N isoli,
R. O sellame, 8. Stagira
P roblemi di M eccanica, T ermodinamica,
E lettricità e Magnetismo
f is ic a g e n e r a l e
P roblemi di M eccanica, T ermodinamica
E lettricità e Magnetismo
SOCIETÀ EDITRICE
^ H I SOCIETÀ EDITRICE
E S C U L A P ia
m = E s c u L A P ia
ISBN 978-88-9385-045-2
P.1.5.
Si calcoli il prodotto vettoriale tra gli stessi due vettori dell’esercizio precedente.
P.1.6.
Si determini il modulo quadro del vettore somma Iv1 + v 2|2 dei due vettori del problema
Capitolo I P. 1.4 e si verifichi la seguente relazione:
si determini l’espressione del versore u che individua la direzione ed il verso del vettore
v 3 = 2ux - uy + zuz ,
(B-A) che congiunge i suddetti punti.
R 1.4.
P.1.10.
Si determini l’angolo compreso tra i due vettori:
Si consideri il campo vettoriale definito in coordinate cartesiane dalla relazione:
V1 = 3ux + 4uy - 5u* v = ir u X + 1/Uy .
v 2 = - u x + 2uy + 6u; + ’
1.1 Problemi 3 4 Calcolo vettoriale ed analisi dimensionale
si disegni il vettore v nei punti di coordinate A (I5I )5B(-1,1), C (-1,-1) e D (I5-I). Sulla base e si stabilisca che relazione sussiste fra le superfici di livello di /( x , y, z) ed il gradiente di / .
del disegno stabilire qual è in generale la direzione ed il verso di v in un punto generico
del piano. Si ripeta l’esercizio per il campo vettoriale P.1.15.
Assegnato in un sistema di coordinate cartesiane il campo vettoriale v = UrUx + vyuy +
w - y** z xuy X2Uz, si definisce divergenza del vettore v la quantità:
\[x? + Vi
dvx dvy_ (hh
div v —
dx dy dz
p .i.ii . In base a tale definizione si calcoli la divergenza del vettore w = 2xyux—z2uy+5 sin(zy)uz.
Sia assegnato il campo vettoriale definito in un punto P dall’espressione
P.1.16.
E(P) = ^ ur Assegnato in un sistema di coordinate cartesiane il campo vettoriale v = xxux + vyuy +
X2Uz, si definisce rotore del vettore v la quantità:
con r distanza tra P e l’origine O delle coordinate ed ur versore radiale (spiccato da O
e con verso uscente). Riscrivere E in funzione delle coordinate cartesiane x ed y e dei
Ux % Uz
corrispondenti versori degli assi ux ed uy. Si disegni l’andamento delle linee di flusso del d_ d_ d_ / dvz dvy\ (d v x dvz\
dx dy dz Uy +
campo. V dy ~ dz ) Ux + V dz ~ dx )
Vx Vy Vz
P.1.12. In base a tale definizione si calcoli il rotore del vettore w = 4z2yux — 3(x /y)u y + 2xzuz.
In un sistema di coordinate cartesiane siano definiti due campi vettoriali
P.1.17.
a = x2ux — 2yuy
Si calcoli il valore dell’integrale di linea
e
b = (2x + l)u x + ^2Uy
Sia c = a + b la loro somma. Si calcolino:
L/7, A-^B
w •di
f { x , y ,z ) = - A —£
X2 + y2 P.1.18.
Sfruttando il principio di omogeneità, si determini l’espressione del periodo delle piccole
Stabilire la forma delle superfici di livello f ( x , y ,z ) = costante. oscillazioni di un pendolo semplice sapendo che può dipendere, mediante una costante
adimensionale, solo dalla massa m del pendolo, dalla lunghezza l del filo e dall’accelera
P.1.14. zione di gravità g.
Assegnato in un sistema di coordinate cartesiane un campo scalare / = /( x , y , z), si defi
nisce gradiente del campo scalare f la quantità: P.1.19.
Si determinino le dimensioni della costante di gravitazione universale 7 presente nella
, , dS «/ ài
legge di gravitazione universale:
Ui1Tn2
Si calcoli il gradiente del seguente campo scalare: f = i — —
rz
f (x , y, z) = 3-\/x2 + y2 + 22
1.2 Soluzioni 5 6 Calcolo vettoriale ed analisi dimensionale
Ar = yb - ya = uy - 2uz . (3)
e quindi il versore u è espresso da
S.1.3.
cos a = (i) Il vettore somma è dato da
Ary _ J _ y/2 3
cos/3 — (5) Vl + V2 = Ux + (1)
|Ar| “ V5 “ ^ - U* + 2 Uy;
= + + +
1.2 Soluzioni 7 8 Calcolo vettoriale ed analisi dimensionale
(iv) La componente del vettore w nella direzione e verso del vettore somma ricavato al si ricava
punto (i) può essere ottenuta mediante prodotto scalare tra il vettore w ed il versore u
che individua direzione e verso del vettore somma. Si ricavi quindi il versore u con lo
cos d = -= -0.552 -&= 123° (4)
stesso procedimento visto nell’esercizio R 1.2: V82
Vi + V 2
(4)
Iv I + V 2I’
S.1.5.
dove Come già visto nella soluzione del problema R 1.3, il prodotto vettoriale tra due vettori si
calcola mediante il seguente determinante:
yn
|vi + V 2 (5) ux U2
2 uV
1 Vi X V2 3 4 -5 = ux(2 4 + 1 0 )-u y(1 8 -5 )+ u ,(6 + 4 ) = 34ux-1 3 u y + 10u, (1)
e quindi -1 2 6
(6) S.1.6.
Si ricavi innanzitutto la relazione fornita nel testo del problema. Sapendo che il modulo
La componente di w sarà quindi pari a quadro di un vettore può essere visto anche come il prodotto scalare del vettore con se
stesso, si può scrivere:
Wu - - + = ( ^ 2 + 2) = 3.09. (7)
|vi + V 2 I2 = (vi + V 2) •(vi + V 2) (1)
Osservazioni:
E’ importante ricordare che il prodotto scalare è commutativo, mentre il prodotto vetto e sviluppando il prodotto tra binomi si ottiene:
riale è anticommutativo. Questo significa che se anche si inverte l’ordine dei due vettori
moltiplicati scalarmente il risultato non cambia, mentre nel prodotto vettoriale un’inver |vi + v 2|2 = Iv1I2 + |v2|2 + 2vi •v 2 = Iv1I2 + |v2|2 + 2|V11|v21cosi?. (2)
sione dell’ordine dei vettori produce un risultato di segno opposto. Si lascia al lettore di
verificare le proprietà appena ricordate a partire dalle definizioni applicate nei punti (ii)
e (iii). Si calcoli ora il modulo quadro del vettore somma dei due vettori del problema P .l.4:
dove d è l’angolo compreso tra i due vettori. Si calcoli il prodotto scalare tra i due vettori
|vi + v 2|2 = 50 + 41 — 50 = 4 1 , (4)
mediante la formula fornita nella soluzione del problema R 1.3:
Ux Uy Uz
v 3 = kw = k(vi x v 2) = k 2 1 -3 —bk(ux + + uz) -j^- = Ux + \/3u , (2)
Uy (1 )
1 -2 1
che è un vettore costante e diretto come il vettore vi.
Il testo però richiede che il modulo di V3 sia pari a 5. Quindi (ii) Nel caso del vettore V2 = c o s tu x + sint uy, il modulo è costante:
Il vettore cercato avrà quindi la seguente espressione ciò non implica tuttavia che la derivata sia nulla, infatti il vettore v 2 cambia direzione al
variare di t. La pendenza del vettore rispetto all’asse x è in questo caso pari a
V3 = T^=(U x + U y + U 2) . (3)
m = — — tan t . (4)
V2x
S.1.9.
[vi(£) —v 2(£)] dt = J ^t ux + V st Uyj — [cos t ux + sin t Uy] dt. (7)
Incominciamo col calcolare le derivate dei due vettori. La derivata di un vettore rispetto Si noti che l’integrale (definito od indefinito che sia) di un vettore rispetto ad una variabile,
ad una variabile, è un vettore che ha come componenti le derivate delle componenti del è ancora un vettore. Si osservi che i versori degli assi non dipendono dalla variabile t , per
vettore iniziale; analizziamo ora i due casi: cui possiamo riscrivere la precedente espressione nella forma:
(i) Il vettore Vi = t ux+\/3t uy è un vettore che varia solo in modulo, mentre la sua direzio
ne e verso rimangono costanti. Infatti la sua inclinazione rispetto all’asse delle x è data da
I= Ux
Jo
(t — cos t) dt + Uy J (^/3t — sin ^ dt, (8)
atan^— ^ = atan(v^3) = 60° . ( 1)
da cui si ottiene:
1.2 Soluzioni 11 12 Calcolo vettoriale ed analisi dimensionale
a
. 1 V à i2 , Anche in questo caso il modulo di w è pari ad 1 in qualunque punto del piano, ad eccezione
Ux - - S 'n t — --------- h COS t
+ Uy (9) dell’origine in cui il vettore non è definito. Il disegno del campo nei punti assegnati rivela
0
che il vettore descrive un vortice diretto in verso orario attorno all’origine delle coordinate.
ed infine
S .l.ll.
Per calcolare il campo E in funzione delle coordinate x ed y e dei corrispondenti versori
(1 0 ) degli assi, dobbiamo anzitutto riesprimere il versore radiale ur. Come si evince dal disegno
in figura , il triangolo PDC formato dal versore ur e dalle sue proiezioni lungo le direzioni
Si noti che I è un integrale definito, calcolato tra estremi costanti; pertanto il risultato è orizzontale e verticale, é simile al triangolo OHP (infatti hanno gli stessi angoli interni).
un vettore costante. Dunque possiamo scrivere una proporzione fra i lati corrispondenti dei due triangoli, nella
S.1.10.
Nei punti considerati dal problema il campo vettoriale v vale: v(A) = (ux + uy)/>/2;
v(B) = ( - u x + uy)/\/2; v(C) = ( - u x - uy)/\/2; v(D) = (ux - uy)/V2. Si noti che
in qualunque punto del piano (ad eccezione dell’origine, in cui il campo non è definito) il
modulo di v è sempre pari ad 1. Come si evince dalla figura successiva, il campo ha in
genere un andamento radiale; ciò significa che, considerato un punto P del piano, il campo
risulta diretto lungo la retta congiungente P con l’origine delle coordinate. Un campo di
questo tipo è detto "centrale” , in quanto diretto verso il centro del sistema.
utilizzando le precedenti proporzioni tra i lati dei due triangoli, si arriva all’espressione:
Il campo vettoriale w, nei punti assegnati dal problema, è invece pari a: w (A) = (ux — Ur Ux + (2)
uy) / A ; w (B) = (ux + uy) / ;w(C) = ( - u x + uy) / A ; w
2
/
\ = ( - u x - uy)/\/2. \ A 2 + y2 x \A2+ y
Ricordando poi che la distanza radiale può essere riscritta come r = yj x 2 + y2, otteniamo
finalmente l’espressione del campo E:
S.1.12.
La somma dei campi vettoriali a e b è pari a
di conseguenza il modulo di c è pari a dove il numeratore può anche essere visto come il generico vettore posizione rispetto al
l’origine ed il denominatore è il suo modulo, quindi
|c| = y / Jx2+ 2x+ I)2 + (y2 - 2y )2 = ^/(a; + l ) 4 + y2(y - 2)2. (2)
Per stabilire in quali punti il modulo del vettore somma c si annulla, basta osservare grad / = 3 = Sur . (2)
che se in un punto |c| = 0 allora anche c = 0. Affinché c sia nullo, dobbiamo imporre
che entrambe le componenti del vettore siano a loro volta nulle. Quindi basta imporre il
Le superfici di livello in questo caso sono date da
sistema
(;X 2 + 2x + 1) = + I)2 = 0 / — y j x 2 + y2 + z2 = costante — k (3)
(:V2 - 2 y) = y- 2) = 0
che corrisponde alle due soluzioni e rappresentano delle superfici sferiche di raggio k. Si può quindi concludere che il gra
diente, essendo diretto come il raggio, è ortogonale in ogni punto alle superfici di livello,
x = —l
proprietà questa di carattere generale.
y = 0
e
S.1.15.
x = —l Per determinare l’espressione della divergenza del campo vettoriale w = 2xyux — z2uy +
5sin(zy)uz, calcoliamo dapprima le derivate parziali delle sue componenti rispetto agli
V= 2
assi corrispondenti:
che definiscono i due punti del piano in cui c = 0 (e dunque |c| = 0).
dwx d (2 xy )o
S.1.13. dx dx ~ V' (l)
La superficie di livello
k dwv d [- Z 2)
x 2 + y2
— costante a) dy dy
(2)
dwz
~ ~ d i ~ ~ U;
d (2
(8)
L A —>B
w •di — 2/ux] •[dxux + 2ax dxuy] , (5)
che diviene
(9)
Ih = = '
L
A tal punto, tenendo a mente la definizione di rotore: w - di = [2ax2 — y(x)\ dx; (6)
rJxA
nella precedente equazione si è fatto uso dell’espressione del prodotto scalare di due vet
Ux uy Uz
( dwz dwv \ ( dwx
d_ d_ d_
Uy +
( dwv tori in funzione delle loro componenti. Si noti inoltre che l’integrale di linea diviene un
dx dy dz
[ ~ W ~ ~ d 7 ) U x + \~d7 \ dx normale integrale definito nella variabile x esteso tra le ascisse dei punti A(0,0) e B(0,4a).
Wy Wz
(10) Sostituendo nella (6) ancora la (3), si giunge infine a:
e sostituendo quanto trovato in precedenza, si ottiene:
L L
w - di = 2 ax 2 dx
, ——
8 a.
(7)
7, A->B o
rot w = (0 — 0) ux + (8zy — 2z) uy + a i)
Si sottolinea il fatto che il risultato di un integrale di linea è sempre un numero e non un
da cui vettore, dato che al suo interno contiene un prodotto scalare tra due vettori.
3 „ 2
rot w = z4( — I) uy —
2 - + 4 (1 2 )
y S.1.18.
Si noti che la derivata di ciascuna componente rispetto al proprio asse, non compare nel Indichiamo con r il periodo di oscillazione del pendolo, e supponiamo che esso dipenda
l’espressione del rotore; tali quantità sono invece impiegate per il calcolo della divergenza. dalla massa m del corpo, dall’accelerazione di gravità g e dalla lunghezza l del pendolo
secondo una legge della forma:
t = kmxgylz, (1)
S.1.17.
Faremo riferimento alla figura, in cui è mostrata la linea 7 dove k, x, y e 2 sono tre costanti numeriche adimensionali da determinare. Per questo,
tra i punti A e B ed i vettori w e di in un punto generico della osserviamo che, per il principio di omogeneità, le dimensioni delle grandezze a sinistra e
linea; si noti che lo spostamento infinitesimo di è diretto da destra nell’equazione (1) devono essere le stesse. Se consideriamo le dimensioni di ambo
A a B . Procediamo ora col calcolare l’integrale di linea i membri di detta equazione e teniamo conto che [r] = [T], [m\ = [M], [g] = [L][T]~2 e
[/] = [L], dove [T], [L\ e [M] sono le unità fondamentali di tempo, lunghezza e massa,
f w •di. (1) rispettivamente, deve dunque risultare:
J 7, A —>B
Uguagliando gli esponenti di [T], [L\ ed [M] nei due membri della precedente equazione,
di = dx ux 4- dy uy;
si ottiene —2y = 1, y + z = 0, x = 0, e cioè:
si noti tuttavia che dx e dy sono tra loro legati, in quanto lo spostamento non è di tipo
generico, ma avviene lungo la linea 7. Mediante l’equazione che definisce la linea: x = 0, y = —1/2, z =1/2. (3)
1.2 Soluzioni 17 18 Calcolo vettoriale ed analisi dimensionale
Sostituendo tali valori di x, y e z nella equazione (1) si ottiene infine per il periodo r del 1.3 Esercizi di autovalutazione
pendolo la seguente espressione:
A V .1 . 1 .
I moduli di due vettori a e b sono a = 8 m e ò = 3m . Si determinino i valori massimi e
minimi del modulo del vettore somma c = a + b.
E’ chiaro che il valore numerico della costante k non può essere determinato in base a sole
considerazioni dimensionali, ma si dovrà ricorrere ad uno studio dettagliato della legge di AV.1.2.
moto del pendolo. Per piccole oscillazioni, la teoria mostrerà che k - cI rK. Siano a e b due vettori non collineari. Si determini per quali valori di x i due vettori
c = 2xa + (3x + 4)b e d = 2a + xb sono collineari.
S.1.19.
Le dimensioni della costante di gravitazione universale 7 che compare nella legge di AV.1.3.
gravitazione universale, Un corpo di massa m viene lasciato cadere da un’altezza h. Assumendo che il tempo di
Tn1TTl2 caduta sia una funzione della massa m, dell’altezza h e della accelerazione di gravità g,
sulla base della sola analisi dimensionale si mostri che il tempo di caduta è indipendente
si determinano mediante una analisi dimensionale della equazione (1), e cioè imponendo dalla massa m e proporzionale a yjh/g.
per il principio di omogeneità che le grandezze a sinistra e a destra dell’equazione abbiamo
le stesse dimensioni. Per questo osserviamo che, poiché vale la relazione fondamentale AV.1.4.
forza = massa x accelerazione, le dimensioni di una forza sono [F] = [M][L][T]-2 , e Si determini il versore u diretto come il vettore (P-O ), dove O rappresenta l’origine di un
quindi deve aversi: sistema di assi cartesiani ortogonali e P è un punto di coordinate (1, —2 ,2).
[F] = [M][L][T]-2 = [7][M]2[L]-2, (2)
che è una equazione dimensionale nella incognita [7]. Poiché per le equazioni dimensio AV.1.5.
nali vale un’ algebra analoga a quella per le equazioni numeriche, possiamo risolvere la Una particella è sottoposta a due spostamenti. Il primo ha modulo 12 m. Lo spostamento
equazione (2) rispetto a [7]: risultante ha un modulo pari a 10 m e forma un angolo di 35° con il primo spostamento.
[7] = [M]-1 [L]3[T]-2 Si determini il modulo del secondo spostamento e l’angolo compreso fra i due.
(3)
AV.1.6.
Si considerino i vettori a= (A-O) e b= (B-O) dove O rappresenta l’origine di un sistema
di assi cartesiani ortogonali, A =(l,4,3) e B=(2,l,4). Si calcoli:
(a) il prodotto scalare a *b;
(b) i moduli dei vettori a e b;
(c) l’angolo compreso fra a e b;
(d) il componente di a lungo b.
AV.1.7.
In un sistema di coordinate cartesiane ortogonali si consideri la funzione:
sin(xy)
/ = cI xyz +
TT zt '
AV.1.8.
In un sistema di coordinate cartesiane ortogonali si consideri il vettore funzione del tempo
w = at2ux + UyV c2 — a2t4, con a e c costanti opportune.
1.3 Esercizi di autovalutazione 19 20 Calcolo vettoriale ed analisi dimensionale
(%) Si determinino le dimensioni delle quantità a e c affinché il vettore w abbia le dimen 1.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi
sioni di una lunghezza;
(ii) si calcoli la derivata rispetto al tempo di w; S A .1 . 1 .
dw
(ii) si calcoli il prodotto scalare w •——.
Cmax C+ b 11 111- Cm in Ili ^ 111■
AV.1.9.
Si consideri un sistema di coordinate cartesiane oblique do S A .1.2.
tato di versori u^ ed U77, in cui l’angolo tra gli assi cartesiani sia x = —l oppure x = 4.
a. In esso viene assegnato un vettore v = + VriMri con le
S A .1.4.
1 2 2
AV.1.10.
Si determini se i due vettori a = 3ux + 2uy — 7uz e b = 2ux + 4uy + 2uz siano tra loro
u - 3¾
- 3U'+3U*
ortogonali.
A V .l .l l - S A .1.5.
Si consideri il principio di omogeneità e si determini quale delle seguenti espressioni è Modulo: 6.87 m, angolo: 123.5°.
corretta:
F •t3
(i)c
m
y/a •è •V i S A .1.6.
Hi) t =
v2 5 (a) a •b = 18;
a •t
dove ^=Iunghezza, F=forza, t= tempo, a=accelerazione, v=velocità, m=mas sa e 00= ve (b) |a| = x/26; |b| = I;
locità angolare.
a •b
(c) cos 9 = TTTTT = 39,6°;
AV.1.12. |a||b|
Dalla sola analisi dimensionale si determini quale grandezza debba essere messa al posto (d) ab = ^ b = | (2,1,4)
di x nella seguente espressione:
FH
Qj 9 ’
mzx
dove il significato dei simboli è quello dettagliato nell’esercizio precedente. SA.1.7.
ycos(xy) T/ _ , a: cos (xy)
(i) V = VxUx + VyUy 1 + Z2 + VzUz, con
, V yVx
- ^=x z2yz
+ i + z2 ,
2z sin (xy
Vz = 2xy -
(1 + Z2)2 5
1.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi 21
S A .1.8.
(i) [a] = [L)[T}-\ [c] =
/ .. \ dw ^ I" at2\iv
(ni —— = Zat ux ----- . .
( 7 dt L V c2 - a?t*J
(in) w •
dw = 0; questa proprietà può essere dimostrata facilmente tenendo conto che
Iwl = c costante.
S A .1.9.
(i) = v •U^ = + Vri cos ce; Vri = v •U77 = Vri + cos a;
S A .1.10.
I vettori sono tra loro ortogonali, in quanto il loro prodotto scalare è nullo.
S A .1.11.
L’espressione corretta è la (%%).
S A .1.12.
X = Va.
24 Cinematica del punto materiale
P.2.4.
Si calcoli la velocità a cui deve muoversi di moto rettilineo
uniforme un corpo A su un piano orizzontale per raccogliere un
t
corpo B che viene lasciato cadere verticalmente da un’ altezza
h = 120 m. Il corpo B cade con accelerazione verticale costante,
diretta verso il basso e di modulo ^ = 9.8 m /s2. AlTinizio della
Capitolo 2 caduta il corpo B si trova ad una distanza d = 7 m dalla
il______
d x
verticale di caduta.
P.2.5.
Cinematica del punto materiale Si determini la profondità di un pozzo sapendo che tra l’istante in cui si lascia cadere un
sasso (con velocità iniziale nulla) e quello in cui si ode il rumore, in conseguenza dell’urto
del sasso con il fondo del pozzo, trascorre un tempo T = 4.8 s . Si trascuri la resistenza
dell’aria e si assuma la velocità del suono pari a vs = 340 m/s. Il sasso cade con accele
razione verticale costante, diretta verso il basso e di modulo g = 9.8 m /s2.
2.1 Problemi
P.2.6.
P.2.1. Un’automobile deve percorrere un tratto di strada rettilinea, di lunghezza L - cI km, nel
La posizione di una particella che si muove lungo Tasse x dipende dal tempo secondo minor tempo possibile partendo ed arrivando con velocità nulla. Se la massima accele
Tequazione x(t) = A t2 — B t3, dove x è espresso in metri e t in secondi. razione dell’automobile è pari ad a\ — 2 m /s2, mentre la sua massima decelerazione è
(i) Quali devono essere le dimensioni delle costanti positive A e B ? a2 = —3 m /s2, si determinino la percentuale di strada che deve essere percorsa acceleran
(ii) Quanto valgono la velocità istantanea e Taccelerazione istantanea? do ed il minimo tempo totale impiegato.
(iii) In quale istante la particella raggiunge la massima ascissa?
P.2.7.
Un’automobile A , inizialmente ferma, viene superata da un’altra automobile B in moto
P.2.2.
con velocità costante Vb = 100 km/h. Al momento del sorpasso l’automobile A si mette
Un sasso viene lanciato verticalmente verso l’alto, con velocità iniziale v0 = 10 m/s, da
in moto con accelerazione costante pari ad aa = 5 m /s2. Determinare il tempo impiegato
una piattaforma ad altezza h = 3 m da terra. Sapendo che, in prossimità della superfi
dall’automobile A per raggiungere l’automobile B e la distanza dal punto di partenza a
cie terrestre, il sasso si muove, per effetto del peso, con accelerazione verticale costante,
cui ciò avviene.
diretta verso il basso e di modulo g = 9.8 m /s2, si calcoli dopo quanto tempo il sasso
raggiunge il suolo.
P.2.8.
Due automobili A e B viaggiano nella stessa direzione con velocità va = 130 km/h e
P.2.3. Vb = 70 km/h. Quando la macchina A si trova alla distanza d dietro B , comincia a frena
Si sta progettando una nuova tratta di metropolitana sotterranea. Schematicamente la re con decelerazione a = —4 m /s2. Si calcoli il minimo valore di d affinché sia evitato l’urto.
tratta è la seguente:
A : treno fermo; P.2.9.
A - B : tratto di 500 m percorso ad accelerazione costante ai; Un punto materiale si muove di moto rettilineo partendo dalla posizione x = 0. La ve
B - C : tratto di 4 km percorso a velocità costante i;2 = 72 km/h; locità iniziale è nulla e l’accelerazione varia nel tempo secondo la legge a = aocoscot. Si
C - D : tratto di 250 m percorso con decelerazione costante calcolino:
(i) si rappresenti su un grafico l’accelerazione, la velocità e la posizione in funzione del (i) la legge oraria del moto;
tempo in modo qualitativo; (ii) gli istanti temporali nei quali il punto materiale ripassa per l’origine;
(ii) si calcoli il valore dell’accelerazione ai in m/s2 necessaria per raggiungere in B la (iii) il modulo della velocità del punto in tali istanti.
velocità prevista sul tratto BC;
(iii) si calcoli il valore della decelerazione a3 in m /5 2 necessaria al treno per arrestarsi nel
punto D, cominciando a frenare in C;
(iv) si determini il tempo di percorrenza del tratto AD;
2.1 Problemi 25 26 Cinematica del punto materiale
P.2.10. P.2.15.
Un corpo si muove di moto armonico con frequenza v = 3 Hz. All’istante t = 0 il corpo Nello sport olimpico del lancio del martello, una sfera di accia
è ad una distanza d = 10 cm dalla posizione di equilibrio e la sua velocità è v0 = 1 m/s. io legata ad un cavo di lunghezza L = 1.25 m viene lanciata
Si determini il minimo intervallo di tempo per cui il corpo raggiunge il massimo modulo dall’atleta dopo essere stata posta in rotazione. y A
della velocità e si calcoli quanto vale quest’ultimo. (i) Sapendo che il record mondiale in questa specialità è d =
84.8 m, si determini la velocità angolare che deve avere il mar- V0
te Ilo al momento del lancio per ottenere tale prestazione. Si /? ol= 4 5 °
supponga che l’angolo formato dalla direzione di lancio con Po- O d X
P.2.11. rizzontale sia di 45° e si trascuri l’altezza dell’atleta.
Un gioco al Luna Park consiste nel colpire un ber (ii) Si determini inoltre l’accelerazione centripeta della sfera
saglio mobile con un disco, libero di scorrere su un d’acciaio appena prima di essere lanciata.
piano liscio orizzontale, inizialmente a distanza d dal
bersaglio. Se il bersaglio si muove con legge oraria P.2.16.
x = L cosoJt ed il disco viene scagliato con velocità Il terzino di una squadra di calcio vuole passare
v0 lungo la linea tratteggiata, diretta come l’asse y in la palla al centravanti, che si trova ad una distan
dicato in figura (x = 0), si determini in quale istante za d = 50 m, con una traiettoria parabolica che
bisogna lanciare il disco per colpire il bersaglio. Si termini sui piedi del compagno. Sapendo che l’an
discuta inoltre se la probabilità di colpire il bersaglio golo di partenza rispetto all’orizzontale è a = 45°
è maggiore lanciando il disco lungo x = 0 o lungo e trascurando ogni attrito:
x = L. (i) Si determini la velocità iniziale che deve im- jjzz
primere al pallone per riuscirci.
(ii) Si verifichi che l’avversario, distante L = 3 m
P.2.12. dal terzino, non possa intercettare la palla pur
Due particelle soggette al proprio peso sono, una dopo l’altra, lanciate in alto, vertical saltando fino a raggiungere un’altezza A = 2m.
mente, da uno stesso punto e con la stessa velocità iniziale v. Tra i due lanci intercorre un
P.2.17.
intervallo di tempo T. Le due particelle si muovono con accelerazione verticale costante,
Un bambino, con una fionda capace di scagliare un sasso alla
diretta verso il basso, di modulo g. Quando si incontreranno ? Qual è la condizione perché ó
velocità v0, vuole colpire una mela su un albero distante l ad
si possano effettivamente incontrare in volo?
un’altezza h. Il bambino mira esattamente alla mela che però h
P.2.13.
casualmente cade proprio nell’istante in cui il sasso viene sca [Avo„_ --->
gliato. Si analizzi in quali condizioni il sasso riuscirà comunque
Una biglia A viene lasciata cadere da un’altezza h con velocità iniziale nulla. Contempo
a colpire la mela.
raneamente, una seconda biglia B viene lanciata dal suolo verso l’alto con velocità iniziale
v0. Se il moto delle due biglie avviene sulla stessa verticale, si determini il valore di v0 P.2.18.
affinché: La massima accelerazione alla quale possono essere sottoposti i piloti degli aerei militari è
(i) le due biglie si scontrino esattamente a metà altezza; 6#, dove g rappresenta l’accelerazione di gravità. Si calcoli il minimo raggio di curvatura
(ii) le due biglie si scontrino quando hanno velocità uguali ed opposte. con cui un aereo, che vola alla velocità di 2000 km/h, può effettuare una virata in un
piano orizzontale.
P.2.19.
P.2.14. Un ciclista percorre un giro completo in una pista circolare di raggio i?, partendo da fermo
Un motociclista sale una rampa inclinata di a = 30° e con un’accelerazione angolare costante pari ad a. Si calcolino:
per saltare un fossato lungo d = 10 m. (i) La velocità vettoriale all’inizio ed alla fine del giro.
(i) Si determini la minima velocità con cui deve spic (ii) L’accelerazione vettoriale all’inizio ed alla fine del giro.
care il salto per riuscirci.
(ii) Si determini la massima altezza raggiunta duran P.2.20.
te il salto rispetto al punto di arrivo, con la velocità Un punto materiale si muove lungo una traiettoria circolare di raggio R = I m con velo
iniziale trovata nel punto (i). cità scalare v = A + B t2, con A = 4 m/s, B = 1 m /s3.
2.1 Problemi 27
P.2.21.
Un giradischi è in grado di portare un disco da fermo alla velocità angolare uj = 33 gi-
ri/minuto in un intervallo di tempo A t = 0.6 s, con accelerazione angolare a costante. Si
determinino:
(i) il valore dell’accelerazione angolare a in rad/s2;
(ii) la velocità al bordo del disco durante il transitorio (raggio R = 15 cm);
(iii) la frazione di giro compiuta dal disco prima di raggiungere la velocità di regime.
P.2.22.
Le coordinate di un corpo in moto sono:
P.2.23.
Un motoscafo, che può raggiungere una velocità pari a Vrn = 50 km/h rispetto all’acqua
in cui naviga, cerca di attraversare un fiume largo L = 2 km, in cui la corrente dell’acqua
ha una velocità vc = 20 km/h. Si discuta quale rotta deve seguire il motoscafo per at
traversare il fiume in direzione esattamente perpendicolare. Si discuta invece la rotta da
seguire per attraversare il fiume nel minor tempo possibile.
P.2.24.
In una serata nebbiosa un ragazzo accompagna la fidanzata alla partenza del treno. Quan
do il treno parte, con accelerazione CLtreno — 3600 km/h2, il ragazzo comincia a correre
lungo la banchina con accelerazione a ragazzo — 1440 km/h2. Se la visibilità è pari a 50 m,
si determini dopo quanto tempo il ragazzo non riesce più a vedere la fidanzata.
2.2 Soluzioni 29 30 Cinematica del punto materiale
2.2 Soluzioni di gravità g. Introduciamo un asse y verticale, diretto verso l’alto, con origine sulla su
perficie della terra e un asse x perpendicolare a y , come mostrato in figura. La posizione
S.2.1. iniziale del sasso è data da
(i) Per il principio di omogeneità si possono sommare algebricamente e uguagliare soltan
to grandezze con le stesse dimensioni. Le dimensioni del termine a sinistra della legge
Ov
O
II
II
oraria sono quelle di una lunghezza, quindi anche i prodotti At2 e Bt3 dovranno avere le
(i) ' vo
dimensioni di una lunghezza: <>----
o"
II
II
[L) = [At2] = [A}[T]2[A] = IL][T]-* La velocità iniziale è h
[L] = m = fT
[]BB] = [L}[T]-3 ^ V0 = V0 U y (2)
O X
e quindi le unità di misura di A e di B sono, rispettivamente, m /s2 e m /s3. L’accelerazione costante del sasso durante il suo moto è:
(ii) La velocità scalare istantanea è definita come:
a = -Q % (3)
y _ dx _ 2 ^ _ 3 B f2 (2)
dt v' Il segno meno che compare nella (3) è dovuto al fatto che l’accelerazione è diretta in
verso opposto rispetto al verso positivo dell’asse y. Dal momento che la velocità iniziale
mentre l’accelerazione scalare istantanea è definita come: è verticale e che l’accelerazione lungo l’asse x è nulla, il moto sarà puramente verticale.
Determiniamo dapprima la velocità del sasso:
dv
a = ^ - = 2 A -6 B t (3)
dUy
(4)
dt
(iii) Le relazioni (2) e (3) rendono evidente che il moto rettilineo della particella non è nè
uniforme nè uniformemente accelerato, infatti al tempo t — 0 l’accelerazione è positiva e Utilizzando la (3) nella (4), e considerando la condizioni iniziali (2), si ottiene:
pari a 2A mentre all’aumentare del tempo diminuisce fino a diventare sempre più negativa.
La particella, che parte da x = 0 e con velocità nulla (come è possibile dedurre dalla
legge oraria e dall’equazione (2) per t = 0), si muoverà inizialmente verso x positivi
fino a fermarsi per poi tornare indietro con accelerazione sempre maggiore. La massima
ascissa viene perciò raggiunta dalla particella nell’istante ?, in corrispondenza del punto da cui si ricava:
di inversione di moto. In tale punto la velocità della particella si deve annullare, quindi: vy{t) = vo (6)
Per calcolare il tempo necessario, t, affinché il sasso raggiunga terra è sufficiente imporre
S.2.2.
y = 0 nella legge oraria (9)
Il sasso, durante il suo moto prima verso l’alto e poi verso terra, si muove di moto unifor
- 1 -2
memente accelerato con accelerazione sempre diretta verso il basso e pari all’accelerazione y = h + v0t - - g t = 0 , (10)
2.2 Soluzioni 31 32 Cinematica del punto materiale
le cui soluzioni sono (ii) Siccome l’accelerazione nel primo tratto è costante, l’accelerazione istantanea e quella
media coincidono. Posso quindi calcolare a\ come
^o1F \Ap + 2ff/ì
tl,2 (H) _ V2 ~ _ _»2_
9 (1)
fll - A t1~ A t1
La soluzione con il segno meno la scartiamo in quanto Targomento della radice è palese
mente maggiore di v%e quindi si ottiene t\ < 0. Il tempo impiegato dal sasso per toccare dove Vo = 0 e Ati è il tempo impiegato a percorrere il tratto A - B. Conoscendo inoltre
terra è quindi pari a la lunghezza Si del tratto A - B, posso scrivere per il moto uniformemente accelerato
S.2.5.
A ìtot — Ati + A^2 + At3 , ( 11)
Il tempo trascorso tra l’istante in cui si lascia cadere il sasso e l’istante in cui si sente il
rumore è composto dal tempo impiegato dal sasso per raggiungere il fondo del pozzo, tc,
dove Ati e A t3 sono già stati calcolati nei punti precedenti, mentre e dal tempo impiegato dal suono per risalire ed arrivare alle nostre orecchie, ts, quindi
T = tc + ts . (1)
A t2 = - = 200 s (12)
V2
Introduciamo un asse y verticale, con origine sul fondo del pozzo, ed indichiamo con h la
profondità del pozzo. Procedendo come indicato negli esercizi precedenti, la legge oraria
in quanto il moto nel tratto B - C è rettilineo uniforme. del sasso è data da:
Il tempo di percorrenza totale è quindi
y(t) = h ~ \ y t 2 (2 )
A ìtot — 275 s = 4 min 35 s . (13) Il tempo di caduta si ricava dalla (2) imponendo che l’ordinata del sasso sia pari a zero
(il sasso ha raggiunto il fondo del pozzo):
(3)
S.2.4.
Il corpo B si muove di moto uniformemente accelerato con i.
mentre il tempo impiegato dal suono per risalire è
accelerazione g verso il basso, con velocità iniziale nulla. In
troduciamo un asse y verticale diretto verso l’alto e un asse
T5
x, perpendicolare a y, disposto sulla superficie della terra, (4)
V
con origine nella posizione occupata inizialmente dal corpo A i
Il tempo totale è quindi dato da
A e passante per il punto in cui cade il corpo B (vedi figura). d x
La posizione iniziale del corpo B è data da:
(5)
'-¾
O o)
I I
(1) Per eliminare la radice la si isola a secondo membro dell’equazione e si eleva tutto al
quadrato
Procedendo come spiegato nell’esercizio 2 di questo capitolo, si ottiene che la legge oraria
del corpo B è data da =► I
T - - = (6)
VV
s gv S v S 9 ’
V= h - (2)
ordinando opportunamente i termini si ottiene
Il tempo impiegato per toccare terra si calcola facilmente dalla (2) ponendo y — 0
gh2 - 2 vs(gT + vs)h + T 2v2
sg = 0 . (7)
h- ^ g t= 0 => I= y /^ (3)
Le soluzioni della precedente equazione sono
Nel tempo impiegato dal corpo B per raggiungere terra il corpo A, che si muove in direzione
x con velocità uniforme V 0 = Vq u x deve coprire la distanza che lo separa dalla verticale hi,2 = ~ ( 9 T + ¾ ! ZgTvs)(8)
2.2 Soluzioni 35 36 Cinematica del punto materiale
e sostituendo i valori numerici si ottiene iniziale e massima decelerazione finale; (b) massima accelerazione iniziale, moto uniforme
e massima decelerazione finale. Come risulta evidente dalla figura, la stessa area viene
h\ — 99.6 m e h2 = 26732 m , (9) sottesa dal trapezio con una base maggiore più lunga della base del triangolo, il che signi
fica che con la soluzione (a) la macchina arriva prima. Scelta la soluzione (a), indichiamo
con T il tempo totale impiegato e con b la percentuale di tempo T in cui si è accelerato.
La soluzione corretta è hi, infatti fornisce
La velocità nella fase di accelerazione è data da:
S.2.7. B proseguirà con moto rettilineo uniforme. Le leggi orarie delle due macchine possono
All’istante iniziale le due macchine si trovano nella stessa posizione, la macchina A ha quindi essere espresse come:
velocità nulla e accelerazione aa , mentre la macchina B ha velocità % e accelerazione xA = vAt -
nulla. Negli istanti successivi si muoveranno rispettivamente di moto uniformemente xb = vBt + d ^
accelerato e di moto rettilineo uniforme, con le seguenti leggi orarie dove, per chiarezza, si è preferito evidenziare il segno dell’accelerazione a prendendone il
modulo. L’urto tra le due macchine avviene quando x A = %b e quindi
xA = 2 s
XB - VB t (1)
vAt - ^\a\t2 = vBt + d, (2)
Se si rappresentano le due leggi orarie nello stesso grafico, si può osservare come tra le
due curve esista una seconda intersezione, oltre all’origine, corrispondente all’istante in che, una volta ordinata, diventa
cui la macchina A raggiunge la macchina B .
^\a\t2 + (vB - vA)t + d = 0 .
