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COMMERCIO
ELETTRONICO



Aspe/
fiscali

Camera
Commercio
Novara

Novara,
12
dicembre
2012

A
cura
di
Stefano
Garelli


1

COMMERCIO
ELETTRONICO

•  Commercio
eleEronico
indireEo
(beni
fisici):

–  Aspe/
generali,
requisiK
e
adempimenK
iniziali

–  Aspe/
operaKvi:

•  Cessione
di
prodo/
diversi
da
quelli
sogge/
ad
accisa;

•  Cessione
di
prodo/
sogge/
ad
accisa
(vino
e
altre
bevande

alcoliche);

•  Commercio
eleEronico
direEo
(beni
virtuali);

•  Appendice:

–  Incoterms
2010

–  Individuazione
traEamento
daziario
nei
Paesi
extra
Ue
di

arrivo
della
merce

–  Documentazione
per
esportazione


2

COMMERCIO
ELETTRONICO


COMMERCIO
ELETTRONICO

INDIRETTO
(BENI
FISICI)


3

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTO

Aspe%
generali

Si
traEa
della
vendita
a
consumatori
finali
(o
a
sogge/
ai
medesimi
assimilaK)
in
base
ai

cataloghi,
per
corrispondenza
e
simili.

Tale
Kpo
di
vendita
si
realizza
quando
il
consumatore
finale
aderisce
ad
un’offerta
del
venditore

(per
leEera
o
tramite
catalogo)
ed
effeEua
un
ordine
uKlizzando,
in
genere,
un
modulo

prestampato
contenente
la
descrizione
della
merce,
i
quanKtaKvi,
il
prezzo
unitario,
l’importo

complessivo
ed
altre
indicazioni
obbligatorie
per
legge,
come,
ad
esempio,
il
diriEo
di

recesso.

Rientra
in
tale
ambito
anche
il
commercio
ele7ronico
indire7o
(vendita
tramite
internet).

Si
traEa
di
una
delle
forme
speciali
di
vendita
al
minuto
di
cui
all’arKcolo
18
del
D.Lgs.
n.

114/1998.


TraEandosi
di
cessione
di
beni
materiali
la
consegna
avviene
ovviamente
con
i
canali
tradizionali,

e
cioè
veEore,
corriere,
servizio
postale,
consegna
direEa
con
mezzi
propri.


Il
pagamento
può
essere
richiesto
con
successivo
bonifico
o
contrassegno
postale,
oppure

avvenire
al
momento
dell’ordine
in
via
eleEronica.


4

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTO

Requisi:
iniziali
(per
vendita
al
de7aglio
di
prodo%
alimentari)


Per
svolgere
l'a%vità
di
commercio
al
de7aglio
di
prodo%
alimentari
non
ci
si
iscrive
più
al
Rec
(Registro
Esercen:
il

Commercio)
in
quanto
tale
registro
è
stato
abrogato
dal
DLgs
114/1998.



Per
svolgere
le
suddeEe
a/vità
è
necessario
rivolgersi:

•  al
Comune
in
caso
di
inizio
a/vità
per
una
qualsiasi
delle
forme
del
commercio
al
deEaglio

•  al
Registro
Imprese
in
caso
di
inizio
a/vità
di
commercio
all´ingrosso.


REQUISITI
PROFESSIONALI


Per
gesKre
un'a/vità
di
commercio
al
deEaglio
di
alimentari,
il

Decreto
legislaKvo
26
marzo
2010
n.
59,
all’
art.

7,
prevede
il
possesso
dei
requisiK
professionali
e
morali;
qui
di
seguito
elenchiamo
i
requisiK
professionali
previsK

dalla
normaKva
(in
alternaKva
fra
loro)
da
dimostrare
al
Comune.

•  aver
frequentato
con
esito
posiKvo
un
corso
professionale
per
lo
svolgimento
dell’a/vità,
isKtuito
o
riconosciuto

dalle
regioni
o
dalle
Province
autonome
di
Trento
e
Bolzano;

•  aver
prestato
la
propria
opera,
per
almeno
due
anni,
anche
non
conKnuaKvi,
nel
quinquennio
precedente,
presso

imprese
esercenK
l’a/vità
nel
seEore
alimentare
o
nel
seEore
della
somministrazione
di
alimenK
e
bevande,
in

qualità
di
dipendente
qualificato,
addeEo
alla
vendita
o
all’amministrazione
o
alla
preparazione
degli
alimenK,
in

qualità
di
socio
lavoratore
o,
se
traEasi
di
coniuge,
parente
o
affine
entro
il
terzo
grado
dell’imprenditore,
in
qualità

di
coadiutore
familiare,
comprovata
dall’iscrizione
all’IsKtuto
nazionale
previdenza
sociale
(INPS);

•  essere
in
possesso
di
un
diploma
di
scuola
secondaria
superiore
o
di
laurea,
anche
triennale,
o
di
altra
scuola
ad

indirizzo
professionale,
almeno
triennale,
purché
nel
corso
di
studi
siano
previste
materie
a/nenK
al
commercio,

alla
preparazione
o
alla
somministrazione
degli
alimenK.


5

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTI

Adempimen:
iniziali

•  Presentazione
della
S.C.I.A.
–
Segnalazione
Cer:ficata

di
Inizio
A%vità
al
Comune
di
competenza;

•  Indicazione
del
proprio
numero
di
par:ta
Iva
(art.
35,

primo
comma
del
Dpr
633/1972)
nella
home
page
del

sito
web;

•  Comunicazione
all’Agenzia
delle
Entrate,
nella

dichiarazione
di
inizio
a/vità
o
in
sede
di
variazione

daK,
dell’indirizzo
del
sito
web
e
dei
da:
iden:fica:vi

dell’internet
service
provider
(art.
35,
secondo

comma,
leEera
e)
del
Dpr
633/1972).



6

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTI

Adempimen:
iniziali

h7p://www.comune.torino.it/commercio/moduli/


7

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTO

Comunicazione
al
Comune


8

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTO

Quesito

La
mia
impresa
operante
nel
seEore
della
vendita
al
minuto
di
arKcoli
di

abbigliamento
intenderebbe
iniziare
un’a/vità
di
vendita
per

corrispondenza
e/o
di
commercio
eleEronico.

Vorremmo
sapere
quali
sono
gli
adempimenK
da
espletare.


RISPOSTA


Occorre
presentare
la
SCIA
barrando
le
caselle
interessate
(corrispondenza
e/
o
commercio
eleEronico).

Nel
caso
della
vendita
per
corrispondenza,
occorre
comunicare
l’eventuale


variazione
daK
(per
nuova
a/vità)
ai
fini
dell’Iva
aggiungendo
tale

modalità
di
vendita.

Nel
caso
del
commercio
eleEronico,
oltre
a
quanto
affermato
riguardo
alle

vendite
per
corrispondenza,
occorre
comunicare
all’Ufficio
Iva
le

informazioni
indicate
nella
slide
n.
6.


9

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTO

Iscrizione
nell’archivio
VIES

L’operatore
italiano
che
intende
porre
in
essere
operazioni
intracomunitarie
(cessioni
intracomunitarie

di
beni
o
acquisK
intracomunitari
di
beni,
servizi
resi
o
acquistaK)
deve
verificare
che
il
proprio

numero
idenKficaKvo
Iva
risulK
iscriEo
nella
banca
daK
VIES
(VAT
InformaKon
Exchange
System),

accedendo
al
sito
dell’Agenzia
delle
Entrate.

Nel
caso
in
cui
l’operatore
italiano
non
risulK
ancora
incluso
nell’archivio
VIES
o
sia
stato
dal
medesimo

depennato,
egli
deve
manifestare
la
volontà
di
porre
in
essere
operazioni
intracomunitarie

mediante
apposita
istanza
(il
cui
schema
è
riportato
in
allegato
I
alla
Circolare
39/E
del
1°
agosto

2011),
da
presentare
ad
un
qualsiasi
ufficio
dell’Agenzia
delle
Entrate,
riportando
i
daK
relaKvi
ai

volumi
presunK
degli
acquisK
di
beni
e
servizi
e
delle
cessioni
di
beni
e
prestazioni
di
servizi
resi.

L’operazione
di
cessione
o
di
acquisto
intracomunitario
potrà
essere
posta
in
essere
solo
a
parKre

dal
trentunesimo
giorno
successivo
alla
presentazione
dell’istanza.L’istanza
può
essere
presentata

direEamente,
a
mezzo
del
servizio
postale
mediante
raccomandata
o
tramite
posta
eleEronica

cerKficata
(PEC).


Alle
istanze
presentate
a
mezzo
posta
(raccomandata
e
PEC
non
soEoscriEa
digitalmente)
per

manifestare
la
volontà
di
effeEuare
operazioni
intracomunitarie,
deve
essere
allegata
copia

fotostaKca
non
autenKcata
di
un
documento
di
idenKficazione
del
dichiarante,
la
cui
mancanza

rende
irricevibile
l’istanza.


NB:
la
segnalazione
in
argomento
è
essenziale
per
i
sogge%
che
svolgono
operazioni
sopra
soglia
o

che
esercitano
l’opzione
per
l’applicazione
dell’Iva
del
Paese
del
cliente.


10

COMMERCIO
ELETTRONICO
INDIRETTO

Aspe%
opera:vi

Nel
seguito
si
procede
a
esaminare
gli
aspe/

operaKvi
delle
seguenK
operazioni:

•  Cessioni
di
beni
diversi
da
quelli
sogge/
ad

accisa;

•  Cessioni
di
beni
sogge/
ad
accisa.


Per
entrambe
le
operazioni
dis:nguendo
tra:

•  Cessioni
a
consumatori
finali
italiani;

•  Cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

•  Cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue

11

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Ar:colo
22
del
Dpr
n.
633/1972
‐
Commercio
al

minuto
ed
a/vità
assimilate.


L'emissione
della
faEura
non
e'
obbligatoria,
se
non

e'
richiesta
dal
cliente
non
oltre
il
momento
di

effeEuazione
dell'operazione:


1)
per
le
cessioni
di
beni
effeEuate
da
commercianK

al
minuto
autorizzaK
in
locali
aperK
al
pubblico,
in

spacci
interni,
mediante
apparecchi
di

distribuzione
automaKca,
per
corrispondenza,
a

domicilio
o
in
forma
ambulante;
(….).

12

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Decreto
del
Presidente
della
Repubblica
del
21
dicembre

1996
n.
696


Regolamento
recante
norme
per
la
semplificazione

degli
obblighi
di
cerKficazione
dei
corrispe/vi.


Ar:colo
2
‐
Operazioni
non
soggeEe
all'obbligo
di

cerKficazione.


1.  Non
sono
soggeEe
all'obbligo
di
cerKficazione
di
cui

all'arKcolo
1
le
seguenK
operazioni



(…)

oo)
le
cessioni
di
beni
poste
in
essere
da
sogge/
che

effeEuano
vendite
per
corrispondenza,

limitatamente
a
deEe
cessioni;
(….)


13

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Riepilogando,
in
base
alla
normaKva
Iva
italiana
le

vendite
per
corrispondenza
effe7uate
nei
confron:
di

priva:
consumatori,
in
linea
generale,
sono
esonerate:

•  
dall’obbligo
di
emissione
della
fa7ura,
salvo
che
la

stessa

sia
richiesta
dal
cliente
non
oltre
il
momento
di

effeEuazione
dell’operazione
(arKcolo
22,
primo

comma,
n.
1,
del
DPR
n.
633/1972);

•  dall’obbligo
di
emissione
dello
scontrino
o
della

ricevuta
fiscale
(arKcolo
2,
comma
1,
leEera
oo,
DPR
n.

696/1996).
In
praKca,
sono
escluse
dall’obbligo
di

cerKficazione
dei
corrispe/vi.


14

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Il
venditore
ha
l’obbligo
di
annotare
i
corrispe/vi
giornalieri
delle
vendite,
Iva

compresa,
nel
“registro
dei
corrispe%vi”,
(arKcolo
24
del
Dpr
n.

633/1972).

L’annotazione
deve
essere
eseguita
entro
il
giorno
non
fesKvo
successivo
a

quello
di
effeEuazione
dell’operazione
e
con
riferimento
al
giorno
di

effeEuazione.

Se
sono
state
emesse
faEure
a
richiesta
dei
clienK
i
relaKvi
imporK
al
lordo

dell’imposta
devono
essere
compresi
nell’ammontare
complessivo

giornaliero;
sul
registro
dei
corrispe/vi
è
però
necessario
indicare:

comprese
le
faEure
dal
n.
….
al
n.
…
(Circolare
n.
3
del
15
gennaio
1973).

In
sede
di
liquidazione
periodica
l’importo
dell’Iva
sulle
vendite
viene

oEenuto
scorporando
l’Iva
dal
totale
dei
corrispe/vi
annotaK.


15

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Nel
caso
di
reso
di
merce
(non
essendo
stata
emessa
la
faEura
di

vendita)
il
venditore
è
abilitato
a
re/ficare
in
meno
l’Iva
dovuta

solo
se
è
possibile
individuare
il
collegamento
tra
la
vendita

originaria
e
la
successiva
resKtuzione
della
merce.

