è tolleranza
- Lei ha quello che a me manca
- Esaltazione dei sensi . il piacere dell eccitazione, tatto, udito, odorato, oralità
(bacio)
- Le emozioni sono agite
- La fusione ed il possesso
- L altro è un oggetto d investimento del piacere, ci completa
- Per bisogno si tende ad assomigliare all immagine idealizzata che l altro ha di
noi
- In due formiamo uno
- Nella sofferenza, il disagio, c è la chiusura.

Questa situazione si ripresenterà più avanti negli anni, nel periodo dei primi
innamoramenti.

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Ana logia con l inna m or a m e n t o:

1) Si basa in buona parte sull attrazione fisica appartiene alla


nostra parte più antica, più riguardante l istinto

2) la figura del partner viene esaltata fino a divenire un ossessione senza di lui/lei
la mia vita non ha senso
3) la realtà viene distorta, tutto è in funzione di lui/lei
4) è fondato solo sul presente, non è un progetto, si alimenta
dell immediato

5) copre una solitudine, una mancanza

6) è esaltazione dei sensi, permette a noi stessi di sperimentarci (IO)

7) la ragione è bandita, le emozioni vengono agite istintivamente senza passare


per il pensiero

8) è possesso, tende alla fusione e alla simbiosi

9) si vive l altro come oggetto d investimento di piacere o come completamento di


se stessi

10) si tende ad assomigliare all immagine idealizzata


che l altro ha di noi

11) i due formano uno, quindi annullano una parte di se stessi

12) la sofferenza, la malattia, il disagio smorza il sentimento

Alcune delle difficoltà che viviamo da adulti dipendono da fissazioni in una di


queste fasi

Con il tempo possiamo ritrovarci adulti nel corpo, ma vivere una di queste situazioni
perché fissati in una di queste fasi infantili:

1) Nel coinvolgimento paura della fusione: madre fagocitante, non ha permesso la


separazione, se entro nella fusione mi prendo l angoscia di mia madre .
2) Paura della perdita del controllo. Non si sa gestire la razionalità o l emozionalità.
Doppio legame, ambiguità
3) Paura della dipendenza. Anticipazione materna alle piccole sconfitte. Eterno
bisognoso: ce la faccio da solo? dipendenze
4) Paura di mollare l oggetto di soddisfazione, Il vuoto interno fa sperimentare
l angoscia della solitudine, L amore che uccide, sindrome del nido vuoto, vuoto
reciproco
5) Non riconoscimento, mancanza d autostima: Non sei come ti vorrei , sarcasmo

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A 18/30 mesi appare l Io, il Tu, Mio, No!

Dai tre ai cinque anni. Il bambino costruisce la sua identità sessuale nel rapporto con
il genitore del sesso opposto.
Nel periodo edipico s identifica con il genitore dello stesso sesso:
- il maschio imita il padre, desidera possedere la madre, il padre diventa un rivale
amore/odio.
- la femmina imita la madre desidera essere apprezzata e accettata dal padre, la
madre diventa un rivale amore /odio
Nel processo sano la madre permette che i figli sia maschio che femmina arrivino al
padre.
La femmina s identifica con la madre e può dire anche se diversa da te sono valida e
si dirige verso il padre, se lui si rende accessibile.
Il maschio s identifica con il padre e può dire anche se sono diverso da te sono
valido e si dirige verso la madre.
La relazione che hanno i genitori ha una particolare struttura che può avere diverse
modalità:
- Un modello d intimità adulto
- Dominanza sottomissione (madre/figlio, padre/figlia)
- Madre maschio/padre femmina
- Due maschi o due femmine

Gli ultimi tre modelli fanno riferimento a persone che non hanno potuto sperimentarsi
e che hanno incontrato delle difficoltà nella fase edipica, proiettano perciò nel proprio
partner il rapporto non vissuto
- Se non ha potuto identificarsi con il genitore dello stesso sesso si sentirà
inadeguato, cercherà conferme al suo genere, omosessualità
- Se non è potuto arrivare al genitore del sesso opposto continuerà a cercarlo da
adulto
- Nell innamoramento ci si può cronicizzate in una modalità perché si è rimasti
fissati in una fase della prima parte della nostra vita (possesso, gelosia)

Quando si vive una storia bisognerebbe chiedersi:


- La/lo desidero perché sento che risponde ad un mio bisogno?
- Voglio cambiarlo/la? Mi serve per finire una cosa lasciata incompiuta?
- Il mio interesse è condizionato? Ho bisogno di un compagno-padre?
- Sto cercando di sfuggire a qualcosa?
Per rispondere a queste domande bisogna avere degli strumenti adatti, uno di questi è
la conoscenza.

Ci sentivamo felicemente innamorati, passato l innamoramento, che pensavamo fosse


amore, pensiamo che tutto sia finito perché non proviamo più le stesse cose. Eppure
quella persona ci sembrava d averla scelta incondizionatamente

Non riconosciamo nell altro la stessa persona di allora, ma anche noi siamo diversi.
Che cosa è successo?
Pensavamo, inconsciamente, che potesse rispondere ai nostri problemi individuali
lasciati irrisolti tanti anni prima, pensiamo che l altro possa avere la soluzione.
La sfera degli affetti è quella che più d ogni altra è soggetta ad inquinamento da altri
fattori.
D obbia m o im pa r a r e a d a m plia r e lo spa zio e d il t e m po de lla libe r t à di sce lt a
personale, di renderci responsabili della nostra vita.
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Esistono delle fasi di crescita che per modalità di fare esperienza sono molto simili.
Nella prima fase della vita, abbiamo visto che esiste la fase narcisistica, la simbiosi, il
pe r cor so di fa r e e spe r ie nza va ne lla dir e zione da ll I o a l Tu.

..I l pe r cor so che va da ll inna m or a m e nt o a ll a m or e ha le st e sse


ca r a t t e r ist iche , e va ne lla m e de sim a dir e zione da ll I o a l Tu

Una de lle più e sa lt a nt i e spe r ie nze de lla nost r a vit a è que lla
de ll inna m or a m e n t o, u n m om e nt o m a gico, dove t u t t o è possibile , in cui il
m ondo si t r a sfor m a a i nost r i occhi pe r ché ci se nt ia m o onnipot e nt i. Possia m o,
o crediamo di poter affrontare qualsiasi cosa, ci sentiamo forti.
N e lle fia be , gli inn a m or a t i sono pe r fe t t i, be lli e buoni, t u t t i son o cont r o di
lor o. I l pr incipe è dispost o a d a ffr on t a r e qua lsia si ne m ico pe r la sua
inna m or a t a , fosse a nche il pa dr e - r e , o dr a ghi, st r e ghe e d inca nt e sim i.
Ost a coli che h a n n o in com une il fa t t o di e sse r e im pr e ve dibili e sconosciut i
( com e le e m ozioni) . Le qua lit à , pe r ch é la fia ba a bbia u n a conclusione fe lice ,
sono spe sso que lle de lla cost a n za , de lla pa z ie nza , de ll int e llige nza , de lla
for za ne l sa pe r a spe t t a r e o soppor t a r e , e sot t o il for t e de side r io de ll union e
de i due si è dispost i a soppor t a r e t ut t o. Chi im pe disce que st a m or e ?
La st r e ga o la m a t r igna : la m a dr e in t e r na che non vuole la scia r e a nda r e ; il
drago: il controllo e la vittoria sulle emozioni immediate e travolgenti;
Chi ci dà la for za di a ffr ont a r e l im pr e sa ?
La fa t a : la m a dr e int e r na ch e dà l indipe nde nz a ; il m a go o il sa ggio: la for z a
de l pa dr e con la sua e spe r ie nza ; gli a nim a li e la na t ur a a n t r opom or fizza t i: il
corredo del cuore e della testa da imparare ad usare insieme.
N e ll inna m or a m e n t o l uno si pr e st a a ll a lt r o pe r conosce r e il pr opr io m ondo di
emozioni, sentimenti e affetti, per scoprire in sé stessi le potenzialità nei
confr on t i de lle r e la zioni um a ne : è un dono che ognu no fa a ll a lt r o
inconsapevolmente.

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L innamoramento

In alcuni momenti, particolarmente vulnerabili, della nostra vita: l adolescenza, la


solitudine, il bisogno, agiamo in modo di essere amati per ciò che non siamo.
Spesso è il passaggio obbligato per la propria conoscenza e del percorso che dall IO
porta al TU l altro,

C int r a ppolia m o ne l r uolo di uno che ci som iglia poco, per incontrare il favore
dell altro e nel tentativo di conquistarlo, nascondiamo quelle parti di noi che crediamo
possano non piacere e allontanare. L altro spesso ha compiuto lo stesso percorso.
Accade proprio come quando bambini abbiamo bisogno dei nostri genitori e tendiamo
ad assomigliare a come ci vorrebbe. Il bambino tenderà ad assomigliare all immagine
che il genitore ha di lui per attrarre ed avere in risposta attenzione. Il genitore da
parte sua, attraverso il modo di porsi e con le sue richieste, può permettere o meno al
bambino di essere o non essere autentico, di costruire la propria autostima (posso
fidarmi di ciò che sento, ho la libertà di esprimere i miei sentimenti, bisogni o desideri
oppure - seguire i miei desideri mi fa entrare in contrasto con loro, non sono come
mi desiderano), alla maggior parte delle persone viene insegnato ad obbedire e a
conformarsi alle regole esterne sotto l implicita minaccia di essere abbandonate
affettivamente e rifiutate, naturalmente tutto questo non è così chiaro, esplicito, può
essere espresso da piccoli, impercettibili atteggiamenti o dichiarazione palesi, (tanto
sono bambini). C è proposto un baratto al quale sottostiamo per paura, affettività in
cambio di come ci vogliono gli altri.
Il regalo più bello che si possa fare ad un bambino è quello di permettergli di pensare
che il mondo và inventato e che sono possibili tante alternative, i materiali sono:
fantasia, creatività, ingegno.
In termini di autostima, quello che invece facciamo, non è un buon insegnamento;
esso conduce piuttosto all opposto, non si può sviluppare autostima e di conseguenza
non si può correre il rischio di stabilire una relazione intima, perché stabilire una
relazione intima prevede di entrare in risonanza con l altro attraverso le parti più
profonde di noi stessi, il vero sé che abbiamo nascosto. I l de side r io d int im it à è
grande ma ancora più grande è la paura.

Ci sent iam o sem pre inadeguat i com e possiam o arrivare all innam oram ent o con
entusiasmo?

Nei rapporti affettivi, in amore, agiamo allora una manipolazione entrando in un


circolo vizioso, anche se non ci riconosciamo più siamo debitori di quel ruolo perché ci
ha salvato dalla solitudine.
Anche quando in una situazione di necessità o in casi estremi, quando la vita ci
impone un destino triste e il nostro atteggiamento può sembrare giustificato, c è il
rischio di peggiorare le cose: Giuliana Ponzio, madre di una handicappata scrive
(madre e handicap):

Non so come a me e a mia figlia, dopo diciotto anni di rapporto simbiotico tipico, sia
riuscito di allentare questa morsa nevrotica, come abbiamo avuto la possibilità di
staccarci, di guardarci in faccia come due donne, di guardarci negli occhi con la stessa
incrollabile, irreversibile e feroce decisione di diventare due persone autonome, anche
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a prezzo di scontri, di miei sensi di colpa per aver rifiutato un ruolo di madre ben
definito, di pesanti solitudini. Forse cominciò quel giorno che lei tornò a casa con la
faccia spaccata e tagliata per una caduta e che, guardandomi con una determinazione
e una disperazione mai più viste, mi disse: A costo di spaccarmi tutta, d ora innanzi
uscirò sempre da sola . Capii subito che era successo qualcosa d irreversibile, che
l avevo persa e salvata , nello stesso tempo. Perdevo il mio ruolo d onnipotente, la
mia giustificazione di vita, restavano i miei compagni la paura, l ansia, l incertezza e il
timore che la mia abdicazione le potesse nuocere: ma qualcosa di nuovo era
finalmente venuto a recidere l omertà dietro di cui reciprocamente ci nascondevamo
da quasi vent anni.

Per alcuni giovani l ostacolo non è rappresentato da un handicap fisico ma da una


difficoltà esistenziale, a volte è il genitore a contrastare attivamente la crescita del
figlio perché ha bisogno di lui, perché il figlio deve corrispondere ad un modello
secondo un disegno precostituito, oppure che il genitore consciamente o
inconsciamente, cerchi nel proprio figlio non soltanto compagnia ma protezione.
Può trattarsi anche di genitori che, al momento in cui il figlio lasciasse la casa e non
dovesse più dipendere da loro, si troverebbero a dover affrontare, loro malgrado, la
vita di coppia (ultimogenito), quando è il figlio a dover fare da collante tra i genitori,
questi possono ostacolare il suo cammino verso l autonomia affettiva per non essere
costretti a fare chiarezza nel loro rapporto coniugale.

Com e succe de che c inna m or ia m o di un a lt r a pe r sona ?


La voglia d amare è innata, appartiene al nostro corredo genetico, come la capacità di
sviluppare il linguaggio, la natura fornisce la materia prima l ambiente lo modella.
Nell adolescenza con lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, proviamo una spinta
interna nella direzione di sperimentare le nostre passioni che viviamo a livello fisico
e che ci coinvolgono psicologicamente.
Si attraversano tre fasi principali:

L e splor a zione
La fa se de ll inca nt esimo
La fa se di com pa r t e cipa zione che può, o n on può, pr e nde r e la st r a da
de ll a m or e .

Si parte con la cur iosit à e l a t t r a zion e , ma la curiosità e l attrazione per cosa?


L innamoramento è il momento in cui uno vede nell altro quella polarità di sé che non
può vedere in se stesso, forti e fragili, buoni e cattivi, introversi ed estroversi
Noi siamo costituiti da pola r it à oppost e , siamo quindi curiosi e attratti per quegli

aspetti che ci appartengono, ma che ora possiamo vedere solo proiettandoli

sull altro. Queste proiezioni possono avvenire con i meccanismi dell odio e

dell amore: da solo non posso contenermi, confortarmi, coccolarmi.

L inna m or a m e nt o è la possibilit à di a m a r e ciò che non ci è pe r m e sso di


amare in noi stessi, noi sappiamo contenere ma abbiamo bisogno anche
di e sse r e cont e n ut i. Attraversato questa fase, ci saremo resi conto che non
abbiamo bisogno dell altro per completarci perché quello che ci serve è dentro
di noi, l altro ci serve per farci da specchio. L innamoramento si sa, fa perdere la
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testa. Pazzo d amore, si dice, la testa in contrapposizione al cuore. E il
momento del cuore, che può aprirsi solo se la testa non controlla. I bambini in
età di latenza danno per scontati i sentimenti riportandoli ad una logica di causa
ed effetto, (si baciano perciò si amano).
In questo modo due mondi potenzialmente presenti dentro di noi possono
incontrarsi
La polarità principale è però quella sessuale.

1) Fa se : l e splor a zion e .

Nel passaggio dalla pubertà all adolescenza il gruppo dei compagni dello stesso
sesso, non soddisfa più perché ora c è la necessità di un monitoraggio affettivo
reciproco con l altro del sesso (ci s innamora di attori, sportivi, personaggi pubblici,
perché? Si fanno le prove tecniche con personaggi inaccessibili, per misurare la
quantità e la qualità del nostro desiderio).
Nell incontro con l altro ognuno porta il proprio bagaglio di r a ppr e se nt a zioni
int e r ne in relazione ai suoi vissuti affettivi, s inizia facendo una selezione con la
preferenza per le bionde o le more, per esempio, si scambia affettività in questo
modo , con determinate emozioni il cuore palpita nell attesa di rivederlo/la.
L a cce nsione dell interesse è data all inizio da caratteristiche fisiche, il fenomeno
è molto simile a quanto succede nell imprinting: l uccello giovane è acceso da
un immagine visiva di una certa forma e di un certo colore e reagisce all oggetto
che può essere semplicemente un pezzo di cartone, come fosse sua madre. In
questo fenomeno non interviene la decisione o la libera scelta. E probabile che
alcuni particolari della persona che ci accende, facciano riferimento a degli
imprinting risalenti alla prima infanzia. La normale accensione si basa sull altezza,
il peso, la conformazione, il portamento, l andatura, il modo di sedere, i
lineamenti: le proporzioni generali del corpo, il suo modo di muoversi, la sua faccia
e la sua pelle. Nella maggior parte dei casi l im pr int ing è stato determinato dalla
madre. Perciò l accensione iniziale è una relazione che si rifà a quella bambino-
genitore.
L accensione si manifesta soprattutto per mezzo dei sensi che possono percepire
oggetti lontani: la vista e l udito, in certi casi l odorato.
Le doti naturali sono un buon inizio. Ciascun individuo ha le sue preferenze.
La scelta dell altro è determinata dal fatto che i due si recepiscono e corrispondono
sulla st e ssa lunghe z za d onda .
Questa reciprocità è trasmessa attraverso una micro- comunicazione costituita
da piccole variazioni di gesti, di sguardi, che comunicano sensazioni, emozioni,
desideri e inducono risposte affettive analoghe o contrarie nell altro.
Questo anche in virtù del fatto che questi micro- agiti hanno il potere di risvegliare
ricordi legati ad esperienze del passato affettivamente significativi. Entrano in
gioco significa t i a ffe t t ivi legati a costruzioni fantastiche, a teorie personali che
ognuno ha su di sé, sull idea dell altro e sulla relazione.
Es: ragazzo che ha perso il padre ed ha dovuto svolgere la funzione di sostegno
della madre, sostituendo il padre morto, presenta una personalità che lo spinge a
fare qualcosa di costruttivo ma allo stesso tempo vive un sentimento paralizzante
legato al timore dei cambiamenti. La madre seppure da sola e con difficoltà è
riuscita ad allevarlo.
La compagna: la rappresentazione interna che la ragazza porta della sua famiglia è
una madre con i calzoni , da lei tanto ammirata, ma con cui non ha potuto
identificarsi, un padre per lo più assente.

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Il rapporto che si potrebbe sviluppare, è quello di una donna di tipo infantile verso
un padre che la protegga dai rischi connessi con le tematiche d identificazione
femminile

Può sembrare strano, ma molto probabilmente queste due persone, al loro primo
incontro, si sono comunicati quali erano i loro bisogni reciproci

L attenzione culturalmente indotta dalla nostra storia personale, è diretta a


cogliere specifici elementi d interesse nell aspetto e nel comportamento di una
particolare persona, che si accompagna ad una disa t t e n zione altrettanto
selettiva per tutti gli elementi del suo carattere e del rapporto, che potrebbero
rendere problematica la relazione. Questa persona ci colpisce, ci piace,
desideriamo rivederla, conoscerla meglio, questa persona con le sue
caratteristiche fisiche ci attrae. Entra in gioco una capacità mentale che ha un
ruolo importante nell innamoramento, quella dell immaginazione, allora la
ripensiamo, la sua bellezza, le espressioni del viso, i movimenti, vediamo in
queste manifestazioni cose che probabilmente altri non vedono, allora
vorremmo fonderci con l altro, toccare parlare, parlare di noi stessi della nostra
storia e ascoltare quella dell altro.
La realtà inizia ad essere distorta perché cerchiamo, inconsapevolmente, di far
combaciare tutto con ciò che idealizziamo, per rinforzare il nostro desiderio che
sia la favola della nostra vita, è uno stato di benessere.
Essere innamorato ci fa sentire bene è come aver trovato qualcosa che
cercavamo da tempo. A volte ci ritroviamo a parlare con lei/lui mentalmente
quasi fosse un essere invisibile che ci segue sempre, immaginiamo di fare delle
cose con lui/lei. Come il bambino che allucina il seno materno con il ciuccio,
ricrea quella situazione di beatitudine, che è poi rafforzata dalla realtà. Non a
caso il primo contatto importante è il bacio, la bocca per conoscere.
La figura dell altro è esaltata fino a diventare un ossessione, senza di lui/lei la mia
vita non ha senso l unità è data dalle due metà. Da questo momento non siamo più
noi stessi, soffriamo delle vere e proprie crisi d astinenza da dipendenza.

2) fa se de ll inca nt e simo
Entrare nella vita intima dell altro è come rientrare nella fase simbiotica dell inizio
della nostra vita, lui/lei ha qualcosa di cui io non posso fare a meno, che da solo
non ha, insieme si può affrontare tutto, (gesti estremi, letteratura,
Giulietta/Romeo)
I sentimenti d esaltazione, annullamento, ansia e felicità che accompagnano questa
fase sono caratteristici di forte investimento emotivo su una nuova relazione che
crea una sorta di sbandamento. In questo senso i sentimenti possono essere
vissuti romanticamente come uno stato di malattia , non si mangia più, non si
dorme più, tutto perde importanza, Si mettono a rischio i propri confini
soggettivi, l innamoramento ci fa sentire deboli e bisognosi dell altro, riporta in
primo piano il corpo, le sue sensazioni, ma anche la rappresentazione di Sé
incompleto, insufficiente. Si è schiavi dei propri sentimenti, si perde la libertà in
nome della persona amata, si perde l obiettività e il senso della realtà, che è
deformata. Trasforma le caratteristiche della persona amata, vedendone solo gli
aspetti positivi, l oggetto del suo amore appare come unico, irripetibile e
straordinario.
Nei due partner avviene un gioco d identificazioni proiettive incrociate.

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La costituzione di una coppia nasce, anche da una forte motivazione inconscia ad
apportare modifiche significative ai propri modelli interni, per quella parte non
funzionante, il mio rapporto non sarà come quello dei miei che
Ma il futuro dei nostri desideri, dei nostri progetti, può avverarsi ora solo se l altro
condivide con noi i suoi. Perché solo questo potrà farci realizzare come persona
nella vita.

La sessualità naturalmente svolge una parte importante, perché ripropone una


modalità di funzionamento psiche/soma, ma all interno di una relazione che
permette di raggiungere un grado d intimità dove i due questa volta sono pari,
protagonisti entrambi.

Questa fase è destinata a finire, se non siamo capaci di amare prima di tutto noi
stessi, oppure si accantona la relazione cadendo nell abitudine, o si rimane nella
relazione per paura della solitudine. Altrimenti si va avanti verso l amore.

La confusione nasce dal fatto che ci hanno insegnato a conquistare, competere,


eccellere, ma ci hanno insegnato poco ad amare noi stessi. Ma se n on possia m o
a m a r e n oi st e ssi com e possia m o a m a r e gli a lt r i? E passato del tempo, e
l immagine di noi che abbiamo sostituito con quella che c era stata richiesta o che noi
abbiamo proposto per essere accettati, si ripresenta, riemerge e si scontra proprio con
quegli aspetti che ci avevano inizialmente favorito nell approccio. Si sono ora ricreate
le condizioni per rendere più acuta la necessità di un ampliamento, questa volta
cosciente, della nostra realtà psichica. Tutto questo, naturalmente coincide con la
costruzione della propria identità. Tutto quello che ci accade dentro e fuori è il
materiale che usiamo per costruire la n ost r a st or ia : chi siamo, come siamo, come
c esprimiamo nei confronti del mondo, soprattutto degli altri.

3) fase di compartecipazione
La consuetudine della vita in comune porta alla costruzione, all interno della relazione,
di un clima d intimità, che permette di tollerare sia la fine dell idealizzazione, sia le
dinamiche che sono servite da collante all inizio, sia la separazione e la trasformazione
in un sentimento d intimità fortemente ancorato al senso di appartenenza reciproco, a
differenza della coppia che si forma sull onda della passione amorosa, caratterizzata
dall illusione di intimità immediata, e che può resistere per paura della solitudine.
Si vive un sentimento di complicità che si basa sulla condivisione di regole che
definiscono momenti di reciprocità, alternati a momenti di separazione, secondo ritmi
prevedibili all interno della coppia.
Una relazione di coppia può rappresentare, per i due membri che la compongono,
un opportunità incredibile d evoluzione individuale.

- Uno degli obiettivi fondamentali di una relazione di coppia, è di favorire


il processo evolutivo di quelli che ne fanno parte.

Ciò avviene quando ciascuno è in grado di utilizzare le proprie potenzialità lo


scambio con l altro, a favore dell evoluzione
In questa fase si ridimensiona l immagine dell altro, si prende atto che come noi,
ha pregi e difetti, che questi possono essere fonte di scambio, di ricchezza, Il
vedere le difficoltà, non ci spaventa.

Questo è il momento dell amore.

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Qual è la differenza tra il primo stadio, dell innamoramento, e il secondo della
compartecipazione?
Nel primo stadio non spiccheremmo mai il volo, se non credessimo nell armonia
assoluta, se non sentissimo l enorme forza dell attrazione. Nella seconda dobbiamo
ridiscendere a fare i conti con una complessità che avevamo sbrigativamente
liquidato.
Non si vola se si pesa troppo, e noi avevamo buttato la zavorra in mare. Nel secondo
stadio dobbiamo andare a ripescarla. Non si può restare sempre in alto. Bisogna
ridiscendere. Si sale si vede. Si ridiscende e non si vede più, ma si è visto. E
un illusione pensare di poter conservare la partecipazione ardente, forte e passionale
che accompagnano l innamoramento, l inizio di una storia, per tutta la vita di coppia.
Sarebbe difficilmente sostenibile se non altro per lo stress e la fatica dovuti alle
emozioni in gioco, (a livello chimico la stimolazione ormonale non può sostenere, nella
produzione d endorfine, un ipereccitazione prolungata poiché andrebbe incontro ad
esaurimento).
Nella prima fase il centro del cuore ha potuto cominciare ad aprirsi, eliminando quello
della testa, nel secondo, ecco l opportunità, dovremmo riuscire a mantenerlo aperto
nonostante la testa abbia ripreso a funzionare.
Amore è quando il cuore resta aperto nonostante la testa funzioni.

In alcuni casi, una persona che ha subito un fallimento sentimentale soffre di una
fissazione affettiva.

Tre tipi di fissazioni:

1) Fissazione personificata
Quella nei confronti di una persona verso la quale si hanno sentimenti che non sono
stati resi concreti. Si può essere innamorati e non essere corrisposti, ed è possibile
che s idealizzi la relazione con questa persona e che si provi nei suoi confronti un
sentimento d ammirazione, d innamoramento platonico. In questo caso si è prodotta
una fissazione affettiva, che può impedire il nascere di nuove situazioni ed esperienze.
Questa fissazione è data da un apporto con la madre idealizzato, non esistono
femmine all infuori di me, solo io posso darti quello di cui hai bisogno.

2) Fissazione nella frustrazione niente cuore, mi piace sapere dove cammino


(troppi rischi).
Vivono le prime relazioni amorose come ripetuti fallimenti, questo genera sentimenti
d inferiorità e inibizioni nei confronti dell innamoramento. La persona assume un
atteggiamento timoroso verso gli altri e anche nei confronti dei propri sentimenti,
attuando così un comportamento di fuga e di rifugio dalla vita affettiva.
Paura della perdita del controllo )il genitore non ha permesso al figlio di sperimentarsi)
Paura della dipendenza: Ce la faccio da solo? (anticipazione materna)

3) la fissazione nell esito superficiale niente più testa, è troppo bello senza!
(niente più limiti)
Alcune persone estroverse, ben accettate dagli altri, ma che non vivono sulla propria
pelle situazioni di fallimento, hanno la tendenza a presentarsi in modo molto
superficiale. Sono persone che facilmente s innamorano e sono corrisposte, ma
raramente ottengono che questo sentimento maturi. Vivono una fissazione affettiva
relativa alla propria persona e tendono ad assumere un atteggiamento fittizio, poiché
credono che agli altri piacciano le cose che piacciono a loro. Facili ad innamorarsi
avvertono dentro di loro l incapacità di costruire una relazione. La fissazione è nella
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fase narcisistica, paura di mollare l oggetto di soddisfazione introiettato: sé stessi,
paura di provare vuoto interno, paura della solitudine e della dipendenza.
Iniziamo con il distinguere tra innamoramento e amore per avere consapevolezza di
quello che succede quando facciamo queste esperienze.

