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costantiniana III copertina estratto.qxp:Impaginato 2a prova.

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Estratto

COSTANTINO I
ENCICLOPEDIA COSTANTINIANA
SULLA FIGURA E L’IMMAGINE
DELL’IMPERATORE
DEL COSIDDETTO EDITTO DI MILANO
313-2013

volume secondo

isbn 978-88-12-00171-2

ISTITVTO DELLA
ENCICLOPEDIA ITALIANA
FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI
ROMA 2013
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Marco Di Branco

L’immagine di Costantino nelle fonti arabe


Il primo imperatore cristiano nello specchio dell’islam

Sommario: Visioni arabe della nascita dell’Impero sugli imperatori la cui attività abbia influito sulle
cristiano ▭ «Lo stratagemma di Costantino»: una questioni religiose, mentre degli altri si limita a for-
conversione politica? ▭ Un modello positivo: nire nome e anno di regno: così sono ad esempio
Costantino nel Kitāb Hurūšiyūš ▭ Costantino ‘inno- ricordate la nascita di Cristo sotto Augusto, la presa
vatore’ nella controversia islamocristiana: il caso di Gerusalemme da parte dei Flavi, la rivolta giu-
della Lettera cipriota di Ibn Taymiyya ▭ Costan- daica sotto Adriano, e poco altro. Ovviamente, in
tino il Santo sepolcro nell’opera di Ibn Ḫaldūn ▭ tale scelta gli storici arabi sono in parte condizionati
Una Costantinopoli romana, una Roma costanti- dalle loro fonti – soprattutto cronache siriache –, che
nopolitana: la prima e la seconda Roma nelle descri- riportano principalmente proprio questo tipo di
zioni dei geografi arabi notizie, ma è chiaro che essi aderiscono profonda-
mente all’organizzazione selettiva del sapere sto-
rico operata dai testi ai quali attingono: in effetti,
Gli storici arabi medievali condividono con i per gli storici islamici la dialettica fra potere romano,
loro colleghi bizantini il punto di vista secondo giudaismo e cristianesimo non è altro che una tappa
cui, nella secolare vicenda dell’Impero romano, il verso quel cammino di salvezza che troverà il suo
regno di Costantino segna il passaggio dalla sto- culmine nell’affermazione dell’islam. Di conse-
ria antica a una storia nuova: dall’epoca dei mulūk guenza, la vicenda dell’Impero cristiano tende a
al-Rūm ‒ «gli imperatori romani» ‒ si passa a identificarsi con quella della Chiesa e dei suoi con-
quella dei mulūk al-Rūm al-mutanaṣṣir ah ‒ «gli cili ecumenici, e la storia di Roma e di Bisanzio
imperatori romani convertiti al cristianesimo», viene ad assumere le fattezze di un’impalcatura su
con i quali gli arabi avranno a che fare fino alle cui si dispongono gli eventi-chiave della storia della
soglie dell’epoca moderna. È dunque salvezza (ascensione di Cristo, persecuzione dei cri-
comprensibile che la figura di Costantino, primo stiani, martirio degli apostoli, etc.). In quest’ottica
sovrano cristiano e fondatore di quella riveste appunto particolare importanza la figura di
Costantinopoli che fu per secoli l’obiettivo Costantino, l’imperatore che abbandonò ufficial-
principale delle campagne militari musulmane mente la ‘religione dei sabei’2, cioè i culti pagani,
contro l’impero bizantino, assuma nelle fonti per aderire al cristianesimo; si vedrà però che non
arabe un notevole rilievo, divenendo in qualche tutti gli storici musulmani accetteranno senza di-
modo il simbolo del grande Impero nemico scutere la vulgata sulla sua conversione.
dell’islam e il perno della riflessione musulmana
sulla storia, sulla politica, sulla religione e sulla
cultura dei Rūm (così sono chiamati romani e Visioni arabe della nascita dell’Impero
bizantini nelle fonti islamiche)1. Nelle opere cristiano
storiche musulmane il confronto con
cristianesimo e giudaismo è un tema ricorrente Il primo storico arabo a tracciare un profilo bio-
della narrazione sugli imperatori romani; si può grafico di Costantino è Ya‘qūbī (morto prima del
anzi affermare che per molti autori arabi la storia 905 d.C.), autore della più antica storia universale
dell’antica Roma acquisti senso solo quando essa islamica pervenutaci, nella quale è dato ampio spa-
entra in contatto con le due grandi religioni zio agli aspetti culturali che caratterizzano le civiltà
mono-teiste. Appare, infatti, evidente come la
grande maggioranza di costoro si soffermi quasi
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preislamiche3. Ya‘qūbī ricorda come Costantino si L’interesse di Ya‘qūbī per la figura di Costan-
allontanasse dalle dottrine greche per quelle cri- tino è tutto connesso alla sua attività religiosa e ai
stiane, muovendo per questo guerra ai suoi consan- problemi legati al concilio (d’altra parte, quelle sulle
guinei, e dà ampli ragguagli ‒ i primi di tutta la let- vicende conciliari saranno le uniche informazioni
teratura araba ‒ sul sogno dell’imperatore alla vigilia fornite dall’autore a proposito degli imperatori cri-
della battaglia di ponte Milvio e sulla convocazione stiani fino a Eraclio), al punto che egli ‘dimentica’
del concilio di Nicea: persino di accennare alla fondazione di Costantino-
poli. Al contrario, Ṭabarī, l’‘imām’ della storiogra-
Il primo che regnò tra i re dei Rūm e si allon- fia universale musulmana5, assai diffidente verso le
tanò dalle dottrine greche per quelle cristiane fu culture non islamiche, dedica a Costantino solo poche
Costantino; e fu per questo che egli mosse guerra righe della sua cronaca, ma la creazione della nuova
contro dei consanguinei e vide in sogno come se capitale imperiale è la prima notizia a essere consi-
dei giavellotti scendessero dal cielo con su di essi derata degna di menzione6, seguita da quelle della
delle croci, e quando si svegliò portò sulla sua sua conversione al cristianesimo, della cacciata degli
lancia le croci, e guerreggiò e vinse, e questa fu israeliti dalla Palestina e dell’inventio crucis:
la causa della sua conversione; e sostenne la reli-
Costantinopoli […] fu fondata dall’imperatore
gione della cristianità e edificò le chiese e riunì
Costantino, il primo ad abbracciare la Cristia-
i vescovi da tutti i paesi per organizzare la reli-
nità. Egli bandì gli israeliti che restavano dalla
gione della cristianità. E ci fu la loro prima adu-
Palestina e dalla Giordania, perché – come
nanza, e si riunirono a Nicea trecentodiciotto
diceva – costoro avevano ucciso Gesù. Costan-
vescovi e quattro patriarchi: il patriarca di Ales-
tino trovò la croce lignea sulla quale essi crede-
sandria, il patriarca di Roma, il patriarca di Antio-
vano che Cristo fosse stato crocifisso, e di con-
chia e il patriarca di Costantinopoli; e il motivo
seguenza i Romani la venerarono e la collocarono
per cui Costantino li convocò fu che, quando
fra i loro tesori, dove rimane fino a oggi7.
egli si convertì e il cristianesimo prese stanza nel
suo cuore, volle fare ricerche e conoscere e com- Uno dei racconti più estesi sulle imprese di
prendere le dottrine dei suoi adepti; e reperì tre- Costantino conservato dalla tradizione arabo-isla-
dici articoli, e fra questi una sentenza che diceva mica è quello di Mas‘ūdī, l’‘Erodoto degli Arabi’, il
che il Messia e sua madre erano due dei; e un’al- principale rappresentante della nuova storiografia
tra che diceva che egli deriva dal Padre come la dell’età abbaside, secolarizzata e aperta alle altre cul-
fiamma di un fuoco si separa dalla fiamma di un ture, autore dei Murūǧ al-ḏahab wa ma‘ādin al-
fuoco e che la prima non subisce diminuzione ǧawhar (I prati d’oro e le miniere di gemme), vera e
per il distacco dalla seconda; e un’altra sentenza propria ‘enciclopedia’ storico-geografica dedicata
diceva che egli era diventato Dio; e un’altra diceva alla storia dei popoli conosciuti. Scrive dunque
che egli era il suo servo; e un’altra diceva che il Mas‘ūdī:
suo corpo umano era una visione, come Matteo
e i suoi compagni; un’altra diceva che egli era la Dopo la morte di Diocleziano, Roma ebbe per
Parola; un’altra che egli era il Figlio, e un’altra sovrano Costantino, che adorava gli idoli. Costan-
che era Spirito eterno; un’altra diceva che era il tino fu il primo dei re romani a trasportare la sua
figlio di Giuseppe, e un’altra che era profeta tra residenza da Roma a Bisanzio, cioè a Costanti-
i profeti, e un’altra diceva che era di natura divina nopoli. Egli costruì questa città e le diede il suo
e di natura umana. Costantino riunì trecentodi- proprio nome, fino a oggi. Mentre fondava
ciotto vescovi e quattro patriarchi, e non ce n’e- Costantinopoli, temendo l’attacco di un re per-
rano altri in quell’epoca. E il patriarca di Ales- siano della razza di Sāsān, entrò in relazioni con
sandria diceva che il Messia era divino e creato; alcuni capi dei Burǧān, relazioni delle quali
e quando si riunirono rifletterono su ciò e fu sta- sarebbe interessante parlare. Era sul trono da un
bilita tutta la dottrina della nazione: afferma- anno, quando abbandonò la città di Roma e
rono che il Messia è figlio del Padre prima della abbracciò il cristianesimo. Nel settimo anno del
Creazione, ed egli è della natura del Padre e non suo regno, Elena, sua madre, visitò la Siria, vi
menzionarono lo Spirito Santo e non attestarono fondò molte chiese, poi si recò a Gerusalemme,
che esso fosse creatore e non creato; e tuttavia e cercò la trave sulla quale, secondo la credenza
richiamarono l’attenzione sul fatto che il Padre dei cristiani, sarebbe stato crocifisso il Messia.
è Dio e che il figlio è Dio da lui, e andarono via Quando la ebbe in suo possesso, ella la coprì di
da Nicea. Costantino regnò cinquantacinque ornamenti d’oro e d’argento e consacrò questa
anni4. scoperta con una festa chiamata festa della