Nella
Risoluzione
n.
274/E
del
5
novembre
2009
(riportata
nelle

pagine
che
seguono)
viene
affermato
che
il
venditore
deve
tenere
i

documenK
dai
quali
risulKno:

•  Le
generalità
del
soggeEo
acquirente;

•  L’ammontare
del
prezzo
rimborsato;

•  Il
codice
di
bene
ceduto;

•  Il
codice
di
reso.

Inoltre
mediante
la
correEa
tenuta
delle
scri7ure
ausiliarie
di

magazzino,
in
sede
di
verifica
fiscale,
deve
essere
possibile
rilevare

la
movimentazione
fisica
del
bene
che
è
stato
oggeEo
di

resKtuzione.


16

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Risoluzione
del
05/11/2009
n.
274
‐
Agenzia
delle
Entrate
‐
Direzione
Centrale
Norma:va
e

Contenzioso


Interpello
ai
sensi
dell'art.
11
della
legge
n.
212
del
2000
‐
procedura
di
reso
nella
vendita
per

corrispondenza
‐
arKcolo
22
del
d.P.R.
26
oEobre
1972,
n.
633
‐
arKcolo
2
del
d.P.R.
n.
696
del
1996

‐
arKcolo
12
del
D.M.
23
marzo
1983

Sintesi:
Ai
fini
Iva,
la
vendita
on
line
di
beni
materiali
con
spedizione
della
merce
tramite
ve7ore
o

spedizioniere
(c.d.
commercio
ele7ronico
indire7o)
e'
assimilabile
alla
vendita
per

corrispondenza
con
conseguente
esonero
dall'obbligo
di
cer:ficazione
fiscale,
fermo
restando

l'obbligo
di
registrazione
dei
corrispe%vi
ai
sensi
dell'art.
24
d.P.R.
n.
633
del
1972.
La
procedura

di
res:tuzione
della
merce
prevista
per
le
operazioni
cer:ficate
con
scontrino
fiscale
può

applicarsi
anche
nell'ipotesi
di
emissione
di
documento
non
fiscale
a
condizione
che
dalla

documentazione
in
possesso
sia
dato
individuare
gli
elemen:
necessari
a
correlare
la
res:tuzione

al
medesimo
bene
risultante
dal
documento
probante
l'acquisto
originario.


Testo:

Con
l'interpello
specificato
in
oggeEo,
concernente
l'interpretazione
dell'arKcolo
22
del
d.P.R.
26
oEobre

1972,
n.
633,
e'
stato
esposto
il
seguente


QUESITO

La
società
ALFA
S.p.a.,
esercente
l'a/vità
di
produzione
e
commercio
di
arKcoli
di
abbigliamento,

dichiara
di
voler
avviare
l'a/vità
di
vendita
on
line
dei
prodo/
a
marchio
"X".
Tale
modalità
di

vendita
consente
al
consumatore
(sia
italiano
che
residente
in
altri
Paesi
della
Comunità
Europea)
di

visualizzare,
scegliere
e
ordinare
gli
arKcoli
direEamente
nello
Store
on
line
e
di
pagare
il

corrispe/vo
mediante
carta
di
credito
oppure
in
contrassegno.


17

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

La
società
conferma
l'ordine
tramite
una
mail
inviata
direEamente
dallo
Store
on
line,
perfezionando
in

tal
modo
il
contraEo.
Successivamente
la
società
invia
al
consumatore
una
mail
di
conferma
della

spedizione
e
in
allegato
invia
una
ricevuta
avente
il
medesimo
contenuto
della
conferma,
con
il

numero
di
"codice".
La
faEura
e'
inviata
al
consumatore
solo
se
quesK
la
richieda
al
momento
di

effeEuazione
dell'ordine
(caso
che
esula
dalla
presente
istanza).
I
prodo/
acquistaK
sono
poi

consegnaK
da
uno
spedizioniere,
incaricato
dalla
società
istante,
all'indirizzo
indicato
dal

contribuente.


Nell'esercizio
dell'a/vità
di
vendita
on
line,
l'istante
intende
avvalersi
della
disciplina
fiscale
in
materia

di
vendita
per
corrispondenza
(cfr.
arKcolo
22,
comma
1,
n.
1,
del
d.P.R.
n.
633
del
1972
e
arKcolo
2,

leE.
oo,
del
d.P.R.
n.
696
del
1996).
Tali
disposizioni
aEribuiscono
al
contribuente
la
facoltà
di

cerKficare
le
cessioni
tramite
l'annotazione
del
totale
giornaliero
nel
registro
dei
corrispe/vi
con

conseguente
esonero
dall'obbligo
di
emissione
della
faEura
e
dello
scontrino
fiscale.

Nel
contraEo
di
vendita,
inoltre,
e'
paEuito
che:


1)  il
consumatore
ha
il
diriEo
di
recedere
dal
contraEo
entro
dieci
giorni
lavoraKvi
dal
giorno
di

ricevimento
della
merce,
previo
rimborso
del
prezzo
d'acquisto;


2)  il
venditore,
in
presenza
di
prodo/
difeEosi
o
viziaK,
ha
l'obbligo
di
sosKtuire
il
prodoEo
con
altro

integro
dello
stesso
Kpo,
ovvero
rimborsarne
il
prezzo
(a
scelta
del
consumatore).


La
società
istante
chiede
quale
sia
il
correEo
comportamento
da
osservare
ai
fini
del
rimborso
del

prezzo
sia
nell'ipotesi
di
recesso
dal
contraEo
sia
in
caso
di
resKtuzione
di
un
prodoEo
viziato
o

difeEoso,
qualora
la
vendita
originaria
sia
stata
effeEuata
senza
emissione
di
faEura.


Si
chiede,
infine,
quale
regime
Iva
applicare
alle
vendite
intracomunitarie.


18

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

SOLUZIONE
INTERPRETATIVA
PROSPETTATA
DAL
CONTRIBUENTE


L'istante
riKene
conforme
alla
normaKva
la
procedura
di
seguito
illustrata.


In
parKcolare,
nell'ipotesi
di
reso
della
merce
acquistata,
il
consumatore
invia
una
mail

alla
società
istante,
specificando
il
"codice"
dell'arKcolo
oggeEo
di
resKtuzione.

Successivamente
la
società
fornisce
un
"codice
di
reso",
collegato
al
"codice",
e

provvede
al
rimborso
del
relaKvo
prezzo
(con
accredito
della
carta
di
credito
del

cliente
ovvero
con
bonifico
bancario).
In
ogni
caso,
il
sistema
informaKvo
conserva

memoria
di
ciascuna
operazione
e
può
consenKre,
in
ogni
momento,
la
verifica

della
corrispondenza
tra
il
rimborso,
il
"codice
di
reso"
e
il
"codice".


Inoltre,
la
contabilità
di
magazzino
registra
il
carico
dei
capi
resKtuiK
in
modo
che
sia

possibile
collegarli
al
"codice
di
reso"
e
al
"codice".
Al
momento
del
ricarico,
il

programma
registra
il
corrispe/vo
negaKvo
che
confluisce
nel
totale
di
giornata.

Per
ogni
praKca
di
reso,
individuata
dal
"codice
di
reso"
(quindi
collegata
al

"codice")
e'
possibile,
per
un
tempo
superiore
al
periodo
di
decadenza
dell'azione

di
accertamento
tributario,
consultare
e
stampare
la
relaKva
e
completa

documentazione.
L'istante
riKene,
infine,
che
possano
rientrare
nella
disciplina

delle
c.d.
vendite
interne
le
cessioni
effeEuate
nei
confronK
dei
consumatori

comunitari,
non
sogge/
passivi
d'imposta
nei
propri
StaK
di
residenza,
nel
rispeEo

dei
limiK
indicaK
all'arKcolo
41
del
decreto
legge
n.
331
del
1993.


19

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

PARERE
DELL'AGENZIA
DELLE
ENTRATE


La
presente
istanza
non
e'
riconducibile
alla
procedura
di
interpello
di
cui
all'arKcolo
11
della
legge
27

luglio
2000,
n.
212,
in
quanto
ai
sensi
dell'arKcolo
1,
comma
2,
del
D.M.
26
aprile
2001,
n.
209
e

come
chiarito
con
la
circolare
del
31
maggio
2001,
n.
50,
l'istanza
deve
essere
presentata
prima
di

porre
in
essere
il
comportamento
o
di
dare
aEuazione
alla
norma
oggeEo
d'interpello
e
non
dopo
il

compimento
di
esso,
al
solo
fine
di
vederne
sancita
‐
a
posteriori
‐
la
validità.
Invero,
come
precisato

dalla
società
istante
in
sede
di
risposta
alla
richiesta
di
documentazione
integraKva,
risulta
che
la

medesima
ha
già
a/vato
on
line
la
vendita
degli
arKcoli
di
abbigliamento
oggeEo
d'interpello.
Ciò

nondimeno,
si
reputa
opportuno
esaminare
nel
merito
la
quesKone
prospeEata,
rappresentando

qui
di
seguito
un
parere
che
non
e'
produ/vo
degli
effe/
Kpici
dell'interpello
di
cui
all'arKcolo
11,

commi
2
e
3,
della
legge
n.
212
del
2000,
ma
rientra
nell'a/vità
di
consulenza
giuridica
secondo
le

modalità
illustrate
con
la
circolare
del
18
maggio
n.
2000,
n.
99.

L'operazione
di
vendita
di
beni
materiali
proposta
dall'istante
si
configura
come
commercio
eleEronico

indireEo
in
quanto
la
transazione
commerciale
avviene
in
via
telemaKca
ma
il
cliente
riceve
la

consegna
fisica
della
merce
a
domicilio
secondo
i
canali
tradizionali,
ossia
tramite
veEore
o

spedizioniere
(cfr.
risoluzione
21
luglio
2008,
n.
312/E,
risoluzione
15
novembre
2004,
n.
133/E).
Ai

fini
Iva,
le
operazioni
di
commercio
eleEronico
indireEo
sono
assimilabili
alle
vendite
per

corrispondenza
e,
pertanto,
non
sono
soggeEe
all'obbligo
di
emissione
della
faEura
(se
non

richiesta
dal
cliente
non
oltre
il
momento
di
effeEuazione
dell'operazione),
come
previsto

dall'arKcolo
22
del
d.P.R.
n.
633
del
1972,
ne'
all'obbligo
di
cerKficazione
mediante
emissione
dello

scontrino
o
della
ricevuta
fiscale
ai
sensi
dell'arKcolo
2,
leEera
oo),
del
d.P.R.
21
dicembre
1996,
n.

696.
I
corrispe/vi
delle
vendite
devono,
tuEavia,
essere
annotaK
nel
registro
previsto
dall'arKcolo

24
del
d.P.R.
n.
633
del
1972.


20

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Con
riguardo
alla
procedura
di
reso
proposta
dalla
società
istante,
avente
ad

oggeEo
le
modalità
di
resKtuzione
della
merce
entro
un
certo
termine

dall'acquisto,
previo
rimborso
integrale
del
prezzo
ovvero
sosKtuzione
del

prodoEo
con
altro
integro
dello
stesso
Kpo,
si
osserva
quanto
segue.


La
procedura
di
variazione
in
diminuzione
di
cui
all'ar:colo
26
del
d.P.R.
n.

633
del
1972
trova
applicazione
per
le
sole
cessioni
documentate
dalla

fa7ura,
mentre
per
le
operazioni
sogge7e
al
rilascio
dello
scontrino

fiscale
e'
necessario
rinviare
alle
disposizioni
di
cui
all'ar:colo
12
del

D.M.
23
marzo
1983,
che
prevede,
tra
l'altro,
l'indicazione
nello
scontrino

fiscale
di
"eventuali
rimborsi
per
res:tuzione
di
vendite
o
imballaggi

cauziona:"
(cfr.
risoluzione
7
maggio
2007,
n.
86/E).
Nel
caso
in
esame,

sebbene
il
cedente
sia
un
soggeEo
esonerato
dall'obbligo
di
cerKficazione

fiscale
dei
corrispe/vi,
possono
tuEavia
richiamarsi
i
chiarimenK
resi
dalla

scrivente
nei
documenK
di
prassi
riguardanK
le
procedure
c.d.
di
reso

relaKve
ad
operazioni
cerKficate
con
documento
fiscale
(cfr.
risoluzione
n.

86/E
del
2007;
risoluzione
del
7
aprile
2005,
n.
45/E;
risoluzione
del
5

dicembre
2003,
n.
219/E).


21

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

.
In
merito
si
ri:ene,
conformemente
al
parere
reso
dalla
Direzione
Regionale
della
...,
che
la

procedura
di
res:tuzione
della
merce
proposta
dall'istante
possa
essere
condivisa
a
condizione

che
dalla
documentazione
in
possesso
sia
dato
individuare
gli
elemen:
necessari
a
correlare
la

res:tuzione
al
medesimo
bene
risultante
dal
documento
‐
che
la
società
e'
tenuta
a
conservare
‐
probante
l'acquisto
originario,
quali,
le
generalità
del
sogge7o
acquirente,
l'ammontare
del

prezzo
rimborsato,
il
"codice"
dell'ar:colo
ogge7o
di
res:tuzione
e
il
"codice
di

reso"
(quest'ul:mo
deve
essere
riportato
su
ogni
documento
emesso
per
cer:ficare
il
rimborso)

E'
altresì
necessario
che
dalle
risultanze
delle
scri7ure
ausiliare
di
magazzino,
corre7amente
tenute,

sia
possibile
verificare
la
movimentazione
fisica
del
bene
reinserito
nel
circuito
di
vendita

(risoluzione
n.
219/E
del
2003).