INNAMORAMENTO AMORE

Si basa in buona parte sull attrazione Appartiene alla sfera più matura
sessuale, appartiene alla nostra parte più dell evoluzione del sentimento
antica, più animale
La realtà è distorta Non è totalizzante ed invadente, la realtà
è parte integrante
La figura del partner è esaltata, Si ha la visione dell altro simile a noi, con
l attenzione è verso specifici elementi pregi e difetti
d interesse, nell aspetto e nel
comportamento dell altro e si accompagna
ad una disattenzione selettiva per tutti gli
elementi che possono non piacere
E esaltazione di un momento Permette un progetto di vita, ci si sente di
meraviglioso, non è un progetto di vita costruire insieme
Copre una solitudine, una mancanza, si L interiorità dell uno, indipendente ed
cerca l altro per qualcosa di cui si ha autonoma si unisce con quella dell altro
bisogno per crescere insieme
E esaltazione dei sensi, permette a noi E crescita personale ci permette il
stessi di sperimentarci (IO) passaggio dall Io al Tu
La ragione è bandita, le emozioni sono La ragione ha un ruolo importante,
agite istintivamente, senza passare per il canalizza le emozioni che derivano
pensiero dall istinto
E possesso, tende alla fusione, l altro E un dono per la sua natura universale,
diventa un ossessione presuppone altruismo, generosità,
donazione
Proprio perché si vive il possesso, non si E rispetto dell altro, riconoscimento come
percepisce il rispetto dell altro che si vive soggetto e non come mezzo
come oggetto d investimento di piacere o d autorealizzazione
come completamento di se stessi
E fatto essenzialmente di sensazioni E fatto anche di volontà, soprattutto di
scelte
Si tende ad assomigliare all immagine Non si ha nessun merito ci si ama per ciò
idealizzata che l altro ha di noi che si è
Si esaurisce nella sofferenza, le malattie o Le sofferenze uniscono, si ha la capacità di
le disgrazie superare tante prove

E im por t a n t e non pe nsa r e a ll inna m or a m e nt o com e un a fa se com post a di


cose ne ga t ive , i pa r a m e t r i non sono buono e ca t t ivo, a m e no di vive r e
ne lla fissa zione . Tut t o ciò che noi vivia m o de ve a ve r e la ca r a t t e r ist ica di
e sse r e dina m ico e non st a t ico, pe r ché possa e sse r e m a t e r ia le ut ilizza bile ,
modificabile, utile e produttivo.
Que st a de ll inna m or a m e nt o è una fa se e m oziona le m e r a vigliosa e ne ce ssa r ia ,
perché ci fa esplorare parti di noi che prima non conoscevamo, soprattutto
sotto la luce di consapevolezza di noi stessi.

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Maschile e femminile

Chi sono i protagonisti delle relazioni che stiamo cercando di conoscere?


Un uomo e una donna
I l m a schile e d il fe m m inile fa pa r t e de lla st or ia de ll um a nit à da se m pr e .

All inizio della storia dell umanità furono d importanza predominante, per la
sopravvivenza della specie umana, alcune delle caratteristiche che oggi non trovano
più una spiegazione, l hanno a livello etologico.
Partendo dalla teoria evoluzionistica gli etologi, sostengono che ciascuna specie in
assoluto, e all interno di queste tra i due generi, il patrimonio genetico contiene delle
propensioni che sono il risultato della selezione naturale, e che queste producono quei
comportamenti che più di altri hanno favorito la sopravvivenza, la riproduzione e la
massima propagazione dei geni di ciascun individuo.
L etologia cerca di spiegare la differenza maschio-femmina nei comportamenti e nei
sentimenti, facendo riferimento alla loro funzione biologica.

Una delle differenze più evidenti maschio femmina, al di là di quelle relative agli
organi sessuali, riguarda la statura e le dimensioni del corpo.
All inizio della comparsa dell uomo sulla terra il comportamento che doveva essere
predominante su ogni altro era: assicurarsi dei figli, per i maschi quindi, fecondare un
numero elevato di femmine, Per femmine che, anche a seguito di numerosi
accoppiamenti possono produrre solo pochi discendenti, proteggerli era quindi il loro
scopo principale.
Il maschio ha una fecondità, possiamo dire illimitata, sia nella quantità che nel tempo,
la donna nasce con un patrimonio di ovuli da fecondare finito sia per quantità che per
tempo. E evidente che per quanto, nel nostro ambito psicologico possiamo parlare di
sentimenti, comportamenti e personalità, non possiamo prescindere dall aspetto così
tecnico e altrettanto fondamentale della biologia.
La poligamia maschile assicurava quindi agli uomini un maggior successo riproduttivo.
Avere tante femmine favoriva i maschi nel raggiungere il fine: fecondare più femmine
possibili mettendosi in competizione anche con altri maschi, e nonostante questo, non
c è la possibilità, comunque, di essere sicuri della paternità dei piccoli. Sono solo le
femmine ad avere il privilegio d essere certe che i geni portati dai figli sono proprio i
loro.
E le donne? Date le caratteristiche anatomiche e fisiologiche, il loro investimento
nell allevare i figli non era sufficiente a farli crescere in condizioni ottimali. La
gravidanza e l allattamento non permettono alla donna, in questi periodi, l autonomia
nella ricerca del cibo e nella difesa. La protezione di un uomo era indispensabile ai
primordi della specie.
Il legame stabile è più importante per una donna che per un uomo, giacché il successo
riproduttivo di una donna passa attraverso la protezione di un uomo, mentre quello
dell uomo passa attraverso tante donne.
Ma i rapporti sessuali hanno avuto, nella specie umana anche la funzione di
mantenere saldo il legame tra i partner, di là delle esigenze legate al concepimento,
nel corso dell evoluzione il mantenimento di un legame stabile, una volta avvenuta la
fecondazione, ha avuto la funzione di assicurare ai piccoli la sopravvivenza, e al padre
una percentuale più alta di sicurezza nell avere una discendenza.

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La socie t à , poiché cost it uit a e cost r uit a da gli individui, t e nde a m a n t e ne r e in
vit a que lle nor m e e que i va lor i che cont r ibuiscono a l succe sso r ipr odut t ivo
degli individui stessi.
I l r a ppor t o di coppia e d i r u oli m a schile e fe m m inile , si è e volut o ne l t e m po
a t t r a ve r so le m ut a zioni socia li e d h a a ssun t o, ne lle va r ie e poche , u n dive r so
significato ed una funzione diversa per entrambi i partner.
Nel secolo scorso il mondo femminile era la casa, quello maschile il lavoro. Nella
propria casa la donna era responsabile della stabilità emotiva del marito e dei figli.
L uomo agisce, trova soluzioni e strategie per il mantenimento di certi valori, è quindi
l agente principale del mantenimento della famiglia. La donna in casa aspetta, guarda,
pensa osserva e utilizza in questo modo le informazioni che le provengono dall agire
del compagno. Allo stesso tempo si occupa della gestione dei figli, delle loro emozioni,
dei loro sentimenti e dei loro affetti. Si preoccupano di curare le ferite sia psicologiche
sia fisiche, del compagno. Imparano a conoscere da subito e insegnano il linguaggio
degli affetti.

La donna: leader espressivo, responsabile della coesione affettiva e promuove il


sentimento di solidarietà del gruppo.
L uomo: ha la funzione di leader strumentale, il compito è di mantenere la famiglia, di
assicurare la relazione con l esterno, di collegare il gruppo con la società, di far
rispettare le regole e le norme.

Compito della donna era anche quello di preparare i figli al futuro. L atteggiamento di
una madre nei confronti di maschi e femmine era diverso. Dai maschi, una madre si
aspettava che si preparassero ad entrare nel mondo degli adulti e che si separassero
da lei per compiere delle scelte di vita autonoma. Dalle ragazze invece ci si aspettava
che si adeguassero al suo modello di madre e di moglie, il matrimonio era il traguardo
più ambito. Il suo destino era di passare dalle mani della madre a quelle del marito,
perciò era suo compito imparare ad accettare e coltivare la passività e la dipendenza.
Quello che le si chiedeva era di rimanere bambina.
L e sse r e um a no è un sist e m a m olt o de lica t o, e si a m m a la di solit o, a nche pe r
e spr im e r e un disa gio sulla pr opr ia ide nt it à . La cr isi de ll ide nt it à por t a a
dive r se pa t ologie , qua ndo si r a ggiunge la consa pe vole zz a che non sia m o solo
un r uolo. L a nor e ssia , la bulim ia , l ist e r ia de l se colo scor so, gli a t t a cchi di
panico, sono un esempio.
In una società in cambiamento l addestramento alla dipendenza dagli uomini per le
donne, finì per rivelarsi disfunzionale e a creare una serie di contrasti tra madri e
figlie. L industrializzazione, e una qualità della vita diversa, portò una discrepanza tra
il tipo di socializzazione attuata dentro casa e la realtà dei fatti. Un esempio:
Il lavoro necessario per far andare avanti una casa diminuiva con l uso
d elettrodomestici, il controllo delle nascite permetteva la pianificazione e la scelta
nella riproduzione, più tempo libero, nel frattempo però, il valore accordato
all impegno casalingo, fondamento dell autostima di una buona padrona di casa,
restava inalterato, sviluppando così una personalità compulsiva e raggiungendo forme
di vera e propria mania per l ordine, la pulizia e gli orari, poiché il buon andamento di
quello che competeva la donna era uguale ad avere un alta autostima. Molti degli
svenimenti, delle depressioni e dei disturbi nervosi, cui andavano soggette alcune
donne erano le espressioni di tensioni che emergevano quando queste erano costrette
a confrontarsi con quelle realtà e con quei cambiamenti non previsti. Da una parte le
ragazze che aderivano al cambiamento si contrapponevano all educazione impartita in
famiglia che le voleva passive, da un altra il mondo così com era metteva paura, per
questo con i figli maschi, le donne iniziarono a partecipare al mantenimento del mito
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maschile, poiché il potere era maschio. Il mito maschile è spesso tramandato da
generazione a generazione da madri che assumono l orientamento proprio del mondo
del sesso forte , pur essendo esse stesse, oggetto di sopraffazione e discriminazione.
Ammirando la forza ed il potere, queste donne trovano in queste qualità una
compensazione indispensabile per mantenere l equilibrio della loro struttura psichica
oltraggiata. Nessun altra situazione permette loro di agire indirettamente la loro
vendetta, come nel rapporto con i figli maschi, che diventano oggetto di una falsa
dedizione, di manipolazione e sfruttamento, la mano armata della madre contro gli
uomini, spesso il marito.
Questo avviene per due vie del tutto diverse: una è quella del bambino che la madre
ammira in continuazione, potendosi così sentire forte e potente per suo tramite.
L altra si riconosce perché la madre insiste sulla sottomissione in nome del padre.
L uomo, dapprima, mantenne le varie forme di potere e lo deteneva praticamente,
così da potersi permettere di non essere criticato nei suoi comportamenti,
disinteressandosi della partner di cui non accettava per esempio la sessualità, anzi
spesso non sospettando neppure che ne esistesse una. L uomo poteva fare riferimento
a donne nate per procreare: la moglie e a donne nate per farlo divertire
sessualmente: le prostitute .

Negli anni in cui la protesta femminista era promossa da quelle donne che non si
riconoscevano più nel vecchio ruolo di madri e mogli, molti uomini hanno fatto proprie
le critiche rivolte dalle loro compagne alla società patriarcale, alla personalità
autoritaria, al predominio fallico, ed hanno osato mettere in crisi la loro stessa identità
maschile, hanno assunto modalità empatiche di comunicazione, condividendo il lavoro
domestico, assumendo atteggiamenti materni nei confronti dei figli ed infine
rinunciando alla competitività sul lavoro e sulla carriera. Dopo un iniziale accettazione
da parte della partner e del gruppo sociale, questi maschi sono rimasti isolati dai loro
coetanei che non avevano fatto la stessa scelta ed emarginati, con il risultato, che il
loro sforzo non è stato apprezzato neppure dalle loro compagne che pure lo avevano
voluto con tanta convinzione. Perché? .

Come donne ci troviamo a forgiare i figli maschi in maniera che siano i nostri
salvatori, forti e potenti, che riconoscano come unica donna la madre, vogliamo però
poi un compagno diverso, svincolato dalla propria figura materna, un uomo che abbia
la capacità di mettersi in discussione, che non si riconosca nel potere. Il maschio, si è
sottoposto per amore e per convinzione politica, ad un profondo mutamento, é stato
poi rifiutato proprio per tale mutamento, spesso cade in una crisi depressiva che ha
portato molti a ritirarsi dal mondo. Di fronte a tali crolli, spesso le donne, deluse, si
sono lasciate affascinare dalla tradizionale figura virile e da quei comportamenti che
presuppongono un indiscussa superiorità che si manifesta nel corteggiamento, nella
protezione, nel dono importante, torna nella fantasia la figura mitica del principe
azzurro nella forza del potere. Tutto ciò riveste forti attrattive anche se relega la
donna in una posizione subalterna e dipendente.
Uomini e donne danno il tipo d amore di cui hanno bisogno loro stessi e non quello
necessario all altro.

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LE DONNE

La donna nell evoluzione ha dunque, sviluppato un tipo di comunicazione verbale e


intuitiva dei sentimenti, per questo ha affinato l intimità, l interiorità, l intuizione.
Le donne hanno bisogno di ricevere: sollecitudine, comprensione, rispetto, devozione,
rassicurazione, poiché si confrontano costantemente con i fantasmi delle donne del
passato
Le maggiori richieste femminili, si espandono nel campo dell affettività e della
tenerezza, con una richiesta di riconoscimento del proprio ruolo e dei propri diritti e
doveri. Per esserne all altezza il maschio è costretto a sviluppare una maggiore
maturità psicoaffettiva rispetto al passato, e non stupisce che egli abbia perso le sue
tradizionali certezze e manifesti, soprattutto nel ruolo di partner, una profonda crisi
d identità.

L investimento emotivo e romantico delle donne nella relazione in cui sono coinvolte,
non coincide più con una minore importanza attribuita al sesso.
Anche se si trovano meno di prima a dover fare i conti con gli st e r e ot ipi di r uolo
sessuale, tuttavia il loro grado d autostima non sembra migliorato. Le donne hanno
dubbi sul proprio valore e scarsa autostima, al contrario, un atteggiamento più sicuro
di sé e la capacità d autoaffermazione passano ancora per tipiche qualità maschili
donne con le palle . I ruoli sessuali influiscono sullo sviluppo della stima di sé.

E frequente sentire una donna, che è stata lasciata da poco dire:


gli ho dato gli anni migliori della mia vita, figli magnifici, una casa bella e pulita come
uno specchio, un ottima cuoca, accoglienza ai suoi amici, disponibilità sessuale . Quasi
tutte queste cose erano usate come linguaggio d amore solo trent anni fa, ma è
difficile non farci i conti ancora oggi. Probabilmente è vero, il dividersi i ruoli e
scegliere di dedicarsi a questi con amore per se stessi e per l altro è una
manifestazione d amore, ma non basta. Non si può perdere la propria identità, non
fa r e r ife r im e nt o a llo sca m bio dir e t t o d a m or e fa pe r de r e di vist a il pe r ché ci si
è sce lt i. L educazione che negli anni passati le donne hanno ricevuto, è stata quella
per cui le cose più importanti da dare ad un uomo erano proprio quelle che questa
signora aveva dato nella sua vita al suo uomo. L errore più grande è probabilmente
stato quello di non chiedersi: Com e vor r e i e sse r e a m a t a .

Soffrono di panico, così come di ansia e di depressione molte delle donne che nella
loro vita hanno rincorso la carriera e l autonomia, che hanno ottenuto i risultati che
volevano con estrema determinazione. In questa sfida con se stesse hanno però
dimenticato una componente inalienabile del loro modo di essere: la capacità di saper
integrare i diversi aspetti della vita

Anor e ssia e bulim ia h a n no occupa t o il post o de ll ist e r ia , conse gue nze de lle
r ichie st e socia li, la donna in ca r r ie r a ha de t e r m ina t e ca r a t t e r ist iche : que lle
maschili a discapito della femminilità.

Anche se è indubbio che il lungo regno della società patriarcale ha determinato


l affermarsi della parte maschile nel mondo, persino a livello lessicale dove dottore,
onorevole, ministro sono termini di genere maschile, una dittatura di genere dove
anche la chiesa ha fatto la sua parte riproducendo un credo nel quale ai posti di
maggior potere o prestigio sono riservati agli uomini. La donna da parte sua, ha
sviluppato alcune strategie quali la seduzione, il ricatto affettivo, il potere di
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accudimento. Strategie che esercitava in maniera sotterranea, che le permetteva di
ottenere ciò che voleva, con un apparenza di sottomissione.

Gli uom in i e le don ne pa r la n o lingua ggi dive r si, formati dagli stessi vocaboli, ma
con significati diversi: la donna, affianca alla parola ascolto quella del sentire
formulando così un significato che sta a metà strada tra i due. Se una donna dice non
mi sento ascoltata l uomo è convinto d averla ascoltata se è in grado di ripetere ciò
che ha detto. In realtà quello che la donna sta dicendo è ho la sensazione che non sei
interessato a me

La storia ci è servita e continua a farlo per dare significato al presente e lo spazio dei
le ga m i a ffe t t ivi e de lle m ot iva zioni a d e sse r e in due de ve com pr e nde
l a cce t t a z ione , la sce lt a , la com pr e nsione e d il r ispe t t o, le diffe r e nze sono
r icche zze e lo spa zio ch e vie ne da t o a i le ga m i a ffe t t ivi com pr e nde
effettivamente la diversità dei due sessi.

L uomo e la donna hanno in sé la volontà di potere, c è chi ha il coraggio di affermare


chiaramente questo desiderio, e c è chi, invece, si sente colpevole di questa volontà di
potere.

La donna come futura madre, ha una grande responsabilità: quella di riconoscere il


suo desiderio/bisogno di potere e di usarlo. Questo è un tema che riguarda,
naturalmente entrambi le parti di una coppia. La colpa più profonda è quindi quella di
rimanere attaccati al bisogno narcisistico. In altre parole si cerca il potere più per
soddisfare un vuoto interiore e la paura che fragili come siamo , non ce la faremo
mai ad affrontare la vita, piuttosto che usare il potere finalizzato alla crescita
individuale e a quella degli altri.

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GLI UOMINI

L uomo ha potuto sviluppare con il tempo, un attitudine mentale che le permette la


capacità di eccellere nei confronti della donna: nell orientamento spazio temporale,
nella logica, le capacità pratiche e concrete, nel collegare l effetto alla causa,
nell impegnarsi a produrre un benessere economico e sociale per sé e per la sua
famiglia.
Nell affrontare i problemi con la sua compagna si sente obbligato ad offrire subito una
soluzione, per questo per sostenere un uomo non bisogna cercare di aiutarlo
risolvendo il suo problema offrendogli soluzioni.

Hanno bisogno di ricevere: fiducia, accettazione, apprezzamento ammirazione,


incoraggiamento, rispetto.

S identificano in uomini duri , individui che si costruiscono un personaggio che in


realtà non li rappresenta: molto decisi, con un emotività controllata, poco propensi ad
accettare le proprie paure, poco disponibili alle coccole, e poco al pianto o alla
manifestazione delle emozioni, con un indifferenza che apparentemente li mette al
riparo da tutto. Una soluzione per questi uomini è stata quella di mettere delle
distanze emotive. In realtà, sono molto più teneri e sensibili di quanto loro stessi non
credano.
L uomo quindi agisce, trova soluzioni e strategie per il mantenimento di certi valori,
ma si mette in azione e si espone.
Nella sua storia c è poca familiarità con il linguaggio dei sentimenti, e il mondo delle
sensazioni. In un rapporto generalmente cerca l accoglienza, la pace, la comprensione,
la tranquillità, l appoggio affettivo sessuale. Considera il lavoro un impegno che
assorbe la totalità delle sue energie, sente la famiglia come il luogo deputato al riposo.

Soffrono di panico, così come di ansia e di depressione, si isolano perdendo quei punti
di riferimento già fragili. Quando si aggregano tra di loro si misurano, riproducendo
quella competizione che li ha uniti nel gruppo dei pari nell infanzia (partite di calcetto
del dopo-lavoro, la politica, gli sport), difficilmente usano quegli spazi per confrontarsi
nei loro aspetti più intimi, mentre le donne approfittano di qualsiasi occasione
(parrucchiere, palestra, l attesa davanti alla scuola dei figli). Essere uomo nella società
d oggi è difficile. C è un identità perduta.
Negli ultimi quarant anni, la preoccupazione principale sul tema era ritrovare e
tutelare gli spazi femminili .
Qual è lo spazio dell uomo?
Lo spazio dell uomo non c è più e lui ci ha rinunciato in cambio di una lite in meno.

L uomo nasce e cresce in una famiglia tradizionale, dove accanto ad un padre potente
vive una madre docile e sottomessa ed invece, nel momento della costituzione di un
rapporto di coppia, si trova accanto una coetanea emancipata ed insofferente d ogni
subordinazione. Di fronte a questo passaggio improvviso dall una all altra figura il
maschio deve operare una difficile ridefinizione di sé, della propria identità sessuale ed
una continua
e profonda ristrutturazione delle regole di convivenza.
Per gli uomini, le emozioni sono un mondo privato, ne hanno pudore e per alcuni è
motivo d imbarazzo.
La gran differenza sta però nel modo in cui esprimono le emozioni. Un uomo è geloso
del suo spazio intimo (quello mentale), e vive l insistenza della donna di poterne far
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parte come una prepotenza, se lo desidera sarà lui a chiedere una condivisione. Il
silenzio per un uomo è anche un modo per stare bene insieme, non criticare il suo
bisogno di solitudine, né interrogarlo sul suo stato d animo significa rispettarlo.
E diverso l uso della parola, Non tutto si può tradurre a parole. Per la maggior parte
degli uomini, le dimostrazioni d amore sono azioni, fatti. (la fedeltà, la dedizione),
difficilmente sono parole romantiche, apprezzamenti alla sua persona (il vestito
nuovo, il taglio dei capelli). La comunicazione maschile è diretta, non ama i sottintesi,
né dover interpretare, ragionano in termini vero/falso. Non leggono i messaggi
vogliono che i pensieri siano dichiarati apertamente. Non capisce il broncio
immotivato.
Le problematiche edipiche sono all ordine del giorno nella clinica. Rari sono i casi di
pazienti che sono riusciti ad entrare in questa fase, rarissimi quelli che l hanno
superata. Nella migliore situazione perdura la tematica (coppia fissa con mamma)
anche se si sono avute molte partner, o addirittura bloccati in una fase precedente:
simbiotica-orale o narcisistica-fallica.
Gli uomini in una partner cercano:
L ascolto, ad ogni incontro non sopportano di essere angosciati con problemi, i suoi
racconti sono lineari e imperniati sulle attività, desidera essere informato delle cose di
lei seguendo il suo stesso stile. Vuole sentirsi accettato per com era quando si sono
incontrati. Odia essere cambiato e tanto meno educato. Sentire la sua stima lo
rassicura, e se ci sono delle discrepanze sugli stili di vita solo se si sente amato, di sua
iniziativa, modificherà un comportamento. Non vuole sentirsi manipolato (anche se la
sua mamma lo fa o lo ha fatto, smettere è un buon motivo di cambiamento).

Am a r e significa r iconosce r e l a lt r o e d e sse r e r iconosciut i.

Le posizioni sociali contemporanee sono differenti perché uomini e donne hanno


potuto, seppure con molta confusione, far riferimento alle proprie risorse, anche per
quella parte che fino ad ora non era ritenuta caratteristica dell uno o dell altro sesso: il
mondo dei sentimenti per gli uomini, il mondo sociale per le donne.
Per far riferimento alle proprie risorse bisogna fare silenzio dentro di noi: ascoltarci,
durante questo periodo è inevitabile vivere una specie di sbandamento, una
destabilizzazione, evidente nella storia recente dei ruoli.
Ma le differenze non si annullano con una manciata di anni, e i linguaggi continuano
ad essere differenti.
Proprio perché abituati ad avere a che fare con materiali diversi, nel senso d avere
più o meno pratica nel gestire i diversi aspetti della vita.

Uomini e donne hanno bisogni emotivi uguali, ma li soddisfano in modo diverso,

Da bambini ci si prepara alla vita attraverso il gioco e già il tipo di linguaggio, lo


scambio, il modo di stare insieme, quello che cercano attraverso il gioco e la
compagnia e quello che sperimentano, è differente.
I maschi si riuniscono in gruppi organizzati gerarchicamente, con un leader che da
ordini e stabilisce regole, con vincitori e vinti, con sfide d abilità.
Le femmine s incontrano in piccoli gruppi o a coppie, tra loro il fattore chiave è
l intimità, raramente il gioco prevede il trionfo di una sola.
Da equivoci e sentimenti la Schelotto:

Proviamo a pensare a due bambini, un maschio ed una femmina, che crescono


insieme da sempre, incontrandosi a casa o fuori, ripetono gli stessi giochi: si
rincorrono, si acchiappano, si avvinghiano. Col passare degli anni però, senza che se
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ne rendono conto, i loro corpi mutano e un bel giorno, il toccarsi dei giochi consueti
provoca in loro sensazioni nuove e inquietanti. Sono cresciuti, la pubertà lentamente li
trasforma, e il contatto dei corpi, inaspettatamente, provoca nei ragazzini una
sconosciuta eccitazione.
Il maschietto avrà una risposta fisica evidente e concreta, un erezione, e riuscirà ad
assegnare un nome preciso all insieme d elettrizzanti messaggi che i sensi gli
trasmettono; penserà questo è sesso .
La bambina, che sta vivendo le stesse avvincenti novità, ma senza un preciso
riferimento corporeo, cercherà a sua volta di riconoscere e assegnare un nome a ciò
che le sta accadendo e penserà questo è amore .

Da adulti gli uomini sono più preparati a parlare il linguaggio della posizione sociale e
dell indipendenza, le donne quello delle relazioni.
Di conseguenza gli uomini utilizzano il linguaggio per comunicare esclusivamente fatti
e informazioni, spesso è una comunicazione dove la colorazione affettiva è poco
visibile. Le donne esprimono sentimenti ed in genere usano superlativi, metafore e
generalizzazioni che gli uomini interpretano alla lettera.
Tutto ciò creerà, nel futuro della coppia parecchi equivoci e difficoltà, non ultimo
quello della visione della realtà e della sua interpretazione.
Queste differenze si riscontreranno anche nel cogliere nell altro alcuni segnali,
piuttosto che altri, es. per la donna ricevere un abbraccio, un bacio, un attenzione
giornaliera significa essere confermata ogni giorno, per l uomo il fatto di vivere con lei
è una conferma costante.

Esse r e uom o o donn a è a ve r e la ca pa cit à di se nt ir si ne l be ne e ne l m a le ,


rimanendo fedeli a se stessi, anche se questo può provocare dei
dolori
Nel momento in cui due persone decidono di formare una coppia, decidono
contemporaneamente di condividere un progetto di vita che impegna il corpo, il
pensiero, l affettività, i rapporti sociali, ed ereditano inevitabilmente il conflitto fra i
sessi, ma anche la meravigliosa differenza.
Nello spazio della con-vivenza si può trasformare il conflitto in scambio reciproco.

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L amore

Definire l amore, circoscriverlo o misurarlo è un impresa impossibile, cercheremo di


riflettere su dei concetti che ci aiutino a capire.
L amore è un rapporto duale che ha alla sua base uno scambio emotivo di diversa
intensità e durata. Promosso dal bisogno dello scambio affettivo che accende quello
fisiologico della soddisfazione sessuale, dove la reciprocità può raggiungere la sua
completezza. In questo caso l uso della parola bisogno ha connotazioni diverse da
quelle trattate fino ad ora, nel senso che non si cerca l altro per completare una
deficienza ma per costruire un terzo: la coppia, è proprio della ricerca e della
soddisfazione nello scambio affettivo. Bisogno poiché il destino dell uomo è nella
collettività e nella sua conoscenza. Attraverso l amore noi allarghiamo la conoscenza
di noi stessi e del mondo che ci circonda allargando il nostro IO. Considerando che il
nostro mondo interno crea collegamenti con il mondo esterno, ciò che risulta essere
la conoscenza, non sono gli elementi che vengono collegati tra di loro, es: madre-
figlio, io-tramonto, io-lui, ma la materia e la qualità con cui si formano tali
collegamenti, i legami: le relazioni. Questa è una peculiarità inscindibile dall essere
umano. Nella crescita, in base alle pressioni dell ambiente possiamo ritrovarci a
difendere i confini del nostro Io, oppure ad allargarli. Sentirci in collegamento con il
mondo, in armonia con esso vuol dire amare. Ma questo sicuramente non ci spiega
ancora come funziona nel rapporto di coppia.

Amore è una parola bellissima, che pronunciamo spesso nella nostra vita, ma è un
termine che usiamo in molte situazioni, e quindi gli attribuiamo diversi significati.
Amare la propria madre è diverso che amare la propria fidanzata. Oppure fare
l amore è diverso che fare sesso .