Una delle due soluzioni dell’equazione precedente fornisce l’istante di tempo in cui le due
macchine si urteranno. Affinché ciò non avvenga l’equazione non deve avere soluzioni reali
e quindi il suo A deve essere negativo
da cui si ottiene la minima distanza a cui la macchina A deve iniziare a frenare se vuole
e dalla legge oraria della macchina B si determina che la posizione in cui questa viene evitare l’impatto con la macchina B
raggiunta dalla macchina A è pari a
(v b ~ v a )2
d> 34.7 m . (5)
2|a|
x — Vst — 309 m . (4)
S.2.9.
Osservazione: (i) Nota l’accelerazione di un punto materiale è possibile ricavarne la legge oraria mediante
È utile osservare che l’istante in cui le due macchine si ri integrazione. Infatti,
congiungono non corrisponde all’istante in cui le due mac
M t) rt
chine raggiungono la stessa velocità. Come si può notare
/ dv = ao cos(a;t) dt =4> v(t) = — sin(a;t) (1)
dal grafico delle due velocità in funzione del tempo, le due Jo Jo UJ
macchine raggiungono la stessa velocità in un tempo che è
pari alla metà del tempo necessario per ricongiungersi. Se in cui si è imposta la condizioni iniziale v(t = 0) = 0. Per ottenere la legge oraria è
inoltre si rappresenta, in un altro grafico, la distanza tra necessario procedere ad un’ulteriore integrazione
le due macchine A x = Xb — in funzione del tempo, si r x(t)
ottiene una parabola che evidenzia come nell’istante in cui /r ri = —
dx a° /f sin(o;t)
* ( +\ dt
ri+ x(t) = - ^ [ c a s M ) - 1] (2)
le due macchine hanno la stessa velocità sono anche alla Jo u Jo
massima distanza relativa.
in cui si è imposta la condizioni iniziale x(0) = 0. Dalla legge oraria (2) si vede la parti-
cella oscilla fra i punti X = O e x = 2ao/cj2.
(ii) Gli istanti temporali, to, in cui la particella ripassa dall’origine si determinano facil
S.2.8.
mente imponendo x = 0 nella (2):
All’istante iniziale t = 0 le due macchine hanno velocità va e Vb e si trovano a distanza
d. Si prenda un sistema di riferimento con origine nella posizione iniziale della macchina
cos(cjto) — 1 = 0 => uoto = 2m7r
^ 2m7r
A in modo che la macchina B si trovi inizialmente nella posizione x = d. Negli istanti (3)
UJ
successivi la macchina A si muoverà di moto uniformemente decelerato mentre la macchina dove m = 0, ±1, ± 2 , ...
2.2 Soluzioni 39 40 Cinematica del punto materiale
(iii) La velocità assunta dalla particella quando ripassa nell’origine si ottiene dalla (1) valore di A appena ottenuto, permette di ricavare
ponendo t = t0:
v(t0) = — Sin(CcJt0) — 0 (4) tp = acos-^j- = =f0.488 rad. (5)
C
cJ
Per determinare il segno della fase iniziale considero che la velocità iniziale ha segno positi
Osservazione: vo e quindi, dalla seconda equazione del sistema (2), deduco che sin Lp < 0 e di conseguenza
Se assumiamo un nuovo sistema di riferimento X , definito come segue
Lp = —0.488 rad. (6)
£toI\§
0
I
II
(5)
*
La velocità in funzione del tempo avrà quindi la seguente espressione
la legge oraria (2) si scrive nel modo seguente
v(t) = —Aujsin(ujt + tp) => v(t) = —2.13sin(67rt — 0.488), (7)
X (t) = COs(ujt) (6)
UJ1
Si osservi che nel nuovo sistema di riferimento si ha: che ha come modulo massimo il valore
_ 0.488+ tt/2 _
67vt — 0.488 = — t = ------ ------ — = 0.11 s, (9)
67r
S.2.10.
La legge oraria e la velocità di un corpo che si muove di moto armonico possono essere che corrisponde al primo passaggio del corpo per la posizione di equilibrio x = 0.
espresse dalle seguenti relazioni:
/
VA{t) rt y
passa per il punto di equilibrio (velocità massima). dy = - g J t dt => = h - -g t2 (3)
/
y B {t) rt I
S.2.12. dy = - g J (v0 - gt) dt => = v0t - 2 (4)
Le leggi orarie delle due particelle sono espresse dalle seguenti relazioni
L’urto tra le due biglie avviene quando
IJ1 = V t - I g t 2
(1) 1 -2 - 1 -2 - H
2/2 = v (t — Va = Vb h - -gt = V o t - -gt => t= —. (5)
Z Z Vq
dove il moto rappresentato dalla seconda equazione è ritardato rispetto a quello della (i) Inserendo l’espressione di t nella (3), è possibile trovare il valore di Vo per cui all’istante
prima di un intervallo di tempo T. dell’urto la prima biglia (e quindi anche la seconda) si trovi ad un’altezza pari ad h/2
Affinché si abbia l’urto tra le due particelle è necessario che allo stesso istante t si abbia
1 h
(6)
Vi( t)= y2( t) V t - ^gt - ^gT2 + gtT ,
V
= (2) VA h 29 vv 2o2 2 ’
da cui si ottiene
da cui si ottiene V 0 =Vgh- (7)
(ii) Se invece si vuole che le due biglie si urtino quando le loro velocità sono uguali ed
(3) opposte, è necessario scrivere
gh gh
Affinché l’urto avvenga quando le particelle sono ancora in volo, è necessario che il tempo vb (t)= - v A(t) V0 ---------- = — , (8)
V0 V0
t sia inferiore al tempo t\ impiegato dalla prima particella per toccare terra
da cui si ricava
2v V0 = y/2 (9)
Vi = 0 = Vt1 (4)
9
e quindi
2.2 Soluzioni 43 44 Cinematica del punto materiale
S.2.14. (ii) Per determinare la massima altezza raggiunta durante il salto possiamo osservare che
Si prenda un sistema di riferimento come in figura. Durante il salto, il motociclista è in tale situazione si ha inversione di moto in direzione verticale, quindi il componente
soggetto ad una accelerazione verticale costante a = — g u y . Le condizioni iniziali (t=0) verticale della velocità si annulla:
sono le seguenti: V0 sm a
x(0) =2/(0) =0 (1)
V y (tm ) = Vo sin a gtm = 0 => tm, (12)
vx(0) = V0 cos a Vy (O ) = V0 sin a (2) Sostituendo, quindi, il valore di tm nella (6) si ottiene
/
nvy {t)
Jvn sin a
dvy = - g
rt
J0
dt Vy(t) — v0sina — gì (4)
ziale. Quest’ultima può essere determinata dalle equazioni
del moto parabolico del martello dopo essere stato scaglia- d X
L&
to dall’atleta, conoscendo la gittata d e l’angolo di lancio a.
Determiniamo ora le equazioni parametriche del moto: Infatti, come ricavato nell’esercizio precedente, le equazioni parametriche del moto del
J
martello durante il lancio sono le seguenti:
Cx (J)
dx = Vqcos a I dt
f x(t) = V ot cosa (5) x = V o t cos a
y — v0tsin a — ^gt2 a)
r y (t) pt i
/ d y= (v0sina —gt)dt => y(t) = v0t sina — - gt2 (6) E’ possibile ricavare l’equazione della traiettoria eliminando il parametro t:
Jo Jo 2
(i) Per avere la certezza che il motociclista superi il fossato si deve imporre che quando y = x tan a —
gxJ2 (2)
x = d si abbia y > 0: 2v0 cos2 a
gd
> sin2a
(10) = y - = 23.07 rad/s .
Lj
(5)
v2
V0 = . = 10.64 m /s . (H) ac = -j- = UO2L = 665.51 m /s2 . (6)
sm 60° ' Jj
2.2 Soluzioni 45 46 Cinematica del punto materiale
S.2.16. che inserito nella seconda equazione delle leggi orarie (1) e (3) fornisce
(i) Il moto del pallone lanciato dal terzino è un moto parabolico, dove Tequazione della
traiettoria è data da (vedi esercizio precedente):
Vs(t) = l tana —
2vq cos2 a
(5)
y = x tan a —
2v$ cos2 a
a) gl2
yM(t) = h -
2vl cos2 a
Ponendo a = 45° e y = O quando x = d, si ottiene il va
Le due espressioni sono identiche, considerando anche l’equazione (2), e quindi si può
lore della velocità con cui deve essere lanciato il pallone
concludere che il sasso colpirà la mela qualunque sia la velocità iniziale con cui il sasso viene
affinchè questo raggiunga il centravanti:
scagliato. L’unica condizione che bisogna porre sulla velocità iniziale è che quest’ultima
sia sufficientemente grande da portare il sasso sulla verticale Xs = l prima che ys diventi
uguale a zero, e cioè che la gittata del lancio sia superiore alla distanza l. La gittata di
V0 — yfgd — 22.15 m /s .
un moto parabolico si ottiene semplicemente dall’equazione della traiettoria calcolando il
valore di x per cui la y torna ad essere pari a zero. Scartando la soluzione banale x = 0,
(ii) Per verificare che l’avversario non riesca ad intercettare il pallone si deve calcolare si ottiene:
l’altezza raggiunta dal pallone per x = L, inserendo questo valore nelTequazione della _ 2uosinacosa UQSÌn2a
~ (o)
traiettoria (1):
Xgittata
9 9
y= L- = 2.82 m . (3) e quindi
vO
gl gl( 1 + tan2 a) gl( 1 + h2/l2) g(l2 + h2)
Siccome, per x = L, y > h l’avversario non riuscirà ad intercettare il pallone. Xgittata >1 2
0 sin2a 2 tan a 2h/l 2h
(7)
tana = — . (2)
S.2.18.
La mela, cadendo dall’albero nello stesso istante in cui il bambino scaglia il sasso, segue In una virata circolare con raggio R nel piano orizzontale il pilota dell’aereo subisce un’ac
un moto rettilineo uniformemente accelerato con lo stesso istante iniziale to — 0: celerazione centripeta pari a
Xm = l a„ = — < 6 g , (1)
Vm = h - 2
Affinché il sasso colpisca la mela si deve verificare che nell’istante t in cui Xs = xm , anche da cui si ricava la seguente condizione per il raggio di curvatura
ys = yM , e quindi
Xs = vot cos a = l => t= (4)
V0 cos a
2.2 Soluzioni 47 48 Cinematica del punto materiale
Prima di inserire i valori numerici trasformiamo la velocità da km/h a m/s: La velocità alla fine del giro è quindi pari a
a i = OcRut , (10)
S.2.19.
Per esprimere la velocità e l’accelerazione vettoriali si prendano
mentre l’accelerazione alla fine del giro è data da:
i due versori, tangente e normale rispetto alla traiettoria, rap
presentati in figura. La velocità, in quanto derivata nel tempo af = aR ut + 47rai?un . (11)
dello spostamento, è sempre tangente alla traiettoria e quindi
avrà solo la componente parallela al versore tangente. La ve
locità tangenziale è legata alla velocità angolare u mediante la
relazione:
v — coR , S.2.20.
(i) L’ascissa curvilinea lungo la traiettoria è data dall’integrale nel tempo della velocità
dove la velocità angolare, essendo l’accelerazione angolare costante, si ricava come
tangenziale. L’arco di circonferenza percorso nell’intervallo di tempo indicato è pari alla
UJ(t) = OLÌ variazione dell’ascissa curvilinea e quindi al seguente integrale:
(2)
S.2.23.
S.2.22. Il dato di velocità del motoscafo fornito dal problema è relativo ad un sistema di riferi
(i) Per trovare l’equazione della traiettoria bisogna eliminare il tempo dalle equazioni mento che è in moto rispetto alla riva e cioè l’acqua del fiume. Per determinare quindi
parametriche del moto. In questo caso, un modo semplice per ottenere questo effetto è la velocità del motoscafo rispetto alla riva bisogna utilizzare il teorema delle velocità
quello di sommare i quadrati della due coordinate relative:
V0 = V t + V0/, (1)
X2 + y1 = 4 sin2ujt + 4 cos2 ujt = 4 m2 . (1)
Questa traiettoria corrisponde ad una circonferenza di raggio R = 2 m. dove v o e Vo' sono le velocità del corpo rispetto ai due sistemi di riferimento e è la
(ii) Le componenti della velocità possono essere ricavate derivanto le coordinare del corpo: velocità di trascinamento, cioè la velocità con cui il sistema O’ si muove rispetto al sistema
O. Nel nostro caso il sistema O è fisso a riva mentre il sistema O’ è solidale all’acqua che
scorre nel fiume. Di conseguenza la velocità di trascinamento è la velocità con cui scorre
l’acqua v c = v^, mentre la velocità del motoscafo rispetto all’acqua è pari alla velocità
nel sistema O’, vm = v q >. La velocità rispetto alla riva v r è quindi data da
Vr = Vc + Vm . (2)
2.2 Soluzioni 51 52 Cinematica del punto materiale
Essendo vc parallela al fiume, l’unica possibilità affinché vr sia ortogonale al fiume è che il corpo in esame avrebbe se rimanesse fermo rispetto all’osservatore mobile. Nel no
la direzione di vm sia tale da dare una componente parallela al fiume ma opposta alla stro caso, se il treno fosse fermo rispetto al ragazzo, avrebbe un’accelerazione assoluta
corrente esattamente pari all’accelerazione con cui il ragazzo corre sulla banchina e quindi
vm sini? = vc => $ = asin— = 23.6° . (3)
Vm
direno ^ireno + CLragazzo 5 (2)
Quindi, per procedere con direzione ortogonale al fiume, la rotta del motoscafo dovrà
essere controcorrente con un angolo pari a 90° + $ = 113.6° rispetto alla velocità della dove o!treno è l’accelerazione del treno rispetto al ragazzo che si vuole trovare. Esplicitando
corrente. la precedente equazione si ottiene
E’ importante osservare che attraversando il fiume
in questo modo si percorre la minima strada ma ciò
d riva d ir e n o ^treno d raga zzo — 2160 km/h = 0.17 m /s , (3)
non implica che si impieghi anche il minimo tem
Il moto del treno relativo al ragazzo è quindi un moto uniformemente accelerato dove lo
po. Infatti, la velocità assoluta con cui il motoscafo
spazio percorso è dato da
attraversa il fiume in direzione ortogonale è data
1
da s / +2
1treno1 (4)
2
vr = vm cosa? — 45.8 km/h (4)
e quindi il tempo necessario affinché il treno guadagni d = 50 m rispetto al ragazzo è pari
ed il tempo impiegato è pari a a
2d
t= — = 0.043 h = 157 s . (5) t 24.3 s . (5)
Vm COS V d ir en o
S.2.24.
Per determinare il tempo necessario affinchè la fidanzata scompaia dalla vista del ragazzo,
si deve calcolare il tempo necessario affinché tra i due si crei una distanza pari alla visibili
tà. E’ quindi importante determinare l’accelerazione del treno relativa al ragazzo. Siamo
infatti in presenza di due sistemi di riferimento, uno solidale alla stazione ed uno mobile
insieme al ragazzo. L’accelerazione assoluta del treno rispetto alla stazione è pari al dato
del problema atreno e può essere messa in relazione all’accelerazione del treno rispetto al
ragazzo mediante il teorema delle accelerazioni relative:
a o — a O' + a T 5 (1 )
dove a0 e a0/ sono rispettivamente le accelerazioni del treno nel sistema di riferimento
assoluto (stazione) e nel sistema di riferimento relativo (ragazzo), mentre a^ è l’accele
razione di trascinamento. L’accelerazione di trascinamento è l’accelerazione assoluta che
2.3 Esercizi di autovalutazione 53 54 Cinematica del punto materiale
AV .2.9.
tz
x(t) =C i - , Un punto materiale si muove nel piano xy e descrive una traiettoria con legge oraria
x(t) = t2 — At, y(t) = t2 — 3t + 1 (in unità del S.I.).
(i) Si calcolino le leggi orarie per le componenti cartesiane della velocità e dell’accelera
< y(t)= c
zione;
4 t) _ j v p s (U) Si calcoli in funzione del tempo il modulo della velocità e dell’accelerazione;
(in) Si calcolino in funzione del tempo le componenti dell’accelerazione tangente e nor
male alla traiettoria.
con C1 e c2 costanti. Si determinino:
(a) il modulo della velocità v(t) = |v(t)|; AV.2.10.
(b) il modulo dell’accelerazione a(t) = |a(t)|; Da un punto posto ad altezza h rispetto al suolo viene lanciato un sasso con velocità di
(c) assumendo che la velocità scalare vs(t) = s(t) sia uguale al modulo della velocità modulo ed angolo di tiro a rispetto all’orizzontale. Sapendo che a = 7r/6, = 4 m /s e
vettoriale v(t), si determini la componente normale dell’accelerazione. h = 10 m, si determini il tempo di volo tf e l’angolo di impatto /3 quando il sasso colpisce
il suolo.
AV.2.4. AV.2.11.
Si consideri un oggetto puntiforme che si muova secondo le equazioni riportate nel prece
Un disco inizialmente in quiete viene fatto ruotare con accelerazione angolare costante
dente esercizio. a = 5 rad/s2. Dopo un tempo A t1 = 45 s l’accelerazione angolare cessa e il disco ruota
Assumendo C1 = 2 m /s3, C2 = 1 m/s, t0 = 2 s, si determinino all’istante t = t0: con velocità angolare costante per un intervallo di tempo A t2 = 25 s. Infine il disco
(a) la velocità vettoriale v(to) ; decelera per un tempo A t3 = 40 s fino a fermarsi. Si determini:
(b) la componente tangente dell’accelerazione at(to), assumendo che la velocità scalare
( i ) Gli angoli ^1, O2 , e O3 di cui è ruotato il disco nei tre intervalli di tempo A t1, A t2 e
vs(t) = s(t) sia uguale al modulo della velocità vettoriale v(t)\
A t3;
(c) l’ascissa curvilinea s(to), assumendo che s(0) = 0. (U) La decelerazione angolare a' durante la fase di frenata;
2.3 Esercizi di autovalutazione 55 56 Cinematica del punto materiale
(Hi) Quanti giri completi n compie il disco complessivamente; 2.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi
(iv) La velocità angolare media ujm.
SA . 2 . 1 .
AV.2.12. (a) vs{t) = cit + 2c2t + c3.
2 3
Un giocatore di baseball colpisce una palla ad un’altezza h = 1 m e la scaglia con velocità
iniziale Vq — 36 km/h ad un angolo a = 30° rispetto all’orizzontale. Si determini a quale (3cii2 + 2c2^ + C3)2
(b) at(t) = 6cit + 2c2; an(t) =
distanza lungo l’orizzontale la palla tocca terra. R
AV.2.13. (c) «1/2 = J [1 ± Vi] = I [1 ± V tIl] risultato non dipende dalla quantità
Un punto materiale si muove di moto armonico con ampiezza A — 20 cm e pulsazione
uj = 7r rad/s. Si determinino:
(i) il periodo del moto; SA.2.2.
(H) il modulo della massima velocità raggiunta; (a) s(t) = ^Cxt2.
(in) il modulo dell’accelerazione nel punto di massima velocità;
(iv) il modulo della massima accelerazione raggiunta. (b) at= C1.
2s
(c) )p
(s = - = . Se a —C
>1, p —
» oo, il che comporta una traiettoria rettiline
AV.2.14. V /C1 -
a2 1
Un automobilista percorre un tratto di strada rettilineo nel seguente modo:
(1) accelerazione costante ai = 2 m /s2 per di = 100 m con partenza da fermo;
(Z) velocità costante per ^ = 20 s;
SA.2.3.
(S) decelerazione costante a3 = —1 m /s2 fino a fermarsi.
v(t) = Cit2 + c2.
Si determinino:
(%) la distanza percorsa complessivamente;
(b) a(t) = + 2cic2.
(ii) la velocità media.
^cy) a„ = V 2C1C2.
(b ) at(t0) = 8 g ) .
SA.2.5.
i? = 9 m.
SA.2.6.
[A] = [L] (m); [B] = [T ]-1 (s” 1); [C] = [^ [T ]"1 K 1).
SA .2. 7. SA .2.13.
V2 = 6 km/h. (i) T = — = 2 s;
4ui - 3vm UJ
SA.2.9. SA .2.14.
(i) vx(t) = 2t -4, « y(t) = 2f - 3; a^f) = 2, ay(t) = 2; (i) dtot = 700 m;
(ii) v(t)= y/(2t - 4)2 + (2f - 3)2 = V 8f2 - 28t + 25, a(f) = V22 + 22 ~ 2.83; (ii) VmecIia "7 14 m/s.
^tot
(ni) a|| = a •v/v = (axvx + ayvy)/v = (8 — 14 a^_ = ^Ja2 a| =
SA .2.10.
tf = (I /g) osin
V
^ a + \/vosin2 a +2
j~ 1.65 s; tan/3 = («osino: —
h
g ~
-4.08, /3 - -76°.
SA .2.11.
(i) 9\ = (l/2 )oA t 2 ~ 5062 rad, O2 = OtAtiAt2 ~ 5625 rad, = (l/2 )oA tiA t 3 ~
4500 rad ;
SA .2.12.
La distanza orizzontale a cui la palla tocca terra è = 10.38 m.
60 Dinamica del punto materiale
P.3.5.
Un corpo di massa m = 2 kg è posto in rotazione con velocità
iniziale Vo = 10 m /s su un piano orizzontale liscio mediante una
fune inestensibile di lunghezza L = 4 m vincolata ad un punto
fisso O. Si determini la frequenza di rotazione e la tensione della
Capitolo 3 fune.
P.3.6.
In una giostra, un seggiolino di massa m — 5 kg è collegato mediante una fune ideale
Dinamica del punto materiale lunga L = 5 m alla cima di un palo, posto in rotazione con velocità angolare uniforme
uj = 1.5 rad/s; durante il moto, l’angolo tra la fune ed il palo si mantiene costante. Si
determini la distanza dal palo a cui si trova il seggiolino e la tensione nella fune.
P.3.11. P.3.16.
La macchina di Atwood è composta da due corpi, di masse mi ed Dato il sistema rappresentato in figura, completamente privo di
ra2, sospesi verticalmente ad una puleggia liscia e di massa trascu attriti, ed in moto sotto l’azione della forza costante F applicata
rabile. Si calcolino l’accelerazione del sistema, la tensione nella fune alla massa M, si determini il valore di F affinché le masse M l ed
e la tensione nel gancio che tiene appesa la puleggia. M2 rimangano ferme rispetto alla massa M.
□ P.3.17.
YYll
P.3.12. □ Un corpo di massa m si muove lungo l’asse x con legge x(t) = Acos(ujt + (p). Si determini
Yn2 l’espressione della forza agente sul corpo.
Un corpo di massa mi = 1 kg è posto su di un piano orizzon
tale liscio. Il corpo è collegato mediante una fune ideale ed
una carrucola liscia ad un secondo corpo di massa m2 = 50 g Yn1 P.3.18. K1
libero di scorrere in verticale. Si determinino: Si calcoli il periodo di oscillazione di un corpo di massa
□ i a) KQQQQa QQQQ/I m
(i) la forza che bisogna applicare alla massa mi per mante m collegato a due molle, di costanti elastiche Aq e fc2,
nere il sistema in equilibrio; poste in serie (a) ed in parallelo (b). Si consideri il piano k,
(ii) la variazione nella tensione della fune quando il sistema □ liscio e la massa delle molle trascurabile. b ) KOOOO/I m kOOOQj
è lasciato libero di scorrere.
P.3.19.
Un bambino vuole potenziare la sua pistola a molla con una seconda molla di uguale
P.3.13. costante elastica k = 200 N/m. Se il bambino riesce a caricare la pistola con una forza
Una massa mi è posta su un piano orizzontale scabro con massima pari a F = 10 N, si discuta quale configurazione delle molle, in serie o in paral
coefficiente di attrito statico /is e coefficiente di attrito di lelo, fornisce la massima velocità del proiettile, di massa m — 50 g, in uscita dalla pistola.
namico fxd. Una seconda massa m2 è collegata alla prima
mediante una fune ideale ed è libera di muoversi in verticale p.3.20.
mediante una carrucola liscia. Alla massa mi è inoltre appli Una massa M — 2 kg è libera di oscillare in verticale appesa ad una molla di costante
cata una forza costante F con direzione formante un angolo elastica k = 10 N/m. Si determini il periodo delle oscillazioni neH’intorno del punto di
fi con l’orizzontale. equilibrio.
(i) Si discuta per quali valori di |F| il sistema si sposta vin
cendo l’attrito statico.
P.3.21.
(ii) Si determini l’accelerazione a con cui il sistema si muove
Un orologiaio deve aggiustare un orologio a pendolo che accumula un ritardo di 1 minuto
nelle condizioni discusse nel punto (i).
ogni ora. Sapendo che il pendolo è costituito da una massa m appesa ad un filo di lun
ghezza L, si discuta quali aggiustamenti è necessario apportare per risolvere il problema
P.3.14. in condizioni di piccole oscillazioni.
Due masse mi = 5 kg ed m2 = 10 kg sono collegate come in
figura. Il piano, inclinato di a = 30°, è scabro con coefficienti P.3.22.
di attrito statico /is = 0.5 e dinamico fid = 0.3. Determinare Un blocco di massa mn — 2 kg è posto su un piano orizzontale scabro. Una forza avente
se le due masse, inizialmente in quiete, si muovono ed in caso direzione orizzontale e modulo costante F = 20 N agisce sul blocco, inizialmente fermo,
affermativo con che accelerazione. dall’istante iniziale A0 - O all’istante t\ = 10 s. Cessata l’azione della forza, il blocco
rallenta fermandosi all’istante = 25 s. Si calcoli il coefficiente di attrito dinamico jjid
P.3.15. fra il blocco ed il piano.
Due corpi di masse mi ed m2, collegate mediante una
fune ideale, sono in moto con accelerazione a. La mas P.3.23.
sa mi si trova su un piano orizzontale scabro con coef In una giostra chiamata Centrifuga’ , delle persone possono restare sollevate dal pavimen
ficiente d’attrito dinamico fj,d = 0.5, mentre la mas to rimanendo a contatto con la parete laterale interna di un cilindro posto in rotazione
sa m2 = 2mi si trova su un piano liscio inclinato di con un’opportuna velocità angolare. Se il cilindro ha raggio R ed il coefficiente di attrito
a = 30° rispetto all’orizzontale. Si determini il valore statico tra i vestiti delle persone e la parete del cilindro è /is, si determini il massimo
dell’accelerazione a con cui si muove il sistema. valore del periodo di rotazione affinché le persone non scivolino a terra.
3.2 Soluzioni 63 64 Dinamica del punto materiale
3.2 Soluzioni in equilibrio è quindi necessaria una forza di attrito statico sempre maggiore. Il modulo
della forza di attrito statico è però limitato, infatti
S.3.1.
Per il secondo principio della dinamica: Fs < fisN , (3)
ÓjY (ii) Se a = 2ao il corpo sul piano inclinato non è più in condizioni
— = (6f - 6)ux - 12f2uy + 3uz (3) di equilibrio e la massa comincia a scivolare lungo il piano. Le
forze applicate alla massa m sono quelle rappresentate in figura,
dove al posto della forza di attrito statico Fs ora abbiamo la forza
d?r di attrito dinamico F^. Per il secondo principio della dinamica
= 6ux - 24fuy , (4)
dt2 applicato alla massa m possiamo scrivere:
ma = mg + N + Fd (1)
S.3.4.
Introduciamo un sistema di riferimento cartesiano or Le forze che agiscono sul corpo di massa m sono riportate in figura, dove N è il componente
togonale in cui l’asse x è parallelo al piano inclinato e della reazione vincolare perpendicolare al piano ed Fd la forza di attrito dinamico agente
diretto verso l’alto, e l’asse y , perpendicolare a x è diretto come mostrato in figura. Pro sul corpo. Affinché il corpo si muova di moto rettilineo uniforme è necessario che la
iettando la legge di moto (1) lungo gli assi x ed y si ottengono le seguenti due equazioni risultante di tutte le forze sia nulla. Se si proietta il sistema di forze in direzione orizzontale
scalari: e verticale e si impone l’equilibrio, si trova il seguente sistema:
ma — —mg sin d — Fd ma = —mg sin d — g dN
(2) N + F sin d = mg ^ N = mg — F sin rO
N — mg cos d = O N = mg cos d
( i)
Sostituendo la seconda nella prima si ottiene F cosi? = Fd = ^dN => F costì = fJd(mg — F sin
Quindi il moto risulta uniformemente accelerato (o, meglio, uniformemente decelerato, p = Vdmg
(2)
dato che l’accelerazione è negativa). Si ha quindi: cos d + Hd sin d ’
che rappresenta il modulo della forza necessario affinché il corpo si muova di moto rettilineo
v(t) = V0 + at (4) uniforme. Per determinare il valore di d per cui il modulo della forza da applicare sia
minimo, è necessario derivare rispetto a d l’espressione (2) e cercare i punti stazionari (o
ed il tempo t per cui la velocità si annulla sarà pari a a derivata nulla)1:
dF -fJLdm g (- sin d + fjd cos d) _
_______ Vo_______
O = Vq + at = 0.4 s . (5) dd (cos d + sin d)2
a g (sin d + (jd cos d)
La derivata è nulla quando è nullo il numeratore e quindi per il valore do tale per cui
All’istante t la massa è ferma e quindi le forze che agiscono su di essa sono quelle rap
presentate in figura, dove Fs è la forza di attrito statico. Impiegando ancora una volta il
sin $o = Vd cos $o => d0 = atan(fjd) . (4)
secondo principio della dinamica e proiettando l’equazione di moto in direzione x e y si
ottiene:
Osservazione:
I punti a derivata nulla (punti di stazionarietà) potrebbero a rigore coincidere con minimi o
con massimi della funzione F(d). Si rammenta che, in coincidenza dei minimi, la derivata
seconda della funzione
à2F = ^rn
dd2 cos$0(l + fij) ’
Affinché la massa rimanga ferma deve essere
deve risultare positiva. Valutando tale espressione in d = d0, si verifica che essa è sicura
a= 0 => mg sin d = Fs , (7) mente positiva, in quanto 0 < do < n/2 e quindi il coseno a denominatore dell’espressione
1Si osservi che il minimo andrà cercato nell’intervallo finito 0 < d < 7r/2; potrebbe accadere che il
ma la forza di attrito statico può avere al massimo il valore Fs = fjsN e quindi minimo coincida con uno degli estremi dell’intervallo, nel qual caso la condizione di stazionarietà non è
necessariamente soddisfatta. Si lascia al lettore il compito di verificare che, nel caso in esame, il minimo
mg sin d = Fs < fjsmg cos d . (8) coincide effettivamente con un punto di stazionarietà.
3.2 Soluzioni 67 68 Dinamica del punto materiale
è sempre maggiore di zero. Il valore di do trovato nella (4) corrisponde effettivamente ad Proiettando la (1) in direzione radiale si ottiene:
un minimo.
m — = T sin d T —m — mar L (3)
S.3.5. d dsind
L’unica forza agente sul corpo di massa m di interesse per il suo moto è la tensione del
la fune. Infatti, la forza peso e la reazione vincolare del piano liscio, dirette entrambe Utilizzando le (2) e (3) si ottiene la condizione
ortogonalmente al piano del foglio, si bilanciano lungo tutto il moto e quindi non danno
contributo. Non essendoci forze tangenziali possiamo concludere che l’accelerazione tan
genziale della massa è nulla e quindi che il modulo della sua velocità si conserva. Siamo cos^ = J r (4)
quindi in presenza di un moto circolare uniforme con velocità in modulo pari a v^. Per
La distanza del seggiolino dal palo è pari al raggio d della
trovare la frequenza di rotazione (giri al secondo) si può dividere la velocità con cui la
traiettoria circolare seguita:
massa ruota per la lunghezza di un giro:
d = LsirnJ = Ly/ 1 — cos2 d —
f = 7TT = 0.40 giri/s. (1)
(5)
V u r L2 - s 2
= 2.45 m .
Questo significa che la massa compie due giri ogni cinque secondi.
La tensione della fune si ricava mediante il secondo principio della dinamica F = ma. In Il valore della tensione si ricava invece dalla (2) ed è pari
un moto circolare uniforme l’unica componente dell’accelerazione è quella normale, pari a a
T = moj2L = 56.25 N. (6)
(2) Osservazione:
E’ interessante notare che non per tutti i valori di velocità angolare il seggiolino si al
si ottiene quindi lontana dal palo in rotazione. Infatti, affinché il valore di d sia reale e diverso da zero,
l’equazione (4) fornisce la seguente condizione:
T = m-j- = 50 N . (3)
L cos d = —— - <
OJ2L
1 OJ > \ — = 1.4 rad/s . (7)
Osservazione:
In un moto circolare uniforme la velocità si conserva solo in modulo, mentre la sua dire Per velocità angolari inferiori a questo valore il seggiolino gira su se stesso rimanendo a
zione varia continuamente dovendo essere in ogni istante tangente alla traiettoria. Val la contatto con il palo, per valori superiori invece il seggiolino si allontana dal palo fino a
pena ricordare che una forza applicata ad una massa comporta un’accelerazione che può raggiungere la situazione d = n / 2 per oj —» oo.
essere dovuta ad un variazione della velocità in modulo e/o in direzione.
S.3.7.
S.3.6. Si cominci considerando l’equilibrio tra le forze che agiscono in direzione verticale su ogni
Quando tutto il sistema ruota con velocità angolare oj uniforme, le forze applicate al macchina. Essendo il moto nel piano orizzontale (il piano della pista), la forza peso è
seggiolino sono solo la forza peso e la tensione della fune. L’equazione di moto è la bilanciata dalla reazione vincolare in ogni istante del moto
seguente:
ma = mg + T (1) N = mg. (1)
attrito statico è solo in direzione radiale ed è totalmente responsabile dell’accelerazione (ii) Determiniamo ora la forza di interazione fra i due blocchi. In figura sono mostrate
centripeta delle due macchine durante la curva: le forze agenti sul blocco di massa m2: la forza peso e la reazione vincolare del piano
d’appoggio, che si fanno equilibrio, e la forza di interazione fra i blocchi F int.
La legge di moto del blocco è la seguente: ^
^ = Fs , (2)
m2a = Fint (2)
dove la forza di attrito statico Fs può al massimo assumere il valore IfYl1
Sostituendo la (1) nella (2) si ottiene:
Fs < [JL8N = g smg (3) Vfl2 T 1Yn2g
Fin
t. — (3)
mi + m2
e quindi l’equazione (2) diventa
infatti, essendo il piano liscio, in orizzontale agisce solo la forza F. Ma — Fm —T2 T2 = Fm - M a = 2.77 x IO4 N (4)
3.2 Soluzioni 71 72 Dinamica del punto materiale
S.3.10. S.3.11.
La forza di attrito agisce solo sulla massa più in alto, questo comporta che la fune rimanga In figura sono mostrate le forze che agiscono sui due corpi: le
sempre tesa durante il moto e quindi che le due masse abbiano la stessa accelerazione di forze peso m ig e m2g; le forze esercitate dalla fune, T i e T 2.
caduta: ai = a2. Introduciamo un sistema di assi cartesiani ortogonali (x,y) in cui l’asse Dal momento che il filo è costantemente teso, le forze T i e T 2
x è parallelo al piano inclinato ed è diretto verso il basso, e l’asse y è perpendicolare al sono rivolte verso l’alto, come mostrato in figura. Le equazioni
piano inclinato, come mostrato in figura. Le forze che agiscono sul corpo 1 sono: la forza vettoriali di moto dei due corpi sono le seguenti:
peso mg; il componente verticale N 1 della reazione vincolare del piano; la forza d’attrito
dinamico F d, dove |Fd|= /zd|Ni|; la forza T i esercitata dalla fune sul corpo, diretta verso m iai = m ig + T i
il basso perchè il filo è sempre teso. L’equazione di moto del corpo 1 è la seguente: (i)
m2a2 = m2g + T 2
TTia1 = mg + N i + Fd + T 1 (1)
Introduciamo un asse y verticale, diretto verso l’alto. Si noti che il moto dei due corpi
In direzione y le forze si fanno equilibrio, quindi: avviene esclusivamente in direzione verticale. Proiettando le leggi di moto (1) lungo l’asse
y si ottiene:
N1 — mg cos a — O => Ar1 = mg cos a (2) miai — rriig F T1
T i — T 2 — Tiiy (3)
Le forze che agiscono sul corpo 2 sono: la forza peso mg; la reazione vincolare del piano
N 2, verticale perchè non c’è attrito fra il corpo 2 e il piano; la forza T 2 esercitata dalla Determiniamo ora il legame fra ax e a2. Se la massa m x si alza di un tratto A y nell’inter
fune sul corpo, diretta verso l’alto perchè il filo è sempre teso. L’equazione di moto del vallo di tempo A t, la massa m2 si abbassa della stessa quantità durante A t, dal momento
corpo 2 è la seguente: che il filo è inestensibile. Quindi le due masse hanno due velocità e due accelerazioni
ma2 = mg + N 2 + T 2 (4) uguali in modulo e direzione, ma di verso opposto:
Anche in questo caso, in direzione y le forze si fanno equilibrio, quindi:
ai = —a2 = aUy (4)
N2 — mg cos a = O => N2 = mg cos a (5)
Le equazioni di moto (2) diventano:
Proiettando la (4) lungo l’asse x si ottiene:
mia = —m\g + T
(5)
ma2 = mg sin a - T 2 (6) —m2a = —m2g F T
—Tuy, come mostrato in figura. Dal momento che la puleggia, di massa nulla, non si e quindi la variazione di tensione tra il caso dinamico e quello statico è pari a
sposta, le forze applicate si fanno equilibrio, quindi risulta
m2
_ _ Amim2
A T = ---------2— g = -0.023 N . (9)
mi +
Tg = TT = ------ — 9 (7)
m\ + m2
S.3.13.
S.3.12. Si consideri inizialmente in quali condizioni il
Introduciamo un sistema di assi cartesiani ortogonali sistema si trova in equilibrio. In figura sono
come in figura. Le forze applicate al corpo di massa evidenziate tutte le forze agenti sulle due mas
mi sono le seguenti: la forza peso m ig e la reazione se. In particolare, la forza Fs è la forza di at
vincolare N i, che si fanno equilibrio perchè mi non trito statico. Introduciamo un sistema di assi
si muove in direzione verticale; la forza esterna F e cartesiani ortogonali x, y, come in figura. Co
la forza esercitata dalla fune, T 1. Dal momento che me osservato negli esercizi precedenti, possia
inizialmente il corpo è fermo, anche le due forze F e mo scrivere:
T i si fanno equilibrio:
T i-F a) T 1 = -T u x T2 -
Le forze applicate al corpo di massa m2 sono la forza peso ra2g e la forza esercitata dalla Proiettando tutte le forze lungo gli assi x e y, ed imponendo l’equilibrio si ottiene, per la
fune, T 2, che inizialmente si fanno equilibrio, quindi: massa 1:
ai = uux a.2 = auy (5) da cui si ricava che il sistema rimane in equilibrio fintantoché
L’equazione di moto della massa mi, proiettata lungo l’asse x è la seguente:
P < g iorn i + m2)
mia = T (6) — cos tf -K fis sin tf
L’equazione di moto della massa m2, proiettata lungo l’asse y è la seguente: Affinché la forza F sia in grado di muovere il sistema è quindi necessario che
sola sostituzione della forza di attrito statico Fs con quella di attrito dinamico Fd. Appli Utilizzando le relazioni scritte si ottiene:
cando quindi il secondo principio della dinamica e sapendo che le due masse si muovono
con accelerazioni di ugual modulo (ai = aux, a2 = —auy) in quanto collegate da una Fs = (mi sin a - m2) g < O (4)
fune inestensibile, si trova
poiché, con i dati del problema, Fs < 0, la forza Fs è effettivamente diretta come mostrato
mia = F cos d - T — //<*(mi9 F sin#) in figura. Ricordando la relazione di Coulomb si ha:
Consideriamo la massa Tn1. In direzione y la forza peso e il componente verticale della L’equazione di moto della massa M 1 è data da:
reazione vincolare del piano d’appoggio si fanno equilibrio, quindi:
M 1Ci = T (4)
N1 = mig. (2)
Dalle (2)-(4) si ottiene:
Mo
F = 5—^(Mi + M2 + M ) (5)
La forza d’attrito dinamico Fd è quindi: Ad1
Fd = — g d m i 9 u x- (3 )
Osservazione:
Si consideri la forza F applicata alla massa M. Se Il moto di una massa soggetta alla sola forza elastica è quindi un moto armonico con
A
questa forza è effettivamente tale da mantenere tut M, T espressione
te le masse solidali, allora, detta aux l’accelerazione x = A cos (ut + ip) , (7)
impressa a tutto il sistema di masse, si ottiene: F
Fh 1N AT 2
M + -+ Q M 2 dove la pulsazione uj si ricava dalla (6) ed è uguale a
F
(2) M 2g
Ad1 H- M2 H- Ad
UJ = (8)
Si noti che l’accelerazione risulta costante.