Si
riKene,
infine,
che
le
cessioni
effeEuate
dalla
società
istante,
residente
in
Italia,
nei
confronK
di
privaK

residenK
in
altro
Paese
membro
della
Comunità
europea
(non
sogge/
passivi
d'imposta)
rientrino

nell'ambito
della
disciplina
Iva
relaKva
alle
"vendite
a
distanza"
intracomunitarie
di
cui
all'arKcolo

41,
comma
1,
leEera
b),
del
decreto
legge
30
agosto
1993,
n.
331,
converKto
con
modificazioni
dalla

legge
29
seEembre
1993,
n.
427,
in
aEuazione
delle
disposizioni
contenute
nella
Dire/va
n.

77/388/CEE
(trasfuse,
dal
1
gennaio
2007,
nella
Dire/va
n.
2006/112/CEE;
cfr.
circolare
13
giugno

2006,
n.
20/E).



***


Le
Direzioni
regionali
vigileranno
affinché
le
istruzioni
fornite
e
i
principi
enunciaK
con
la
presente

risoluzione
vengano
puntualmente
osservaK
dagli
uffici.


22

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

L’ar:colo
41,
comma
1,
del
Dl
n.
331/1993
afferma
che:

“1.
CosKtuiscono
cessioni
non
imponibili:

(…)

b)
le
cessioni
in
base
a
cataloghi,
per
corrispondenza
e
simili,
di
beni
diversi
da
quelli
sogge%
ad
accisa,

spedi:
o
trasporta:
dal
cedente
o
per
suo
conto
nel
territorio
di
altro
Stato
membro
nei
confronK

di
cessionari
ivi
non
tenuK
ad
applicare
l'imposta
sugli
acquisK
intracomunitari
e
che
non
hanno

optato
per
l'applicazione
della
stessa.
La
disposizione
non
si
applica
per
le
cessioni
di
mezzi
di

trasporto
nuovi
e
di
beni
da
installare,
montare
o
assiemare
ai
sensi
della
leEera
c).
La
disposizione

non
si
applica
altresì
se
l'ammontare
delle
cessioni
effe7uate
in
altro
Stato
membro
non
ha

superato
nell'anno
solare
precedente
e
non
supera
in
quello
in
corso
100.000
euro,
ovvero

l'eventuale
minore
ammontare
al
riguardo
stabilito
da
questo
Stato
a
norma
dell'ar:colo
34
della

dire%va
2006/112/CE
del
Consiglio,
del
28
novembre
2006.
In
tal
caso
e'
ammessa
l'opzione
per

l'applicazione
dell'imposta
nell'altro
Stato
membro
dandone
comunicazione
all'ufficio
nella

dichiarazione,
ai
fini
dell'imposta
sul
valore
aggiunto,
relaKva
all'anno
precedente
ovvero
nella

dichiarazione
di
inizio
dell'a/vità
o
comunque
anteriormente
all'effeEuazione
della
prima

operazione
non
imponibile.
L'opzione
ha
effeEo,
se
esercitata
nella
dichiarazione
relaKva
all'anno

precedente,
dal
1
gennaio
dell'anno
in
corso
e,
negli
altri
casi,
dal
momento
in
cui
e'
esercitata,
fino

a
quando
non
sia
revocata
e,
in
ogni
caso,
fino
al
compimento
del
biennio
successivo
all'anno
solare

nel
corso
del
quale
e'
esercitata;
la
revoca
deve
essere
comunicata
all'ufficio
nella
dichiarazione

annuale
ed
ha
effeEo
dall'anno
in
corso;


23

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


L’art.
11‐quater
del
DL
35/2005,
converKto
dalla

Legge
80/2005,
riguardo
alle
vendite
a

distanza
in
ambito
comunitario,
nel
comma
1,

afferma
che
la
locuzione
“le
cessioni
in
base
a

cataloghi,
per
corrispondenza
e
simili,
di
beni

deve
intendersi
riferita
alle
cessioni
di
beni

con
trasporto
a
des:nazione
da
parte
del

cedente,
a
nulla
rilevando
le
modalità
di

effe7uazione
dell’ordine
di
acquisto”.

24

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


Commercio
eleEronico
indireEo
(vendita
tramite

internet)
di
beni
fisici
nei
confron:
di
sogge%
di

altro
Paese
Ue:

•  consumatori
finali
e
sogge/
ai
medesimi

assimilaK:
regole
specifiche
per
vendite
a

distanza;

•  operatori
economici
(
e
cioè
di
sogge/
che

operano
nell’esercizio
di
imprese,
arK
o

professioni):
regole
ordinarie
in
tema
di
cessioni

intracomunitarie

25

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue:
SOGLIE


26

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


La
Circolare
n.
13
del
23
febbraio
1994
afferma
che:

“CosKtuiscono
inoltre
cessioni
non
imponibili:


a)
le
cessioni
in
base
a
cataloghi,
per
corrispondenza
e
simili
di
beni

effeEuate
nei
confronK
di
privaK
consumatori
o
degli
enK,

associazioni,
ecc.,
sopra
indicaK,
non
tenuK
al
pagamento

dell'imposta
sugli
acquisK
intracomunitari
e
che
non
hanno
optato

per
l'applicazione
della
stessa.
Sono
esclusi
da
tale
regime
i
mezzi
di

trasporto
nuovi,
quelli
sogge/
ad
accisa
e
quelli
da
installare,

montare
o
assiemare
in
altro
Stato
membro.
La
non
imponibilità

delle
sudde7e
cessioni
si
rende
applicabile
se
l'ammontare

complessivo
delle
vendite
effe7uate
in
ciascun
Stato
membro

abbia
superato
nell'anno
solare
precedente
o
superi
nell'anno
in

corso
il
limite
di
154
milioni
di
lire
(ora
100.000
euro)
o
l'eventuale

minor
importo
stabilito
nell'altro
Stato
membro,
come
dalla

seguente
tabella
(omissis)
…”.


27

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


La
Circolare
n.
13
del
23
febbraio
1994
afferma
che:

“Per
cessioni
il
cui
ammontare
risul:
inferiore
al

limite
stabilito
negli
altri
Sta:,
il
cedente
e'

tenuto
ad
applicare
l'imposta,
a
meno
che,

previa
comunicazione
all'Ufficio
IVA
competente

nella
dichiarazione
annuale
o
in
quella
di
inizio
di

a/vità
o
comunque
anteriormente

all'effeEuazione
della
prima
operazione
non

imponibile,
egli
non
intenda
esercitare
l'opzione

per
l'applicazione
del
tributo
nel
Paese
di

desKnazione.”.


28

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

SUPERO
DELLA
SOGLIA


Ar:colo
14
del
Regolamento
n.
282/2011

Se
nel
corso
di
un
anno
civile
il
massimale
applicato
da
uno
Stato
membro,
a
norma
dell’arKcolo
34
della

dire/va
2006/112/CE
è
superato,
l’arKcolo
33
di
tale
dire/va
non
modifica
il
luogo
delle
cessioni
di

beni
diversi
dai
prodo/
sogge/
ad
accisa
che
sono
effeEuate
nel
corso
dello
stesso
anno
civile

prima
che
il
massimale
applicato
dallo
Stato
membro
per
l’anno
civile
allora
in
corso
sia
superato,
a

condizione
che
siano
soddisfaEe
tuEe
le
condizioni
seguenK:

a)  il
cedente
non
abbia
esercitato
il
diriEo
di
opzione
di
cui
all’arKcolo
34,
paragrafo
4,
della

suddeEa
dire/va;

b)  il
valore
delle
sue
cessioni
di
beni
non
abbia
superato
il
massimale
nel
corso
dell’anno
civile

precedente.


L’arKcolo
33
della
dire/va
2006/112/CE
modifica
invece
il
luogo
delle
seguenK
cessioni
effeEuate
nello

Stato
membro
di
arrivo
della
spedizione
o
del
trasporto:

a)
la
cessione
di
beni
che
ha
determinato
per
l’anno
civile
allora
in
corso
il
superamento
del
massimale

applicato
dallo
Stato
membro
nello
stesso
anno
civile;

b)
tuEe
le
successive
cessioni
di
beni
effeEuate
in
tale
Stato
membro
nello
stesso
anno
civile;

c)
le
cessioni
di
beni
effeEuate
in
tale
Stato
membro
nell’anno
civile
successivo
all’anno
civile
in
cui
si
è

verificato
l’evento
di
cui
alla
leEera
a).


29

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

La
Circolare
n.
13
del
23
febbraio
1994
afferma
che:

“In
merito
alle
operazioni
indicate
ai
precedenK
punK
a)
…,
si
riKene
opportuno

precisare
che,
per
quanto
concerne
gli
obblighi
di
compilazione
degli
elenchi

riepilogaKvi
delle
cessioni
intracomunitarie,
poiché
l'art.
41,
comma
1,
leEere
b)

…
,
le
qualifica
come
cessioni
intracomunitarie,
le
medesime
operazioni
devono

essere
comprese
nell'elenco
riepiloga:vo
INTRA‐1
bis,
sia
agli
effe%
fiscali
che
a

quelli
sta:s:ci,
rela:vo
al
periodo
nel
corso
del
quale
le
operazioni
risultano

registrate
o
sogge7e
a
registrazione
a
norma
dell'ar:colo
23
del
D.P.R.
n.
633
del

1972,
con
l'avvertenza
che
la
colonna
3
(codice
IVA
acquirente)
va
compilata
ogni

qual
volta
l'acquirente
comunitario
dei
beni
installaK,
montaK
o
assiemaK
in
altro

Stato
membro
risulta
essere
un
soggeEo
idenKficato
ai
fini
IVA
nel
proprio
Paese.”.


NB:
l’obbligo
in
ques:one
vale
solo
per
le
imprese
che
operano
sopra
soglia
o
che

hanno
optato
per
l’applicazione
dell’Iva
del
Paese
del
cliente.








Nel
caso
di
impresa
che
opera
so7o
soglia
e
che,
quindi,
applica
l’Iva
italiana,

tale
disposizione
non
è
applicabile.


30

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


Come
si
è
esaminato
in
riferimento
alle
cessioni
eseguite
nei
confronK

di
consumatori
finali
italiani,
nel
caso
delle
vendite
a
distanza
è

previsto
l’esonero
dagli
obblighi
di
emissione
della
fa7ura
e
di

cer:ficazione
del
corrispe%vo.

Tenuto
tu7avia
conto
della
necessità:

•  di
monitorare
l’ammontare
delle
operazioni
compiute;

•  di
gesKre
i
resi
di
merce
(fisiologici
per
tale
Kpologia
di
vendita);

•  di
gesKre
al
meglio
gli
obblighi
Iva
nel
Paese
Ue
di
residenza
del

cliente;

è
da
ritenere
che,
almeno
nel
caso
di
impresa
che
opera
sopra
soglia,


sia
opportuno
non
avvalersi
della
disposizione
in
tema
di
esonero

dalla
faEurazione
ed
eme7ere
fa7ura
immediata.

NB:
nel
seguito
ci
si
a/ene
a
tale
criterio
di
comportamento.


31

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


Cessioni
di
importo
NON
superiore
alla
soglia

Nel
caso
in
cui
l’ammontare
delle
cessioni
effeEuate

risulK
inferiore
al
limite
stabilito
nel
Paese
UE
di

desKnazione,
il
cedente
è
tenuto
ad
applicare
l’Iva

italiana,
a
meno
che,
previa
comunicazione
all’Ufficio

Iva
competente,
nella
dichiarazione
annuale
o
in
quella

di
inizio
di
a/vità
o
comunque
anteriormente

all’effeEuazione
della
prima
operazione
imponibile,
egli

intenda
esercitare
l’opzione
per
l’applicazione
del

tributo
nel
Paese
di
desKnazione.La
revoca
va

comunicata
all’Ufficio
Iva
nell’ambito
della

dichiarazione
annuale
e
ha
effeEo
dall’anno
in
corso.


32

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

Cessioni
di
importo
superiore
alla
soglia

Nel
caso
in
cui
l’ammontare
complessivo
delle
vendite
a
distanza
effeEuate
in
ciascun

Stato
membro
abbia
superato
nell’anno
precedente,
o
superi
nell’anno
in
corso,
il

limite
di
100.000
euro
(o
l’eventuale
minor
importo
stabilito
nello
Stato
membro
di

desKnazione,
quale
risulta
dalla
tabella
sopra
riportata),
la
società
italiana
deve

aprire
una
posizione
Iva
in
tale
Stato
membro
(con
iden:ficazione
dire7a
o
a

mezzo
di
rappresentante
fiscale)
e,
tramite
tale
posizione,
sulle
cessioni
deve

addebitare
l’Iva
locale.