Proviamo a suddividerlo in eros, filia, affetto, condivisione, in questo senso vengono


distinte quattro forme in base alla componente egemone, ma ci interessa soprattutto
in base alle distinzione che ne facciamo noi nel senso comune:

Usiamo la parola amore per definire quel sentimento che è:


a) Fondato sull eros, che ha la sua radice profonda nel desiderio sessuale, che
genera desiderio di possesso e di esclusività, L'amore passionale; Si basa
sull'attrazione sessuale; questo uso della parola è sempre contrassegnato
dall'eccitazione sessuale all inizio di un rapporto, nell idea che sesso = fusione
= amore. Se infatti, amiamo una donna solo nel senso del "volerle bene", ma
non proviamo per lei alcuna passione fisica, parliamo di amore affettivo,
paragonabile a quello verso una sorella, una madre; non di amore passionale.
b) La philia basata sull aspettativa di una gratificazione da parte dell altro che si
intende ricambiare. Ha le sue radici nel primitivo attaccamento del bambino
alla madre e il cui proseguimento è la richiesta di vicinanza interna di
confidenza dell altro e la familiaritàL'amore materno o paterno; è quello che
provano i genitori per i figli ed i figli per i genitori. Il rapporto genitori figli è un
rapporto particolare, è vissuto in maniera molto forte ed intensa.
c) L a ffe t t o, nel vissuto comune si nutre di ammirazione, di sostegno e di
attribuzione di qualità positive all altro, ma anche di libertà di critica, non si
sente come una forma indispensabile, necessaria. L'amore affettivo; è il classico

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"voler bene", l'affetto che si prova per familiari, per i fratelli, per gli amici
carissimi o per compagni, per cui si ha stima e simpatia..
d) La condivisione del proprio sentire. Una forma d amore diretta verso l altro,
che tende al proprio e altrui benessere, senza attendere in cambio particolari
gratificazioni poiché il viverlo dà di per sé la sensazione di estensione del nostro
io, né di difesa né di fusione, è quello sperimentato dalle persone che dedicano
se stessi al prossimo. In questo rientra l amore che provano i religiosi, l amore
spirituale.

A questo punto potremmo chiederci, ma qual è il vero amore?

Possiamo rispondere che quando un amore ci permette di sperimentare una


evoluzione personale, nostra e dell altro, nel senso che ci permette di trascendere
dai confini dei nostri bisogni individuali o delle nostre paure, questa è la forma più
elevata di tale sentimento sperimentata dagli individui. La caratteristica di base è
la volontà di estendere il proprio io allo scopo di favorire la propria e l altrui
crescita.
Abbiamo visto come all inizio della vita il bambino si sente fuso con la madre,
onnipotente, quindi le esperienze gli permettono di ridimensionarsi e di costruire i
propri confini. Nell innamoramento accade la stessa cosa, ma l estensione dell io è
momentanea e illusoria, ci serve per sperimentare noi stessi senza considerare
l altro come entità diversa da noi. Nell amore noi raggiungiamo una maggiore
dimensione, questa volta reale e concreta. Amare è quindi un atto di
autoevoluzione sia l amare noi stessi che gli altri.
Non possiamo amare gli altri se non amiamo noi stessi, non possiamo dare
qua lcosa che non a bbia m o ne a nche pe r noi. Estendere i nostri limiti significa
superarli e questo costa fatica.

Fattori costitutivi dell amore:


Attraverso noi stessi, possiamo renderci conto se siamo in grado di amare gli altri.
Provando in prima persona quali sono le cose che ci permettiamo e quali no, se
agiamo delle censure nei confronti della nostra autenticità o ci esprimiamo per
come siamo, permette a noi stessi di conoscerci, di sapere che abbiamo bisogno di
ascoltare il nostro vero sé, se sappiamo sperimentarci in questo senso, il rispetto
per noi stessi implica quello degli altri.

LE COMPONENTI DELL'AMORE

L'amore ha delle componenti principali: passione, nel senso di attrazione fisica;


amicizia, intesa soprattutto come affinità di carattere; impegno, nel senso di
volontà e desiderio di stare insieme; intimità: confidenza con noi stessi, che
implica i sentimenti di vicinanza, unione e legame con l altro.
Ognuna di queste componenti esercita un influenza sulle altre, per cui un
cambiamento nello schema dell impegno ha conseguenze profonde sull intimità e la
passione, così come un forte tasso passionale, senza coltivare gli altri aspetti,
indurrà a cercare gratificazioni a breve termine lasciando sullo sfondo decisioni a
lungo termine, a livello di relazione implica inevitabilmente che abbiamo tralasciato
qualcosa nella crescita personale.
Nella relazione d amore in una coppia dovrebbero esserci: passione più amicizia più
intimità, più impegno

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Passione, attrazione fisica: ti desidero,

amicizia: posso fidarmi di te,

intimità costruita con il tempo: ti amo,

fattori cognitivi, la volontà, l im pe gno: ti scelgo

Ognuno dovrebbe fare la sua strada, ed essere se stesso, nella relazione


possibile....una coppia funziona bene se si incontrano due felicità; hanno una buona
prospettiva di durare nel tempo.
- Io sto bene e mi metto con te, perché con te sto meglio. E non senza di te muoio ,
se mi lasci mi uccido . E se una storia finisce, cerchiamo di salvaguardare ciò che c è
stato di bello, senza lasciare alle spalle cimiteri e distruzione. Non si deve mai
accettare il ricatto colpevolizzante, ma assumersi la responsabilità della relazione. -
(Spencer)

Abbiamo detto che una forma d amore è quella diretta verso se stessi e l altro per
favorire il benessere, senza attendere in cambio particolari gratificazioni, estendere i
nostri limiti significa superarli e questo costa fatica.
La volontà è un desiderio sufficientemente intenso da trasformarsi in azione.
il desiderio d amore non è in se stesso amore. L amore è tale in quanto agisce,
l amare è anche un atto di volontà: un intenzione e una azione. La volontà, di
conseguenza, implica una scelta.
Nella crescita il mondo onnipotente del bambino viene fantasticato attraverso
l immaginario. I confini dell Io si delineano piano piano Ci facciamo accompagnare da
personaggi quali Superman, Mandrake, divi del mondo della celluloide, ecc. Finché
nell adolescenza si percepisce la consapevolezza di essere prigionieri del proprio
corpo e del proprio limitato potere. Ci si sente soli, e la solitudine fa paura, a questo
punto l innamoramento sopraggiunge a salvarci dall idea che siamo impotenti.
(insieme i due innamorati possono scalare le vette più alte). L innamoramento è la
fuga dalla solitudine, fondere la nostra identità con quella dell altro ci permette di
essere più forti, è un espansione di noi stessi, ma è anche una regressione verso
l onnipotenza.
Ma la realtà, così come annulla le fantasie di onnipotenza del bambino, presto annulla
la meravigliosa unità della coppia innamorata. Messa a confronto con i problemi della
vita quotidiana, l individuo riafferma la propria indipendenza: lui vuole fare l amore lei
no, lei vuole andare al cinema lui no, lui vuole mettere i soldi in banca lei vuole una
lavastoviglie, lei vuole parlare del suo lavoro lui del proprio.
Entrambi cominciano a rendersi conto con tristezza, nel segreto del proprio cuore, di
non essere una cosa sola con l altro, e che l altro ha, e continua ad avere, gusti,
desideri, pregiudizi e orari diversi. Lentamente i confini dell Io riprendono il proprio
posto, a poco a poco o all improvviso i due cessano di essere innamorati l uno
dell altro e ritorneranno ad essere due individui ben distinti. A questo punto a meno
di non condannarsi ad una vita infelice, i due o si separano o cominceranno ad
amarsi.
L innamoramento non determina un estensione dei propri confini, ma provoca
semplicemente il parziale e temporaneo crollo.
Nell esperienza dell amore l estensione dei propri confini richiede uno sforzo, quello di
riconoscere e rispettare l altro, come entità diversa, appartenente all altro genere e
quindi con una storia alle spalle diversa che giustifica una visione del mondo con
attribuzioni di senso e valori diversi, quello che per l uno è futile per l altro può essere
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importante e spesso la differenza viene riferita all appartenenza al mondo maschile o
femminile, anche laddove potrebbe essere un sentire comune.

E un legame reciproco, attivo e mutevole che permette, incoraggia e in un certo


senso esige la messa in gioco di tutte le qualità necessarie perché l amato possa
essere tutto ciò che può essere. E scoprirsi. poiché abbiamo, ora, la consapevolezza
di essere impotenti e fragili. Paradossalmente i suggerimenti e l insegnamento che ci
vengono dal mondo sono proprio il contrario: coprirci, proteggerci, usare qualsiasi
mezzo per non esporci, per non venire feriti, uccisi o comprati.
Un rapporto d amore nasce quando si continua a stare insieme per scelta e la diversità
è vista come una possibilità, quindi una risorsa, conflitto e accettazione sono le basi di
crescita e meraviglia continue. Esiste una tale fiducia reciproca da poter essere
vulnerabili, sicuri che l altro non ne approfitti né ci dia per scontati.
E comunicazione totale, complicità e tenerezza. Si può essere aperti e onesti con
l altro, senza paura di venire giudicati. Un rapporto d amore è quello in cui entrambi i
partner si sentono così amati, accettati e sicuri da condividere i loro più intimi
sentimenti, sogni, fallimenti e successi, senza riserve, con responsabilità adulta. E
una relazione nata dal rispetto e rivestita di dignità, dove lacrime e sorrisi sono di
uguale importanza, e che senza sosta nutre e sostiene la crescita, non prende ciò che
capita né riempie di sesso il vuoto interiore, ma ha rispetto di sé e della propria
unicità.

Per favorire il benessere proprio ed altrui.


Un equivoco è quello di credere che la dipendenza sia amore. Se per sopravvivere si
ha bisogno di un altra persona si è parassiti. Il rapporto in questo caso non nasce da
una libera scelta, ma dalla necessità. Amare significa esercitare una libera scelta, due
persone si amano solo quando sono in grado di vivere anche senza l altro ma scelgono
di vivere insieme.
Non bisogna confondere la dipendenza con il senso di appartenenza. Tutti abbiamo un
bisogno di dipendenza, tutti vorremmo essere trattati come bambini una volta ogni
tanto, desideriamo che qualcun altro si prenda cura di noi. Il senso di appartenenza
non è un desiderio prepotente che indirizza la nostra vita. Le persone la cui vita è
dominata dal desiderio di dipendenza, soffrono di turbe da personalità passivamente
dipendente , sono talmente occupate a cercare di farsi amare che non resta loro
alcuna energia per amare. Sono come degli affamati che rubano il cibo dove possono
e non ne hanno quindi da dare agli altri. E come se dentro di loro ci fosse un vuoto,
un abisso senza fondo che non riescono a riempire mai completamente. Queste
persone non sopportano la solitudine. Non hanno un chiaro senso della loro identità e
si identificano solo in relazione agli altri. Sono quelle persone che confondono, per
esempio l amore con la sessualità. Amore e attività sessuale, anche se spesso
simultanei, sono dissociati l uno all altro, sono due fenomeni separati.
L orgasmo, l innamoramento, fanno sperimentare la momentanea perdita dei confini
dell Io, è per questo che si possono confondere con l amore. Ma anche la simbiosi del
neonato o le droghe psicoattive fanno perdere i confini dell Io ma non ci verrebbe mai
in mente di dire che queste esperienze appartengono a vissuti d amore.
Chi non è dipendente ha potuto sperimentare attraverso l amore e l attenzione dei
genitori un senso di sicurezza, una fedeltà verso se stesso. Nella relazione d amore
sono integri, non feriscono l identità dell altro e la propria possono invece esaltarla.
Dare, comunque la colpa ai genitori, da adulti non serve, possiamo riprenderci la
responsabilità della nostra vita.
Chi ama riconosce e rispetta la personalità e l identità della persona amata e non
ritiene giusto arrogarsi il diritto di censurare la sua condotta dicendole con altre parole
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io so meglio di te cos è giusto per te . L amore è il rispetto dell altrui identità.
L incapacità di percepire l amato come persona separata da noi stessi viene chiamato
nella sua forma estrema: narcisismo. I narcisisti sono incapaci di percepire i propri
figli, il coniuge o gli amici come separati da se stessi a livello emotivo, ma li vivono
come una loro estensione.
Esiste un interesse comune per la crescita e il progresso di ciascuno dove non si è
possessivi ma si aiuta l altro a essere se stesso, dove l egoismo cede il passo
all offerta disinteressata, alla sollecitudine e alla partecipazione, dove i canali di
comunicazione si mantengono aperti e il lato buono di ognuno viene massimizzato e
quello negativo minimizzato.
Porta conforto attraverso la silenziosa presenza di un altro con cui dividere fiducia,
onestà, ammirazione, devozione, e quel brivido speciale di felicità derivato dal sentirsi
vicini.
La dipendenza non è che uno dei tanti comportamenti ai quali diamo, erroneamente, il
nome di amore

Senza attendere in cambio particolari gratificazioni.


Nell amore non ci sono aspettative ma un profondo apprezzamento del rapporto per il
suo valore intrinseco, le sue possibilità, la sua bellezza e verità nell esperienza
comune. Possiamo essere noi stessi ed esplorare i nostri desideri più intimi e profondi,
le nostre speranze e le nostre gioie senza paura di condanna, repulsione o abbandono.
L amore non conosce il ricatto, non tiene i conti perché non ci sono perdita. E un
ambiente dove rilassarsi e trovare conforto e forza per combattere gli stress
quotidiani.
L amato è libero di essere se stesso: di ridere con me, ma non di me, di piangere con
me, ma non per causa mia, di amare la vita, se stesso e l amore. E fondato sulla
libertà e non può crescere in un cuore geloso, anzi si viene incoraggiati a superare i
propri limiti

Contrapposto all amore promosso da bisogni personali.


Altro equivoco: sacrificarsi vuol dire amare
E indispensabile poter esprimere liberamente i propri pensieri ed i propri desideri e
dare libero sfogo ad eventuali risentimenti, perché l amore si può manifestare anche
con l opposizione e non soltanto con la supina accettazione. Il non esserci al momento
giusto può essere più meritorio di esserci al momento sbagliato e favorire
l indipendenza (figli).
In realtà il sacrificarsi permette di non prendere coscienza del proprio odio ma di
rinviarlo, (spesso nel non saper rischiare opponendosi a delle richieste), e di darle il
nome di amore. Quando ci sacrifichiamo in nome dell amore diventiamo vulnerabili.
Non siamo più al sicuro. Rischiamo di essere delusi feriti. In un rapporto, due individui
con storie ed esperienze diverse alle spalle si mettono insieme nella speranza di
creare nuovi mondi scrivendo, vivendo e dividendo nuove esperienze. Ma questo non
è facile, perché i nostri rapporti vivono all ombra di passate paure, aspettative e
abitudini. Se ci sacrifichiamo per qualcun altro, inevitabilmente, abbiamo delle
aspettative di risarcimento dal presente che non vengono riconosciute perché
appartengono al passato, ci sentiamo trattati ingiustamente e subito cerchiamo di
affibbiare la colpa a qualcuno. Ci consideriamo vittime innocenti, crediamo di fare
giustizia solo quando riusciamo a ferire chi ci ha ferito, deludere chi ci ha deluso,
siamo convinti che questo sia l unico modo per riparare i torti subiti, pareggiare i
conti. Oppure ci creiamo l alibi del sacrificio, il ricatto verso l altro. L amore è un
rischio, il rischio di perdersi nell altro senza più uscirne, ma anche di inoltrarsi
nell altro e saperne uscire insieme più vitali.
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I non detti, i sospesi mai ripresi, il passare sopra a cose che invece ci fanno male, per
amore, il sacrificarsi per sono scuse che coprono la mancanza di responsabilità
dell unione, ma significa anche rinunciare a capire, e forse a perdonare. Non riusciamo
a capire che quando ci rifiutiamo di perdonare ci carichiamo dell inutile fardello
dell odio, del dolore e della vendetta, che non ha mai fini, anzi pesa più su di noi che
su chi ci ha fatto del male.
Cominceremo a perdonare quando saremo in grado di guardare a chi ci ha offeso
come a noi stessi, né meglio né peggio. Il perdono è liberare il proprio io dal passato.
Alcune persone hanno paura della gioia, dell euforia, del piacere e di altri stati emotivi
di solito gradevoli. In molte di queste persone l essere felici provoca sensi di colpa,
vergogna e inadeguatezza.
Quando ci sentiamo allegri, euforici, felici siamo più aperti alla vita, capaci di vedere le
cose con maggiore chiarezza e controllare le tensioni quotidiane. Tutti noi siamo stati
vittime della presunzione e abbiamo pensato di poter dominare l altro e di cambiarlo in
nome dell amore.
Il cambiamento è un processo volontario. Nessuno può cambiare gli altri, e nessun
rapporto che non rispetti l individualità e le scelte dell altro può sopravvivere. La vera
armonia sopravviene solo quando abbiamo per i diritti, gli atteggiamenti e i sentimenti
degli altri un rispetto profondo come quello che abbiamo per i nostri.
In ogni rapporto i diritti individuali sono gli stessi di cui si godeva prima di conoscere
il partner. I diritti non si discutono, esistono e basta.

Il maggior lavoro richiesto dall amore è l attenzione, e la forma più diffusa


d attenzione è l ascolto.

Per amare dobbiamo vincere la pigrizia e la paura, concedere la nostra attenzione.


Conoscendo profondamente l altro ci inoltriamo in un territorio nuovo ed ignoto, che si
trasforma. Questo ci spaventa. Avere coraggio, non significa non avere paura ma
compiere un azione malgrado la paura. Inevitabilmente ci affidiamo ad un evento
nuovo nella nostra vita: l infanzia, l adolescenza, l autonomia, quando li abbiamo
vissuti erano eventi nuovi, affrontarli nonostante la paura è la risposta agli infiniti
messaggi d amore dei nostri genitori. Se abbiamo paura di soffrire e di rischiare
dobbiamo rinunciare a tante altre cose meravigliose e vitali.

Tutti i grandi cambiamenti sono atti d amore verso se stessi, e l amore per se stessi
dà il coraggio nell affrontare questi rischi.

L assenza d amore o le confusioni sul modo di scambiarsi affetto sono la causa più
frequente dell inizio di psicoterapie. Chiaramente non sempre esistono confini così
certi tra queste forme di amore. A volte, queste distinzioni sono valide solo sulla carta,
non sempre i legami familiari implicano affetto; i casi di genitori che si disinteressano
del tutto del destino dei loro figli, non sono rari, come pure può capitare che due
fratelli litighino e rompano il loro legame affettivo per sempre.

CH E COS E L'AM ORE D I COM PARTECI PAZI ON E

Purtroppo, il mondo dei consumi agisce attraverso condizionamenti, diffondendo


immagini e stereotipi di coppie idealizzate, o di falsi prototipi, in questi l amore è fatto
solo di manifestazioni eccezionali, straordinarie. Rispondiamo a queste stimolazioni
cercando nella nostra coppia riscontri per essere una coppia ideale , e valutando così
se è vero amore.
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L'amore passionale non sempre resta immutato nel tempo, spesso cambia o si
modifica. In particolare, se l unione dura a lungo, si trasforma in amore di
compartecipazione". In effetti, con il passar degli anni, ci rendiamo conto che la parola
passione acquista alcune caratteristiche e ne perde altre. Con il passare del tempo le
modalità che ci accendevano passionalmente non sono più le stesse. Nell amore tra
coniugi anziani la passione si accende non più dalla vista di certe caratteristiche
fisiche, ma dalla sensazione di intimità profonda e conoscenza fisica dell altro, il
sapere che nel suo corpo ritroveremo un posto che ci fa sentire bene, appagati,
eccitati.

Questo spiega anche perché le unioni arrivate ad un certo punto difficilmente si


rompono, l'amore passionale si è trasformato in amore di compartecipazione, molto
più resistente all'usura del tempo di quello passionale.

L'amore, in effetti, attraversa delle fasi. E' un'illusione pensare di poter conservare
l aspetto ardente e passionale forte dei primi tempi o dei primi mesi di convivenza, per
tutta la vita. L'amore si trasforma con il tempo. Questo è dovuto anche al fatto che,
dopo l unione, di solito vengono i figli ed i figli sono degli affetti così forti da
modificare, in meglio o in peggio, qualsiasi ménage coniugale.

Nel corso della vita in comune, in alcuni periodi l attenzione è catturata dal far fronte
agli aspetti difficili della vita, alcune modalità si attenuano per riapparire più in là, ma
ce ne sono altri a garantire la fede nell unione, diversi ma non per questo meno
profondi e importanti, se si è preparati a questo, cioè al fatto che l'amore non resta lo
stesso nel tempo, si eviterà di rompere con facilità, come fanno molti giovani d'oggi.
Se si vuol vivere da eterni innamorati, restare per sempre nella fase della
"dell incantesimo", bisogna ricominciare sempre nuove storie con diversi partner.

LE CONSEGUENZE

Quali sono le conseguenze pratiche di tutto questo discorso? Una sola, amara, ma
inconfutabile: il mondo è pieno di falsi amori. Una buona parte di essi si accontenta di
qualcosa che gli si avvicina.

Naturalmente anche in questo caso gioca il concetto di autostima. Pensiamo per


esempio di doverci accontentare, non ci permettiamo nemmeno di desiderare un
amore con la A maiuscola. C'è chi sposa un uomo per la sua posizione economica, c'è
chi ama sua moglie per l'ottimo carattere e per la sicurezza che le sa dare, ma non ha
verso di lei una "grandissima" attrazione sessuale ecc.. I casi sono tantissimi. Le
coppie formate ormai da diverso tempo entrano nell abitudine, quelle giovani si
rompono perché tanto fragili. La maggior parte dei matrimoni che falliscono sono
unioni nate male, amori imperfetti, a cui manca qualcosa per aspirare ad essere degli
amori con la A maiuscola.

Attualmente, nella nostra società, è più facile metterci in discussione che in altri
tempi, questo significa che è estremamente facile trovarci a fare un seminario sui
rapporti affettivi e capire che le zavorre che ci portiamo dietro non ci hanno permesso
di prendere il volo, magari non ci appartengono, ma possono appartenere a qualcuno
che nel passato è stato per noi significativo, la nostra autostima è fragile, ci siamo
guardati con gli occhi di qualcun altro dando spesso per scontata quell immagine, ma
non ci siamo mai guardati direttamente. Ci adeguiamo agli stereotipi proposti dalla
società. Ma solo noi possiamo sapere quali sono le nostre capacità, i nostri desideri i
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nostri talenti. E se lo avessimo saputo prima ci saremmo valutati diversamente e scelti
un compagno adeguato alle nostre richieste.

Naturalmente bisogna avere il senso di realtà: L idea dell amore perfetto non ha
senso, l amore tra le persone è come le presone, pieno di fragilità e vulnerabile. La
perfezione ad ogni costo è un meccanismo di difesa è un grave difetto del nostro
narcisismo. Se volessimo aspettare la "donna o l uomo dei nostri sogni", non ci
basterebbe tutta la vita. A volte, si è davvero così lontani dall'amore vero, che è quasi
un delitto, verso se stessi, adattarsi ad una situazione del tutto insoddisfacente.
Fermarsi ad un "obiettivo" di molto inferiore alle proprie aspettative, solo perché non
si ha più voglia di cercare o di lottare, ci si sottrae al rischio.

Ma, anche quando sospettiamo dentro di noi, segretamente che quello che viviamo
non è amore, anziché mettere in discussione il rapporto gli si dà un vestito nuovo,
nella speranza che la festa cioè il matrimonio, lo trasformi e azzeri le incomprensioni

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Il matrimonio

Può sembrare strano parlare di matrimonio, prima di parlare della coppia.

In effetti a livello della normale evoluzione affettiva l ordine dovrebbe essere: nascita
dell affettività, innamoramento, amore, coppia, matrimonio.
Ma nella realtà, nella maggior parte dei casi, il matrimonio o avviene sull onda
dell innamoramento o sopravviene al calo di questo, come nuovo incentivo nella
speranza che torni l enfasi del primo periodo, prima che effettivamente si viva il
rapporto di coppia nel suo significato più profondo.

Il matrimonio è la storia di un incontro che dura, di due persone che hanno vissuto dal
momento del loro incontro, un legame particolare.
Nella nostra cultura, nella nostra società, il legame, identificato con il fidanzamento, lo
stare insieme non istituzionalizzato è tollerato solo se non dura troppo a lungo.
Le famiglie d origine si aspettano che la coppia si trasformi in famiglia. Questa
pressione è particolarmente dannosa per la relazione. Il matrimonio, tranquillizza
tutti, permette di inserire quest unione in una categoria nota, prevedibile, che prevede
un unico domicilio, dei compiti precisi, dei figli, il patto di continuità.
Nel passato la coppia non ufficializzata dava la sensazione che non potesse essere
felice al cento per cento, c era qualcosa che non andava, poteva essere pericolosa,
per esempio minacciare le altre coppie.
Le coppie omosessuali, per esempio, non vengono riconosciute né dallo stato, né dalla
chiesa perché creano disordine, non possono riprodursi, non si capisce bene quali
siano i ruoli ed i compiti di ognuno dei due.
Oggi, non è più così, c è un gran numero di coppie di fatto, non ufficializzate da alcun
rito, poiché l impegno è preso soprattutto con se stessi e con l altro, piuttosto che con
la società.
L etimologia della parola matrimonio ci informa sulla sua funzione principale:
m a t r im on io de r iva da m a t e r = m a dr e , inse r isce quindi u n a ne ce ssit à
biologica im por t a nt e in u na ist it u zione le ga le , e non si foca lizza sulle
m ot iva zioni a ffe t t ive de lla sce lt a di st a r e insie m e , l u nione dovr e bbe por r e
l a cce nt o piut t ost o a ll a t t o d a m or e .
La differenza tra la coppia e il matrimonio è, per la società occidentale, l investimento
nel tempo, la coppia sembra possa finire in qualsiasi momento. L introduzione del
rituale con la cerimonia del matrimonio per sempre , finché morte non vi separi
(almeno al momento del rituale), dà quasi la garanzia di rafforzare il legame.

Il matrimonio inizia con una serie di credenze e di aspettative che ognuno dei due ha
su questa istituzione, che si sono strutturate a partire dalle esperienze nella famiglia
di origine e da altre esperienze matrimoniali, dei fratelli, degli amici, il tutto immerso
nella cultura di una specifica comunità e società. Questi valori permeano i nostri modi
di pensare al matrimonio e condizionano i nostri modi d essere moglie e marito.
La coppia sviluppa una costruzione della realtà condivisa, queste premesse di base,
che ognuno porta nel matrimonio, vengono modellate reciprocamente, rinforzate o
modificate nel tempo, attraverso la loro esperienza insieme. Questo include valori,
miti idee ed aspettative.

La storia della famiglia ha subito delle trasformazioni nel tempo.

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Nel passato il matrimonio era tenuto insieme da considerazioni concrete, di
convenienza, la maggior parte delle unioni era stabilita proprio in conformità a questo
tipo d interessi, che riguardava tutti i componenti delle famiglie che contraevano
questo accordo.
La richiesta d intimità della coppia è abbastanza recente, in passato la vita quotidiana
era condivisa con una molteplicità di persone, parenti, vicini, e raramente i coniugi
potevano rimanere soli, la solidarietà di gruppo dei parenti costituiva un unità
lavorativa e di mutuo soccorso.
Il movimento romantico del XVIII sec portò l idea che la scelta del coniuge dovesse
essere libera.
La casa come il rifugio e il luogo di scarica di tensioni del lavoro, la vita domestica
come spazio da proteggere.
Nasce la famiglia coniugale da quella che era patriarcale
L innamoramento acquista valore in quanto significa essere felici. Ma il pericolo di
questa felicità è con-fondere l unione con la fusionalità.
L altro diventa la possibilità di un identificarsi con, e una richiesta d esclusiva. Se in
passato questa forma d amore contrastava con la solidarietà di gruppo, oggi contrasta
con una vocazione alla libertà individuale. L unione oggi non ha più significato di
amore-dedizione, amore-eroico, amore-sacrificio, ma:
amore-comunicazione, amore-scambio; che contribuisce alla realizzazione
dell individuo, alla sua crescita psichica.
I matrimoni di questi anni sono destinati a finire nel momento in cui uno dei due,
tenta di imprigionare l altro. L alto numero di separazioni che si registrano oggi né
sono la conseguenza.
In passato il finire dell amore non poneva necessariamente fine al matrimonio, oggi la
fine di un amore, più spesso, comporta anche la fine della convivenza.
A livello psicologico una sana unione prevede una evoluzione della crescita personale
(individuazione) e della coesione con l altro, che favoriscono la reciprocità cioè la
dipendenza di due persone indipendenti.
Non soddisfano questa versione, quei matrimoni che sono vissuti come la
riproposizione del rapporto simbiotico che ciascuno ha vissuto nella relazione infantile
con la madre (simbiosi), o quei matrimoni dove l unione è sacrificata a vantaggio di
una difesa egocentrica dell indipendenza.