Consideriamo ora il corpo di massa M2. Le forze applicate sono la forza peso e la forza I parametri del moto A e p si ricavano invece dalle condizioni iniziali del moto.
esercitata dal filo, che si fanno equilibrio, e la reazione vincolare del piano verticale. Si
ha:
T = M2g
(3)
M 2Cl = N 2
3.2 Soluzioni 79 80 Dinamica del punto materiale
S.3.18. k\k2
Come visto nell’esercizio precedente, una massa soggetta alla sola forza elastica si muove rk^ea — F_ , F m
(8)
di moto armonico con una pulsazione uj pari a
Il periodo di oscillazione per le due molle in serie è quindi dato da
UJ =
(i)
m(ki + k2)
T = 2tt (9)
kik2
Il periodo di oscillazione del moto è collegato alla pulsazione del moto dalla seguente re
lazione
b) Si consideri ora il caso delle due molle in
(2) parallelo. Inizialmente si consideri il sistema K F, F2 k2
r+ - W ? - in equilibrio. Si definiscano Zio e l2o le lun KOOOQa T m tAOOOO/l
ghezze a riposo delle due molle, mentre siano ■>
X
Nel problema in esame, però, le molle sono due e collegate in due modi diversi. Per Ieq e I^q le loro lunghezze quando il sistema si "^2 |(
trovare quindi il periodo di oscillazione è necessario trovare la costante elastica della trova in equilibrio. Le forze elastiche agen J eq 1eq
molla equivalente nei due casi e quindi applicare la relazione (2). 1I l2
ti sulla massa possono quindi essere espresse
a) Si considerino inizialmente le due molle in serie. come
Se si immagina di applicare alla massa m una for k i F 1 -F i k2 F 7 '? 2
za F diretta come in figura, la massa si sposterà KOOOO/WXXX?/^
Fi = - M C - ^ i o H
di una quantità AZ tale per cui la forza elastica di
richiamo bilanci perfettamente la forza F. Consi A AU F2 = M C - M u *
derando solo i moduli delle forze, si ottiene quindi
Essendo il sistema all’equilibrio si ha:
Lo spostamento complessivo Al della massa sarà però dato dalla somma degli allunga-
Si immagini, ora, di applicare una forza nota F = F u x alla massa m; questa si sposterà di
menti delle due molle e quindi
una quantità AZ tale per cui le forze elastiche di richiamo bilanceranno esattamente la forza
applicata, in modo da tornare nuovamente all’equilibrio. In questo caso, l’allungamento
Al — Ali + A l 2 • (4) della molla 1 sarà aumentato della quantità AZ, mentre l’allungamento della molla 2 sarà
diminuito della stessa quantità. Le forze elastiche applicate alla massa m avranno quindi
Essendo il sistema in equilibrio, le forza interne tra molle e massa sono tutte pari a la seguente espressione:
F i = —k\{lq — Zio + AZ)ux
F = F2 = F1. (5) F 2 = M C - J 20- A Z K (12)
S.3.19. Come ben noto in un moto armonico la velocità risulta massima quando l’ampiezza di
Inizialmente si consideri una molla di costante elastica equivalente keq indipendentemente oscillazione è nulla (x = 0) e in questo caso raggiunge un valore massimo pari a
da come il bambino decida di collegare le due molle. Per quanto si è visto nel problema
17, una massa soggetta alla sola forza elastica si muove di moto armonico con legge oraria . F IT F
data da
V m ax = A XUJ = — \ — = --------: . (8)
keq V TTl k eqTTl
x(t) — Acos(ujt + p ) , Oltre questo punto la molla cessa di spingere il proiettile in quanto passa dall’essere
a)
compressa all’essere allungata. Negli istanti successivi, la forza elastica avrebbe quindi
un effetto frenante sul proiettile se i due fossero vincolati; poiché, invece, il proiettile è
dove l’asse delle x, diretto come in figura, ha l’origine nel punto occupato dall’estremo semplicemente appoggiato alla molla, nel momento in cui questa comincia a rallentare il
libero della molla in configurazione non deformata e la pulsazione u è data da proiettile perde il contatto dalla molla e prosegue con la velocità massima acquisita fino
a quel punto, la cui espressione abbiamo ricavato nell’equazione precedente.
(2) Analizzando quindi l’espressione della velocità massima (8), si può osservare come questa
U ^ m dipenda in modo inversamente proporzionale dalla radice della costante elastica equiva
lente. Quindi la velocità massima del proiettile sarà tanto più elevata quanto minore sarà
la costante elastica equivalente.
Per determinare i parametri del moto A e p bisogna im Il bambino può decidere se collegare le due molle uguali in serie o in parallelo ottenendo
porre le condizioni iniziali. In questo caso la condizione così le seguenti costanti elastiche equivalenti
iniziale del moto corrisponde alla situazione di pistola IvQQQQJ»
carica appena prima di sparare e quindi proiettile in k
-Ax O ji se r ie __
quiete e massima compressione della molla compatibil eq ~ 2
mente con la forza del bambino. All’istante t = 0 il proiettile si troverà quindi in posizione (9)
£1p a r a l l e l o _
x — - A x con velocità nulla. Il valore Ax corrisponde alla massima compressione che il
bambino riesce ad imporre alla molla con una forza massima pari a F e quindi
La scelta migliore è quindi quella di collegarle in serie, in quanto la velocità massima avrà
A F un valore doppio rispetto al collegamento in parallelo.
Ax — -— . (3)
kea
L’espressione della velocità (4) diventa quindi Applicando il secondo principio della dinamica a questa situazione si ottiene
Sostituendo nella precedente equazione l’espressione dell’allungamento della molla (2) In condizioni di piccole oscillazioni sin d ~ d <C 1, quindi la precedente equazione diventa
nonché la condizione di equilibrio (3) si arriva all’equazione caratteristica per il moto
armonico: d2d
(5)
dt2
= (4)
che ha come soluzione la legge oraria che rappresenta l’equazione caratteristica di un moto armonico di equazione
dove
dove la pulsazione u è definita come
UJ = (7)
Il periodo di oscillazione si può infine ricavare dalla pulsazione come
2tt
T = (8)
uj
F - g dmg
s = Ld (3) ai = -------------- . a)
m
con d espresso in radianti. A questo punto l’equazione (1) può essere riscritta come Essendo l’accelerazione costante, la velocità all’istante t\ è pari a
Nel secondo intervallo di tempo la forza F cessa di esistere e quindi l’accelerazione è data dove a; è la velocità angolare con cui ruota il cilindro. La presenza di una reazione vinco
da lare della parete sulle persone dà anche luogo ad una forza di attrito statico Fs tangente
alla parete che si oppone alla forza peso, mantenendo le persone sollevate dal pavimento:
«2 = -MdS (3)
mg = Fs < fisN — (iJriuj2R . (2)
e quindi la velocità al tempo t2(nulla per quanto detto dal testo del problema) ha l’e
spressione
Esplicitando l’equazione rispetto alla velocità angolare uj, si
F ottiene
V2 = vi + - fi) —h ~ Hdg= o ; (4)
N = TTlUJ2 R , (1)
3.3 Esercizi di autovalutazione 87 88 Dinamica del punto materiale
AV.3.10. (i) Si esprima la legge oraria che rappresenta il moto della massa durante l’interazione
Due masse mi = 0.2 kg ed ra2 = 0.18 kg sono appoggiate su con la molla;
due piani inclinati e collegate da una fune insensibile e di massa (ii) Si determini il tempo impiegato dalla molla per fermare la massa;
trascurabile, come mostrato in figura. Sapendo che le inclinazioni (ni) Si determini inoltre la massima compressione della molla.
dei due piani sono a = 30° e /3 = 60°, trascurando ogni attrito si
calcoli Taccelerazione a di moto dei due corpi e la tensione T della
fune.
AV.3.11.
Un corpo di massa m = 5 kg è poggiata su un piano ad inclinazione
variabile ed è fissato ad una molla di costante elastica k = 10 N/m.
Tra piano e corpo vi è attrito (coefficiente di attrito statico fis = 0.4;
coefficiente di attrito dinamico ^d = 0.1). A partire da inclinazione
nulla (con molla a riposo) si aumenta molto lentamente Tinclinazio-
ne del piano, arrestandola non appena il corpo comincia a scivolare,
in corrispondenza dell’angolo di inclinazione 6.
(%) Si calcoli il valore dell’angolo 6 cui il corpo comincia a scivolare.
(ii) Si determini lo spostamento 5 del corpo lungo il piano in
clinato, a partire dalla posizione iniziale, prima che esso si fermi
nuovamente.
AV.3.12.
In un pendolo conico una massa, m = 2 kg, legata ad una fune
ideale di lunghezza L = 0.5 m ed ancorata ad un punto fisso all’al
tra estremità, viene posta in rotazione rispetto all’asse verticale. Si
determini:
(i) la velocità angolare u con cui la massa deve ruotare affinché la
fune individui un angolo 9 = 45° con la verticale;
(ii) se la fune si spezzi nelle condizioni del punto precedente,
sapendo che la fune ha una tensione di rottura Tr = 30 N.
AV.3.13.
Un’automobile di massa m = 5 kg si muove di moto circolare sotto l’effetto di una forza
tangenziale pari a Ft = (312 + 5£ + 2) N. Sapendo che l’automobile è inizialmente ferma,
si determinino:
(i) la sua velocità al tempo t = 5 s;
(ii) il minimo coefficiente di attrito statico affinché, nell’istante del punto precedente,
l’automobile rimanga sulla traiettoria circolare di raggio R = 300 m.
AV.3.14.
Una massa m — 13 kg si muove su un piano liscio con velocità uniforme v0 = 5 m/s. Una
molla, posizionata sullo stesso piano con costante elastica k = 100 N/m e lunghezza a
riposo L0 = 2 m, è in grado di fermare completamente la massa prima di respingerla in
direzione opposta.
3.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi 91 92 Dinamica del punto materiale
, - M cSin/?
mp eqn m
SA.3.8.
(c) a = p -------- 3 ; Hd sin (0.01) ~ 0.01.
IvJ-Q I TTbp
(i) ti = V 0 /a ~ 2.218 s, con a = g(sina + /i^cosa);
SA . 3 . 3 .
cos 9 = ——— —y 0 — 35,2°.
U2L SA .3.10.
a = (m2 sin/3 —mi sin a ) /( m i + m2) — 1.44 m /s2; T = mim 2g(sina + s in /? )/(m i+ m 2) —
1.27 N
SA .3.4.
7 _ #cos(a)
2 • 2/ \*
0¾ sin (a) SA .3.11.
(i) 9 = atan(/is) ~ 21.8°;
SA .3.12.
SA.3.6. (%) a; = 5.26 rad/s;
/a/ F = m(32(xux + 2/¾ );
/w) la fune non si spezza in quanto T = mu2L = 27.75 N < Tr.
(b) L(O) = —2mf3Xoyoiiz-,
(c) Il momento della forza rispetto a O è nullo (SPt(o) = 0) quindi L(0) è costante.
SA .3.13.
(i) v(5s) = 39.5 m/s;
SA .3.14.
(%) Ponendo l’origine dell’asse nel punto di contatto della massa con la molla, la legge
oraria è x = Asin(u;£), dove u = yjk/m\ ;
P.4.5.
Una locomotiva, che sviluppa una potenza costante V = 1.5 MW, accelera un treno da
Capitolo 4 una velocità iniziale v$ = 10 m /s ad una velocità finale Vf = 25 m /s in un intervallo di
tempo A t = 6 min. Trascurando ogni forma di attrito, si calcoli la massa del treno.
P.4.6.
Lavoro ed energia Un punto materiale di massa nn si muove di moto rettilineo lungo un asse X1sotto l’azione
di una forza con potenza costante V . Sapendo che all’istante t = 0 il punto materiale
parte da fermo dalla posizione x = 0, si determini la sua legge oraria x = x(t).
4.1 Problemi
P.4.7.
P.4.1. Un corpo di massa m viene lanciato con velocità iniziale Vo
Una particella è sottoposta ad una forza F = axyux — lungo un piano inclinato scabro, con coefficiente di attrito
ax2uy, dove a= 60 N /m 2 e ux, uy sono i versori degli assi dinamico /Ld1partendo dal bordo inferiore del piano. Sapendo
x e y. che l’angolo di inclinazione del piano è a, si calcoli la massima
(i) Si calcoli il lavoro compiuto dalla forza F quando la altezza raggiunta dal corpo e il corrispondente lavoro della
particella si sposta dall’origine O al punto P di coordinate forza d’attrito.
Xp = £, yp = £ (£ = 0.1 m) lungo le due traiettorie OAP,
OBP dove A=(^5O) e B=(0,£).
(ii) Sulla base dei risultati ottenuti è possibile stabilire se P.4.8.
il campo di forze assegnato è conservativo ? Un corpo puntiforme viene lasciato scivolare da fermo dalla
sommità di una superficie cilindrica liscia di raggio R. Si
calcoli l’angolo a in corrispondenza del quale il corpo si
P.4.2.
stacca dal cilindro.
Un blocco di massa M = 30 kg viene trascinato me
diante una fune su un piano orizzontale scabro, per
un tratto d = 10 m. Alla fune, che forma un angolo
P.4.9.
a = 40° con l’orizzontale, è applicata una forza co
Un corpo puntiforme parte da fermo da un punto P
stante F di modulo F = 5 N. Sapendo che il blocco si
e scivola lungo una guida liscia che forma un anello
muove con velocità costante si determinino:
di raggio R1 come mostrato in figura. Si determini
(i) il lavoro compiuto sul blocco dalla forza d’attrito;
la minima quota h del punto di partenza P affinchè
(ii) il coefficiente di attrito dinamico fra blocco e
il corpo possa percorrere l’anello rimanendo sempre
piano.
a contatto con la guida.
P.4.3.
Una forza agente su un corpo puntiforme di massa m, ne causa il moto descritto dalle P.4.10.
seguenti equazioni parametriche: x(t) = Cit3,y(t) = C^t21z(t) = Cst1 dove ci, C2 e Cs sono Una guida ABC è costituita da un arco di circonferen
delle costanti. Si determini la potenza sviluppata dalla suddetta forza applicata. za AB di raggio R = 3 m e da un tratto rettilineo BC.
Il tratto curvilineo è liscio, mentre il tratto rettilineo
P.4.4. presenta attrito, con coefficiente di attrito dinamico
Un’automobile di massa m, percorre con moto uniforme una strada in salita inclinata di fid = 0.3. Un corpo viene lasciato scivolare da fer
un angolo 9 rispetto all’orizzontale. Supponendo che il modulo della forza di attrito F a mo dal punto A. Si determini la distanza percorsa dal [id
dipenda dal modulo della velocità v dell’automobile secondo la relazione Fa = (a + bv), corpo sul tratto rettilineo prima di fermarsi.
4.1 Problemi 97 98 Lavoro ed energia
P.4.20.
Un corpo di massa m = 0.1 kg, vincolato a due molle uguali
di costante elastica k = IO3 N/m, è inizialmente in quiete
appoggiato ad un piano orizzontale liscio. In tale condizione
le molle non sono deformate. Si applica al corpo una forza
F, di modulo F = 10.2 N, costante e parallela alla direzio
ne delle molle. Si calcoli la velocità del corpo nell’istante
in cui raggiunge una distanza £ = 1 cm dalla posizione di
equilibrio.
P.4.21.
Un corpo si trova in una regione di spazio in cui è sottoposto a una forza del tipo:
P.4.22.
Un corpo puntiforme di massa m = 0.1 kg si muove su un piano orizzontale liscio attorno
ad un punto fisso O a cui è collegato tramite una molla ideale di massa trascurabile, di
lunghezza a riposo nulla e di costante elastica k = 40 N/m. La minima distanza da O
raggiunta dal corpo è q = 0.3 m, la massima è r2 = 0.6 m. Si calcolino le velocità del
corpo in corrispondenza della distanza minima e massima da O.
4.2 Soluzioni 101 102 Lavoro ed energia
4.2 Soluzioni F a - Dal momento che il blocco si muove di moto rettilineo uniforme il risultante delle
forze applicate è nullo. La condizione di equilibrio in direzione x si scrive come segue:
S.4.1.
y F c o s a -F A = O => FA = - F c o s a u x (1)
Il lavoro compiuto da una forza F su un percorso 7 , dalla
posizione iniziale O alla posizione finale P è dato da: dove: Fa — |Fa |e F = |F|. Possiamo subito calcolare il lavoro compiuto sul blocco dalla
forza d’attrito costante in corrispondenza dello spostamento orizzontale d:
C= [ F dr (1) pd pd
C = I F a - dr = —F c o s a / dx = - F d cosa = —38.3 J (2)
Jo Jo
dove dr è lo spostamento infinitesimo lungo 7 . Espri
mendo lo spostamento infinitesimo in coordinate carte Calcoliamo ora il coefficiente di attrito dinamico fra
siane: blocco e piano d’appoggio, ricordando che Fa = /UV,
dove N — |N|. La reazione vincolare, N, si calco
dr = dxux + dyUy + dzuz (2) la imponendo la condizione di equilibrio in direzione
verticale:
e ricordando che il prodotto scalare di un versore per se stesso è pari a 1, mentre il F sin a + N —M g = 0 => N = (M g —F sin a )u y
prodotto scalare tra versori ortogonali è nullo, si ottiene (3)
Usando le relazioni (1) e (3) si ottiene:
C= / (Fxux+ FyUy-\-Fzuz) (dxux +dy uy+ dzuz) = / (Fxd x+ F yd y+ F zdz) (3) Fa = h (M g — F sin a) = F eos a (4)
«/ 7, O —ì P J ~ / , 0 —> P
La (5) fornisce quindi il lavoro compiuto da F sul percorso totale 7^ Nel caso del percorso S.4.3.
OBP (72) si ha: lungo il tratto OB dx = 0, Fy = —ax2 = 0, quindi il lavoro è nullo; lungo La potenza associata ad una forza F applicata ad un corpo è data da:
il tratto BP Fx = aix, dy = 0 quindi: SC F •dr
V = = F v (1)
dt dt
C2 = ai [ x dx = ai3/2 = 0.03 J (6) avendo indicato con 5C il lavoro infinitesimo compiuto da F nell’intervallo di tempo dt,
Jo dr il corrispondente spostamento e v la velocità del corpo. Dalle equazioni parametriche
La (6) fornisce quindi il lavoro compiuto da F sul percorso totale 72. Dal momento che del moto possiamo calcolare la velocità, l’accelerazione e quindi la forza agente sul corpo.
il lavoro dipende dal percorso possiamo concludere che il campo di forze assegnato non è Le componenti cartesiane ortogonali della velocità sono date da:
conservativo. dx ^ 9
vx = — = 3cit
dt
S.4.2. vy (2)
La forza F applicata alla fune viene trasmessa inalterata al blocco, che risulta quindi
sottoposto all5azione di quattro forze: la forza F diretta come la fune; la forza peso M g;
dz
il componente normale della reazione vincolare del piano d’appoggio, N; la forza d’attrito
~dt= c *
4.2 Soluzioni 103 104 Lavoro ed energia
Ec(t) = V i (3)
S.4.4. si è utilizzato il fatto che per t = 0 la velocità della particella, e quindi la sua energia
Le forze che agiscono sull’automobile sono le seguenti: cinetica, è nulla. Dalla (3) possiamo ottenere la velocità della particella:
forza peso mg; la forza dovuta al motore, F m, paral
lela alla strada e diretta verso l’alto; la forza d’attri v(t) = (4)
to, F a , parallela alla strada e diretta verso il basso; il
componente normale della reazione vincolare, N. Dal
La legge oraria si calcola facilmente ricordando che, nel caso in esame, si ha: v(t) = dx/dt.
momento che la macchina si muove di moto uniforme
Quindi:
il risultante delle forze applicate deve essere uguale a
zero. La condizione di equilibrio lungo l’asse x, diretto come la strada, si scrive come dx = (5)
segue: l
Frn — mg sinO — Fa = O => F m = (mg sin# + a + òu)ux (1) Si è utilizzato il fatto che per t = 0 la particella si trova in x = 0.
La potenza erogata dal motore si calcola facilmente:
S.4.5. avendo indicato con Cc il lavoro delle forze conservative applicate al corpo e con Cnc il
Per il teorema dell’energia cinetica il lavoro di tutte le forze applicate ad una massa è pari lavoro delle forze non conservative. Nel caso in esame si ha:
alla sua variazione di energia cinetica:
A Ec= E c,f - Ecfi = F m v l (2)
C = A Ec = Ecj — ECìo ~ — v0) , (1)
dal momento che, quando il corpo raggiunge la quota massima sul piano inclinato, la sua
velocità, e quindi la sua energia cinetica, sono uguali a zero.
avendo indicato con ECi0 = M v0/2 l’energia cinetica iniziale e con Ecj = M v j/2 l’energia
Le forze applicate al corpo sono: la forza peso mg, conservativa; il componente nor
cinetica finale. Utilizzando la definizione di potenza e ricordando che nel caso in esame
male della reazione vincolare del piano d’appoggio, N, che non compie lavoro perchè
quest’ultima è costante, si ottiene:
perpendicolare allo spostamento; la forza d’attrito, F a , non conservativa. Si ha quindi:
rAt 1 2V At
C= Vdt = V A t = - M (v j - V 2
0) ^ M = -A----- - = 2 x IO6 kg (2)
Jo 2 V f-V 0 Cc £peso A Ep Epio EpiP Tfigii (3)
4.2 Soluzioni 105 106 Lavoro ed energia
avendo indicato con h la quota massima raggiunta dal corpo sul piano inclinato. Nella S.4.8.
(3) si è implicitamente assunto che l’energia potenziale associata alla forza peso sia nulla Le forze agenti sul punto materiale sono la forza peso, mg, e la reazione vincolare di
alla base del piano inclinato. La forza d’attrito è data da: appoggio, N, radiale perchè la superficie cilindrica è liscia, uscente dalla superfìcie stessa.
La legge di moto si scrive quindi come segue:
F a = -Md|N|ux (4) ma = m g + N (1)
avendo introdotto un asse x nella direzione del piano inclinato, come mostrato in figura. dove, fintantoché il punto materiale segue la traiettoria circolare, l’accelerazione a è cen
La reazione vincolare N si calcola facilmente imponendo la condizione di equilibrio in tripeta e pari a
direzione y perpendicolare al piano inclinato:
(2)
a = ~ R Ur
v2
—m — = —mg cos a + N => JN : m c(gos a - u (3)
R
E(O) = 2mgR
r = __ TTIVq Hd C O S a ( 10)
2 (sin a + Hd cosa)
i i
E (a) = -m v 2 + mgh = -m v 2 + mgR( 1 + cosa)
Nota: La relazione (1) si può scrivere anche come segue:
Nelle (6) si è assunto che l’energia potenziale sia nulla sul piano orizzontale su cui è
A E c — - A E p + Cnc A E = Cn (H) vincolata la superficie cilindrica, e che la particella parta da ferma dalla sommità del
cilindro (quindi con energia cinetica nulla). Utilizzando le (5) e (6) si ottiene:
avendo indicato con E = Ec + Ep l’energia meccanica totale. Nel caso in esame si ha:
v2 = 2gR(ì — cos a) (7)
E q = -Tnvh CJf = Tngh A E = E f — E0 = mgh — - vtlVq (12) Dalle (4) e (7) si ricava quindi che il punto materiale rimane appoggiato alla guida
cilindrica finché si ha:
Utilizzando le (7), (11) e (12) si ottiene la (9). 2
cosa > - => 0 < a < 48° (8)
4.2 Soluzioni 107 108 Lavoro ed energia
Il modulo N della reazione vincolare assume il minimo valore quando a = 7r, cioè quando A E c - C c P C nc (1)
la particella raggiunge la sommità, A, della guida circolare. Tale posizione è quella più
critica per soddisfare la (3), che diventa Dal momento che Cc = —A Ep, si ottiene:
A E = Cnc (2)
m v\>gR - (4)
Nel caso in esame la forza non conservativa
agente sulla particella è data dalla forza di attrito agente unicamente sul tratto rettilineo.
Basterà quindi che sia verificata la (4) L’energia meccanica iniziale, quando il corpo parte da fermo dal punto A, è data da:
affinché la particella percorra Lanello ri P
manendo sempre a contatto con la gui E a = mgR (3)
da. Possiamo calcolare vA utilizzando il
Si è assunta uguale a zero l’energia potenziale sul piano orizzontale. L’energia meccanica
principio di conservazione dell’energia.
finale, quando il corpo si ferma in un punto del tratto rettilineo BC è ovviamente uguale
La sola forza agente sulla particella che
a zero. Si ha quindi:
compie lavoro non nullo è la forza peso,
A E = —mgR (4)
conservativa. L’energia meccanica della
particella, quindi, si conserva. L’energia Calcoliamo ora il lavoro compiuto sul corpo dalla forza di attrito. Tale forza è data da:
meccanica iniziale, quando la particella
F a = -Md|N|ux (5)
parte da ferma dal punto P, è puramente
potenziale: avendo assunto un asse x diretto come il tratto orizzontale BC, con origine nel punto B,
E (P ) mgh (5) come mostrato in figura. La componente normale della reazione vincolare sul tratto BC
si calcola imponendo l’equilibrio in direzione verticale:
avendo assunto uguale a zero l’energia potenziale sul piano orizzontale. L’energia mecca
nica in A è data da: |N| = mg (6)
E(A ) = 2mgR + -m v\ (6) Il lavoro compiuto dalla forza di attrito si calcola facilmente:
Si ha quindi:
E (P ) = E (A ) => Va
2 = 2 - 2R) (7) -I
Cnc = / F a • dr= -[Idfng
f / = - [ i dm gL (7)
4.2 Soluzioni 109 110 Lavoro ed energia
avendo indicato con L la distanza percorsa dal corpo sul tratto rettilineo prima di fermarsi. In realtà, la tensione si annulla in corrispondenza dell’angolo 0, dato da:
Utilizzando le relazioni (2), (4) e (7) si ottiene:
9 = arccos(—1/3) = 109.5° (9)
L = — = 10 m (8) quindi la pallina non compie tutto il suo moto con il filo teso, ma, raggiunta la posizione
Vd
individuata dall’angolo 9, segue un moto di caduta parabolico, come rappresentato nella
figura sottostante.
Nota: E’ interessante osservare che in un pendolo semplice
la fune rimane sempre tesa se le oscillazioni sono limitate
S.4.11.
ad un angolo massimo 0 < 9max < 7r/2, mentre non rimane
Le forze agenti sulla pallina sono la forza peso, mg e la tensione
tesa durante tutto il moto se le oscillazioni raggiungono la
T della fune. La legge di moto della pallina è quindi la seguente:
posizione estrema ad un angolo 7r/2 < 9max < 7r. Infatti,
ma = mg + T dalla (5) si ottiene che l’ angolo massimo raggiunto è dato
(i)
da
V2
Proiettando la (1) in direzione radiale si ottiene: v = 0^ > CosOmax =I - , (10)
—m — = —T + mg cos 9 T = rn— + mg cos 0 (2) mentre dalla (6) si ottiene che la tensione si annulla nella
Ij Jj posizione individuata da
dove T = |T|. — 2/ v% \ 2
Per determinare la tensione in funzione dell’angolo 9 dobbiamo prima esprimere la velocità T = 0 ^ cose = ~ { l - — -J== - c c >s0'max.(11)
v in funzione di 9. Dal momento che l’unica forza agente sulla pallina che compie lavoro
non nullo è la forza peso, conservativa, possiamo applicare il principio di conservazione
Affinché la fune rimanga tesa durante tutto il moto è necessario che
dell’energia meccanica. L’energia iniziale, quando la pallina si trova nel punto più basso
della sua traiettoria circolare è:
9m ax ^ 9 COS 9m ax + COS 9 , ( 12)
E0 = (3)
Si è assunto che in tale posizione l’energia potenziale della forza peso sia nulla. L’energia avendo considerato 0 < 9max < 7 r e 0 < 9 < 7 r . Per la (11) la condizione (12) è soddisfatta
meccanica in corrispondenza di un punto generico della traiettoria, individuato dall’angolo solo se Cos^max > Oe cioè per 0 < 9rnax <n/2. Non è quindi possibile far salire il pendolo
9 è data da: oltre la posizione orizzontale mantenendo la fune tesa, a meno che il pendolo non abbia
E f = -m v 2 + mgL( 1 — cos 9) (4) sufficiente slancio da compiere un giro completo. Utilizzando la relazione (6) possiamo
calcolare la minima velocità iniziale, u0, necessaria perchè la pallina possa compiere un
Si ha quindi: giro completo. Si osservi, innanzitutto, che la tensione è minima nel punto più alto della
E0 = E f => v2 = v0 — 2gL(ì — cos 9) (5) traiettoria circolare (9 = tt). In tale posizione si ha:
Utilizzando la relazione (5) nella (2) si ottiene:
T (0 = -k )= m ( ^ -5<?) (13)
2
T = m (^j- — 2g + Sg cos 9^ (6)
Perchè la pallina possa compiere un giro completo è necessario che tale tensione minima
sia maggiore o, al limite, uguale a zero, cioè:
Nel caso in esame V0 = y/SgL, quindi:
> \+gL (14)
T = mg( 1 + 3cos0) (7)
S.4.12.
Se il filo rimane sempre teso durante il moto del pendolo, la pallina sale fino a che la sua
Le forze agenti sull’oggetto di massa m durante il moto sono la forza peso, mg, e la
velocità non si annulla. Quindi per la (5), si ha
tensione T, diretta come il filo verso il punto fìsso O. La legge di moto è la seguente:
Si è assunto come livello a energia potenziale nulla il Abbiamo assunto che l’energia potenziale della forza
punto inferiore B della traiettoria. L’energia in una peso sia nulla alla quota iniziale del blocco. Quando il
posizione intermedia è data da: blocco raggiunge la quota massima, ft, sul piano incli
nato, la sua velocità si annulla. L’energia meccanica
corrispondente è data da:
E(O) ~ - m i 2 + m gR(l — sin#) (5)
E f = mgh = rrigl sin 0 (3)
Si ha quindi: avendo indicato con £ la distanza percorsa dal blocco sul piano inclinato prima di fermarsi.
E(O) = E a => v2 = 2gRsmO (6) Dal momento che l’energia meccanica si conserva si ha:
1 A1A L 2
Dalle (3) e (6) si ottiene: - k A L 2 = mg£ sin 6 => ^ = - ------;—- = 74.6 cm (4)
2 * 2mg sin 6 v'
T — 3mg sin 0 (7)
La tensione massima si ha quando il corpo transita nel punto inferiore B della traiettoria
circolare: S.4.14.
Il blocco di massa m urta contro la molla se a distanza d dal punto di partenza la sua
Tmax = Smg = 88.2 N (8) velocità è maggiore o al limite uguale a zero. Per calcolare tale velocità possiamo applicare
il teorema dell’energia meccanica in presenza di forze non conservative:
Dal momento che tale tensione è superiore alla tensione massima sopportabile dal filo
A L = Cnc (1)
(Tc = 40 N), quest’ultimo si spezza in una posizione compresa fra A e B , individuata
dall’angolo Oc dato da: L’energia meccanica nel punto di partenza, L 0, e a distanza d da tale punto, (in
T corrispondenza dell’estremo libero della molla) è puramente cinetica:
sin Oc = - E - => Oc = 27° (9)
E0 = k n v l, Ed = A i v 2
d (2)
4.2 Soluzioni 113 114 Lavoro ed energia
L’unica forza non conservativa che compie lavoro sul blocco è la forza di attrito: S.4.15.
Le forze che agiscono sulla particella sono: la forza peso, mg; il componente normale della
F a = -Md|N|ux = (3) reazione vincolare, N; la forza d’attrito, F a , parallela al piano d’appoggio, che si oppone
al movimento della particella. Determiniamo innanzitutto la posizione finale di equilibrio
della particella. Vediamo se la particella può rimanere in equilibrio in un punto di uno
Si è utilizzato un asse x diretto nella direzione del
dei due piani inclinati. All’equilibrio il risultante delle forze applicate deve essere nullo.
moto, orientato dal blocco verso la molla. Nella
Consideriamo, per fissare le idee, il piano inclinato AB. Introduciamo un sistema di assi
(3) la componente normale della reazione vinco
cartesiani xy come mostrato in figura. Imponendo la condizione di equilibrio lungo x e
lare è stata calcolata imponendo la condizione di
lungo y si ottiene:
equilibrio in direzione perpendicolare all’asse x.
Si ha quindi:
IFa I — mg sin a
a)
-S
Cnc = / F a • dr = -H dmg /
Id
dx = - g drngd (4) |N| — mg cos a
Ed = ^rnv2
d (6) Poiché a = 30° si conclude che la particella non può fermarsi in nessun punto del piano
inclinato. Quindi alla fine la particella si fermerà nel punto A, cioè nel punto di raccordo
Condizione finale: la molla raggiunge la massima compressione, A x i e il blocco ha velocità fra i due piani inclinati. Per calcolare la lunghezza complessiva del percorso compiuto dalla
nulla. L’energia meccanica corrispondente è data da: particella, è conveniente applicare il teorema dell’energia meccanica in presenza di forze
non conservative: A E = Cnc. Poiché la particella parte da ferma, l’energia meccanica
Ed = ìfcA x 2 (7) iniziale è data dall’energia potenziale gravitazionale:
L’equazione di secondo grado (9) ammette due soluzioni per Ax, di cui una sola fisicamente Cnc = —ymgd cos a (6)
accettabile (A x > 0):
Il segno meno che compare nella (6) è dovuto al fatto che la forza d’attrito ha verso sempre
opposto rispetto allo spostamento, indipendentemente da quale dei due piani inclinati si
Ax = _ ì y / (fidmg)2 + Tnkv1
d = 0.39 m (10)
stia considerando. Si ha quindi:
4.2 Soluzioni 115 116 Lavoro ed energia
Ep — E q = Cnc => —mgt sin a = —gmgd cosa =>d = —tana = 28.87 m (7) S.4.17.
\x Dal momento che la particella si muove lungo una traiettoria circolare, la forza radiale F
Quindi la particella sale e scende più volte sui due piani inclinati prima di fermarsi in A. applicata deve essere centripeta, quindi a < 0. L’assenza di forze tangenti alla traiettoria
garantisce che il moto sia uniforme. L’equazione di moto della particella si scrive nel
S.4.16.
modo seguente:
Si inizi osservando che la minima distanza da A vene raggiunta nella prima oscillazione.
Infatti, essendo il moto oscillatorio smorzato per la presenza della forza di attrito dinamico, v a a
l’ampiezza delle oscillazioni andrà diminuendo progressivamente. Per risolvere il problema ma = F (1 )
-m R U r = W Ur W
possiamo applicare il teorema dell’energia meccanica in presenza di forze non conservative:
A E = Cnc. Introduciamo un asse x disposto come la molla, con origine nella posizione avendo indicato con R il raggio della traietto
occupata dalla sferetta nella configurazione con molla a riposo, a distanza L dal punto ria circolare. Nella relazione (I) R e v sono in
A. Indichiamo con x0 la posizione iniziale della sferetta: x0 = A f0, e con Xp la posizione cognite, dobbiamo quindi scrivere una seconda
occupata dalla sferetta a distanza minima da A. L’energia meccanica iniziale è data da: equazione. La forza F è centrale e a simmetria
sferica, quindi è conservativa. Ad essa possiamo
Eo= I (1) associare un’energia potenziale, che si determina
utilizzando la definizione: dC = F •di = —dEp.
Nella posizione di massimo avvicinamento Se consideriamo una generica traiettoria che con
al punto A, la sferetta inverte il proprio mo giunge il punto A, posto a distanza Ta dal punto
to, quindi la sua velocità si annulla. L’energia fisso O, al punto B, posto a distanza rB da O, il
tS S M b O - lavoro corrispondente compiuto dalla forza F si calcola facilmente:
meccanica finale è data da:
„ I7 O Xp X0
£o — ^ x F (2)
La forza di attrito si calcola facilmente: c™-L*-*-E°v-h-k (2)
Dal momento che il lavoro non dipende dalla traiettoria ma solo dalle posizioni iniziale e
|Fa |= /x|N| = (3) finale, la forza F è, come già osservato, conservativa. Per definizione di energia potenziale
C a -^b — Ep(A) — Ep(B ) , quindi, dalla (2) ricaviamo:
e si oppone al moto della pallina. Il lavoro eseguito sulla sferetta dalla forza di attrito è
dato da:
W = 3~ > + K (3)
Cnc= —g
(xo- x F)
m (4)
con K costante arbitraria, Ponendo uguale a zero l’energia potenziale all’infinito, otte-
Utilizzando le (1), (2) e (4) si ottiene:
niamo che K = 0, quindi:
\ kx2
F- xo= -g m g (x 0 - x F)
k
^ (5) Ep(r) = 3^3
(4)
L’energia meccanica totale della particella in moto lungo la traiettoria circolare di raggio
Tale espressione può essere riscritta nel modo seguente: R è quindi:
l o a
(5)
^ k(xF + x 0)(xp - x0) = gm g(xF - x 0) (6) E = 2 mv + 3 ì è
Le relazioni (1) e (5) permettono di calcolare R e v. Si ottiene:
Una soluzione della (6) è ovviamente xp = x o, che corrisponde alla posizione iniziale della
sferetta (massima distanza dal punto A). La seconda soluzione dell’equazione (6), che R = f - - ì è
V 6EJ
corrisponde alla posizione a minima distanza da A, è data da:
(6)
cIgmg
Xp — Xq = —15 cm (7)
“ k
Il periodo T del moto circolare si calcola facilmente utilizzando le relazioni (6):
Si ha quindi che la distanza minima da A raggiunta dalla sferetta nel suo moto è pari a:
2ttU
Z R / a \s m
dmin — L T Xp == 25 CIll (8)
T - — - 2 r( - 6 È Ì V6E 7
( )
4.2 Soluzioni 117 118 Lavoro ed energia
S.4.18. S.4.19.