Ai
fini
della
posizione
Iva
italiana,
l’impresa
cedente
potrebbe
operare
come
segue:

•  
adoEare
una
numerazione
disKnta
delle
faEure
a/ve,
per
singolo
Paese
di

desKnazione
dei
beni;

•  emeEere
un
unico
documento
(faEura
a/va),
valido
sia
ai
fini
italiani
che
ai
fini
del

Paese
di
desKnazione
dei
beni;
tale
documento
dovrebbe
essere
emesso
in
3

esemplari
(1
per
l’impresa
cedente;
1
per
il
cliente,
1
per
il
gestore
della
posizione

Iva
nel
Paese
estero);

•  struEurare
l’addebito
del
corrispe/vo
disKnguendo
le
singole
componenK

dell’addebito
(corrispe/vo
non
imponibile
art.
41,
comma
1,
leEera
b,
del
DL

331/1993;
ammontare
dell’Iva
del
Paese
estero,
fuori
campo
Iva
italiana).


33

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

•  presentare
il
modello
Intra
1‐bis,
sia
agli
effe/
fiscali
che
a
quelli
staKsKci,

in
relazione
al
periodo
nel
corso
del
quale
le
operazioni
risultano
registrate

o
soggeEe
a
registrazione
ai
sensi
dell’art.
23
del
Dpr
633/1972,
senza

compilare
la
colonna
3
(codice
Iva
acquirente).


Ai
fini
della
posizione
Iva
del
singolo
Paese
estero
di
desKnazione
dei
beni,
in

base
a
quanto
sopra
indicato,
l’impresa
italiana
deve
trasmeEere
al

gestore
della
posizione
Iva
(anche
con
mezzi
informaKci),
copia
delle

faEure
emesse
nei
confronK
degli
acquirenK
finali,
incaricandolo
di

espletare
gli
adempimenK
Iva
nel
Paese
di
sua
residenza.


Egli
dovrà
dunque:

•  annotare
tali
faEure
sul
registro
delle
faEure
emesse

•  presentare
l’eventuale
comunicazione
prevista
ai
fini
Iva
(cd.
“LisKngs”)
e

Intrastat

•  liquidare
e
versare
l’Iva

•  presentare
le
dichiarazioni
Iva
(periodiche
e
annuale).


34

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


35

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

DELL’IMPRESA
ITALIANA
NEGLI
ALTRI
PAESI
UE


36

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

DELL’IMPRESA
ITALIANA
NEGLI
ALTRI
PAESI
UE


37

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

L’IDENTIFICAZIONE
AI
FINI
IVA

DELL’IMPRESA
ITALIANA
NEGLI
ALTRI
PAESI
UE


38

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

Nel
caso
di
resi
di
merce:

•  Se
l’impresa
italiana
opera
so7o
soglia
(con
applicazione

dell’Iva
italiana)
valgono
le
considerazioni
riportate
in

relazione
alla
vendita
a
consumatori
finali
italiani;

•  Se
l’impresa
italiana
opera
sopra
soglia
(mediante

posizione
Iva
di
altro
Paese
Ue,
con
applicazione
dell’Iva
del

Paese
del
consumatore
finale):

–  Dal
punto
di
vista
italiano:
è
possibile
emeEere
nota
credito

arKcolo
41,
comma
1,
leEera
b),
del
Dl
n.
331/1993;

–  Dal
punto
di
vista
del
Paese
del
consumatore
finale
dovrebbe

essere
possibile
recuperare
l’Iva
applicata
sulla
cessione
(esame

della
quesKone
con
il
consulente
incaricato
di
gesKre
la

posizione
Iva
del
Paese
estero).



39

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue

Decreto
del
Presidente
della
Repubblica
del
26
o7obre
1972
n.
633


IsKtuzione
e
disciplina
dell'imposta
sul
valore
aggiunto.



Ar:colo
8
‐
Cessioni
all'esportazione.


CosKtuiscono
cessioni
all'esportazione
non
imponibili:

a)  Le
cessioni,
anche
tramite
commissionari,
eseguite
mediante
trasporto
o
spedizione
di
beni
fuori
del

territorio
della
Comunità
economica
europea,
a
cura
o
a
nome
dei
cedenK
o
dei
commissionari,
anche

per
incarico
dei
propri
cessionari
o
commissionari
di
quesK.
I
beni
possono
essere
soEoposK
per
conto

del
cessionario,
ad
opera
del
cedente
stesso
o
di
terzi,
a
lavorazione,
trasformazione,
montaggio,

assiemaggio
o
adaEamento
ad
altri
beni.
L'esportazione
deve
risultare
da
documento
doganale,
o
da

vidimazione
apposta
dall'ufficio
doganale
su
un
esemplare
della
faEura
ovvero
su
un
esemplare
della

bolla
di
accompagnamento
emessa
a
norma
dell'art.
2
del
decreto
del
Presidente
della
Repubblica
6

oEobre
1978,
n.
627,
o,
se
questa
non
e'
prescriEa,
sul
documento
di
cui
all'arKcolo
21,
quarto
comma,

secondo
periodo.
Nel
caso
in
cui
avvenga
tramite
servizio
postale
l'esportazione
deve
risultare
nei
modi

stabiliK
con
decreto
del
Ministro
delle
Finanze,
di
concerto
con
il
Ministro
delle
poste
e
delle

telecomunicazioni;

(….)”.


NB:

NON
rileva
se
il
cliente
è
un
operatore
economico
o
un
consumatore
finale


40

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue

Per
quanto
concerne
le
condizioni
di
resa
della
merce
al
cliente
di

Paese
extra
Ue,
essa
può,
ad
esempio,
essere
ceduta
alla
condizione

DDP
(“Delivered
Duty
Paid…”)
–
abitazione
del
cliente.


Così
operando
però
l’impresa
venditrice
assume
a
suo
carico
tu/
gli

oneri
(trasporto,
assicurazione,
eventuali
praKche
doganali,
etc.)

fino
al
luogo
di
residenza
del
cliente.

Naturalmente,
è
possibile
prevedere
clausole
meno
impegna:ve
per

la
società
italiana
venditrice
(ad
esempio,
DAP
–
Delivered
At
Place,

addossando,
in
tal
modo
le
formalità
doganali
al
cliente
finale).


NB:
La
clausole
di
resa
Incoterms
2010
sono
riportate
in
Appendice
alla

presente
dispensa.



41

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue


Come
si
è
esaminato
in
riferimento
alle
cessioni
eseguite
nei
confronK

di
consumatori
finali
italiani,
nel
caso
delle
vendite
a
distanza
è

previsto
l’esonero
dagli
obblighi
di
emissione
della
fa7ura
e
di

cer:ficazione
del
corrispe%vo.

Tenuto
tu7avia
conto:

•  della
necessità
di
disporre
della
faEura
per
le
cessioni

all’esportazione,
al
fine
del
compimento
dell’operazione
doganale;

•  della
necessità
di
gesKre
i
resi
di
merce
(fisiologici
per
tale
Kpologia

di
vendita);

è
da
ritenere
che,
anche
nei
rapporK
con
i
Paesi
extra
Ue,

sia

comunque
opportuno
non
avvalersi
della
disposizione
in
tema
di

esonero
dalla
faEurazione
ed
eme7ere
fa7ura
immediata.

NB:
nel
seguito
ci
si
a/ene
a
tale
criterio
di
comportamento.


42

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue


43

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue

Svolgimento
dell’operazione:

•  il
cliente
estero
ordina
la
merce,
accedendo
al
sito
internet
della
società
italiana

venditrice,
carica
i
propri
daK
idenKficaKvi,
ed
(eventualmente)
esegue
il

pagamento
a
mezzo
carta
di
credito;

•  società
italiana
venditrice
emeEe
la
faEura
(immediata)
nei
confronK
del
cliente,

recante
la
menzione
“operazione
non
imponibile
arKcolo
8,
primo
comma,
leEera

a),
del
Dpr
n.
633/1972”
e
la
carica
sul
registro
faEure
emesse;


•  la
società
italiana
venditrice,
a
mezzo
corriere
o
altro
veEore,

predispone
il
collo

per
l’invio
della
merce
al
consumatore
finale;

•  la
merce
viene
dichiarata
per
l’esportazione
definiKva,
normalmente,
a
mezzo
di

spedizioniere
doganale;
ove
si
tra/
di
consumatore
finale
localizzato
in
Paesi
con
i

quali
la
Ue
ha
sKpulato
accordi
doganali
di
caraEere
preferenziale
e
la
merce,
alla

luce
di
tali
accordi,
possa
essere
qualificata
di
origine
preferenziale
comunitaria,

al

fine
di
non
gravare
il
prezzo
finale
del
bene
di
dazio

(o
di
ridurre
l’importo
di

quest’ulKmo),
è
opportuno
(se
vengono
soddisfaEe
le
relaKve
condizioni)
apporre

in
faEura
la
dichiarazione
prevista
dell’accordo
o
scortare
l’invio
della
merce
con
il

modello
EUR
1
(o
il
modello
ATR
in
caso
di
invio
in
Turchia);


44

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue

•  l’impresa
italiana
deve
entrare
in
possesso
della
prova
di
avvenuta

esportazione;
:

–  la
società
italiana
deve
chiedere
allo
spedizioniere
doganale
copia
del
DAE
–

Documento
Accompagnamento
Esportazione,
recante
il
numero
di
MRN
‐

Mouvement
Reference
Number
e
deve
controllare,
mediante
internet
(sito:

www.
Agenziadogane.gov.it

AES),
l’esito
di
uscita,
stampandolo
e
tenendolo

agli
a/;

–  La
società
italiana
al
fine
di
verificare
la
correEa
compilazione
della

dichiarazione
dell’esportazione,
è
opportuno
chiedere
allo
spedizioniere

doganale
anche
una
copia
del
DAU
–
Documento
AmministraKvo
Unico;

•  la
merce
giunge
nel
Paese
di
desKnazione:

•  
la
società
italiana,
se
la
merce
è
stata
ceduta
alla
condizione
di
resa
DDP,
a

mezzo
di
spedizioniere
doganale
di
tale
Paese
(o
altra
figura
professionale

prevista
in
tale
Paese)
deve
provvedere
a
sdoganare
la
merce,
pagando

l’eventuale
dazio
e
l’eventuale
imposta
sugli
scambi
prevista
nel
Paese

estero
(Iva
o
altra
imposta
sui
consumi)
e
a
recapitare
la
merce
al

consumatore
finale.


45

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
extra
Ue

Nel
caso
in
cui
il
consumatore
finale,
una
volta
visionaK
i
beni,
receda
dal
contraEo
e

res:tuisca
gli
stessi
(in
tuEo
o
in
parte)
all’impresa
italiana,
a
spese
di

quest’ulKma,
questa
dovrà
provvedere
a:

•  curare
l’esportazione
dal
Paese
estero;

•  curare
il
rientro
in
Italia
o
dichiarando
i
beni
per
l’importazione
definiKva
o

adoEando
la
soluzione
del
rientro
in
franchigia
doganale
di
cui
all’arKcolo
68,

primo
comma,
leEera
d),
del
Dpr
n.
633/1972.


In
tale
evenienza,
l’impresa
italiana,
ai
sensi
dell’arKcolo
26,
secondo
comma,
Dpr
n.

633/1972,
ha
la
facoltà
di:

•  emeEere
nota
credito
in
arKcolo
8,
primo
comma,
leEera
a),
Dpr
n.
633/1972,
a

storno
(totale
o
parziale)
della
faEura
previamente
emessa
(soluzione
consigliata);

•  oppure
di
limitarsi
a
gesKre
il
reso
in
contabilità
generale
(e
in
contabilità
di

magazzino).

In
tale
evenienza
l’impresa
italiana
deve
comunque
provvedere
a
re/ficare
in

diminuzione
l’ammontare
del
plafond
per
il
periodo
d’imposta
successivo.


46

CESSIONI
DI
BENI
NON
SOGGETTI
AD
ACCISA

ESEMPI:
AMAZON

hEp://www.amazon.it/gp/help/customer/display.html?ie=UTF8&nodeId=200534450


47

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

pubblicazione
Unioncamere
Piemonte


48

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
italiani

Valgono
le
considerazioni
delineate
riguardo
alle
cessioni
di

beni
diversi
da
quelli
sogge/
ad
accisa
(effeEuate
nei

confronK
di
consumatori
finali
italiani).

Riguardo
ai
documen:
di
circolazione
si
ricorda
che,
sono

esoneraK
dai
documenK
di
accompagnamento:

•  Il
trasporto
di
vino
in
recipienK
sino
a
5
litri,
correEamente

condizionaK
e
per
un
totale
massimo
di
100
litri;

•  Il
trasporto
di
prodo/
intermedi
e
di
bevande
spiritose

fasceEaK.

Per
approfondimenK
si
rinvia
alla
pubblicazione
riportata
nella

pagina
precedente,
“scaricabile”
dal
sito
di
Unioncamere

Piemonte.