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L’IMMAGINE DI COSTANTINO NELLE FONTI ARABE

Croce, che cade il quattordici di settembre. È dichiararsi contro di lui. Una gran parte della
in questo giorno che in Egitto ha luogo l’aper- sua armata era perita, ed egli temeva una disfatta
tura delle chiuse e dei canali, cosa di cui parle- completa, quando vide in sogno discendere dal
remo più oltre, nel capitolo dedicato alla descri- cielo delle lance ornate di pezzi di stoffa e di
zione dell’Egitto. drappi e sormontate da croci, le une in oro, le
La stessa regina costruì a Emesa la chiesa su altre in argento, in ferro, in rame e ornate di ogni
quattro pilastri che è una delle più meravigliose sorta di pietre preziose. Nello stesso tempo, una
costruzioni del mondo; essa esumò le ricchezze voce gli gridava: «Prendi queste lance e attacca
e i tesori nascosti in Egitto e in Siria per fon- i tuoi nemici: sarai vincitore». Nel suo sogno egli
dare chiese e consolidare la religione cristiana. dirigeva queste armi contro il nemico e, grazie
Così, tutte le chiese di Siria, d’Egitto e del paese all’aiuto che gli era dato, lo metteva in rotta e lo
di Rūm devono la loro origine a questa regina costringeva a fuggire. Al suo risveglio, Costan-
Elena, madre di Costantino, e si trova il suo tino ordinò di porre in cima a molte lance il segno
nome tracciato sulla croce in ogni chiesa da lei che aveva visto in sogno, e le fece portare in testa
costruita. La lettera hā non esiste nell’alfabeto alla sua armata; poi egli attaccò l’armata nemica,
greco, e il nome di Hilānī [Elena] è composto la mise in rotta e la massacrò. Ritornò allora a
da cinque lettere: la prima è inflessa, e il suo Nicea e si informò presso persone assai istruite
valore numerico è cinque; la seconda lettera è se simili croci esistessero in una qualsiasi reli-
un lām, e vale trenta; la terza, essendo un’altra gione o setta. Fu reso edotto del fatto che la setta
ā inflessa, vale cinque; la quarta, che è un nūn, che aveva adottato questo segno si riuniva a
vale cinquanta, e la quinta, che è un yā, vale Gerusalemme in Siria, e lo si mise al corrente
dieci, e la somma di tutto ciò fa cento. Ecco la delle persecuzioni di cui i cristiani erano stati
forma della parola che, nell’alfabeto greco, rap- vittime sotto i re suoi predecessori. Immedia-
presenta il numero cento. tamente egli inviò ambasciatori in Siria e a Geru-
Il diciannovesimo anno del regno di Costan- salemme; convocò trecentodiciotto vescovi che
tino, figlio di Elena, fu illustrato da un’assem- lo raggiunsero a Nicea, dove si trovava: raccontò
blea di trecentodiciotto vescovi che si riunirono loro ciò che gli era accaduto e fu iniziato da quelli
a Nicea nel paese dei Rūm, per deliberarvi sulle alla conoscenza della religione cristiana. Questo
dottrine cristiane. Si trattò della prima delle sei fu lo scopo del primo sinodo, o, come abbiamo
grandi assemblee delle quali i Rūm fanno men- appena spiegato, della prima assemblea. Altri
zione nelle loro preghiere, e che chiamano credono che Elena, sua madre, avesse già abbrac-
canoni; la parola che, in greco, designa queste ciato il cristianesimo, ma che lei nascondesse la
assemblee è ‘sinodo’. La prima, quella di Nicea, sua fede al figlio fino all’epoca in cui egli ebbe
formata dal numero di vescovi che abbiamo questo sogno.
indicato, fu diretta contro Ario; le sue decisioni Costantino morì dopo un regno di trentun anni,
sono unanimemente accettate dai cristiani, sia o, secondo un’altra versione, di venticinque anni
melkiti sia orientali […], che […] il popolo soltanto8.
chiama nestoriani; i giacobiti ammettono ugual-
mente questo primo sinodo. Il secondo, in cui Da questa lunga e dettagliata narrazione di
fu condannato Macedonio, ebbe luogo a Costan- Mas‘ūdī, non esente da errori e imprecisioni (ad
tinopoli, e cinquecento vescovi vi assistettero. esempio, secondo l’autore, il sogno di Costantino
Il terzo, composto da duecento persone, fu sarebbe avvenuto nel corso della sua campagna con-
tenuto a Efeso; il quarto, composto da seicen- tro i «Burǧān», cioè – probabilmente – i franchi o i
tosessanta persone, a Calcedonia. Il quinto goti9, mentre, come si è visto, già Ya‘qūbī sa che
sinodo, con centosessanta partecipanti, ebbe esso si verificò al tempo in cui Costantino muoveva
luogo a Costantinopoli, e il sesto, con duecen- guerra a «consanguinei», cioè a Massenzio, anch’e-
tottantanove partecipanti, nella medesima città. gli appartenente alla stirpe dei Rūm), emerge un’im-
Più oltre, fornendo la successione dei re di Rūm, magine di Costantino piuttosto positiva. Neppure
torneremo su questi sinodi e segnaleremo le l’impulso dato dall’imperatore e da sua madre al
cause che assicurarono il trionfo del cristiane- culto della croce (vero e proprio obbrobrio per un
simo sul culto degli idoli e delle immagini. musulmano ortodosso) suscita il minimo accenno
Ecco in quali circostanze Costantino decise di polemico10; e tuttavia è proprio alla fine del profilo
adottare la fede cristiana. Egli faceva la guerra costantiniano che l’autore colloca una durissima
ai Burǧān o ad altri popoli, e la fortuna delle requisitoria contro la religione cristiana, responsa-
armi, indecisa per un anno, aveva finito per bile della distruzione dell’antica scienza dei greci:

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Marco Di Branco

Dal tempo degli antichi greci e durante i primi di quei libri greci che erano troppo famosi e dei
anni dell’impero bizantino la scienza non cessò testi filosofici che erano troppo ben conosciuti.
di svilupparsi e di ingrandirsi. I saggi e i filo- Incapaci, poi, di cambiare i nomi di questi testi,
sofi, colmati di testimonianze di rispetto e di essi affermarono che i greci non erano che una
considerazione, applicarono le loro ricerche alle delle tribù bizantine. Essi utilizzarono le loro
scienze fisiche, allo studio dei corpi, della ragione, credenze religiose per vantare superiorità nei
dell’anima, come anche al quadrivium, compren- confronti degli ebrei, per mostrare arroganza
dente l’aritmetica, che è la scienza dei numeri; verso gli arabi e spocchia verso gli indiani, al
la geometria, che è la scienza delle superfici, cioè punto che essi in realtà dichiararono che i nostri
la handasa; l’astronomia, o scienza dei corpi cele- saggi erano seguaci dei loro, e che i nostri filo-
sti, e la musica, che è l’arte di strutturare i suoni. sofi hanno seguito il loro esempio. E questo è
Le scienze erano in onore e godevano di un cre- quanto12.
dito universale; assise su delle basi solide e gran-
diose, esse si elevavano ogni giorno di più, Come ha scritto Dimitri Gutas, «la retorica anti-
quando la religione cristiana fece la sua appari- bizantina e filellenica si propagò rapidamente tra
zione presso i Rūm; ci fu allora un colpo fatale gli intellettuali [...], si intensificò, divenne più spe-
per l’edificio scientifico: le sue vestigia dispar- cifica e raggiunse una maggiore sottigliezza»13. Ciò
vero e le sue vie si cancellarono. Tutto ciò che sembra indicare che i promotori del ‘movimento di
gli antichi greci avevano messo in luce svanì e traduzione’, coordinato dai califfi abbasidi al fine
le scoperte dovute al genio antico si alterarono11. di rendere disponibile in arabo quasi tutta la lette-
ratura scientifica e filosofica greca, la trovarono
Lo stesso concetto, sia pure con sfumature leg- estremamente vantaggiosa per la loro causa; a un
germente diverse, è presente in un brano del poli- livello più generale, si può senz’altro affermare che
grafo Ǧāḥīẓ, dove si afferma la falsità dell’identi- il topos della decadenza della scienza greca provo-
ficazione dei bizantini con gli antichi greci, escogitata cato dall’avvento del cristianesimo fu largamente
dai bizantini per servire ai loro scopi: accettato come un fatto storico nella cultura abba-
side, venendo a integrare la celebre tradizione araba
Se soltanto la gente comune avesse saputo che sul trasferimento del pensiero scientifico e filoso-
i cristiani e i bizantini non possiedono né sapere fico da Alessandria a Baghdad (riportata per esem-
né chiarezza, né profondità di pensiero, ma sono pio da al-Fārābī), che mirava a presentare la soprav-
semplicemente abili con le mani nel tornire il vivenza della cultura greca sotto il patrocinio
legno, nei lavori di carpenteria, nelle arti pla- dell’islam come l’effetto dell’abbandono di Ales-
stiche, nella tessitura del broccato di seta, allora sandria, decaduta e dominata dal cristianesimo, pre-
li avrebbe radiati dalle file dei letterati ed estro- sentato come barbaro e oscurantista14.
messi dalla lista dei filosofi e dei saggi, perché La polemica di Mas‘ūdī, non certo casuale, non
opere come l’Organon, il De generatione et cor- è però diretta esplicitamente contro la persona di
ruptione, la Meteorologia sono state scritte da Costantino: sembra quasi che l’autore ‒ come anche
Aristotele, ed egli non era né bizantino né cri- gli altri storici universali prima e dopo di lui ‒ mostri
stiano; l’Almagesto è stato scritto da Tolomeo, un certo ritegno nel criticare apertamente l’impe-
ed egli non era né bizantino né cristiano; gli Ele- ratore che guidò i Rūm fuori dalle secche del paga-
menti sono stati scritti da Euclide, ed egli non nesimo, facendoli approdare al culto dell’unico Dio.
era né bizantino né cristiano; i testi medici sono E tuttavia alcuni indizi mostrano chiaramente che
stati scritti da Galeno, che non era né bizantino il mondo islamico medievale ha conosciuto anche
né cristiano; lo stesso vale per le opere di Demo- una tradizione esplicitamente anticostantiniana: lo
crito, di Ippocrate, di Platone e così via. Tutti stesso Mas‘ūdī, nel Kitāb al-tanbīh wa ’l-išrāf (Libro
questi sono uomini di un’unica nazione; essi dell’avviso e della revisione), oltre a contestare la
sono morti, ma le tracce delle loro menti vivono communis opinio di una conversione di Costantino
ancora: essi sono i greci. La loro religione era sin dal momento della sua conquista del potere, e
differente da quella dei bizantini e la loro cul- ad affermare che essa avvenne invece molto più
tura era differente da quella dei bizantini. Essi tardi15, riporta in proposito due versioni alternative
erano scienziati, mentre questi sono artigiani rispetto al classico racconto del sogno, tutte incen-
che si sono appropriati delle opere dei greci a trate sul tema della lebbra. Secondo l’autore, infatti,
causa della vicinanza geografica. Essi si attri- «molti pagani» avrebbero spiegato l’abbandono dei
buiscono alcuni di questi libri, mentre altri li culti pagani e l’adesione al cristianesimo da parte
hanno adattati alla loro religione, a eccezione dell’imperatore con il fatto che quest’ultimo sarebbe

