Il concetto di educazione coinvolge tutti gli stimoli che ci provengono dal mondo esterno, dalle cure familiari ai contatti con il mondo della scuola, dall’incontro occasionale all’apporto dei mezzi di comunicazione. Ogni essere umano ha potenzialmente l'intelligenza e le energie affettive da esprimere e delle naturali attitudini. Dipenderà in gran parte dall’educazione, dagli stimoli ambientali se quelle energie potenziali troveranno il modo più compiuto e più equilibrato di realizzarsi.
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Cos’è la PEDaGoGIa? La pedagogia per definizione è “la scienza umana che studia l’educazione e la formazione dell’uomo nella sua interezza durante il suo intero ciclo di vita”. Erroneamente, infatti si pensa che questa scienza umana si limiti allo studio dei bambini, ma non è così, un pedagogista studia l’educazione e la formazione dell’uomo in ogni fase a partire dalla nascita sino alla vecchiaia.
Il termine pedagogia deriva dal greco, infatti il
termine Paidos significa bambino mentre Ago significa accompagnare, l’unione di queste due parole era utilizzata sin dall’antica Grecia per indicare lo schiavo che portava i bambini a scuola, solo in epoca moderna con l’avvento dello studio delle scienze umane questo termine ha assunto il valore che conosciamo oggi. Formatore preside prof. Mario iacomino 2 Quindi il Pedagogista?
Il Pedagogista è il professionista che conosce la realtà
educativa, la ricostruisce razionalmente, la pianifica a partire da diagnosi pedagogiche accurate dei bisogni e propone opzioni epistemologiche, metodologiche e tecniche idonee e tali da rendere possibili processi di autonomia ed un’assunzione di decisioni individuali e collettive.
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l’EDuCazIonE è: Lo sviluppo della perfezione di cui l’uomo è capace (Kant)
Il modo attraverso cui si fa dell’individuo uno strumento di
felicità per sé e per gli altri (Stuart Mill)
Un processo tanto più valido quanto più tende ad
avvicinarlo alla sua natura (Renouvier)
L’educazione è una funzione sociale che assicura una
direzione e uno sviluppo agli immaturi, attraverso la loro partecipazione alla vita del gruppo cui appartengono (Dewey, 1916)
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E per voi cos’è EDUCAZIONE?
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L’EDUCATORE IL PEDAGOGISTA
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Cosa fanno a scuola il Pedagogista e l’insegnante Il bravo pedagogista I bravi insegnanti non prepara il non preparano il progetto educativo cammino educativo per gli insegnanti, per i loro alunni, prepara gli preparano gli alunni insegnanti per il per il loro cammino progetto educativo nella società
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COME?
L’UNO E L’ALTRO ne stimolano la FORMAZIONE,
l’AGGIORNAMENTO, la RELAZIONE, la RICERCA, IN SINTESI……… LO STUDIO! Formatore preside prof. Mario iacomino 8 DI CHI?
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Nacque nel 1859 a Burlington nel Vermont (USA) Studiò alla John Hopkins University di Baltimora dove ebbe come insegnanti l’hegeliano Morris e lo psicologo Stanley Hall Si laureò nel 1884 con una tesi di laurea su “La psicologia di Kant” Insegnò etica, logica e psicologia alla University of Minnnesota Nel 1894 si trasferì all’University of Chicago dove, pur continuando ad insegnare filosofia, cominciò ad interessarsi di pedagogia. Nel 1896 fondò con la moglie la “University of Chicago Elementary School” un vero e proprio laboratorio di psicologia e pedagogia sperimentale. Nel 1905 si trasferì a NY dove insegnò alla Columbia University fino al 1929. Risalgono a questo periodo le sue opere più importanti e i suoi viaggi in Cina, Giappone, Turchia, Messico e Russia per studiare i diversi sistemi scolastici Nel 1929 lasciò l’insegnamento e cominciò la sua opera di divulgatore e conferenziere che continuò fino alla morte nel 1952. Formatore preside prof. Mario iacomino 10 L’attivismo Dewey rappresenta il massimo esponente e teorico dell’attivismo pedagogico. A differenza dei teorici delle scuole nuove (pedagogia elitaria1), D. pone l’accento: 1. sui fini sociali e democratici dell’educazione; 2. sui problemi logici psicologici e didattici dell’apprendimento. 1 La pedagogia elitaria ovvero educazione riservata a pochi, all’élite. Formatore preside prof. Mario iacomino 11 La pedagogia scientifica Dewey è considerato l’iniziatore della pedagogia scientifica in quanto, pur non ripudiando il legame ideale fra questa e la filosofia, attinge ampiamente alla psicologia, alla biologia, alla sociologia e all’antropologia
Si passa dalla Pedagogia alle
Scienze dell’Educazione Formatore preside prof. Mario iacomino 12 Formatore preside prof. Mario iacomino 13 Il credo pedagogico di Dewey (1897)
L’educazione è un processo continuo che inizia
con la nascita ed ha come scopo l’assimilazione delle conoscenze, delle tecniche, delle abilità che la civiltà umana ha prodotto nel corso dei millenni.