Quando si perpetuano queste dinamiche si può parlare di matrimoni precoci o contratti


tra persone immature.
Inoltre le unioni possono essere simmetriche, dove è l uguaglianza a cementare
l unione e dove può accadere che si liberi una competitività aggressiva. Oppure unioni
complementari quando uno realizza quello che manca all altro, in questo caso è la
differenza ad unire, e può accentuarsi la rigidità della relazione simbiotica.

Gli essere umani stringono legami affettivi preferenziali con altri individui, lungo tutto
l arco della vita, secondo un modello di attaccamento sperimentato nella relazione
precoce tra il bambino ed il genitore.
Le prime esperienze producono una specie di modello interno. Questi modelli sono
costituiti da più esperienze che si organizzano per rendere prevedibili le risposte alle
nostre domande, delle figure d accudimento, rappresentazioni che permettono al
bambino, poi all adulto, di prevedere il comportamento dell altro e che ne guidano le
risposte specie in situazioni d ansia o di bisogno, possono però essere rivisti durante le
nuove relazioni amorose.
Nel corso di questi nuovi scambi relazionali inizia anche una rielaborazione delle
caratteristiche del legame d attaccamento, tale che il soggetto, oltre che fruitore di
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cure, si fa a sua volta figura di supporto e accudimento per la figura del partner, in un
rapporto simmetrico con caratteri di reciprocità.

Il più importante contributo realizzato sullo studio dell attaccamento è il classico


esperimento della Ainsw or t h de lla st r a nge sit u a t ion: consiste nell osservazione
delle reazioni di un bambino di 12 mesi al momento della separazione dalla figura di
attaccamento.
In base alle reazioni del bambino nelle varie separazioni e riunioni, sono stati definiti
dei sistemi di codificazione che distinguono innanzi tutto quattro principali tipi
d attaccamento:
- Attaccamento sicur o : il bambino sicuro può piangere dopo la separazione dalla
madre, ma al suo ritorno cerca il contatto con lei, e riprende l interazione.
- Attaccamento a nsioso- e vit a n t e : al ritorno della madre, il bambino evita il
contatto con lei o la saluta in ritardo, pur non mostrando disturbi nel periodo della
separazione, al ritorno della madre il bambino evita il contatto con lei ed ai suoi
tentativi reagisce resistendo anche fisicamente
- Attaccamento a nsioso- r e sist e nt e : prima della separazione, il bambino rimane a
stretto contatto fisico con la madre, ma al suo ritorno ha comportamenti irritanti e
aggressivi a volte la spinge e la picchia. A volte piange e la madre non riesce a
consolarlo.
- Attaccamento disor ga nizz a t o- disor ie nt a t o : al ritorno della madre, il bambino
mostra una varietà di comportamenti confusi. Il comportamento è contraddittorio e
non in sintonia con quello della madre. Distoglie lo sguardo quando la madre lo prende
in braccio, e cerca il contatto quando la madre sembra non coinvolta o depressa.
Il bambino che vive una di queste modalità affettive si strutturerà affettivamente di
conseguenza, proponendo a sua volta da adulto, un tipo di affettività:
- insicuro/evitante: caratterizzato da timore dell intimità e incapacità di dipendere
dagli altri
- Sicuro: dalla capacità di vivere esperienze intime e di ricevere e chiedere aiuto.
- Ansioso/ambivalente si distingue per la preoccupazione circa l affidabilità della
figura d attaccamento e la sua disponibilità a soddisfare richieste affettive,
(dipendente).

Usando queste ricerche è possibile tentare di capire le dinamiche delle relazioni


amorose, quali la scelta del partner, le origini dei diversi tipi d amore, il cambiamento
degli stili amorosi nel corso della vita o di una stessa storia, le difficoltà nel formare e
mantenere legami soddisfacenti nelle relazioni adulte, o la tendenza ad evitare questa
naturale inclinazione.
Da adulti l opportunità di sperimentare in modo sufficientemente adeguato nuovi
legami, dipende dalla possibilità di prendere le distanze dai genitori, senza sensi di
colpa.
Le conseguenze del perdurare di tale legame, si riscontrano sia nella scelta del
partner, che potrebbe rappresentare un rifugio emotivo sostitutivo e vincolante al
quale si fa fare la funzione genitoriale, sia nello stile relazionale adottato dal soggetto
nel corso della storia stessa.
Così ad esempio: gli accoppiamenti evitante-evitante e ambivalente-ambivalente sono
poco frequenti, mentre i soggetti sicuri tendono ad unirsi ad altri soggetti sicuri.
I soggetti insicuri, di tipo sia evitante .che ambivalente, tendenzialmente scelgono un
partner insicuro ma con uno stile d attaccamento diverso dal loro.

A livello più superficiale si possono osservare, senza entrare nelle specifiche


dinamiche, tipi diversi di matrimoni
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I l m a t r im onio com e union e di due persone che hanno deciso di condividere la
loro crescita individuale, lo svolgersi della loro vita, sulla base e con l aiuto dell amore
reciproco.

Com pa gni di gioco , persone che sono buoni amici e hanno deciso di vivere a dieci
passi di distanza, ma da sposati. Vogliono mantenere questa distanza e incontrando
una persona con lo stesso bisogno, hanno trovato un equilibrio. Sono due partner
molto silenziosi e nessuno dirige il negozio. Ciascuno possiede la metà e nessuno
vende niente.

L u nione le ga lm e nt e pe r m e ssa , per il quale c è un certificato e che prevede che


si compreranno una casa, che la moglie prenda la pillola e che non ci saranno figli per
un certo tempo, dopodiché i due possono rinegoziare il contratto e decidere di voler
essere sposati per fini riproduttivi. Sono quei matrimoni nei quali l istituzionalità del
legame è il punto di riferimento maggiore della loro unione. I matrimoni basati sulla
realizzazione di un progetto , d acquisizione di status, potere economico e benessere
sociale. Dove l affettività riguarda semplicemente una sintonia sull apparenza e
sull avere.

I l m a t r im onio pse udot e r a pe ut ico bila t e r a le , ciascuno tenta di aiutare l altro


assicurandosi che nessuno dei due chiederà all altro di cambiare, ad esempio due
persone molto introverse che hanno paura del mondo. Oppure, più in termini pratici
quelle unioni, sempre più numerose di un italiano di una certa età ed
un extracomunitaria.

I l m a t r im onio om ose ssua le : il matrimonio di due uomini o di due donne che


hanno due corpi diversi fisicamente in modo da potersi sposare legalmente, ma che
hanno una base relazionale essenzialmente competitiva.

I l m a t r im onio pe r ve r so , il più comune dei quali è quello senza sesso o quello


senza aggressività. Tra un tipo maschile di donna e un tipo femminile d uomo

M a t r im onio t r a giova nissim i . Quando i due sposi hanno meno di 24 lui e 20 anni
lei, il rischio che la loro unione naufraghi è altissimo. Un'affermazione del genere può
sembrare assurda a due ragazzi innamorati teneramente, spesso dopo "il tempo delle
mele", arriva quello della delusione, dei litigi, dell'insoddisfazione; inoltre il rimpianto
per la gioventù abbandonata troppo in fretta è come un macigno sospeso sulla testa
dei due sposi.

La r e la zione e x t r a coniuga le , in altre parole il matrimonio che prende la forma


legalizzata e che continua per molto tempo e in cui l unica comunicazione tra i due è
che vanno a letto insieme. E un arrangiamento in cui i rapporti sessuali hanno un
attaccamento, ma le persone sono assenti: sono in vari altri posti ed in altri momenti,
solo che di tanto in tanto mettono insieme i loro corpi.

L equilibrio di potere tra moglie e marito è un tema fondamentale nell organizzazione


del sistema coniugale, in questo caso le coppie riuscite, riescono a mantenere una
complementarietà nel fare fronte ai compiti, e allo stesso tempo, un senso
d uguaglianza e di leadership condivisa.
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Nelle relazioni più simmetriche in cui entrambi sono impegnati e nel lavoro e nello
svolgimento dei ruoli parentali, l eguaglianza non significa che moglie e marito devono
assolvere gli stessi compiti negli stessi modi e nella stessa quantità. Qualsiasi sia il
tipo d accordo, ciò che veramente è necessario è un senso di reciprocità a lungo
termine, in modo che i partner siano convinti che ciascuno si fa carico d alcune
responsabilità e che i rispettivi contributi hanno valore e fanno parte di un equilibrio
che dura nel tempo.
Uno squilibrio persistente di potere nella relazione, può portare ad insoddisfazione e
sintomi come fatica, diminuzione del desiderio sessuale e depressione.
La famiglia è una microrganizzazione basata sulla cooperazione per fini comuni:
benessere, sostegno reciproco, educazione dei figli, che ha un suo linguaggio privato,
cenni convenzionali, modi di dire, di chiamarsi, il lessico familiare è alla base del mito
e attraverso questo si perpetua.
Nell attraversare le generazioni possiamo riscontrare un mito familiare che ogni
famiglia si porta dietro: la forza delle donne della famiglia, oppure le capacità
amatoriali degli uomini
Il mito, che si perpetua con i matrimoni da una generazione all altra, come in una
fiaba, viene a costruirsi su una rete d eventi, di personaggi, di ruoli, di contenuti
simbolici collegati tra loro e in cui spiccano alcuni elementi organizzatori che rivestono
un importanza particolare nel tracciare un tema o una trama.
Il terreno di sviluppo delle storie familiari si colloca soprattutto nei problemi non
risolti , storie di morti, di alcolismo, di violenze o tradimenti, che trasmettono vissuti
di perdita, separazione, abbandono, individuazione, nutrimento e deprivazione,
mentre la trama sembra seguire quel libro dei debiti e dei crediti dentro e tra le
generazioni che stabiliscono la comparsa e l evoluzione dei vari ruoli che le persone
coinvolte devono ricoprire. La nuova coppia viene inserita nella storia, ricoprendo
copioni già attesi, che prevedono pochi gradi di libertà dalla trama familiare.
Esiste una sorta di lealtà familiare nei confronti di comportamenti sleali o distruttivi
vissuti nella famiglia di origine nel passato che può essere ereditata dai più giovani, ed
interferire nella nuova famiglia. In molte famiglie la lealtà nei confronti delle famiglie
d origine continua a svolgere un ruolo prioritario, per quanto nascosto. Purtroppo, la
necessità di preservare immagini positive dei genitori, indipendentemente da quanto
possano essere stati violenti, offensivi o inadeguati, richiede lo spostamento dei
sentimenti negativi dagli oggetti primari verso altri membri della famiglia, per esempio
il coniuge e/o i figli.
Il tipo di influenza espressa dal mito familiare dipenderà dalla forza e dalla ricchezza
, dal livello d' individuazione e differenziazione raggiunto dalla persona interessata e
dalle sue capacità di elaborazione nei confronti del mito.
Le difficoltà maggiori sono riportate da quei figli che hanno dovuto assumersi la
delega di determinate funzioni genitoriali, che difficilmente abbandonano questo ruolo,
anche quando si creano una propria famiglia.

Nel mito coesistono elementi reali ed elementi fantastici, insieme contribuiscono alla
costruzione di una realtà funzionale a determinati bisogni emotivi dell uomo, primo fra
tutti, quello di dare un senso a un insieme di avvenimenti ambigui e casuali che
diventano tanto più minacciosi quanto più non è in essi riconoscibile un intenzionalità.
La moglie che non permette nessuna critica al marito nei confronti della madre, il
marito che confonde moglie e madre.
Ma la relazione può avere anche una finalità perversa.
La relazione è sostenuta dal processo della collusione, che mantiene l equilibrio di
dinamiche spesso sconosciute anche ai protagonisti.
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La disfunzione nella coppia coniugale può essere fatta risalire ad un pre-esistente
ruolo di ciascuno dei coniugi con la propria famiglia d origine, ruolo all interno di
regole familiari che hanno profondamente segnato il processo d apprendimento di
ognuno dei due, ne ha influenzato la scelta del partner, continua a condizionare le
strategie
Il copione che più spesso si realizza all interno del matrimonio è quello del gioco di
stallo è quello in cui i due avversari, come i due giocatori di una partita a scacchi,
sembrano destinati a fronteggiarsi in eterno in una situazione senza uscita, il loro
rapporto non conosce vere crisi, né scenate catartiche, né separazioni liberatorie. Uno
dei due a volte esibisce una serie appariscente di mosse d attacco, di provocazioni, di
apparenti trionfi, sembra sempre che stia per avere la meglio, ma l altro,
quietamente, invariabilmente sfodera una mossa che ne azzera il punteggio.
Convenzionalmente chiamiamo il primo giocatore provocatore attivo, ed il secondo
provocatore passivo, anche se queste definizioni sono assai grossolane.
E facile scambiare il provocatore passivo per una vittima, ma è nella sua
imperturbabilità che risiede il suo potere di provocazione. Il provocatore passivo è per
esempio il coniuge che cede su tutto, mite, arrendevole anche di fronte a pretese
insensate dell altro: ma non cede da un unico punto, e quel potere non lo molla. E il
coniuge che non loda mai, e tanto più rimane silenzioso, quanto più l altro si è
scannato per strappargli un segno di riconoscimento; ma lui non né vede gli occhi
colmi di delusione e reagisce alle eventuali rimostranze con risposte così banali che
fanno cadere le braccia.
Quello che sfocia nello stallo è un gioco particolare, che sembra mirato ad evitare la
vera e propria crisi. La distinzione tra lo stallo di coppia e il conflitto di coppia è
che lo st a llo è ce la t o, m e nt r e il conflit t o è ciò che a ppa r e è m a nife st o. Il punto
essenziale dello stallo di coppia è una grandissima paura che un coniuge nutre
riguardo all altro, paura che non manifesta ne ammette. Anzi nasconde questa paura
dietro ad un problema schermo , di cui invece parla anche troppo, questa paura è
intuita dal partner che, in silenzioso accordo, si allinea nel non parlarne. Si comporta
come se credesse che il problema schermo sia quello vero, e vi s impunta.
La nostra società per permettere ad una persona di guidare una macchina la costringe
a frequentare un lungo corso alla scuola guida e a sostenere un doppio esame di tipo
teorico e pratico; per sposarsi, invece, bastano alcuni certificati e due testimoni.
Entrambe le situazioni possono produrre feriti o morti, nella prima la società mette a
disposizione una rete di soccorso nell altra no.
La responsabilità nella convivenza permette di mantenersi delle possibilità, all interno
delle regole, di disporre di un ampia scelta di mosse che, garantiscono lo spazio
all emergere dell abilità e dell intelligenza strategica dei singoli giocatori, le quali
conferiscono alla partita la sua identità.

Una relazione sana presuppone un processo attivo di ricerca e definizione dei compiti
relazionali.
La maggior parte degli studi di psicologia coniugale partono dal presupposto che la
relazione di coppia è il luogo dove sono soddisfatti dei bisogni. La patologia nasce
quando i partner non possono soddisfarli reciprocamente oppure quando hanno l uno
nei confronti dell altro delle aspettative immature che sono disattese.
Da questo punto di vista si vedono solo gli aspetti deficitarii del matrimonio.
Proponiamo invece un altra prospettiva, partendo dal seguente interrogativo: in che
misura i rapporti con il mondo, la costruzione della realtà, sono modificati con il
matrimonio?
Il matrimonio cambia molte cose.

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I partner s impegnano in una storia comune in cui ciascuno è realmente toccato dal
comportamento dell altro. Il comportamento e il benessere d A non possono più
svilupparsi indipendentemente da B. Le decisioni importanti che determineranno il
futuro devono essere prese in due: la scelta del domicilio; il numero dei figli; il modo
di vivere (ad esempio in quale misura il denaro, la carriera, la ricerca di prestigio sono
cose importanti? Oppure è preferibile una vita modesta, serena e tranquilla? meglio
una vita in città o in campagna?); l educazione dei figli.
Il matrimonio non riguarda quindi solo i legami interpersonali tra due persone, ma
anche ogni ecosistema con il quale queste ultime d ora in avanti si troveranno ad
interagire.

Libertà, scelte individuali e indipendenza sono, per definizione, ridotte nel matrimonio.
D ora in poi i partner devono prendere molte decisioni insieme, per questo litigano più
spesso e si criticano con maggiore coinvolgimento.
L infanzia e l adolescenza sono servite per prepararsi, a sperimentarsi, ad esempio
attraverso il gioco (fare come se), a collezionare esperienze. Arriva l età in cui il
giovane adulto si sente spinto verso la realizzazione di altri aspetti di se stesso che ha
elaborato attraverso le esperienze precedenti. Quando due persone decidono che d ora
innanzi vivranno insieme, ciascuna delle due deve modificarsi internamente e
riorganizzarsi.
Questa è la condizione perché possano orientare le loro forze in modo da raggiungere
meglio e il più economicamente possibile i loro scopi. Dove per matrimonio dovremmo
intendere un modello adulto d intimità.
La caratteristica comune di tutti i matrimoni di cui abbiamo parlato in precedenza, è
che i coniugi più sono vicini, più sono separati.
Paradossalmente se non riescono a separarsi, non possono nemmeno aumentare
l intimità. Se non possono aumentare la loro individualità non possono nemmeno
aumentare il loro stare insieme.
In poche parole: più sei libero di stare con gli altri, specialmente con tua moglie, più ti
senti libero con te stesso. Più sei libero con te stesso e più puoi essere con lei.

I requisiti principali per il buon funzionamento di una famiglia è l adattabilità, la


chiarezza e la coerenza. Nella vita familiare gli imprevisti, determinate circostanze,
portano la coppia a ristabilire e rivedere il modo di stare insieme, un forte
affiatamento permette di sentirsi alleati nei confronti delle prove che la vita ci riserva.
La coesione, non è fusione. Le famiglie sane riescono a trovare un equilibrio tra
vicinanza e rispetto della separazione e delle differenze individuali.
La comunicazione deve avere il requisito dell attendibilità, della fiducia, del rispetto.
L espressione delle emozioni, può sembrare strano, ma altrettanto importante è
l accordo su come si esprimono reciprocamente i sentimenti di amore, affetto e cura.
Le dimostrazioni d affetto devono appartenere allo stesso linguaggio, capita che in una
coppia quando uno dei due si esprime verbalmente l altro risponde con la
comunicazione del corpo e viceversa, i due non s incontrano.
La capacità di affrontare e risolvere le difficoltà che insorgono nel corso della vita
insieme, cadere nella trappola di chi ha ragione e chi ha torto è facilissimo, in questo
modo però non si risolvono i problemi si cerca semplicemente il colpevole.

Il matrimonio più che una cerimonia pubblica, con l attenzione alle apparenze, al rito,
deve essere, prima d ogni altra cosa, un patto privato che non deve prevedere
l indissolubilità della coppia, ma la serietà e l impegno con il quale s inizia un cammino

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Sessualità

Ognuno di noi, dal momento in cui è concepito ha insito in sé un pr oge t t o se ssua le ,


che si assembla nei nove mesi della gravidanza, si attua e si articola dalla nascita, nei
primi anni dell infanzia ed assume una struttura abbastanza definita durante
l adolescenza e l età adulta.

Alla base di questo pr oge t t o se ssua le c è il m a t e r ia le bioge ne t ico che è dato dai
cromosomi, dai genitali esterni ed interni, dagli ormoni, dal sistema cerebrale ecc.,
che si intreccia con i m ode lli psicosocia li, che ci forniscono il ruolo rappresentato
dal comportamento manifesto nella famiglia e nella società che ognuno di noi elabora
per avere la cognizione di un sé se ssua t o dal quale deriva un comportamento che
può andare, in realtà, da un polo all altro del maschile e il femminile, attraverso una
gamma di sfumature diverse che può propendere più o meno dal rosa all azzurro.

E' facile dunque rendersi conto che non sono soltanto i genitali con tutto il corredo
ormonale fanno di noi un uomo o una donna. Accanto a questi elementi biologici se
n aggiungono altri quelli sociali che consistono nel diverso modo che l'ambiente ha di
interagire con le persone, dipendentemente dal sesso.

Il riconoscimento del sesso alla nascita è solo il primo messaggio che il mondo esterno
c invia sul nostro genere sessuale; poi, durante tutta la vita, seguono una miriade
d altri messaggi del mondo circostante che, giorno dopo giorno, esperienza dopo
esperienza, confermano o no la nostra identità sessuale.

L'ide nt it à se ssua le è formata da: l'identità di ge ne r e e l ide nt it à di r uolo.


L ide nt it à di ge ne r e consiste nella consapevolezza interiore che ogni persona ha del
proprio genere sessuale. Si tratta di una sensazione intima, privata, squisitamente
psicologica, rappresentata dalla quantità di mascolinità o femminilità che si riscontra
in una persona.

L'altra, l'identità di ruolo, rappresenta il riscontro sociale, la conferma o meno della


prima ed è strettamente legata ai rapporti con le altre persone. Anche questa è di
natura psicologica, ma più "tangibile" dell'identità di genere .

Fattori personali

Ogni individuo nasce con un tipo particolare di temperamento, e il grado di


maturazione psico-affettiva nel corso della vita segue dei ritmi che sono differenti per
ognuno di noi. Ci sono ragazzi che già dall infanzia si pongono la questione affettiva e
giocano ai fidanzati, ve ne sono altri che non si curano di questi argomenti fino
all adolescenza.
All inizio i giochi tra bambino e bambina sono motivati dalla curiosità di esplorare il
corpo dell altro. Le carezze superficiali producono una forte risposta sessuale. I
bambini spesso esplorando il loro corpo scoprono che la stimolazione di alcune zone è
più piacevole di altre e si masturbano.
Nell'adolescenza ci si ritrova a pensare a se stessi come non si era mai fatto prima, ci
s interroga sui cambiamenti, si ha l'impressione di vedere il mondo con occhi nuovi.

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Interrogarsi sulla propria identità nell adolescenza, significa soprattutto porsi delle
domande sull essere maschio o femmina, in altre parole sulla propria identità
sessuale. I ragazzi giocano a misurarsi reciprocamente la lunghezza del pene, si
masturbano o si fanno masturbare dai compagni o inventano giochi sessuali. In
questo periodo, infatti, l'immagine corporea, a causa dei cambiamenti fisiologici, si
modifica così rapidamente da richiedere continui adattamenti nella ricerca di una
nuova identità personale. Le ragazze, misurano il grado di sviluppo dei caratteri
sessuali secondari, il seno, la peluria, si accarezzano, si toccano.
Tutte queste pratiche devono essere considerate come assolutamente normali, poiché
si tratta di una serie di prove sulla propria sessualità futura.

Fattori educativi

La fa m iglia è il fondamentale portatore di fattori che dirigono lo sviluppo del


programma sessuale poiché oltre a fornire materiale genetico, propone modelli
comportamentali e altri segnali di riferimento per la crescita del nostro sé sessuato
attraverso un piccolo t e a t r o dove ognuno impara a recitare il suo ruolo maschile e
femminile.
L educazione svolge un ruolo importante, più per il clima generale che effettivamente
si vive in casa intorno al fenomeno affettivo, piuttosto che su cosa ci viene detto o
non detto a proposito della sessualità. Una madre e un padre che sanno vivere la loro
sessualità in modo tranquillo e sereno, come una componente importante della loro
unione, inevitabilmente passeranno ai figli, la fiducia nei confronti delle emozioni che il
loro corpo registra, a conoscere ed interpretare i suoi segnali come indicatori di
piacere o dispiacere, ad usarli per comunicare con il mondo.
Mentre una donna e un uomo che vivono la sessualità come un istinto che produce
una tensione fisica e chimica nel corpo e che va ridotta attraverso l atto sessuale,
passeranno ai figli che la sessualità è localizzata negli organi genitali, sono in genere
quelle coppie che usano i figli per non avere intimità, (figli nel letto dei genitori).
Questi genitori per i maschi, passeranno che è un esperienza prettamente fisica
rispetto alla sua genitalità, e che ne può avere dimestichezza perché è a portata di
mano , e può gestirsela .
Alla femmina passeranno il silenzio, e sarà più un esperienza emozionale, poiché
conosce meno gli aspetti fisici del suo organo genitale, dato che è interno, e quindi
non imparerà neanche la sua fisicità, se non attraverso impressioni e sensazioni, non
sempre precise, sulla sua eccitazione e il suo orgasmo, ma imparerà anche che le
donne possono vivere senza il sesso, privilegiando i sentimenti.

Per capire l importanza delle manifestazioni fisiche dell affettività basti sapere che
nelle prime fasi della vita, se topi neonati non sono accarezzati dalle loro madri, non si
sviluppano come dovrebbero, e molti di loro si ammalano e muoiono. Lo stesso vale
per i bambini piccoli che non vengono presi in braccio e che non possono sperimentare
il contatto corporeo con altri, hanno bisogno di essere tenuti in braccio e accarezzati.
Il contatto fisico è necessario per produrre bambini sani, svegli e vigorosi, e più tardi
nella vita è necessario per sostenere queste qualità.
La comunicazione corporea, le carezze, gli abbracci sono trasmessi attraverso
l educazione dei genitori, determinano quindi nella vita di ognuno di noi,
un importanza straordinaria per quella che è la vita sessuale.

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Fattori socio- economico- culturali

Tutto il processo di crescita fisica e psichica è sottoposto al meccanismo, banale, ma


comprensibile del confronto. All asilo, le madri guardano se il proprio figlio è più alto o
più basso degli altri, in spiaggia se ha lo stesso aspetto dei bambini della sua età e a
scuola i genitori confrontano i voti. Inevitabilmente in adolescenza questo tipo di
cultura porterà i ragazzi a darsi un valore attraverso il confronto, anche nella
misurazione dei genitali. Ancora, i figli di quelle famiglie che sciogliendosi dimenticano
d essere genitori, sviluppano un affettività forzata e disarmonica, in questi casi i loro
comportamenti non si svilupperanno secondo il grado di maturazione personale ma
dipenderanno da meccanismi d imitazione o di necessità affettiva.

Noi e il corpo: la fisiologia è in diretto rapporto con l'identità di genere.

Quando la donna ha le mestruazioni, prova sempre delle emozioni che scaturiscono da


questa mensile conferma, assolutamente femminile, della sua fertilità: può esserne
felice, se la sua identità di genere è salda, o triste se è dubbiosa su ciò che vuole
essere. Oppure pensiamo all'erezione, che nell'uomo è la prova visibile della sua
virilità, e alle sensazioni intense che a lei sono collegate, esclusivamente maschili.
Se invece parliamo d identità di ruolo, possiamo pensare alla piacevole emozione
provata per un complimento che gratifica il nostro aspetto esteriore e, ancora, alla
gioia che ci assale, se ci accorgiamo di essere desiderati, amati.
Le nostre relazioni con gli altri e con l'ambiente passano necessariamente attraverso il
corpo, che è il mezzo di comunicazione più immediato di cui disponiamo.

Oltre che con le parole, parliamo di noi anche con gli occhi, il sorriso, l'odore, le mani,
la posizione del corpo, l'abbigliamento. Molte volte utilizziamo volontariamente queste
com unica zioni sile nziose , per invitare o scoraggiare l'altro alla prosecuzione del
rapporto.

Altre volte inviamo messaggi con il corpo anche senza rendercene conto.

Eppure, nonostante ogni rapporto sia ricco di comunicazioni verbali e non, la maggior
parte di noi è "analfabeta" in questo campo e non conosce appieno tutte le proprie
potenzialità e capacità espressive. Arriviamo ad ignorare o negare il corpo, o perfino
ad avvertirlo estraneo.

Belli o brutti spesso vuol dire vicini o lontani dall'immagine ideale di sé, che è per lo
più quella prospettata dai mas-media: un corpo snello, scattante, perfetto.