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L’IMMAGINE DI COSTANTINO NELLE FONTI ARABE

stato colpito da una grave forma di lebbra: poiché dimestichezza con i ‘sabei’ di Ḥarrān, possa in qual-
i suoi correligionari volevano deporlo, con il pre- che modo aver recuperato elementi di tradizioni
testo che i princìpi della loro religione e della loro anticostantiniane circolanti in tali ambienti20.
legge negavano a un lebbroso la possibilità di
regnare, Costantino si sarebbe allora rivolto ai cri-
stiani, chiedendone l’aiuto e il sostegno, e ne avrebbe «Lo stratagemma di Costantino»:
abbracciato la fede, dalla quale i lebbrosi non veni- una conversione politica?
vano discriminati; per «altri pagani», invece, l’im-
peratore avrebbe tenuta nascosta la sua malattia, Ma la prova definitiva dell’esistenza di una cor-
rivelandola solo a un suo ministro criptocristiano: rente storiografica islamica ostile a Costantino,
costui, dopo averlo aiutato contro i nemici che vole- probabilmente connessa al periodico riacutizzarsi
vano deporlo e avergli dimostrato l’inutilità dei culti di tensioni politiche, religiose e militari con Bisan-
e delle divinità pagane, lo avrebbe infine convinto zio, è costituita da un passo notevolissimo del filo-
a convertirsi alla fede cristiana16. sofo e storiografo Miskawayh, che sembra quasi
Le due versioni riferite da Mas‘ûdî sono evi- anticipare il ‘revisionismo’ umanistico di Johann
dentemente una variante del celebre racconto della Löwenklau:
vicenda di Costantino lebbroso guarito da papa Sil-
Costantino era ormai vecchio ed era divenuto
vestro attraverso il battesimo che si ritrova nei cosid-
malvagio; i Rūm volevano destituirlo e gli chie-
detti Actus Sylvestri, un’opera di probabile origine
sero di abbandonare il potere. Egli allora con-
siro-palestinese nota in più versioni (siriaca, greca,
vocò i consiglieri, ed essi gli dissero di usare
armena, latina), che hanno conosciuto nell’età tar-
l’astuzia. In quel tempo era comparso il cristia-
doantica e in quella medievale un’ampia diffusione
nesimo, che tuttavia era ancora clandestino. I
– testimoniata da oltre quattrocento codici – e una
consiglieri lo esortarono a farsi cristiano, in
straordinaria fortuna come testo di riferimento per
modo da ottenere il consenso dei cristiani. La
i compilatori medievali e umanistici17. Il periodo
gente, quando combatte per una religione, vince
in cui gli Actus Sylvestri prendono forma (intorno
sempre. Costantino fece ciò, ed ebbe la meglio
alla metà del V secolo d.C.) vede crescere l’oppo-
sui Rūm: costruì chiese e spinse il popolo ad
sizione alla politica religiosa inaugurata da Costan-
abbracciare il cristianesimo; spostò la capitale
tino: l’esempio più eclatante di tale ostilità (che pro-
da Roma a Costantinopoli e il suo regno fu pro-
babilmente emergeva già nella perduta opera storica
tetto dal cristianesimo. Così, conquistò anche
di Eunapio) è rappresentato dalla Storia nuova di
la Siria, finché non apparve l’islam21.
Zosimo18, nella quale si sostiene apertamente un
nesso consequenziale tra l’abbandono dei culti tra- In questo brano riecheggiano vistosamente
dizionali a favore della religione cristiana e il sacco motivi zosimiani, quali l’insistenza sull’impopola-
alariciano di Roma, e si accusa Costantino di aver rità di Costantino, la sua rappresentazione quale
assassinato il figlio Crispo e la moglie Fausta, cer- tiranno, l’idea della conversione dell’imperatore
cando poi la purificazione dalle sue colpe nei riti come astuto stratagemma politico e la considera-
cristiani19. Contro le rinnovate argomentazioni zione della religione cristiana come mero instru-
pagane polemizzano gli Actus Sylvestri, che ne mentum regni, ma tali motivi sono probabilmente
annullano l’elemento più negativo – l’uccisione del recuperati per altre vie rispetto al testo di Zosimo,
figlio e della moglie dell’imperatore come causa cioè appunto per un tramite ‘sabeo’ e – se si tiene
determinante della conversione – e, facendo ricorso presente la spiccata connotazione filopersiana di
a un tema narrativo forse già noto, presentano Miskawayh – forse anche attraverso la tradizione
Costantino afflitto dalla lebbra, dalla quale egli tenta sasanide, che del primo imperatore cristiano non
di guarire attraverso il lavacro battesimale. Le due doveva certo conservare un’immagine migliore di
versioni di Mas‘ūdī tuttavia non collimano con quella ‒ estremamente negativa ‒ di Alessandro
quella degli Actus Sylvestri (che pure, come prova Magno22.
un’omelia di Giacomo di Sarūǧ, era diffusa in Infine, il tema della conversione ‘utilitaristica’
ambito siriaco sin dagli ultimi anni del V secolo d.C. di Costantino è ben presente nei testi degli esegeti
e che ritroviamo nel Chronicon Pseudo-Dionysianum coranici (mufassirūn), che lo utilizzano per sostenere
e nell’opera di Agapio), e anzi, insistendo sul carat- la classica teoria islamica dell’alterazione dell’au-
tere utilitaristico della conversione dell’imperatore, tentico messaggio di Gesù da parte dei cristiani: ad
ne sembrano davvero – come d’altra parte sostiene esempio, autori come ‘Abd al-Ǧabbār o Ibn Kaṯīr
lo stesso autore – delle varianti ‘pagane’: non è da individuano proprio Costantino e i padri del conci-
escludere che Mas‘ūdī, che aveva una notevole lio di Nicea come i responsabili dello «spregevole

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Marco Di Branco

tradimento in base al quale la religione di Cristo fu loro e li cacciò fuori dal paese. Poi vide in sogno
cambiata»23, con l’aggiunta di tutti quegli elementi dei carri e degli stendardi su dei crocifissi. Una
(culto della croce, abolizione dei tabù alimentari, voce diceva: «Questo è il segno della tua vitto-
istituzione di nuovi giorni festivi, corruzione delle ria». Sua madre Elena andò a Gerusalemme,
Sacre Scritture) che costituivano motivo di scan- alla ricerca delle vestigia del Messia. Poi se ne
dalo per i musulmani. ritornò, dopo aver costruito delle chiese in
diversi paesi. Costantino morì trentun anni dopo
l’inizio del suo regno26.
Un modello positivo: Costantino
nel Kitāb Hurūšiyūš Come Mas‘ūdī, anche i compilatori del Kitāb
Hurūšiyūš utilizzano la tradizione degli Actus Sylve-
Una delle più importanti opere storiche arabe stri; tuttavia, mentre Mas‘ūdī decontestualizza gli
dedicate alla storia greco-romana è senza dubbio il elementi tratti dagli Actus per creare un’immagine
cosiddetto Kitāb Hurūšiyūš (Libro di Orosio), tra- negativa del primo imperatore cristiano, al contra-
duzione araba delle Historiae adversus paganos di rio nel Kitāb Hurūšiyūš la leggenda di Silvestro
Paolo Orosio eseguita a Cordoba nel X secolo d.C. torna a essere funzionale a fare di Costantino un
La sua esistenza era già nota agli studiosi occiden- personaggio sostanzialmente positivo. Emerge qui
tali fin dal XIX secolo soprattutto grazie alle infor- il diverso atteggiamento nei confronti del mondo
mazioni in merito offerte dalle fonti arabe24, ma la bizantino degli intellettuali andalusi del X secolo
scoperta del testo avvenne solo all’inizio degli anni d.C. rispetto ai loro colleghi della pars orientale
Trenta del secolo successivo. A far conoscere il dell’impero islamico: i primi, che considerano l’Im-
Kitāb Hurūšiyūš agli studiosi di tutto il mondo fu pero di Bisanzio come un possibile alleato e un
Giorgio Levi Della Vida, che pubblicò un lungo importante interlocutore culturale, sembrano voler
saggio (ancora oggi fondamentale sia dal punto di evitare polemiche non strettamente necessarie con
vista dei contenuti sia da quello metodologico) con- la tradizione cristiana; i secondi, per i quali Costan-
sacrato appunto alla versione araba delle storie di tinopoli è anche e soprattutto la capitale di uno
Orosio25. Stato nemico, enfatizzano i contrasti e non rifug-
In generale, il Kitāb Hurūšiyūš segue la narra- gono da un approccio fortemente critico nei con-
zione orosiana, integrandola con aggiunte tratte da fronti della religione, della storia e della cultura
altre fonti, che tuttavia non alterano in maniera dei loro avversari. D’altra parte, la vicenda della
significativa la struttura del racconto dello storico traduzione delle Historiae adversus paganos, alla
latino. Una delle principali eccezioni a tale ‘regola’ quale, come ci dicono le fonti, lavorarono fianco a
è costituita dal capitolo dedicato a Costantino: fianco il giudice dei cristiani di Cordoba e due
musulmani che traducevano per i califfi dell’islam,
Costantino, figlio di Costanzo, era pagano ed non sarebbe stata concepibile in un luogo diverso
era duro verso i cristiani. Egli esiliò il patriarca dall’Andalusia umayyade: solo un simile contesto
di Roma, che fece un’invocazione contro di lui, poteva infatti permettere una ricostruzione del pas-
ed egli fu colto dalla lebbra. Per la sua guari- sato condivisa dalle due principali comunità reli-
gione, gli prescrissero di immergersi nel san- giose della Spagna, una storia vista in una prospet-
gue di fanciulli. Egli ne riunì un gran numero, tiva islamocristiana. La perdita dell’ultima parte
ma, colto da pietà, li rilasciò. Fece poi un sogno, del Kitāb Hurūšiyūš, che narrava gli eventi della
nel quale era invitato a seguire l’esempio del conquista islamica, è tanto più dolorosa in quanto
patriarca; così, lo fece tornare a Roma, e guarì ci priva della possibilità di verificare come que-
dalla lebbra. Da allora, si avvicinò alla fede cri- st’ultima venisse a inquadrarsi nell’ambito di tale
stiana. Temendo l’opposizione dei suoi, partì prospettiva.
per Costantinopoli, vi si stabilì, vi costruì vari
edifici e professò pubblicamente la religione del
Messia. Dovette allora affrontare l’opposizione Costantino ‘innovatore’ nella controversia
degli abitanti di Roma. Rientrò in questa città, islamocristiana: il caso della Lettera cipriota
sottomise i suoi abitanti e professò pubblica- di Ibn Taymiyya
mente la fede cristiana. In seguito, combatté
contro i persiani e sottrasse loro molte province. Le controversie religiose costituiscono, sin dal-
Nel ventesimo anno del suo regno, una banda l’VIII secolo d.C., un genere letterario assai dif-
di goti invase il suo paese, devastandolo e pren- fuso sia in ambito cristiano sia in campo islamico.
dendo molti prigionieri. Egli marciò contro di L’impianto dialogico di tali testi, dal chiaro intento