49

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

L’ar:colo
41,
comma
1,
del
Dl
n.
331/1993
afferma
che:

“1.
CosKtuiscono
cessioni
non
imponibili:

a)  le
cessioni
a
Ktolo
oneroso
di
beni,
trasportaK
o
spediK
nel
territorio
di
altro
Stato
membro,
dal

cedente
o
dall'acquirente,
o
da
terzi
per
loro
conto,
nei
confronK
di
cessionari
sogge/
di
imposta

o
di
enK,
associazioni
ed
altre
organizzazioni
indicate
nell'arKcolo
4,
quarto
comma,
del
decreto

del
Presidente
della
Repubblica
26
oEobre
1972,
n.
633,
non
sogge/
passivi
d'imposta;
i
beni

possono
essere
soEoposK
per
conto
del
cessionario,
ad
opera
del
cedente
stesso
o
di
terzi,
a

lavorazione,
trasformazione,
assiemaggio
o
adaEamento
ad
altri
beni.
La
disposizione
non
si

applica
per
le
cessioni
di
beni,
diversi
dai
prodo/
sogge/
ad
accisa,
nei
confronK
dei
sogge/

indicaK
nell'arKcolo
38,
comma
5,
leEera
c),
del
presente
decreto,
i
quali,
esoneraK

dall'applicazione
dell'imposta
sugli
acquisK
intracomunitari
effeEuaK
nel
proprio
Stato
membro,

non
abbiano
optato
per
l'applicazione
della
stessa;
le
cessioni
dei
prodo%
sogge%
ad
accisa

sono
non
imponibili
se
il
trasporto
o
spedizione
degli
stessi
sono
esegui:
in
conformità
degli

ar:coli
6
e
8
del
presente
decreto;


NB:
come
si
affermerà
nel
seguito,
nella
Circolare
n.
13
del
23
febbraio
1994
la
regola
(evidenziata
in

grasseEo)
viene
estesa
a
tuEe
le
cessioni
di
prodo/
sogge/
ad
accisa.


50

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

La
Circolare
n.
13
del
23
febbraio
1994
afferma
che:

“Si
evidenzia
che
le
cessioni
intracomunitarie
di

beni
sogge%
ad
accisa
(oli
minerali,
alcole,

bevande
alcoliche
e
tabacchi
lavoraK)
sono
non

imponibili
se
il
loro
trasporto
o
spedizione
sono

eseguiK
nel
rispeEo
delle
modalità
previste,
ai
fini

dell'applicazione
delle
accise,
dagli
arE.
6
ed
8
del

decreto‐legge
n.
331
del
1993.
In
tale
ipotesi
l'IVA

viene
corrisposta
unitamente
alle
accise
presso
i

competenK
Uffici
dello
Stato
membro
di

desKnazione.”.


51

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

Il
comportamento
degli
operatori
francesi


52

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

Il
comportamento
degli
operatori
francesi


53

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

Il
comportamento
degli
operatori
francesi


54

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

hEp://www.hmrc.gov.uk/manuals/vatsmanual/VATSM3730.htm


55

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

hEp://www.revenue.ie/en/tax/excise/leaflets/pn1879.html


56

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

www.europa.eu


57

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

www.europa.eu


58

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


59

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue


CIRCOLAZIONE
IN
AMBITO
UE
DEI
PRODOTTI
SOGGETTI
AD
ACCISA

Si
traEa,
in
genere,
della
vendita
a
distanza
dei
seguenK
prodo/:

•  Vino
da
parte
di
piccolo
produEore;

•  Vino
e
altre
bevande
alcoliche
da
parte
di
operatore
dotato
di
deposito
fiscale.


Nel
caso
di
vendita
di
tali
prodo/,
da
parte
del
produEore,
a
consumatori
finali
di

altro
Paese
Ue,
con
trasferimento
degli
stessi
all'estero
in
regime
sospensivo,
i

medesimi
devono
essere
spediK
ad
un
soggeEo
di
altro
Paese
Ue
dotato
di
codice

d'accisa
(operante
per
conto
terzi)
e
cioè:

•  a
un
depositario
autorizzato;

•  o
a
un
desKnatario
registrato.


Tale
soggeEo
provvede
a
ricevere
i
prodo/
e
ad
immeEerli
in
consumo
(ai
fini
delle

accise)
nel
Paese
di
desKno.

Ai
fini
dell'Iva
l'impresa
italiana
deve
idenKficarsi
nel
Paese
di
desKno
(direEamente
o,

laddove
consenKto,
a
mezzo
di
rappresentante
Iva).

Ai
fini
dell’Iva
NON
esistono
soglie
che
consentano
di
applicare
l’Iva
italiana.


60

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

La
procedura
da
seguire
può
essere
così
delineata:

•  individuare
nel
Paese
Ue
di
desKnazione
un
deposito
fiscale
accise
(o
un

desKnatario
registrato
ai
fini
accise)
al
quale
trasferire
i
prodo/;

•  farsi
comunicare
il
numero
di
codice
d’accisa
e
verificarne
l’esistenza
presso

l’Ufficio
delle
Dogane
(soluzione
consigliata)
o
mediante
al
sito
dell'Agenzia
delle

dogane
(banca
daK
SEED),
stampare
l'esito
del
controllo
e
tenerlo
agli
a/;

•  aprire
una
posizione
Iva
nel
Paese
Ue
di
desKnazione,
direEamente
o
(laddove

consenKto)
a
mezzo
di
rappresentante
fiscale;

•  verificare
a
mezzo
internet
(hEp://www.agenziaentrate.gov.it/wps/portal/entrate/
servizi_online
Controllo
online
parKte
Iva
comunitarie),
l’esistenza
(nella
banca

daK
VIES
‐
INTRASTAT)
del
numero
idenKficaKvo
Iva
ricevuto
in
aEribuzione
nel

Paese
estero,
stampando
l’esito
dell’avvenuto
controllo
e
tenendolo
agli
a/;

•  trasferire
il
vino
dal
deposito
fiscale
italiano
al
deposito
fiscale
/
desKnatario

registrato
del
Paese
di
desKnazione,
mediante
emissione:

–  nel
caso
di
speditore
piccolo
produEore
di
vino:
del
documento
di
accompagnamento
di
cui
al

regolamento
n.
436/2009
(in
praKca:
DA/IT);

–  nel
caso
di
speditore
depositario
autorizzato:
DAA
telemaKco
(e‐AD);


61

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

•  emeEere
faEura,
per
trasferimento
di
stock,
dalla
parKta
Iva

italiana
al
numero
idenKficaKvo
Iva
del
Paese
di
desKnazione,

indicando
in
faEura
la
dicitura:
“Operazione
non
imponibile,

arKcolo
41,
comma
2,
leEera
c),
del
Dl
n.
331/1993”;

•  
annotare
la
faEura
emessa
sul
registro
faEure
emesse;

•  presentare
i
Modelli
Intra
1
e
Intra
1
–bis,
per
segnalare
l’avvenuto

spostamento
dei
prodo/

verso
il
Paese
di
desKnazione;

•  i
prodo/
giungono
al
deposito
fiscale
del
Paese
di
desKnazione
o
al

desKnatario
registrato;
il
depositario
autorizzato
cura
il
calcolo
e
la

liquidazione
dell’accisa
del
suo
Paese;
una
procedura
similare
viene

osservata
dal
desKnatario
registrato;
l'accisa
è
esigibile
all'aEo
del

ricevimento
dei
prodo/
e
deve
essere
pagata
entro
il
termine

previsto
dalla
normaKva
del
Paese
di
arrivo;

•  il
gestore
della
posizione
Iva
estera
espleta
la
procedura
acquisK

intracomunitari;


62

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
altro
Paese
Ue

•  l’impresa
italiana
emeEe
faEura
in
capo
al
consumatore
finale,
mediante

la
posizione
Iva
aperta
nel
Paese
di
desKnazione,
con
applicazione
dell’Iva

di
tale
Paese;
tale
faEura
viene
emessa
con
una
specifica
serie
di

numerazione;
un
esemplare
della
stessa
viene
tenuto
dall’impresa
italiana,

per
essere
annotato
in
contabilità
generale;
un
esemplare
viene
inviato
al

gestore
della
posizione
Iva
estera;
un
terzo
esemplare
viene
inviato
al

cliente
consumatore
finale;
l'accisa
esigibile
o
assolta
concorre
a
formare

la
base
imponibile
ai
fini
dell'Iva
(del
Paese
estero)
della
cessione
al

consumatore
finale;

•  il
gestore
della
posizione
Iva
estera
annota
nel
registro
faEure
emesse
la

faEura
emessa
a
carico
del
cliente
consumatore
finale;

•  il
gestore
della
posizione
Iva
estera
espleta
gli
ulteriori
adempimenK

previsK
dalla
normaKva
Iva
locale
(liquidazione
periodica
dell’Iva,

dichiarazione
Iva,
etc.);

•  l’impresa
italiana,
di
concerto
con
il
gestore
della
posizione
Iva
del
Paese

estero,
cura
il
versamento
dell’Iva
a
debito.



63

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
Extra
Ue

Nel
caso
di
vendita
a
distanza,
con
invio
del
vino
e/o
delle

altre
bevande
alcoliche
in
Paese
extra
Ue,
valgono
le

considerazioni
delineate
con
riferimento
alla
cessione

all'esportazione
di
prodo/
NON
sogge/
ad
accisa,
alle

quali
si
rinvia.

Deve,
tuEavia,
essere
tenuto
presente
che
le

considerazioni
in
argomento
valgono
nel
caso
in
cui
i

beni
escano
dal
territorio
Ue
da
dogana
italiana.

Ove
gli
stessi
uscissero
da
dogana
di
altro
Paese
Ue,

relaKvamente
alla
traEa
di
trasporto
intracomunitario

occorre
emeEere
i
documenK
previsK
per
la

circolazione
comunitaria
(DA/IT
o
e‐AD
o
DAS).


64

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

ESEMPIO:
GIORDANO
VINI

hEp://www.giordanovini.it/informazioni/condizioni‐di‐vendita/


65

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

ESEMPIO:
GIORDANO
VINI

hEp://www.doyouwine.com/content/3‐condizioni‐di‐vendita


66

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
Extra
Ue
o
di
altro
Paese
Ue


Operazioni
di
triangolazione


CON
INVIO
DEI
BENI
IN
PAESE
EXTRA
UE

L’ar:colo
8,
comma
1,
le7era
a),
del
Dpr
n.
633/1972
afferma
che:

CosKtuiscono
cessioni
all'esportazione:







































a)Le
cessioni,


anche
tramite
commissionari,

eseguite
mediante
trasporto
spedizione

di
beni
fuori

del

territorio
della
Comunità
economica
europea,
a
cura


o

a


nome
dei

cedenK
o

dei
commissionari,



anche
per
incarico
dei
propri

cessionari
o


commissionari

di


quesK.
I


beni

possono


essere

soEoposK


per

conto

del
cessionario,


ad
opera

del
cedente

stesso
o
di
terzi,



a


lavorazione,




trasformazione,



montaggio,



assiemaggio


o
adaEamento


ad

altri

beni.
(…);
…


CON
INVIO
DEI
BENI
IN
ALTRO
PAESE
UE

L’ar:colo
58
del
Dl
n.
331/1993,
afferma
che:

“1.
Non
sono
imponibili,
anche
agli
effe/
del
secondo
comma
dell'arKcolo
8
del
decreto
del
Presidente

della
Repubblica
26
oEobre
1972,
n.
633,
le
cessioni
di
beni,
anche
tramite
commissionari,

effeEuate
nei
confronK
di
cessionari
o
commissionari
di
quesK
se
i
beni
sono
trasportaK
o
spediK
in

altro
Stato
membro
a
cura
o
a
nome
del
cedente,
anche
per
incarico
dei
propri
cessionari
o

commissionari
di
quesK.
La
disposizione
si
applica
anche
se
i
beni
sono
staK
soEoposK
per
conto

del
cessionario,
ad
opera
del
cedente
stesso
o
di
terzi,
a
lavorazione,
trasformazione,
montaggio,

assiemaggio
o
adaEamento
ad
altri
beni.



67

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
Extra
Ue
o
di
altro
Paese
Ue


68

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
Extra
Ue
o
di
altro
Paese
Ue


Condizioni
da
soddisfare
al
fine
di
poter
realizzare
un'operazione
di
triangolazione:

•  Il
cessionario
italiano
(promotore
dell’operazione
di
triangolazione)
deve
incaricare
il
cedente

italiano
a
inviare
i
beni
all’estero
“a
cura
o
a
nome
del
cedente”;

•  Il
cedente
italiano
deve
cedere
i
beni
al
proprio
cliente
italiano
(promotore
dell’operazione
di

triangolazione),
organizzando
il
trasporto
della
merce
all'estero;
ad
esempio,
nel
caso
di
trasporto

mari/mo
deve
essere
adoEata
una
condizione
di
resa
almeno
FOB
(consegna
sulla
nave
nel
porto

di
partenza):
cfr.
sul
punto
la
Risoluzione
n.
35
del
13
maggio
2010;

•  I
beni
non
devono
entrare
nel
possesso
fisico
del
cessionario
italiano
(promotore
dell’operazione
di

triangolazione);

•  I
beni
devono
andare
all’estero
a
Ktolo
definiKvo
(e
non
solo
per
subire
lavorazioni,
etc.,
con
ritorno

degli
stessi
in
Italia).