La posizione di equilibrio per la particella corrisponde ad un punto di stazionarietà per Le forze applicate al corpo B sono: la forza peso mBg, Ia tensione del filo, T b , diretta
l’energia potenziale associata alle forze applicate. Un punto di minimo per l’energia poten come il filo verso l’alto; la reazione vincolare, N, perpendicolare al piano d’appoggio.
ziale corrisponde ad una posizione di equilibrio stabile; un punto di massimo corrisponde Finché il corpo B non si stacca dal piano d’appoggio le forze applicate si fanno equilibrio.
ad una posizione di equilibrio instabile. Nel caso in considerazione, l’energia potenziale Possiamo quindi scrivere la seguente equazione:
ha un andamento parabolico in funzione della posizione x della particella, e il punto x0 a
derivata nulla è un punto di minimo (equilibrio stabile): N -\-T = mBg (1)
ri F1
— — = 2(x0 - 5 ) = 0 => x0 = 5 m (1)
dove T — |t b |. La condizione d’appoggio è
data da:
La particella viene lanciata dalla posizione di equi
N = m Bg — T > 0 => T < m Bg (2)
librio con velocità iniziale V0 = 5 m/s. L’energia
meccanica totale, che si conserva durante il moto del
Per risolvere il problema dobbiamo calcolare la
corpo, è quindi data da:
tensione del filo in funzione della posizione del cor
po A. Osserviamo innanzitutto che la tensione si
E = ^rnvl + Ep(x0) — ^mv0 = 0.625 J (2)
trasmette inalterata, in modulo, da un estremo al
l’altro della fune ideale, quindi |Ta |= |TB|= T,
dal momento che Ep(x = 5 m) = 0. Il moto della
avendo indicato con T a la forza esercitata dalla
particella avviene lungo l’asse x, quindi nei punti di
fune sul corpo A, come mostrato in figura. Sul
inversione di moto la velocità, e quindi l’energia ci
corpo A agisce anche la forza peso ra^g. La legge
netica, si annullano. In corrispondenza di tali punti
di moto è quindi:
l’energia meccanica è puramente potenziale, quindi:
m Aa = T a + m Ag
Il moto della particella è quindi armonico, con pulsazione uo = y/2/m = 6.32 Hz. Il Utilizzando la (7) nella (4) si ottiene:
centro di oscillazione è il punto di coordinata X = O (=> x = Xo = 5 m), e l’ampiezza di
oscillazione è A = X2 — X0= 0.8 m. T = 3mAj( £ — h) (8)
4.2 Soluzioni 119 120 Lavoro ed energia
Quindi il corpo A si può abbassare di 1 m, in verticale, dalla sua quota iniziale, prima dove C è una costante arbitraria. Assumendo che l’energia potenziale sia nulla all’infìnito,
che il corpo B si stacchi dal piano d’appoggio. si ottiene C = 0, quindi:
ir / \ h k2
W = - 7 + 2^ (3)
S.4.20. (ii) Dalla legge di Newton si ha:
Possiamo risolvere il problema applicando il teorema dell’energia cinetica. Le forze ap
plicate al corpo sono: la forza peso, che non compie lavoro perchè perpendicolare allo (4)
spostamento; la reazione vincolare N del piano d’appoggio liscio, che non compie lavoro Poiché F è, in generale, non nulla, la quantità di moto q non si conserva,
per lo stesso motivo; le forze elastiche delle due molle e la forza F, che invece compiono (iii) Dalla seconda equazione cardinale della dinamica si ha:
lavoro. Il teorema dell’energia cinetica si scrive nel modo seguente:
<*L(o)
A E c = Ce1 + Ce2 + C f (1) = r{0) = r x F = 0 ( 3)
dt
quindi il momento angolare L(0) rispetto al punto fìsso O si conserva.
avendo indicato con Cei e C e2 i lavori compiuti dalle Determiniamo ora il luogo geometrico dei punti di equilibrio. Ponendo uguale a zero il
due molle e con Cp il lavoro della forza F. modulo della forza F si ottiene:
Cesi = ~ £ f = (9)
S.4.21.
(i) La forza F è centrale a simmetria sferica e quindi conservativa. L’energia meccanica
totale del corpo si conserva. Possiamo calcolare l’energia potenziale associata. Il lavoro
S.4.22.
compiuto dalla forza F per uno spostamento da una posizione iniziale A, a distanza r a
Le forze che agiscono in direzione normale al piano orizzontale liscio, cioè la forza pe
dal punto fisso O, a una posizione finale B, a distanza da O, è dato da:
so e la reazione vincolare d’appoggio, si fanno equilibrio e non intervengono nel moto
( fcl ^2 \ del corpo. L’unica forza agente sul corpo parallela al piano del moto è la forza elastica
dr = I -
c^ b - L V r4 2r2J ( - ^ + ^ ì =Ep{A)- EpiB) (1)
4.2 Soluzioni 121 122 Lavoro ed energia
F ei, diretta costantemente verso il punto fisso O. Dalla seconda equazione cardinale della 4.3 Esercizi di autovalutazione
dinamica si deduce che il momento angolare del corpo rispetto al punto fisso O si conserva
A V .4.1.
^L(o) Si consideri la collina in figura, costituita da due pia
dt= no) = r x F„ - O. ni inclinati scabri (coefficiente di attrito dinamico fid\
angolo di inclinazione a rispetto alla direzione oriz
I punti a distanza minima e massima da O raggiunti dal corpo in movimento sono punti zontale) alle cui estremità inferiori è presente un pia
di inversione di moto in direzione radiale. In tali posizioni,dunque, la velocità radiale si no liscio orizzontale. La cima della collina è ad una
annulla cosicché il vettore velocità risulta perpendicolare al vettore posizione. Il momento quota h dal piano orizzontale. Un corpo di massa m
angolare, costante, è facilmente calcolabile in tali posizioni: viene lanciato verso la collina con velocità iniziale V i
e, superata la cima, giunge a valle dall’altra parte con
L(O)1I = L(O),2 => TnriVl = Tnr2V2 (2) velocità finale vy. Sapendo che V y = v*/2 ed assu
mendo a = 7r/6, m = 0.4 kg, |v;| = 30 m/s, h = 10
Dal momento che la forza elastica è conservativa, l’energia meccanica totale si conserva: m, si determinino:
(a) il valore di \id\
1 O 1, o 1 o 1
Trmv? + -k r ? = -m vo + -Ar? (3) (b) la velocità vc di m alla sommità della collina.
2 1 2 1 2 2 2 2
Le (2) e (3) costituiscono due equazioni nelle due incognite v\ e v2, che possono quindi
essere calcolate: AV.4.2.
l~k Si consideri il precedente problema, ma si assuma in questo caso che il corpo di massa m
Vi = r2\ — = 12 m /s venga lanciato verso la collina con velocità iniziale Wi e giunga sulla cima con velocità v c.
(4) Sapendo che v c = 2v*/3, si determinino:
(a) il valore di [id\
V2 = n\ — = 6 Hi/s (b) la velocità di m al di là della collina.
wm
Si assuma anche in questo caso che a = 7t/6 , m = 0.4 kg, |v*| = 30 m/s ed h = 10 m.
AV .4.3.
Si consideri un sistema di due piani inclinati di un angolo a rispetto al suolo, le cui
sommità siano ad una quota h dal suolo e siano separate da una distanza L. Il piano di
sinistra è scabro, con coefficiente di attrito dinamico fid.
Un corpo di massa m viene lanciato dalla base verso la sommità del piano scabro con
velocità iniziale di modulo pari a u0; si determini il minimo valore di Vq affinché il corpo
possa superare il vuoto tra i due piani ed atterrare sulla sommità del secondo piano. In
tale condizione, assumendo che il corpo scivoli senza attrito sul secondo piano, si stabilisca
il modulo della velocità finale Vf con la quale il corpo giungerà al livello del suolo sul fon
do del secondo piano inclinato. Si assuma a = 30°, h = 5 m, L = 3 m, = 0.2, m = 1 kg.
4.3 Esercizi di autovalutazione 123 124 Lavoro ed energia
AV.4.4. AV.4.9.
Un oggetto di massa m = 0.1 kg è posto su di un piano Una biglia di piombo di massa m viene lasciata cadere da un’altezza h su una molla ap
orizzontale liscio, a contatto con Testremo di una molla poggiata sul pavimento in posizione verticale. La biglia rimane fissata all’estremo della
di costante elastica k = 300 N/m, compressa di un trat molla. Si osserva che la massima deformazione della molla è AL. Si calcoli:
to A x = 10 cm. Lasciando espandere la molla, Toggetto (a) la costante elastica della molla,
viene lanciato verso un piano inclinato liscio che, ad una (b) l’accelerazione della biglia in corrispondenza della massima deformazione della molla,
quota h = 0.2 m dal suolo, si collega ad un piano oriz precisandone modulo, direzione e verso.
zontale scabro (coefficiente di attrito dinamico /i^ = 0.35).
Dopo un tratto di lunghezza L — 0.5 m, il piano scabro AV.4.10.
termina in corrispondenza di un ostacolo Un atleta di massa m pratica lo sport bungee jumping lanciandosi da un ponte, legato ad
(a) Si calcoli la velocità V\ del corpo alla quota h, prima un filo elastico di lunghezza a riposo Lo. Durante il moto il filo subisce un allungamento
di accedere al piano scabro; massimo AL. Trascurando ogni attrito si calcoli:
(b) si calcoli quindi la velocità V2 con cui l’oggetto, (a) la costante elastica del filo,
percorso il piano scabro, colpisce l’ostacolo. (b) l’allungamento del filo nel punto di equilibrio,
(c) la massima velocità dell’atleta.
AV.4.5.
Un pendolo semplice, costituito da una massa m = 0.4 kg ed da un filo insensibile e
AV.4.11.
di massa trascurabile di lunghezza L = 80 cm, viene posto in oscillazione portando la
Un ciclista, di massa M = 70 kg (compresa la massa della bicicletta) ed inizialmente
massa ad una inclinazione iniziale 90 = 60° e lasciandola libera di oscillare dalla quiete.
fermo, sale una rampa rettilinea con inclinazione a = 30° ed un dislivello h = 300 m.
Si calcoli la velocità v con cui la massa giunge nel punto più basso e la tensione T del filo
Trascurando ogni attrito, si determinino:
in quell’istante.
(i) il lavoro fatto dal ciclista per arrivare in cima;
(H) la velocità che raggiungerebbe il ciclista, ripassando per la posizione iniziale, se ridi
AV.4.6.
scendesse dalla stessa rampa senza pedalare;
Un corpo di massa m = 0.4 kg cade da un’altezza h = 30 cm, partendo da fermo, sul
(iii) la velocità che raggiungerebbe se ridiscendesse frenando in modo costante con una
l’estremo libero di una molla verticale, di costante elastica k = 60 N/m. Si determini la
forza frenante pari a Ff = 320 N.
compressione massima A x della molla.
AV.4.12.
AV.4.7. Una forza F = 6tux agisce su di un corpo di massa m = 2 kg, inizialmente fermo. Si
Una sfera, di raggio R = 1 m, è poggiata su un piano orizzontale determinino:
e mantenuta ferma. Un cubetto di piccole dimensioni è posto in (%) l’energia cinetica acquisita dal corpo in funzione del tempo.
equilibrio instabile sulla sommità della sfera. Il cubetto, spostato (H) il lavoro compiuto dalla forza nei primi 2 secondi;
di pochissimo dalla posizione di equilibrio, comincia a scivolare sulla
sfera con velocità iniziale nulla. Calcolare a che distanza d cadrà
sul piano orizzontale dal punto di appoggio della sfera. Si trascuri AV.4.13.
ogni attrito. Una massa m, vincolata ad una fune ideale di lunghezza L è ancorata /
ad un punto O. Inizialmente, la massa si trova nella posizione in figura, ^ r 4I L \
I
AV.4.8. in cui la fune è tesa ed orizzontale, con velocità v0 diretta verso il basso. O I
Un corpo di massa m = 3 kg arriva sul bordo di una duna, sche Si determini la minima velocità iniziale, V0imin, affinché la massa compia \/*\
matizzata da una traiettoria circolare scabra di raggio R = 1.2 m, un giro completo mantenendo la fune tesa.
m
con una velocità v:
(a) Si calcoli il minimo valore, v0, del modulo di v affinché il corpo
salti la duna senza percorrere alcun tratto della duna.
(b) Nel caso in cui il corpo abbia una velocità iniziale v di modulo
v = v0/2 e si stacchi dalla duna quando 9 = 60°, si calcoli il lavo
ro totale eseguito dalle forze che agiscono sul corpo dall’istante in
cui questo arriva sul bordo superiore della duna all’istante in cui si
stacca.
4.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi 125 126 Lavoro ed energia
(b) A Le=
SA .4.3. g&L*
(c) 'Umax cZgL0 +
v f = \l — 1- 2pL = 11-49 — . 2(L0 + AZ/)
1 '' sin2a s
SA .4.11.
SA .4.4. (¾; C = 206 kJ;
(a) vi = y — A x 2 — 2 = 5.11 m/s;
(¾/ Vf = 76.72 m/s;
/---------------- / U/\r 2,
(b) V2 = y V2 b2 - fidgL = J -----------25(/1 + = 4.76 m/s. / m/ UJ = 20 m/s.
SA .4.5. SA .4.12.
v = ^/2gL(\ — cos ) — 2.80 m/s, T = mg(3 — 2cos#o) — 0.78 N. r»; Ek = j;
/n / L = 36 J.
SA .4.6.
A x = mg/k + y/Jjng/k)2+ 2 ~ 0.274 cm.
SA .4.13.
,min y/3gL.
SA.4.7.
d = 1.46 m.
128 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
P.5.3.
Un corpo puntiforme di massa mi = 1 kg, posto su
un piano orizzontale liscio, è vincolato ad una molla
_________________ d _______________
di lunghezza a riposo £ = 50 cm e costante elastica k
= 500 N/m , vincolata all’altro estremo in un punto O k mi m2
(vedi figura). La molla viene compressa di un tratto
Capitolo 5 A^0 = 5 cm e successivamente viene lasciata libera. ° LQgfiggn r
Il corpo urta in modo elastico un secondo corpo di
massa — m i, inizialmente fermo, posto a distanza t-Ato
d = 53 cm dal punto O. Si calcoli la velocità del
Dinamica dei sistemi, gravitazione secondo corpo dopo l’urto e l’ampiezza di oscillazione
del corpo di massa mi dopo l’urto.
dinamica del corpo rigido
P.5.4.
Un corpo A di massa m = 50 g, in moto su un piano orizzontale scabro, urta un secondo
corpo B, di massa M , inizialmente fermo. L’urto è elastico e, dopo l’urto, il corpo B
5.1 Problemi percorre una distanza D — 0.6 m prima di fermarsi. Il coefficiente di attrito dinamico fra
il piano e i due corpi è fi = 0.3 e la velocità di A all’istante dell’urto è v = 5 m/s. Si
determinino:
P.5.1. (i) la massa M del corpo B;
Un corpo puntiforme A in moto con veloci (ii) la velocità del corpo A immediatamente dopo l’urto.
tà v su un piano orizzontale liscio, urta un
corpo B, uguale al primo, inizialmente fermo
ai piedi di un piano inclinato liscio. Si trovi
la massima quota a cui giunge il corpo B sul .Q = L P.5.5.
piano inclinato nei due casi di urto elastico e
Due corpi di massa mi e rri2 = 2mi sono appesi a due funi
completamente anelastico
di uguale lunghezza L = I m , inestensibili e di massa trascu
rabile, vincolate ad uno stesso punto O. Inizialmente i corpi
sono tenuti fermi con le funi tese e formanti uno stesso an
golo a = 8° da parti opposte rispetto alla verticale. I due
corpi vengono poi lasciati liberi di cadere e si urtano in modo
elastico. Si calcolino:
P.5.2. (i) la posizione in cui i due corpi si urtano;
Una guida ABC è costituita da un arco di circon (ii) la velocità dei corpi subito dopo l’urto.
ferenza AB di raggio R = 3 m e da un tratto retti
lineo BC (vedi figura). Il tratto curvilineo è liscio,
mentre il tratto rettilineo presenta attrito con coef
ficiente di attrito dinamico fid = 0.3. Un corpo di P.5.6.
massa mi = 2 kg viene lasciato scivolare dal punto Un pendolo semplice è costituito da una massa M = 2 kg appesa
A. Esso urta in modo completamente anelastico un a un filo di massa trascurabile e lunghezza L = 50 cm. Il pendolo
corpo di massa rri2 = 3 kg, inizialmente fermo in B. Vd viene spostato di un angolo 9 = 30° rispetto alla direzione verticale
Si determinino: e poi lasciato libero. Nel punto inferiore dell’oscillazione la massa
M
(i) la velocità dei due corpi subito dopo l’urto; M urta elasticamente una massa m = 1 kg, appesa ad un filo di
(ii) la distanza percorsa dai due corpi sul tratto lunghezza £ = 20 cm, inizialmente ferma. Si determini l’angolo
rettilineo della guida prima di fermarsi. massimo raggiunto dal secondo pendolo dopo l’urto.
5.1 Problemi 129 130 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
P.5.7. P.5.11.
Una molla di costante elastica k ha un’estremità col Un corpo di massa M che si trova in un punto P ad una
legata a un supporto fisso mentre l’altra è collegata quota h dal suolo esplode dividendosi in due frammenti,
ad un blocco di massa M. Il blocco, inizialmente in che si allontanano in versi opposti in direzione parallela al
quiete su un piano orizzontale scabro con coefficiente suolo. Dopo un intervallo di tempo r dall’esplosione, un
di attrito dinamico //, subisce un urto completamente
anelastico con un proiettile di massa m. Sapendo che
«m m frammento di massa mi cade a distanza aq dalla verticale
passante per il punto P. Si determini la coordinata del
h
il massimo spostamento subito dal blocco a seguito punto in cui cade il secondo frammento e la quota h a Xl \ mi
dell’urto è AL, si determini la velocità del proiettile cui è avvenuta l’esplosione. [M = 100 kg; mi = 30 kg;
immediatamente prima dell’urto. Xi = 140 m; r = 10 s]
P.5.12.
m
Un cannone di massa M, inizialmente fermo, spara un proiettile
di massa m ad una velocità vp, inclinata di un angolo a rispetto
O all’orizzontale. Trascurando ogni forma di attrito si calcolino:
P.5.8. (i) la velocità di rinculo del cannone;
Un proiettile di massa m e velocità v attraversa un blocchetto (ii) l’impulso della reazione vincolare di appoggio.
di legno di massa M, sospeso ad un filo di lunghezza £, e ne t
P.5.13.
fuoriesce con velocità v/2. Si calcoli il minimo valore di v tale
Una bilia di massa m può scorrere senza attrito lungo una guida
che il blocchetto, inizialmente fermo, compia un giro completo
semicircolare di raggio R e massa M. La guida è appoggiata su
intorno al centro di sospensione.
di un piano orizzontale e può strisciare su di esso senza attrito.
M Inizialmente la bilia viene lasciata libera di muoversi partendo
dalla sommità della guida. Si calcolino:
(i) lo spostamento della guida nell’istante in cui la bilia giunge
nel punto più basso della guida;
P.5.9. (ii) la velocità della bilia e della guida in tale istante. Si assuma
Un corpo A di massa m = 10 g in moto con velocità v0, la guida omogenea.
colpisce un secondo corpo identico, B, inizialmente fermo. P.5.14.
Dopo l’urto le due particelle si muovono con velocità va
= 3 m /s e Vb = 5 m/s, lungo due direzioni che formano o: Un oggetto puntiforme di massa m si muove lungo una
traiettoria circolare di raggio rq con velocità angolare CJ1 ,CO1
tra di loro un angolo 0 = 60°. Si calcoli la velocità iniziale su di un piano orizzontale liscio, trattenuto da una fune
V0 del corpo A. O r L jm.
inestensibile e di massa trascurabile che passa in un foro ----- U
O praticato nel piano. La fune viene tirata fino a che
la massa si muove su una nuova traiettoria circolare con
P.5.10. centro in O, di raggio r2 < rq. Si calcoli la nuova velocità
Un blocchetto di massa M è appeso ad una fune inestensibile, do angolare con cui si muove la massa.
tata di massa trascurabile e di lunghezza Z, vincolata ad un perno O
O. Il sistema è in quiete, col filo in posizione verticale. Un proiettile P.5.15.
di massa m in moto con velocità di modulo V0 e con direzione for Si consideri un sistema di particelle non interagenti soggette solo a forze esterne, la cui
mante un angolo a con l’orizzontale, urta in modo completamente m risultante sia nulla. Si dica, giustificando la risposta, quale delle seguenti grandezze si
anelastico il blocchetto. Si calcolino: conserva nel tempo:
(i) la velocità del sistema comprendente proiettile e blocchetto su (a) la quantità di moto delle singole particelle;
bito dopo l’urto; (b) la quantità di moto del centro di massa;
(ii) l’impulso fornito dalla tensione della fune all’atto dell’urto; M (c) l’energia cinetica totale;
(iii) il minimo valore di v0 affinché il pendolo compia un giro
completo dopo l’urto.
5.1 Problemi 131 132 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
P.5.19.
Un asteroide passa da un punto a distanza r0 dal centro della Terra con velocità v0 or
togonale al vettore posizione r0. Si determini la velocità V 0 per cui l’asteroide descrive
un’orbita ellittica con perigeo e apogeo a distanza r0 e 3ro dal centro della Terra. Si espri P.5.25.
ma il risultato in funzione di r0, della massa M della Terra e della costante di gravitazione Una scala AB è appoggiata ad un muro verticale liscio, for
universale 7. mando con esso un angolo 0. Sapendo che tra la scala ed il pa
vimento c’è attrito con coefficiente di attrito statico = 0.1,
P.5.20. si calcoli il massimo valore dell’angolo O affinchè la scala resti
Un satellite artificiale di massa m si muove attorno alla Terra su un’orbita circolare di in equilibrio.
raggio 2R t , dove R t è il raggio della Terra. Si determini l’energia necessaria per portare
il satellite su un’orbita geostazionaria, esprimendo il risultato in funzione della massa del
satellite, del periodo di rotazione della Terra (T), del raggio della Terra e dell’accelerazio
ne di gravità sulla superficie terrestre (g).
P.5.26.
P.5.21. Una massa m = 2 kg è collegata ad una puleggia, di massa
Un pianeta sferico, non rotante e privo di atmosfera, ha massa M e raggio R. Dalla sua M = 10 kg e raggio R = 0.5 m, mediante una fune inestensibile
superficie viene lanciato in direzione radiale un proiettile con velocità iniziale e di massa trascurabile, che si avvolge senza slittare attorno alla
puleggia. La puleggia è libera di ruotare senza attrito attorno
3 /2 7 M \ V 2
V0 = al suo centro C. All’istante iniziale la massa m viene lasciata
4O T )
cadere da ferma, mettendo in rotazione la puleggia. Sapendo
dove 7 è la costante di gravitazione universale. Si calcoli la massima distanza che esso che la massa m si sgancia dalla fune dopo essere scesa di un
raggiunge dal centro del pianeta. tratto h = 2 m dalla posizione iniziale, si calcoli la velocità
angolare di rotazione della puleggia dopo che la massa m si è
sganciata.
5.1 Problemi 133
P.5.27.
Un’asta rettilinea omogenea, di lunghezza L, è incernierata
senza attrito ad un suo estremo A. L’asta viene lasciata ca
dere da ferma dalla posizione verticale di equilibrio instabile, L
come mostrato in figura. Si calcoli la velocità angolare istan
tanea dell’asta quando essa transita per la posizione verticale A
di equilibrio stabile.
P.5.28.
Un disco omogeneo massiccio, di massa M e raggio R , rotola senza strisciare lungo un
piano inclinato (angolo di inclinazione 6) scabro con coefficiente di attrito statico /is. Si
calcolino:
(i) l’accelerazione angolare a di caduta del disco;
(ii) la forza di attrito Fa esercitata fra piano e disco;
(iii) il massimo valore dell’angolo 9 di inclinazione del piano al di sopra del quale il disco
comincia a strisciare.
P.5.29.
Una ruota, costituita di un disco massiccio di massa M = 10
kg, viene posta in movimento su un piano orizzontale scabro
(coefficiente di attrito statico ^s = 0.1) applicando al suo cen
tro una forza F orizzontale costante. Si calcoli il massimo
Ms
valore della forza F che si può applicare affinchè la ruota non
slitti.
5.2 Soluzioni 135 136 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
5.2 Soluzioni avendo indicato con v\ la velocità di tri subito prima dell’urto. Durante l’urto non
intervengono forze esterne impulsive, quindi si conserva la quantità di moto. Poiché l’urto
S.5.1. è completamente anelastico i due corpi rimangono uniti dopo l’urto e si muovono con la
Consideriamo inizialmente il caso di urto elastico. Dal momento che, all’atto dell’urto, stessa velocità vF‘
non intervengono forze esterne impulsive, si conserva la quantità di moto. Possiamo quindi TR i
scrivere: TRiVi = (tri + TR2) vF Vf yj2gR = 3.07 m /s (2)
TRi + TR2
mv = mvA + mvB (1)
avendo indicato con vF la velocità dei due corpi dopo l’urto. Applicando, come prima, il A Ec= Ecid) - Ec(O) = (7)
principio di conservazione dell’energia meccanica totale si ottiene:
dal momento che alla fine i due corpi si fermano. Utilizzando le relazioni (2), (6) e (7) e
ì ( 2 m)v2
F = (2 m)gh =$> h= ^ (6) il teorema dell’energia cinetica, si ottiene:
mi
r f-if- 1.6 m (8)
Hd ''mi + m2
S.5.2.
Calcoliamo innanzitutto la velocità del corpo di massa vr\ subito prima dell’urto. Possia S.5.3.
mo applicare il principio di conservazione dell’energia meccanica totale (la guida circolare Calcoliamo inizialmente la velocità del corpo di massa mi subito prima dell’urto. Possiamo
è liscia). Inizialmente la massa tri è ferma nel punto A, quindi ha solo energia potenziale, applicare il principio di conservazione dell’energia meccanica totale. Inizialmente il corpo
mentre in B, subito prima dell’urto, tri ha solo energia cinetica. Possiamo quindi scrivere: è fermo e la molla è compressa di un tratto A^o, l’energia meccanica associata è:
Subito prima dell’urto la massa mi è in moto con velocità v\ e la molla risulta allungata avendo indicato con Ec^ ed Ecj le energie cinetiche iniziale e finale, rispettivamente.
di un tratto ( d - £ ) . L’energia meccanica corrispondente è: L’unica forza che compie lavoro è la forza d’attrito:
-g ,M g ux (4)
II
II
I
P
X
>
E1 = ^ -
(d
k + ^m 1Vi (2)
Si ha quindi:
Per la conservazione dell’energia meccanica totale si ha Eo = E\. Dalle (1) e (2) si nD
ricava: C= I F a •dr = —gM g / dx = —gM gD (5)
Ji->f lo
k mi m2
Dal teorema dell’energia cinetica si ottiene:
m i v i + m 2v 2 = m i v i p + m 2v 2F (1 )
Le relazioni (1) e (2) costituiscono un sistema di due equazioni nelle tre incognite va , Vb
e M: serve quindi una terza equazione per risolvere il problema. Sappiamo che il corpo
avendo indicato con V i e V 2 le velocità dei corpi di massa mi e m2 subito prima dell’urto,
B dopo l’urto percorre una distanza D prima di fermarsi a causa dell’attrito. Utilizziamo
e con vip e v2F le corrispondenti velocità subito dopo l’urto. Le quattro velocità che
allora il teorema dell’energia cinetica, A Ec = C, considerando come condizione iniziale
figurano nell’equazione (1) sono dirette secondo l’asse x, orizzontale. Sono inoltre noti i
l’istante successivo all’urto e come condizione finale l’istante in cui il corpo si ferma. Si
versi di Vi e di v2: Vi = |vi|ux = V\ux, v 2 = —|v2|ux = —U2ux. I versi delle velocità
ha quindi:
1 9 dopo l’urto non sono noti a priori. Possiamo scrivere: Vif = ^ifu x, v 2f = ^2f Ux, dove
Ec,i — ~ M Vg Ecj — 0 (3) Vif e v2f sono le componenti delle velocità finali in direzione orizzontale. Si noti che Vif e
5.2 Soluzioni 139 140 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
V 2Fpotranno risultare positive o negative, mentre abbiamo assunto v\ = |Vi |e V2 = |v2| avendo indicato con Vp e Vp le velocità di M e m subito dopo l’urto (si noti che non si è
(positive). Proiettando la (1) in direzione x otteniamo: fatta alcuna ipotesi sui versi delle velocità finali, quindi Vp e Vp possono essere sia positivi
che negativi). L’urto è elastico, quindi si conserva l’energia cinetica:
miVi — Vn2V2 — VfiiViF 4- vn2v2p (2)
1 1 1 1 Le (3)e (4) costituiscono un sistema di due equazioni nelle due incognite Vf e Vp- Le
-Tn1V2
x + -Vn2V22= - T U 1V 2f + -Tn2V^p (3)
soluzioni sono le seguenti:
Le (2) e (3) costituiscono un sistema di due equazioni nelle due incognite ViF e v2F. La Vp — 0 Vf — V (5)
soluzione di tale sistema risulta notevolmente semplificata dal fatto che vi = v2. Infatti che non è fisicamente accettabile perchè corrisponde all’assenza di urto. La soluzione
la velocità prima dell’urto delle due masse può essere facilmente calcolata applicando il fisicamente corretta è la seguente:
principio di conservazione dell’energia meccanica totale:
2M
vF = V (6)
m igL(l — cosa) = putivi => vi — ^ 2 g L (l cosa) = 0.44 m /s (4) VfljT M vfi-\- M
Per calcolare l’angolo massimo raggiunto dal secondo pendolo dopo l’urto, applichiamo
Per la massa m2 si ottiene lo stesso risultato. Sapendo inoltre che m2 = 2mi, il sistema
nuovamente il principio di conservazione dell’energia meccanica totale:
di equazioni può essere riscritto come segue:
1 2
V iF + 2V2F — -V l -V flV f mg£( 1 — cosa) (7)
if +
V2 2v i p = 3v i (5)
Utilizzando le (6) e (7) si ricava:
Il sistema (5) ammette le seguenti due soluzioni:
2M
1 — L- 1
cos a = 1 ( ^ (1 — C O S0) a — 66° (8)
V lF = vi v2F = -v i £ Vra Hb M
Vl F = - ^ 5V i V2F = -1V i ^
(6 )
La prima soluzione non è fisicamente accettabile, perchè implica che non ci sia stato l’urto. S.5.7.
La seconda è invece la soluzione cercata. Quindi: Consideriamo inizialmente l’urto completamente anelastico fra proiettile e blocco. Dal
momento che non intervengono forze esterne impulsive, si conserva la quantità di moto
Vif = —0.73 ux (m/s) V2F = 0.15 ux (m/s) (7) del sistema. Si ha quindi:
vfiv = (m jT M )V =>
S.5.6.
Calcoliamo la velocità del corpo di massa M subito prima del
avendo indicato con v la velocità del proiet
l’urto. Possiamo applicare il principio di conservazione dell’e
tile subito prima dell’urto e con V la velocità
nergia meccanica totale:
del sistema blocco più proiettile subito dopo
l’urto. In presenza di forze non conservative
M g L {\ -c o s 6 ) = ^ M V 2 (1) M si ha:
AE = C
Si ottiene:
V = V ^ ffL (I-C osfl) (2) dove A E rappresenta la variazione di energia meccanica totale e Cnc è il lavoro compiuto
dalla forza d’attrito. All’inizio la molla è non deformata e il corpo di massa (ra + M ) ha
Analizziamo ora l’urto fra m e M. Non intervengono forze esterne impulsive, quindi si
velocità V . Alla fine il sistema è fermo e la molla è deformata di un tratto AL. Si ha
conserva la quantità di moto del sistema. Dal momento che la massa m è inizialmente in
quindi:
quiete, possiamo scrivere:
M V = MV f + vnvp (3) A E = ^kA L 2 -I (m + M )V
(3)2
5.2 Soluzioni 141 142 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
La forza d’attrito è data da: Consideriamo ora l’urto fra proiettile e blocchetto. Dal momento che, durante l’urto, non
intervengono forze esterne impulsive, si conserva la quantità di moto del sistema. Sapendo
F a = /x|N| ux = fj,(m + M )g ux (4) che il pendolo è in quiete prima dell’urto, si ha:
Il lavoro compiuto da tale forza per uno spostamento A L del corpo è dato da: mv = M v a + Tri (7)
S.5.8. S.5.9.
Nel punto più alto della sua traiettoria circolare (posizione Il sistema costituito dalle due particelle è isolato, quindi si conserva la quantità di moto
B indicata in figura) l’equazione di moto del blocchetto è la totale:
seguente: mv0 — mva + mve (1)
M ^ f = M g + Tb(1)
avendo indicato con T b la tensione della fune nel punto Proiettiamo l’equazione vettoriale (1) lungo
B. Perchè il blocco possa raggiungere il punto B, il filo gli assi x ed y mostrati in figura. L’asse x è
deve continuare a rimanere teso (Tb > 0). Considerando diretto come la velocità iniziale V 0 . Si ottiene:
l’equazione (1), si deve avere:
mv o— mv a cos O1 + ttivb cos 62
v2 0 — mvA sin 6\ — mvs sin O2 (2)
Tb = M -j- — Mg > 0 => vb > \/~9& (2)
avendo indicato con O1 e O2 gli angoli formati
Vediamo ora che relazione esiste fra le velocità del blocchetto nel punto più alto (B) dalle velocità Va e vB con l’asse x. Si ha,
e più basso (A) della sua traiettoria. Possiamo applicare il principio di conservazione ovviamente:
dell’energia meccanica totale. Nel punto più basso si ha:
0\ -\- O2 = 0 (3)
Le equazioni (2) e (3) costituiscono un sistema di tre equazioni nelle tre incognite Ou O2
(3)
e Vq. Dalla seconda delle (2) si ricava:
Nel punto più alto si ha invece: sin O2 = — sm Oi (4)
vb
avendo assunto che l’energia potenziale gravitazionale sia nulla nel punto A. Poiché E a — sin O2 = — sin(0 — O2) = — (sin 0 cos O2 — sin O2 cos 0) (5)
vB vb
E b risulta:
Da cui, con facili calcoli, si ottiene:
va= y/v% (5)
Dalle (2) e (5) si ricava che, affinchè il blocco possa compiere un giro completo intorno al tan02 = — VA sin ^ = 0 .4 => 02 = 21.8° (6)
vb 4- va cos 0
centro di sospensione, deve risultare:
Quindi: O1 = 38.2°. Dalla prima delle relazioni (2) possiamo determinare la velocità ini
va > V ^ gi (6) ziale Vo = 7 m/s.
5.2 Soluzioni 143 144 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
S.5.10. = m u cosa
Considereremo nel seguito il sistema di oggetti costituito dal proiettile di massa m e dal m+ M ' 1j
blocco di massa M (si veda in proposito la figura); chiameremo M t = M + m la massa Calcoliamo ora l’impulso It esercitato dalla tensione T durante l’urto. A tal fine intro
totale degli oggetti. Le forze esterne agenti sul sistema sono: la forza peso complessiva duciamo un sistema di coordinate cartesiane, il cui asse x sia diretto orizzontalmente e
F5 = M t g, con g accelerazione di gravità e la tensione T della fune a cui è appeso il l’asse y verticalmente verso il basso (si veda la figura). Per il teorema dell’impulso risulta
blocco. Si noti che, durante l’urto, la tensione del filo assume carattere impulsivo (vale che:
a dire il suo modulo può divenire molto elevato durante l’urto). Pertanto non possiamo
applicare la conservazione della quantità di moto per ottenere lo stato del sistema dopo
1= R d t = AQ , (8)
l’urto, in quanto ciò sarebbe lecito solo se le forze esterne al sistema non fossero impulsive.
Applicheremo invece la seconda equazione cardinale della dinamica:
dove R = M t g -h T è la risultante delle forze agenti sul sistema, I l’impulso complessivo
da esso subito e A Q la variazione di quantità di moto del sistema nell’intervallo di tempo
OTCtot, (O) = (1 )
[ti, tf]. Limitando l’intervallo temporale all’interazione proiettile-blocco (di durata infi
nitesima), la forza peso darà un contributo trascurabile all’impulso rispetto alla tensione,
dove Wltot, (O) è il momento complessivo delle forze agen per cui porremo I = I t . Detti ux ed uy i versori degli assi x ed y, la quantità di moto
ti sul sistema, calcolato rispetto al punto O ed L (¢) il iniziale del sistema sarà pari a:
suo momento angolare totale. La tensione e la forza peso
totale durante Vurto sono dirette lungo la retta vertica Qi = mvo = mvo[cosa ux + sina uy], (9)
le passante per il punto O. Pertanto, durante l’urto, il
momento delle forze mentre, in base alla (7), la quantità di moto finale sarà:
I j(O) 5 (3)
Per calcolare la minima velocità del proiettile per la quale
dove gli apici —, + indicano che L(O) è stato rispettivamente calcolato in un istante pre
il blocco compie un giro completo attorno ad O, possiamo
cedente ed in uno successivo all’urto. Prima dell’urto, essendo solo il proiettile in moto,
imporre che all’apice della traiettoria (che chiameremo A) la
risulterà:
tensione della fune si annulli. Ciò comporta che, in A, l’unica
forza agente sul sistema blocco-proiettile sia la forza peso F5
L (0) = r x rav0, (4)
(per una discussione più dettagliata si rinvia alla soluzione
dove V 0 è la v e lo c ità d el p ro ie ttile ; d o p o l ’ u rto a v re m o invece: del prossimo esercizio). Tenuto conto che il blocco si muove
lungo una traiettoria circolare, possiamo allora impostare
Lf0} = r x M rV , (5) l’equazione di moto nella forma:
dove V è la velocità del sistema blocco-proiettile dopo l’urto. Detto n il versore perpen
dicolare al piano del foglio e diretto verso il lettore, potremo riscrivere la relazione (3), F9 = M t -Jl,(12)
con l’aiuto della (4) e della (5), nella forma:
dove F9 = (M + m )g , g = |g| e va sarà la velocità del sistema in A; l’equazione (12) impone
mlvo sin(7r/2 — a) n = Mt VI n, (6) che F5 funga da forza centripeta nel punto più alto della traiettoria. Dalla precedente
equazione si ottiene
dove l è la lunghezza del filo, a l’angolo che la direzione di moto del proiettile forma con
l’orizzontale, = |v01 e V = |V|. Si noti che le dimensioni del blocco su cui urta il
proiettile sono state considerate trascurabili rispetto ad l ; si è inoltre assunto che il blocco vi = (13)
si muova subito dopo l’urto in direzione orizzontale. Dalla (6) si giunge poi a determinare applicando la conservazione dell’energia meccanica tra l’istante successivo all’urto e Li
la velocità del sistema dopo l’urto: stante in cui il sistema giunge in A, otteniamo:
5.2 Soluzioni 145 146 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
dove vXìcm e % cm sono le componenti della velocità del centro di massa lungo gli assi.
- M t V 2 — —MtV2 H- 2M t gl, (14)
z z In base alle (2) e (3), si ottengono le leggi del moto del centro di massa:
da cui
xcm (t) = 0
IvIO
1¾
(16)
II
All’istante t = r, in cui i frammenti giungono al suolo, la sua ascissa sarà Xc m (x ) = 0.
da cui, con l’aiuto della (7), si giunge alla Per definizione possiamo calcolare xcm anche mediante la
(M + TTl)y/§gl T T l\ X \ + TTl2 X 2
Voi m in 5 (17) xcm (5)
’ m cos a mi Hhm2
che rappresenta la minima velocità del proiettile necessaria a far compiere un giro com- dove x\ ed X2 sono le ascisse che individuano i due frammenti in cui si è diviso l’oggetto;
pleto al blocco. mediante la (5) e la prima delle (4) possiamo calcolare la posizione del secondo frammento
in funzione di x\\
S.5.11.
y X2 = --------- Xu (6 )
Il corpo di massa M, che a seguito dell’esplosione si TTl2
separa in due fammenti di masse rrii ed rn2 = M - M /v P da cui si ottiene, sostituendo i dati assegnati dal problema, x 2 = —60 m. Impiegando la
mi, può essere pensato come un sistema di due og
seconda delle (4) ed imponendo che all’istante t = r il centro di massa abbia raggiunto il
getti che, sotto l’azione della forza peso, obbedisce
suolo, otteniamo la quota h di partenza:
all’equazione di moto: \h
dQx S.5.13.
= 0
dt Consideriamo il sistema composto dalla guida, di massa M, e dalla bilia, di massa m,
(2) individuato dal rettangolo tratteggiato in figura. Le forze esterne agenti sul sistema sono
-T f- = N - (M + m)g la reazione vincolare N del piano di appoggio e la forza peso complessiva F5 = M t g, dove
dt M t = M + m è la massa totale del sistema e g l’accelerazione di gravità. La legge del
moto del sistema sarà:
dove Qx e Qy sono le componenti di Q rispettivamente sugli assi x ed y, N = [N| e <7 = |g|.