Basta poco, com'è ovvio, per sentirsi diversi da questo modello cui, però, qualcuno
tende ad aggrapparsi per trovare un punto di riferimento in parte stabile.
Esempio dell influenza culturale è la ve r ginit à , che da sempre è riferita al mondo
femminile. Pochi sanno che in termini fisiologici anche per i maschi esiste un riscontro
anatomico e fisiologico di questo importante momento di passaggio,
quest atteggiamento può essere legato al fatto che nell'uomo mancano generalmente
segni evidenti della perdita della verginità, intesa a questo punto come il non aver
avuto ancora rapporti completi. Solo in una minoranza di casi infatti il primo rapporto
può provocare la lacerazione del frenulo.
Solo quando si arriverà a considerare come poco indicativa per la sessualità, questo
riscontro fisiologico, che in epoche passate in alcune società tradizionali ha portato a
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vere e proprie tragedie, s inizierà a parlare finalmente, della verginità e del suo valore
per ciò che significa per ciascun individuo (indipendentemente dal sesso
d'appartenenza), m isur a ndo le dim e nsioni de ll'im pa t t o psicoe m ot ivo che h a
com incia r e a vive r e la se ssua lit à da " gr a ndi" , e non quelle dei millimetri di
mucosa che si modificano nel corpo, o quelle del pene come se fossero importanti o
segno di capacità amatorie.

Tutto il nostro modo d essere è permeato dalla nostra sessualità che non si esprime
solo con l'atto sessuale, ma riflette le caratteristiche personali, la storia e la cultura di
ciascuno. Essere in armonia con il proprio corpo, avvicinarsi a lui scoprendo
progressivamente le sensazioni che può dare, significa soprattutto riconoscersi nelle
pr opr ie e m ozioni e ne i pr opr i de side r i. Il corpo non mente, è un amico-nemico.
Cerca di coprire i veri problemi attraverso crampi muscolari, problemi estetici,
problemi colitici, i sogni, gli incubi ecc, ma allo stesso tempo li sta esprimendo.

La m a sturbazione, che nell adolescenza passa attraverso un normale processo


coatto, ma in una maturazione sana, la ripetizione coatta poi si placa perché è
sostituita con altre forme di sessualità, è spesso presentata come qualcosa d infantile,
d immaturo. In realtà, essa rappresenta una normale componente del repertorio
sessuale dell'individuo e della coppia, utile a far conoscere il proprio corpo, e le donne,
al pari degli uomini, possono trarne piacere.

Come sappiamo, la nostra cultura tende a far coincidere il sesso essenzialmente con il
rapporto sessuale e con la penetrazione; è invece importante scoprire anche i mille
modi di cui dispone il nostro corpo per creare un'intimità e un'armonia fisica con il
partner. Non a caso le coppie che non hanno più niente da dirsi, preferiscono il coito al
bacio. Quando una coppia va in crisi il bacio sparisce prima del coito, poiché implica
la necessità di guardarsi in faccia intimamente in senso reale e metaforico.

Se consideriamo altre esperienze piacevoli, non sessuali riscontriamo il carattere


percettivo della coscienza, il piacere di prendere il sole per esempio, anche se è
accompagnato da una percezione riferita all epidermide è sentito come un vissuto, non
è inteso come piacere della pelle. Così il piacere di ascoltare la musica, non è riferito
all orecchio. Nel coito invece, il piacere è riferito, ai genitali, come fosse una
percezione specifica. La qualità erotica non è determinata dal recettore sensoriale. E
determinata invece da un elaborazione, da una codifica, per la quale acquista un
significato psichico condizionato dalle nostre precedenti esperienze.

E un atto di comunicazione, pieno di significato, questa caratteristica si può vedere


bene in quella fase dell adolescenza nella quale si vive l innamoramento. Questo,
come abbiamo già visto, coinvolge tutti i sensi. E importante la vista, l olfatto, il tatto,
la sessualità è un evento psicosomatico è evidente nel rossore del viso di chi sta
vivendo un eccitazione.

E quindi un linguaggio, quello del corpo, per comunicare cose che non si possono dire
altrimenti.

L intimità psico-corporea, è soprattutto conoscenza di sé e della propria sfera intima e


si raggiunge attraverso i contatti con le proprie sensazioni e con il proprio corpo.

Solo il r a ggiu ngim e nt o de ll int im it à con se st e ssi r e nde il pr opr io cor po


disponibile a lle r e la zioni con l a lt r o.
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La sessualità comprende il corpo e la mente, quello che noi facciamo di solito, cioè il
dividere la mente dal corpo è un artificio verbale che ci serve per poterci spiegare, noi
siamo un processo e come tale delle strutture anatomiche si modificano in ogni istante
per permetterci la funzionalità del corpo in tutte le sue parti, la fantasia è un processo
chimico che avviene per mezzo di strutture anatomiche. Nel coinvolgimento sessuale
relazionale, tutto l individuo è in una dimensione d eccitazione, di sensibilizzazione nei
confronti del corpo e delle proprie emozioni, dei propri pensieri.

Ma l esercizio della soggettività nella gestione dell intimità può nascondere dei pericoli.
L uso sogge t t ivo de ll ogge t t o , dove per oggetto s intende anche l altro. La
definizione di normalità, come capita spesso nei confronti delle peculiarità umane è
difficile. Nella sessualità lo è ancora di più. Spesso nella coppia si contrappongono idee
diverse di nor m a lit à se ssua le Quando l atto erotico è utilizzato per evitare una
relazione emotivamente intima con un altra persona, è il fallimento relazionale, quindi
è l utilizzazione dell altro come oggetto che permette di mantenere la distanza emotiva
a produrre una perversione. La pe r ve r sione è un a st r a t e gia pe r dife nde r si
da ll int im it à e pr e se r va r e la pr opr ia ide nt it à .

La sessualità può trasformarsi in uno strumento di potere per esercitare dominio sul
partner o in una reciproca dipendenza, delle volte le disfunzioni sessuali possono
essere il tradimento della sessualità

Il tipo di sessualità vissuta all interno della coppia è un aspetto rappresentativo del
modello della relazione. Il sesso fornisce un linguaggio molto chiaro all interno del
quale possono trovare posto molti altri aspetti della coppia come il piacere,
l eccitazione, la paura, il potere sull altro, l essere usati dall altro, la giocosità,
l avventura, l intimità, la libertà, il legame ecc.. non è quindi un solo atto di piacere
reciproco: è carico invece di significati simbolici imposti dall educazione, dalla cultura,
dai propri bisogni, dalle proprie aspettative.

Il sesso può assumere delle funzioni non sessuali, infatti è anche il mezzo per
soddisfare svariati bisogni: sesso al servizio dell identità come conferma di sé stessi;
al servizio della comunicazione: il fare pace con o al servizio della socializzazione; può
essere il pretesto per conflitti di coppia, commercializzato nella pubblicità e nella
prostituzione, antidepressivo o sonnifero.

L intimità sessuale coinvolge la testa, il cuore e la pancia. E un gioco più che una
necessità.

I l più pot e nt e or ga no se ssua le è ne lla t e st a , la fa n t a sia è la zon a e r oge na pe r


eccellenza

I legami tra int im it à e d e r ot ism o, e, tra intimità e tenerezza dipendono dalle


caratteristiche di personalità. Per alcuni la tenerezza è il sentimento principale, il
motore dell erotismo. Un gesto affettuoso può portare facilmente ad un contatto
sessuale più intimo. Per altri, invece, la tenerezza è un dolce sonnifero. L immaginario
erotico ha un potere intimo di r e cipr ocit à . I n t e r e sse e r ispe t t o r e cipr oco Esistono
tanti modi di esprimerci quanti per ascoltare

Per fare all amore bisogna essere in due, il rapporto sessuale non è una
masturbazione a due, ma è avere piacere nel dare e ricevere piacere all altro. E un

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coinvolgimento a vari livelli: fisico, sentimentale, emozionale, fantasioso, ecc. che ci
permette di considerare le differenze con rispetto.

Esiste un diverso modo per il maschio e per la femmina di considerare il sesso, legato
sia a motivi culturali sia fisiologici.

I tempi della sessualità sono diversi tra maschi e femmine, l immaginario erotico del
maschio è narcisistico e popolato da donne che si eccitano fino all orgasmo
accarezzando il protagonista del sogno. Gli uomini si eccitano maggiormente
attraverso la vista. La donna è molto stimolata all idea di essere desiderata, di avere
un enorme potere seduttivo. Pensano, mentre fanno l amore, scene romantiche, ma
anche esibizionistiche come mostrarsi e sentirsi irresistibili, la eccita sentire la voce,
sentire di essere desiderata.

E anche in questo caso l a m a r e che permette di maturare anche sessualmente:


impegnarmi a renderti comprensibili i miei gesti e voler capire i messaggi che tu
m invii , conduce a non restare chiusi e limitati nella ristrettezza della parzialità di
ciascuno e di scoprire altre potenzialità espressive e percettive.

Tendenze sessuali

Ciascuna fase della sessualità è vissuta in forma molto personale, si può pertanto
affermare che l esperienza sessuale, nel complesso, è qualcosa di sicuramente ed
esclusivamente personale e non trasferibile.
In differenti epoche e culture, diversi popoli hanno praticato l omosessualità con
estrema naturalezza. Anche le culture romane e quella greca, parlavano di una libertà
sessuale. Dopo un lungo periodo di stigmatizzazione nei confronti dell omosessualità,
negli ultimi anni si è fatta avanti una visione meno schematica dei rapporti umani e
sessuali., gli omosessuali si vivono con maggiori libertà i loro rapporti, si stanno
creando spazi e ne hanno creati. Esiste una rappresentanza omosessuale visibile che
vive alla luce del sole.
Nonostante questo per la rigidità mentale di alcune famiglie tradizionali , avere un
figlio omosessuale continua a costituire un boccone amaro.
Con riferimento a questi criteri, Kinsey classifica gli esseri umani secondo il loro
comportamento sessuale nel seguente modo: una scala che va da 0 a 6, dove ogni
classe differisce dall altro per un certo grado di mescolanza tra omosessualità ed
eterosessualità, tranne che nei casi estremi (6 e 0), Non deve pertanto stupire in un
eterosessuale la presenza di tratti omosessuali.

Problemi sessuali , cause psicologiche

Ca use int r a psichiche : la causa va ricercata nella storia dei primi anni di vita del
soggetto. L eiaculazione precoce, ad esempio è caratterizzata da una ambivalenza nei
confronti delle donne: da una parte da sentimenti punitivi, dall altra dal desiderio
cosciente di rapporti relazionali. L ansia da prestazione e alimentata da una bassa
autostima, il sintomo può servire per tenere il conflitto rimosso dalla coscienza.

Ca use dia diche : le cause vanno ricercate nel rapporto di coppia, che possono essere
date dal rifiuto del partner, lotta di potere, interazioni negative.

Ca use im m e dia t e : mancanza d informazione, ansia, incapacità di comunicare, difese


inconscie verso le sensazioni erotiche.
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Problemi di erezione possono essere attribuiti a cause di natura psicologica, uno stato
che si rileva soprattutto in soggetti di giovane età o nelle personalità ansiose, insicure
e nevrotiche. Spesso situazioni di vita stressanti, un femminile invadente nella vita,
timore di fallimento od attese elevate nei confronti dell'appuntamento sessuale o
problemi della coppia sono all'origine di questo disturbo. O ancora dell eiaculazione
precoce. Possono derivare da prime esperienze sessuali traumatiche.

Così per le donne nella maggior parte delle difficoltà o totale impossibilità di arrivare
all orgasmo o ancora nel caso del vaginismo, si può parlare di somatizzazioni dell ansia
derivando quindi da problemi di tipo psicologico che generalmente risalgono a traumi
infantili, oppure a schemi educativi troppo rigidi e repressivi. Purtroppo molte donne
tacciono il loro problema, a causa di falsi pudori e di una serie di pregiudizi culturali.
Sia per la donna sia per l uomo parlare della propria vita sessuale è ancora molto
difficile.

I l va ginism o si manifesta con una contrazione involontaria della muscolatura


dell organo genitale femminile tale da impedire la penetrazione. In rari casi è d origine
organica. Frequentemente, il partner della donna che soffre di vaginismo ha un
atteggiamento problematico nei confronti della sessualità e sostiene il sintomo della
compagna.

Omosessualità

E solo dal 1974 che l omossessualità è esclusa dal DSM ed è considerata un modo di
essere nel mondo. Omosessuale è colui che ha un attrazione erotica predominante
verso altri individui dello stesso sesso . L omosessuale non è disorientato nel ruolo, né
nel genere.

L inclinazione dell interesse sessuale verso individui appartenenti allo stesso sesso può
avere origine biologica nella corrispondenza tra sesso cromosomico e quello anatomico
e origine psicologica.

Ci occupiamo dell origine psicologia dell omosessualità: in molti casi l arrivo di un figlio
ad una madre che ha grossi problemi di relazione con il marito, può portare al
riversare sul piccolo tutte le frustrazioni che sta vivendo la coppia. Altro caso che di
frequente fa sorgere problemi, è la nascita di un maschio/femmina ad una coppia che
avrebbe preferito avere una femmina/maschio. La relazione stretta che intercorre fra
madre e figlio implica inevitabilmente l apprendimento di forme di condotta che sono
impartite dalla madre. A volte per proteggerlo dal mondo violento, da giochi che
potrebbero ferirlo, la madre sottomette il figlio alla sua personalità femminile.

L omosessuale generalmente cresce in una famiglia in cui la madre esercita un forte


dominio e controllo, o perché ha un carattere particolarmente forte o perché utilizza
l ansia o la malattia come motivo di ricatto affettivo. Il padre generalmente, è una
figura poco significativa: ha una personalità debole, è spesso assente da casa o ha un
brutto carattere che provoca una relazione depressiva o ansiosa nella madre. La
madre, funziona così da modello per gli atteggiamenti del figlio e finisce per sostituire
la personalità del figlio con la propria; tutto questo succede per il forte desiderio che il
figlio non acquisisca gli stessi comportamenti e atteggiamenti del padre.
All arrivo della pubertà, il ragazzo o la ragazza possono avere esperienze omosessuali,
queste provocano un misto di piacere e d ansia. Sperimentano la relazione
omosessuale e persistono nella stessa, non confrontandosi con soggetti del sesso
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opposto. Progressivamente arriveranno ad autodefinirsi ed accettare la propria
omosessualità. Altri le considereranno più soddisfacenti, perché le vivono come più
accessibili e non implicano tutta quella serie di responsabilità che si hanno nei
confronti dell altro sesso.

L int im it à r e la ziona le

Le fantasie proprio perché sono fantasie fanno riferimento al proprio immaginario


costruito sulla propria storia, sul proprio mondo fantastico e quindi non è mai possibile
poterle condividere completamente con il partner. Il potere afrodisiaco di queste
fantasie può però essere comunicato e vissuto come un gioco.
N e lla possibilit à di gioca r e con i cor pi, con l e r ot ism o, con le fa nt a sie è
im plicit a la condivisione de llo st e sso lingu a ggio, la t e ne r e zza , l int im it à , il
corpo, il silenzio, hanno la stessa funzione quella di un dialogo tra due
persone è: comunicazione emozionale poiché è lingua ggio ist int ivo, non ve r ba le
e riesce ad essere vera comunicazione se rispetta alcune caratteristiche.
Poco importa il dove, quanto tempo, quante volte, se prima non si privilegia il
come stiamo, cosa desideriamo, cosa ci piace e cosa no.

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Comunicazione

La comunicazione, l a r t e di pa r la r si e dire con chiarezza ciò che s intende e si sente,


l a r t e di a scolt a r e l altro, sono le capacità principali per creare e mantenere un
rapporto, una relazione.

Basti pensare di fare una cosa all apparenza semplice: dir e t i a m o o t i voglio be ne ,
a t ut t e le pe r sone im por t a n t i de lla nost r a vit a . Sembra una cosa molto semplice
in realtà è molto più difficile di quanto s immagina.

Certamente la comunicazione chiara e sincera s insegna in famiglia. Per i giovani è


importante fare pratica in modo dialettico della propria comunicazione. Quindi
parliamo di dialogo, dia = fra e logos = discorso, di costruzione di pensieri, di dare
voce a questi pensieri, di passarli all altro.
Siamo soliti, invece, comunicare in modo egocentrico, escludendo il punto di vista
dell altro. Automaticamente in questo modo proiettiamo nell altro il nostro schema
cognitivo- emotivo, deformando l informazione e fraintendendo il messaggio.

L uomo è immerso in un continuo processo di scambio di segni, attraverso i quali


sono trasmessi dei messaggi. Segni e messaggi, visivi o acustici, olfattivi o tattili nei
quali siamo immersi. Ogni società è fondata su una rete di codici di comunicazione,
dal livello più privato a quello più istituzionale, attraverso la quale si muovono i
messaggi realizzando un passaggio d in for m a zione . Il messaggio deve trasformarsi
in significazione, che si attua attraverso la traduzione e l interpretazione di un
codice.
Quindi un messaggio diventa un messaggio di condivisione significativa solo se esiste
un destinatario che è in grado d interpretarlo in relazione ad un codice.

Il codice, in senso generale è un insieme di r e gole conve nziona li che attribuiscono


uno specifico valore a ciascun segno, e che sono condivise, conosciute ed accettate.

Che cosa comunichiamo, quando parliamo? Ciò che dicono le nostre parole?

In parte si, ma la percentuale più significativa, non è quella verbale. Oltre alla parola,
le persone cui ci rivolgiamo percepiscono un in finit à di st im oli: il tono della voce, il
nostro sguardo, la gestualità.
Come abbiamo più volte visto, entriamo in contatto con il mondo attraverso le nostre
emozioni.
I segni corpo
Il linguaggio del corpo ha a suo favore l im m e dia t e zza del passaggio dalla fonte al
ricevente. Con le espressioni del viso, con i movimenti e con le pose, l organismo si
esprime, gli occhi luminosi, i tratti del viso piacevolmente alterati, una particolare
animazione dei gesti sono segni che manifestano qualche forma positiva d eccitazione.
Sono il ve icolo pubblico d a t t ivit à m e nt a li int im e . La stessa cosa può dirsi d altri
segni d emozione non appariscenti: la gola secca, la dilatazione delle pupille, la
sudarella o un brivido lungo la schiena. Sono tutti segni nel senso che rimandano a
qualcos altro.

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Le emozioni sono così importanti perché le sperimentiamo fin dalla nascita, mentre
dobbiamo attendere anni prima di poter assegnare loro un nome attraverso il
linguaggio.

Metacomunicare
La metacomunicazione, oltre a significare i vari canali di comunicazione, fa riferimento
al discutere intorno alla comunicazione. E un elemento importante per una buona
comunicazione t i h o de t t o que lle cose pe r ché e r o a r r a bbia t o con t e
Con la metacomunicazione ci si colloca su un piano superiore: si commentano i ruoli, il
modo di porsi, di essere, di comunicare.

Comunicare sulle comunicazioni è spesso l'unica possibilità per portare alla luce
strutture d organizzazione dei ruoli, delle gerarchie.

Pensare in termini di gioco genera un nuovo linguaggio, la metafora del gioco serve
a semplificare la comprensione...
Infatti nell idea di gioco convenzionale sono già intuitivamente evidenti: il principio
dell alternanza dei turni, poiché il gioco come il dialogo si struttura nell alternanza dei
singoli interventi. Nell accettazione da parte dei giocatori delle regole che lo governano
allo scopo di ridurre l incertezza delle mosse.

La patologia della comunicazione può avere origine in una qualsiasi dei tre assiomi
della comunicazione.

TRE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE:

1) E im possibile non com unica r e

Ogni comportamento umano ha un va lor e com unica t ivo e siccome è impossibile


non avere un comportamento è impossibile non comunicare, l immobilità o il mutismo
assoluti sono anch essi dei comportamenti.

Le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio, perché influenzano gli altri i
quali, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni. La
com unica zione ve r ba le è se m pr e a ccom pa gn a t a da lla com unica zione n on
ve r ba le ( m e t a lingua ggi) . Viceversa, la com unica zione non ve r ba le e sist e
indipe nde nt e m e n t e da que lla ve r ba le . Pensate all'espressione " la pr im a
impressione" da dove arriva, e cosa colpisce? la "prima impressione" è il frutto di un
insieme di stimoli comunicativi che sono percepiti, a livello conscio ed inconscio: è la
somma dei gesti, delle posture, dei movimenti, dei modi, degli atteggiamenti, ed
infine, del linguaggio verbale. Essa comunica ciò che sia m o, indipe nde n t e m e nt e
da ciò che vogliamo.

L'immagine non è tutto, ma certo è molto importante. Essa influisce sugli altri, ma
anche su noi stessi. È innaturale un'immagine forzata, artificiosa, che risponda a
stereotipi, ma anche quella è comunicazione, i gruppi di adolescenti che si riconoscono
l un l altro attraverso l abbigliamento.

Anche la comunicazione per eccellenza, quella verbale, oltre alle parole tiene conto del
timbro della voce, del tono, della dizione, dell intensità, del ritmo, dei suoni,
dell intercalare.

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Ecco perché non sempre le reazioni ed i risultati che otteniamo sono quelli che ci
aspettiamo se ci focalizziamo solo sulle parole. Sebbene, nell'interagire consueto con
gli altri non siamo consapevoli della nostra comunicazione non verbale, è proprio
questa che colpisce per prima il nostro interlocutore, e che favorisce, o indebolisce, il
nostro messaggio.

2 ) Ogni com unica z ione ha u n a spe t t o di cont e nu t o e u no di r e la zione , e d il


secondo classifica il primo.

Una comunicazione non soltanto trasmette informazione ma, al tempo stesso, impone
un comportamento coerente. Ogni comunicazione è comportamento, ma anche ogni
comportamento è comunicazione.

La comunicazione umana è qualsiasi comunicazione non-verbale, in cui sono


compresi i movimenti del corpo, i gesti, l espressione del viso, l abbigliamento, il tono
di voce, ecc L aspetto di contenuto della comunicazione è espresso normalmente dal
linguaggio più preciso e strutturato, l aspetto di relazione dal linguaggio, più efficace
per trasmettere la relazione, ma inevitabilmente più impreciso e difficile da
interpretare.

Per esempio fare un regalo è una comunicazione che può significare affetto ma che
può essere tradotta in diversi modi, secondo la persona cui è destinato:

l innamorato si sente amato e vi vedrà un gesto di tenerezza;

l innamorato abbandonato lo considererà un elemosina;

l innamorato geloso, il bisogno di farsi perdonare. In questo caso per esempio, più la
persona amata tenterà con carezze attenzioni e slanci di rassicurare il partner e più
l altro tradurrà questo comportamento in termini di rimorsi di coscienza

una buona comunicazione deve essere coerenti nella forma e nel contenuto
Dichiarare il proprio amore in linguaggio digitale porta a dire ti amo ,
quest espressione in se stessa non è però sufficiente, per convincere l altro dovrà
accompagnarsi ad una comunicazione analogica coerente: tremito delle mani, o della
voce, sguardo intenso, ma anche questa potrebbe non bastare.
Quando si scambiano dei messaggi, si comunica quindi a due livelli differenti: quello
del contenuto e quello della relazione. Può nascere confusione su questi due livelli.
E il caso di quelle discussioni interminabili in cui gli interlocutori sembrano opporsi al
contenuto, ma di fatto cercano di avere l ultima parola, e quindi discutono su chi ha
ragione, ma di fatto si stanno contendendo il potere, quando vi è incompatibilità tra di
loro sul modo con cui definiscono rispettivamente la loro relazione e la loro immagine
di sé: c è allora rigetto o diniego dell altro:
- due sposi avevano un amico in comune molto apprezzato da entrambi. Un giorno in
assenza della moglie, l amico telefona per dire che è di passaggio nella regione. Il
marito prende allora l iniziativa di invitarlo a venirli a trovare, pensando che sua
moglie sarebbe stata contenta quanto lui di questa visita. Quando lei ritorna a casa, il
marito le annuncia la buona notizia , ma, invece della gioia attesa, scoppia un
violento litigio fra i coniugi a proposito di questa visita. In terapia entrambi
convengono sulla legittimità di quest invito e sul rispettivo piacere nel ricevere l amico.
Il loro disaccordo non proveniva dal contenuto degli scambi, ma dalla loro relazione: il
marito si giudicava in diritto di valutare quel che sarebbe potuto piacere o no a sua
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moglie e la moglie non ammetteva che uno dei due potesse prendere l iniziativa che
riguardasse la coppia senza consultare l altro. Nella loro discussione avevano preso in
considerazione solo l evento e non la loro relazione.

Doppio legame, è la comunicazione incoerente tra forma e contenuto che può


paralizzare se avviene in un contesto affettivo
"Un giovanotto che si era abbastanza ben rimesso da un accesso di schizofrenia
ricevette in ospedale una visita di sua madre. Contento di vederla, le mise d'impulso il
braccio sulle spalle, al che ella s'irrigidì. Egli ritrasse il braccio, e la madre gli domandò
:"Non mi vuoi più bene?". Il ragazzo arrossì, e la madre disse ancora: "Caro, non devi
provare così facilmente imbarazzo e paura dei tuoi sentimenti". Il paziente non poté
stare con la madre che per pochi minuti ancora, e dopo la sua partenza aggredì
un'inserviente e fu messo nel bagno freddo.
Le caratteristiche di una situazione di doppio legame sono:

l'individuo è coinvolto in un rapporto intenso, simbiotico o perverso;

l'individuo si trova prigioniero in una situazione in cui l'altra persona che partecipa al
rapporto emette, allo stesso tempo, messaggi di due ordini, uno dei quali nega l'altro;
l'individuo è incapace di analizzare i messaggi, è incapace di discriminare a quale
ordine di messaggio debba rispondere, quello verbale o quello corporeo, vale a dire
egli non è in grado di metacomunicare.

Il doppio legame e la disattenzione selettiva.

La soluzione è una specifica filosofia della "disattenzione selettiva". il prerequisito per


ogni azione efficace e per la conservazione del senso di sicurezza personale, che
spesso anche nei rapporti quotidiani sono composti di squalifiche, ambiguità,
contraddittorietà. La disattenzione selettiva è possibile quando alla base della
relazione c è un intesa comune: si è d a ccor do sul fa t t o che l unione è sce lt a e d è
ba sa t a su l r iconoscim e nt o de ll a lt r o.

3 ) La na t ur a di u na r e la zione dipe nde da lla pu nt e ggia t ur a de lle se que n ze di


comunicazione tra i comunicanti.

La comunicazione è un flusso continuo di messaggi cui però i partecipanti danno una


punteggiatura, organizzando tali scambi secondo una sequenza in cui, ad uno
specifico stimolo segue una precisa risposta.

Gli scambi comunicativi possono essere improntati a ll ugua glia nza dei due partner, e
in questo caso sono definiti simmetrici, è il caso di colleghi, amici, partner. Oppure,
possono essere improntati alla differenza, allora sono definiti complementari. Nel
secondo caso inevitabilmente un partner assumerà una posizione dominante e l altra
quella complementare, contraddistinto dalle coppie madre-figlio, insegnante-allievo,
capo-dipendente.
La sim m e t r ia e la com ple m e nt a r ie t à non sono in se stesse ne buone ne cattive ,
sono due modelli di relazione. Nella comunicazione sana sono agite alternativamente.
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La patologia nasce quando ci si cronicizza in una delle due producendo una
comunicazione rigida.
La com un ica zione com ple m e nt a r e basata sulla differenza può prendere due forme
di perversione: chi ha la posizione alta la usa come mezzo di manipolazione e
d oppressione. Non lascia spazio ad un evoluzione, relazione tipo madre-bambino che
non evolve.
La com un ica zione sim m e t r ica basata sull uguaglianza, può diventare una relazione
di r ivalità e di gara al rilancio. tu non sei voluto venire al cinema ieri sera con me, io
non verrò a cena con te stasera. Oppure decidi tu cosa fare stasera , no, decidi tu
va bene qualsiasi cosa . Un simile rapporto alla fine sfocia nel rifiuto per la differenza,
poiché ogni forma di complementarietà è vissuta come un ineguaglianza
insopportabile.
Questi tipi di rapporto entrano spesso in un gioco senza fine. Per uscirne c è bisogno
di un intervento dall esterno che faccia notare la rigidità del sistema.
Il gioco senza fine fa leva sulla punteggiatura della comunicazione
La punteggiatura indica il modo con cui i due partner tagliano la loro comunicazione,
con cui ciascuno vede il suo comportamento e quello dell altro. Il taglio della sequenza
dei fatti diverge spesso da uno all altro e molte liti possono essere spiegate in questo
modo.