L’educazione ha un aspetto psicologico e uno
sociale
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Aspetto psicologico
Consiste nella stimolazione e nello
sviluppo delle attività psichiche e delle potenzialità individuali.
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Aspetto sociale L’educatore deve conoscere e agire sullo studente tenendo sempre a mente le condizioni sociali in cui questo vive (contesto).
La scuola deve essere un luogo di lavoro, di
vita comunitaria, di esperienze educative e socializzanti.
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Il concetto di esperienza È il concetto fondante la filosofia e la pedagogia di Dewey.
L’esperienza abbraccia tutta la realtà (aspetti naturali,
sociali e culturali) e rispecchia il suo divenire storico.
L’aspetto che la caratterizza è la precarietà/instabilità
Solo di fronte a una situazione problematica, il nostro
pensiero è stimolato alla ricerca, alla chiarificazione e alla risoluzione dei problemi pratici e teorici.
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La logica
Dewey è convinto che il metodo scientifico applicato
alle scienze umane potrà promuovere il progresso sociale e democratico.
Il metodo scientifico (ipotesi – sperimentazione -
verifica) stimola la tolleranza, l’apertura mentale, sconfigge pregiudizi, rifiuta le verità assolute e aprioristiche.
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Un Caposaldo del Pensiero del Dewey è: Democrazia ed educazione (1916) Come si può educare alle democrazia? 1) creando nella scuola una comunità di ricerca; 2) favorendo un clima di democratica collaborazione; 3) ponendo la centralità degli studenti, che guidati dall’insegnante, apprendono attraverso il fare (learning by doing); 4) seguendo un programma che tenga conto degli interessi, dei bisogni, dei livelli di sviluppo psicologico degli studenti; 5) rifiutando la pericolosa divisione fra cultura classica e professionale, che perpetua divisioni disuguaglianze classiste
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Esperienza ed educazione (1938) Ha scritto questo libro per combattere le accuse di lassismo e anarchia mosse dai detrattori dell’attivismo pedagogico ritenuto responsabile della crisi economica e sociale del 1929 Sostiene che: 1) non tutte le esperienze sono educative (rifiuto dello spontaneismo); 2) Le esperienze sono educative solo quando sono inserite in un percorso organico che mira a promuovere lo sviluppo fisico, psichico e intellettuale dello studente; 3) L’insegnante non è uno spettatore passivo ma un facilitatore; 4) occorre rifiutare ogni enciclopedismo, e promuovere l’acquisizione di quelle conoscenze che servono per interpretare e interagire con la realtà. 5) rifiutando la pericolosa divisione fra cultura classica e professionale, che perpetua divisioni disuguaglianze classiste.
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MARIA MONTESSORI
Il pensiero pedagogico di Maria
Montessori s’iscrive nel filone dell’attivismo pedagogico, cioè in quella corrente di pensiero che parte dai bisogni dell’alunno e si fa promotrice di scuole nuove, di un nuovo modo di intendere l’educazione e di nuovi metodi ed approcci, prendendo le distanze dalla scuola tradizionale e il suo slogan sarà: ”Non più una scuola per la vita ma una scuola come vita stessa”. Formatore preside prof. Mario iacomino 21 Dai bisogni degli alunni alla creazione di un ambiente per gli alunni Crescita armonica e Avendo come obiettivo…. sviluppo integrale personalità
PENSIERO Stimolando il rapporto…. ED AZIONE
La scuola Montessoriana ha un rispetto profondo della personalità del
soggetto educante, in quanto quest’ultimo deve essere rispettato fin dalla nascita perché è una persona. Come tale, si deve riconoscere lo sviluppo autonomo, la sua disponibilità a identificarsi e cooperare con gli altri, la sua individualità come una risorsa e non come un limite in quanto si ha uno sviluppo originale a parità di tappe in cui ci si viene a trovare. Formatore preside prof. Mario iacomino 22 Jean Piaget
Intelligenza è ciò che usi quando non sai cosa fare.
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Jean Piaget (1896 – 1980) psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero • È considerato il fondatore dell‘Epistemologia Genetica, • Si dedicò molto anche alla psicologia dello sviluppo.
L’epistemologia genetica Secondo la
definizione di Piaget si occupa: • della formazione e del significato della conoscenza e • dei mezzi attraverso i quali la mente umana passa da un livello di conoscenza inferiore ad uno giudicato superiore Formatore preside prof. Mario iacomino 24 Epistemologia genetica
Studio dei mezzi
Studio formazione con cui si conoscenza acquisisce la conoscenza
Sviluppo STADIALE Adattamento e
del bambino accomodamento1
1 si avvicendano durante l'intero sviluppo
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L'assimilazione consiste nell'incorporazione di un evento o di un oggetto in uno schema comportamentale o cognitivo già acquisito.
L'accomodamento consiste nella modifica della
struttura cognitiva o dello schema comportamentale per accogliere nuovi oggetti o eventi che fino a quel momento erano ignoti
Questi due processi si alternano alla costante ricerca di un
equilibrio fluttuante (omeostasi) ovvero di una forma di controllo del mondo esterno. Formatore preside prof. Mario iacomino 26 DISEQUILIBRIO Quando una nuova informazione non risulta immediatamente interpretabile in base agli schemi esistenti, il soggetto entra in uno stato di disequilibrio e cerca di trovare un nuovo equilibrio modificando i suoi schemi cognitivi incorporandovi le nuove conoscenze acquisite.