In base alla prima delle (2) si deduce che la componente orizzontale della quantità di moto
del sistema si conserva durante lo sparo del proiettile; poiché la quantità di moto iniziale R est = m T ^ t , (i)
del sistema è nulla, possiamo riscrivere tale condizione nella forma dove R est — N + F5 è la risultante delle forze esterne
agenti sul sistema ed Ycm è il vettore posizione che in
mvp cos a + M V — 0, (3) dividua il centro di massa del sistema. Introduciamo un
sistema di coordinate cartesiane il cui asse x sia diretto
essendo vp il modulo della velocità del proiettile, a l’angolo che tale velocità forma con la orizzontalmente, mentre l’asse y sia diretto verso l’alto.
direzione orizzontale e V la componente sull’asse x della velocità di rinculo del cannone, Proiettando la (1) lungo gli assi cartesiani, otteniamo:
che si ritiene diretta orizzontalmente. Dalla (3) si deduce che la velocità di rinculo è pari
a:
centro di massa della guida, in quanto si troverà a passare per l’asse della guida stessa; S.5.14.
tale assunzione implicitamente comporta che la guida, pur potendo scivolare lungo il piano L’oggetto di massa m in considerazione è sottoposto a tre forze: la reazione vincolare del
di appoggio, non oscilli. Pertanto potremo porre: piano di appoggio N; la forza peso F5 = mg, con g accelerazione di gravità; la tensione
della fune T. Detta R la risultante delle forze agenti sull’oggetto, l’equazione di moto
mxg(to) + M xg(to) sarà:
= Xg(t0).
x CM — -------------—7T-------- — (6)
m+ M y
R = ma, (1)
Sostituendo la relazione (5) nella (6) si ottiene quindi che
essendo a l’accelerazione dell’oggetto. Introdotto un
rriR asse z perpendicolare al piano del moto e diretto verso
xg(t 0) (7) l’alto, possiamo proiettarvi la (1); ponendo N = |N|
m + M'
e 9 = |g|9si ottiene:
Per calcolare la velocità della guida e della bilia nell’istante in cui questa giunge al fondo
della guida, utilizzeremo l’equazione (3) assieme al principio di conservazione dell’energia
N — mg — 0,
meccanica. Difatti dalla (3), usando la definizione di velocità del centro di massa, deriva
che: dove si è tenuto conto del fatto che l’oggetto non si muove in direzione z e dunque la com
ponente verticale dell’accelerazione è nulla; pertanto la reazione vincolare è compensata
mvbìX + M vg^x dalla forza peso. Per determinare lo stato di moto dell’oggetto durante il tiro della fune,
xCMrx (8)
Mj' utilizzeremo la seconda equazione cardinale della dinamica:
dove vbìx è la componente sull’asse x della velocità della bilia, mentre vg,x è la componente
dL(o)
della velocità della guida; tenendo conto che la guida si muove orizzontalmente e che la SW(O) (3)
velocità della bilia nel punto K è anche essa diretta orizzontalmente, possiamo riscrivere dt
la precedente equazione come: dove SDt(o) è il momento delle forze agenti sull’oggetto, calcolato rispetto al punto O per
cui passa la fune, ed L(o) è il momento angolare dell’oggetto. Si consideri tuttavia che il
mvb{t0) = M vg(t0), (9) momento delle forze è nullo poiché, per quanto detto in precedenza, N ed F5 si annullano
a vicenda, mentre T è diretta verso il polo O e dunque il suo momento rispetto ad O
dove stavolta vb e vg sono i moduli delle velocità dei due oggetti. Applichiamo ora il è nullo. Pertanto, in base alla (3), risulta che il momento angolare dell’oggetto è una
principio di conservazione dell’energia meccanica tra l’istante di partenza e l’istante £0; costante del moto. Assumendo che il moto avvenga in senso antiorario, detto ri il raggio
risulterà: della traiettoria circolare iniziale ed O1 la velocità angolare di partenza, per la definizione
di momento angolare risulterà:
= \ [mvI + Mvg] ; (10)
L (0) = Tnr2
1Ul uz, (4)
sostituendo la (9) nella (10) si ottiene
dove uz è il versore dell’asse z. A seguito del tiro della fune, il raggio della traiettoria
1 9 diverrà r2 e la velocità angolare assumerà il valore (incognito) UJ2] il momento angolare si
mgR = - M v g (H)
potrà allora scrivere come:
da cui la velocità della guida risulterà:
L (0) = Tnrlu2 uz. (5)
(12)
^ \ _ / 2gR Per la costanza del momento angolare possiamo eguagliare i secondi membri delle equa
zioni (4) e (5), ottenendo:
Si noti che le velocità dei due oggetti sono dirette in versi opposti. UJ2 = UJ1 H (7)
x2
5.2 Soluzioni 151 152 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
dQ QH(O) = ri x Fi + X F2,
T2 (9)
R est (3)
dt ’ dove T1 ed r2 individuano la posizione dei punti di applicazione delle forze agenti sul
dove Q è la quantità di moto totale del sistema, che coincide con la quantità di moto del sistema rispetto ad O. Tenuto conto della (1), possiamo riscrivere la (9) nella forma:
centro di massa:
SW(O) = (ri - r2) x F1. (10)
Q = M t Vcm , (4)
Poiché non è stata fatta alcuna ipotesi sulla posizione dei due oggetti, ne deduciamo che
dove M t = mi + ra2 è la massa totale del sistema e Vcm è la velocità del centro di massa. il momento totale delle forze è diverso da zero anche se la risultante delle forze esterne è
Poiché la risultante delle forze agenti sul sistema è nulla, per la (3) la quantità di moto nulla. Pertanto il momento angolare del sistema in genere non si conserverà nel tempo,
totale si conserva nel tempo. (f) Consideriamo ad esempio la seconda particella; il suo momento angolare L2j(O) è legato
(c) Consideriamo un intervallo di tempo infinitesi al momento SW2j(O) delle forze agenti su ra2 dalla relazione:
mo dt durante il quale le due particelle si muovono
sotto l’azione delle forze esterne; si rammenta che le ^L2j(Q)
particelle non interagiscono tra loro, per cui le for 9^2,(0) = (H )
dt
ze interne al sistema sono nulle. Siano V^1 e v i2 le E’ evidente che il momento delle forze agenti su ra2 è generalmente diverso da zero e quin
velocità iniziali delle particelle. Per il teorema del di, anche in questo caso, il momento angolare della particella non si conserverà nel tempo.
l’energia cinetica, il lavoro infinitesimo complessivo SCt delle forze agenti sul sistema
durante dt eguaglia la variazione infinitesima di energia cinetica dECT del sistema stesso. S.5.16.
Avremo quindi: La minima velocità necessaria perchè il proiettile possa sfuggire all’attrazione gravitazio
nale della Terra (velocità di fuga) si calcola imponendo che il proiettile raggiunga distanza
dEcT = SCt = F1 •diq H-F2 - dr2, (5) infinita dalla Terra con velocità nulla. Assumendo che l’energia potenziale gravitazionale
dove diq e dr2 sono gli spostamenti infinitesimi subiti dalle due particelle durante l’inter sia nulla all’infinito, si ha che all’infinito l’energia meccanica totale è nulla. Dal momento
vallo dt. Mediante la definizione di potenza Vt — SCTjdt e tenendo conto della definizione che l’energia meccanica si conserva, si conclude che l’energia meccanica totale è sempre
di velocità, possiamo riscrivere la (5) come: uguale a zero. In particolare, sulla superficie terrestre si ha:
v 1 o tuM t
E (R t ) = ^mvO~ ' y - f y - = °- a)
5.2 Soluzioni 153 154 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
S.5.17.
Il pianeta si muove su una traiettoria circolare sotto l’azione della forza di attrazione L<s>= mR ^ r k u-(5)
gravitazionale esercitata dalla stella. La forza è puramente centripeta, quindi il pianeta
avendo indicato con uz un versore perpendicolare al piano dell’orbita ellittica orientato
si muove di moto circolare uniforme. La sua equazione di moto è data da:
secondo la regola della mano destra (nel caso riportato in figura il versore uz è perpendi
v2 mM , M colare e uscente dalla pagina).
v = 7- (1)
mR = ^
avendo indicato con m la massa del pianeta. Il periodo di rivoluzione del pianeta è dato
S.5.19.
dalla seguente espressione:
Per risolvere il problema applicheremo i principi di
T - ^ (2) conservazione del momento angolare e dell’energia
V
meccanica. Nelle posizioni a distanza minima (pe
Utilizzando la (1) e la (2) si ottiene:
rigeo, P) e massima (apogeo, A) distanza dal centro
della Terra, la velocità dell’asteroide ha componente
rT2 = - , J R3 (3) radiale nulla, quindi la conservazione del momento
7M
angolare rispetto al centro della Terra si scrive nel
in accordo con la terza legge di Keplero. modo seguente:
mr0v0 = 3mr0VA => (i)
dove si è indicata con M t la massa della Terra. Dalle (1) e (2) si ottiene: S.5.21.
Il moto del proiettile avviene sotto l’azione della forza gravitazionale esercitata dal pianeta.
Z7 Mr T 2Xi/3 Tale forza è conservativa e quindi l’energia meccanica totale del proiettile si conserva
d= (3) durante il moto. Calcoliamo innanzitutto l’energia meccanica totale iniziale:
\ 47T2
avendo indicato con vP la velocità del corpo nel punto P, posto a distanza d dal Sole. Il minimo lavoro necessario per porre in orbita il satellite è dato da:
Applichiamo ora il principio di conservazione del momento angolare calcolato rispetto al
Sole, che costituisce il centro della forza gravitazionale responsabile del moto del corpo R + 2H 1
C = E f — E0 = jm M ---------------------------------7 (6)
celeste. Il punto P di massimo avvicinamento è un punto di inversione di moto in di 2R(R + H)
rezione radiale, quindi la velocità radiale si annulla in P e il vettore velocità vP risulta
perpendicolare al vettore posizione che individua la posizione del corpo rispetto al Sole. Quindi all’equatore si ha:
Il momento angolare in P è quindi:
R + 2H 1 /2 ttì/'Z
?\2
tt
Ce = 7 (7)
Ij(S)(P) = rP x mvP => IL(S)(P)I = mvpd (3) 2R (R + 2 )H \~T~ )
dove:
essendo R il raggio della Terra e T il suo periodo di rotazione. Al polo la velocità iniziale
è invece nulla (u0 = 0). L’energia meccanica iniziale è data da: dlz(r) = ( r2 dm. (2)
J corona
- I 2 mM Si noti che nella (2) la distanza r, che compare sotto il segno di integrale, fra il punto
Po = ^mvo - 7 - ^ r (2)
corrente di integrazione della corona cilindrica e l’asse z è sempre uguale al raggio r della
corona, e può dunque uscire dal segno di integrale, ottenendo:
Quando il satellite si trova sulla sua orbita circolare, a quota H rispetto alla superficie
terrestre, l’energia meccanica è data da:
dlz(r) = T2 [ dm = r2dM, (3)
J ccn
„ 1 o mM
Ef = 2 ™ - 1 R T h
(3)
dove dM è la massa della corona cilindrica, che è data semplicemente dal prodotto della
Dall’equazione di moto del satellite è possibile calcolare la sua velocità sull’orbita circolare: massa M del cilindro per il rapporto fra le superfici della corona circolare (2ixrdr) e della
base del cilindro (7rP2):
mM 7M 77,^ , ,27rrdr __2 rdr
77 (4) d ~ Tri?2 “ m H V ' ^^
R jr H '(R + H )2 R+ H
Sostituendo le equazioni (3) e (4) nella (1) si ottiene:
Sostituendo la (4) nella (3) si ottiene:
T rR
2MP , , os/f
2 V„i~\R
r4 " 1
7 mM
(5)
Ef = “2 R
(5) 2~ W o r d r ~ R2 [4 J0~ 2M R -
5.2 Soluzioni 159 160 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
Per il calcolo del momento di inerzia del cilindro massiccio rispetto all’asse Z f 1 osserviamo dove L è la lunghezza della scala ed M la sua massa. Da queste tre equazioni si ricava
che Zt è parallelo all’asse baricentrico Zi e distante da esso R. E’ quindi possibile applicare facilmente:
il teorema degli assi paralleli, ottenendo: F.i = N 2 = (4)
Iz, = I z + M R 2 2M 2. S.5.26.
(8)
Il problema può essere risolto seguendo due procedimen
ti diversi, il primo basato sullo studio del movimento
della puleggia e della massa, il secondo sui principi di
S.5.25. conservazione dell’energia meccanica. Per completezza,
Il diagramma a corpo libero della scala, che mostra le forze risolviamo il problema usando ambedue i metodi an
agenti su essa ed i rispettivi punti di applicazione, è indicato zidetto Cominciamo con lo studio del moto dei corpi.
Nella figura sono indicati i diagrammi a corpo libero per O
nella figura a lato. Si noti che, poiché la parete verticale è
liscia, la forza che questa esercita sull’asta è orizzontale ed la massa m e per la puleggia. In tale figura, T indica
indicata con A 2 in figura. Al contrario, poiché fra la scala ed la tensione della fune, mentre A è la reazione vincolare
il pavimento c ’è attrito, la reazione vincolare esercitata dal del fulcro attorno cui ruota la puleggia. Poiché la fune è
pavimento sulla scala comprende una forza verticale Ai ed inestensibile e la fune non slitta mentre si srotola dalla
una forza di attrito orizzontale Fal. Lo spirito di risoluzione puleggia, l’accelerazione angolare a di rotazione della puleggia e l’accelerazione di cadu
del problema è il seguente: si ammette che la scala stia in ta della massa m sono legate dalla relazione (si veda la discussione svolta nell’esercizio
equilibrio sotto l’azione delle forze indicate e si determinano tali forze imponendo le condi precedente) :
zioni necessarie e sufficienti per l’equilibrio della scala; successivamente si determinano le a = Ra. (1)
condizioni per le quali le forze A 1, A 2 e T che devono sviluppare i vincoli siano fisicamente Le convenzioni di segno per a ed a sono quelle mostrate in figura. Le equazioni di moto
accettabili. che consentono il calcolo dell’accelerazione angolare a di rotazione e della tensione T sono
I valori incogniti di A 1, Fal ed N2 dovranno essere determinati scrivendo tre equazioni le due seguenti:
scalari che si ottengono imponendo che: (i) la risultante R di tali forze sia zero, e cioè le
due equazioni scalari Rx = Ry = 0; (ii) il momento di tali forze rispetto ad un polo O, - equazione di moto in direzione verticale per la massa m:
scelto ad arbitrio, sia nullo, e cioè l’equazione scalare DJloz = 0 . E’ conveniente scegliere
come polo O un estremo della scala, ad esempio il punto B. Si ha con ciò: —T + mg = ma = ma R (2)
Il moto della massa m è dunque uniformemente accelerato con accelerazione a = aR. essendo M la massa dell’asta e Zq = L j2 la quota, al di sopra di A, del baricentro G
Tenendo conto che la massa viene lasciata cadere da ferma, la legge oraria del moto di m dell’asta. Quando l’asta transita per la posizione verticale di figura (curva tratteggiata),
vale perciò: detta cu la velocità angolare di rotazione istantanea dell’asta, la sua energia meccanica
sarà data dalla somma dell’energia cinetica
x(t) = (5)
rotazionale, (l/2)/^ u ;2, e dell’energia potenziale gravi
dove x è l’asse verticale di figura, orientato verso il basso. La massa è scesa di un tratto tazionale, M gzof = ~ M gL/2, dove G ’ è il baricentro
h al tempo to tale che x(to) = h, e cioè all’istante di tempo: dell’asta nella posizione tratteggiata e I a = (1/3)M L 2
il momento di inerzia dell’asta rispetto al centro A di ro
tazione. Dunque, quando l’asta transita dalla posizione
to — (6) verticale tratteggiata in figura, la sua energia meccanica
vale:
La velocità angolare della puleggia, del resto, segue la legge dei moti angolari uniforme-
mente accelerati, e cioè cj(t) — at. Al tempo t = tQdi distacco della massa m, la velocità E = l- 1AUJ2 - M g ^ = l- M L2OJ2 - M g ^ . (2)
angolare istantanea di rotazione della puleggia vale in definitiva:
Uguagliando le espressioni (1) e (2) dell’energia mecca
2mgh nica, si ottiene:
CUq — ato — 6.70 rad/s. (7)
mR2 + Ic
^ M L 2U,2 - M g ^ = M g I (3)
Allo stesso risultato si poteva giungere applicando il principio di conservazione dell’energia
da cui si ottiene per la velocità angolare istantanea co la seguente espressione finale:
meccanica, per il sistema dinamico massa e carrucola, fra l’istante iniziale, in cui massa
e carrucola sono in quiete, e l’istante finale di moto, nel quale la massa m è scesa di
un tratto h rispetto alla quota iniziale e si sgancia dalla fune. Per questo osserviamo (4)
che l’energia cinetica finale del sistema è la somma dell’energia cinetica rotazionale della
carrucola, che vale (l/2)Jca;g, e dell’energia cinetica della massa m, pari a (l/2)mvl, dove
Vo è la velocità istantanea della massa m nell’istante del distacco. Si noti che Vo ed eoo non
sono indipendenti, ma legate dal vincolo cinematico V0 = R cj0. L’energia cinetica iniziale S.5.28.
del sistema è manifestamente nulla, essendo inizialmente in quiete sia la massa che la Il problema riguarda il rotolamento senza striscia
carrucola. La conservazione dell’energia meccanica comporta che la variazione dell’energia mento di un disco su un piano scabro e inclinato.
cinetica sia uguale ed opposta alla variazione dell’energia potenziale gravitazionale della Per rispondere alle domande poste dal problema, è
massa to, e cioè che: utile tracciare il diagramma a corpo libero del disco
nel suo moto di rotolamento senza strisciamento.
mgh = ^imjgR2+ 1 (8) Come indicato in figura, le forze agenti su di esso
sono tre: la forza peso M g, che ai fini dinamici può
Risolvendo questa equazione rispetto ad cjq si ottiene il risultato espresso dalla (7).
essere applicata nel suo centro di massa G (che coincide col centro del disco); la forza
normale N di appoggio sul piano; e la forza di attrito Fa esercitata dal piano sul disco.
S.5.27.
Si noti che, mentre il verso di iV è noto a priori (N > 0 con le convenzioni di figura), il
Il problema può essere risolto agevolmente osservando che, nel moto dell’asta, la sua
verso della forza di attrito Fa non è a priori noto, e sarà il calcolo a stabilire se l’orien
energia meccanica, somma dell’energia cinetica di rotazione e dell’energia potenziale gra
tamento è quello mostrato in figura oppure opposto ad esso, secondo che il risultato del
vitazionale, è costante e pari al valore che assume nella posizione iniziale, indicata a tratto
calcolo dia Fa > 0 oppure Fa < 0. E’ importante osservare che, poiché il disco rotola
continuo in figura. Osservando che nella posizione iniziale l’energia cinetica dell’asta è nul
senza strisciare, il punto C del disco istantaneamente a contatto col piano (vedi figura)
la (perchè è detto, nel testo del problema, che nLasta viene lasciata cadere da ferma1’),
ha velocità nulla, poiché non nStriscian: di conseguenza l’attrito scambiato fra piano e
l’energia meccanica iniziale dell’asta è uguale all’energia potenziale gravitazionale inizia
disco, pur quest’ultimo essendo in moto, è di tipo statico, e non dinamico. Per procedere
le. Se introduciamo un asse z verticale orientato verso l’alto con origine nel perno A di
ulteriormente nell’analisi, è importante aver chiara la cinematica di movimento del disco.
rotazione dell’asta ed assumiamo uguale a zero l’energia potenziale alla quota del fulcro
Poiché il punto C del disco è istantaneamente in quite, esso compie un moto di rotazione
A, avremo che nella posizione iniziale l’energia meccanica dell’asta vale:
con centro di istantanea rotazione in corrispondenza del punto C. Ciò significa che la ve
L locità di un generico punto P del disco si può scrivere nella forma Vp = cj x (P —C), dove
E = M gzc = M g - a) cj = —(d(/)/dt)uz è la velocità angolare (vettoriale) di rotazione del disco (0 è l’angolo di
5.2 Soluzioni 163 164 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
rotazione del disco, assumendo un angolo di rotazione orario come in figura) e ( P - C ) è S.5.29.
il vettore posizione spiccato dal centro C che congiunge il punto R In particolare, la velo Anche questo problema riguarda il moto di rotolamento
cità del centro di massa G sarà data da V0 = (dcj)/dt) Rwx e dunque la sua accelerazione, senza strisciamento su un piano scabro. Qui si tratta di
per derivazione, da — aRwXi dove a = d2(j)/dt2 è Taccelerazione angolare del disco. una ruota in moto sotto l’azione di una forza trainante
Siamo ora in grado di scrivere le equazioni di moto del disco (moto del centro di massa F orizzontale applicata al centro della ruota. Possiamo
ed equazione dei momenti) con le quale il calcolo del movimento del disco è determinato intuire che, se la forza applicata è troppo intensa, la for
univocamente: za di attrito necessaria per mettere in rotazione la ruota
senza che essa strisci sul piano può superare il valore massimo imposto dal vincolo di
- equazione di moto del centro di massa nella direzione x : attrito statico e la ruota, di conseguenza, inizierà a strisciare. Questo è il motivo per cui
le ruote di una automobile, in accelerazione su un piano a basso attrito, possono slittare.
M g sin O - F a - M ac — M a R i (1) Per studiare in maniera quantitativa il problema e determinare la massima forza che si
può applicare alla ruota evitando lo strisciamento, cominciamo col tracciare il diagramma
- equazione di moto del centro di massa nella direzione y : delle forze agenti sulla ruota, mostrato in figura. Nel diagramma abbiamo introdotto le
due componenti incognite della forza esercitata dal piano sulla ruota, e cioè la forza di
—MgcosO + N — 0, (2)
appoggio normale A e la forza di attrito orizzontale Fa. Se la ruota non striscia, il punto C
- equazione dei momenti rispetto al polo G: della ruota a contatto con il piano ha velocità istantanea nulla, mentre il centro di massa
G della ruota si muove lungo Tasse x orizzontale con una accelerazione S0 = aRwXi dove
FaR = a IGi (3) a è l’accelerazione angolare della ruota (orientata con il verso indicato in figura). Per una
dettagliata analisi del moto di rotolamento senza strisciamento della ruota, rimandiamo il
dove I q = (1/2)M R 2 è il momento di inerzia del disco rispetto al centro di massa G. Si lettore alla discussione del problema precedente. Le incognite scalari introdotte sono tre:
osservi che, in presenza di un polo O mobile, la equazione dei momenti (seconda equazione N i Fa ed a, e quindi dovremo scrivere tre equazioni scalari per determinare tali grandez
cardinale) dovrebbe essere scritta nella forma generalizzata: dLo/dt = OJl0 - Vo x Q, ze. Le tre equazioni sono precisamente le equazioni di moto della ruota, comprendenti le
dove Lo, OJl0 e Q = M v q sono il momento angolare, il momento delle forze esterne e la equazioni di moto del centro di massa e T equazione dei momenti:
quantità di moto del corpo. Tuttavia, se il polo mobile coincide col centro di massa (come
nel nostro caso), od ha una velocità parallela ad esso, Tequazione assume la forma usuale - equazione di moto del centro di massa nella direzione x :
con polo fìsso, essendo v o x Q = 0. Le equazioni (1), (2) e (3) costituiscono un sistema
di tre equazioni nelle tre incognite Fa, N e a, che risolte danno: F - F a = M ac = M aR (1)
N -M g = O (2)
Fa = T^Mg sin#, (5)
- equazione dei momenti rispetto al polo G:
2*7sin 0
(6) FaR = a IG, (3)
a ~ 3 R '
A questo punto resta da verificare la condizione, assunta come ipotesi fondamentale nello dove I q = (1/2)M R 2 è il momento di inerzia della ruota rispetto al centro di massa G.
svolgimento del problema, che il disco non scivoli, e che cioè il punto C istantaneamente a Risolvendo tali equazioni, si ottiene facilmente:
contatto con il piano abbia effettivamente velocità nulla. Tale condizione implica, secondo
la equazione (5), l’esistenza di una forza di attrito non nulla che deve essere sviluppata dal N = M
g
, (4)
piano di appoggio, oltre che di una forza di appoggio normale N. La condizione di non
F 2
slittamento è dunque quella dell’attrito statico, e cioè deve aversi |Fa|< Jjl3N . Usando le (5)
R (M + I g /R?) ~ ’
espressioni di N e Fa date dalle equazioni (4) e (5), tale condizione diviene:
F F
(6)
^M g sin# < JisM g cos Oi (7) l~ i + m r 2/ / g ~ 1 '
O
La condizione di non slittamento è |Fa|< g sN; utilizzando le espressioni di e Fa date
dalle equazioni precedenti, si ha perciò:
0 < atan(3/is). (8)
F < 3 HsM
~ 29.4 N.
g (7)
5.3 Esercizi di autovalutazione 165 166 Dinamica dei sistemi, gravitazione e dinamica del corpo rigido
AV.5.12.
Un ragazzo di massa M = 40 kg è fermo su uno skateboard di massa m = 2 kg. Il ragazzo S A . 5 . 5 . _________________________
scende dallo skateboard con un salto con velocità iniziale v0 = 0.5 m /s rispetto a terra e (a) vlf = y/v\i - 2 Lsin
g
~ ( a + /Jd cos a) = 3.43 m/s;
con un angolo pari a a = 60° rispetto all’orizzontale. Si determinino:
(%) l’impulso che il terreno esercita sullo skateboard in modulo direzione e verso; (b) Le due masse si fondono in un unico oggetto, di velocità:
(ii) la velocità dello skateboard dopo il salto del ragazzo;
(in) la direzione del salto in un sistema di riferimento solidale allo skateboard. V = — Vi f = --------— \ vu (sina + Hdcosa) = 2.29 m/s.
M j mi jT m2 v
AV.5.13.
SA.5.6.
Tre corpi di massa m si muovono per effetto dell’interazione gravitazio / ) Vl
nale lungo un’orbita circolare mantenendosi ai vertici di un triangolo
equilatero di lato b. Si determini il periodo di rivoluzione in funzione 54
di m, b e della costante di gravitazione universale G. (b) A K = K f - K i = - 3 0 ^ 1 = -0.225 J.
5.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi 169
SA.5.7.
Vif = Y = °-2 m/ s>
Avi .
v2f = — = 0.8 m/s.
SA.5.8.
d = ^ -
128fLd
SA.5.9.
(a) V i= /3;
(b) h = v§/(18
SA .5.10.
SA .5.12.
(i) I = Mv
qin
s a = 10>/3 kg m/s, direzione verticale verso l’alto;
(il) M c o s a = —5Km/s;
/ - I vs = ------fo /
m
(in) a' = atan(0.25v/3/5.25) = 4.72°.
SA .5.13.
172 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
a pressione atmosferica. Si dica quale sarà la composizione finale della miscela una vol
ta raggiunto l’equilibrio termico. Si assumano, per i calori specifici ed i calori latenti,
le seguenti espressioni: calore specifico del ghiaccio cgh = 0.5 cal/g °C; calore specifi
co dell’acqua cac = 1 cal/g °C; calore specifico del vapor d’acqua a pressione costante
cva = 0.44 cal/g °C; calore latente di condensazione del vapor d’acqua Xva = 540 cal/g;
calore latente di fusione del ghiaccio Xgh = 80 cal/g.
Capitolo 6
P.6.6.
Un gas ideale alla temperatura T = 300 K ha una densità molecolare di Af = IO25
Termologia, calorimetria, primo molecole/m3. Si calcoli la pressione del gas.
R 6.7.
principio della termodinamica Un gas ideale è costituito da ni moli di elio (He) e da n2 moli di azoto (N2). Calcolare il
calore specifico molare del gas a volume costante.
R 6.8.
6.1 Problemi Un gas perfetto esegue una espansione adiabatica reversibile nella quale il gas triplica la
sua pressione e dimezza il suo volume. Determinare il calore specifico a volume costante
P.6.1. Cy del gas.
In un termometro a mercurio la colonna di fluido è alta hi = 5 cm quando il termo
metro è immerso in ghiaccio fondente a pressione atmosferica ed Zi2 = 10 cm quando il R 6.9.
termometro è posto in equilibrio con acqua in ebollizione. Stimare le costanti termometri- n moli di gas ideale compiono una trasformazione
che del termometro e dire a quale temperatura la colonna di mercurio sarà alta Zi3 = 8 cm. quasistatica dal volume iniziale Va e pressione Pa
al volume finale Vp e pressione pB, con Vp > Va e
P.6.2. Pb < Pa , rappresentata nel piano (p, V) dal segmen
Un termometro di capacità C alla temperatura Z1 viene immerso in un fluido di massa m to AB di figura. Si determini:
e temperatura t avente calore specifico massico c. Si calcoli la temperatura misurata dal (i) la temperatura assoluta T del gas lungo la trasfor
termometro, precisando in quali condizioni tale temperatura è prossima a t. mazione quando il volume del gas assume un valore
V compreso fra Va e Vp ;
P.6.3. (ii) quale condizione deve sussistere fra Va , Pa , Vb e pB affinchè la temperatura massima
Una massa mi = 2 kg di ghiaccio a temperatura t\ = —10 °C viene mescolata con una del gas nella trasformazione sia raggiunta nello stato di equilibrio corrispondente al punto
massa ra2 di acqua alla temperatura t2 = 20 °C. Sapendo che dopo il mescolamento si medio del segmento AB.
ottiene acqua alla temperatura t = 5 °C, si calcoli la massa ra2 trascurando ogni dissipa
zione di calore con l’ambiente. R 6.10.
(Calore latente di fusione del ghiaccio: Agh = 3.3 x IO5 J/kg. Calore specifico del ghiaccio Si consideri la trasformazione quasistatica di un gas perfetto descritta nel problema pre
cgh = 2051 J/Kg °C.) cedente. Assumendo che il gas sia monoatomico, si determini l’espressione del calore
specifico c = c(V) del gas lungo la trasformazione da A a B come funzione del volume V
P.6.4. del gas.
Un proiettile di piombo di massa m = 0.05 kg alla temperatura tPb = 20 °C, dotato di
R 6 .ll.
velocità = 100 m/s, si conficca orizzontalmente in un blocco di ghiaccio fondente di
Si calcoli il calore specifico molare di un gas perfetto in una trasformazione reversibile
massa M = 0.5 kg, posto su un piano orizzontale liscio. Sapendo che il calore specifico
descritta dall’equazione V T k =Costante, dove V e T sono il volume e la temperatura as
del piombo è cPb = 130 J/kg°C ed il calore latente di fusione del ghiaccio Xgh = 3.3 x IO5
soluta del gas, e k una costante.
J/kg, si calcoli la massa di ghiaccio che si è fusa.
R 6.12.
P.6.5.
Una mole di gas ideale monoatomico alla temperatura Ti = 300 K compie una espansione
Una massa mi = 0.1 kg di ghiaccio alla temperatura ti = —10 °C viene mescolata adia
adiabatica reversibile che ne aumenta il volume dal valore iniziale V\ = 1 m3 al valore
baticamente con una massa ra2 = 0.2 kg di vapor d’acqua a temperatura t2 = 160 °C
6.1 Problemi 173 174 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
finale V2 = 2 m3. Calcolare la temperatura finale del gas ed il lavoro compiuto dal gas dove Cy è il calore specifico del gas a volume costante.
nella espansione.
P.6.18.
P.6.13. Un recipiente a pareti rigide ed adiabatiche è co
n = 10 moli di gas perfetto vengono compresse isotermicamente ed in modo reversibile da stituito da due ampolle collegate da un tubicino
un volume Vi = 1 m3 al volume finale Vf. Il gas è contenuto in un recipiente adiabatico a munito di una valvola. Inizialmente la valvola è
contatto termico con un serbatoio di calore costituito da una massa m — 0.1 kg di ghiaccio chiusa e nell’ampolla di sinistra sono contenute
fondente a temperatura t = 0°C . Si determini il valore del volume finale Vf per il quale n\ = 3 moli di He a temperatura T l = 300 K,
si ha completa fusione del ghiaccio. mentre nell’ampolla di destra vi sono n2 = 2 moli di N2 a temperatura T2 = 270 K. La
(Calore latente di fusione del ghiaccio: Agh — 79.7 kcal/kg.) valvola viene aperta ed i gas si miscelano defluendo fra le due ampolle del recipiente fino
a raggiungere una condizione di equilibrio. Calcolare la temperatura finale di equilibrio
P.6.14. dei due gas, supponendo che questi si comportino come gas perfetti.
Una mole di gas perfetto monoatomico occupa inizialmente un volume U0 alla temperatura
T0 = 300 K. Il gas si espande fino a raddoppiare il suo volume seguendo una trasforma
zione reversibile di equazione p(V) = pexp(—V/Vo), con p costante. Si calcolino: P.6.19.
(i) la temperatura finale del gas; n = 2 moli di un gas biatomico
L §as vuoto
(ii) il calore scambiato dal gas nella trasformazione. sono contenute in un recipiente
a pareti adiabatiche munito di
P.6.15. un pistone orizzontale di sezio
MMM
Una mole di gas perfetto monoatomico compie una trasformazione reversibile caratteriz ne S = 0.1 m2, libero di scorrere
zata dal calore specifico molare c(T) = C y -b aT, con a = 5 x IO-2 J/(m ol K2). Sapendo senza attrito e vincolato ad una molla di costante elastica k = 10 N/m in vuoto, come
che nella trasformazione la temperatura del gas varia dal valore iniziale T1 = 300 K al mostrato in figura. Inizialmente il gas occupa un volume V1 = 1 m3 alla temperatura
valore finale T2 = 450 K, si calcolino il calore scambiato dal gas ed il lavoro compiuto T l = 300 K. Il gas viene quindi riscaldato lentamente mediate una resistenza elettrica.
nella trasformazione. Sapendo che il volume finale del gas dopo il riscaldamento è V2 = 2 m3, calcolare la quan
tità di calore Q fornita al gas dalla resistenza elettrica.
P.6.16.
n = 2 moli di gas perfetto monoatomico sono contenute in un P.6.20.
recipiente a pareti adiabatiche, chiuso da un pistone anch’esso In un recipiente rigido adiabatico contenente n = 2 moli di un gas ideale monoatomico,
adiabatico, di massa trascurabile e sezione S = 10 cm2. Sul a pressione p0 = 2 x IO5 Pa e temperatura T0 = 300 K, viene introdotto un solido di
pistone è appoggiato un blocco di massa m = 20 kg ed il pisto capacità termica C = 30 J/K, alla temperatura T = 800 K. Si determini la pressione
ne è in equilibrio alla temperatura T l = 100 K. Si determini il finale del gas. Si trascuri la capacità termica del recipiente ed il volume del solido.
volume occupato dal gas sapendo che la pressione atmosferica
esterna è pe = IO5 Pa. Successivamente il blocco viene rimosso P.6.21.
ed il gas si espande fino a raggiungere Tequilibrio alla pressione Una miscela costituita da due moli di elio (He) e tre moli di azoto (N2) compie una
esterna atmosferica. Si calcoli la temperatura finale T2 di equilibrio del gas. espansione adiabatica reversibile che ne raddoppia il volume. Si calcoli il rapporto fra la
pressione finale e quella iniziale considerando la miscela un gas ideale.
R 6.17.
Un gas perfetto compie una trasformazione reversibile di equazione:
P.6.22.
Si consideri il processo di vaporizzazione di una massa m = 0.1 kg di acqua alla tempera
V = Voexp(TrfR), (1)
tura di ebollizione a pressione atmosferica p = IO5 Pa. Si calcolino:
(i) il lavoro compiuto dall’acqua;
dove r è una costante. Dimostrare che il calore specifico del gas lungo la trasformazione
(ii) il corrispondente aumento di energia interna.
varia con la temperatura secondo la legge:
(calore latente di vaporizzazione dell’acqua: A*, = 2.26 x IO6 J/kg; densità del vapore
Pv = 0.6 kg/m 3 )
c = Cy ^-rT (2)
6.1 Problemi 175
P.6.23.
Un gas ideale monoatomico è contenuto
va lv o la
in un recipiente adiabatico alla pressio
ne Pq = 2 atm, collegato mediante una
valvola ad un cilindro munito di pistone
soggetto ad una pressione esterna pe = 1
atm, come mostrato in figura. Inizial
mente la valvola è chiusa ed il gas si tro
va in equilibrio alla temperatura T1 = 300 K. La valvola viene aperta lentamente e il
gas fluisce nel cilindro, fino a che si raggiunge una condizione di equilibrio. Calcolare la
temperatura finale del gas.
6.2 Soluzioni 177 178 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
6.2 Soluzioni Se le temperature t1 e t non sono molto discoste fra loro, questa condizione richiede in
pratica che la capacità C del termometro sia piccola rispetto a quella, pari a me, della
S.6.1. massa di fluido.
La temperatura t nella scala Celsius viene empiricamente legata all’altezza Ji della colonna
di mercurio, che è la sostanza termometrica, dalla relazione lineare: S.6.3.
Indichiamo con Q1 e Q2 i calori assorbiti dalle due masse mi e m2 per portarsi all’equlibrio
Ji(t) = at + b, (1) termico alla temperatura t. Il calore Q1 assorbito dalla massa mi di ghiaccio è dato dalla
somma di tre contributi secondo la relazione seguente:
dove a e b sono le costanti termometriche, che vanno determinate assegnando i due punti
fissi, e cioè h(0) = Ji1 e Ji(IOO) = Ji2. Perciò: Qi = mic9h(to ~ h ) + XghrTni + mieac(t - to), (1)
b = Ji(O) = Jii = 5 cm (2) dove to = 0 °C è la temperatura di fusione del ghiaccio a pressione atmosferica, cgh e Cac
sono i calori specifici massici del ghiaccio e dell’acqua, rispettivamente, e Xgh è il calore
e: latente di fusione del ghiaccio. La quantità di massa d’acqua m2 assorbe invece il calore:
IOOa + b = Zi2 (3)
da cui: Q2 = m2cac(t - t2). (2)
« = ^ qq^1 = 0-05 cm/°C. (4) Si noti che, poiché t < t2, si ha Q2 < 0, e cioè la massa m2 di fatto cede calore. Trascurando
la dispersione di calore nell’ambiente, la trasformazione sarà complessivamente adiabatica,
Infine, l’altezza Ji3 della colonnina si raggiungerà alla temperatura t data da:
e cioè Q1 + Q2 = 0. Tale condizione comporta perciò che valga la seguente equazione:
t= t l d ì = 60 °C. (5) miCgh(to - tx) + Xgbm1 + miCac(t - t0) + m2eac(t - t2) = 0, (3)
a
S.6.2. che, risolta rispetto all’incognita m2, fornisce la soluzione del problema:
Indichiamo con tm la temperatura misurata dal termometro quando esso è immerso nel
= rnxCghjto - tx) -f XghTn1 + m nyft - t0) _ n g5 ^
fluido. Trascurando il calore dissipato nell’ambiente, per calcolare tm occorre imporre m2 (4)
che il calore globalmente scambiato (assorbito) dal sistema costituito dal fluido e dal Cac(t2 t)
termometro sia nullo, e cioè che: Si osservi che, per il calcolo numerico, abbiamo assunto ca, lcal/g °C = 4180 J/kg °C
Q i + Q2 = 0, (l) per il calore specifico dell’acqua.
essendo Q1 e Q2 i calori assorbiti dal termometro e dal fluido, rispettivamente, nel rag
giungimento dell’equilibrio termico. Poiché Q1 = C (tm — ti) e Q2 = mc(tm — t), si S.6.4.
ha: Nell’urto anelastico si conserva la quantità di moto del sistema in direzione orizzontale,
C (tm - *i) + mc(trn - t ) = 0 (2) per cui la velocità V del blocco dopo l’urto, nel quale resta conficcato il proiettile, sarà
data dalla relazione:
da cui: mvo
, Ct1 + mct /ox m+ M a)
C + me L’energia cinetica dissipata nell’urto vale pertanto:
La condizione affinchè la temperatura finale misurata sia prossima a t può essere espressa
dalla disuguaglianza (valida purché t sia discoste da zero) : _ 1 9 I, , 1 TTlM
Ediss = -m v 0 - ~(m + M )V 227 J. (2)
M
tm t
<1. (4) Tale energia viene ceduta al ghiaccio fondente sotto forma di calore, determinando la
t
fusione in acqua di una massa A M di ghiaccio. Per calcolare A M occorre però tenere de
Sostituendo l’espressione di tm data dalla equazione (3) nella equazione (4), dopo qualche bitamente in conto che anche il proiettile di piombo, inizialmente a temperatura cede
passaggio algebrico si ottiene facilmente la seguente condizione: la quantità di calore mcpb(tpb —to) al ghiaccio portandosi, all’equilibrio, alla temperatura
t0 = 0 °C di fusione del ghiaccio. Dalla definizione di calore latente di fusione, potremo
perciò scrivere:
XghA M = Ediss + mcpb(tpb — to), (3)
6.2 Soluzioni 179 180 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
_ Tn1Cgfiito ^l) + Tn1Cadt1OO *o) + Tn2Cyait1QQ t2^j + Tn1Xgh Quanto vale il calore specifico della miscela se la trasformazione fosse avvenuta a pressione
~ 24.4 g. (5) costante?