Consideriamo una coppia in cui il marito abbia una certa tendenza all isolamento e
all introversione e in cui la moglie sia facilmente aggressiva; i loro scambi si riducono
a un lungo susseguirsi di mi chiudo in me stesso per l uno e sono astiosa per
l altra. Il loro modo di percepire il rapporto sarà differente: lui penserà di isolarsi per
proteggersi dal comportamento astioso della moglie; lei sarà convinta che il suo astio
è provocato dall assenza di suo marito. Ciascuno dei due considera il proprio
atteggiamento come una conseguenza a quello dell altro. Il marito fa iniziare la
sequenza al primo scoppio d ira di sua moglie ero là tranquillo, sulla mia poltrona che
leggevo il mio giornale e lei si è messa a insultarmi ; la moglie situa quest inizio al
momento in cui suo marito ha preso il giornale si stava così bene tutti e due ed ecco
che lui mi molla e va a piazzarsi con il suo giornale come se ne avesse abbastanza di
vedermi . Poiché tagliano in maniera diversa le sequenze dei loro scambi, si vedono
rispettivamente, e sinceramente, come la vittima dell altro e non pensano di poter
agire sulla relazione.
Ognuno dei due sapeva che il suo atteggiamento esasperava l altro nonostante ciò,
ognuno dei due persisteva nel proprio, questo è ciò che crea il problema, l unica
soluzione è parlarne.
La questione di sapere se uno dei punti di vista è giusto o falso ha poca importanza.
Quello che è importante, è capire che la natura di una relazione dipende in gran parte
dal modo con cui i partner punteggiano i loro scambi.

Il potere delle parole

Si possono liberare i bambini dalle verruche, comprandogliele . In pratica succede


così, che si dà al bambino una monetina per la sua verruca, acquisendo in questo
modo un diritto di proprietà su di lei. In conformità ad un interazione simbolica, le
parole, si genera un risultato concreto che non ha nessuna spiegazione scientifica. Si
restringono i vasi che portano a quest escrescenza d origine virale e alla fine il tessuto
si dissecca per mancanza d ossigeno. La comunicazione è sempre un passaggio, che

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sia linguistico, comportamentale, è un passaggio d informazioni, su noi stessi e sulla
nostra relazione, e dovrebbe assumere la forma di un dialogo sempre:

Bisogna considerare che i messaggi, il loro senso dipendono dal contesto. E come dire
che le parole all interno di una frase dipendono dalla frase.
dobbiamo lasciarci ha diverso significato a seconda che sia preceduto da sto
facendo tardi o nulla è più possibile tra noi .

Il potere del silenzio

E spesso usato per punire e se non si rompe il muro del silenzio, su ciò che si prova,
su cosa pensate del vostro partner si creerà solo un rapporto fondato
sull ipocrisia.Usato come difesa, come incapacità di mettersi in discussione, per paura
del giudizio

I l sile nzio è la m a ggior e sconfe r m a de ll a lt r o

UNA COPPIA, UNA FAMIGLIA UN SISTEMA DI COMUNICAZIONE.


Tutte le relazioni sono un gran sistema di comunicazioni che si rispondono e
s implicano reciprocamente
Un sistema è un insieme d elementi in interazione dove qualsiasi modificazione di uno
di loro comporta la modificazione di tutti gli altri.

La cattiva comunicazione

Quando due persone si mettono insieme, cominciano con lo scambiarsi informazioni


sul modo in cui considerano la natura della loro relazione e queste informazioni si
evolvono in funzione delle risposte dell altro. Se un accordo è concluso si entra in una
relazione stabile.
La coppia basa la propria convivenza su regole esplicite o implicite. Alcune implicite
sono quelle che Jackson ha chiamato il quid pro quo coniugale o familiare.
Per esempio in alcune famiglie patologiche queste regole di interazione vengono
continuamente messe in discussione; ciascuno cerca di imporre all altro la sua
definizione del rapporto e c è discordanza tra le differenti definizioni proposte: la
moglie vede sue marito come autoritario e lui la vede come ribelle. Questi problemi
alimentano una gran parte dei litigi che caratterizzano questo tipo di famiglia: tu sei
completamente infantile , Sei tu che vuoi condizionare il mio comportamento io ne
sono obbligato perché tu sei totalmente irresponsabile .
Certi quid pr o quo sono assai diffusi, come quello che stipula che il marito sarà
intraprendente, logico e intellettuale, mentre la moglie sarà sensibile, affettuosa e
capirà meglio le persone e le cose; da queste differenze di reazioni discende
naturalmente una divisione dei compiti .
In tutti i casi, ogni manchevolezza verso il quid pro quo, ogni incidente provoca una
crisi che può arrivare fino alla rottura del legame. Ma quello che è importante capire è
che questa crisi non è mai provocata da un solo individuo. Sin dall inizio di un rapporto
si possono osservare delle variabili che porteranno all insuccesso.
Così succede per un accordo del tipo rispettiamo totalmente la libertà dell altro , che
non resisterà all arrivo di un bambino e al bisogno di cooperazione, oppure di un
accordo marito papà che vizia/moglie bambina. Poiché col procedere i desideri della

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moglie giungeranno a saziarsi e non sapranno più entrare in relazione, oppure la
donna diventerà adulta e non sopporterà più di essere trattata come una bambina.
La coppia, la sua formazione, si basa spesso su elementi inconsci e in particolar modo
su di una complementarietà o su una similitudine delle strutture nevrotiche dei
partner

Ed è que st o il pr im o nodo da scioglie r e . Colpisce, di ogni individuo, ciò che sa,


ovvero "l'impressione razionale", e ciò che non sa, ovvero "l'impressione inconscia",
ed a questo ognuno reagisce. È qui che entra in gioco un atteggiamento
fondamentale, quello del non giudizio. Se volete "ricevere" correttamente il
messaggio, ed altrettanto "correttamente" rispondere, dovete imparare, ad ogni
incontro, ad ogni sguardo, ad ogni prima impressione, a sospendere il vostro giudizio.
Soltanto così potete porre le basi di una comunicazione chiara, positiva ed equilibrata.

I l non giudizio: elasticità mentale, perché in ogni circostanza, seppure la realtà è


una, i vissuti sono lo stesso numero dei partecipanti, ed ogni vissuto è frutto della
propria storia, della propria personalità, della scala di valori che si attribuiscono al
mondo in modo soggettivo e personale.

La scia r e a ll a lt r o la libe r t à di non e sse r e giudica t o in base ad un elemento del


suo essere: il comportamento, senza tenere conto delle motivazioni.

Altra disposizione, quella del non con diziona m e nt o. Il non giudizio vi serve per
comunicare correttamente, ed il non condizionamento per essere voi stessi. Ognuno è
com è (non giudizio): non si può pretendere che un'altra persona risponda ai nostri
schemi mentali, al nostro modo di vedere ed intendere le cose, e secondo questi
giudicarla.

N on r e pr im e r e il nost r o m odo di e sse r e pe r un a lt r a pe r sona , m e glio


assumere un atteggiamento condiviso, dopo un dialogo.

Quindi, il non giudizio, e d il non condiziona m e nt o, r im a nda no, in pr im is, a lla


libe r t à de ll'individuo di e sse r e se st e sso, e d a l r ispe t t o di e ssa . Si può non
condividere un atteggiamento, ma ciò non deve impedire di com-prendere.

Infine, la coerenza: Dovreste essere coerenti con voi stessi ed il vostro


atteggiamento, liberi, e liberamente accettare gli altri.

La coerenza: per divenire se stesso ogni uomo affronta difficoltà e crisi per la
costruzione della propria identità, non essere coerenti significa prima di tutto fregare
noi stessi.

IMPARIAMO A COMUNICARE

Ciascuno ha la sua motivazione dietro ad un comportamento, che cambia


continuamente col trascorrere del tempo, i valori, le credenze, i bisogni, i desideri
Pe r com unica r e da vve r o a gli a lt r i il nost r o pe nsie r o, si de vono
necessariamente sciogliere alcuni nodi, ed affrontare alcune tappe:
essere sinceri con noi stessi. Quindi avere un buon livello di
autoconsapevolezza e conoscenza di sé, il che include potenzialità e

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limiti. Fe de li a se st e ssi, essere se stesso quando si esprime. All origine della
sequenza evolutiva c è l emozione: emozione-gesto-grido-parola, quanto più
quest ultima è fedele alla sua origine, tanto più i nostri messaggi saranno efficaci.
È necessario imparare a controllare gli impulsi interiori. Ciò non significa che devono
essere repressi, ma che devono essere adeguatamente espressi.

Il ruolo del corpo:


La comunicazione efficace è come un ponte verso gli altri.
Imparare ad applicare alcune regole fondamentali della comunicazione: il non giudizio,
il non condizionamento, la coerenza.
Assistere ad un dialogo tra coniugi spesso ci permette di rilevare degli stili che si
acquisiscono con il tempo per pigrizia o abitudine. Affrontiamo spesso le discussioni
come battaglie, basterebbe ricordare che il parlare, lo spiegarci ci serve per continuare
a comunicare con la persona che abbiamo davanti, non per segnare un punto a nostro
favore. Non occultiamo i nostri difetti o errori. Impariamo a trasformare in forza la
debolezza: se ci viene fatto notare un difetto di prospettiva, ad esempio sempre il
nostro punto di vista egocentrico, non nasconderlo, prenderne atto, prima di tutto
serve a noi. Permettiamoci l autoironia, la tranquillità e la fiducia nelle nostre
intenzioni N on inizia r e se m pr e con I o . I bambini piccoli riportano sempre tutto a
se stessi, il loro mondo si articola intorno alle parole io e mio. Verso i quattro anni
comincia la fase del tu- tuo, inizia cioè la capacità di relazionarsi, di
comunicare. Certi adulti sembrano non esserci mai arrivati: le loro frasi iniziano
sempre con io, qualunque argomento è un occasione per parlare della loro vita, del
loro lavoro, delle loro esperienze che superano sempre di gran lunga le vostre per
interesse. E chiaro che non sono interessati a voi né a quel che potreste comunicare:
il loro Io ipertrofico non lo consente.
Esse r e cr e a t ivi: Stare in coppia vuol dire essere attenti non solo al proprio discorso,
ma anche a quello dell interlocutore, e soprattutto alla sua persona. La sensibilità,
l essere recettivi, paradossalmente, si raggiunge più rilassandosi che concentrandosi.
Adattarsi al contesto:
Capire in quali circostanze è opportuno affrontare certi temi, per non ferire l altro
saper capire quali argomenti intimi esigono rispetto e vanno protetti, piuttosto che
cercare ragioni e conferme nei confronti del compagno, attraverso l appoggio di altri.
Usare il corpo:
Trasmettere con il corpo i propri sentimenti senza essere avari nelle sue
manifestazioni, guardare negli occhi l interlocutore significa avere presente ogni
momento che si sono guardati gli quegli occhi. Il corpo riveste un ruolo fondamentale
nei messaggi che inviamo. Parlare è un evento globale, che amalgama parole, gesti,
sguardi, postura e quindi il corpo parla insieme a noi, a volte ci tradisce raccontando
cose che non vorremmo.
Spesso quando siamo impegnati in un dialogo non ci rendiamo ben conto di ciò che
diciamo e l aggressività distruttiva prende il sopravvento, del tono che usiamo e
dell effetto che produciamo in chi ascolta. Spesso c è capitato di sentirci rinfacciare
affermazioni che non ricordiamo di aver fatto, ma che invece abbiamo vomitato in un
momento di rabbia. Ciò accade perché non abbiamo l abitudine di ascoltarci mentre
parliamo, in quel momento sembra più importante riempire il silenzio di parole dure e
urlate. Invece è importante farlo, perché ci permette di diventare coscie nt i de l
nost r o m odo di com unica r e . L incontinenza non permette di tenere dentro niente.
Ci sono persone che investono chiunque capiti a tiro con la valanga dei loro pensieri,
sentimenti, sensazioni, scambiano la loro aggressività con la sincerità. Alla fine dello

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sfogo chiedono consigli, ma è chiaro che si tratta solo di un contentino per voi, infatti
non ne mettono mai in pratica uno.
Un eloquio pacato attenua i blocchi emotivi, consente di riordinare i pensieri e gli
argomenti, l interlocutore non si sente aggredito da una valanga di parole, tenere a
mente che ciò che si sta perseguendo non è imporre la propria ragione, ma far capire
all altro, trovare una mediazione. Spesso l impazienza, la fretta di precisare il proprio
pensiero sono tra i più comuni ostacoli al dialogo, che è trasformato in polemica. E
importante rispettare le pause, prepararsi ad avere risposta, lasciare la palla
all altro. Un atteggiamento ricettivo è fondamentale per una buona comunicazione.
Molte persone non ascoltano per intero le risposte dell altro perché, sotto sotto,
temono di perdere il controllo del dialogo, temono una risposta imprevedibile che li
spiazzi e li costringa a ridiscutere il loro pensiero. Al contrario se ascoltate fino in
fondo, l interlocutore si sente preso in considerazione.
Accettiamo di contraddirci. E la cosa più difficile da fare perché si tende a credere che
sia sintomo d incoerenza o debolezza di carattere. Accettare di cambiare idea è invece
la base stessa dell evoluzione del pensiero, anche scientifico, poiché è naturale che
attraverso la comunicazione si ricavi una maggiore quantità d informazioni. E quindi
indice di una natura flessibile, intelligente e soprattutto onesta con se stessa cambiare
idea quando cambiano le informazioni a vostra disposizione.

Spesso si usa una comunicazione tediosa, lamentosa, oppure si tende a piacere per
forza o ancora si sta nella pretesa che l altro accolga il nostro stargli addosso. E
importante riconoscere se si sta usando l altro per problematiche personali. In
questo caso la comunicazione è la risposta a difficoltà d altro genere. In una
normale comunicazione invadere lo spazio vitale è recepito dall inconscio come
un aggressione fisica.
Ave r for m a t o u na coppia st a bile non significa a ve r t r ova t o u n a polt r on a a lla
propria vita

Dire spesso ti amo con le parole, con i gesti e le azioni. Non pensando che l altro lo
sappia già.
Lodare per un lavoro ben fatto e rassicurare se l altro non riesce, non dare per
scontato ciò che l altro fa per te, apprezzare e sostenere.
Far sapere quando ci si sente soli o incompresi: far sapere all altro che ha il potere di
confortarci lo renderà più forte. I sentimenti non tradotti possono diventare distruttivi.
Ancora non siamo capaci di leggere nel pensiero.
Dare valore alle esperienze dell altro, prestare attenzione al suo modo di vedere il
mondo, ci arricchisce.
Ascoltare senza giudizi e preconcetti. Ascoltare, come vedere è fondamentale
Toccare, tenere, abbracciare, la comunicazione non verbale dà forza e conferma
l altro.
Rispettare i silenzi.
Amare pubblicamente è il regalo d amore più bello che si possa fare al partner,
affermare e riconoscere l altro.

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La coppia

Quando una coppia si forma possiamo interrogarci sull uso fatto della relazione,
rispetto alla funzione di crescita e autoregolazione, se essa sia nella direzione di
una possibilità di riparazione ed evoluzione, d integrazione ed espansione delle
proprie esperienze passate, o se tende a suggerire una costante negativa.
Purtroppo è raro arrivare alla coppia avendo alle spalle un rapporto risolto con i
nostri genitori, il che significa che affettivamente siamo ancora nella fase di
bambini è facile dunque che la maggiore funzione che richiediamo al nostro partner
è quella genitoriali, per consolarci e proteggerci.

La nostra vita affettiva, amorosa non ha uno scopo finché non gliene diamo uno.
La nostra affettività cambia con il crescere e ci permette di evolvere
psicologicamente. Se al momento della scelta del partner, la relazione non avrà
uno scopo scelto consapevolmente, la nostra vita amorosa sarà in balia delle
informazioni, utilizzate inconsciamente, basate sul condizionamento represso, su
ciò che non abbiamo risolto o superato, dal punto in di sviluppo in cui siamo al
momento della scelta di vita in due. Sarà allora basata, sul soddisfacimento di
bisogni piuttosto che sulla realizzazione di desideri.

Benefici provenienti dallo scoprire lo scopo della nostra vita affettiva

Capiremo perché e come desideriamo una vita affettiva e cosa desideriamo trarne;
invieremo un messaggio alla nostra mente inconscia su quello che vogliamo,
saremo in grado di riconoscere molto più rapidamente le persone che vogliamo e
quelle che non vogliamo, valorizzeremo quello che abbiamo anziché continuare a
desiderare di essere diversi; concentreremo la nostra attenzione sulle cose che già
ci piacciono di noi.

Nella riflessione su noi stessi ci ritroviamo a fare i conti con:

1) Quello che pensiamo di essere


2) Quello che gli altri pensano di noi
3) Quello che manifestiamo di essere

Dalle prime relazioni e per tutta la vita, tentiamo di rispondere a questi


interrogativi, il rapporto di coppia può essere un laboratorio ideale per costruire il
concetto di noi stessi.
Una coppia sta tanto meglio quanto più riesce a adattarsi alle esigenze connesse
con il processo evolutivo dei due individui che la compongono, non solo adattarsi,
ma favorire lo sviluppo.
Ciò che sentiamo, pensiamo e crediamo è ciò che siamo.
Questa possibilità poggia su alcune premesse:

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- La r e la zione che l individuo ha con se st e sso è fu nzione de lla r e la zione
che que st individuo ha con gli a lt r i.
- Dove il concetto di funzione è matematico, che indica come varia una grandezza
in relazione al variare di un altra.
- Il partner in una relazione di coppia rappresenta una scelta privilegiata di
scambio relazionale
- Ogni individuo, ha di fronte a sé la possibilità di scegliere se utilizzare la
relazione con il partner per favorire l evoluzione della propria personalità o per
mantenerla immodificata
- Il livello di libertà nelle scelte è direttamente proporzionale al livello di
consapevolezza raggiunto

Tutto quanto, dal ciclo delle stagioni, i cicli dei pianeti, le maree, al ciclo delle
nostre onde cerebrali alle contrazioni del muscolo cardiaco, al ciclo digestivo a
quello del sonno, il ciclo della vita e della morte, tutto è cadenzato da ritmi.
Inevitabilmente perché si possano realizzare a pieno le potenzialità implicite in ogni
ciclo o fase della vita, è necessario lasciare il tempo allo svolgersi naturale di ogni
processo di crescita. Ognuno di questi ci prepara e ci permette di arrivare ad un
altro più completo.
Il bambino è dipendente, ha bisogno di protezione, un adulto è indipendente sa
proteggersi, un genitore è indipendente sa darsi e dare protezione. Ognuno di noi
ha dentro di sé potenzialmente queste tre figure di se stesso. Potenzialmente nel
senso che nell arco di una vita è possibile arrivare a sperimentarle tutte, essere
adulti nell età ma bambini affettivamente, avere dei figli ma non essere pronti
psicologicamente ad essere genitori.
La società agisce su ognuno di noi delle pressioni attraverso chi ci circonda, amici,
parenti, modelli ideali di coppia o famiglia, ci propongono dei percorsi ideali che
non corrispondono alla realtà del quotidiano, sono piuttosto storie di romanzi e film
che incarnano un ideale fantastico, mal riprodotto all interno di istituzioni alle quali
diamo la motivazione del loro formarsi all amore. Quando ci accingiamo, come
protagonisti, a dare vita ad una forma dello stare insieme ci misuriamo con ciò che
immaginiamo, con ciò che fantastichiamo e con ciò che siamo.
Per fare un esempio, quando una coppia aspetta un figlio fa delle previsioni,
immagina il figlio che può nascere da questa coppia: se, ad esempio la statura dei
genitori e quella delle famiglie di origine si aggira sul metro e sessanta,
immaginerà un figlio mediamente della stessa altezza, ma fantastica un figlio
alto (perché per la nostra società alto è bello ) un metro e ottanta. In queste
previsioni bisogna però lasciare spazio al figlio reale, in altre parole libero da
proiezioni. Allo stesso modo la costituzione di una coppia e della vita insieme è
sottoposta alle stesse considerazioni.
Iniziamo allora a responsabilizzarci sugli strumenti che abbiamo e ad utilizzarli,
poiché sono sufficienti, la percezione sincera di noi stessi e degli altri, e la
diminuzione del divario tra la coppia che siamo e quella che ci viene proposta dalla
cultura commerciale, la coppia in divenire ha un livello di aspirazione più realistico
si possono raggiungere obiettivi veri, autentici e comunque unici, aspettative più
adeguate. Il rispetto della nostra individualità, del nostro essere unici e allo stesso
tempo la necessità dell altro.
L a m or e pe r la vit a a t t r a ve r so l a m or e pe r noi st e ssi è la chiave di lettura
migliore per costruire sane e utili relazioni. La costruzione della nostra vita
dovrebbe essere interpretata come la creazione di un opera d arte, unica, dove i
materiali sono le emozioni, i sentimenti, i pensieri, le relazioni, i nostri ritmi e il
loro rispetto, le azioni e motivazioni. Ci sono artisti che creano con materiali usati,
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materiali di scarto, opere di gran valore, la metafora è: non è mai tardi per fare
della propria vita un capolavoro, e l amore, uno dei materiali principali, ha scopi più
importanti che assicurarci la tranquillità. La nozione secondo la quale può esistere
un momento migliore o più opportuno per amare è costata a molti un intera vita di
rimpianto.

La vit a di coppia oscilla tra un livello ottimo d integrazione e arricchimento


reciproco, e un livello di misconoscimento, evacuazione e controllo reciproco
d aspetti aggressivi o d esasperata accentuazione d idealizzazioni, collusioni.
In realtà l amore crea noi senza distruggere me , perché è necessario tra lui e
lei uno spazio che permetta di vedersi, se si sta troppo vicini non si riesce a
vedersi, così come se si sta troppo lontani.

Sulla relazione di coppia possono essere scaricate tante preoccupazioni sul


concetto di noi stessi, ridimensionandole, sdrammatizzandole, poiché l incontro con
l altro è un atto creativo che ci permette di riformulare i nostri valori e ci dà
l opportunità di ridefinirci, ma allo stesso tempo si possono scaricare molte delle
patologie della vita quotidiana , creando così coppie nevrotiche.

Le coppie si creano in base a diverse caratteristiche, quelle di più facile formazione,


per la nostra cultura, sono quelle che nascono su una condivisione implicita di ruoli
di potere, in base ai bisogni non soddisfatti dell infanzia, e quindi in base al livello
della propria autostima. Le dinamiche psicologiche di potere e dell impotenza, sono
talmente onnipresenti nella nostra cultura, che ci sentiamo autorizzati ad
esercitarle attraverso molti comportamenti apparentemente innocui. E abbastanza
facile cogliere nelle relazioni la ricerca narcisistica dell autoaffermazione, della
pretesa che l altro soddisfi il proprio bisogno che si mettono in atto giochi di
coercizione travestiti nelle più disparate forme: sollecitando sensi di colpa, ricatti
emotivi, fraintendimenti ambigui e ambivalenti, sentimenti di sacrificio e
autocommiserazione.
Più semplicemente l incapacità ad indagare dentro di noi, proprio là dove noi stessi
recitiamo uno di quei ruoli, quale esso sia vittima o aggressore, c incastra in
labirinti nei quali rischiamo di rimanere tutta la vita. Perché?
La crescita psico-affettiva che và dal bambino all adulto al genitore, consiste nel
passare da una condizione di dipendenza ad una di autosufficienza ad una
condizione di dedizione.
Le coppie nevrotiche:
Se lui/lei è affettivamente un bambino, quindi non autosufficiente, dipendente, ha
paure e bisogni, cercherà in lei/lui un genitore che lo accudisca, lo rassicuri. E
incapace di tollerare le frustrazioni, non è responsabile e di solito nei momenti di
difficoltà cercherà il colpevole della situazione, perché è sempre qualcun altro che
risolve i suoi problemi.

- Nell evoluzione naturale, naturalmente i genitori si occupano dei bambini.

Se lui/lei è affettivamente un adulto, ha la fiducia in se stesso, è indipendente e


autonomo, sa darsi amore ed è capace di autoaffermarsi e di stare in solitudine,
cercherà in lei/lui un altro adulto che non sia invadente e non sia richiedente, ha
bisogno di spazi molto ampi per dare a se stesso, effettivamente non c è
abbastanza spazio, dentro di sé, per l altro.

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- Superata la fase bambino, l adulto si sperimenta da solo affrancandosi dai
genitori e andando a vivere da solo.

Se lui/lei è affettivamente un genitore, oltre che essere sicuro di sé sa dare


sicurezza e protezione se incontra un lei/lui psicologicamente bambino, il
compagno-genitore s irrigidirà in questa posizione e la coppia non evolverà, a
meno di superare delle crisi evolutive.

- L individuo che ha raggiunto una maturazione psico - affettiva con le


caratteristiche del genitore, non necessariamente deve avere figli. L aspetto
genitoriale ha a che fare con il saper dare, accudire, prendersi cura dell altro,
che possa essere un figlio, un genitore anziano, o un altro in generale

La coppia sana è quella di due persone che sono psico-affettivamente mature, che
possono condividere e scambiarsi i ruoli, essere vicendevolmente complementari
con le loro competenze: sanno giocare come bambini, e come bambini qualche
volta chiedono protezione e conforto all altro che come un genitore offre conforto e
sicurezza, s incontrano attraverso l erotismo e la sessualità come due adulti,
rispettano ognuno lo spazio psicologico dell altro condividendo attraverso una
comunicazione intima e unica le loro esperienze ed i loro pensieri sulla vita.

Una volta formata la coppia le ridefinizioni avvengono attraverso momenti


particolari che chiamiamo cr isi .
Si definiscono genericamente cr isi de lla coppia diversi tipi di conflitti che
riguardano lo sviluppo dell affettività interpersonale. Si tratta di situazioni critiche,
che vanno da semplici problemi di disadattamento, ad una crescita diseguale della
persona nei confronti del proprio partner, a cambiamenti nel modo di pensare, fino
a situazioni quali delusione, noia, voglia di fuggire o necessità di rompere.
Le avventure extraconiugali ad esempio sono il sintomo classico che nella relazione
c è qualcosa che non va. A livello inconscio lo sappiamo tutti che questa è una delle
ragioni per cui, quando si cerca di porre fine ad un rapporto ma non si sa come
fare, spesso si ricorre a un avventura affinché sia questa a trasmettere le reali
intenzioni, intenzioni che magari risultano ancora poco chiare o che si teme di
comunicare in maniera diretta. Le storie di tradimenti colpiscono nei punti più
profondi e vulnerabili. Si tende ad utilizzarle come riflessione sul carattere della
persona che tradisce. In effetti, chi tradisce può essere effettivamente un egoista,
una persona apparentemente leggera, ma ciò che più importa è che i tradimenti
non sono tanto una dimostrazione del carattere di chi le vive, quanto della qualità
del rapporto sul quale inevitabilmente si ripercuotono.
Le cr isi sono ne ce ssa r ie . Ogni vita affettiva e individuale ha bisogno di crisi per
la propria crescita ed evoluzione, uno dei problemi più gravi della vita di coppia è la
tendenza a volerle evitare, ad intraprendere la vita in comune come una corsa ad
ostacoli, in cui la cosa più importante è evitare le situazioni di confronto, al fine di
evitare la comparsa di una crisi. Ci neghiamo un evoluzione, una fase rigeneratrice
di vita, s inibisce il dialogo e si finisce per produrre una situazione di totale
mancanza di comunicazione.
La prima comunicazione che viene a mancare, quando si persegue una vita senza
scontri e confronti è quella individuale, si tende a non parlare più con noi stessi per
paura di scoprirci insoddisfatti, e di dover mettere tutto in discussione.
Il concetto di energia ci aiuta a capire cosa succede in questi casi: queste crisi si
esprimono, come tutto il nostro mondo, con la produzione d energia; la produzione
di pensieri è energia, le emozioni sono energia; amare e odiare è produzione di
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energia, o permettiamo che quest energia sia al servizio positivo del nostro
benessere o la incanaliamo in forme perverse (nel senso di direzione errata), di
somatizzazioni. Le insoddisfazioni, i rospi ingoiati, il lo faccio per il quieto vivere ,
incistano l energia soffocata in qualche parte del nostro corpo promuovendo
malattie.
All inizio incontrando una persona che c interessa siamo disposti a mentire, può
accadere che seduttivamente si dica quello che l altro farebbe piacere sentire.
Quando la relazione si è formata e non abbiamo più paura di perdere l altro, ci
troviamo a voler essere più autentici ma così facendo dovremmo svelare la
seduzione messa in atto e magari chi siamo in realtà, questo ci produce
insoddisfazione e rabbia.
Accade a questo punto che: si tende ad incolpare all altro per la nostra mancanza
di sincerità, proiettando l aggressività magari con pretesti banali e sproporzionati.
Oppure la rivolgiamo verso noi stessi procurandoci qualche malattia socialmente
accettabile in modo che possiamo socialmente lamentarci, in questo caso
mettiamo in atto tutta una serie di rituali: passando da un medico all altro, in
rassegna tutti i vari apparati e organi del nostro corpo, sottoponendoci ad indagini
mediche ed esami clinici, ingoiando farmaci di ultima generazione, insieme alle
nostre segrete verità .
In questo caso la relazione diventa noiosa, un circolo vizioso. E necessaria in
queste condizioni una maggiore distanza da noi stessi, perché non si prendono sul
serio i propri sentimenti.
Purtroppo la maggior parte delle volte gli individui si mettono in coppia per essere
amati e non per amare, e per essere amati siamo disposti a lottare

Cr isi ge ne r a t r ici di vit a Queste crisi di formazione nelle coppie non consolidate
costituiscono un elemento generatore di un nuovo tipo di vita.
La crisi della coppia varia in funzione dei periodi, a seconda che siano di
formazione, d instaurazione o di consolidamento.