Se
le
condizioni
sopra
indicate
vengono
rispe7ate,
allora
entrambi
i
sogge/
italiani
pongono
in
essere

una
CESSIONE
NON
IMPONIBILE,
rispe/vamente:

•  ai
sensi
dell’arKcolo
8/1/a,
nel
caso
di
invio
dei
beni
in
Paese
extra
Ue;

•  ai
sensi
dell’arKcolo
58
(per
il
cedente
italiano)
e
dell’arKcolo
41/1/a
(per
il
cessionario
italiano
–

promotore
dell’operazione
di
triangolazione),
nel
caso
di
invio
dei
beni
in
altro
Paese
Ue.

•  Ai
fini
delle
accise
le
relaKve
procedure
devono
essere
svolte
dal
primo
cedente
italiano.


69

CESSIONI
DI
BENI
SOGGETTI
AD
ACCISA

cessioni
a
consumatori
finali
di
Paese
Extra
Ue
o
di
altro
Paese
Ue


Un
commerciante
di
vini
e
di
altre
bevande

alcoliche
potrebbe
operare
nei
rapporK
con

l’estero:

•  mediante
un
proprio
deposito
fiscale;

•  o
appoggiandosi
ad
un
deposito
fiscale
gesKto

da
un
operatore
logisKco
(operante
per
conto

terzi);

•  o
impostando
le
operazioni
di
cessione
come

operazioni
di
triangolazione.

70

COMMERCIO
ELETTRONICO
E

AGGREGAZIONI
DI
IMPRESE

Tenuto
conto
delle
difficoltà
operaKve
legate
all’apertura
di
una

posizione
Iva
all’estero,
laddove
possibile
sarebbe
consigliabile

aggregarsi
con
altre
imprese
in
modo
da
o/mizzare
i
cosK
legaK
a

tale
modalità
di
presenza
all’estero.

AEualmente
esistono
due
forme
di
aggregazione:

•  Il
consorzio;

•  La
rete
di
imprese.

Nel
caso
del
consorzio
la
posizione
Iva
estera
sarebbe
intestata
al

Consorzio
stesso;
le
imprese
consorziate,
per
le
merci
inviate

emeEerebbero
faEura
nei
confronK
del
consorzio
e
questo
le

riemeEerebbe
nei
confronK
dei
clienK
finali;
il
consorzio

provvederebbe
poi
a
riparKre
le
spese
di
gesKone
emeEendo

faEura
nei
confronK
delle
imprese
consorziate;

Nel
caso
della
rete
d’imprese,
la
funzione
di
“concentratore”
delle

faEure
verrebbe
svolta
dell’impresa
mandataria.


71

COMMERCIO
ELETTRONICO


COMMERCIO
ELETTRONICO

DIRETTO
(BENI
VIRTUALI)


72

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Le
cessioni
per
via
telemaKca
di
beni
virtuali
(so|ware,
musica,

immagini,
libri,
banche
daK,
ecc)
sono
considerate
prestazioni
di

servizi.

In
considerazione
di
tale
loro
qualificazione,
per
le
stesse
NON
è

possibile
beneficiare
dell’esonero
dall’obbligo
di
emissione
della

fa7ura.


Inoltre,
secondo
la
Circolare
n.
98/E
del
17
maggio
2000
non
è

possibile
l’emissione
informaKca
di
scontrini
o
ricevute
fiscali.

Riguardo
alla
vendita
di
prodo/
editoriali
on
line
si
segnala
la

Risoluzione
n.
186/
del
30
se7embre
2003.

Nelle
pagine
che
seguono
sono
riportaK
entrambi
i
documenK.


73

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

La
Circolare
n.
98/E
del
21
novembre
2000
afferma
che:


“3.1.2
Trasmissione
delle
fa7ure
con
sistemi
informa:ci


D.
Un
operatore
che
commercializza
beni
e
servizi
in
via
eleEronica
può
trasmeEere
il

contenuto
delle
faEure
o
delle
altre
cerKficazioni
fiscali
tramite
sistemi
informaKci

che
consentano
la
materializzazione
di
daK
sostanzialmente
idenKci
presso

l'emiEente
ed
il
desKnatario
in
linea
con
la
prassi
amministraKva
manifestata
in

precedenza?


R.
Alla
luce
della
vigente
normaKva
appare
possibile
trasmeEere,
in
via
eleEronica,

tramite
sistemi
informaKci,
soltanto
la
faEura
relaKva
alle
operazioni
effeEuate,

purché
questa
contenga
tu/
gli
elemenK
per
essa
tassaKvamente
prescri/

dall'arKcolo
21
del
DPR
26
oEobre
1972,
n.
633.
Non
e'
possibile
la
trasmissione
in

via
eleEronica,
tramite
sistemi
informaKci
di
scontrini
o
di
ricevute
fiscali
stante
le

parKcolari
caraEerisKche
previste
dalla
specifica
normaKva
che
disciplina
tali

documenK
fiscali.
La
ricevuta
fiscale
deve
essere,
infa/,
predisposta
con

numerazione
progressiva
per
documento,
anche
con
l'adozione
di
prefissi
alfabeKci

di
serie,
dalle
Kpografie
autorizzate
ai
sensi
del
decreto
ministeriale
29
novembre

1978.
Lo
scontrino
fiscale
e'
rilasciato
mediante
l'uso
di
speciali
registratori
di
cassa

sogge/
a
specifica
autorizzazione
e
muniK
di
memorie
fiscali
immodificabili.”.


74

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Risoluzione
del
30/09/2003
n.
186
‐
Agenzia
delle
Entrate
‐
Direzione

Centrale
Norma:va
e
Contenzioso


Istanza
di
interpello
‐
Applicazione
dell'aliquota
IVA
ridoEa
ai
prodo/

editoriali
diffusi
in
via
telemaKca

Sintesi:
La
risoluzione
fornisce
alcune
precisazioni
in
merito
al

traEamento
tributario,
ai
fini
Iva,
applicabile
ai
prodo/
editoriali

diffusi
in
via
telemaKca.
l'Agenzia
riKene
che
le
cessioni
di
periodici

on
line
non
possono
usufruire
del
regime
speciale
dell'aliquota
Iva

agevolata
del
4
per
cento
previsto
per
il
seEore
editoriale
ai
sensi

dell'arKcolo
74,
comma
1,
leEera
c,
DPR
n.
633
del
1972.
Le
fasi
di

commercializzazione
dei
prodo/
avvengono
in
Rete,
e
pertanto

deEe
operazioni
si
configurano
come
un
generico
servizio
che

consente
l'accesso
a
un
sito
ove
e'
possibile
rinvenire
le

pubblicazioni
e
rientrano
nel
commercio
eleEronico,
a/vità

soggeEa
all'aliquota
ordinaria
del
20
per
cento
prevista
per
le

prestazioni
di
servizi.



75

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Testo:


Con
istanza
d'interpello,
concernente
l'esaEa
applicazione
dell'aliquota
IVA
ridoEa,
prevista
dal
n.
18

della
Tabella
A,
parte
II,
del
D.P.R.
26
oEobre
1972,
n.
633,
la
società
"X
S.p.A."
(di
seguito
"la

società")
ha
esposto
il
seguente


Quesito



La
società
aEualmente
commercializza,
aEraverso
pubblicazione
su
supporto
cartaceo,
le
circolari
che

l'Associazione
Bancaria
Italiana
periodicamente
predispone
su
materie
tecniche,
legali
o
tributarie.

Tali
pubblicazioni
sono
registrate
presso
la
cancelleria
del
Tribunale
competente,
in
esecuzione
degli

obblighi
stabiliK
dalla
legge
8
febbraio
1948,
n.
47;
le
relaKve
cessioni
vengono
assoggeEate
al

regime
IVA
speciale
previsto
per
il
seEore
editoriale
dall'art.
74,
comma
1,
leE.
c)
del
D.P.R.
n.
633

del
1972,
con
applicazione
dell'aliquota
IVA
agevolata
del
4
per
cento,
ai
sensi
del
n.
18,
Tabella
A,

parte
II,
allegata
allo
stesso
decreto.
Alle
imprese
aderenK
all'associazione,
la
società
vorrebbe

prestare
un
servizio
consistente
nella
fornitura,
dietro
corrispe/vo,
di
una
chiave
d'accesso
ad
un

sito
Internet
("website"),
sul
quale
verrebbero
pubblicate
le
sopra
descriEe
circolari;
l'utente

potrebbe
cosi'
disporre
(aEraverso
il
"download")
di
un'edizione
web
("web
ediKon")
del
periodico,

da
stampare
aEraverso
la
propria
postazione
telemaKca,
in
tuEo
corrispondente
al
format
del

periodico
circolante
su
supporto
cartaceo.
Nell'istanza
viene
chiesto
se
la
società
possa
fruire,

anche
per
le
suddeEe
"cessioni
on‐line",
delle
agevolazioni
IVA
sopra
descriEe.



76

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Soluzione
interpretaKva
prospeEata
dall'istante
Secondo
l'istante,
le
cessioni
in
via

telemaKca
di
periodici,
registraK
ai
sensi
della
citata
legge
n.
47
del
1948,

sarebbero
da
agevolare
ai
fini
IVA
al
pari
delle
pubblicazioni
su
supporto
cartaceo

registrate
ai
sensi
della
medesima
legge;
ciò,
in
conseguenza
della
circostanza
che
il

legislatore
(legge
7
marzo
2001,
n.
62)
avrebbe
oramai
riconosciuto
che
la
qualifica

di
"periodico",
ordinariamente
aEribuibile
ai
prodo/
editoriali
reda/
su
materiale

cartaceo,
speEa
ai
medesimi
anche
quando
vengono
diffusi
aEraverso
le
vie

informaKche.
In
merito,
l'Amministrazione
Finanziaria,
con
la
circolare
24
dicembre

1997,
n.
328,
avrebbe
ammesso
che
i
benefici
fiscali
in
argomento
sarebbero
staK

fruibili
anche
per
prodo/
editoriali
merceologicamente
diversi
da
quelli
su

supporto
cartaceo,
qualora
l'evoluzione
normaKva
avesse
esteso
in
tal
senso
la

nozione
di
pubblicazione.
D'altra
parte,
anche
l'Autorità
per
le
Garanzie
nelle

Comunicazioni
(delibera
30
giugno
2001)
avrebbe
riconosciuto
come
sogge/
da

ricomprendere
tra
degli
operatori
di
comunicazione
"gli
esercenK
l'editoria

eleEronica
e
digitale
(...)",
che
"(...)
pubblicano
con
regolare
periodicità
una
o
più

testate
giornalisKche
in
formato
eleEronico
e
digitale".


77

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Parere
dell'Agenzia
delle
Entrate
Il
n.
18
della
Tabella
A,
parte
II,
allegata
al
D.P.R.
n.
633
del
1972

dispone
che
alle
cessioni,
tra
le
altre,
dei
periodici
‐
con
esclusione
di
quelli
a
caraEere
pornografico

‐
si
applichi
l'aliquota
IVA
del
4
per
cento.
Inoltre,
in
favore
dei
medesimi
prodo/
editoriali,
e
con
le

stesse
limitazioni,
viene
previsto
dall'art.
74,
primo
comma,
leEera
c),
del
decreto
da
ulKmo
citato,

uno
speciale
regime
di
determinazione
dell'imposta,
da
calcolarsi
in
base
al
numero
delle
copie

effe/vamente
vendute
ovvero
consegnate
o
spedite,
diminuite
di
una
percentuale
forfetaria
a

Ktolo
di
resa
di
queste
ulKme;
la
stessa
norma
specifica,
comunque,
che
l'agevolazione
si
applica

solo
a
condizione
che
tali
prodo/
siano
staK
registraK
come
pubblicazioni,
in
base
alla
legge
n.
47

del
1948.
Le
norme
IVA
citate
hanno
evidentemente
introdoEo
benefici
in
favore
del
seEore

editoriale,
da
limitare
‐
secondo
quanto
emerso
nella
circolare
n.
328
del
1997
‐
ai
soli
prodo/

editoriali
su
supporto
cartaceo.
Ciò
in
base
alla
circostanza
che
la
disciplina
vigente
nel
seEore

considerava
solo
quesK
ulKmi
come
prodo/
editoriali;
peraltro,
lo
stesso
criterio
alternaKvo
di

determinazione
dell'imposta,
forfeKzzata
della
resa
delle
copie
stampate
ed
invendute,
induce
a

ritenere
che
i
sudde/
benefici
siano
staK
introdo/
a
vantaggio
di
editori
che
pubblicano
solo
su

carta
stampata.
La
legge
n.
62
del
2001,
menzionata
dall'istante,
ha
deEato
nuove
norme

sull'editoria,
estendendo
con
l'art.
1
la
nozione
di
prodoEo
editoriale
anche
a
quelli
"desKnaK
alla

pubblicazione
o,
comunque,
alla
diffusione
di
informazioni
presso
il
pubblico
con
ogni
mezzo,
anche

eleEronico
(...)".
Tale
norma
ha
quindi
ampliato
la
qualificazione
di
prodoEo
editoriale
anche
a

prodo/
diffusi
su
un
supporto
diverso
da
quello
cartaceo,
come
i
periodici
trasmessi
in
via

eleEronica;
tuEavia,
si
riKene
che
ciò
non
consenta
di
estendere
anche
a
quesK
ulKmi
i
benefici
IVA

applicabili
ai
primi,
per
le
ragioni
di
seguito
esposte.