S.6.6. S.6.8.
La pressione del gas può essere calcolata utilizzando l’equazione di stato del gas perfetto Poiché si tratta di una trasformazione adiabatica reversibile, l’equazione della trasforma
secondo la relazione: zione, nelle variabili (p, V), è data da:
nRT
a)
PV1 =P oV ^ (1)
Si osservi che, dai dati del problema, non conosciamo nè il numero di moli n nè il volume
V del gas, ma solo la sua temperatura assoluta T e la densità molecolare N . Ricordando dove Vq e po sono il volume e la pressione iniziali del gas e 7 = cP/cv è il rapporto fra i
che una mole di gas contiene un numero di molecole pari al numero di Avogadro N a — calori specifici del gas a pressione e volume costanti. Al termine della trasformazione si
6 x IO23 mol-1 , le grandezze n, V e N sono perciò legate dalla semplice relazione ha, dai dati del problema, V = Vo/2 e p = 3p0, e perciò dovrà aversi:
3 p ° ( y ) 7 = PfVor. (2)
6.2 Soluzioni 181 182 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
Dividendo ambo i membri dell’equazione precedente per po^o7 avremo, in conclusione: che si può scrivere, dopo alcune semplificazioni, nella forma seguente:
da cui: In base all’equazione di stato dei gas, il significato fisico di tale condizione è il seguente:
ln3 il massimo della temperatura nella trasformazione da A a B è raggiunto in corrisponden
-il — (4) za del punto medio del segmento AB se gli stati di equilibrio iniziale A e finale B della
Per calcolare il calore specifico del gas a volume costante, osserviamo che 7 = cp/cy e trasformazione sono alla stessa temperatura.
che, per la relazione di Mayer, Cp — Cy = R. Pertanto, eliminando il calore specifico a
pressione costante, si ha: S.6.10.
Il calore specifico lungo la trasformazione 7 dell’esercizio precedente, rappresentata dal
R segmento AB nel piano (p, V), è definito dalla relazione:
J C y — C y = C y = 1.71 R. (5)
7 -1
S.6.9.
L’equazione della trasformazione nel piano (p, V) è
dove SQ è il calore assorbito dal gas per aumentare la sua temperatura di dT. Se applichia
l’equazione della retta passante per i punti A e B, e
mo il primo principio della termodinamica per un tratto infinitesimo della trasformazione
cioè:
Pb - Pa si avrà:
P = Pa + - -(V - VA). (1) SQ = pdV + dU = pdV Hhncv dT, (2)
Vb - V a '
La temperatura lungo la trasformazione si calcola essendo pdV il lavoro delle forze di pressione e dU = ncydT la variazione dell’energia
subito dall’equazione di stato del gas perfetto; assu interna per il gas ideale, dove cv è il suo calore specifico a volume costante. Per gas
mendo il volume del gas come variabile indipendente monoatomico, si ha inoltre cv = (3/2)R. Sostituendo l’espressione di SQ data dalla
nella trasformazione, si ha cioè: equazione (2) nella equazione (1), si avrà:
_ pV Pa (Pb^ P a HY p dV 3_ p 1
T = (2)
nR nR nR{VB - VA) C~ ° v + n d T ~ 2 R + nJdT/dV)'^
Si noti che la temperatura è una funzione quadratica del volume occupato dal gas, e può Per esprimere il calore specifico del gas lungo la trasformazione come funzione del volume
essere scritta nella forma: occupato dal gas, che assumiamo come variabile indipendente della trasformazione, occor
re esprimere la pressione del gas p e la derivata dT/dV come funzioni del volume del gas.
T (V ) = a V - bV2, (3)
Usando la espressione della temperatura T = T (V ) data dalla equazione (2) dell’esercizio
dove le costanti a e b sono definite dalle relazioni: precedente, la derivata dT/dV può essere facilmente calcolata e dà come risultato
Pa Vb —PbV a dT _ 2 (Pa - P b )V Pa Vb
(4)
UR(Vb - V a )' dV nR(VB
~ VA) + nR(VB - '
Pa - P b La pressione del gas varia poi con il suo volume in accordo con la relazione lineare:
b= (5)
UR(Vb - V a ) ’
Pii —Pa
Poiché b > 0, la temperatura assume un valore massimo in corrispondenza del volume V0 P = Pa + (V - VA). (5)
Vb - V a
tale che (dT/dV)y0 = 0, e cioè per:
In conclusione, si ha per il calore specifico c = c(V) la seguente espressione:
y _ _ Pa Vb —Pb Va
(6) c (V ) = Ì R _ Za ) (Pb -
R P^YS. V ~ Va )
0 2 b2
(p a - P b ) (6)
2 2(p^ —Pb )V + Pb Va —PaV b
Affinchè tale massimo della temperatura sia raggiunto quando il gas è nello stato di
S.6.11.
equilibrio rappresentato dal punto medio del segmento AB nel piano (p, Vr), e cioè per
Il calore specifico lungo la trasformazione, per un gas ideale il cui calore specifico a volume
V0 = (Va + Ve)/2, deve aversi:
costante vale C y , è dato dalla relazione generale:
Pa Vb —Pb Va _ Va Hh Vp I SQ _ p dV
(7) c (1)
Z(Pa - P b ) 2 n d T =Cv + ndT'
6.2 Soluzioni 183 184 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
Tale relazione è ottenuta, come già spiegato nell’esercizio precedente, esprimendo il calore Poiché nella trasformazione il gas non scambia calore (Q = 0), dal primo principio della
6 Q assorbito dal gas in un tratto infinitesimo della trasformazione mediante il primo prin termodinamica il lavoro di pressione C compiuto dal gas sarà uguale ed opposto alla
cipio della termodinamica in forma differenziale, e cioè 6Q = pdV -b dU — pdV -f ncydT. variazione della sua energia interna, che vale AU = ncv (T2 — T1) per il gas perfetto.
Osserviamo che, delle tre variabili p, V e T che descrivono lo stato di equilibrio del gas, solo Dunque:
una variabile può essere assunta come indipendente lungo la trasformazione. Infatti, una
C = - A U = UCyiT1 - T2) = ^RniT1 - T2) ~ 1384 J. (3)
relazione fra le tre variabili è imposta dall’equazione di stato del gas perfetto, pV = nR T,
mentre l’altra equazione, l’equazione della trasformazione termodinamica, definisce un S.6.13.
ulteriore legame fra le variabili T e V, e cioè V T k - costante lungo la trasformazione. Se indichiamo con Q il calore ceduto dal gas nella compressione isoterma, si avrà la
Scegliamo dunque una delle tre variabili come indipendente ed esprimiamo, di conseguen completa fusione della massa m di ghiaccio fondente se:
za, le altre due variabili in funzione di quella scelta come indipendente. Scegliendo, ad
esempio, la temperatura come variabile indipendente, si avrà: Q = m\gh, a)
costante nRT nRTk+1
dove Xgh è il calore latente di fusione del ghiaccio a 0 °C a pressione atmosferica. Per il
Tk ’ ^ V costante calcolo del calore Q, osserviamo che, poiché la trasformazione subita dal gas è isoterma
Perciò, usando la regola di derivazione delle funzioni composte (1/V) (dV/dT) = d(\nV)/ dT, ed il gas è ideale, la variazione di energia interna del gas nella trasformazione è nulla e
si avrà: dunque il calore ceduto è uguale al lavoro compiuto dal gas, e cioè Q = \C\ (intendendo
p dV TdV ^rri dinV _ dInTk che il calore è ceduto). Inoltre, poiché la trasformazione isoterma è anche quasistatica, il
= R - — = R T —— = - R T —— - = —kR. (3) lavoro di pressione C lungo la trasformazione può essere calcolato mediante l’integrale del
n dT VdT dT dT
lavoro elementare pdV, dove p è la pressione del gas:
Utilizzando questo risultato, l’espressione del calore specifico [si veda l’equazione (1)]
assume, in conclusione, la seguente espressione: f vf rvf nRT Cvf dV Vf
C= pdV = / -T T d v = nRT / (2)TT = nRTìa
c = cv — kR. (4) Jvi JVi V Jvi V M
segue anzitutto che la pressione iniziale p0 del gas vale p0 = p/e, mentre quella finale, pu S.6.16.
corrispondente al volume V\ = 2F0, vale p\ —p/e2 = po/e. La temperatura finale del gas Cominciamo con l’osservare che la pressione P1 esercitata sul
vale, di conseguenza: gas quando sul pistone è posta la massa m è data dalla somma
PiVi 2poVo di due contributi: della pressione esterna pe e della pressione
T1 — ~ 220.7 K. (2)
nR enR e (mg/S) esercitata dal peso mg che insiste sulla superficie S del
pistone. Perciò:
Il calore Q assorbito dal gas nella trasformazione può essere calcolato usando il primo
principio della termodinamica:
Pl = Pe + T r - 2-962 x 105 Pa- (1)
Q = C + AC/, (3)
Il volume iniziale che il gas occupa nel recipiente si calcola
dove AU è la variazione di energia interna del gas ed C il lavoro di pressione da esso com poi immediatamente applicando l’equazione di stato del gas
piuto. Per il calcolo del lavoro C osserviamo che, essendo la trasformazione quasistatica, perfetto:
si ha: URT1 o
V1 = ------ - ~ 0.0056 m3. (2)
Pi
C = Jy 1PdV = Jv
° pexp(-V /V o)dV V tf 0 - 1) . (4) Quando il blocco di massa m viene rimosso, il gas si trova in una situazione di non equili
brio meccanico perchè la pressione esterna, pe, è inferiore a quella del gas, P1. Per questo
il gas si espande sollevando il pistone, fino a raggiungere una nuova condizione di equili
La variazione dell’energia interna del gas vale poi: brio termico e meccanico nella quale la pressione del gas, p2, eguaglia quella esterna pe,
cioè p2 = Pe- Si osservi che nella trasformazione il gas non scambia calore con l’ ambiente
AU = TicviT1 - T0) 0 - l) , (5) (essendo le pareti del recipiente adiabatiche), e cioè la espansione subita dal gas è adia
batica. Tuttavia la trasformazione non è quasistatica, e perciò si tratta di una adiabatica
irreversibile. Infatti, nella trasformazione il gas non percorre una successione di stati di
avendo assunto Cy — (3/2)R per gas monoatomico. In conclusione, il calore assorbito dal equilibrio, ma vi saranno gradienti di pressione e temperatura, ed anzi queste variabili di
gas nella trasformazione vale: stato non potranno nemmeno essere definibili e misurabili nella trasformazione. Questa
osservazione è importante da tenere presente perchè l’utilizzo delle equazioni fra volume
Q = C + A U = uRT0 0 - ì ) + | 0
nRT0 - l ) = nRT0 0 e pressione
- ì ) ~ 588 J. (6) (o fra temperatura e volume) valide per le trasformazioni adiabatiche rever
sibili (ad esempio, la ben nota legge T P 7-1 = costante) sarebbe erroneo e condurrebbe
a risultati sbagliati. Per il calcolo della temperatura finale di equilibrio, T2, del gas e del
suo volume finale, F2, dovremo invece applicare il primo principio fra gli stati di equilibrio
S.6.15. iniziale e finale (che varrà certamente anche se la trasformazione è irreversibile!). Poiché
In base alla definizione di calore specifico molare, il calore Q assorbito dal gas nella Q = O (trasformazione adiabatica) e AU = UCy(T2- T 1) , avremo che il lavoro C compiuto
trasformazione è dato da: dal gas nella espansione vale:
dove Cy è il calore specifico del gas a volume costante. Tale espressione è stata derivata, J1_ niCyiTi + U2Cy2T2 3TiiTi + Sn2T2
~ 284.2 K. (3)
ad esempio, nella soluzione dei problemi 10 e 11 di questo capitolo, a cui rimandiamo il n iC y i + T i2 C y 2 3ni + Sn2
lettore. Per la trasformazione in questione si ha:
S.6.19.
Prima di procedere allo svolgimen
(2) to analitico del problema, cerchia
mo di comprenderne qualitativamen
per cui: te gli elementi essenziali. Il riscal vuoto
dV damento del gas, che avviene lenta " i S k
dT
(3)
mente, determina un aumento del J
f SMMm
da cui: la sua temperatura e dunque della
T ,T d V sua pressione. Ciò provoca un Ien- q x m
(4) to spostamento del pistone; si noti
R v H = rT ■
che, istante per istante, la forza esercitata dalle particelle del gas sul pistone sarà uguale
In conclusione, sostituendo l’equazione (4) nella equazione (1) si ottiene:
e contraria alla forza elastica della molla. L’aumento del volume del gas, a sua volta, va
ad influenzare la temperatura e la pressione del gas stesso in base alla equazione di stato
c = Cy + rT, (5)
dei gas perfetti. Come primo punto da risolvere per giungere alla soluzione del problema,
è necessario stabilire una legge che leghi la pressione p del gas, nel corso della espansione
come volevasi dimostrare.
quasistatica, al suo volume V, e cioè l’equazione della trasformazione p = p(V), assu
mendo il volume come variabile indipendente per descrivere la trasformazione del gas dal
6.2 Soluzioni 189 190 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
Tenendo conto che il gas è biatomico [ c y = (5/2) R] ed usando i valori numerici dati nel
Introduciamo un asse x che descrive la posizione del pistone, con origine x = 0 in corri testo del problema, dalle equazioni (8) e (9) si ha AU = 17471 J e C = 5488 J, da cui
spondenza della posizione in cui la molla è indeformata (x è cioè la compressione della infine Q = AU + C = 22959 J.
molla). La pressione che la molla esercita sul pistone, uguale per Tipotesi di quasistaticità
della trasformazione alla pressione del gas, sarà dunque data da: S.6.20.
kx Il sistema complessivo costituito dal gas e dal corpo solido non scambia calore con l’esterno
(i) e su di esso non viene compiuto alcun lavoro. Dal primo principio della termodinamica
P= T -
segue che la variazione di energia interna del sistema, somma delle variazioni delle energie
Se indichiamo inoltre con X1 la compressione della molla nella condizione iniziale, nella
interne AUgas e A Usoi del gas e del corpo solido, deve essere uguale a zero, cioè:
quale il gas occupa il volume Vri , il volume del gas quando il pistone si trova in una generica
posizione x sarà dato manifestamente dalla seguente equazione: AUgas + AUsol = 0. (1)
V = Vi + S ( x - x i), (2 )
Del resto, se indichiamo con Tf la temperatura finale (incognita) del sistema e con T0 e T
da cui anche:
^ V -V 1 le temperature iniziali del gas e del corpo solido, rispettivamente, si avrà manifestamente:
x = X1 -i------- -— .
(3)
A Ugas = Ucv (Tf - T 0) , A Usol = C(Tf - T ) . (2)
L’equazione della trasformazione p = p(V) si ottiene sostituendo la espressione di x data
dalla equazione (3) nella (1):
Si osservi che, poiché il volume del solido non varia sensibilmente, la variazione della sua
energia interna uguaglia il calore da esso assorbito, pari al prodotto della capacità termica
P(V) = V1 + Sx1). (4)
del solido per il salto di temperatura. Ricordando che, per gas monoatomico, C y = (3/2)R
La compressione X1 della molla nella condizione iniziale, che compare nella equazione e risolvendo l’equazione (1) rispetto alTincognita T/, si ha:
(4), può essere inoltre determinata in funzione dei dati del problema osservando che,
dall’equazione di stato del gas perfetto, deve aversi = URTifV1. Imponendo tale U C yT 0 H- CT
~ 573 K. (3)
condizione si trova perciò: UCy + C
URT1S
X1= W1 ’
—
> (5) La pressione finale pf del gas sarà poi data, in forza dell’equazione di stato del gas perfetto,
da:
+^fp.
da cui:
Pf = = T lpo ~ 3.82 x IO5 Pa, (4)
P(V) = ^ i V - I i ) (6) V I 0
Ciò premesso, per il calcolo del calore Q assorbito dal gas applichiamo il primo principio dove V = nRT0/p0 è il volume del gas, che non varia nella trasformazione.
della termodinamica, e cioè scriviamo:
S.6.21.
Q=AU +C, (7)
Poiché la trasformazione è adiabatica reversibile, i volumi e le pressioni iniziali (Vi,Pi) e
dove AU e C sono la variazione di energia interna ed il lavoro compiuto dal gas nella finali (V2^p2) del gas soddisfano la condizione:
espansione. La variazione di energia interna è data da:
P2
(i)
A tf = ncv (T2 - T1) = ^ i p 2V2 - P1V1) = ^ 4 (½ - V0 V2+ - TiRT1
(8 ) Pi
S2 1V1
dove p2 = P(V2) è la pressione finale del gas, che è stata calcolata dalla equazione (6) essendo 7 = C p / c y il rapporto fra i calori specifici a pressione e volume costanti del gas.
ponendo V = V2. Il lavoro di pressione compiuto dal gas si calcoli invece facilmente a Per il calcolo di 7 osserviamo che, seguendo lo svolgimento del problema 7 di questo
partire dalla equazione (6) e vale: capitolo, il calore specifico a volume costante della miscela di gas sarà dato da:
rv2 rv2 U iC y i U2 C y2 21
c . I y iV W -= / K * [ A ( V - V 1) + IdVf f Cy = --------------------= — R.
Tll T Tl2 10
V dove cyi = (3/2)R è il calore specifico a volume costante dell’elio (gas monoatomico) e
Vi)2 + URT1Vi _ nRTl =
= 2 5 ^ VI Cy2 = (5/2)R quello dell’azoto (gas biatomico). Nel calcolo precedente, abbiamo tenuto
( nRTi Wi inoltre conto dei dati del problema sul numero di moli dei due gas (m = 2 e u2 = 3). Il
V12) + (V2 - V i ) . (9)
= W 2^ V- ^ T S2 volume iniziale P1 al volume finale V2.
6.2 Soluzioni 191 192 Termologia, calorimetria, primo principio della termodinamica
calore specifico a pressione costante, cp, si calcola poi mediante la relazione di Mayer, e risolvere il problema, applichiamo invece il primo principio della termodinamica nella
cioè: forma:
C p = C y + R — ——Z?. (3) Q V C est = AU, (1)
dove Q = 0 è il calore scambiato, Cest il lavoro compiuto dalle forze esterne nell’espansione
Dunque:
C p _ 31 del gas, quando la valvola viene aperta, e AU è la variazione di energia interna del gas.
(4) Per il calcolo di tale lavoro osserviamo che, nella espansione del gas, la pressione esterna
Cy “ 21’
agente su esso è pari a pe ed è costante. Perciò, indicando con F1 e con V2 il volume
e perciò, in conclusione: iniziale e finale del gas, una volta raggiunto l’equilibrio, si ha:
La variazione di energia interna del gas è data poi dalla espressione usuale:
C = pA V = p m ( —------ — ] ~ 1.666 x IO4 J, (1)
VP v Pa J
A U = UCy(T2 - T 1), (4)
dove si è assunto che pa — IO3 kg/m 3. Il calore assorbito dall’acqua per evaporare
essendo C y = (3/2) R il calore specifico a volume costante del gas monoatomico. Sostituen
completamente vale poi:
do le equazioni (3) e (4) nella equazione (1) e tenendo conto che Q = O (trasformazione
Q = m\v ~ 22.6 x IO4 J, (2)
adiabatica), si ottiene:
essendo il calore latente di vaporizzazione dell’acqua. La variazione di energia interna !( T 2 - T 1) = ( ^ r 1 - T 1) . (5)
associata al processo di vaporizzazione si ottiene infine applicando il primo principio:
Questa equazione contiene come unica incognita la temperatura finale T2 del gas, che
A U = Q - C - 20.93 x IO4 J. (3) risolta dà:
T2 = — + (6)
S.6.23. 5Po
Osserviamo anzitutto che, poiché la pres
sione iniziale p0 del gas è maggiore di
quella esterna pe, quando la valvola viene
aperta il gas si espande, spingendo il pi v a lv o la
SA.6.2.
La miscela finale è composta da acqua e ghiaccio a T f - 0°C, in cui 0.47 kg della quantità
iniziale di ghiaccio si sono sciolti.
SA.6.3.
(i) m < Tn2CaiT2
- T0)/[cg{T0 - T1) + ~ 37.8 g, con T0 = 273.15 K;
(U) T3 = [; m2caT2
- mCgiTo - T1) - m\f + mcaT0]/[(m + ~ 275.84 K.
SA .6.4.
(i) p2 = PiiV1(V2)= 7.5 atm;
(U) AU = 0;
SA.6.5.
Tf = (pi + P i)IiPiIT1 V p 2(T2)~ 428.6 K, pf = iPl 2 = 2 x IO5 Pa.
SA.6.6.
T1 = 4T0/5 = 400 K.
SA.6.7.
V(1 + ap)2 = costante.
6.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi 197
SA.6.8.
Tf = 9Ti/7 = 450 K.
SA.6.9.
Vr
(i) C = pq(2Va ~ Va ) -\-nRTB ln — = PoVa + nRT0 In 2 = nRT0-\-nRTB ln2 ~ 29,745 kJ,
Vb
A U= Q -C ->■ Q = AU + ~
C 48,443 kJ.
SA .6.10.
Ah = 0.2 m e AU = \Q =300 J.
SA .6.11.
Pb Vb ~ Pa Va
(i) C =
1 - k
AU = ~{pBVb - P a Va),
3 1 Pb Vb —Pa Va
Q —( PbVb—PaVa) k)
2 + 1 —ifc
(*) ^ = 1 + _ k^
SA .6.12.
a- 7 Cp
Ca = Cy------ - , dove 7 = — .
O t- I Cy
Si noti che per 1 < a < 7 il calore molare ca < 0; queste trasformazioni politropiche
“comprese” tra l’isoterma e l’adiabatica mostrano un calore molare negativo, in quanto
il lavoro compiuto su un tratto di trasformazione è maggiore della quantità di calore
assorbito in corrispondenza. Pertanto l’energia interna del gas, nonostante l’apporto di
calore, diminuisce e conseguentemente anche la temperatura del sistema diminuirà.
200 Secondo principio della termodinamica
Si tracci un diagramma qualitativo del ciclo nel piano (p, V) e se ne calcoli il rendimento
termodinamico.
R 7.5.
Un frigorifero viene utilizzato per congelare acqua a O0C scambiando calore con Tambiente
Capitolo 7 a 40°C. Assumendo che il frigorifero sia una macchina reversibile e che il costo delTenergia
elettrica sia C = 0.5 Euro/kWh, si calcoli quanto costa congelare 100 litri di acqua,
(calore latente di fusione del ghiaccio a pressione atmosferica À = 3 . 3 x l 0 5 J/kg)
P.7.1. R 7.7.
Un gas perfetto biatomico compie un ciclo motore rever Si consideri un fluido termodinamico che compie un ciclo motore reversibile scambiando
sibile ABCA costituito da una espansione isobara AB, calore con più di due sorgenti termiche, e si indichino con T1 e T2 le temperature minima
una espansione adiabatica BC ed una compressione iso e massima, rispettivamente, raggiunte dal fluido lungo la trasformazione. Dimostrare che
terma CA che chiude il ciclo (si veda la figura). Sapendo il rendimento termodinamico rj del ciclo è minore di quello rjc = I - Tii/ T 2 del ciclo di
che Vb /Va — 2, si calcoli il rendimento termodinamico Carnot reversibile a gas perfetto che opera fra le due temperature estreme T1 e T2.
del ciclo. Varierebbe il risultato del problema se il gas
fosse monoatomico? R 7.8.
Un fluido termodinamico compie un ciclo motore reversibile assorbendo calore da due
R 7.2. sorgenti termiche alle temperature T1 = 1000 K e T2 = 800 K, e cedendone ad una terza
Un gas perfetto biatomico compie un ciclo motore rever a temperatura T3 = 500 K. Si dica, giustificando la risposta, se il rendimento termodina
sibile ABCA costituito da un riscaldamento isocoro AB, mico rj del ciclo è minore, maggiore od uguale a 0.5.
una espansione adiabatica BC ed una compressione iso
terma CA che chiude il ciclo (si veda la figura). Sapendo R 7.9.
che Tb /Ta = 2, si calcoli il rendimento termodinamico Un fluido termodinamico compie reversibil
del ciclo. Varierebbe il risultato del problema se il gas mente il ciclo motore ABCDEFA mostrato
fosse monoatomico? in figura. Le trasformazioni AB, EF e CD
sono isoterme a temperature T1, T2 e T3, ri
R 7.3. spettivamente, con T l > T2 > T3, mentre
Un gas perfetto monoatomico compie un ciclo motore reversibile formato da due adiabati BC, DE ed FA sono trasformazioni adiaba
che e da due isobare a pressione pi e p2 > p\. Si tracci un diagramma qualitativo nel piano tiche. Si dimostri che il rendimento rj del
(p, V) del ciclo e se ne calcoli il rendimento termodinamico in funzione del rapporto p2/pi. ciclo soddisfa la seguente disuguaglianza:
R 7.4.
Un gas perfetto monoatomico, inizialmente nello stato di equilibrio A, compie un ciclo - I - - I
motore costituito dalle seguenti trasformazioni:
(i) espansione isoterma reversibile dallo stato A allo stato B, con V b = 2V a ;
(ii) espansione adiabatica irreversibile dallo stato B allo stato C, con Vc = 3Vb e Tc = R 7.10.
Tb /2; Si abbiano tre sorgenti di calore le cui temperature siano rispettivamente T1 = 1000 K,
(iii) compressione isoterma reversibile dallo stato C allo stato D, con pò — P a \ T2 = 600 K e T3 = 500 K. Si stabilisca se un sistema termodinamico possa compiere una
(iv) riscaldamento isobaro reversibile dallo stato D allo stato iniziale A. trasformazione ciclica reversibile assorbendo una quantità di calore Qi = 1000 cal dalla
7.1 Problemi 201 202 Secondo principio della termodinamica
prima sorgente e cedendo le quantità di calore Q2 = 500 cal e Q3 = 50 cal alla seconda la variazione di entropia totale del sistema una volta raggiunto l’equilibrio. Si trascurino
ed alla terza sorgente, rispettivamente. Si giustifichi la risposta. la capacità termica del bicchiere e gli scambi di calore con l’ambiente.
(calore latente di fusione del ghiaccio Xg = 80 cal/g)
P. 7.11.
Utilizzando l’enunciato di Kelvin del secondo principio della termodinamica, mostrare che P. 7.17.
le curve corrispondenti a due trasformazioni adiabatiche reversibili per un gas perfetto non Un cilindro a pareti adiabatiche di sezione S = 0.1 m2 è munito di un pistone mobile,
possono intersecarsi nel piano (p, V). anch’esso adiabatico, di massa trascurabile. La base del cilindro conduce invece calore
ed è posta a contatto con un termostato costituito da ghiaccio fondente alla temperatu
P. 7.12. ra T0 = O0C. Inizialmente il cilindro contiene n = 2 moli di gas perfetto alla pressione
Si dica, giustificando la risposta, se le seguenti affermazioni sono vere: atmosferica p0 = IO5 Pa. Si calcoli il volume occupato dal gas in tali condizioni. Succes
(i) Quando un sistema assorbe calore da una sorgente, la sua temperatura aumenta. sivamente sul pistone viene appoggiata una massa M = 500 kg, che comprime il gas. Si
(ii) Quando un sistema assorbe calore da una sorgente, la sua entropia aumenta. calcolino:
(iii) Quando un sistema cede calore ad una sorgente, la sua entropia diminuisce. (i) il volume finale V2 occupato dal gas ad equilibrio termodinamico raggiunto;
(ii) la quantità di ghiaccio fusa, noto il calore latente di fusione Xg = 335 kJ/kg del ghiac
P. 7.13. cio;
Una macchina frigorifera compie 4 cicli al secondo assorbendo una potenza V = 1.2 kW. (iii) la variazione di entropia del gas, del ghiaccio e dell’universo.
Essa funziona in modo irreversibile, scambiando calore con due sorgenti alle temperature
Ti = 300 K e T 2 = 250 K. Sapendo che in ogni ciclo si ha una variazione di entropia P. 7.18.
A S = 0.4 J/K, si determini il tempo necessario per sottrarre alla sorgente fredda una Un gas perfetto monoatomico viene riscaldato a volume costante da uno stato iniziale di
quantità di calore Q = 250 kJ. equilibrio fino alla temperatura T1 = 500 K. In seguito a tale trasformazione l’entropia del
gas aumenta di A S = 3 J/K. Successivamente il gas torna alla pressione iniziale tramite
P. 7.14. una trasformazione isoterma reversibile. Si calcoli il lavoro compiuto dal gas.
Un recipiente cilindrico, che contiene n = 3 moli di un gas perfetto biatomico, con la base
capace di condurre calore e con la parete laterale costituita di materiale adiatermano, P. 7.19.
è chiuso con un pistone senza peso, anch’esso adiatermano, scorrevole senza attrito. La Due corpi solidi di uguale capacità termica C = 1000 J/K ed a temperature T1 = 100AT e
pressione esterna agente sul pistone è costante e pari alla pressione atmosferica p = 1 atm. T2 = 300K vengono posti a contatto termico fino a raggiungere una condizione di equili
Inizialmente il recipiente è posato su una sorgente di calore alla temperatura Ti = 300 K brio. Trascurando il calore dissipato con l’ambiente, si calcoli la variazione di entropia di
ed il gas si trova in uno stato di equilibrio. Il recipiente viene successivamente spostato ciascuno dei due corpi e dell’universo a seguito della trasformazione.
e posto su un’altra sorgente di calore a temperatura T2 = 400 K, raggiungendo un nuovo
stato di equilibrio. Si calcolino: P. 7.20.
(i) la variazione di energia interna subita dal gas nella trasformazione, precisando se que Un recipiente rigido adiabatico è suddiviso in due parti uguali, comunicanti tra loro me
sta è reversibile oppure no; diante una valvola. In una delle due parti si trovano n = 5 moli di un gas perfetto,
(ii) il lavoro termodinamico compiuto dal gas sull’ambiente; nell’altra c’è il vuoto. Si apre la valvola finché n\ = 2 moli di gas fluiscono nell’altra
(iii) la variazione di entropia del gas e della sorgente termica a temperatura T2; parte, e poi la si richiude. Si determini la variazione di entropia del gas e si dica se la
(iv) la variazione di entropia dell’universo. trasformazione è reversibile.
P. 7.15. P. 7.21.
Si esponga la disuguaglianza di Clausius nella forma valida per trasformazioni cicliche. Un recipiente rigido e adiabatico è diviso da un setto in due volumi uguali, che contengono
Si consideri poi un solido di capacità termica C = 5 kJ/K, inizialmente a temperatura ciascuno n = 3 moli di elio e di azoto alla stessa temperatura. Il setto viene rimosso e
T l = 300 K, che viene posto in un termostato alla temperatura T2 = 600 K e suc si ha il miscelamento dei due gas. Calcolare la variazione di entropia totale a seguito del
cessivamente raffreddato in maniera reversibile fino alla temperatura Tl. Si verifichi la miscelamento dei due gas, precisando se la trasformazione è reversibile. Come cambiereb
disuguaglianza di Clausius per la trasformazione ciclica subita dal solido. be il risultato se inizialmente nei due volumi del recipiente i due gas fossero uguali (ad
esempio elio)?
P. 7.16.
Un cubetto di ghiaccio fondente di massa mg = 15 g viene posto in un bicchiere conte
nente una massa ma = 100 g di acqua, inizialmente alla temperatura di 20°C. Si calcoli
7.1 Problemi 203
P. 7.22.
Una macchina termica compie un ciclo reversibile
rappresentato nel piano (T, S) dal triangolo ABC
di figura. Si calcoli il rendimento termodinamico
del ciclo in funzione del rapporto delle temperature
Tc IT a .
7.2 Soluzioni 205 206 Secondo principio della termodinamica
7.2 Soluzioni Sostituendo le espressioni di Tb /Ta e Vc/Va date dalle equazioni (6) e (8)nella espressione
(4) del rendimento, si ottiene con ciò:
S.7.1.
Il rendimento termodinamico del ciclo è dato da: R _ ( V b
T1= 1 (9)
Cp \VA
a) *
Osservando che 7 /(7 — 1) = cp/(cp — c y ) = cp/R, dove nell’ultimo passaggio abbiamo
dove Qass e Qce^ sono i calori assorbiti e ceduti dal usato la relazione di Mayer cP — C y = R, si ha infine:
gas lungo un ciclo. Mediante semplici considerazioni
basate sul primo principio della termodinamica e sulla rj=l- (10)
legge di stato dei gas ideali, si verifica che il gas assorbe
calore nella espansione isobara da A a B e cede calore
Per Vb /Va — 2, si ha rj ~ 0.307. Si noti che il risultato è indipendente dal valore di C y o
nella compressione isoterma da C ad A, mentre non
Cp, per cui il rendimento del ciclo non cambia se il gas che compie la trasformazione fosse
scambia calore lungo l’adiabatica BC (si veda la figura
monoatomico anziché biatomico.
a lato). Ricordando le espressioni dei calori scambiati in una trasformazione isobara ed
isoterma reversibili, si avrà perciò:
v= l ~ - i)ln{v ù ' (4) dove Qass e Qce^ sono i calori assorbiti e ceduti dal
Per determinare il rendimento del ciclo, osserviamo che nella equazione precedente com gas lungo un ciclo. Con riferimento alla figura, il
paiono i rapporti Tb /Ta e Vc /Va , che andranno espressi in funzione deirunico dato del gas assorbe calore nel riscaldamento isocoro da A a
problema, e cioè del rapporto Vb /Va - Per questo osserviamo che, essendo gli stati A e B B e cede calore nella compressione isoterma da C ad
alla stessa pressione, si ha dalla equazione di stato: A, mentre non scambia calore lungo l’adiabatica BC.
Ricordando le espressioni dei calori scambiati in una
T b = V b
(8)
Va Tb V 1
b - 1= Tc V e \ (5)
7.2 Soluzioni 207 208 Secondo principio della termodinamica
dove 7 = CpI Cy è il rapporto fra i calori specifici del gas a pressione e a volume costanti. (3) abbiamo usato l’equazione di stato del gas perfetto (nT = pV/R) applicata ai quattro
Poiché Tc = Ta e Vb = Va , si ottiene: stati di equilibrio A, B C e D. Il rendimento del ciclo assume dunque la forma:
V c-V p VD/VC
T3 V T x = Ta V T (6) T J =1 I - I Pl
-
\P2 Vb - V a = ' - { % ) T <4>
da cui:
Per calcolare i rapporti dei volumi che compaiono nella equazione precedente, osserviamo
(7) che, poiché gli stati di equilibrio B e C, ed A e D, giacciono su due curve adiabatiche
reversibili, deve aversi:
Sostituendo le espressioni di Vc /Va data dalla equazione (7) nella espressione (4) del P2VJ = PiVT P2VJ = PiVT (5)
rendimento, si ottiene: dove 7 = cP/cy è il rapporto fra i calori specifici a pressione e volume costanti del gas.
Da tali relazioni segue facilmente che:
Ti = I - (8)
Cv Va = Vb
(6)
Vb Ve'
Osservando che R/(7 — 1) = Rcy/(cP — cv ) = cv , dove nell’ultimo passaggio abbiamo e
usato la relazione di Mayer cP — Cy = R, si ha infine: 1/7
Yc = (P2
(7)
Vb \Pi
rj=l- (9) Sostituendo le equazioni (6) e (7) nella (4) si ottiene infine per il rendimento termodina
mico del ciclo la seguente espressione:
Per Tb /Ta = 2, si ha tj ~ 0.307. Si noti che il risultato è indipendente dal valore di cv o
cp, per cui il rendimento del ciclo non cambia se il gas che compie la trasformazione fosse
v= 1 (8)
monoatomico anziché biatomico.
Si noti che il rendimento dipende solo dal rapporto delle pressioni p\jp 2 e dal coefficiente
7 del gas. Per un gas monoatomico, 7 = cP/cy = 5/3, e quindi:
S.7.3.
Il grafico del ciclo motore reversibile, costituito
! M 2/5
(9)
dalle due trasformazioni isobare AB e CD, e dalle
due curve adiabatiche reversibili BC e DA, è mo
strato in figura. Il rendimento termodinamico del S.7.4.
ciclo è dato da: Il grafico del ciclo ABCDA, costituito dalle due
trasformazioni isoterme reversibili AB e CD,
T j = I - (i)
dalla adiabatica irreversibile BC e dalla iso
bara reversibile DA, è mostrato in figura. Il
dove Qass e Qce^ sono i calori assorbiti e ceduti dal rendimento termodinamico del ciclo è dato da:
gas lungo un ciclo. Con riferimento alla figura, il Qced
gas assorbe calore nel riscaldamento isobaro da A T J = I- (1)
Q a ss
a B e cede calore nel raffreddamento isobaro da C a D, mentre non scambia calore lungo le
dove Qass e Qce^ sono i calori assorbiti e ceduti
due trasformazioni adiabatiche BC e DA. Dalla definizione di calore specifico a pressione
dal gas lungo un ciclo. Con riferimento alla fi
costante, si ha inoltre:
gura, il gas assorbe calore nel riscaldamento iso
baro da D ad A e nella espansione isoterma da
Qass — Q ab — ncP(TB — Ta ) — — {pbY b —VaY a ) = p 2 ÌYB ~ VA), (2)
A a B , mentre il gas cede calore nella compres
sione isoterma da C a D. Ricordando le espressioni dei calori scambiati in trasformazioni
Qced = \Qc d \= ncP(Tc —Td ) = -j^(pcVc —Pd Vd ) = ~j^Pi(Vc Vd ), (3) isobare ed isoterme reversibili, possiamo dunque scrivere:
dove cp è il calore specifico del gas a pressione costante, e con P2 e pi abbiamo indicato
Qass = Q da + Qab = ticp (Ta Td ) + Ti RTa Vi ( ^ (2)
le pressioni delle due isobare AB e CD, rispettivamente. Nello scrivere le equazioni (2) e
7.2 Soluzioni 209 210 Secondo principio della termodinamica
e cioè:
Qced IQc d I = nRTDln ( ^ (3)
Q2 = ^ Q i - (2)
Il rendimento del ciclo vale dunque: 1I
Del resto, per il primo principio della termodinamica ed usando la espressione (2) per il
calore Q2, si ha che
V= 1 (4)
C = Q2 - Q 1 = Q1 ( ^ - I ) . (3)
Per calcolare i rapporti dei volumi e delle temperature che compaiono nella equazione Se indichiamo con m = 100 kg la massa di acqua a 0°C da congelare, deve aversi Q1 = raÀ,
precedente, osserviamo che, dai dati del problema, si ha: dove A è il calore latente di fusione del ghiaccio. Perciò il lavoro assorbito dal frigorifero
Vb = Vc per congelare la massa di acqua m vale:
3 ^= (5)
Va ’ V3 ’ Tb 2'
Applicando l’equazione di stato alla isobara DA, tenendo conto delle relazioni precedenti
c = m X ( ^ i ~ 1) '
e che Tc = Td 1 Ta = Tb 1 si ha poi facilmente:
Vc V4 Ta Tb Se C = 0.5 Euro/kWh= 1.3889 x 10 7 Euro/J è il costo dell’energia elettrica, il costo per
(6) congelare la massa m di acqua vale, in conclusione:
Vd = 6 V^ = = 6Tb = 12
AS bc = Ticy In
Tc
+ nR In = TlR ln(2) + ln(3) > 0. (9) dove l’uguaglianza è raggiunta se il ciclo è reversibile. Il lavoro C assorbito in un ciclo,
C = Q2 — Q i1 soddisfa dunque la disuguaglianza:
Ora, poiché si tratta di una trasformazione adiabatica, possiamo concludere che la varia
zione di entropia del gas nella trasformazione non può essere negativa, e che si annulla se e C > Qi (3)
solo se la trasformazione è reversibile. Poiché, con i dati del problema, si ha S(C) > S (B ) ,
la trasformazione adiabatica ha comportato un aumento di entropia, e dunque è stata ir
Il minimo lavoro che occorre spendere si ha quando il ciclo è reversibile e vale dunque:
reversibile.