La crisi di formazione
Dopo l innamoramento, momento culminante dell attrazione e dell impulso dell uno
verso l altro, si produce un assimilazione che dà luogo ad una cristallizzazione
dell affettività. L innamoramento stimola il rapporto e genera una serie di decisioni
e di progetti, che a volte, l analisi successiva, più fredda e razionale, comincia a
mettere in dubbio. Siamo portati a ripetere ogni situazione che sia piacevole, di qui
la logica tendenza a stabilire vincoli sempre più stretti: all inizio si fissano
appuntamenti per i giorni successivi e poi sempre più ravvicinati.. Quindi si tende
progressivamente a formulare il desiderio di un rapporto stabile.
Il momento del dubbio
Quando il rapporto affettivo si è stabilizzato, è possibile che inizino le analisi più
razionali e i sensi di dubbio sulla positività del rapporto. Il dubbio, è parte
integrante del comportamento umano e la risposta di fronte a lui varia in funzione
dell intensità con cui si presenta e della capacità di decisione.

La vita in comune
La maggior parte delle volte i dubbi hanno meno importanza e potere della forza
che deriva dall entusiasmo e dall amore. Questa fase di stabilizzazione della coppia
si allunga e si entra in un periodo che serve per la trasformazione a forme di
condivisione più profonde di conoscenza reciproca, e alla voglia di formulare un
progetto comune, che rispetti la realizzazione individuale e della coppia. Oppure in

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un prolungamento forzato del fidanzamento, ci si accomoda in questa situazione e
spesso si perde l entusiasmo e il desiderio.
Intraprendere una vita in comune implica sicuramente un certo rischio, i sentimenti
vissuti, la sensazione della capacità di evolvere individualmente ed insieme,
permettono di affrontarlo con serenità. Con l entusiasmo iniziale
dell innamoramento, si riesce a vincere più facilmente le difficoltà di quando si
lascia sedimentare l entusiasmo e si entra in una situazione di stabilità. L individuo
quando comincia a perdere la forza affettiva del primo impulso, comincia a scoprire
i difetti e i limiti del proprio partner. Le risposte possono essere due: ci si sente più
vicini perché l altro ci permette di essere coerenti con noi stessi e con l altro e ci si
ama anche per questo, oppure ci si allontana, poiché non si accetta di vedere le
fragilità dell altro giacché non accettiamo le nostre.

La cr isi d inst a ur a z ione


Sono molte le coppie che, al momento di iniziare la propria vita in comune,
perdono la motivazione principale, il motore che li ha portati ad incontrarsi, il
voler stare insieme per amore . Agiscono alla luce di una serie di fattori nuovi, di
nuovi elementi e situazioni di tipo pratico, ad esempio: il fatto di avere per la
prima volta una casa propria, di iniziare un tipo di vita per la quale si è stati
educati, ma che non si è ancora sperimentato. Attraverso l instaurazione del
rapporto di coppia, gli individui entrano a far parte della catena di consumo, che
può far perdere di vista il rapporto. A questa situazione giungono quasi tutte le
coppie. La coppia si trova a vivere una serie di riti sociali che vanno dal compilare
la lista di nozze agli acquisti per arredare la casa, al viaggio di nozze. Man mano
che si è costretti a scendere dalle nuvole, si devono affrontare gli aspetti più reali
della vita quotidiana, gli elementi affettivi della coppia sono messi in questione o
mancano della forza sufficiente. Allora si delinea la crisi di instaurazione che è
precisamente uno dei più diffusi motivi di divorzio in tutti i Paesi.
In questa fase della vita si evidenziano due momenti particolarmente conflittuali.
Le pr im e se t t im a n e dopo il matrimonio, quando la realtà quotidiana diventa
preponderante rispetto a quella situazione eccezionale che si era costituita al
momento delle nozze. Si costata, che la vita in comune non è così piacevole come
si pensava, che la necessità di lavorare molte ore non permette di godere la
propria casa e dell intimità nei termini in cui ci si era immaginati.
Da questa crisi può nascere invece, quell intimità, quella complicità che hanno due
persone che si permettono di entrare in confidenza l uno con l altro, vivendo
momenti di quotidianità.
L a lt r o momento conflittuale si presenta attorno al primo anno di matrimonio,
quando la coppia comincia a scoprire l altra faccia della vita in comune e un
interrogativo minaccioso si apre sul suo futuro. Se si sono lasciati intrappolare dal
consumismo, se la loro vita è stata invasa dalle rispettive famiglie, se non è stato
dato spazio al dialogo, alla comunicazione, al confronto delle idee, alla crescita
della propria affettività e sessualità.
Questa crisi può coincidere con la decisione di avere dei figli, quando la novità si
converte in quotidianità e comincia ad apparire la noia, la coppia si chiede .. e ora,
cosa si potrebbe fare per la nostra vita? Generalmente la risposta è, più o meno
esplicitamente non ci resta che esercitare la nostra paternità e mettere al mondo
un figlio . Il figlio diventa così un diversivo, una ventata d ossigeno per una coppia
che non si è mai preoccupata di trovare se stessa.
Una situazione diversa avviene quando la coppia affronta i conflitti e le esigenze
reciproche: è allora che ha la capacità di decidere di completare la propria
affettività con la presenza di un figlio. Esiste una grossa differenza tra queste due
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posizioni, sia per quanto riguarda lo sviluppo individuale e affettivo di entrambi i
partner, nel senso che per divenire genitori non è sufficiente fare figli, sia
naturalmente, per quanto riguarda l educazione e la crescita del figlio che avverrà
in un clima più disteso, rilassato e favorevole allo sviluppo della sua personalità,
meno inquinato dalle proiezioni e dagli investimenti genitoriali.

La crisi di consolidamento
Altro momento d evoluzione insorge quando la coppia si è definitivamente
consolidata o ha costituito una famiglia. Le cause agiscono fondamentalmente a tre
livelli: pe r dit a d int e r e sse pe r l a lt r o, ca m bia m e nt o de gli obie t t ivi pe r sona li,
e differente evoluzione.
Pe r dit a d int e r e sse pe r l a lt r o: quanto più si conosce qualcosa, meno passione e
slancio si sperimentano, che sono sostituiti da una risposta più serena e meno
appassionata. Due esseri umani che convivono, arrivano ad una conoscenza
personale molto profonda pertanto, lo stimolo interpersonale diventa meno
appassionato rispetto a quello di due persone che si conoscono da poco e che si
sentono piene d interrogativi l una nei confronti dell altra.
Quando si conosce profondamente una persona, si ama intensamente proprio in
rapporto a quest approfondita conoscenza, l amore non è un modo di stare, ma di
diventare. La perdita d interesse può avvenire perché si è affrontata la vita di
coppia in modo superficiale e l altro si dà per scontato, s inizia a tenere una
contabilità dei guadagni e delle perdite e non c è più la fede nell unione, perdendo
del tutto l interesse nei suoi confronti.
Molte coppie continuano a vivere insieme consapevoli di aver perso l interesse
reciproco.
L amore è impegno ed ha bisogno di essere alimentato da uno sforzo continuo che
dà piacere mettere in atto. Si può pe r de r e int e r e sse pe r la pe r sona che si ha
a cca n t o pe r un doppio m ot ivo. D a u n la t o si conoscono t r oppo be ne i suoi
a t t e ggia m e nt i e d i com por t a m e nt i più im m e dia t i, da ll a lt r o, ne lla m isur a in
cui non e sist e dia logo e com unica zione , è qu a si e st r a n e a , non si r iconosce
più.
Entrambi tendono a non aprirsi con la persona con cui convivono, soprattutto per
l insana ossessione di evitare discussioni. Ciò produce una reciproca ignoranza e, a
seguito della mancanza di comunicazione, si arriva ad una reciproca perdita
d interesse.

Cambiamento degli obiettivi individuali


Altro tipo di crisi si produce per un cambiamento degli obiettivi personali. In
qualsiasi momento, sia l uomo sia la donna può entrare in un periodo di crisi
personale, poiché si possono verificare dei cambiamenti nella propria scala di
valori. La maternità è uno di questi momenti, così come la paternità. La
genitorialità ci permette di riformulare il concetto che abbiamo di noi stessi come
figli, spesso è l accesso ad un nuovo rapporto con i propri genitori.
L attenzione alle ridefinizioni dell identità è il maggior rispetto che si possa dare ad
ogni essere umano, è una forma di rispetto della propria ed altrui dignità, poiché il
non rispettarla significa tradire.
Inoltre, questo permette alla coppia, di riformularsi con nuove risorse, come una
coppia sempre nuova e diversa, ma tenuta insieme dalla fiducia nella sincerità del
rapporto.
Sarebbe giusto abituarsi a considerare la coppia, come un le ga m e non
ne ce ssa r ia m e nt e e t e r no. Uno degli elementi che può maggiormente nuocere al

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legame tra due persone, è la paura di una rottura da entrambe le parti e pertanto
il continuo occultamento delle situazioni che potrebbero produrre tensioni o crisi.
Altri mutamenti nell orientamento della personalità, avvengono quando una
persona decide che il lavoro o i figli non costituiscono più l unico obiettivo della sua
vita. Cambiamenti all interno del lavoro, o del proprio atteggiamento di fronte ad
esso. Se tali cambiamenti non sono adeguatamente comunicati e spiegati al
proprio partner, tutto ciò può provocare una crisi.

Evoluzione personale diversa


Quando un uomo o una donna decidono di vivere insieme la propria vita, lo fanno
perché sono giunti ad una determinata evoluzione personale. In un certo
momento, infatti, hanno condiviso una serie d opinioni, di progetti e prospettive
per il futuro. Ma, con il passare del tempo, tali obiettivi comuni non
necessariamente sono mantenuti. Non è raro che uno dei due tenda ad una
stabilizzazione o ad un precoce accomodamento della propria vita, cercando la
sicurezza e fuggendo le inquietudini, qualche volta si tende a limitare i propri
progetti sulla realtà, abbassando il livello dei propri interessi, infatti, ci si
preoccupa esclusivamente della situazione economica o dei problemi quotidiani più
immediati, smettendo di aspirare al proprio arricchimento personale.
Non è raro che l arricchimento personale della coppia avvenga in modo diseguale.
Tutto ciò può accadere anche se entrambi hanno condiviso i propri obiettivi per un
lungo periodo. Tuttavia sono evoluti in modo diverso, il che li ha portati in posizioni
diverse. Questa situazione è favorita da una mancanza di dialogo. La co-evoluzione
non è un processo continuo, ma il prodotto della soluzione convergente di tensioni,
conflitti, crisi.
Se i cambiamenti che si verificano intimamente rientrano nel normale dialogo della
coppia, questo costituisce un motivo di grande arricchimento, altrimenti si
producono antagonismi che possono insorgere dopo lunghi silenzi, allora si apre tra
i due un vero e proprio abisso.
Una situazione che favorisce questo tipo di crisi si produce quando ogni membro
della coppia conduce un tipo di vita completamente diverso. Per esempio quando,
per necessità economiche, l uomo passa la maggior parte del tempo lavorando
fuori casa, mentre la donna rimane sola, prendendosi cura dei figli. Quando giunge
il fine-settimana: mentre l uomo desidera stare a casa, la donna vive la casa come
una prigione in cui è stata chiusa per l intera settimana e ha bisogno di uscire. E
importante che fin dall inizio della vita in comune, quale che siano gli interessi
individuali nel mondo sociale, o i differenti compiti all interno della famiglia, è
importante che i due si riservino sempre uno spazio tutto loro, nel quale
riaffermare la scelta di stare insieme, il loro amore. La mancanza di questo spazio,
gli interessi diversi, fa in modo che gli stimoli che ricevono siano totalmente
estranei l uno all altro. Se in questi momenti non c è comunicazione, e non c è la
capacità di mediare le necessità reciproche, entrambi cercheranno una propria
compensazione. Un evoluzione così diversa porta la coppia all incapacità di
riconoscersi e identificarsi.
Una delle possibilità di risoluzione della crisi di coppia è la rottura. Di fatto, questa
possibilità è implicita nella personale relazione affettiva, nella misura in cui i
sentimenti non hanno ragione d essere durevoli o eterni.
Vi è una forte tradizione, d origine religiosa, che non concepisce altra forma di
separazione che la morte. Vi è un altra forte tradizione, d origine romantica, che
spinge a sentire l amore vero come qualcosa d eterno, che va oltre la morte.
Secondo queste due concezioni la rottura della coppia è una vera eresia o una
sorta d attentato all ordine naturale della vita. Senza dubbio, la realtà è più difficile
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e dura che qualsiasi tradizione. Ogni sentimento amoroso attraversa successive
tappe, poiché è un processo mutevole come tutto ciò che vive. Ma ciò che vive può
anche morire.
Si fa sempre più evidente che l idea della coppia come entità immutabile è
smentita dalla realtà quotidiana. Come tutte le cose vive, anche la coppia nasce e
si sviluppa. Quest evoluzione non esclude mai la rottura.

La r e la zione è la t e r za dim e nsione de lla coppia , è importante non solo perché


unisce i due partecipanti ma soprattutto nella costruzione dell identità individuale
dei due, diventa elemento organizzatore che controlla il processo evolutivo dei
partner e la costruzione della loro realtà esterna, è un gioco di specchi e di
rimandi: il contesto culturale e sociale in cui la coppia vive, le attese e le regole
della famiglia d origine.
La relazione è influenzata dai presupposti di partenza dei singoli partner sulla
strutturazione e dall evoluzione del rapporto, gestisce gli eventuali conflitti con la
cultura o con le famiglie di provenienza.
Siamo immersi in un mondo vario ma allo stesso tempo che offre soluzioni
stereotipate.

Certamente è difficile dividere affettivamente il passato dal presente, o distinguere


l Io dal Tu ma l unica direzione vitale è quella di dare nuove opportunità a se stessi
nonostante la paura di soffrire, è indispensabile per potersi scoprire più forti, meno
bisognosi e più desiderosi. La coppia che funziona è una coppia che sa , che è
cosciente di quanto è difficile guardare con occhi puliti l altro, ma rinnova lo sforzo
quotidianamente e si nutre della sensazione di essere oggi agente della propria
vita, ma sa anche che spesso nell altro è possibile proiettare ed equivocare, ma
rinnova allo stesso modo, con umiltà, lo sforzo ad assumersi le proprie
responsabilità. Non costringe l altro a sensi di colpa.

La coppia amorosa è un entità complessa che apparentemente è costruita come un


dialogo, in realtà ogni individuo assume, agli occhi dell altro, innumerevoli ruoli,
come una sinfonia.
Un sano e normale rapporto di coppia è quel rapporto dove i due hanno la
consapevolezza di se stessi, si assumono la responsabilità della loro vita affettiva,
sono persone sicure ed autosufficienti alle quali la solitudine non fa paura, perché
sanno stare con se stessi. Scelgono di stare in coppia per amare e non per essere
amati.

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L autostima

Il processo di individuazione, il divenire individuo, ha le sue basi nelle


relazioni che si hanno nei primi anni di vita le relazioni primarie, è possibile
separarsi cioè individuarsi se prima si è st a t i un it i. N e ll e sse r e unit i si è fa t t o
r ifor nim e nt o de ll e ne r gia e de lla for za , de lla sicur e zz a in se st e ssi che ci
pe r m e t t e poi di a llont a n a r ci. Alt r im e nt i si t e nde r à a pe r se guir e l unione , la
simbiosi.. Queste esperienze di relazioni, insieme al patrimonio genetico
sono le fonda m e nt a de ll ide nt it à .

L ide nt it à è un a r e a lt à polifor m a , cioè con molti aspetti, uno dei quali, forse quello
che risalta maggiormente, è che ogni individuo ha più identità, individuale, familiare,
di gruppo. La cosa è complicata dal fatto che tutte queste identità possano coesistere
pacificamente, ma anche essere in contrasto fra di loro.

La costruzione dell'identità oscilla fra i due poli dell'identità e dell'identificazione.


Per identificazione si intende quel processo per cui una persona tende a diventare
simile ad un altro individuo o gruppo, e appropriandosi dei suoi valori e delle sue
competenze, si identifica con esso. Per identità s intende invece l'espressione della
propria singolarità. Nel corso della vita l'identità passa attraverso una serie di
identificazioni che promuovono la crescita psichica. L identificazione è necessaria
perché ci fornisce dei modelli, i primi all inizio della vita sono i nostri genitori.
L'identificazione, è però come una sorta di viaggio, dopo il quale si deve sentire la
necessità di tornare in noi stessi per la costruzione attiva di un'identità coerente. Per
promuoversi, difendersi, essere riconosciuti dagli altri e affermarsi, è insomma
necessario passare attraverso delle identificazioni, ma è anche necessario
abbandonare queste identificazioni per poi essere, restare e diventare noi stessi. Si è
dunque allo stesso tempo uno e molti.

Purtroppo molto spesso, sia bambini che adulti, vengono educati ad essere come gli
altri li vorrebbero, a non uscire più dalle identificazioni. Molti hanno sperimentato il
senso di colpa che assale quando si sente di deludere i propri genitori nelle loro
aspettative, perché dopo l identificazione abbiamo la necessità d imporci come noi
stessi, diversi dagli altri.

Inoltre nella costruzione attiva del nostro essere maneggiamo, modelliamo, facciamo
nostri alcuni aspetti di altri, li misceliamo con il nostro essere unici, ma in questo
modo sperimentiamo e rischiamo Se non abbiamo acquisito fiducia in noi stessi,
possiamo non avere il coraggio di esporci per quello che sentiamo di essere e
preferiamo adottare bello e fatto un modello culturalmente confezionato già pronto
per avere successo e sedurre. Adottiamo così comportamenti, atteggiamenti per
conquistare essere accettati, non deludere che poco ci somiglia. Abbandonare il
nostro Vero sé, adottare un Falso sé.

La stima di sé stessi origina dal confronto tra l'immagine che ciascuno ha di se stesso
- ossia il "sé percepito" - e l'immagine di ciò che si vorrebbe essere, "sé ideale". In
questo senso, tanto più il "sé percepito" è lontano e di meno valore o soddisfazione
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rispetto al "sé ideale", tanto più si ha una bassa stima di sé; viceversa, tanto più si ha
consapevolezza delle proprie carenze, ma si trae soddisfazione dai propri punti di
forza, tanto più la stima di sé aumenta.

Vivere il proprio Essere in modo pieno è segno di autostima: conoscere i propri limiti,
le proprie potenzialità, le proprie emozioni, fantasie, percezioni e tanto altro, fanno sì
che l individuo possa davvero essere se stesso. Molti dei disagi che ragazzi e adulti
vivono, sono legati ad una scarsa autostima, aspettative, richieste sensi di colpa fanno
dimenticare il proprio Essere. Si entra così in una spirale che porta a schemi mentali
difficili da rimpiazzare con una sana concezione di sé e una consapevolezza, che siano
fonte di sicurezza per l individuo.

Alla base dell autostima c è l autovalutazione che può essere definita come un
insieme di atteggiamenti che una persona ha verso se stessa. Può esprimersi
come una reale valutazione di se stessi, oppure come sopravvalutazione o
sottovalutazione per una errata considerazione che ciascuno può avere di se
stesso rispetto agli altri o alla situazione in cui di volta in volta si trova a
sperimentare. Una sana autostima prevede l'accettazione delle proprie
competenze e dei propri limiti, la capacità di gestire e utilizzare le regole
sociali in modo flessibile, il riconoscimento dei propri diritti e la capacità di
agire assertivamente, sapendo di gestire in modo efficace le critiche.
L autostima è un valore, un sentimento che viene insegnato, trasmesso dalle figure
affettive di riferimento fin dalla nascita, nell infanzia l incoraggiamento ad esprimersi
ad avere iniziativa, a sperimentarsi avendo fiducia nel successo, è un atteggiamento
che promuove la formazione di una buona autostima. è consapevolezza di sé, del
proprio valere come persone uniche ed irripetibili, è appreso dai bambini, dai ragazzi e
dagli adulti stessi:

Nel corso della vita, la coscienza di sé è spesso ridefinita da fattori come la scelta della
professione, il matrimonio, la paternità o la maternità, i ruoli sociali, le affiliazioni
ideologiche e religiose, lo stato di salute, gli eventi personali. Tutti questi fattori
possono modificare in misura maggiore o minore l'identità, l'immagine di sé e
l'autostima.
Insomma l'identità, come concordano ormai tutti gli studiosi, non è un attributo
immutabile. Ma u n pr oce sso in dive nir e , m a i com ple t a m e n t e com piut o e
soggetto a continue ristrutturazioni.
L'individuo è impegnato nello sforzo di realizzare una continuità nel cambiamento, il
che non è sempre facile. Una bassa autostima, molto spesso è la conseguenza di un
passato difficile dove non ci siamo sentiti amati, voluti, accettati, proprio per questo
abbiamo messo su delle difese, siamo stati traditi e ci siamo traditi.
Siamo stati educati al "Ti voglio bene se...farai il bravo...seguirai le regole...e chi più
ne ha più ne metta. Troppo spesso la gente si ama se è bella, brava, magra,
ricca...mentre dovrebbe imparare ad amarsi con la frase: "Ti voglio bene per quello
che se i" che nello specifico diventa: " M i voglio be ne pe r qu e llo che sono" .Questa
è l'autostima, la stima di sè per le qualità positive che tutti abbiamo e che troppo
spesso diamo per scontate.

Nelle crisi, soprattutto quelle di coppia, dove sperimentiamo l altro attraverso delle
parti di noi molto intime, ci permettono di confrontarci con quello che in realtà siamo e
sentiamo, in questi momenti può nascere una contraddizione tra un'immagine di noi
stessi che non ci appartiene più e i progetti che si vogliono realizzare. Oppure, può
anche accadere che in maniera disadattiva l'individuo si stacchi eccessivamente dal
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proprio passato per evolvere, dimenticando però di imparare dalle esperienze passate.
Diversamente approfittando di queste crisi possiamo raggiungere la consapevolezza di
noi stessi e l autocoscienza che responsabilizza nei confronti di noi stessi e degli altri.
Permettendoci di alleggerire queste difese, e di non restare ancorati al passato.

Ciascuno di noi verifica quotidianamente, nella vita di coppia e nel mondo del lavoro,
quanto importante sia il proprio valore, l essere centrati e presenti a se stessi. Noi ci
riconosciamo, gli altri ci riconoscono. L a cce t t a zione di ciò che sentiamo di essere
permette una convivenza meno conflittuale con noi stessi e con gli altri, soprattutto
una maggiore serenità nel presentarci al mondo per quello che siamo "Nessuno può
farci sentire inferiori senza il nostro assenso".

L essere seduttivi, il desiderio di piacere e la capacità di suscitare l'attenzione altrui, a


tutti i costi che si realizza con il corpo e la psiche, il linguaggio, i gesti, lo sguardo,
serve per scongiurare la solitudine e la depressione, a chi non sa percepire da solo il
proprio valore, ed è dipendente dagli altri. N on è possibile pia ce r e a t u t t i, a n oi
pia cciono t ut t i?
Quando la nostra immagine è costruita, l'insieme di atteggiamenti e delle performance
che siamo abituati a mostrare, al posto dei nostri più veri sentimenti, ci danno
l'illusione di proteggerci, di farci sentire più forti e inattaccabili, e anche di migliorare
la nostra autostima. Ma non è così. Ci dividono, invece, dal nostro Vero Sé, sono una
di corazza difensiva: il Falso Sé, falsità e rigidità, e sono accompagnate dal timore di
venir "smascherati".

Spesso l immagine di un sé di successo, equivale ad una sopravvivenza psicologica ed


è vissuta come un traguardo da conquistare anche a costo di sacrificare la propria
individualità, adottando valori e comportamenti insistentemente proposti dai media,
allora diventa fonte di stress e frustrazione, una vera e propria ossessione che
ostacola il raggiungimento della maturità psichica, soprattutto in amore.
Il narcisista può essere valutato come dotato di forte autostima? Il narcisista, in
realtà, vede male sé e ciò che lo circonda. Così può capitare che chi non è in grado di
sostenere l'immagine di 'vincente' cerchi aiuto nella cocaina, chi si sente esclusa da
una felicità identificata con la bellezza fisica si autopunisca con l'obesità, chi non riesce
a vivere nella realtà il proprio repertorio di fantasie erotiche si limiti a sussurrarle al
telefono a donne sconosciute. Oppure, quei lunghi elenchi di conquiste che alcune
persone con il titolo di conquistatori collezionano. Chi passa da un oggetto d'amore
all'altro in realtà è solo in cerca della novità. La novità è il surrogato dell'amore, con le
sue sensazioni immediate, ma passeggere, a volte forti, ma transitorie. Chi ricerca la
novità (o la moda del momento!) non sta amando, cerca solo di riempire la propria
vita con qualche sensazione; così facendo apre le porte all'insoddisfazione esistenziale
che scatta quando non si riesce a trovare qualcosa di forte che ci scuota dalla noia
della routine quotidiana.
Può sembrare ovvio, ma non c è amore dove c è superficialità. Ci sono persone che si
occupano di tutto e scambiano la conoscenza con una banale comprensione degli
aspetti più importanti dell oggetto.
Nell amore alla conoscenza si lega la curiosità, l approfondimento diventa intrigante
capire e scoprire. Diventare esperti di ciò che si ama e imparare a conoscere la
persona a cui si vuole bene, diventa un gioco piacevolissimo.
La coppia che si ama è curiosa. In realtà chi ama apprezza i dettagli, le finezze, i
continui miglioramenti che può dare solo una partecipazione intensa a ciò che si sta
vivendo. Chi ama diventa un esperto di ciò che ama, non gli basta accontentarsi di

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una sommaria conoscenza. Del resto se amiamo una persona non desideriamo forse
conoscerla a fondo?
Storie di convivenze tristi, l'insoddisfazione di coppie sposate che rimangono unite
senza amore, bensì per esigenze economiche, paura della solitudine, paura di creare
traumi ai figli coppie infelici che magari avviano relazioni parallele con altri partner.
Queste storie fanno sperimentare livelli molto bassi di autostima, modificarle sembra
così difficile, faticoso, in queste situazioni si disinveste affettivamente dal mondo e da
se stessi. Molti problemi psicologici hanno alla base rapporti sentimentali malsani tra
genitori e figli, tra partner, ecc
Non sono poche le persone che avvertono un senso di disagio e di malessere, oppure
che hanno delle paure che le bloccano, dei sensi di colpa che le perseguitano, o dei
pensieri intrusivi e fastidiosi che non riescono ad arrestare. Sono insicure, ansiose,
hanno paura di essere giudicate o criticate dagli altri. Queste persone hanno una
bassa autostima.
M a pe r ch é si ha u na ba ssa a u t ost im a ? La risposta ci è data dall'apprendimento
che ci influenza fin dall'inizio della nostra vita: se ci comportiamo bene, nessuno ci
gratifica perché abbiamo fatto il nostro dovere; se sbagliamo, ci danno attenzione
sottolineando il nostro errore, difetto, mancanza. Paradossalmente, essendo
l'attenzione un fondamentale bisogno umano, finiamo per comportarci male, per
irritare gli altri pur di essere notati!
A causa di questo condizionamento, siamo portati a dare per scontate le nostre
qualità, i nostri pregi e quelli altrui, mentre siamo attenti ai difetti, alle mancanze ed
agli errori nostri e delle persone che ci circondano.Oppure troviamo persone che si
esaltano, che "sanno tutto loro...che non sbagliano mai" e pensiamo erroneamente:
"Quella persona sì che si stima!" In realtà, una persona così ha una bassa autostima
che tende disperatamente a mascherare. Come si potrebbe definire questo aspetto
della personalità e quali sono gli elementi per determinarla?
Per cercare di chiarire, partendo dall'etimologia, troviamo il verbo stimare derivante
dal latino "aestimare" che significa "valutare" nella duplice accezione di: "determinare
il valore di" e "avere un'opinione su". Da questo punto di vista il concetto di stima di
sé racchiude:

- come ciascuno vede se stesso


- come si giudica, che tipo di valore si attribuisce

I n que st o se nso la st im a di sé è un'e spe r ie nza m olt o sogge t t iva , le ga t a più a


ciò che cia scuno se nt e e pe nsa a pr oposit o di se st e sso, che non a que llo che
gli altri credono di lui.