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L’IMMAGINE DI COSTANTINO NELLE FONTI ARABE

propagandistico e apologetico, lungi dal costituire quelli hanno esagerato su di essi al punto che li
una prova di tolleranza e apertura si rivela imman- hanno venerati e ne hanno adorato le statue.
cabilmente funzionale all’affermazione della verità «Non si addice a Dio cambiare ciò che ha sta-
della propria religione e della falsità della fede altrui. bilito e abrogarlo», dicono gli ebrei, «né in un
Non sfugge a questo stereotipo la Lettera cipriota altro momento né tramite la lingua di un altro
(Al-risāla al-qubruṣiyya) di Taqī al-Dīn Aḥmad profeta», mentre i cristiani dicono: «I dottori e
Ibn Taymiyya, uno dei più grandi pensatori del- i sacerdoti, al contrario, cambieranno, viete-
l’islam sunnita, composta intorno al 1304 d.C. L’e- ranno e permetteranno ciò che vogliono; a chi
pistola, indirizzata a un sovrano dell’isola (forse il commette un errore saranno imposti degli atti
gran maestro dell’Ordine degli Ospitalieri Guil- di adorazione e gli si perdonerà». V’è tra loro
laume Villaret), chiedeva con estrema fermezza un anche chi sostiene che nella donna si introdusse
trattamento umano per i detenuti, e possibilmente come un soffio lo Spirito Santo e la deprava-
la loro liberazione – giungendo a minacciare la ven- zione divenne un’offerta. «Molte cose ci sono
detta contro i colpevoli di abusi nei confronti dei state proibite», dicono gli ebrei, mentre i cri-
musulmani –, ma soprattutto impartiva una dotta stiani dicono: «tutto ciò che è fra la cimice e l’e-
lezione di religioni comparate tesa a dimostrare la lefante è lecito; mangia ciò che vuoi e lascia ciò
superiorità dell’islam sul cristianesimo27. In tale che vuoi». Gli ebrei dicono: «le vostre macchie
lezione, un posto importante era occupato dall’at- fanno sì che vi si tratti con fermezza, cosicché
tacco ai luoghi santi e alla figura di Costantino: non ci si segga con una donna che ha le mestrua-
zioni e non si mangi con lei», mentre i cristiani
I monaci hanno inventato per la massa varie dicono: «Nulla può macchiarvi», e non prescri-
astuzie e sotterfugi, cosa che è evidente a ogni vono né circoncisione né lavaggio dell’impurità
individuo dotato di intelligenza: è per questo maggiore né eliminazione della macchia, men-
che autori importanti hanno composto dei libri tre il Messia e gli apostoli seguivano la Legge
sui sotterfugi dei monaci. Ad esempio, il fuoco della Torah. Per giunta, né il Messia né gli apo-
che era fabbricato ad arte alla Qumāma28: essi stoli hanno ordinato di pregare verso Oriente:
spalmavano un filo sottile di resina e gli davano si tratta soltanto di un’innovazione di Costan-
velocemente fuoco; il filo scendeva e gli igno- tino o di qualcun altro. Anche la croce è solo
ranti credevano che scendesse dal cielo, e lo por- un’innovazione introdotta di sua iniziativa da
tavano verso il mare; si trattava in realtà del Costantino, in virtù di un sogno che affermava
trucco di un monaco: la gente lo vedeva con i di aver fatto. Il Messia e gli apostoli non hanno
propri occhi, e lui stesso e altri hanno ammesso ordinato nulla di tutto ciò.
che producevano il fuoco con un trucco. Coloro
che – fra le varie nazioni – seguono la verità, In questo passo, l’obiettivo polemico dell’au-
sono d’accordo nel dire che non è permesso tore è duplice: da un lato, i luoghi della Terrasanta
ingannare i servi di Dio, l’Altissimo, per mezzo che proprio Costantino aveva ‘archeologicamente’
di qualcosa di irreale, mentre gli ipocriti cre- ricollegato alla vita e alla morte di Cristo, renden-
dono che i miracoli che sono attribuiti al Mes- doli meta di pellegrinaggio e di tutti i riti a esso
sia e ad altri profeti sono del genere di questo connessi; dall’altro la stessa figura del primo impe-
fuoco fabbricato ad arte. Lo stesso dicasi per i ratore cristiano, che ancora una volta viene a incar-
loro inganni relativi alla sospensione della croce, nare l’essenza negativa del cristianesimo.
al pianto di statue che essi modellano con le Ibn Taymiyya critica duramente, infatti, l’im-
sembianze del Messia, di sua madre e di altri, postura del ‘fuoco santo’ (già denunciata da un pel-
etc. Ogni persona intelligente lo sa: tutto ciò è legrino cristiano dell’XI secolo), parte integrante
un’impostura fabbricata ad arte, e tutti i pro- del rito del Sabato santo, in cui i pellegrini accen-
feti di Dio e dei Suoi servitori virtuosi condan- devano una candela al fuoco che ardeva presso il
nano tutto ciò che è falso, vano e frutto di impo- Santo sepolcro e la portavano nelle loro case; esprime
stura, come hanno condannato la magia dei il suo sdegno nei confronti degli altri ‘miracoli’,
maghi del Faraone. Inoltre costoro sono a favore dietro i quali si celano pure e semplici frodi, ma
della Legge, secondo la quale adorano Dio e si soprattutto rivolge una gravissima accusa a Costan-
oppongono agli antichi – gli ebrei – dal momento tino, quella di aver innovato rispetto all’insegna-
che è stato loro ordinato di attenersi alla Torah mento del Messia e degli apostoli, introducendo tra
tranne per ciò che il Messia ha abrogato. Que- l’altro il culto della croce. In tal modo, l’impera-
sti sono venuti meno al loro dovere riguardo ai tore è implicitamente paragonato all’‘innovatore’
profeti al punto che li hanno uccisi, mentre per eccellenza: san Paolo, che la tradizione islamica

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Marco Di Branco

condanna come falsificatore delle Scritture e cor- di Pietro, e notificarono la lista dei libri che si
ruttore dell’autentico messaggio di Cristo. dovevano accettare e che dovevano guidare l’a-
zione dei cristiani.
L’attitudine degli imperatori romani nei con-
Costantino il Santo sepolcro nell’opera fronti del cristianesimo fu variabile: quanto lo
di Ibn Ḫaldūn adottarono e lo onorarono i suoi adepti, tanto
essi lo respinsero e perseguitarono i cristiani.
Nella celeberrima Muqaddimah di Walī ’d-Dīn Le cose andarono così fino alla conversione di
‛Abd al-Raḥmān b. Ḫaldūn trova spazio un breve Costantino: da allora in poi furono cristiani […].
profilo storico relativo alle origini del cristianesimo: Colui che è incaricato di custodire la religione
cristiana e di vegliare sull’applicazione delle sue
Più tardi, Alessandro e i greci vinsero i persiani. regole è chiamato ‘patriarca’. Egli è il capo della
Gli ebrei passarono allora sotto l’autorità dei comunità cristiana e il rappresentante del Mes-
greci. Poi il potere dei greci si indebolì. Ani- sia nel suo seno. Egli invia i suoi delegati e i suoi
mati dal naturale spirito di corpo, gli ebrei si rappresentanti alle nazioni cristiane che si tro-
liberarono del loro dominio. Il potere fu eser- vano nelle regioni più lontane: si tratta dei
citato dai sacerdoti della famiglia degli Asmo- vescovi, cioè dei delegati del patriarca. Colui
nei, che combatterono i greci finché il potere di che dirige la preghiera ed è consultato in mate-
costoro fu distrutto ed essi furono vinti dai ria di fede è chiamato ‘sacerdote’. Colui che si
romani […]. Poi venne il Messia: portò agli ebrei ritira per consacrarsi, in solitudine, all’adora-
la religione di cui era il messaggero e abolì alcune zione di Dio è chiamato ‘monaco’. Il luogo in
leggi della Torah. Fece degli straordinari mira- cui si ritira è generalmente un convento.
coli, come la guarigione dei folli e la resurre- L’apostolo Pietro, capo degli apostoli e decano
zione dei morti. Molti lo seguirono e credettero dei discepoli, si stabilì a Roma, dove diresse la
in lui. I principali furono gli apostoli, i suoi comunità cristiana fino al momento in cui fu
compagni, che erano dodici. Egli inviò una parte ucciso da Nerone, quinto imperatore romano.
di loro in tutte le direzioni, come messaggeri Il suo successore sul seggio di Roma fu Ario.
che diffondessero la sua dottrina. Questo era Marco l’evangelista pregò sette anni in Ales-
accaduto sotto il regno di Augusto, il primo sandria, in Egitto e nel Maġrib. Dopo di lui
imperatore romano […]. Gli ebrei furono gelosi venne Aniano, che assunse il nome di patriarca
di Gesù e lo trattarono da impostore. Erode, il […]. Più tardi, ci furono dei dissensi tra i cri-
loro re, scrisse ad Augusto, imperatore romano, stiani riguardanti i principi di base della loro
e lo mise contro Gesù. Augusto diede agli ebrei religione e gli articoli della loro fede. Si riuni-
il permesso di metterlo a morte. E questa è la rono a Nicea, sotto il regno di Costantino, per
storia di Gesù, così come essa è raccontata nel fissare per iscritto ciò che nel cristianesimo
Corano. dovesse essere considerato vero. Così, trecen-
Gli apostoli si divisero in vari gruppi. La mag- todiciotto vescovi si misero d’accordo su una
gior parte di loro si recò nel paese dei romani e stessa dottrina del cristianesimo, che consegna-
li invitò a convertirsi alla fede cristiana. Pietro, rono per iscritto e chiamarono ‘Credo’, facen-
che fu il più grande di tutti gli apostoli, si sta- done un punto di riferimento fondamentale per
bilì a Roma, capitale degli imperatori romani. tutti. Concordarono tra l’altro sul fatto che la
Allora essi scrissero il Vangelo rivelato a Gesù designazione del patriarca, capo della Cristia-
in quattro versioni, corrispondenti alle loro nità, non dovesse essere demandata all’apprez-
diverse tradizioni. Matteo scrisse il suo Van- zamento personale dei sacerdoti, contrariamente
gelo a Gerusalemme in ebraico. Esso fu tradotto alla decisione di Aniano, il discepolo di Marco.
in latino da Giovanni, figlio di Zebedeo, uno Questo punto di vista fu dunque abbandonato.
degli apostoli. L’apostolo Luca scrisse il suo Si decise che il patriarca dovesse derivare da
Vangelo in latino per un grande dignitario un’assemblea, essendo eletto dalle autorità e dai
romano. L’apostolo Giovanni, figlio di Zebe- capi dei fedeli. E, da allora, le cose andarono
deo, scrisse il suo Vangelo a Roma. Pietro scrisse così29.
il suo Vangelo in latino e l’attribuì al suo disce-
polo Marco […]. Questo breve racconto è basato sull’opera di
In quel tempo, gli apostoli si riunirono a Roma e Ǧirǧis al-Makīn b. al-‘Amīd, autore copto spesso
definirono le regole della comunità cristiana. Essi citato da Ibn Ḫaldūn a proposito di eventi e temi
le posero sotto l’autorità di Clemente, discepolo cristiani30. Il fatto che la prima parte della cronaca