Q1
(i)
Ti
7.2 Soluzioni 211 212 Secondo principio della termodinamica
S.7.7. S.7.8.
R icord ia m o dalla teoria che, dato un ciclo term od i Poiché il ciclo è reversibile, la variazione totale di entropia delle sorgenti term iche con cui
n am ico m otore rappresentato da una trasform azione il fluido term odin am ico scam bia calore deve essere zero; dette dunque Q1 e Q2 le quantità
ciclica 7 , il rendim ento term odin am ico 77 del ciclo è di calore assorbite dalle sorgenti a tem perature T1 e T2 (con T1 > T2), e Q3 la quantità di
definito da: calore ceduta alla sorgente term ica a tem peratura T3, si ha:
(i)
Qi _ Q 2 Qs
T1 ~ T2 + T3 ( 1)
dove Qced e Qass sono i calori ceduti ed assorbiti, in
un ciclo, dal gas, che p osson o esprim ersi nella form a:
cioè:
Qs — Tf-Qi + ~~ Qc
I• (2)
Qced (2) 1I J2
Il rendim ento 77 del ciclo è p o i d a to da:
Qass —1 _ S3 _ -, _ T3 T2 Q1 + T1Q2
Qi + Q2 T1T2 Q1 + Q2
Se indichiam o con T1 e T 2 le tem perature m inim a e m assim a, rispettivam ente, raggiunge
dal gas nella trasform azione (vedi figura), Tesercizio chiede di dim ostrare che sussiste la O sserviam o che ( T2Q1 + T1Q2)/(Q1 + Q2) è la m edia delle tem perature T2 e T1 pesata
disuguaglianza: sulle quantità di calore Q1 e Q 2, per cui senz’ altro si avrà:
Ts
1- — <
1 T3
77 < 1 — — .
(5) (5)
T2 T1
e cioè: Inserendo nella equazione precedente i dati num erici del problem a, si ha 0.375 < 77 < 0.5.
Il rendim ento term od in am ico del ciclo è dunque inferiore a 0.5.
(6)
(10)
Qced Qi Q2 Q3
> £ . 0, (i)
Qass T2 Ti T2 T3
D alla definizione di rendim ento 77 [vedi equazione ( 1 )] e tenendo con to della disequazione
cioè:
precedente, segue facilm ente Tasserto [equazione (4)].
Q1 = ^ Q 2 + ^ Q 3- (2)
J2 J-3
7.2 Soluzioni 213 214 Secondo principio della termodinamica
Il rendimento r\ del ciclo è poi dato da: ogni trasformazione non può mai comportare una diminuzione dell’entropia totale del
sistema e delle sorgenti termiche con cui esso ha scambiato calore. Poiché il sistema
_ w Q2 + Q3 _ . T2T3 Q2 + Q3 compie una trasformazione ciclica e l’entropia è una funzione di stato, la variazione di
(3)
V~ ~~ Q2T3 + Q3T12 ' entropia del sistema è nulla. La variazione totale di entropia (dell’universo) è perciò data
Osserviamo che (T2Q3 + T3Q2)/(Q 3 + Q2) è la media delle temperature T2 e T3 pesata dalla somma delle variazioni di entropia delle tre sorgenti termiche con cui il sistema ha
sulle quantità di calore Q3 e Q2, per cui senz’altro si avrà: scambiato calore. Poiché la sorgente a temperatura T l cede la quantità di calore Qi mentre
le sorgenti a temperature T2 e T3 assorbono le quantità di calore Q2 e Q3, rispettivamente,
T2Q3 + T3Q2 si ha:
T3 < < T 2. (4)
Q3 + Q2 A-Stot = + + (2)
J-I J2 J3
Tenendo conto della (4), dalla equazione (3) segue pertanto:
La condizione A Stot > 0 corrisponde proprio alla equazione (1).
T2 ^ ^ 1 T3
— < 77 < 1 — — , (5)
J1 Ji 5.7.11.
Supponiamo, per assurdo, che due curve corrispon
che è l’asserto dato nel testo del problema.
denti a due trasformazioni adiabatiche reversibili si
E’ istruttivo osservare che al risultato espresso dalla equazione (5) si poteva anche giungere
intersechino nel piano (p, Vr), come mostrato in fi
mediante semplici argomentazioni geometriche facendo riferimento alla rappresentazione
gura, in un punto A. Se si considera poi una tra
del ciclo nel piano (p, Vr). Infatti, con riferimento alla figura, siano EG, DH e HF i
sformazione isoterma reversibile che intersechi le due
prolungamenti delle isoterme EF, DC e dell’adiabatica AF, rispettivamente. Dette Ti,
adiabatiche in due stati di equilibrio B e C, come
T2 e T3 le aree corrispondenti ai rettangoloidi ABGF, GCDE e EDHF, ciascuno dei
mostrato in figura, il ciclo ABCA è un ciclo motore
quali individua dei cicli di Carnot, il rendimento termodinamico del ciclo ABCDEF vale
reversibile che compie un lavoro T > 0, dato dall’a
manifestamente:
Ti + T2 rea sottesa dal triangoloide ABC, scambiando (assor
V= (6) bendo) calore da una sola sorgente termica lungo la
Qass
isoterma BC. Un tale ciclo viola l’enunciato di Kel
essendo Qass il calore assorbito nella isoterma AB. Poiché per costruzione ABGFA è un
ciclo reversibile di Carnot che opera tra le temperature T1 e T2, si ha: vin del secondo principio della termodinamica. La
violazione si rimuove ammettendo che le due adiabatiche non si intersechino.
V (7)
5.7.12.
Indichiamo con A Ssìs e con A Ssorg le variazioni di entropia del sistema e della sorgente
Inoltre, con riferimento al ciclo di Carnot ABCHA che opera reversibilmente fra le sorgenti
termica a temperatura T con cui esso ha scambiato calore, e sia Q la quantità di calore
termiche a temperature T1 e T3, si ha pure:
assorbita dal sistema (Q < 0 se la quantità di calore è ceduta dal sistema alla sorgente
Ti + T2 + T3 ^ T3 termica). L’unico vincolo imposto dal secondo principio della termodinamica alla realiz
V< (8) zabilità della trasformazione è che la variazione di entropia dell’universo non diminuisca,
Qass T1
e cioè che:
Le disequazioni (7) e (8) corrispondono proprio alla (5). A Ssis + A Ssarg > 0, (1)
SQ Qi _ Q2 _ Q3 < n
( 1) A Ssis > (2)
/ T Tl T2 T3 - ’
valendo il segno di uguaglianza se lo scambio di calore con le sorgenti termiche è stato Ciò premesso, possiamo a questo punto rispondere ai quesiti del problema e dire se le tre
reversibile. Dai dati del problema, si ha Q ifT i — Q2/T2 — QzfT3 ~ 0.067 cal/K, perciò affermazioni sono vere.
tale trasformazione non è possibile per alcun sistema termodinamico. (i) Quando un sistema assorbe calore da una sorgente termica, la sua temperatura aumen
Un modo equivalente di risolvere il problema è di osservare che, per un sistema isolato, ta. Non necessariamente.
7.2 Soluzioni 215 216 Secondo principio della termodinamica
Ciò che senz’altro aumenta è la sua entropia, ed anzi aumenta in maniera superiore o S.7.14.
uguale a Q /T , ma tale aumento non corrisponde necessariamente ad un aumento della La trasformazione è irreversibile perchè il gas è portato a contatto termico con una sor
sua temperatura. Come controesempio, si consideri come sistema un gas ideale contenu gente termica a temperatura T2 diversa da quella iniziale T1 (irreversibilità termica). La
to in un recipiente a pareti adiabatiche a contatto termico con una sorgente termica a variazione di energia interna del gas vale:
temperatura T e munito di un pistone mobile. Se il gas si espande perchè, ad esempio,
la pressione esterna diminuisce bruscamente (si veda, as esempio, il problema P l6 del AU = ncv{T2 - T1) = ^nRiT2 - T1) ~ 6.23 kJ, (1)
capitolo precedente), esso compie lavoro ed assorbe una uguale quantità di calore dalla
sorgente termica, mentre la sua temperatura (e dunque la sua energia interna) non va essendo Cy = (5/2)R il calore specifico a volume costante per gas biatomico. Per calcolare
ria. Successivamente il gas, allontanato dalla sorgente termica, può subire una espansione il lavoro C compiuto dal gas, siano V1 e V2 i volumi occupati dal gas nel cilindro nelle
adiabatica reversibile che determina una diminuzione della temperatura del gas, senza che condizioni iniziale e finale, rispettivamente. Poiché sul pistone agisce la pressione esterna
esso scambi calore. La trasformazione complessiva ha comportato perciò una diminuzione p, costante nella trasformazione, il lavoro compiuto dal gas, uguale ed opposto a quello
della temperatura e l’assorbimento di una quantità di calore da una sola sorgente termica. compiuto dalle forze di pressione esterna su esso, vale:
(ii) Quando un sistema assorbe calore da una sorgente termica, la sua entropia aumenta.
Questa affermazione è sempre vera ed è conseguenza della equazione (2). C = p(V2 - V1) = nR(T2 - T1) = 2.49 kJ, (2)
(iii) Quando un sistema cede calore ad una sorgente termica, la sua entropia diminuisce.
Non necessariamente. Infatti, in base alla (2), la variazione di entropia del sistema non dove nell’ultimo passaggio abbiamo usato l’equazione di stato del gas perfetto per gli stati
può essere inferiore a —|Q|/T, ma potrebbe tranquillamente essere positiva. Lasciamo, di equilibrio iniziale e finale. Il calore Q assorbito dal gas nella trasformazione si calcola
come compito per il lettore, la formulazione di un controesempio in cui, ad esempio, un poi applicando il primo principio della termodinamica, e cioè:
gas ideale compie una trasformazione in cui cede una quantità di calore ad una sorgente
termica ed aumenta la sua entropia. Q = AU+ C= 7
- n R {T 2 - T1) = 8.73 kJ. (3)
S.7.13. Calcoliamo infine la variazione di entropia A S9 del gas, la variazione di entropia A Ss della
Siano Q2 e Q1 i calori assorbito e ceduto, in un ciclo, dal fluido frigorifero con le sorgenti sorgente termica a temperatura T2 col quale il gas ha scambiato calore, e la variazione
a temperatura T2 e T1, rispettivamente. Ricordando l’espressione della variazione di di entropia A Su dell’universo. Ricordando l’espressione della entropia del gas perfetto in
entropia di una sorgente termica e tenendo conto che, dopo un ciclo, il fluido frigorifero termini delle variabili termodinamiche p e T e d osservando che la pressione del gas non è
ritorna nel suo stato di equilibrio iniziale e dunque la sua variazione di entropia è nulla, variata nella trasformazione, si ha:
la variazione di entropia dell’universo varrà:
AS9 = ncpln ( ^ ) = -7n R In ( ^ ) ~ 25.11
AS = (1)
T2 T1
La variazione di entropia della sorgente a temperatura T2, che ha ceduto la quantità di
Il lavoro speso in un ciclo frigorifero vale inoltre C = V/M , essendo M il numero di cicli calore Q, vale:
nell’unità di tempo compiuti dal frigorifero. Dal primo principio della termodinamica si A Ss= ~ $ - -21.82 J/K.
ha altresì: J-2
Infine, la variazione di entropia dell’universo è:
(2)
Osserviamo che, dai dati del problema, le due precedenti equazioni contengono come A Su = A S9 + A Ss ~ 3.29 J/K. (6)
incognite le quantità di calore Q1 e Q2, e possono essere perciò risolte per tali variabi
Si noti che A Su > 0, che è indice della irreversibilità della trasformazione.
li. In particolare, si ottiene per il calore Q2 assorbito dalla sorgente fredda in un ciclo
l’espressione seguente:
S.7.15.
TlT V V - T 1T2A S
Q2 = (3) Il teorema (o disequazione) di Clausius afferma che, se un sistema termodinamico compie
Ti - T 2 una trasformazione ciclica 7 scambiando calore 5Q con una sorgente termica a tempera
Per sottrarre la quantità di calore Q alla sorgente fredda, occorrerà infine un tempo: tura T (5Q > 0 se il calore è assorbito), deve aversi:
Q(TX- T2)
t= e .1 69.44 s. (4)
Q2V T2V - V T 1T2A S
7.2 Soluzioni 217 218 Secondo principio della termodinamica
valendo l’uguale se e solo se la trasformazione ciclica 7 è reversibile. Va osservato esplici essendo A Sa e AS9 le variazioni di entropia delle masse di acqua e di ghiaccio, rispettiva
tamente che nella (I) T non è la temperatura del sistema (che può non essere nemmeno mente. Ricordando le espressioni dell’entropia di un corpo solido o liquido e tenendo conto
definita se nella trasformazione il sistema si trova in stati di non equilibrio)ma quelle delle che nella transizione di fase il ghiaccio assorbe la quantità di calore Xm9 alla temperatura
sorgenti termiche con le quali il sistema scambia la quantità di calore SQ. T0, si ha facilmente:
Consideriamo ora la trasformazione ciclica del corpo solido descritta nel testo del pro (pT
T^ ^sJrT
macdT (/TrT\\
blema, e verifichiamo che per essa vale la disequazione (1). Per questo osserviamo che, A5a=X1— =macbiUJ (4)
quando il solido viene portato a contatto termico con la sorgente a temperatura T2, esso
ac f , F m gCdT A /T \
si porta all’equilibrio termico assorbendo la quantità di calore Q data da: ASs = / — + - A — = - 2 - + msc In - (5)
J trans.fase JT q 0 \-* 0/
Q = C(T2 - T 1), (2) per cui:
essendo C la capacità termica del solido. Se ora il corpo solido viene raffreddato reversi
bilmente fino a riportarlo alla temperatura iniziale Ti, esso deve essere posto a contatto A S = mac In [ — ) + m9c ] (6)
: ln (fj|) + ~ °'22 Cal/ K'
successivamente con infinite sorgenti termiche a temperatura T via via decrescente da T2
Si noti che, poiché A S > 0, il processo di fusione del ghiaccio è irreversibile.
a Ti, ed alla sorgente a temperatura T deve cedere la quantità di calore:
A _3
per diminuire la sua temperatura di dT. Perciò, nella trasformazione reversibile che
perfetto:
riporta il corpo solido nella sua condizione iniziale l’integrale di Clausius vale: nRTo
V0 = = 0.0454 m . ( 1)
cT1 Po
(4) Quando sul pistone viene posta la massa M, il gas subisce una compressione isoterma
irreversibile. Ad equilibrio raggiunto, indichiamo con (Pl5Vrl5Ti) la pressione, il volume
L’integrale di Clausius esteso alla trasformazione ciclica vale dunque: e la temperatura raggiunti dal gas. Si ha evidentemente T1 = T0 poiché il gas resta a
contatto col termostato costituito dal ghiaccio fondente, e:
~ -9 6 6 J/K. (5)
L T T2 VT i / T2 Vr1 Mg
Pi =Po + — 1-49 x IO5 Pa. (2)
Il valore dell’integrale è negativo, in accordo con la (1).
per l’equilibrio meccanico del pistone. Il volume finale del gas, V1, si calcola poi usando
S.7.16. l’equazione di stato:
Cominciamo col calcolare la composizione e la temperatura di equilibrio dopo il mescola V1 = = ~ 0.0305 m3. (3)
mento del ghiaccio e dell’acqua. Se supponiamo che dopo il mescolamento tutto il ghiaccio Pi Pi
si sia fuso ed indichiamo con T la temperatura finale di equilibrio, trascurando dissipazioni Per calcolare la massa m di ghiaccio fusa, indichiamo con Q il calore ceduto dal gas al
di calore con l’ambiente potremo scrivere che il calore assorbito dalla massa di ghiaccio ghiaccio nella compressione; allora si ha:
deve uguagliare quello ceduto dalla massa di acqua, e cioè: Q
(4)
m = A’
Xmg + mgc(T - T0) = mac{Tx - T), (1)
essendo A il calore latente di fusione del ghiaccio. La determinazione del calore ceduto Q
essendo To = 273 K la temperatura di fusione del ghiaccio a pressione atmosferica, A il necessita di un commento. Notiamo che, poiché il gas compie una trasformazione isoterma
calore latente di fusione del ghiaccio, T l = 293 K la temperatura iniziale dell’acqua e essendo a contatto con un termostato (il ghiaccio in transizione di fase), esso non varia la
c = l cal/(K gr) il calore specifico dell’acqua. Risolvendo l’equazione (1) rispetto a T si sua energia interna (trattandosi di gas perfetto) e dal primo principio si ha perciò:
ottiene:
Q = Ce, (5)
T - + ^ 279.96 K (2)
c(ma+ mg) dove Ce è il lavoro compiuto dalle forse esterne di pressione sul gas nella espansione.
Si osservi che T > To e dunque dopo il mescolamento si ha effettivamente completa fusione Poiché la trasformazione non è quasistatica, per il calcolo del lavoro dobbiamo considerare
del ghiaccio. la pressione esterna agente sul pistone mobile, che è costante e pari a pl5 e scrivere:
Calcoliamo ora la variazione totale di entropia del sistema, che sarà data da:
Ce = - f 1P1TV = P1(Vt) - V1) = nRTo ( - - L = 2.224 x IO3(6)
J.
A S = A Sa + AS9, (3) Jv0 VPo /
7.2 Soluzioni 219 220 Secondo principio della termodinamica
La massa di ghiaccio fusa vale dunque: Tenendo conto che il gas è monoatomico, e cioè che C y = (3/2)R, e che Tb = T1, so
stituendo i valori numerici di A S a b e T l dati nel testo del problema, si ottiene infine
nRT0 ( — - 1 C bc = (2/3)T1ASAb = 1000 J.
VPo
m — --------- ----------
A S.7.19.
Calcoliamo in conclusione la variazione di entropia del gas, del ghiaccio e dell’universo. Trascurando la dissipazione di calore nell’ambiente, la temperatura finale T di equilibrio si
Ricordando l’espressione dell’entropia del gas perfetto e tenendo conto che la temperatura ottiene imponendo che il calore ceduto da un corpo sia assorbito dall’altro (trasformazione
finale del gas è uguale a quella iniziale, si ha: globalmente adiabatica), e cioè:
C ( T - T i ) T C ( T - T 2) = O, (1)
AS9as = nR I n L ~ _6.614 J/K. (8)
Lo
da cui:
La variazione di entropia del ghiaccio in transizione di fase è quella di una sorgente termica T = L ± L = 200 K. (2)
a temperatura T0 che assorbe la quantità di calore Q, e vale dunque:
La variazione di entropia ASi e A S2 per i due corpi si calcola supponendo che le quantità
ASgft = f - ~ 8.148 J/K . (9) di calore che essi hanno assorbito e ceduto siano state scambiate in maniera reversibi
J-O le, portando cioè quasistaticamente e reversibilmente ciascuno dei due corpi dalla sua
La variazione di entropia dell’universo vale infine: temperatura iniziale alla temperatura finale di equilibrio T. Si ha così:
A Sun = A Sgas + A Sgh ~ 1.533 J/K. (10) ASi = C In ( L ) ~ 693.15 J/K, (3)
S.7.18.
AS2 = CI
n (L ) ~ -405.47 J/K.
La sequenza delle due trasformazioni compiute dal gas La variazione di entropia dell’universo vale infine:
nel piano (p, V) è mostrata in figura. Nel riscaldamen
to isocoro da A a B, la variazione di entropia del gas
A Smi = A S 1 + A S2 = C In ( L L ) ~ 287.68 J/K. (5)
vale:
A Sab = ncyìn (i) Osserviamo che A S > 0, perciò il passaggio di calore dal corpo caldo a quello freddo è
irreversibile. A conclusione dell’esercizio osserviamo che, se i due corpi sono a tempera
e perciò:
Tb A Sab ture diverse (T l ^ T2), poiché si ha sempre T 2 > T1T2, dalla espressione precedente di
— = exp (2) ASuni segue che sempre è ASuni > 0: e cioè quando due corpi a temperature diverse sono
T lC y
posti a contatto termico, il raggungimento dell’equilibrio termico è sempre un processo
Il lavoro compiuto dal gas nella espansione isoterma reversibile BC vale: irreversibile.
C bc = u R Tb In (3) S.7.20.
Poiché il gas si espande nel vuoto e le pareti del
Per il calcolo di Vc/Vb osserviamo che, dall’equazione di stato, si ha: recipiente sono rigide, il lavoro compiuto dall’e
sterno sul gas nella espansione è nullo. Inoltre
Vc _ Pb_ _ Vb_ _ Tb_ _ ex ( C^Sab A la trasformazione è adiabatica, per cui il calore
(4)
Vb Pc Pa Ta \ ncy J scambiato dal gas con l’ambiente è nullo. Dal
primo principio della termodinamica segue per
dove nell’ultimo passaggio abbiamo usato la relazione (2). Perciò il lavoro £ , dato dalla
ciò che l’energia interna complessiva del gas non
equazione (3), diviene:
è variata. Poiché per un gas perfetto l’energia interna è funzione solo della sua tempe
RTb AS ab ratura, tenendo conto che, ad equilibrio termico raggiunto, le due quantità di gas nei
C bc = tiRTb Vì (5) due volumi del recipiente raggiungono la stessa temperatura, si può concludere che la
Cy
7.2 Soluzioni 221 222 Secondo principio della termodinamica
temperatura finale delle due quantità di gas è uguale a quella iniziale. La variazione di S.7.22.
entropia A S associata al deflusso del gas si può calcolare come somma della variazione Il rendimento del ciclo è dato da:
di entropia ASi delle ni moli defluite nel volume di destra e di quella AS2 associata alle
restanti Ti2 - T i - T i i moli che restano nel volume iniziale. Per il calcolo di ASi e AS2, si
può utilizzare Tespressione della variazione di entropia del gas perfetto, facendo tuttavia
attenzione al fatto che, poiché le molecole del gas sono le medesime, il volume occupato
dalle moli ni ed n2 quando sono entrambe contenute nel volume iniziale di sinistra V, non
è V , ma esse si ripartiscono nei volumi Vi = (ni/n)V e V2 = (n2/n)V in proporzione
al loro numero. Per capire questo punto, si faccia riferimento alla figura. Possiamo in
trodurre una superfìcie ideale E che separa, nel volume di sinistra V, le moli ni ed n2;
quando la valvola viene aperta, le molecole a destra di E defluiscono nel volume di destra
e le molecole a sinistra di E invadono tutto il volume V dell’ampolla di sinistra. Alla
fine, quando la valvola viene chiusa, i volumi finali a disposizione dei due gas sono quindi
V1 = V e V2 = V . La variazione di entropia dell’universo a seguito del deflusso del gas
vale perciò:
Ricordando l’interpretazione geometrica dell’integrale di una funzione, tali relazioni mo
strano che, da un punto di vista geometrico, il calore scambiato in una trasformazione
A S = niR In
+n2jRln® = niR In + n2R In - 27.98 J/K. (1) reversibile è uguale all’area sottesa dalla curva della trasformazione nel piano (T, S). Si
osservi ora che nella trasformazione AB si ha TdS > 0, nella trasformazione CA si ha
Si osservi che, poiché A S > 0, il deflusso del gas è un processo irreversibile. TdS < 0, mentre lungo la trasformazione BC si ha dS = 0 (adiabatica reversibile). Perciò
il calore assorbito Qass è dato dall’area del rettangolo ABB’A ’, mentre il calore ceduto
S.7.21. dall’area del trapezio ACB’A ’. Cioè:
Siano (Vi5Pi5T1) e (V25P25T2) le variabili termodinamiche corrispondenti agli stati di
equilibrio dell’elio e dell’azoto, rispettivamente, quando i gas sono separati dal setto. Dai Qass — Q ab = Ta (S b — S a ), (4)
dati del problema si ha Vi = V2 = V e T l = T2 = T; inoltre, poiché il numero di moli
dei due gas è il medesimo, dall’equazione di stato del gas perfetto segue che essi sono Qced = ICcmI = \(T a + Tc )(S b - SA). (5)
anche alla stessa pressione, e cioè pi = p2 = p. Quando il setto viene rimosso, si ha il
miscelamento dei due gas. Poiché non c’è scambio di calore con l’ambiente ed il lavoro In conclusione, il rendimento del ciclo assume l’espressione:
compiuto sul gas è nullo (essendo le pareti del recipiente rigide), dal primo principio della
(T a + T c )(S b - S a)
termodinamica segue che l’energia interna complessiva dei gas non è variata, e dunque la (6)
2 Ta (Sb
- SA)
temperatura finale della miscela eguaglia quella iniziale T. Dopo il mescolamento, l’elio e
l’azoto occupano tutto il volume del recipiente, pari a 2V. Ricordando l’espressione della
variazione di entropia di un gas perfetto e tenendo conto che la temperatura dei due gas
non varia, si ha perciò che la variazione totale di entropia vale:
Se i due gas fossero di uguale specie chimica (ad esempio He), l’apertura della valvola non
produrrebbe alcun miscelamento, perchè le molecole del gas sarebbero le stesse. Non si
avrebbe cioè variazione dello stato di equilibrio del gas, e dunque A S = 0.
7.3 Esercizi di autovalutazione 223 224 Secondo principio della termodinamica
calore Q = I J sia dalla seconda che dalla terza sorgente. Si calcoli la quantità di calore T.4 Soluzioni sintetiche degli esercizi
Q0 scambiata con la prima sorgente e il rendimento della macchina.
SA. 7.1.
AV.7.11. (i) Vi = 4.92 x IO-3 m3, V2 = Vie p2= 2pi
Due corpi di massa m si trovano inizialmente alle temperature T l e T2. Il materiale che li
costituisce ha un calore specifico che dipende dalla temperatura secondo la legge: c = aT. A3 + A l 1no(w
( 11 ) r} = — —-------= 10.3%.
Si determinino: Q21
(a) l’unità di misura nel SI per la grandezza a,
(b) la temperatura raggiunta dai corpi quando vengono posti a contatto, S A .7.2.
(c) la variazione di entropia del sistema. (i) Q = 2.75 x IO4 J, calore assorbito;
SA.7.5.
AV.7.14. C C
Un ciclo termodinamico è costituito da tre trasformazioni: un assorbimento di calore iso 0.1458.
71 ~ Qass Qi + Q3
termico reversibile a temperatura T l = 300 K con variazione di entropia ASi = 4 J/K , un
riscaldamento adiabatico reversibile ed una trasformazione irreversibile nel quale il fluido
cede una quantità di calore Q3 = 1600 J a una sorgente a temperatura T3. Calcolare il
SA.7.6.
massimo valore che può assumere la temperatura T3 ed il lavoro C compiuto dal fluido in
(a) Qab — 0, C ab = ~ CJJab ~ ~ ncmvCTAB — 3-63 x IO4 J;
un ciclo. Precisare inoltre se si tratta di un ciclo motore o frigorifero.
C bc = PciYc ~ Vb ) = —2.58 x IO4 J, Q bc ~ CJJbc + C bc — ncmvCTcB + C b c ~
AV.7.15. -6.45 x IO4 J;
Un blocco di rame di massa m = 1 kg cade da un’altezza di h = 200 m in un lago a
C ca = 0, Qca = CU ca = r^crnvCTcA = 7.50 x IO4 J;
temperatura Tl = 282 K. La temperatura iniziale del blocco di rame vale T l = 423 K.
Calcolare la variazione di entropia dell’universo in questo processo, sapendo che il calore
specifico del rame vale c = 387 J / (kg •K). W rI = T
z&T
ass- = 0-14;
S A .7.7. S A .7.14.
(i) V = T T - = 1 - 5 = 0.: Ts < Q3/ A 5 i = 400 K, C = TiASi — Q3 = —400 J; essendo C < 0 si tratta di un ciclo
' Q a ss T 1 frigorifero.
(U) Qass = T/r] = 1226.25 kJ, |Qce<*| = Qass - T = 245.25 kJ con C = M gh = 981 kJ.
S A .7.8.
SA.7.9.
|Qi| = 120 kJ; \Q2\= 180 kJ; A S = 200 J/K.
S A .7.10.
Q0 = T o m i f T 1 + 1/T2) = 1.6 J; T7 = 1 - |Q0|/(2Q) = 0.2.
SA.7.11.
(a) J /(K 2Kg);
(b) Tf = V ( I ? + 7 ?)/2 ;
S A .7.12.
3 4 8
A S = n - R log - + nR lo g -.
2 5 5
S A .7.13.
rj = 1 — (21n r + 3r — 3)/(5r — 5) ^0.123.
Capitolo 8
Tema A
Soluzioni Tema A (b) L’energia meccanica del corpo in rotazione è la somma dell’energia cinetica di m e
dell’energia potenziale della forza elastica, e vale:
Sostituendo l’espressione di data dalla equazione (1) nella precedente relazione (3) e
tenendo conto che a = 7r/3 si ottiene infine:
Esercizio A .4 Applichiamo il primo principio della termodi
R namica:
H = R( 1 —cos a) cos2 a H- h sin2 a = - h + (4) Q = C Hh AU. (1)
Il lavoro compiuto dal gas durante la trasformazione reversibi
le in considerazione si calcola facilmente come area sottesa dal
segmento AB (area di un trapezio):
Esercizio A .2 (a) Indicando con R il raggio del moto circolare uniforme della massa m
sul piano orizzontale, applicando l’equazione di moto in direzione radiale si ha k (R —L0) =
muj2R , essendo k(R —L0) la forza elastica di richiamo della massa ed u) = 2tt/T la velocità £ = £ ' , év = + PB)tyB - vA) - I p a Va I 1 + g ) ( h l) = I p a Va (. 2)
angolare di rotazione. Risolvendo tale equazione rispetto a R si ottiene:
La variazione di energia interna è data da:
= kL0
k - T T l U J 25
AU = ncv(T
- Ta) = - Ta). (3)
e quindi l’allungamento A L = R — L0 della molla vale:
D’altra parte, negli stati A e B vale la legge di stato dei gas perfetti:
TTlUJ2 L 0
A L = R - L oi ~ 6.52 cm. (2) P a Va = nRTA
k — TTlUJ2 (4)
Tema A 235
Vb Vb — uRTb . (5)
Utilizzando queste due equazioni nella (3) si ottiene:
COI00
AU = h p BVB = h AVA( ^ . 1
£
) _ (6)
II
I
Z Z \pA Va
Si ha quindi:
Q = C + AU = 0. (7)
Tema B 237
Tema B
Esercizio B.4 Una mole di gas ideale biatomico è contenuta in un cilindro adiabatico
chiuso da un pistone di massa trascurabile, anch’esso adiabatico. Inizialmente il gas è
in equilibrio con l’ambiente. Nel cilindro è contenuto anche un mulinello azionato da
un motore di potenza P = 50 W, che viene fatto funzionare per un intervallo di tempo
A t = 1 min, dopo di che il sistema raggiunge un nuovo stato di equilibrio. Si calcoli la
variazione di temperatura del gas.
[Costante del gas ideale R = 8.31 J/(K mole).]
Tema B 239 240 Temi riepilogativi di Meccanica e Termodinamica
Soluzioni Tema B quello finale in cui la molla è compressa per la lunghezza massima L (punto di inversione
di moto per m):
A Ec = Cpeso + CeI (1)
Esercizio B .l I digrammi delle forze agenti sulle due masse m ed M sono mostrati in dove A Ec = —(l/2)mvQ è la variazione di energia cinetica di m, Cpeso = —mg(d-\-L) sina
figura, dove T è la tensione della fune, ed N b sono le reazioni normali di appoggio dei è il lavoro compiuto dalla forza peso, e Cei = —(l/2)kL2 è il lavoro compiuto dalla forza
piani, e Fatt è la forza di attrito orizzontale esercitata sul corpo B. Detta a Taccelerazione elastica. Si ottiene dunque:
di moto dei due corpi in direzione x, le equazioni di moto per A e B nella direzione x
impongono che sia ^mvo — mg(d + L) sin a + ^ T 2, (2)
e costituiscono un sistema di due equazioni nelle due incognite T (tensione della fune) e dove A Ec = —(l/2)m ^o è la variazione di energia cinetica di m, Cpeso = —mgdM sina
g d (coefficiente di attrito dinamico fra corpo B e piano). Risolvendo tale sistema rispetto è il lavoro compiuto dalla forza peso, e Cattr = —FattdM = —mggd cos adM è il lavoro
a g d si ottiene infine: compiuto dalla forza di attrito Fatt = g dmg cos a. Perciò:
_ —F + (M + m)a
(F — Ma) tan a — mg ’
-m v o = mgdM sin a + g dmg cos adM, 5
( )
da cui:
Esercizio B.2 L’equazione di moto del corpo di massa m in direzione tangenziale,
Ft = mat, mostra che l’accelerazione tangenziale di moto at = F jm è costante, e dunque m dM — ~ 81.2 cm. (6)
2g (sin a + g dcos a)
descrive un moto circolare uniformemente accelerato con accelerazione angolare costante
a = a/L = F/(mL) e velocità angolare uo(t) = $*adt' = at = F t/(mL) che cresce Poiché dM < d, il blocco di massa m non raggiunge la molla.
linearmente nel tempo. La tensione T della tune si ottiene scrivendo l’equazione radiale
di moto di m, Fn = man. Tenendo conto che Fn = T e an = J 1Li si ha:
La fune si spezza all’istante di tempo t0 Per cui T(^o) = Tmax, essendo Tmax = 4 N il C F A U = Oi a)
valore massimo della tensione che può sopportare la fune. Dunque:
dove la variazione di energia interna è data da:
/ m LTrnax
tO = ]/ -2
p 10 S- (2 )
AU = ncv (T2 - T1) = ^nR(T2 - T1), (2)
avendo indicato con Cmot il lavoro compiuto dal mulinello azionato dal motore. Poiché
tale lavoro è ceduto al gas è da considerarsi negativo:
Cmot = - P A t (4)
Si noti che il lavoro compiuto dal gas a seguito dell’espansione è dato da paA V , dove pa
è la pressione atmosferica esterna, che rimane costante durante l’espansione. All’inizio e
alla fine della trasformazione il gas è in equilibrio termodinamico. La pressione del gas
all’inizio e alla fine è quindi uguale alla pressione esterna, pa. Si ha:
da cui si ricava:
Pa(V2-V 1) = TiR(T2- T 1). (6)
Inserendo la (6) nella (3) ed utilizzando il primo principio della termodinamica (1) si
ottiene:
HR(T2 - T 1) -PAt +(7)
da cui:
2PA t
T2 - T 1 = = 103.15 K. (8 )
7nR
Tema C 243
Tema C
Esercizio C.4 Due solidi identici con capacità termica C sono inizialmente alla stessa
temperatura T0- Una macchina frigorifera scambia calore unicamente con i due solidi
finché la temperatura di uno di essi diminuisce fino a T1. Si calcoli il lavoro minimo
necessario.
Tema C 245 246 Temi riepilogativi di Meccanica e Termodinamica
1 2 . m2g2 sin2 a
i
d -« * (1) -m v + mgXqsm a H--------—------ = mgx sm a, (4)
quindi
b) risulta poi
d2s 1 2 • m2a2sin2 a m2g2 sin2 a
at = — = 6fct, (2) -m v = mgx0 sm a --------- —-------= --------- -------- (5)
2 y 2k 2k
mentre la componente normale dell’accelerazione è pari a: ed infine
- _ 9fc2^4 (6)
a" R(t) ’ 1’ Esercizio C.3 Sia dato un oggetto puntiforme di massa m, sottoposto ad una risultante
di forze R, in moto lungo una traiettoria 7. Il lavoro compiuto dalla risultante delle forze
essendo R(t) il raggio di curvatura della traiettoria, che varierà durante il moto dell’og
getto. nello spostamento dell’oggetto sarà per definizione pari a:
da cui R(t) = 9kt3. Tenuto conto che s = kt3, risulterà semplicemente R(s) = 9s. C = [ m d\ • = [ m dv •v (3)
J1 dt Jj
Tenuto conto che v • dv = (v •v) = ^d (x2), essendo v il modulo della velocità,
otteniamo:
Esercizio C.2 a) All’equilibrio forza peso, reazione vincolare e forza elastica della molla
devono bilanciarsi. Pertanto
C= (4)
b) Sia Q il nuovo punto in cui viene portato l’oggetto e sia x = Xq + A x la distanza di Q C = If(B ) - K (A ) = A K (5)
da O. Detta ho la quota di O rispetto a Q, per il principio di conservazione dell’energia che costituisce l’enunciato del teorema dell’energia cinetica: Il lavoro compiuto dalla ri
meccanica, dovrà risultare: sultante delle forze agenti su un oggetto equivale alla variazione dell’energia cinetica del
l’oggetto stesso.
Eq = mg ho = mgx sin a = Eo- (2 )
Tema C 247
Esercizio C.4 La macchina frigorifera, a cui viene fornito il lavoro £, assorbe il calore
Qi dal corpo 1 e cede il calore Q2 al corpo 2. Il bilancio energetico è quindi dato da:
II
I
a)
dove:
IQ1I = C(T0 - T 1), IQ2I = C(T2 - T 0). (2)
La variazione di entropia totale è data dalla variazione di entropia dei due corpi, che si
calcola facilmente:
AS1 = C — = C lo g -, (3)
Jt0 1 1O
Ari ^ [ T2 dT T2
AS2 = C =C log-, (4)
Jt0 1 1O
da cui:
AS = AS1T A S 2 = C l o g L L (5)
Tema D Esercizio D.4 Un cilindro, chiuso da un pistone mobile pesante scorrevole senza attrito,
contiene una mole di un gas ideale monoatomico. Sul pistone viene appoggiato un blocco
Esercizio D .l Due blocchi, di massa mi = 4 kg ed ra2 = 3 kg, sono collegati da una di massa pari a quella del pistone ed il gas raggiunge un nuovo stato d’equilibrio. Con
fune ideale e si trovano in equilibrio su di un cuneo come in figura. siderando la trasformazione del gas adiabatica e trascurando la pressione atmosferica, si
a) Si determini il minimo valore del coefficiente di attrito statico fis affinché i due blocchi calcoli la variazione di entropia del gas.
stiano in equilibrio. [Costante del gas ideale R = 8.31 J/(K mole)]
b) Ad un dato istante la fune si spezza. Considerando le due masse inizialmente alla
stessa altezza h = 2 m, si determinino i tempi impiegati dalle due masse per arrivare a
terra sapendo che tra la massa mi ed il piano inclinato è presente un coefficiente di attrito
dinamico fid = >/3/7.
m2
Esercizio D.3 Un gas ideale compie una trasformazione adiabatica irreversibile da uno
stato A ad uno stato B. Si dica, giustificando la risposta, se la temperatura finale Tb è
maggiore, uguale o minore della temperatura Tb * che il gas raggiungerebbe se la trasfor
mazione fosse adiabatica reversibile, nell’ipotesi che la pressione dello stato finale sia la
stessa per le due temperature.