In realtà, una persona potrebbe sentirsi molto amata, avere molti amici ed essere
stimata, nonostante questo riscontro sociale, potrebbe non amarsi o non sentirsi di
meritare la considerazione e la stima che gli altri mostrano nei suoi confronti. In
effetti, di tutti i giudizi che vengono pronunciati su di noi durante la vita il più
importante, e a volte il più critico, è proprio il nostro. Addirittura, qualcuno potrebbe
corrispondere in tutto alle aspettative degli altri e tuttavia non essere soddisfatto di
sé, oppure aver conseguito traguardi notevoli e sentire che non è abbastanza o che
non ha realizzato niente di quello che effettivamente voleva, oppure ancora essere
giudicato dagli altri equilibrato e sicuro e sentirsi del tutto inadeguato.
Come si vede, in tutti questi frangenti, più che da elementi oggettivi, o da giudizi
altrui, ciò che rende insoddisfatta o perplessa la persona nei confronti di se stessa e di
quanto ha fatto, è appunto il giudizio, il valore che lei stessa si dà. In effetti, avere
una buona considerazione di se stessi, quindi giudicarsi e pensarsi in termini
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favorevoli, agisce come una sorta di sistema immunitario dello spirito, che consente di
affrontare in modo efficace quanto la vita ci propone e di attingere a capacità di
ripresa qualora ci si confronti anche con gli inevitabili insuccessi; viceversa, una
considerazione negativa di se stessi può determinare un maggior timore nell'affrontare
i problemi e le circostanze della vita e una minore capacità di recupero di fronte agli
insuccessi.

L'individuo che si st im a con osce i suoi pr e gi e d a m m e t t e se r e na m e nt e i suoi


limiti cercando di migliorare ciò che è nelle sue possibilità.

E' capace di amarsi comunque e in sua compagnia si sta bene, accetta la propria
natura, di aderenza tra ciò che è e ciò che mostra di essere. Niente più ruoli da
sostenere: semplicemente essere, con la sensazione che quel che siamo va bene
E' importante sapere che una conoscenza adeguata di se stessi e delle proprie
convinzioni aiuta e facilita la relazione di coppia
La persona che si vuole bene, che si accetta non ha paura di sbagliare, stabilisce
buone relazioni con gli altri, sa affrontare meglio le difficoltà e gli insuccessi della vita,
non dipende dal giudizio altrui, sa farsi rispettare, sviluppa le sue potenzialità
Sicuramente credere nel proprio valore e sentirsi intimamente sicuri, aiuta a
rispondere adeguatamente a sfide e opportunità, viceversa se non crediamo in noi
stessi e nelle nostre capacità e nel nostro essere degni d'amore e di stima
affronteremo la vita con più difficoltà . Quanto è più alta la stima di noi stessi, tanto
più tendiamo a essere ambiziosi, Viceversa, più è bassa la stima di noi stessi, più i
nostri obiettivi sono limitati e addirittura più difficile diventa raggiungerli. Entrambe
queste posizioni tendono a rafforzarsi e a perpetuarsi: come in una profezia che si
autodetermina, più ci stimiamo più sentiamo il bisogno di esprimere la nostra
ricchezza interiore e di confrontarci con gli altri quando invece ci sottovalutiamo
diventa più difficile portare avanti le proprie idee, esprimere i propri sentimenti e in
ultima analisi entrare in relazione con gli altri
L aspetto più importante è che la stima che abbiamo di noi, non dipende dal giudizio o
dall'approvazione degli altri. la stima di sé è un qualcosa che tocca gli aspetti più
profondi e intimi della nostra persona, come abbiamo visto, la sua formazione si
colloca agli inizi della vita e dalle esperienze vissute nei momenti più delicati e
complessi della nostra crescita.

Caratteristica importante della stima di sé è la mancanza di legame diretto tra le


qualità obiettive di una persona e il suo sentirsi soddisfatta di se stessa: alcuni uomini
mediocri possono essere dotati di una sicurezza presuntuosa e incrollabile, mentre
altri, per quanto capaci di riuscire pienamente nella vita e stimati da tutti, diffidano
costantemente delle proprie qualità e possibilità.
In questo senso, alcuni autori francesi ritengono che gli ingredienti che permettono a
ciascuno di sentirsi persone competenti e degne d'amore, sono:
- l a m or e di sé
- la visione di sé
- la fiducia in se stessi
L'amore di sé: è ciò che ci consente di apprezzarci nonostante i nostri limiti e difetti. E
un attenzione benevola per noi stessi indipendentemente dalle nostre prestazioni, anzi
ci consente di far fronte alle avversità e di riprenderci dopo aver mancato un obiettivo
che ci eravamo prefissati. In caso di difficoltà non impedisce né la sofferenza né il
dubbio, ma protegge dalla disperazione. L'amore di sé dipende in buona parte
dall'amore che la nostra famiglia ci ha fatto percepire quando eravamo bambini e dal
"nutrimento affettivo" che abbiamo ricevuto. Amare se stessi è il fondamento della
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stima di sé, la sua componente più profonda e più intima. Da questo punto di vista, la
prima storia d'amore che dobbiamo vivere con successo è quella con noi stessi.
Soltanto allora saremo pronti per una relazione, capaci di amare pienamente e
accettare che un'altra persona ci ami
La visione di sé: è lo sguardo che rivolgiamo a noi stessi, vale a dire la
valutazione, fondata o meno, che facciamo delle nostre qualità e dei nostri difetti.Non
si tratta solo di conoscere sé stessi, non è come siamo realmente, ma la nostra
convinzione di avere qualità o difetti, potenzialità o limiti, elementi che non è detto
che gli altri percepiscano in noi così come noi li percepiamo in noi stessi.
E importante sapere che la stima di sé è un aspetto plastico della personalità, un
aspetto che può essere incrementato e che non è dato una volta per tutte. E' possibile
quindi cambiare, ponendosi obiettivi graduali acquisendo una maggiore stima di sè per
la propria salute e per la propria autorealizzazione.Per migliorare le nostre relazioni
interpersonali e in particolare quelle amorose, può essere molto utile cominciare ad
osservare ed ascoltare quei pensieri che svolgono un ruolo fondamentale nella nostra
vita emozionale.

Molte delle nostre reazioni emozionali sono prodotte da un costante fluire di pensieri,
ciò che viene definito monologo interno, che ci aiuta a interpretare e comprendere il
mondo

Fin qui tutto bene se non fosse che non sempre noi stessi ci diciamo la verità, qualche
volta omettiamo delle parti importanti, qualche volta le esageriamo, qualche volta
ragioniamo secondo criteri di bianco o nero. Queste indicazioni "false" si chiamano
distorsioni cognitive e generalmente sono irrazionali perché basate su dati incerti.Il
meccanismo di base di una distorsione cognitiva agisce all'interno di una sequenza
definita A B C (antecedente, atteggiamento, conseguenza).Ci vuole tempo per riuscire
a riconoscere le proprie distorsioni cognitive, comunque si possono seguire delle
indicazioni per tentare di farlo.
È importante che si ponga attenzione a ciò che io mi dico e non solo a ciò che dice
l'altro
Esempio:
Evento: Appuntamento mancato
Pensieri: Io non sono importante, sono invisibile
Sentimento: Rabbia

Cominciando ad osservare i pensieri e le emozioni che determinano le reazioni, si può


cominciare a capire che nella progettazione del comportamento non c'è solo una
risposta al comportamento dell'altro ma. è presente un'idea iniziale preconcetta. Una
volta che si comincia a osservare il proprio monologo interno è possibile cominciare ad
indagare sulle proprie distorsioni cognitive.
Le più frequenti distorsioni cognitive riguardano:
- Un attenzione selettiva alle sole parti negative della relazione. Ci si concentra
sui problemi invece che sulle risorse.
- La convinzione di molti di poter prevedere o interpretare le azioni e i sentimenti
del proprio compagno senza avere un riscontro reale dalla relazione.
- Generalizzare ciò che succede renderlo pervasivo della relazione, amplificare le
situazioni soprattutto quelle negative (tu sei sempre ., tu non sei mai ).
- Dare etichette al proprio partner di ordine negativo: stupido, pazzo, cretino
- Dividere tutto in buono o cattivo: si ragiona esclusivamente in modo antitetico,
o è bianco o è nero, o è giusto o è sbagliato.

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- Pensare che si è la causa della crisi relazionale e che nessuno soprattutto il tuo
partner vuole fare qualcosa per cambiare

Proviamo a considerare le relazioni tra pensieri e comportamenti, poniamo attenzione


al nostro modo si pensare, ne va della realizzazione di noi stessi.

Proviamo a sfidare e cambiare le distorsioni cognitive:

Quale evidenza sostiene la mia interpretazione?

Quale evidenza potrebbe essere contraria alla mia interpretazione?

C'è una spiegazione alternativa per il comportamento del mio partner?

Ci sono altri motivi o sensazioni che possono averlo spinto ad agire in quel modo?

Ho verificato le mie convinzioni rispetto al mio partner?

Cio' che penso è sempre vero o ci sono eccezioni?

Ho considerato entrambi i piatti della bilancia?

Ho tenuto conto anche delle risorse positive del mio partner?ù

Posso provare a pensarmi diversamente lasciando a me stesso e all altro nuove e


diverse possibilità di essere?

Una visione positiva di noi consente a ciascuno di sentirsi all'altezza nell'affrontare ciò
che la vita riserva; viceversa una visione di noi troppo limitata o timorosa, ci espone
molto di più al disorientamento e all'insicurezza
La fiducia in se stessi è la terza componente della stima di sé e si applica soprattutto
alle nostre azioni, il suo ruolo è fondamentale in quanto la stima di sé ha bisogno di
azioni per mantenersi o svilupparsi.
Essere fiduciosi significa pensare che si è capaci di agire in maniera adeguata nelle
situazioni importanti.

LA COM UN I CAZI ON E E LA COSTRUZI ON E D I SE ATTRAVERSO I L RI SCON TRO


SOCIALE

La continuità e la sicurezza della definizione di sé costituiscono aspetti importanti della


stabilità emotiva e dell'equilibrio personale. Per avere un rapporto da essere umano
ad essere umano è necessario possedere un senso solido della propria autonomia e
della propria identità; se non è così, ogni rapporto minaccia l'individuo di perdita
l'identità. Il "romanzo familiare" spesso è solo l'insieme dei tentativi incrociati di
cambiare la personalità degli altri partner.

Ogni individuo esprime il bisogno di essere confermato ed ha la prerogativa a


sua volta di poter confermare gli altri.

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La delusione fondamentale per un individuo è credere d essere chiunque qualcun altro
abbia deciso che egli sia; il soggetto si trova condannato ad un identità e ad una
definizione di sé , che egli vorrebbe ripudiare, ma non riesce a farlo.

I messaggi che un soggetto esprime per autodefinirsi possono essere accolti in modi
diversi dall' interlocutore o dagli interlocutori. Al concetto "Ecco come mi vedo" si può
rispondere con una conferma, Il desiderio di essere confermati è un fatto essenziale.
La conferma può avvenire mediante un sorriso (comunicazione visuale), una stretta di
mano (comunicazione tattile), una manifestazione verbale di simpatia (comunicazione
uditiva); I rituali di non-conferma

Conferma, rigetto, diniego dell immagine di sé nella comunicazione


I partner di una coppia offrono l un l altro delle definizioni della loro relazione e di se
stessi che tradotto significa: ecco come mi vedo, come vorrei che tu mi vedessi e
come vorrei che tu ti relazionassi con me .
L altro può accettare, rifiutare o correggere
- Un marito dice alla moglie: non sopporto più che tu giochi alla bambina immatura e
che tu mi chieda costantemente di sostenerti e proteggerti; voglio che tu accetti le
mie debolezze e che trovi in te la forza di occuparti di te e di aiutarmi quando ho
bisogno di te .
Rigetta l immagine che la moglie gli rimanda ma allo stesso tempo la valorizza nelle
sue capacità, è costruttivo.
Nella conferma e nel rigetto c è sempre riconoscimento.
I l dinie go, la disconfe r m a è invece il rifiuto della persona, un modo per dirle che
non esiste. Può tradursi in disprezzo.

- una signora aveva un marito tanto tollerante che non le rivolgeva mai un
rimprovero, qualsiasi condotta facesse. Ogni cosa era seguita da un complimento. Per
esempio ogni giorno si sentiva dire che quello che aveva preparato era davvero
buono. Aveva l impressione che le sue azioni non avessero in fondo nessun importanza
per lui. lei si sentiva negata. Questo tipo di comunicazione non prende in
considerazione, non parla in pratica della verità o dell opinabilità d alcune
comunicazioni, piuttosto nega la realtà dell'altro. Mentre una replica esplicita "Hai
torto" se non altro è chiara, e apre in teoria un confronto su fatti concreti, la
disconferma esprime implicitamente il messaggio: "Tu non esisti com entità
autonoma, indipendente, capace di formulare giudizi in particolare su te stesso, o su
qualsiasi altro. Tu non hai significato".

Con la ripetizione continua di queste modalità d interazione, una persona non subisce
una singola critica, ma sono la sua autenticità e il suo valore ad essere messi in
dubbio. La disconferma non risponde direttamente alle affermazioni effettuate da
qualcuno, pone in crisi la sua validità personale, fa intendere che tutto quanto l'altro
ha detto e quant'altro potrà dire in futuro, in particolare su se stesso, non ha valore,
importanza, peso, perché è proprio lui che non ha alcun valore, alcuna importanza,
alcun peso.

Per far fronte a comunicazioni di disconferma è necessaria una capacità di


metacomunicare. La capacità di metacomunicare non è per niente scontata, non è
neppure facile.

Quando qualcuno mette in dubbio, in crisi, in ridicolo, il modo di essere di un altro


individuo, quest'ultimo ha solo due possibilità: o accetta di dipendere dalle
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affermazioni del partner, sentendosi colpito da tali messaggi, oppure fa propria la
scelta di commentare le comunicazioni che gli sono rivolte, ponendo in discussione chi
ha assunto un ruolo destabilizzante nei suoi confronti.

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Conclusioni: il percorso fatto insieme

Il compito che si è posto questo seminario è stato fin dall inizio fornire strumenti di
lettura della vita affettiva che possano essere al nostro servizio, nel tentativo di avere
la consapevolezza di noi stessi e dei nostri processi affettivi. Si può scegliere
liberamente solo quando sappiamo tra cosa stiamo scegliendo.
La coppia, la famiglia dovrebbero essere impostate come se fossero strutture al
servizio dell individuo e non il contrario. La spersonalizzazione che avviene di solito
all interno delle nostre relazioni più significative va ricercata nella falsa ipotesi
educativa della generosità come fattore vincolante tra gli individui.
La generosità alla quale faccio riferimento è quel sentimento che spinge le persone a
dire: vivo per te , meccanismo in base al quale una persona inizia a confondere i
propri desideri e interessi con quelli degli altri, ci porta a mitizzare il concetto d amore
come atto alieno alla capacità di pensiero.
E proprio di tutti gli esseri umani compiere certe azioni, creare situazioni gratificanti,
piacevoli e fare in modo che queste azioni si ripetano, anche a discapito di qualcun
altro. E utile non perdere mai di vista questo concetto d interpretare le motivazioni
delle diverse condotte, anche di quelle più altruiste .
La vita di una coppia e la vita di una famiglia resteranno radicalmente differenziate se
i loro componenti avranno ben chiaro che la rispettiva autorealizzazione difficilmente
potrà passare attraverso l inibizione dell Io , della propria personalità e soprattutto
dei propri ideali e progetti di vita.

N on è possibile , ne l ciclo di vit a , dir e t u se nza pr im a dir e io, e se non


sa ppia m o dir e né io né t u n on sa r à possibile dir e noi .

L infanzia condiziona in modo profondo le relazione che instaureremo da adulti. Senza


rendercene conto spesso scegliamo partner che ci aiuteranno a ripercorrere i bui
sentieri della nostra gioventù. Per ognuno di noi l infanzia è il tempo ed il luogo nel
quale riceviamo tutte le informazioni più importanti che ci riguardano: le nostre
speranze, le nostre carenze, le nostre aspettative, i nostri miti personali circa l altro
sesso, il nostro senso di autostima, il rapporto con il nostro corpo e tutte le altre
migliaia di percezioni e convinzioni che formano il concetto che abbiamo di noi stessi.
In genere entriamo nell età adulta disinformati su noi stessi, ignari di quanto individui
e circostanze abbiano influito sulla formazione della nostra persona. Di conseguenza,
cerchiamo di progettare la nostra esperienza di adulti su un piano, non solo conscio,
ma anche, su un piano inconscio in modo da ricreare ciò che è già accaduto, cosicché
possiamo finalmente capirne il significato.. Ecco perché spesso vediamo donne che da
bambine hanno subito violenze da parte del padre sposare uomini che le maltrattano.
O perché uomini che hanno avuto madri distaccate e insensibili spesso sposano donne
fredde fisicamente ed emotivamente fredde.
La cosa che noi tutti cerchiamo di compiere nell arco della nostra vita è quella di
costruire la nostra personalità. Il nostro costante interrogativo è chi sono io? . Nella
nostra vita, quindi cerchiamo di capire qualcosa della nostra identità e per farlo
creiamo una serie di esperienze di vita che ci aiutino a scoprire chi siamo realmente.
Al di là dei condizionamenti (per quanto artificiosa possa essere questa ricerca),
stiamo con la speranza che almeno queste esperienze confermino ciò che abbiamo già
capito di noi, Il più delle volte, queste esperienze ci rimettono in gioco su aspetti di noi
che credevamo consolidati.

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Siamo tutti impegnare nel diventare, o nel cercare di diventare noi stessi. Desideriamo
crescere, conquistarci un indipendenza, avere una tranquillità economica, istruirci.
Obiettivi legati al processo di sviluppo psicologico, dove gli obiettivi sono finalizzati
alla soluzione di problemi d ordine emotivo che possono riguardare, ad esempio, la
sessualità, la condizione di donna o uomo, la forza personale, la creatività,
l autonomia. avere un amore o più di uno, risolvere i nostri problemi di dipendenza,
migliorare il senso di autostima, assecondare i nostri interessi.
Le relazioni cominciano e finiscono, noi scegliamo e veniamo scelti è attraverso questi
processi di incontri e separazioni che arriviamo a definire noi stessi.

Abbiamo iniziato descrivendo le prime forme attraverso le quali ogni uomo


intraprende il proprio cammino verso la vita: quelle del piacere/dispiacere
per tutti.
Un mondo simile tra gli individui, e allo stesso momento profondamente diverso.
Ciò che i nostri sensi captano, ancora prima della nascita, costituisce l alimento del
nostro apparato psichico. Non sempre le nostre percezioni sono nitide, né tanto
oggettivamente vere come sembrano. La somma degli stimoli che i nostri sensi
registrano, si organizzano su una base affettivo-soggettiva individuale.
La percezione, non è dunque un fenomeno puro, ma è modificata da un certo numero
d aspetti. Uno stesso oggetto non è visto nella stessa forma da persone diverse che lo
guardano nello stesso momento.
L attenzione che poniamo verso l ambiente è modificata da m ot ivi e m ot iva zioni: se
abbiamo fame, gli stimoli associati al motivo della fame, diventeranno il fuoco della
nostra percezione e i ristoranti attireranno la nostra attenzione, molto di più di quando
abbiamo appena terminato di mangiare, tali motivazioni rendono la nostra attenzione
selettiva. Influenzati da int e r e ssi e va lor i diamo maggior importanza a quegli
aspetti del mondo che più si relazionano con la nostra area d interessi attraverso una
disposizione preparatoria, un bambino sicuro, che esplora il mondo sarà attratto dalle
novità, un bambino preoccupato affettivamente cercherà conferme nelle cose
conosciute.

La nostra memoria, la valigia che ci portiamo dietro da sempre, nella quale riponiamo
le cose che riteniamo più care o più importanti, è piena di ricordi che hanno un
significato affettivo, positivo o negativo. (il cestino dell asilo, i banchi di scuola, le
vacanze estive, un vestito, una delusione)
Ciò che si cerca di tutelare con quest atteggiamento, quello dell attenzione selettiva, è
l organizzazione affettiva, l affetto è la motivazione principale che nasce dall istinto di
sopravvivenza, che va incontro a ripetute trasformazioni, e rappresenta una delle più
importanti fonti della costanza del Sé, dando continuità alla nostra esperienza,
nonostante tutti i nostri cambiamenti. La prima figura affettiva; il nostro primo
oggetto d amore ci fa conoscere il mondo attraverso i suoi occhi, le sue braccia, le
sue parole, ci passa quindi, inevitabilmente, la sua soggettività, su come si vive .
Questa sua visione può renderci liberi, avere la possibilità di entrare in contatto con gli
altri seguendo la nostra spontaneità (per quanto possibile), lasciando libero il nostro
vero sé, o prigionieri d esperienze non nostre e costringerci a vedere le cose del
mondo con un paio d occhiali che non sono nostri, e sviluppare un falso sé. Nei primi
anni di vita sperimentiamo noi stessi attraverso un gioco complicato di vicinanza e
allontanamento dalla nostra base sicura .
Nell adolescenza riviviamo questa fase, per fare esperienza dall Io al Tu.

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Infatti, nell innamorato, ricerchiamo elementi familiari od opposti alle prime figure
d amore. In nome del primo innamoramento siamo disposti a tutto, anche a
rinegoziare l indipendenza che ci siamo conquistati con fatica fino a quel momento.
Abbiamo visto che mettiamo in atto dei meccanismi sofisticati per selezionare la
persona attraverso la quale vivere noi stessi, il gioco tra idealizzazione e
identificazione, c intrappola nel ruolo di uno che ci somiglia poco, agiamo come il
predatore con la preda, ci mimetizziamo con i modelli proposti socialmente e
culturalmente.
L innamoramento è il momento di riattivazione molto forte a tanti livelli: affettivo,
mentale e fisico. I sentimenti d esaltazione, annullamento, ansia e felicità che
accompagnano l innamoramento sono, infatti, caratteristici di una situazione di forte
investimento emotivo su una nuova relazione che crea una sorta di sbandamento.

In questo cammino in due non ci rendiamo conto che femminile e maschile parlano
linguaggi diversi culturalmente sostenuti, attribuiscono al mondo dei significati affettivi
e costruzioni di senso che ci sviano dall incontro.
Dobbiamo allora rinegoziare tutto ed entrare nell ottica che essere uomo o donna è
avere la capacità di sentirsi, riconoscere le differenze ed apprezzarle.
Il passaggio dall innamoramento all amore, avviene per una scelta consapevole,
quando ascoltando il nostro vero sé, riusciamo a vedere anche i nostri limiti e quindi
anche quelli dell altro.
Nel passaggio rinunciamo a quegli aspetti d eccezionalità dell innamoramento, ma
acquisiamo la capacità di condividerci con l altro, sperimentando i vissuti di una
relazione armoniosa e di un legame intenso.
Crisi: dal greco separazione, scelta, giudizio
Vivere una crisi è un opportunità e come tale deve essere utile, produttiva, è
l occasione per farci sentire a pieno le risorse di cui disponiamo, per riorganizzare la
nostra vita. Stare male deve servire per stare bene.
Ci si ritrova spesso ad affrontare il matrimonio come una sorta di rapporto terapeutico
naturale, spesso proponendo i sospesi delle prime relazioni oggettuali irrisolte. Il
matrimonio è la forma d elezione delle relazione umane e assume degli aspetti di
unicità nella condivisione del perseguire obiettivi psicologici. Quello che comunemente
chiamiamo amore è il vincolo psico-affettivo, che lega le persone tra loro e che il più
delle volte è una forma di mutua assistenza. Questo legame nasce per la necessità di
trovare un interlocutore valido e stabile, allo scopo di condividere le varie esperienze
autorealizzanti.
Ciò non deve essere interpretato necessariamente come espressione di patologia, ma
come necessità di trovare un contenitore idoneo a quei nuclei non risolti in ognuno di
noi. L amore è quindi ciò che alimenta l unione di due o più persone, è il risultato della
gratificazione reciproca che deriva dal soddisfacimento dei propri bisogni e desideri.

Lo sviluppo della tecnologia, ci ha dato esempio, ormai da tanto tempo, di come


l uomo costruisce attorno a sé, macchinari sofisticati basandosi sul funzionamento
umano. Sono macchinari complicati, efficienti, che devono tentare di riprodurre
l umano il più possibile, tranne che per una caratteristica: la vulnerabilità.
Per l uomo, invece, perché possa realizzare nell arco di una vita il progetto con il
quale viene al mondo, la vulnerabilità è una caratteristica importante, che gli permette
di scegliere, in base al proprio sentire, e a quello degli altri, provando e sbagliando,
ma riprovando e aggiustando il tiro ed avere la possibilità di crearsi una vita che gli
somigli, rispettando i propri tempi, imparando ad ascoltarsi. La vita ci fornisce la
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conoscenza necessaria per rapportarci ad un altro individuo, attraverso la conoscenza
di noi stessi, sperimentando direttamente le coordinate
La nostra comprensione di ciò che sappiamo di altri esseri umani, è limitata da ciò che
conosciamo di noi stessi.
La coppia attuale è la risultante di una storia che va letta a diversi livelli:
antropologico, che ci permette di cogliere le regole e i ruoli vigenti nei vari tipi di
cultura e le aspettative implicite a loro collegate.
A livello psicologico e r e la ziona le , al concetto di maschile e femminile, con le
limitazioni che le loro rigide attribuzioni hanno determinato nello sviluppo dell identità
personale, all influenza che il fenomeno della complementarietà nella scelta del
partner ha sulla costruzione e sul mantenimento della propria immagine e delle
proprie difese, sulla costruzione della realtà esterna, sull evoluzione di ciascun
membro della coppia, al significato dell inevitabile trasformazione del coniuge nel
tempo da personaggio ideale a tiranno, della sfida che si pone nel superamento di
questo stadio evolutivo.
In ogni caso, ciò che è certo è che ciascuno di noi è unico, speciale, meritevole e
degno d'affetto e, sebbene a volte possa sembrare difficile crederlo, ricordarlo può
aiutare ad affrontare in modo più efficace le sfide della vita.
La stima di sé riguarda i sentimenti che ciascuno ha nei confronti di se stesso, il modo
in cui si vede, si giudica e si attribuisce valore. Avere alta o bassa autostima si riflette
su tre importanti aspetti della vita: il proprio modo di presentarsi agli altri, il passare
dal pensiero all'azione per poter realizzare i propri obiettivi e infine il modo di reagire
a successi e insuccessi
Da una parte quindi la qualità delle relazioni primarie ha un peso fondamentale per la
costruzione della propria personalità e per la propria autostima, dall'altra difficilmente
l'immagine che ciascuno ha di sé stesso rimane fissa ed immutabile. Fortunatamente
(o sfortunatamente nel minore dei casi) quest'ultima è soggetta a modificazioni sia
per le esperienze che di volta in volta si fanno, sia per la qualità delle relazioni che
intrecciamo con le persone significative incontrate nell'arco dell'intera nostra
esistenza.
L'autostima permette alle persone che la sperimentano di sentirsi fiduciose delle
proprie competenze, capaci di prendersi cura di se stessi e degli altri senza per questo
danneggiarli o prevaricarli imponendo loro la propria personalità.

Queste tre componenti della stima di sé in genere sono interdipendenti: l'amore di sé


( il rispettare se stessi qualunque cosa accada) -> facilita una visione positiva di se
stessi -> e quindi il credere nelle proprie capacità e il sapersi proiettare nel futuro ->
che a sua volta influenza favorevolmente la fiducia in se stessi e quindi -> l'agire
senza eccessivi timori di eventuali insuccessi o del giudizio altrui.

E' importante sottolineare che la stima di sé è suscettibile di modifiche, non rimane


costante nel tempo, ma può essere incrementata e sostenuta in modo da diventare un
elemento funzionale al nostro star bene con noi stessi e gli altri: teniamolo presente
soprattutto in quelle circostanze in cui si fa strada il dubbio di non essere ancora
riusciti a dare il giusto valore a se stessi.

Buona lettura!

Corso seminario gratuito dott.ssa Imperia Luz Mezzetti cell.338 6309472 75


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