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L’IMMAGINE DI COSTANTINO NELLE FONTI ARABE

di al-Makīn sia ancora inedita rende per il momento di colonne tagliate nella roccia, ben allineate,
impossibile stabilire se si debbano a lui o allo stesso sormontate da rappresentazioni dei loro re e da
Ibn Ḫaldūn il malinteso che fa di Ario un succes- iscrizioni storiche relative ai loro stati, facil-
sore di Pietro31 e il fraintendimento che porta ad mente accessibili a colui che volesse farle tra-
attribuire tout court al Principe degli apostoli la ste- durre con esattezza da un intenditore. Si tratta
sura del Vangelo di Marco – il quale, nella tradi- di un monumento che testimonia della gran-
zione canonica, sarebbe stato l’‘interprete’ di Pie- dezza dei Cesari e dell’estensione del loro
tro e avrebbe composto il proprio Vangelo basandosi impero33.
sulla testimonianza petrina. In ogni caso, il ruolo
di Costantino risulta qui indiscutibile: la sua con- La descrizione ḫaldūniana della basilica della
versione segna il passaggio dall’Impero pagano Natività, al di là dei suoi aspetti in parte fantasiosi,
all’Impero cristiano. insiste acutamente sulla connessione fra ‘luogo santo’
Nel capitolo della Muqaddimah dedicato a Geru- e autorappresentazione del potere imperiale, che
salemme32, Ibn Ḫaldūn si sofferma poi sulla mis- utilizza la sacralità del luogo di nascita di Gesù per
sione ‘archeologica’ di sant’Elena finalizzata all’in- promuovere se stesso e le proprie conquiste. E tut-
venzione della croce: tavia, nella Muqaddimah, Ibn Ḫaldūn ripropone,
senza neppure discuterla, la visione tradizionale
In seguito, i romani abbracciarono la religione
islamica, che collocava gli eventi relativi alla nascita
del Messia, che si misero a venerare. Poi, i loro
di Cristo (nella versione che ne dà la Sura coranica
imperatori oscillarono tra l’adozione e il rifiuto
Āl ‘Imrān, 35-38) a Gerusalemme: qui molti com-
del cristianesimo, fino al regno di Costantino.
mentatori e geografi arabi identificavano fra l’altro
La madre di quest’ultimo, Elena, dopo essersi
il sito della ‘culla di Gesù’ (mahd ‘Īsā) nell’angolo
convertita, si recò a Gerusalemme per cercarvi
sud-est del Ḥaram aš-Šarīf34.
la tavola di legno sulla quale, secondo i cristiani,
Se è plausibile ritenere che anche in questo caso
il Messia sarebbe stato crocifisso. I sacerdoti la
la fonte degli ‘errori’ di Ibn Ḫaldūn sia stata l’o-
informarono che questa tavola era stata gettata
pera di al-Makīn, resta tuttavia il problema delle
per terra e che era sepolta sotto la spazzatura e
motivazioni che hanno indotto lo storico a non cor-
gli escrementi. Elena la riesumò e costruì la
reggere le evidenti inesattezze della sua fonte. In
chiesa di al-qumāmah (‘degli escrementi’), sul
primo luogo, va qui evidenziata la grande forza della
luogo in cui erano gli escrementi. I cristiani cre-
tradizione musulmana, che tende a concentrare sul
devano che questa chiesa fosse costruita sulla
Ḥaram di Gerusalemme il maggior numero possi-
tomba del Messia. Elena distrusse ciò che rima-
bile di elementi connessi alle vicende profetiche
neva del Tempio e ordinò che si spandessero il
precedenti l’avvento di Muḥammad: come scrive
letame e gli escrementi sulla Roccia, in modo
Oleg Grabar, «Jerusalem itself was transformed into
che ne fosse interamente ricoperta e non se ne
a fantasy, and its reality disappeared from view»35.
distinguesse più la posizione. Questa fu la sua
Tale tradizione esercita su Ibn Ḫaldūn un’influenza
risposta a ciò che gli ebrei avevano fatto alla
straordinaria, ed egli vi resta a tal punto vincolato
tomba del Messia. Di fronte alla chiesa di al-
da ignorare volutamente la propria esperienza per-
qumāmah si costruì più tardi Betlemme, la casa
sonale. E qui l’atteggiamento dello storico tunisino
natale di Gesù.
non diverge sostanzialmente da quello dei pelle-
Com’è evidente, il tema dell’inventio crucis è grini cristiani che, nei loro racconti di viaggio in
qui venato da un forte afflato antigiudaico, che si Terrasanta, si attenevano scrupolosamente a quanto
esplicita nella vera e propria rappresaglia messa in riferito dalle guide locali o dai resoconti di chi li
atto da Elena nei confronti del Tempio ebraico. Ma aveva preceduti – al di là e al di fuori di quanto essi
ciò che più stupisce è la grossolana sovrapposizione avevano potuto verificare per diretta autopsia36.
di Betlemme a Gerusalemme, a prima vista inspie-
gabile in un autore che altrove mostra di conoscere
benissimo la prima delle due località, anche per Una Costantinopoli romana, una Roma
averla direttamente visitata. Scrive infatti Ibn Ḫal- costantinopolitana: la prima e la seconda
dūn nella sua ‘autobiografia’, riferendo di una sosta Roma nelle descrizioni dei geografi arabi
a Betlemme:
Non è possibile concludere questo breve pro-
Mi fermai a Betlemme, vasta costruzione sul filo dedicato a Costantino nelle fonti arabe senza
luogo di nascita del Messia. Gli imperatori vi accennare all’immagine islamica di Costantinopoli,
hanno elevato un edificio sostenuto da due file la città che di Costantino porta il nome. D’altra

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Marco Di Branco

parte, il primo imperatore cristiano, nel proiettare e i muri sono di oricalco rūmī. A Rūmiya si tro-
verso Oriente le istituzioni di Roma, si colloca per- vano milleduecento chiese e tutti i mercati sono
fettamente nel solco dell’eterna dialettica fra Oriente pavimentati con marmo bianco. Vi sono inol-
e Occidente. In effetti, come ha notato finemente tre quarantamila bagni. Si trova nella città una
Gilbert Dagron nel suo splendido studio sulla fon- chiesa paragonata al Sion di Gerusalemme, la
dazione di Costantinopoli37, la città non è stata edi- cui lunghezza è di un miglio. Al suo interno è
ficata per sostituire Roma, ma per esserne il pro- un altare di smeraldo verde, su cui si celebra
lungamento, e questo dato di fatto non è privo di l’Eucaristia, lungo venti braccia e largo sei; lo
riflessi nella tradizione islamica, nella quale si regi- sostengono dodici statue d’oro puro, alte, cia-
stra una certa confusione fra le due metropoli. Ciò scuna, due braccia e mezzo. Ogni statua pos-
ha provocato l’innesto all’interno delle descrizioni siede due occhi di rubino di cui la chiesa riluce.
di Roma di elementi originariamente pertinenti alla Questa chiesa ha ventotto grandi porte d’oro
topografia della capitale dell’impero bizantino. puro e mille di ottone fuso, senza contare le
Per cercare di comprendere le motivazioni di porte di ebano, di bosso e di altri tipi di ottimo
un simile equivoco, è necessario esaminare in primo legno scolpito, di inestimabile valore. Attorno
luogo le principali descrizioni di Roma prodotte alle mura di Rūmiya sono milleduecentoventi
dagli autori arabi medievali, e in particolare il più colonne in cui stanno i monaci38.
antico di tali testi, cioè quello contenuto nel Kitāb
al-masālik wa ’l-mamālik di Abū ’l-Qāsim ‘Ubayd Questo passo è stato unanimemente conside-
Allāh b. ‘Abd Allāh b. Ḫurradādbih (820-885 o rato dagli studiosi come la prima descrizione di
826-912 d.C.): Roma della letteratura araba, e tuttavia, come è
subito evidente al lettore, a Roma sembra qui rin-
Descrizione di Rūmiya e delle sue meraviglie.
viare soltanto il nome di Rūmiya: i tre lati sul mare
Essa possiede tre lati sul mare: l’orientale, il e il quarto collegato alla terraferma, la doppia cinta
meridionale e l’occidentale; il lato settentrio- di mura, la menzione della porta d’oro e della porta
nale è collegato alla terraferma. La sua lun- del re, il ‘canale’ che bagna la città, la chiesa degli
ghezza dalla Porta orientale a quella occiden- Apostoli (la menzione delle reliquie di Pietro e Paolo
tale è di ventotto miglia. Due cerchie di mura è qui evidentemente soltanto un’interpolazione suc-
in pietra, separate da uno spazio di sessanta cessiva, figlia dell’equivoco fra le due città), quella
braccia, la circondano; il muro interno è largo «paragonata al Sion di Gerusalemme» – che altro
dodici braccia e alto settantadue, quello esterno non è se non Santa Sofia39 – e persino le colonne
è largo otto braccia e alto quarantadue. Vi scorre degli stiliti (sia pure nell’esagerazione sempre con-
in mezzo un canale, coperto da lastre di rame, nessa a questo tipo di letteratura, che ha molto in
lunghe ciascuna quarantasei braccia. Questo comune con il genere dei Mirabilia) sono invece
canale è chiamato ‘di Costantino’. Tra la porta elementi inconfondibili del paesaggio costantino-
d’oro e la porta del re sono dodici miglia. Il politano. Ma v’è di più: la stessa collocazione della
mercato degli uccelli che vi si trova è lungo una descrizione di Rūmiya nell’opera di Ibn Ḫurradād-
parasanga. Un grande mercato si estende dalla bih dimostra inequivocabilmente che il testo in que-
Porta orientale alla Porta occidentale, con tre stione è in realtà una descrizione di Costantinopoli.
file di colonne e due arcate; la fila centrale pre- Essa infatti si trova al culmine di un itinerario che
senta colonne di oricalco rūmī: il fusto, la base dall’Anatolia raggiunge l’Asia Minore: immedia-
e il capitello di ciascuna colonna sono fusi in tamente prima di Rūmiya sono infatti menzionate
questo metallo. Vi si trovano le botteghe dei Nicea, Nicomedia, Hieria e alcuni centri della Cili-
commercianti; le colonne sono alte trenta brac- cia. Una descrizione di Roma a questo punto del-
cia. Davanti a queste colonne e alle botteghe c’è l’opera, anche tenendo presenti tutte le incongruenze
un canale di oricalco in cui, da Oriente a Occi- dovute alle sue avventurose vicende testuali, non
dente, scorre un braccio di mare dove navigano avrebbe alcun senso.
le imbarcazioni con i loro carichi, in modo che Ciò che ha senz’altro contribuito a confondere
il battello trasporti le merci fino a fermarsi in le acque è il fatto che, nell’ambito di tale itinera-
corrispondenza del negozio dell’acquirente […]. rio, troviamo un altro breve profilo di Costantino-
All’interno della città c’è una chiesa dedicata poli40, che questa volta è chiamata con il suo nome
agli apostoli Pietro e Paolo, che si trovano in (Qusṭanṭyniyya), ma tali reduplicazioni sono all’or-
un’urna. Questa chiesa è lunga trecento brac- dine del giorno nella letteratura geografica araba,
cia, larga duecento e alta ottanta; è costruita con e tanto meno devono stupire nel Kitāb al-masālik
arcate di oricalco e pilastri di ottone fuso, il tetto wa ’l-mamālik di Ibn Ḫurradādbih, tutto pervaso