78

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Preliminarmente,
si
evidenzia
che
le
suddeEe
agevolazioni
riguardano
cessioni
di
beni
editoriali,

caraEerizzaK
da
una
fruizione
materiale,
in
quanto
acquisiK
aEraverso
i
canali
tradizionali
di

diffusione,
quali
il
punto
di
vendita
(edicola)
o
la
spedizione
presso
il
domicilio
dell'utente.
I

periodici
on
line
‐
oggeEo
d'interpello
‐
si
caraEerizzano,
invece,
per
il
faEo
di
essere
fruibili
in

forma
digitale,
aEraverso
le
vie
eleEroniche,
sulla
postazione
telemaKca
dell'acquirente:
quesK

potrà
decidere
se
consultare
il
periodico
on
line
solo
a
video
ovvero
procedere
anche
alla
sua

materializzazione
aEraverso
la
stampa.
In
ogni
caso,
tuEe
le
fasi
di
tale
commercializzazione
si

svolgono
in
rete,
venendo
cosi
contraddisKnte
dalla
funzione
imprescindibile
del
mezzo
telemaKco,

il
quale
dunque
rappresenta
l'esclusivo
tramite
di
consegna
dei
prodo/
editoriali
on
line.
Sulle

relaKve
transazioni,
cosKtuenK
il
c.d.
commercio
eleEronico
(direEo),
la
dire/va
comunitaria

2002/38/CE
del
7
maggio
2002
‐
recepita
di
recente
dall'ordinamento
nazionale
con
un
decreto

legislaKvo
(non
ancora
pubblicato
sulla
GazzeEa
Ufficiale)
sulla
base
della
legge
delega
3
febbraio

2003,
n.
14
‐
ha
deEato
una
specifica
disciplina
IVA.
Tale
dire/va,
nell'art.
1,
comma
1,
leEera
a),

secondo
tra/no,
ha
qualificato
le
forniture
on
line
(tramite
internet)
come
"servizi
prestaK
tramite

mezzi
eleEronici",
fornendone
‐
nell'allegato
L
‐
un
elenco
a
Ktolo
illustraKvo:


"1.
fornitura
di
siK
web
e
web‐hosKng,
gesKone
a
distanza
di
programmi
e
aErezzature;


2.
fornitura
di
so|ware
e
relaKvo
aggiornamento;


3.
fornitura
di
immagini,
tesK
e
informazioni
e
messa
disposizione
di
basi
di
daK;


4.
fornitura
di
musica,
film,
giochi,
compresi
i
giochi
di
sorte
o
d'azzardo,
programmi
o
manifestazioni

poliKci,
culturali,
arKsKci,
sporKvi,
scienKfici
o
di
intraEenimento;


5.
fornitura
di
prestazioni
di
insegnamento
a
distanza".



79

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Il
contenuto
meramente
esemplificaKvo
di
tale
elenco,
rafforzato
dall'inciso
"inter
alia"

contenuto
nella
norma
sopra
citata,
rende
inoltre
manifesto
che
la
disciplina
del

commercio
eleEronico
trova
applicazione
estensiva
a
tuEe
le
transazioni
che

avvengono
integralmente
aEraverso
le
vie
telemaKche;
l'assoggeEamento
di

queste
ulKme
alle
regole
stabilite
dall'art.
9
della
Dire/va
17
maggio
1977,
n.
388,

qualifica
poi
le
medesime
come
ordinarie
prestazioni
di
servizi,
a
prescindere
dalla

valutazione
della
natura
del
bene
immateriale
cui
si
accede
dalla
propria

postazione
telemaKca.
Con
riferimento
alla
fa/specie
in
esame
si
riKene,

coerentemente
con
quanto
sopra
esposto,
che
l'oggeEo
della
transazione

effeEuata
dalla
società
non
sia
la
cessione
del
periodico
registrato,
bensì
un

generico
servizio
che
consente
l'accesso
al
sito
della
medesima,
sul
quale

l'associato
rinviene
tale
pubblicazione.
Conseguentemente
il
corrispe/vo
pagato

alla
società
non
e'
riferibile
a
cessioni
di
beni
(editoriali),
bensì
al
servizio

telemaKco
di
consultazione
dell'acquirente,
grazie
al
quale
egli
fruisce
sulla
propria

postazione
le
circolari
periodicamente
redaEe
dall'Associazione.
Peraltro,
la

circostanza
che
tale
consultazione
venga
di
solito
offerta
dagli
editori
"digitali"

insieme
ad
una
serie
di
servizi
aggiunKvi,
quali
la
selezione
di
informazioni,
un

costante
aggiornamento
dei
contenuK,
una
ricerca
"per
parola
chiave"
sui
numeri

arretraK,
rafforza
l'ipotesi
che
il
corrispe/vo
percepito
dall'editore
digitale
aEenga

ad
una
generica
prestazione
di
servizi
di
accesso
al
proprio
sito.


80

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Da
ulKmo,
si
evidenzia
che
la
registrazione
eseguita
dalla
società,
ai
sensi
della
legge
n.

47
del
1948,
non
vale
a
qualificare
la
fa/specie,
agli
effe/
dell'IVA,
come

rientrante
ex
se
nel
regime
speciale
per
l'editoria,
nonché
nell'ambito
applicaKvo

della
norma
che
stabilisce
l'aliquota
ridoEa
per
tale
seEore.
Infa/,
l'a/vità
di

registrazione
e'
da
intendersi
posta
con
riferimento
agli
obblighi
che
la
legge
pone

genericamente
su
coloro
che
iniziano
a
pubblicare;
sul
punto,
peraltro,
la
Suprema

Corte
(Cass.
civ.,
9
novembre
1994,
n.
9288,
sez.
un.)
ha
sostenuto
che
il
relaKvo

adempimento,
in
quanto
inerente
ad
una
forma
di
pubblicità
necessaria,
non
sia

sufficiente
di
per
sé
a
far
supporre
la
nascita
di
un'impresa
editoriale
e,
quindi,
a

ritenere
"editoriali"
i
suoi
prodo/.
Premesso
quanto
sopra,
si
riKene
che
le

cessioni
on
line
della
società
manifesKno
una
differente
natura
rispeEo
ai
prodo/

editoriali
agevolaK
dal
decreto
sull'IVA
ed,
in
quanto
afferenK
generiche
prestazioni

di
servizi,
siano
‐
contrariamente
a
quanto
sostenuto
dall'istante
‐
da
assoggeEare

alle
regole
ordinarie
di
tale
imposta.
La
risposta
di
cui
alla
presente
nota
viene
resa

dalla
scrivente
ai
sensi
dell'arKcolo
4,
comma
1,
ulKmo
periodo
del
D.M.
26
aprile

2001,
n.
209
e
trasmessa,
altresì,
alla
Direzione
regionale
......


81

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Impresa
italiana
venditrice:

•  Cliente
operatore
economico
italiano:
applicazione
Iva

italiana

•  Cliente
operatore
economico
estero
(Ue
o
extra
Ue):
NON

applicazione
Iva
italiana
(arKcolo
7‐ter,
comma
1,
leEera
a,

Dpr
n.633/1972);
nel
caso
di
operatore
di
altro
Paese
Ue

occorre
presentare
il
modello
Intra
servizi;

•  Cliente
consumatore
finale:

–  Italiano:
applicazione
Iva
italiana;

–  Di
altro
Paese
Ue:
applicazione
Iva
italiana
(arKcolo
7‐ter,

comma
1,
leEera
b,
Dpr
n.
633/1972);

–  Di
Paese
extra
Ue:
NON
applicazione
Iva
italiana
(arKcolo
7‐
sepKes,
leEera
i),
del
Dpr
n.
633/1972)


82

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Impresa
italiana
acquirente:

•  Fornitore
italiano:
il
fornitore
applica
l’Iva
italiana

•  Fornitore
di
altro
Paese
Ue:
l’impresa
italiana

deve
assoggeEare
l’operazione
all’Iva
italiana

(numerazione
e
integrazione
con
Iva
della
faEura

estera,
arKcolo
17,
comma
2,
dpr
n.
633/1972);

occorre
presentare
il
modello
Intra
servizi;

•  Fornitore
di
Paese
extra
Ue:
l’impresa
italiana

deve
assoggeEare
l’operazione
all’Iva
italiana

(emissione
di
autofaEura
con
Iva,
arKcolo
17,

comma
2,
dpr
n.
633/1972);

83

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Aspe%
generali

Consumatore
finale
italiano
acquirente:

•  Fornitore
italiano:
il
fornitore
italiano
applica
l’Iva
italiana;

•  Fornitore
di
altro
Paese
Ue:
il
fornitore
di
altro
Paese
Ue
applica

l’Iva
del
suo
Paese;
in
relazione
a
tale
traEamento
molte
società

operanK
nel
seEore
del
commercio
eleEronico
si
insediano
in

Lussemburgo
in
quanto
caraEerizzata
da
un’aliquota
Iva
ordinaria

del
15%;
cfr.
pagine
seguenK;

•  Fornitore
di
Paese
extra
Ue:
deve
idenKficarsi
ai
fini
Iva
in
un
Paese

Ue
e
applicare
l’Iva
del
Paese
del
consumatore
finale;
sul
sito

dell’Agenzia
delle
Entrate
italiano
vi
è
un’apposita
sezione
dedicata

a
tali
sogge/
che
decidono
di
idenKficarsi
ai
fini
Iva
in
Italia;
cfr.

pagina
seguente.
MolK
di
tali
operatori
si
idenKficano
in

Lussemburgo
considerata
la
bassa
aliquota
ordinaria
Iva
di
tale

Paese
(15%);
cfr.
pagine
seguenK.


84

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Sezione
per
operatori
extra
Ue

hEp://www.e‐services.agenziaentrate.it/sito_ing/index.htm


85

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO


 Lussemburgo
hEp://www.setupineurope.com/setupineurope/home.html


86

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO

Lussemburgo

hEp://www.setupineurope.com/setupineurope/home.html


87

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO


E
STABILE
ORGANIZZAZIONE

L’ar:colo
162
del
Dpr
n.
917/1986
afferma
che:

“1.
Fermo
restando
quanto
previsto
dall'arKcolo
169,
ai
fini
delle
imposte
sui

reddiK
e
dell'imposta
regionale
sulle
a/vità
produ/ve
di
cui
al
decreto

legislaKvo
15
dicembre
1997,
n.
446,
l'espressione
"stabile
organizzazione"

designa
una
sede
fissa
di
affari
per
mezzo
della
quale
l'impresa
non

residente
esercita
in
tuEo
o
in
parte
la
sua
a/vità
sul
territorio
dello
Stato.

(….)

4.
Una
sede
fissa
di
affari
non
e',
comunque,
considerata
stabile

organizzazione
se:


(…)

e)
viene
uKlizzata
ai
soli
fini
di
svolgere,
per
l'impresa,
qualsiasi
altra
a/vita'

che
abbia
caraEere
preparatorio
o
ausiliario;

5.
Oltre
a
quanto
previsto
dal
comma
4
non
cos:tuisce
di
per
sé
stabile

organizzazione
la
disponibilità
a
qualsiasi
:tolo
di
elaboratori
ele7ronici

e
rela:vi
impian:
ausiliari
che
consentano
la
raccolta
e
la
trasmissione
di

da:
ed
informazioni
finalizza:
alla
vendita
di
beni
e
servizi.




88

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO


E
STABILE
ORGANIZZAZIONE


89

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO


E
STABILE
ORGANIZZAZIONE

Per
quanto
riguarda
il
problema
di
definire
la
"stabile
organizzazione"
in
rapporto
al

fenomeno
del
commercio
eleEronico
"direEo",
operazione
commerciale
(cessione

e
consegna
del
prodoEo)
svolta
con
modalità
interamente
telemaKca:
il
prodoEo

scambiato
non
si
materializza
mai
in
un
qualcosa
di
tangibile
e,
pertanto,
la

compravendita
si
configura
sempre
e
solo
come
prestazione
di
servizi
e
giammai

come
una
cessione
di
beni,
in
quanto
nessun
bene
viene
materialmente

consegnato
al
cliente.

L'arKcolo
162,
comma
5,
del
Tuir
ribadisce,
da
un
lato,
la
possibilità
che
una
sede
fissa

di
affari
non
cosKtuisca
necessariamente
stabile
organizzazione;
dall'altro,
vengono

inseriK
ulteriori
vincoli
e
il
legislatore
precisa
che
"non
cosKtuisce
di
per
sé
stabile

organizzazione
la
disponibilità
a
qualsiasi
Ktolo
di
elaboratori
eleEronici
e
relaKvi

impianK
ausiliari
che
consentono
la
raccolta
e
la
trasmissione
di
daK
ed

informazioni
finalizzaK
alla
vendita
di
beni
e
servizi",
proponendo
una
ulteriore

"fa/specie
negaKva".
L'ordinamento
italiano
si
concentra,
quindi,
sulla
natura

meramente
ausiliaria
delle
a/vità
svolte
mediante
un
semplice
"elaboratore

eleEronico",
che
si
limita
a
consenKre
"la
raccolta
e
la
trasmissione
di
daK
ed

informazioni
finalizzaK
alla
vendita
di
beni
e
servizi",
le
quali
vengono
considerate

meramente
strumentali
in
rapporto
all'a/vità
vera
e
propria
di
scambio
dei
beni/
servizi.