Tema D 251 252 Temi riepilogativi di Meccanica e Termodinamica
Soluzioni Tema D 2h
h = 1.69 s , (9)
ai sin 9
Esercizio D .l a) Assumendo che la forza di attrito statico parallela al vincolo,
abbia verso opposto alla tensione, possiamo applicare il secondo principio della dinamica dove la soluzione negativa è stata scartata in quanto priva di senso fisico. La massa
alle due masse in equilibrio: m2, invece, quando la fune si spezza segue un moto di caduta libera che nel sistema di
riferimento scelto viene espresso come
mi : I
N = mig cos 9
(1)
1 2/2 =h - -g t2 10)
(
T = TOi^sin 6Fs m-
ed il tempo di caduta corrispondente a y2 = 0 è quindi pari a
TO2 T = m2 (2)
rn2 — mi sin 9 La massa mi arriva quindi ad urtare la massa m2 con velocità tq. Durante l’urto non
gs > 0.29 . (5)
mi cos 9 agiscono forze esterne impulsive e quindi la quantità di moto complessiva delle due masse
si conserva. Essendo inoltre l’urto perfettamente anelastico, le due masse dopo l’urto
b) Nel momento in cui la fune si spez
procedono attaccate come un’unica massa. Di conseguenza
za, la tensione della fune scompare e le
due masse cominciano un moto di cadu
ta. Per comodità si prendono due sistemi Pl = mxvi
mi \Jmik
di riferimento diversi per le due masse. Pf -Vi = Ax = Pa (2)
Cominciamo considerando la massa mi. mi + m2 mi F m2
p Y — (mi + m2)V
Il secondo principio della dinamica pro
iettato sul sistema di riferimento scelto dove si è considerato che, in assenza di attrito, la velocità dopo l’urto è pari alla velocità
diventa: con cui le masse arrivano in A.
b) Essendo il vincolo unilatero, affinché le masse raggiungano
( N = niig cos 9 il punto B si dovrà avere una reazione vincolare in tale punto
\ TOiUi = TOIff sin 6 - IXdN TOlff sin 0 - /XdTOiff COS 9
N b > 0. Considerando le forze applicate alle masse e ricordando
da cui che queste ultime si muovono di moto circolare, possiamo scrivere
il secondo principio della dinamica:
cii = g(sin9 — fidCOs9) = 2.8 m /s (7)
V2
F = ma => (mi ■TO2)ff + N b = (To 1 + TO2)
La legge oraria per la massa mi è data da
da cui si ottiene
1 «2
Xi = -c u t (8)
ed il tempo di caduta corrispondente a Xi = h/ sin 9 è quindi pari a N b = (To 1 + rn2) - § - (To 1 + TO2)ff > 0 (4)
K
Tema D 253 254 Temi riepilogativi di Meccanica e Termodinamica
Nel moto seguito dalle due masse da A a B, l’unica forza che compie lavoro è la forza peso Dobbiamo determinare i rapporti Vb /Va e Tb /Ta - Dal momento che la trasformazione è
in quanto la reazione vincolare è sempre ortogonale allo spostamento. Essendo la forza adiabatica, dal primo principio della termodinamica si ha:
peso conservativa possiamo applicare nuovamente la conservazione dell’energia meccanica
tra A e B Q = £ + A t / = 0. (2)
Esercizio D.4 La variazione di entropia del gas perfetto dallo stato iniziale A allo stato
finale B è data da:
A Sab = nR log + ncv log (1)
vA Ia
Tema E 255
Tema E
Esercizio E.4 Una mole di gas perfetto monoatomico, contenuta in un cilindro chiuso
da un pistone, viene fatta espandere in modo reversibile. Sapendo che la capacità termica
del recipiente è C = R J/K e che esso è isolato dall’ambiente, si determini l’equazione
della trasformazione.
Tema E 257 258 Temi riepilogativi di Meccanica e Termodinamica
Soluzioni Tema E sistema di riferimento inerziale Oxyz, per ciascun punto materiale di massa 777,k possiamo
scrivere la seconda legge di Newton:
mfc^ T = F f É) + Fi + = ! . 2- - . m - (3)
Esercizio E .l (a) In condizioni di equilibrio, le forze elastiche agenti sul corpo devono
equilibrarsi, per cui Sommando membro a membro le equazioni precedenti, quando l’indice k varia da 1 a iV,
ki(x0 - L0) = k2(h - X 0 - Lo), (1) otteniamo:
N A2Tj
essendo (x0—L0) e (ft—x0—Lo) gli allungamenti delle due molle. Risolvendo tale equazione E = R(erf) + R (int), (4)
rispetto a X0 si ottiene: Jfe=I
^iL0 + k2(h — L0) /0x
dove abbiamo posto R bnt) = J2k=i Fjj5 m^ e R (exd = J2k=i F j ^ a definizione della risul
10 --------- K
-----------' (2)
tante delle forze interne ed esterne, rispettivamente, agenti sul sistema. Si noti che, per
(b) L’energia potenziale del corpo è data dalla somma delle energie potenziali elastiche la definizione del centro di massa, si ha:
delle due molle, e vale dunque:
d2rk
^ 17lk'~dE = m *CM (5)
Ep — 2 Zc1(L0 x ) + ^k2(h x (3)
e che la risultante delle forze interne, H^nt\ si annulla, essendo per il principio di azione
e reazione F^ = - F ^ , e dunque:
Esercizio E.2 Si consideri un sistema dinamico costituito da N punti materiali di
massa m i , 777,2,..., 771jv, e siano ri(£), r2( £ ) ,...., r jv(£) i vettori posizione che individuano
le posizioni delle N masse, al tempo £, in un sistema di riferimento inerziale Oxyz. Si
R(ini) = E F f 0 = E E f^= ^E E (Ffci+Fifc) = 0. (6)
k=l k = l 1=1, i^ k k = l 2=1, i^ k
chiama centro di massa del sistema il punto geometrico CM dello spazio la cui posizione
è individuata, in ogni istante di tempo t, dal vettore posizione Sostituendo le equazioni (5) e (6) nella (4), si ottiene infine il teorema del centro di massa
( 2).
+ m2r2(t) + ... + mNrN(t) 1 x a
*CM(t) = — y ^ m nrn(t), a)
7711 + 777,2 “1" ••• + TTljV
Per dimostrare il teorema del centro di massa, si indichino con F f fl e F jj+ le risultatnti migh = - 777X3 + /Lzra1^L, (2)
delle forze interne ed esterne agenti sulla massa m*,, rispettivamente, con Zc = 1,2, ...,N
da cui otterremo che la velocità di 7711 prima dell’urto è pari a V2 = 2g(h — fidL). Per
(ricordiamo che una forza agente su 777,k si classifica come forza interna se essa è dovuta
la conservazione della quantità di moto durante l’urto, avermo poi:
all’interazione con un’altra massa appartenente al sistema; si classifica invece come forza
esterna se essa origina dall’interazione di mk con un corpo esterno al sistema). Eviden
777,1X2 = (mi + m2)V, (3)
temente, se indichiamo con la forza agente sulla massa mk del sistema dovuta alla
presenza, nelle sue vicinanze, della massa irti (con i ^ k), si ha Fjjjmt^ = i^k F a*. Nel da cui la velocità V dell’insieme dei due oggetti dopo l’urto risulterà pari a
Tema E 259
Al - “ p - ^ ) (6)
fidimi + m2)2
Esercizio E.4 Dal momento che non ci sono scambi di calore con l’esterno, dal primo
principio della termodinamica si ha:
5C + dU = 0, (1)
dove:
8C = p dV, dU = ncvdT + CdT. (2)
La variazione di energia interna tiene conto sia del gas che del recipiente con capacità
termica C. Dal momento che l’espansione è reversibile si ha, istante per istante:
nRT
p= — (3)
quindi:
SC = n R T ^ r . (4)
Dal primo principio si ottiene:
CN
2
(8)
5 J v„ v Jt0 T '5 ° S Vo °S ’
si ha:
' V \i Tn 2 2
(-J = Y ^ TVZ = ToVo = costante. (9)
Poiché T = pV/nR si ha anche:
p V s = costante. (10)
Tema F 261
Tema F
Esercizio F .l Si definisca il tipo di moto con cui si muove una massa soggetta alla sola
forza elastica su un piano orizzontale liscio. Si discutano le caratteristiche principali del
suddetto moto in termini di velocità, accelerazione ed energia.
Esercizio F.2 Una massa m = 500 g, in moto su di un piano orizzontale liscio, urta
frontalmente contro una parete fissa. La sua posizione è riportata in figura in funzione
del tempo.
a) Si disegni il grafico della velocità in funzione del tempo;
b) si calcoli l’impulso della forza che agisce sul carrello durante l’urto;
c) si determini l’energia dissipata nel’urto.
Esercizio F.4 Una macchina termica reversibile scambia calore con tre sorgenti a tem
peratura T1 = 200 K, T2 = 300 K e T 3 = 400 K. Durante un numero intero di cicli, la
macchina assorbe una quantità di calore Q3 = 1200 J dalla sorgente a temperatura T3 e
produce un lavoro C = 200 J. Si calcolino le quantità di calore Qi e Q2 scambiate con
le sorgenti a temperatura T l e T2, precisando se il calore risulti assorbito o ceduto dalla
macchina.
Tema F 263 264 Temi riepilogativi di Meccanica e Termodinamica
Soluzioni Tema F Esercizio F.2 a) La velocità corrisponde alla pendenza della legge oraria nel grafico
posizione-tempo fornito nel testo dell’esercizio. Essendo il grafico composto da due seg
menti rettilinei, la velocità è costante sia nel primo che nel secondo tratto. Il calcolo della
velocità della massa prima (vi) e dopo (u2) l’urto con la parete fissa è quindi il seguente:
Esercizio F .l Prendiamo un sistema di riferimento con origine nel punto in cui la molla
è a lunghezza di riposo. L’unica forza che determina il moto della massa è la forza elastica,
Ax 0.6 m
quindi, per il secondo principio della dinamica:
Vl ~ A i ~ 0.4 s a)
dPoc dPoc k Ax —0.6 m
F elastica = kx\lx — 1713. = Tfl Ux ' (1 ) (2)
V2 = À i = 0.6 s
Questa equazione differenziale è ben nota e rappresenta l’equazione caratteristica del moto b) L’impulso della forza che il muro esercita
armonico. La legge oraria del moto, soluzione di tale equazione, sarà quindi sulla massa durante l’urto può essere calcolato
sfruttando il teorema dell’impulso:
x — A sin (cut + <j>) , (2) co
E
dove A è l’ampiezza del moto oscillatorio, 0 è la fase iniziale ed lo = yjk/m è detta pul nt2
£3
sazione del moto. Mentre quest’ultima dipende dalla costante elastica della molla e dalla I= Edt — mv2 — mv\ = —1.25 Ns (3) O
massa in oscillazione, l’ampiezza e la fase iniziale del moto sono determinabili a partire Jtl O
<1>
dale condizioni iniziali del moto (tipicamente posizione e velocità iniziali). Derivando dove tutte le grandezze sono state considerate >
due volte la legge oraria rispetto al tempo si otterranno, rispettivamente, la velocità e in forma scalare essendo il problema monodi
l’accelerazione della massa: mensionale. Il segno negativo dell’impulso sta
ad indicare che esso si è opposto alla velocità
v = A locos(uot + ¢) (3) tempo (s)
iniziale della massa, tanto da ribaltarne il se
a = —A lo2 sin (ut + </>) (4) gno.
c) L’energia dissipata è puramente cinetica e si può quindi calcolare come
Si può osservare come entrambe queste grandezze siano, al pari della legge oraria, funzioni
sinusoidali, sfasate però di 7r/2 rispetto alla precedente. In altri termini, la velocità e
l’accelerazione sono rispettivamente in quadratura ed in opposizione di fase rispetto alla Ediss AEc ^TflVt mv\ = —0.31 J . (4)
posizione. O in termini più fisici, quando la massa si trova su un estremo dell’oscillazione,
la velocità è nulla e l’accelerazione è massima ma di segno opposto all’ampiezza; viceversa
quando la massa passa per la posizione di equilibrio (oc = 0), la velocità è massima in Esercizio F.3 Possiamo risolvere il problema impiegando il primo principio della ter
modulo e l’accelerazione è nulla. modinamica. La variazione di energia interna del sistema cosituito da cilindro, pistone e
Da un punto di vista energetico è importante osservare che l’unica forza che compie lavoro gas, sarà data da:
durante il moto della massa è la forza elastica. Essendo questa una forza conservativa,
l’energia meccanica della massa si conserva durante il moto. In particolare l’energia
A t/ — AUgas + AUdi+pist — ~C (1)
meccanica è composta da energia potenziale e cinetica e quindi in questo caso è data da
dove si è tenuto conto del fatto che l’intero sistema non scambia calore con l’esterno, ma
compie un lavoro C. Si noti che il lavoro compiuto dal sistema è opposto al lavoro Cest
E = Ep + Ec = + ^rnv2 . (5)
compiuto dalle forze esterne per comprimere il gas:
Sostituendo nella precedente equazione la (2) e la (3) e ricordando che lo2 = k/m , si
ottiene C = - C est= p eA V = p f AV. (2)
Nella precedente espressione abbiamo assunto che la pressione pe esercitata dall’esterno
1 1 1 1 (costante secondo i dati assegnati) sia pari alla pressione finale del gas; si noti inoltre che
E = -^kA2 sin2(uot+4>)+ - m i 2lo2 cos2(u t-{-</>) = - kA2[sin2(uot+</>) + cos2(u t+</>)] = - kA2 ,
il lavoro C compiuto dal sistema è negativo, essendo A V < 0.
(6) Essendo l’energia interna una funzione di stato, possiamo esprimere AU in funzione della
a ulteriore dimostrazione della conservazione dell’energia meccanica durante il moto. L’e temperatura iniziale e finale del sistema:
nergia infatti cambia periodicamente forma tra energia potenziale elastica ed energia
cinetica, ma il suo valore complessivo si conserva. AU = ncvA T + C AT. (3)
Tema F 265
dove cv = 3R/2 è il calore specifico molare a volume costante del gas ideale monoatomico.
Uguagliando le due espressioni per A Ui si ottiene:
A T{ncv + C) = - P f A V , (4)
da cui
2P fjA V l
= 17.8055 K (5)
ZnR+ 2
Esercizio F.4 Assumeremo per il momento che i calori Qi e Q2 scambiati dalla macchina
siano positivi (ovvero tutti assorbiti dalla macchina). Poiché la macchina compie una
trasformazione ciclica, tra l’inizio ed il termine di un ciclo dovrà valere la conservazione
dell’energia interna U della macchina, in quanto U è una funzione di stato:
AUrn ~ Ql Q2 + Q 3 — £ — 0- (1)
A Ss= - %0 (2)
T1 T2 T3 w
ove abbiamo considerato il fatto che, assumendo che i calori siano assorbiti dalla macchina,
risulterà una diminuzione di entropia delle sorgenti termiche. Risolvendo il sistema delle
due equazioni nelle incognite Qi e Q2 otterremo:
T1 63 (T3 - T 2)
Qi = = 200 J (3)
T i-T 2 T3
e
T2 Q3(T3 - T i )
Q3 — -C = -1200 J. (4)
T i-T 2 T3
Pertanto concludiamo che in un ciclo la macchina cede 1200 J alla sorgente a temperatura
T2 ed assorbe 200 J dalla sorgente a temperatura Ti .
268 Elettrostatica nel vuoto
P.9.4.
Un filo rettilineo AB di lunghezza L e sezione tra C
scurabile, disposto lungo un asse x come mostrato
in figura, è uniformemente carico con densità li h
neare di carica À. Si calcoli il campo elettrostatico
generato dal filo in un punto C posto su un asse X
Capitolo 9 perpendicolare al filo, a distanza h dal filo stesso /
e in un punto D dell’asse x posto a distanza L A B
dall’estremo B del filo. L L
P.9.5.
9.1 Problemi Una carica positiva Q è uniformemente distribuita su tre lati
di un rettangolo ABCD, con AB =C D =a e BC=AD=ò. Una
Oé ...................... • <a
qA
P.9.1. carica puntiforme q è posta nel centro O del rettangolo ABCD.
%■— ...........
Tre cariche puntiformi, q, 2q e —q sono poste su tre vertici di ; Si determini la forza elettrostatica agente su q.
un quadrato di lato L, come mostrato in figura. Si calcolino (i) il i
campo elettrostatico, in modulo, direzione e verso, e il potenziale, L\
nella posizione del quarto vertice del quadrato; (ii) la forza elet
trostatica cui è sottoposta una carica puntiforme positiva q0 posta
P.9.6.
nel quarto vertice del quadrato e la sua energia potenziale. o L
Un filo rigido sottile, uniformemente carico con densità li
neare di carica À, ha la forma di una semicirconferenza di
P.9.2. raggio R. Si calcoli il campo elettrostatico nel centro della
Quattro cariche puntiformi, due positive e semicirconferenza.
due negative, aventi lo stesso valore asso i p
luto q = 10 nC, sono allineate lungo un
asse x come mostrato in figura, a distan
P.9.7.
za d = 2 cm Tuna dall’altra. Si calcoli il
Una carica positiva è uniformemente distribuita su un sottile anello circolare di raggio R ,
campo elettrico e il potenziale in un punto
con densità lineare di carica À. Si calcoli il campo elettrostatico sull’asse perpendicolare
P dell’asse del sistema (vedi figura) posto
all’anello, passante per il centro dell’anello stesso. Si studi poi il moto lungo l’asse di una
a distanza h = 3 cm dall’asse x.
particella puntiforme di massa m e carica —Q, nell’ipotesi di piccoli spostamenti attorno
al centro dell’anello.
P.9.3.
Un elettrone (massa m = 9.11 x IO-31 kg, carica e =
P.9.8.
—1.6 x IO-19 C) in moto con velocità v 0 orizzontale e di
Una carica positiva è uniformemente distribuita su un sottile anello circolare di raggio R ,
modulo Vo = 3 x IO6 m/s, entra in una regione in cui è
con densità lineare di carica A. Si calcoli il potenziale elettrostatico sull’asse perpendico
presente un campo elettrostatico uniforme e costante, E,
lare all’anello, passante per il centro dell’anello stesso. Utilizzando il risultato ottenuto,
di modulo E = 500 N /C, perpendicolare a v 0 e diretto X
si ricavi l’espressione del campo elettrostatico sull’asse dell’anello carico.
verso l’alto. Tale regione si estende in direzione orizzon
tale per un tratto d = 5 cm, come mostrato in figura.
Si calcoli la velocità dell’elettrone, in modulo, direzio P.9.9.
ne e verso e lo spostamento in direzione verticale subito y Si calcoli il campo e il potenziale elettrostatico sull’asse di un disco di raggio R su cui è
dall’elettrone, all’uscita dalla regione in cui è presente il uniformemente distribuita una carica Q.
campo elettrico.
9.1 Problemi 269 270 Elettrostatica nel vuoto
P.9.10. P.9.17.
Una carica positiva Q è distribuita in modo uniforme su un disco sottile Una carica elettrica è distribuita, con densità superficiale po
di raggio R . Una particella di massa m e carica —q è tenuta in quiete sitiva o\ e (72, su due superfici cilindriche coassiali infinite di
sull’asse del disco, a una distanza h — 3R dal centro del disco, come raggi Ri e R2 rispettivamente, come mostrato in figura. Si cal
mostrato in figura. Si calcoli la velocità con cui la particella raggiunge colino il campo elettrostatico e il potenziale in tutto lo spazio,
il centro del disco una volta lasciata libera di muoversi. assumendo nullo il potenziale sulla superficie di raggio R2.
P.9.11. P.9.18.
Una carica positiva è distribuita con densità superficiale unifor Una carica elettrica positiva è distribuita con densità
me, cr, su una superficie cilindrica di altezza h e raggio di base superficiale uniforme +cr, sul piano x = 0. Una carica
R e sulla superficie di base inferiore, come mostrato in figura. elettrica negativa è distribuita, con densità volumetri
Si calcoli il campo elettrostatico nel centro, C, del cilindro. ca uniforme, —p, nella regione di spazio limitata dai +C
piani x — Xo e x = Xo + d. Si calcoli: -P
(i) la relazione fra a e p affinché il campo elettrico sia
nullo nelle regioni x < 0 e x > x o + d;
P.9.12. 0 V0 X q+ d X
(ii) l’andamento del campo elettrico e del potenziale,
Due corpi puntiformi A e B, di massa m e M (M m) rispettivamente ed uguale carica
nelle condizioni di cui al punto (i), per 0 < x < x0+ d.
#, si trovano inizialmente a grande distanza l’uno dall’altro. Il corpo A viene lanciato
Si assuma V — 0 per x = Xo + d. Si rappresenti grafi
verso il secondo corpo con velocità v0. Si calcoli a quale distanza dal corpo B la velocità
camente tale andamento.
di A si dimezza.
(iii) La forza per unità di superficie agente sul piano
P.9.13.
x = 0.
Una carica elettrica è distribuita con densità superficiale positiva o\ e ¢12 sui piani x — 0
e x = d, rispettivamente. Si calcolino il campo elettrico e il potenziale in tutto lo spazio, P.9.19.
assumendo che il potenziale sia nullo per x = 0. Una carica elettrica positiva è distribuita, con densità volumetrica uniforme p, aH’interno
di un cilindro di altezza infinita e di raggio R. Si calcoli il campo elettrico e il potenziale
P.9.14. in funzione della distanza dall’asse del cilindro, assumendo che il potenziale sia nullo su
Una carica elettrica positiva è distribuita con densità volumetrica uniforme p all’interno tale asse.
di una sfera di raggio R. Si calcolino il campo elettrico e il potenziale.
P.9.20.
P.9.15.
In una regione di spazio compresa fra i piani
Una carica positiva è distribuita, con densità volumetrica p uniforme, nella regione di spa
x = —2d e x = 2d è presente un campo elettrico
zio limitata dai piani x = —d e x = d. Si calcoli il campo ed il potenziale elettrostatico,
E, diretto in direzione perpendicolare ai piani, il
assumendo che il potenziale sia nullo sul piano x = 0.
cui modulo varia come mostrato in figura. Si de
termini la distribuzione di carica che genera tale
campo. Si calcoli e si rappresenti graficamente
P.9.16.
il potenziale elettrostatico in funzione di x, assu
Si considerino due fili rettilinei paralleli di lunghezza in
mendo che il potenziale sia nullo per x = 0. Si
finita, uniformemente carichi con densità lineare di carica
calcoli infine la velocità, per x = 2d, di una par
+A e —A, posti a distanza 2d l’uno dall’altro, come mo
ticella puntiforme di carica q e massa m, posta
strato in figura. Si determini il campo elettrico generato
con velocità nulla nel punto di coordinata x = 0
dalla distribuzione di carica assegnata nel punto P posto
e libera di muoversi.
su un piano perpendicolare ai due fili, alla stessa distanza
r dai due fili (vedi figura).
9.1 Problemi 271 272 Elettrostatica nel vuoto
P.9.21. P.9.27.
Una carica positiva Q è distribuita all’interno di una sfera di raggio R . La densità di Una particella puntiforme di carica q e massa m è posta al centro di una regione sferica di
carica di volume varia radialmente con la legge p = ar (0 < r < R), con a costante. Si raggio R, contenente una carica —q, distribuita in modo uniforme. In tale regione viene
determinino: applicato un campo elettrico E0, che provoca lo spostamento della particella dal centro
(i) la costante a; della regione sferica di una quantità r (r < R). Si determinino:
(ii) il campo elettrico generato dalla distribuzione di carica in tutto lo spazio. (i) lo spostamento r della particella di massa m all’equilibrio;
(ii) il momento di dipolo elettrico associato alla distribuzione di carica;
P.9.22. (iii) il moto della particella quando il campo E0 viene tolto in un tempo molto breve.
Una carica Q è uniformemente distribuita su una superfìcie sferica di raggio R. Si calcoli
l’energia elettrostatica della distribuzione. Si calcoli inoltre l’energia cinetica complessiva
che le cariche acquisterebbero portandosi a distanza r > R dal centro della sfera se fosse
ro, tutte allo stesso istante, lasciate libere di allontanarsi dalla sfera stessa.
P.9.23.
Si consideri una sfera con centro in Oi e raggio Ri, uniforme-
mente carica con densità di carica volumetrica p. All’interno
della sfera viene praticato un foro sferico con centro in O2 e
raggio R2 < R\, all’interno del quale c’è il vuoto, come mo
strato in figura. Sia R la distanza fra Oi e O2. Si calcoli il
campo elettrico all’interno del foro.
P.9.24.
Si determini la distribuzione di carica che genera il cam
po elettrico unidimensionale il cui modulo è rappresentato in
figura.
P.9.25.
Un sistema rigido di cariche è costituito da quattro cariche
puntiformi, con valori q, q, 2q e —4q, disposte ai vertici di un
quadrato di lato a, come mostrato in figura. Si calcoli l’energia
potenziale elettrostatica del sistema di cariche assegnato.
-4 qm
P.9.26.
Si determini il momento di dipolo della distribuzione di
cariche indicata in figura. Sia À la densità di carica per
unità di lunghezza.
9.2 Soluzioni 273 274 Elettrostatica nel vuoto
S.9.1. y .S lL . (7)
Aire0L
Per determinare il campo elettrico nella posizione del
quarto vertice, D, del quadrato applichiamo il princi La forza elettrostatica cui è sottoposta una carica puntiforme positiva, q0, posta in D è
pio di sovrapposizione degli effetti. Introduciamo un F = goE e la sua energia potenziale è: U — q0V.
sistema di riferimento cartesiano ortogonale x y , di
sposto come mostrato in figura. Il campo in D è dato S.9.2.
da: Per determinare il campo elettrostatico nel punto P posto sull’asse del sistema di cariche,
applichiamo il principio di sovrapposizione degli effetti. Introduciamo un sistema di rife
E = Ei + E 2 + E 3 , (1)
rimento cartesiano ortogonale x y , disposto come mostrato in figura. Il campo in P è dato
essendo E 1, E2 ed E 3 i campi elettrici generati in D, da:
separatamente, dalle cariche poste in A, B e C:
E1 = - E = E 1 + E2 + E3 + E4 (i)
47Te0L2
essendo E1, E2, E3 ed E4 i campi elet
2q trici generati in P, separatamente, dalle
Eo — — UjDB = —- (ux + uy),
Aire0(Ly/2)2 47re0L2y/2 (2) cariche poste in A, B, C e D. La somma
vettoriale (1) si esegue in modo molto
E3 q ToyxX-
- 1-----
^3 — semplice osservando che i campi elettri
AttCqL2
ci generati in P dalle cariche poste in A
Si noti che, nel derivare l’espressione vettoriale di E2, si è tenuto conto che il versore
e in D hanno la stessa componente oriz
uDB della direzione DB (bisettrice), diretto da D verso B, è uDB = (ux + Uy ) / ^ / 2 e che
zontale, mentre le componenti verticali
l’intensità del campo E2 è 2g/[47re0(Z/\/2)2] = q j(Ane0L2).
sono uguali in valore assoluto ma di se
Si ha quindi:
gno contrario. Quindi E 1 + E4 risulta <------------ ><------------ x ------------ >
E= diretto come l’asse x ed ha componente x pari alla somma delle componenti orizzontali
47re0L2
q -Ki -J iH -h h h - (3)
di E1 e di E4:
Il modulo del campo elettrico è dato da: a cos , x
E 1 + E 4 = 2 l 7— ± ux, (2)
Aire0r(
qV% dove:
I E i - V ^ T i j = 3¾ (4)
L2'
n h?+ -d 2
~ 4.24 cm, (3)
Il vettore E forma con l’asse delle x un angolo a dato da: - i
Oh
O1 = atan— = 45°. (4)
E„ od
a = atan— = —80.3°. (5)
Ex Analogamente per la somma dei campi generati in P dalle cariche poste in B e in C:
Il potenziale elettrostatico nel punto P si calcola applicando il principio di sovrapposizione La traiettoria seguita dall’elettrone si ottiene dalle equazioni parametriche del moto
degli effetti: eliminando la dipendenza dal parametro t, t = x/v0:
v = r A~-KCq
(V = 0 (9) \e \E 2
r- i r2 r2 ri J = (7)
V = 2^ l x
f Vy , leiE Pt f
/ aVy = ------ / dt, (3) S.9.4.
Jo m J0 y>
Scegliamo un sistema di assi cartesiani ortogonali xy disposto
><
da cui si ottiene: come mostrato in figura. In particolare, l’asse x è diretto dE
Vx = Vo come il filo, con origine nel punto medio di AB. Per calcolare
il campo elettrico nel punto C dell’asse y , posto a distanza
lei E fdE2
Vyy m
L (4) h dal filo, consideriamo due elementi infinitesimi del filo,
di lunghezza dx, simmetrici rispetto all’asse y , la cui carica [c
da cui, per integrazione, possiamo ottenere le equazioni parametriche del moto dell’elet vale dq = Xdx. I campi elettrici, dEi e <£E2, generati da tali
trone: elementi in C hanno la stessa componente y e componenti x \ r
/0
x — h tan 9 dx = d9. ed è diretto come l’asse del filo. Nella (2) A è la densità di carica lineare. Nel caso in
(3)
cos 2O esame i campi generati in O dalla carica distribuita sui lati AB e CD sono uguali in
Si ottiene: modulo e direzione ed opposti in verso, quindi la loro somma vettoriale è nulla. Pertanto
Cb \ Ce
L
A il campo E generato in O dalla distribuzione di carica assegnata dall’esercizio è dovuto
cos 9 d9 ■ sin O (4)
2lTe0h esclusivamente alla carica distribuita sul lato BC. Utilizzando la (2) si ottiene:
dove 9m è l’angolo 9 corrispondente al segmento AC. Poiché:
Xb
E = (3)
L ire0a\/a2 + b2 y
sin Om
= (5)
V4/i2 + L2 ’
avendo introdotto un asse y coincidente con l’asse del lato BC, come mostrato in figura.
si ottiene: Nella (3) la densità lineare di carica, A, è data da:
XL
E(C) = (6)
2Tre0hV4h? + L2 A=
Q
(4)
2a b
Si noti che dall’Eq. (4) si ottiene facilmente il campo generato in C da un filo rettilineo di
lunghezza infinita uniformemente carico. In tal caso = 7t/ 2, quindi: Utilizzando le relazioni (1), (3) e (4), si ottiene la forza elettrostatica agente sulla carica
puntiforme q:
E(C) = (7) F = ---------------- ~ U y. (5)
2ireoh 7re0a(2a + b)y/a2 + b2
Calcoliamo ora il campo elettrico generato dal filo AB nel punto D posto sull’asse x a
distanza L dall’estremo B. Il campo elettrico generato in D da un elemento dx del filo, di
S.9.6.
carica dq = A dx, è ovviamente diretto come l’asse or ed è dato da:
Scegliamo un sistema di assi cartesiani ortogonali
A dx xy disposto come mostrato in figura. Siano dii e
dE (8) dl2 (dii = dl2 = di) due elementi infinitesimi della
Aire,o ( | A - x ) semicirconferenza posti in posizioni simmetriche
rispetto all’asse y. I campi elettrici, dEi e dE2,
Integrando su tutto il filo si ottiene: generati da tali elementi nel centro della semicir
Lf2 conferenza hanno la stessa componente y e com
a dx
E: (9) ponenti x uguali in valore assoluto ma di segno
UX 47T60 J- L/2 (l L - x ) 87TC0L
opposto. Il campo complessivo, dE = dEi + dE2,
è quindi diretto come l’asse y ed ha modulo dato da:
I .. i . A di -
S.9.5. dE = 2 ------ — cosd.
1 1 Aire0R2
La forza elettrostatica agente sulla carica puntiforme q è data
da: Il campo totale si ottiene integrando la (1), facendo variare 9 fra O e 7r/2, ricordando che
O q di = R d9:
F = qE, (1)
A A
dove E è il campo elettrostatico generato in O dalla carica
Q distribuita sui tre lati del rettangolo ABCD. Tale campo
^ ^
y
D
Si ha quindi:
|E| =
2ire0R f:
cos 9 d9 =
2ire0R
(2)
AQ Nel caso in esame si ha che la carica sulla spira di raggio r e spessore dr è data da:
UJ = (9)
2eomR2
9.2 Soluzioni 281 282 Elettrostatica nel vuoto
Il campo elettrico dE generato dalla spira di raggio r e spessore dr in un punto dell’asse Anche in questo caso, come nell’esercizio precedente, il campo elettrostatico sull’asse del
del disco si ottiene quindi dalle (2) e (3): disco, diretto per simmetria lungo l’asse stesso (E = Ey(y)Uy), si può calcolare con la
relazione:
Qyr dr
dE = (4) ? = = Q- h - i (11)
2k €qR2 (r2 + y2)3/2 dy 27T60 R2
L y 'R 2 + y 2-l ’
Il campo elettrostatico generato dalla carica distribuita sull’intero disco si calcola inte che coincide, ovviamente, con la (5).
grando la (4) per r variabile da 0 a R:
S.9.10.
QrUy fR r uy Le forze agenti sulla particella di massa m sono la forza peso, mg, #A
1 _
2ire0R2 J0 (r2 + ?/2)3/2 “ 2tt ^fr2 + y2^o e la forza elettrostatica generata dalla carica Q distribuita sul disco
di raggio R. Dal momento che le forze applicate sono conservative,
Q
- I 1 possiamo applicare il principio di conservazione dell’energia. La
(5)
2k C0R2 + 7 1 forza peso può essere trascurata rispetto alla forza elettrostatica.
Inizialmente la particella è in quiete, quindi l’energia è di tipo
Se indichiamo con a la densità superficiale di carica, puramente potenziale:
a = QK jkR2), la (5) si può scrivere come segue: £{i) = -Q V (A )i
dove V (A) è il potenziale elettrostatico generato in A dalla carica Q. Ricordando che il
, I 1 (6)
V i? 2 + ?/2j potenziale generato sull’asse da una carica Q uniformemente distribuita su un disco di
raggio R , a distanza h dal disco stesso è data dalla (10) dell’esercizio precedente:
Si noti che dalla (6) si ottiene facilmente il campo
generato da un piano infinito uniformemente carico.
(2)
In questo caso R — oo quindi:
si ottiene:
(7)
S(i) = I o - 3). (3)
27reoR
Per calcolare il potenziale elettrostatico in un punto dell’asse del disco applichiamo ancora Quando la particella, lasciata libera di muoversi, raggiunge il centro del disco, l’energia
il principio di sovrapposizione degli effetti. Il potenziale generato in un punto dell’asse totale è data dalla somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale elettrostatica:
(y) da una spira di raggio r uniformemente carica con densità lineare di carica À è dato
dalla formula (2) dell’esercizio precedente: q V (0 ),
£ (/) = \mv2 (4)
Xr g
V = (8) dove V (O ) è il potenziale al centro del disco (h = 0 nella (2)):
2eo 4Tre0\/r2 + y2
Q
Il potenziale, dV, generato dalla spira di raggio r e spessore dr in un punto dell’asse del V (O ) = (5)
2 k €qR
disco si ottiene dalle (8) e (3):
Utilizzando le (3)-(5) e il principio di conservazione dell’energia (£(i) = £ ( /) ) , si ottiene:
Qr
dV = dr. (9)
2k €0R 2\Jr2 + y2
v= (6)
Il potenziale elettrostatico generato dalla carica distribuita sull’intero disco si calcola
integrando la (9) per r variabile da 0 a R:
S.9.11.
l
Q Q
V: dr = rz + yz\ = Il problema si risolve facilmente applicando il principio di sovrapposizione degli effetti.
27T60R2 J0 y V 2 + y2 2Tre0R2
La distribuzione di carica assegnata è equivalente a una carica distribuita, con densità
Q
cr, sulla superficie cilindrica e sulle due basi del cilindro, a cui si sovrappone una carica
(1 0 )
2Tre0R? [ V ^ + ^ - y ] - distribuita, con densità —a, sulla base superiore del cilindro. Il campo elettrico generato
9.2 Soluzioni 283 284 Elettrostatica nel vuoto
in C dalla carica distribuita sulla superficie cilindrica e sulle due basi è nullo per ragioni A poste in posizioni simmetriche rispetto al piano (superfìcie Ei mostrata in figura). Si
di simmetria. Infatti le cariche distribuite sulle due basi generano in C due campi elettrici ottiene:
diretti come l’asse del cilindro, uguali in modulo e di verso opposto (vedi il problema S e1(E 1) = tI E xA = — ^ (1)
9). La superficie cilindrica si può scomporre in un numero infinito di spire di raggio R. Co ZCo
I campi elettrici generati in C dalle coppie di spire i cui centri sono posti in posizioni Si ha quindi:
simmetriche rispetto a C, sono diretti come l’asse del cilindro, hanno lo stesso modulo ma
ai G2
hanno verso opposto (vedi il problema 7). E i = -------ux, x < 0 Si
II campo elettrico generato in C dalla distribuzione di carica . 2e0
< -
assegnata è quindi il campo generato sull’asse da un disco di (2)
raggio R , uniformemente carico con densità di carica —a, e Ei = ux, x 0 0 X
ZCo d
quindi è dato da (vedi il problema 9):
Analogamente per il piano x = d. Applicando il principio
h di sovrapposizione degli effetti si ottiene:
E(C) = - I l (1)
V4 R2 + h2 (T1 + (T2
E= - x < 0
2cq
avendo fissato un asse y coincidente con l’asse del cilindro e
diretto verso l’alto, come mostrato in figura. (Ti — d o
E = --------- - ux, 0< (3)
2e0
S.9.12.
Dal momento che la massa M del corpo B è molto maggiore di quella del corpo A, possiamo ai + <r2 ,
E = —------ ux, x > a
trascurare il moto di B. L’unica forza agente su A è quella elettrostatica esercitata dal 2e0
corpo B (possiamo infatti trascurare la forza peso rispetto a quella elettrostatica), quindi
l’energia totale si conserva. Inizialmente i due corpi si trovano a grande distanza l’uno L’andamento del campo elettrico è riportato in E (x )‘
dall’altro, quindi l’energia di A è di tipo cinetico: figura (si è assunto d\ > cr2). Si osservi che il G 1+ G 2
campo elettrico è discontinuo in corrisponden
CO
za delle due distribuzioni superficiali di carica.
£(oo) = ^mo0
2 (1)
Q
I
Calcoliamo ora il potenziale assumendo U = O
per x = 0. Dalla definizione di potenziale si ha: 2s0
A distanza r da B l’energia del corpo A è data dalla somma dell’energia cinetica e di
dV = —E dx, quindi per x < 0 si ottiene: 0 d jc>
quella potenziale:
rV(x)
(Tl +-G1 r
£ (r) = \mv2 + —--— (2) dV = dx
2 47reor Jo 2e(0 Jo a, +<t 7
Applicando il principio di conservazione dell’energia è possibile calcolare la distanza r fra 2s0
V (x) = jx
O (4)
A e B in corrispondenza della quale v = u0/2. Uguagliando le (1) e (2), con v = u0/2, si
2eo
ottiene:
2q2 Per 0 < x < d si ottiene:
r V {x )
(3) CT1 ~ (T2
Jo
dV =
2Cn / dx
CT1 ~ CT2
V (x) = - (5)
S.9.13. 2e0
L’esercizio si risolve applicando il principio di sovrapposizione degli effetti. Calcoleremo Infine, per x > d, osservando che il potenziale è continuo in x = d, dal momento che il
il campo elettrico generato, separatamente, dalle due distribuzioni superficiali di carica. campo elettrico si mantiene limitato in x = d, si ottiene:
Consideriamo quindi il piano x = O uniformemente carico, con densità di carica
Data la simmetria, il campo elettrico deve essere perpendicolare al piano e deve avere lo [ v{ ] d v = - criJ" r dx
stesso modulo ma verso opposto sulle coppie di piani perpendicolari all’asse x, posti in Jv{d) 2e0 Jd
posizioni simmetriche rispetto al piano carico. Applichiamo quindi il teorema di Gauss, CTi ~ 0 2 ^ (T l jT (T2 (Ti + CT2 (T2
considerando una superfìcie cilindrica perpendicolare al piano x = 0, con basi di area V (x) = (x d) — ò------ X + — d (6)
2cq 2eo 2e0
9.2 Soluzioni 285 286 Elettrostatica nel vuoto
Q PR
V (r) (6)
Anegr 3e0r'
p r
/ dV= - f - /
Jv(R) 3eo Jr
cos 0 = d/r ( 6)
Si ha quindi:
Xd
E = (7)
7T60r2Ux