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L’IMMAGINE DI COSTANTINO NELLE FONTI ARABE

da aggiunte successive, citazioni e sovrapposizioni Al-Yāqūt47: in questo caso, alcune brevi notizie
di fonti spesso contraddittorie41. Resta la questione riguardano Roma a tutti gli effetti, mentre la mag-
del nome Rūmiya. Secondo il celebre geografo al- gior parte delle descrizioni riportate (tra cui quella
Yaqūt, che si basava sulla dottrina dei filologi appar- fornita dall’anonimo ‘monaco’ che costituisce pro-
tenenti alla grande scuola di Bassora (IX secolo d.C.), babilmente la fonte del profilo costantinopolitano
la giusta grafia della parola era (Rūmiya), sul di Ibn Ḫurradādbih) è con tutta evidenza da rife-
modello di nomi come Antiochia (Antākiya), Nicea rirsi esclusivamente a Costantinopoli; lo stesso può
(Nīqiya) e Apamea (Afāmiya), che «si trovano spesso dirsi per i brani relativi a Rūmiya della Cronaca di
nei paesi e nella lingua dei Rūm»42; tale precisa- Se‘ert (IX secolo d.C.) e di Isḥāq Ibn al-Ḥusayn
zione, che rivela un caso interessante di paradigma (se si eccettua, in quest’ultimo caso, la menzione
rifatto su un esempio non pertinente (una finale della tomba dell’apostolo Simone), autore magh-
-ia greca vs. -a), ci mostra però come sul nome rebino vissuto a cavaliere fra il X e l’XI secolo d.C.48
Rūmiya esistesse un dibattito, e come alcuni autori Saranno i grandi geografi arabi d’Occidente, da al-
preferissero utilizzare la forma (Rūmiyya), Bakrī ad al-Ḥimyarī ad al-Idrīsī (quest’ultimo però
una forma aggettivale coniata sul corrispondente solo nelle note riportate dal grande emiro e storico
sostantivo (Rūm) che negli storici e nei geografi siriano Abū ’l-Fidā’), a offrire descrizioni di Roma
islamici medievali indicava gli antichi romani, ma finalmente accettabili e perspicue ‒ sia pur nei limiti
soprattutto i bizantini, loro successori ed eredi. di una letteratura che sconfina spesso nella sfera
Quest’ultima dizione, considerata errata da al- del fantastico e del meraviglioso49. E tuttavia, ina-
Yaqūt, è invece, assai probabilmente, quella origi- spettatamente, la confusione con Costantinopoli
naria: Rūmiyya è infatti la città dei Rūm, la capi- tenderà a riemergere anche in autori ‘insospetta-
tale del nuovo Impero romano che procede sulle bili’50. In questa ambigua persistenza dell’equi-
orme dell’antico: cioè, appunto, Costantinopoli43. voco vi è certamente – come ha ben notato Giu-
Tale ambiguità terminologica, che ha le sue radici seppe Mandalà – un elemento ideologico, ma la
nella strenua volontà dei bizantini di autorappre- sua radice è da ricercarsi soprattutto nella diffi-
sentarsi – sia pure fra tormenti e ambiguità – come coltà (che ha creato problemi anche agli studiosi
«romani»44, è la causa principale della sovrapposi- contemporanei) costituita dall’esistenza di due
zione fra Roma e Costantinopoli, vero e proprio grandi capitali per le quali si usava lo stesso nome:
Leitmotiv delle fonti arabe medievali, la cui ben la Rūmiya/Rūmiyya (Costantinopoli) e la Rūmiya
nota tendenza a ritrasmettersi l’un l’altra materiali che negli autori arabi occidentali diventerà, più
precedenti senza sostanziali variazioni ha contri- semplicemente e correttamente, Rūma (Roma).
buito al perpetuarsi dell’equivoco. E tuttavia va Talvolta l’ideologia può nascere da un semplice
ribadito che il fenomeno in questione si origina in errore ‘filologico’.
una fase successiva: la prima descrizione di
Rūmiyya, erroneamente considerata come una 1 Per quanto riguarda le fonti si vedano Abū ’l-Fidā’,
descrizione di Roma con elementi costantinopoli- Al-muḫtaṣar fī aḫbār al-bašar, hrsg. von H.o. Fleischer,
tani, è – inequivocabilmente – un puro e semplice Lipsiae 1831; Agapius, Historia universalis, éd. par L.
profilo di Costantinopoli. Nello stesso tempo, il cheikho, Louvain 1962 (CSCO 65, Scriptores Arabici
testo di Ibn Ḫurradādbih, che verrà costantemente 10); Al-Bīrūnī, Kitāb al-āṯār al-bāqiyah ‘an al-qurūn
riutilizzato e trasmesso nel corso dei secoli, costi- al-ḫāliya, hrsg. von E.C. Sachau, Leipzig 19232;
Eutychius, Annales, éd. par L. cheikho, I, Beryti-
tuisce comunque uno snodo decisivo nella forma- Parisiis-Lipsiae 1906 (CSCO 50-51, Scriptores Arabici
zione di quella confusa immagine di una ‘Roma 6-7); Eutychius, Das Annalenwerk des Eutychios von
costantinopolitana’ o di una ‘Costantinopoli romana’ Alexandrien: Ausgewählte Geschichten und Legenden
che troveremo operante nelle fonti successive, già kompiliert von Sa‘īd ibn Baṭrīq um 935 A.D., hrsg. von
M. Breydy, 2 voll., Louvain 1985 (CSCO 471-472,
a partire dall’opera geografica di Ibn Rustah, com- Scriptores Arabici 44-45); Al-Ǧāḥīẓ, Al-Radd ‘alā ’l-
posta fra il 903 e il 913 d.C.45: qui infatti le notizie naṣārā, in Rasā’il al-Ǧāḥīẓ, ed. ‘a.M. Hārūn, III, al-
su Costantinopoli, riprese da Ibn Ḫurradādbih, si Qāhirah 1979; Ibn Ḫaldūn, Kitāb al-‘Ibar, ed. n. al-
fondono effettivamente per la prima volta con ele- Hūrīnī, 7 voll., Būlāq 1283-1284/1867-1868; Les
Prolégomènes d’Ibn Khaldoun, trad. fr. par. W. Mac
menti autenticamente romani (il papa, la lontananza Guckin De Slane, 3 voll., Paris 1934-1938; The
dal mare, il fiume, le scorrerie dei saraceni), forse Muqaddimah, trad. ingl. by F. rosenthal, 3 voll.,
dovuti all’apporto di un cristiano (o forse un ebreo) Princeton 19672; Peuples et nations du monde. Extraits
di Siria, Hārūn Ibn Yaḥyā, che si sarebbe recato a des ‘Ibar, éd. par A. cheddadi, 2 voll., Paris 19952; Le
livre des Exemples, I, Autobiographie. Muqaddima,
Roma fra la fine del IX e l’inizio del X secolo d.C.46 trad. fr. par A. cheddadi, Paris 2002; Ḥamzah al-
La medesima situazione si ritrova nella voce dedi- Iṣfahānī, Ta’rīḫ sinī mulūk al-arḍ wa-’l-anbiyā’, hrsg.
cata a ‘Rūmiya’ nel grande dizionario geografico di von i.M.E. Gottwald, I, Petropoli 1844; Kitāb