90

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO


E
STABILE
ORGANIZZAZIONE

In
merito
alla
nozione
di
"elaboratore
eleEronico",
qualche
autore
ha
sostenuto
che
il
legislatore

italiano
abbia
uKlizzato
la
traduzione
leEerale
del
termine
anglosassone
"server".Nella
sostanza,
il

comma
5
propone
una
traEazione
parziale
e
tangenziale
del
commercio
eleEronico
ed
è
ben
lungi

dall'offrire
soluzioni
esausKve
in
rapporto
a
un
fenomeno
così
ampio
e
diffuso.

Fortunatamente,
l'Ocse
ha
fissato
in
materia
alcuni
punK
fermi
e,
in
parKcolare,
ha
rilevato
che:
un

sito
web
non
può
di
per
sé
cosKtuire
una
stabile
organizzazione,
in
quanto,
per
sua
natura,
svolge

una
funzione
prevalentemente
pubblicitaria
e,
non
essendo
una
enKtà
tangibile,
non
può
essere

assolutamente
considerata
stabile
organizzazione.


Difa/,
il
sito
web
non
possiede
il
requisito
della
fissità,
richiesto
dall'arKcolo
5,
paragrafo
1,
della

convenzione
modello
Ocse:
esso
risulta
caraEerizzato
da
un
contenuto
che
può
essere
modificato

senza
alcuna
difficoltà
e
in
qualunque
momento
e
realizza
una
semplice
fornitura
di
informazioni:

tale
a/vità
ha
caraEere
meramente
ausiliario
rispeEo
all'esercizio
dell'a/vità
d'impresa
e,
come

tale,
non
è
sufficiente
a
configurare
una
stabile
organizzazione
la
collocazione
fisica
del
server

relaKvo
al
sito
web,
normalmente,
non
è
sufficiente
a
far
presumere
l'esistenza
di
una
"stabile

organizzazione"
di
un
soggeEo
che
conclude
operazioni
commerciali
tramite
un
Internet
Service

Provider,
cioè
il
fornitore
del
servizio
di
collegamento
a
Internet
aEraverso
un
server
di
proprietà

(ad
esempio,
"Virgilio",
"Libero",
"Tiscali"),
può
configurare
stabile
organizzazione
solo
nella
misura

in
cui
possa
essere
qualificato
come
"agente
dipendente"
dell'impresa,
nel
senso
sopra
descriEo.

Occorre,
però,
precisare
che,
di
regola,
un
Provider
non
agisce
in
nome
dell'impresa
ospitata
e
non

è
autorizzato
a
concludere
contra/
per
essa:
quindi,
l'ipotesi
che
possa
assumere
la
veste
di
agente

dipendente
risulta
essere
estremamente
improbabile.

Un
server
può,
invece,
essere
considerato
una
stabile
organizzazione
se
l'a/vità
svolta
tramite
lo

stesso
è
significaKva
ed
essenziale
per
l'impresa.


91

COMMERCIO
ELETTRONICO
DIRETTO


E
STABILE
ORGANIZZAZIONE

Risulta
a
questo
punto
chiara
la
diversità
di
approccio
dell'Ocse
rispeEo
all'ordinamento
italiano:
mentre
quest'ulKmo
si

è
limitato
a
negare
l'esistenza
di
una
stabile
organizzazione
tout
court
qualora
vi
sia
la
detenzione
"a
qualsiasi
Ktolo

di
elaboratori
eleEronici",
l'Ocse
riKene
invece
sussistenK
i
presupposK
perché
sia
configurabile
una
stabile

organizzazione
qualora
un'impresa
detenga
e
gesKsca
direEamente
un
proprio
server,
tramite
il
quale
venga
svolta

l'a/vità
di
vendita
di
un
prodoEo/servizio.

Si
traEerebbe,
infa/,
di
un
elaboratore
collocato
fisicamente
in
un
determinato
luogo,
preposto
allo
svolgimento
di

funzioni
streEamente
correlate
all'indirizzo
strategico
della
società:
rappresenta,
quindi,
un
bene
che
è
parte

essenziale
per
l'esercizio
dell'a/vità
d'impresa
e
non
configura
puramente
un
mezzo
di
comunicazione
o

comunque
non
svolge
un'a/vità
meramente
preparatoria
e
ausiliaria
come
Kpicamente
avviene
con
un
sito
web.

A
diversa
conclusione
deve
giungersi
qualora
il
server
fosse
uKlizzato
per
lo
svolgimento
di
a/vità
ausiliarie
e

preparatorie,
quali,
ad
esempio,
raccolta
daK,
servizio
informazioni
o
di
pubblicità.

Pur
tuEavia,
si
potrebbe
interpretare
il
comma
5
dell'arKcolo
162
facendo
tesoro
dell'orientamento
espresso

dall'Ocse
e
concludere
che
un
server
non
può
mai
acquisire
la
qualifica
di
stabile
organizzazione,
a
meno
che
non

sia
chiamato
a
svolgere
un'a/vità
di
scambio
vera
e
propria.
In
merito
al
cd
"web
site
hosKng
arrangement",
cioè

l'accordo
per
l'ospitalità
di
un
sito
web
(con
il
quale
un
soggeEo
meEe
a
disposizione
di
un
altro
uno
spazio
di
disco

fisso
per
la
creazione
di
un
sito),
si
è
ritenuto
che
esso
non
possa
configurare
una
stabile
organizzazione:
in
tal
caso,

infa/,
il
contraEo
ha
ad
oggeEo
un
bene
immateriale,
si
traEa
infa/
di
una
prestazione
di
servizi
e
non
di
una

locazione
di
spazi,
visto
che
lo
spazio
web
non
è
un'enKtà
tangibile.


Daniela
Buonocore

Annalisa
Paola
Campagna

pubblicato
Venerdì
2
Dicembre
2005


92

COMMERCIOO
ELETTRONICO


APPENDICE


93

INCOTERMS®
2010

hEp://www.iccwbo.org/incoterms/


94

INCOTERMS®
2010

Gli
Incoterms®
2010
(applicabili
dal
1°
gennaio
2011)
sono
suddivisi
in
due
gruppi:


Quelli
per
qualsiasi
forma
di
trasporto

CIP
–
Carriage
and
Insurance
Paid

CPT
–
Carriage
Paid
To

DAP
–
Delivered
At
Place

DAT
–
Delivered
At
Terminal

DDP
–
Delivered
Duty
Paid

EXW
–
Ex
Works

FCA
–
Free
Carrier

Quelli
solo
per
traspor:
mari%mi
e
fluviali

CFR
–
Cost
and
Freight

CIF
–
Cost,
Insurance
and
Freight

FAS
–
Free
Alongside
Ship

FOB
–
Free
On
Board


95

INCOTERMS®
2010

Gli
Incoterms
2010
tengono
conto
del
faEo
che:

•  Negli
scambi
intracomunitari,
dal
1°
gennaio
1993,
sono
venute
meno
le
operazioni
doganali;

•  La
gran
parte
della
merce
viaggia
in
container;

•  Le
navi
portacontainer
non
hanno
più
la
murata;

•  Sono
emerse
nuove
esigenze
di
sicurezza
nella
catena
logisKca,
con
conseguente

inasprimento
delle
normaKve
doganali
sopraEuEo
in
materia
di
controlli
(divenuK
più

rigorosi
per
le
merci
in
entrata
in
tanKssimi
Paesi).

•  
Occorre
soddisfare
la
necessità
degli
operatori
commerciali
statunitensi
abituaK
a
un
set
di

regole
‐
i
Trade
terms
‐
cancellaK
nel
2004
a
seguito
della
revisione
dell’Uniform
Commercial

Code
di
cui
facevano
parte;


Gli
Incoterms
riguardano
i
rischi
e
le
spese;
NON
riguardano
il
trasferimento
della
proprietà
dei

beni


I
più
importanK
mutamenK,
rispeEo
agli
Incoterms
2000,

possono
essere
così
sinteKzzaK:

•  Riduzione
delle
clausole
da
13
a
11

•  Abrogazione
delle
clausole
DAF,
DES,
DEQ
e
DDU

•  Introduzione
di
due
nuove
clausole:
DAT
e
DAP

•  Modifiche
ad
alcune
altre
condizioni
di
resa
della
merce


96

INCOTERMS®
2010

RaggruppamenK
clausole
Incoterms:

•  GRUPPO
E
–
merce
consegnata
alla
partenza:

EXW

•  GRUPPO
F
–
trasporto
principale
NON
pagato

dal
venditore:
FCA,
FAS,
FOB

•  GRUPPO
C
–
trasporto
principale
pagato
dal

venditore:
CFR,
CIF,
CPT,
CIP

•  GRUPPO
D
–
merce
consegnata
all’arrivo:
DAP,

DAT,
DDP

97

INCOTERMS®
2010


98

INCOTERMS®
2010


99

INCOTERMS®
2010


100

INCOTERMS®
2010


101

INDIVIDUAZIONE
DEL
TRATTAMENTO
DAZIARIO

ALL’ARRIVO
IN
PAESE
EXTRA
UE


ITER
LOGICO:

•  Individuare
la
voce
doganale
a
6
cifre
del

prodoEo
che
si
intende
esportare
accedendo
al

sito
delle
dogane
italiane;
le
prime
6
cifre
(HS
–

Harmonized
System/
SA
–
Sistema
Armonizzato)

sono
in
comune
con
circa
200
Paesi
del
mondo;

•  Accedere
alla
banca
daK
messa
a
punto

dall’Unione
Europea:
“Market
Access
Data
Base”


102

NOMENCLATURA
COMBINATA,
TARIC
E

TARIFFA
DOGANALE
D’USO
INTEGRATA

A
livello
Ue,
le
6
cifre
del
sistema
armonizzato
sono
state
integrate
con
altre
suddivisioni
(giungendo

sino
a
codici
di
10
cifre):

•  sia
al
fine
di
aEribuire
aliquote
daziarie
ai
prodo/
consideraK;

•  sia
per
disporre
delle
informazioni
necessarie
alle
staKsKche
del
commercio
con
l’estero.


In
funzione
di
tali
ulteriori
suddivisioni,
si
parla
di:

•  
Nomenclatura
combinata
–
NC:
la
quale
si
compone
di
circa
10.000
voci,
ciascuna
di
esse

contraddisKnta
da
un
codice
numerico
a
8
cifre
(le
prime
6,
rappresentano
i
codici
SA
e
le
restanK
2,

le
soEovoci
NC).
Serve
per
la
predisposizione:

–  delle
dichiarazioni
di
esportazione;


–  dei
modelli
Intrastat
(sia
per
le
cessioni
intracomunitarie
di
beni
che
per
gli
acquisK
intracomunitari
di
beni);


•  Tariffa
integrata
comunitaria
(TARIC):
la
quale
si
compone
di
circa
13.000
voci,
ciascuna
di
esse

contraddisKnta
da
un
codice
numerico
di
10
cifre;
integrate
a
loro
volta
‐
in
alcuni
casi
–
da
ulteriori

4
caraEeri
alfanumerici
che
cosKtuiscono
il
codice
addizionale
(o
“CADD”),
che
individuano
in

maniera
più
puntuale
alcune
Kpologie
parKcolari
di
prodo/
oggeEo
di
regolamentazioni

comunitarie
specifiche.
Serve
per
la
predisposizione
delle
dichiarazioni
di
importazione.


Nel
sito
dell'Agenzia
delle
Dogane
(hEp://aidaonline.agenziadogane.it/nsitaric/index.html)
è
riportata
la

Tariffa
doganale
d’uso
integrata,
la
quale
conKene,
oltre
a
quelle
sopra
indicate,
ulteriori

informazioni
uKli
per
gli
operatori.


103

CLASSIFICAZIONE
DOGANALE
DEL
VINO
E
DELLE

ALTRE
BEVANDE
ALCOLICHE


hEp://aidaonline.agenziadogane.it/nsitaricinternet/NomenclatureImportServlet


104

INDIVIDUAZIONE
DEL
TRATTAMENTO
DAZIARIO
ALL’ARRIVO
IN

PAESE
EXTRA
UE

hEp://madb.europa.eu/mkaccdb2/indexPubli.htm


105

INDIVIDUAZIONE
DEL
TRATTAMENTO
DAZIARIO

ALL’ARRIVO
IN
PAESE
EXTRA
UE:
CINA

hEp://madb.europa.eu/mkaccdb2/indexPubli.htm



106

INDIVIDUAZIONE
DEL
TRATTAMENTO
DAZIARIO

ALL’ARRIVO
IN
PAESE
EXTRA
UE:
CINA

hEp://madb.europa.eu/mkaccdb2/indexPubli.htm


107

INDIVIDUAZIONE
DEL
TRATTAMENTO
DAZIARIO

ALL’ARRIVO
IN
PAESE
EXTRA
UE:
CINA

hEp://madb.europa.eu/mkaccdb2/indexPubli.htm


108

INDIVIDUAZIONE
DEL
TRATTAMENTO
DAZIARIO

ALL’ARRIVO
IN
PAESE
EXTRA
UE:
CINA


109

DOCUMENTAZIONE

(reperibile
tramite
google)


110

DOCUMENTAZIONE

hEp://www.schedeexport.it/Pagine.aspx


111


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