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Marco Di Branco

Hurūšiyūš. (Traducción árabe de las Historiae adver- 59-70; id., Weltgeschichte und Weltbeschreibung im mit-
sus paganos de Orosio), ed. por M. Penelas, Madrid telalterlichen Islam, Beirut-Stuttgart 1992; A.
2001; Al-Mas‘ūdī, Murūǧ al-ḏahab wa ma ādin al- Kazhdan, ‘Constantin imaginaire’, Byzantine Legends
ğawhar, éd. par ch. Barbier de Meynard, a. Pavet of the Ninth Century about Constantine the Great, in
de courteille (éd. rev. par ch. Pellat), II, Beyrouth Byzantion, 57 (1987), pp. 196-250; A. cheddadi, À
1966; Al-Mas‘ūdī, Kitāb al-tanbīh wa ’l-išrāf, ed. M.J. l’aube de l’historiographie arabo-musulmane: la mémoire
de Goeje, Lugduni Batavorum 1894; Al-Maqrīzī, islamique, in Studia Islamica, 74 (1991), pp. 29-41; id.,
Kitāb al-mawā‘iẓ wa ’l-i‘tibār fī dikr al ḫiṭâṭ wa ’l-atâr, La pensée de l’universel dans l’historiographie islamique
2 voll., Būlāq 1270/1854; Al-Ṭabarī, Ta’rīḫ al-rusul wa et son arrière-plan judéo-chrétien, in Studia Islamica, 87
’l-mulūk, ed. M.J. de Goeje, I, Lugduni Batavorum (1998), pp. 141-150; id., Les Arabes et l’appropriation
1879; Al-Ta‘ālibī, Histoire des rois des Perses, éd. par H. de l’histoire, Paris 2004; id., Ibn Khaldūn. L’homme et
Zotenberg, Paris 1900; Al-Ya‘qūbī, Historiae, M.Th. le théoricien de la civilisation, Paris 2006; G. Fowden,
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la bibliografia secondaria si veda: M. Guidi, Roma e il in Late Antiquity, Princeton 1993; C.E. Bosworth,
mondo islamico, in Atti del IV Convegno Internazionale s.v. Rūm, in Encyclopaedia of Islam, VIII, 19952, pp.
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C. Galassi Palazzi, II, Roma 1938, pp. 372-376; M. tion to Muslim Historiography on Byzantium, in
Guidi, Roma e gli Arabi, in Roma, 20 (1942), pp. 10-21; Bulletin of the Royal Institute for Inter-Faith Studies, 1
G. Levi Della Vida, Costantinopoli nella tradizione (1999), pp. 45-60; id., Byzantium viewed by the Arabs,
islamica, in Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, 5 Harvard 2004; id., Byzantine Leaders in Arabic Muslim
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id., Un texte mozarabe d’histoire universelle, in Études Late Antiquity and Early Islam, ed. by J. Haldon,
d’orientalisme dédiées à la mémoire de Lévi-Provençal, I, L.I. conrad, Princeton 2004, pp. 109-131; G.
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abendländische Geschichtsschreibung, in Saeculum, 6 ‘Ubayd al-Bakrī (sec. XI), in Roma fra Oriente e
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al-Mas‘ūdī, in Al-Mas‘ūdī Millenary Commemoration Studi sull’Alto Medioevo (19-24 aprile 2001), I,
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Historical Sources, in Studia Islamica, 15 (1961), pp. Medioevo (secolo IX-XV), Bologna 2002; A.M.
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graphy: The Histories of Mas‘udi, Albany (NY) 1975; sur Constantinople, in Der Islam, 82 (2005), pp. 241-
id., Arabic Historical Thought in the Classical Period, 255; I. nilsson, To Narrate the Events of the Past: on
Cambridge 1994; A. Fischer, A.J. Wensinck, A. Byzantine Historians, and Historians on Byzantium, in
Schaade, R. Paret, I. Shahīd, s.v. Ḳayṣar, in Byzantine Narrative. Papers in Honour of Roger Scott,
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Jeffreys, The Attitudes of Byzantine Chroniclers Branco, Storie arabe di Greci e di Romani, Pisa 2009.
towards Ancient History, in Byzantion, 49 (1979), pp. 2 I culti politeistici greco-romani sono identificati
199-238; A.M.H. Shboul, Al-Mas‘ūdī and His World: con quelli dei sabei da molti autori islamici, che utiliz-
A Muslim Humanist and His Interest in Non-muslims, zano il termine ṣābi’ūn nell’accezione più generale di
London 1979; A. azmeh, Ibn Khaldūn in Modern ‘pagani’. In realtà questa parola ha una lunga storia,
Scholarship. A Study in Orientalism, London 1981; id., che chiama in causa il Corano e i celebri quanto discus-
Ibn Khaldūn. An Essay in Reinterpretation, London si sabei di Ḥarrān.
1982; id., L’annalistique entre l’histoire et le pouvoir: 3 Su Ya‘qūbī si veda soprattutto F. rosenthal, A
une conception de l’histoire sous-jacente aux chroniques, History of Muslim Historiography, Leiden 19682, pp.
biographies et gestes dans l’aire culturelle arabo-islami- 133 segg., e di recente ch.F. robinson, Islamic
que, in Histoire et diversité de cultures. Études préparées Historiography, Cambridge 2003, pp. 136-139. Per l’e-
pour l’Unesco, Paris 1984, pp. 95-116; id., Barbarians dizione di riferimento si veda Ibn-Wadhih qui dicitur
in Arab Eyes, in Past & Present, 134 (1992), pp. 3-18; Al-Ja’qubi, Historiae, ed. M.Th. Houtsma, 2 voll.,
id., Muslim Kingship: Power and the Sacred in Muslim, Leiden 19692.
Christian and Pagan Politics, London-New York 2001; 4 Ibn-Wadhih qui dicitur Al-Ja’qubi, Historiae,
C. Mango, Discontinuity with the Classical Past in cit., pp. 177 segg.
Byzantium, in Byzantium and Its Image. History and 5 Sulla visione della storia propria di Ṭabarī, si veda-
Culture of the Byzantine Empire and Its Heritage, no soprattutto F. rosenthal, General Introduction, in
London 1984, pp. 48-57; S. Kh. Samir, Quelques notes The History of Al-Ṭabarī. An Annotated Translation, I,
sur les termes Rūm et Rūmī dans la tradition arabe, in General Introduction and From the Creation to the Flood,
La nozione di “Romano” tra cittadinanza e universalità, Albany (NY) 1989, pp. 5-154; T. Khalidi, Arabic Histori-
Atti del II seminario internazionale di studi storici Da cal Thought, cit., pp. 73-82; B. radtke, Weltgeschichte
Roma alla Terza Roma (Roma 21-23 aprile 1982), a und Weltbeschreibung, cit., pp. 16-27; ch.F robinson,
cura di P. catalano, P. Siniscalco, Napoli 1984, pp. Islamic Historiography, cit., pp. 32-36; e B. Shoshan,
461-478; B. radtke, Das Wirklichkeitsverständnis isla- Poetics of Islamic Historiography. Deconstructing Ṭabarī’s
mischer Universalhistoriker, in Der Islam, 62 (1985), pp. History, Leiden-Boston 2004, in partic. pp. 85-107.

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L’IMMAGINE DI COSTANTINO NELLE FONTI ARABE

6 Al-Mas‘ūdī, Murūǧ al-ḏahab, cit., § 734, e Al- zur Geschichte des philosophischen und medizinischen
Mas‘ūdī, Kitāb al-tanbīh wa ’l-išrāf, cit., p. 138. Cfr. Unterrichts bei den Arabern, in Sitzungsberichte der
anche Ḥamzah al-Iṣfahānī, Ta’rīḫ sinī mulūk al-arḍ Preussischen Akademie der Wissenschaften, philologi-
wa-’l-anbiyā’, cit., p. 76, e Abū ’l-Fidā’, Al-muḫtaṣar fī sche-historische Klasse, 23 (1930), pp. 389-429; G.
aḫbār al-bašar, cit., p. 110. Notizie più dettagliate su Strohmaier, “Von Alexandrien nach Bagdad” – eine
Bisanzio/Costantinopoli sono contenute nell’Historia fiktive Schultradition, in Aristoteles Werk und Wirkung
universalis di Agapio e nel Kitāb al-‘aǧā’ib al-kabīr Paul Moraux gewidmet, II, Kommentierung, Überliefe-
attribuito a Ibrahīm b. Wāṣifāh (X-XI secolo d.C.), e rung, Nachleben, hrsg. von V.J. Wiesner, Berlin-New
dovevano probabilmente trovarsi anche nell’opera sto- York 1987, pp. 380-389; D. Gutas, The “Alexandria to
rica perduta di Mas‘ūdī: cfr. S. Yerasimos, La fonda- Baghdad” Complex of Narratives. A Contribution to the
tion de Constantinople et de Sainte-Sophie dans les tra- Study of Philosophical and Medical Historiography
ditions turques, Paris 1990, pp. 62 segg. among the Arabs, in Documenti e Studi sulla Tradizione
7 Al-Ṭabarî, Ta’rīḫ al-rusul wa ’l-mulūk, cit., pp. Filosofica Medievale, 10 (1999), pp. 155-193, con
705 segg. Sulla politica antigiudaica di Costantino e sui ampia biliografia.
15 Al-Mas‘ūdī, Kitāb al-tanbīh wa ’l-išrāf, cit., p. 144.
suoi provvedimenti restrittivi che limitavano rigorosa-
16 Ivi, p. 137.
mente l’accesso degli ebrei a Gerusalemme si veda il
17 Si vedano ad esempio A. Kazhdan, ‘Constantin
recente ch.M. odahl, Constantine and the Christian
Empire, London-New York 2004, pp. 250 segg. e 363 imaginaire’, cit., pp. 239 segg.; V. aiello, Costantino,
nota 11, con bibliografia. la lebbra e il battesimo di Silvestro, in Costantino il
8 Al-Mas‘ūdī, Murūǧ al-ḏahab, cit., §§. 734-738. Grande. Dall’antichità all’Umanesimo, Atti del conve-
Cfr. anche Al-Mas‘ūdī, Kitāb al-tanbīh wa ’l-išrāf, cit., gno internazionale (Macerata 18-20 dicembre 1990), a
pp. 137-145. Su Mas‘ūdī, oltre alla bibliografia sopra- cura di G. Bonamente, F. Fusco, I, Macerata 1992,
citata, si veda anche A. Miquel, La géographie humai- pp. 17-58; S. Lieu, From History to Legend and Legend
ne du monde musulman jusqu’au milieu du 11e siècle, I, to History. The Medieval and Byzantine Transfor-
Paris 1967, pp. 202-212. mation of Constantine’s Vita, in Constantine. History,
9 Al-Mas‘ūdī, Murūǧ al-ḏahab, cit., § 737. Historiography and Legend, ed. by S.N.C. Lieu, D.
10 Lo stesso atteggiamento si ritrova in Ḥamzah al- Montserrat, London-New York 1998, pp. 136-176,
Iṣfahānī, Ta’rīḫ sinī mulūk al-arḍ wa-’l-anbiyā’, cit., p. in partic. 139; G. Bonamente, Sull’ortodossia di
76, e Abū ’l-Fidā’, Al-muḫtaṣar fī aḫbār al-bašar, cit., Costantino. Gli Actus Sylvestri dall’invenzione all’au-
p. 110. Da notare il curioso fraintendimento genealogi- tenticazione, in Bizantinistica. Rivista di Studi
co di Ḥamzah (dovuto probabilmente a un equivoco Bizantini e Slavi, 6 (2004), pp. 1-46, in partic. 30; e T.
nella tradizione manoscritta), che, unendo il più terri- canella, Gli Actus Sylvestri. Genesi di una leggenda su
bile persecutore dei cristiani al grande promotore del Costantino imperatore, Spoleto 2006.
18 Zos., II 28-30.
cristianesimo nel mondo romano, fa di Costantino il
19 Sulla tradizione ostile a Costantino in epoca tar-
figlio di Nerone: «I Rūm fondarono una città munitis-
sima e vi trasferirono da Roma la sede imperiale e tutte doantica si veda T. canella, Gli Actus Sylvestri, cit.,
le loro truppe, perché fossero più vicine all’impero per- pp. 23 segg.
20 Si veda in proposito A.H.M. Shboul, Al-
siano. Scelta una parte della terra costantinopolitana, vi
costruirono case e vi trasferirono il regno: nel tempo in Mas‘ūdī and His World, cit., pp. 246 segg.
21 Taǧārib al-umam, ed. L. caetani, I, Lugduni
cui edificarono la città regnava Costantino, figlio di
Nerone, e dal suo nome derivò il nome della città. Batavorum 1909, pp. 135 segg. Sulle tensioni tra
Costui, primo fra gli imperatori romani, aderì alla reli- Bisanzio e i Buyidi si veda soprattutto J.L. Kraemer,
gione cristiana e chiamò i sudditi ad abbracciarla. In Humanism in the Renaissance of Islam. The Cultural
seguito, promosse l’espulsione degli israeliti da Revival during the Buyid Age, Leiden-New York-Köln
Gerusalemme, città santissima, cosicché essa, fino ad 19922, pp. 86 segg.
22 Per l’atteggiamento nei confronti dei bizantini da
oggi, non è più il loro certo domicilio».
11 Al-Mas‘ūdī, Murūǧ al-ḏahab, cit., § 741. parte dei letterati sasanidi si veda ad esempio C.G.
12 Ǧāḥīẓ, Al-Radd ‘alā ’l-naṣārā, in Rasā’il al- cereti, La letteratura pahlavi. Introduzione ai testi con
Ǧāḥīẓ, ed. ‘A.M. Hārūn, III, al-Qāhirah 1979, pp. 314 riferimenti alla storia degli studi e alla tradizione mano-
segg. Sul brano in questione non è convincente ch. scritta, Milano 2001, pp. 131 segg. Sulla rappresentazio-
Pellat, Al-Ǧāḥīẓ, les nations civilisées et les croyances ne degli imperatori bizantini quali tiranni nella letteratu-
religieuses, in Journal Asiatique, 255 (1967), pp. 65-90, ra arabo-islamica medievale si veda il recente N.M. El
in partic. 71 segg., che ritiene che sul piano intellettua- cheikh, Byzantine Leaders, cit., pp. 114 segg.
23 Ibn Kaṯīr, Tafsīr al-Qur’ān al-aẓīm, VI, Bayrūt
le Ǧāḥīẓ «confond Grecs anciens et Byzantins». Per
altri passi di questo genere si veda A. Miquel, La géo- 1386/1966, p. 417. Cfr. ‘Abd al-Ǧabbār, Tatbīt dalā’il
graphie humaine du monde musulman, cit., II/2, Paris al-nubuwwa, ed. ‘abd al-Karim ‘Utmān, I, Bayrūt
1975, pp. 369 e 466 segg., e il recente L. capezzone, 1386/1966, p. 162. Si veda anche n.M. El cheikh,
La politica ecumenica califfale: pluriconfessionalismo, Byzantium viewed by the Arabs, cit., pp. 116 segg.
24 Per una storia dettagliata degli studi concernen-
dispute interreligiose e trasmissione del patrimonio greco
nei secoli VIII-IX, in Oriente Moderno, n.s., 17 (1998), ti il Kitāb Hurūšiyūš si veda ora l’edizione di Mayte
pp. 1-62, in partic. 38-45. Penelas: Kitâb Hurûšiyûš, cit., pp. 17 segg. e 83-96.
13 D. Gutas, Greek Thought, Arabic Culture. The 25 G. Levi Della Vida, La traduzione araba delle
Graeco-Arabic Translation Movement in Baghdad and storie di Orosio, cit.
26 Ivi, pp. 368-372.
Early ’Abbasaid Society (2nd-4th/5th-10th C.), New
27 Sulla figura di Ibn Taymiyya e sul destinatario e
York 1998, p. 104.
14 Sul tema della trasmissione del sapere da il contenuto della Risāla al-qubruṣiyya si veda da ultimo
Alessandria a Baghdad si vedano soprattutto M. Ibn Taymiyya, Lettera a un sovrano crociato, a cura di
Meyerhof, Von Alexandrien nach Bagdad. Ein Beitrag M. Di Branco, Milano 2011, con ampia bibliografia.

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Marco Di Branco

28 Il polemico calembour per cui la chiesa ‘della Apostoli che si trovava in quella zona ebbe il nome di
Resurrezione’ (al-qiyāmah) è invece detta ‘degli escre- ecclesia Sion. A Costantinopoli «Nuova Sion» era inve-
menti’ (al-qumāmah) deriva a Ibn Taymiyya da ce una delle denominazioni di Santa Sofia: cfr. G.
Mas‘ūdī, Murūǧ al-dahab wa ma ādin al-ğawhar, cit., Dagron, Constantinople imaginaire. Études sur le
§ 1452 segg., ma è un vero e proprio topos nella tradi- recueil des Patria, Paris 1984, pp. 300-305.
40 Ibn Ḫurradādbih, Kitāb al-masālik wa ’l-mamā-
zione islamica su Gerusalemme.
29 Ibn Ḫaldūn, Kitāb al-‘Ibar, cit., pp. 193 segg. (= lik, cit., p. 109.
41 Sulle caratteristiche dell’opera di Ibn
Ibn Ḫaldūn, Muqaddimah, cit., pp. 475-479).
30 Su Ǧirgis al-Makīn, autore di una cronaca uni- Ḫurradādbih è ancora fondamentale M.J. de Goeje,
versale (al-Maǧmū‘ al-mubārak, ‘La collezione benedet- Préface, in Ibn Ḫurradādbih, Kitāb al-masālik wa ’l-
ta’) che conobbe anche una certa fortuna in Etiopia, ed mamālik, cit., pp. VII-XXIII.
42 Al-Yāqūt, Mu‘ğām al-buldān, hrsg. von F.
è ancora inedita nella prima sua parte, relativa fra l’altro
alle vicende dei greci e dei romani fino all’età di Eraclio, Wüstenfeld, II, Leipzig 1866, s.v. Rūmiya, pp. 866-
si veda soprattutto G. Graf, Geschichte der christlichen 872.
43 Sul significato del termine «Rūm» si veda da ulti-
arabischen Literatur, II, Città del Vaticano 1947, pp.
348-351. Anche se nel passo in questione al-Makīn non mo la sintesi di S. Khalil Samir, Quelques notes sur les
è menzionato, egli ne è certamente una delle fonti prin- termes Rūm, cit., pp. 461-478.
44 Si veda per tutti G. Dagron, Représentations de
cipali (se non l’unica): è infatti citato subito dopo a pro-
posito del ruolo del papa; e nel libro II del Kitāb al- l’ancienne et de la nouvelle Rome dans les sources byzan-
‘ibar Ibn Ḫaldūn ripete alcune delle notizie di questo tines des VIIe-XIIe siècle, in La nozione di “Romano”,
excursus, attribuendole esplicitamente ad al-Makīn. cit., pp. 295-306.
31 Sembra comunque probabile che alla base di tale 45 Ibn Rustah, Kitāb al-a‘lāq an-nafīsa, ed. M.J. de
notizia aberrante vi sia un semplice errore di trascrizio- Goeje, Lugduni Batavorum 1892, pp. 128-132.
46 Cfr. A. De Simone, G. Mandalà, L’immagine
ne del nome di Lino, ‹lynws›, il secondo vescovo di
Roma, che viene trasformato in quello di Ario, araba di Roma, cit., pp. 67-71. Si veda, inoltre, J.ch.
‹’ryws›. Il nome di Lino è invece correttamente tra- Ducène, Une deuxième version de la relation d’Hārūn
scritto negli annali di Eutichio d’Alessandria e nella Ibn Yaḥyā sur Constantinople, in Der Islam, 82 (2005),
cronaca universale di Agapio di Manbiǧ. pp. 241-255.
32 Ibn Ḫaldūn, Kitāb al-‘ibar, cit., pp. 296 segg. (= 47 Al-Yāqūt, Mu‘ǧām al-buldān, cit., s.v. Rūmiya,
Ibn Ḫaldūn, Muqaddimah, cit., pp. 261 segg.). pp. 866-872.
33 Ibn Khaldun, Al-ta‘rīf bi Ibn Ḫaldūn wa riḥlatu- 48 Historia Nestoriana, ed. A. Scher, PO 4,3, pp.
hu ġarban wa šarqan, ed. M. b. Tawit al-Ḥanǧī, al- 284 segg.; Isḥāq Ibn al-Ḥusayn, Kitāb ākām al-marǧān
Qāhirah 1370/1951, p. 350. fī dikr al-madā’in al-mašūrah fī kull makān, ed. M.
34 Si veda soprattutto a. Elad, Medieval Jerusalem Sa’ad, Bayrūt 1988, pp. 112-115.
49 Al-Bakrī, Kitâb al-masâlik wa ’l-mamâlik, éd.
and Islamic Worship. Holy Places, Ceremonies, Pilgri-
mage, Leiden-New York-Köln 1995, pp. 93-97. par a.P. van Leeuwen, a. Ferré, II, Tunis 1993, pp.
35 o. Grabar, The Dome of the Rock, Cambridge 477-481; al-Ḥimyarī, Al-rawḍ al-mi‘ṭār fī ḫabar al-
(MA)-London 2006, p. 203. aqṭār, ed. a. ‘abbās, Bayrūt 1975, pp. 274 segg. Sul
36 Si vedano le acute osservazioni di U. Monneret rapporto fra storia, geografia e mirabilia si veda soprat-
de Villard, Introduzione, in Liber Peregrinationis di tutto G. Dagron, Constantinople imaginaire, cit.
50 Come notano giustamente a. De Simone, G.
Jacopo da Verona, a cura di U. Monneret de Villard,
Roma 1950, pp. XI-XXXI, in partic. XXII segg. Mandalà, L’immagine araba di Roma, cit., pp. 90-93,
37 G. Dagron, Naissance d’une capitale. Costan- anche negli autori di ambito occidentale, dai quali ci si
tinople et ses istitutions de 330 à 451, Paris 1974. aspetterebbe, almeno per la loro relativa prossimità geo-
38 Ibn Ḫurradādbih, Kitāb al-masālik wa ’l-mamā- grafica all’Italia, una maggiore conoscenza di Roma, l’e-
lik, ed. M.J. de Goeje, Leiden 19672, pp. 113 segg. La quivoco Roma/Costantinopoli persiste largamente. Va
traduzione italiana, con qualche variante, è quella di A. comunque sottolineato che le fonti in questione sono
De Simone, G. Mandalà, L’immagine araba di Roma, per lo più semplici raccolte di descrizioni precedenti,
cit., pp. 65 segg. dove l’elemento ‘autoptico’ è del tutto assente, per
39 A Gerusalemme Sion era denominazione costan- lasciare ampio spazio al gusto, tutto letterario, del rac-
te della parte sud-ovest della città, onde la chiesa degli conto accattivante (benché non verificabile).

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