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Gli stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget
• Nei suoi studi sull’età evolutiva Piaget notò che
durante lo sviluppo vi sono: 1. momenti nei quali prevale l'assimilazione 2. momenti nei quali prevale l'accomodamento 3. e momenti di relativo equilibrio.
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Lo sviluppo della mente AVVIENE ATTRAVERSO
Assimilazione: è il processo Accomodamento : gli schemi
per cui si incorporano in posseduti vengono modificati schemi propri i dati per essere adattati a nuovi dell’esperienza dati
ADATTAMENTO
L’ADATTAMENTO è un equilibrio fra assimilazione e
accomodamento EQUILIBRIO che consente la riorganizzazione delle strutture e il loro sviluppo ontogenetico. Formatore preside prof. Mario iacomino 29 Gli stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget
Nei suoi studi sull’età evolutiva Piaget
individuò INOLTRE delle differenze sostanziali nel modo con il quale, nelle sue diverse età, l'individuo si accosta alla realtà esterna e ai problemi di adattamento che essa pone.
a)sono comuni a tutti gli individui b)si susseguono sempre nello stesso ordine
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Formatore preside prof. Mario iacomino 33 Formatore preside prof. Mario iacomino 34 Formatore preside prof. Mario iacomino 35 LO STRUTTURALISMO: Caratteristiche Generali
Ogni corpus disciplinare è caratterizzato da una struttura
profonda (proposizioni generative e principi organizzativi);
è sul piano di tali strutture logiche e psicologiche che deve
avvenire l’incontro tra discente e scienza, e non sui contenuti specifici delle discipline.
In altre parole, per gli strutturalisti si giunge al significato
delle cose sapendo come le cose stanno insieme, e non comprendendo le cose separatamente, mettono in primo piano la forma (il come!) rispetto al contenuto (la nozione!).
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SUL PIANO DIDATTICO QUESTO SI TRADUCE IN ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI, CIOÈ……….. È L’INSIEME DEI CONTENUTI DELL’AZIONE EDUCATIVA, OSSIA DELLE ATTIVITÀ IN CLASSE, DELLE INFORMAZIONI E DEI CONCETTI CHE SONO RESI OGGETTO DELL’AZIONE DIDATTICA.
Una didattica attenta ai percorsi di apprendimento di
ciascuno mette fortemente in crisi una organizzazione curricolare rigida e statica.
Essa infatti fa emergere le necessità di operare nell’ottica:
DELL’ESSENZIALITÀ DELLA FLESSIBILITÀ
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COME? CON UN CURRICOLO A SPIRALE
Il percorso di apprendimento deve seguire un
andamento a spirale ovverosia deve partire da un approccio intuitivo alla conoscenza per proseguire con ciclici di approfondimenti e successivi ritorni e iterazioni.
L’andamento ciclico permette di comprendere le idee di
base connesse alle varie discipline e permette di insegnare qualsiasi problematica a chiunque in ogni età, purché si adegui il materiale da insegnare alla modalità di rappresentazione della realtà di chi apprende. Formatore preside prof. Mario iacomino 38 MODALITÀ DI RAPPRESENTAZIONE DELLA CONOSCENZA
Questo significa che le stesse strutture
di contenuto debbono essere mediate da processi pedagogici di tipo operativo, visivo e simbolico.
Ciò permetterà di definire tre modalità
di rappresentazione: attiva, iconica e simbolica.
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Operazioni mentali Questo approccio rende possibile le operazioni mentali funzionali alla crescita intellettuale, ovverosia: categorizzazione, concettualizzazione, messa in atto di strategie per la soluzione di problemi, ricerca di significato o verità (euristica)
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Formatore preside prof. Mario iacomino 41 Lëv Semenovich Vygotskij (1896-1934)
Nasce in Russia lo stesso anno di Piaget.
I suoi interessi iniziali sono rivolti alla letteratura, ma ben
presto si interessa alla psicologia.
Considera il bambino all’interno della cultura dominante
a cui appartiene.
E’ convinto che la psicologia debba indagare la tensione
fra bambino e società e il modo in cui tale tensione si risolve nello sviluppo.
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La teoria
Le funzioni intellettuali superiori emergono dalle
esperienze sociali
Come Piaget, il bambino è considerato attivo
costruttore nell’ambiente:
Piaget si concentra sull’ ambiente fisico
Vygotskij si concentra ambiente sociale, inteso sia
come cultura sia come interazioni
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Zona di sviluppo prossimale E’ il concetto unificatore di tutta la sua teoria, supportato da pochi dati empirici (studi successivi)
La differenza tra ciò che il bambino sa fare da solo e
ciò che sa fare insieme ad un altro.
Definisce i limiti cognitivi entro cui l’insegnamento
può considerarsi efficace.
Stimola una valutazione dinamica COME potenziale di
apprendimento
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Come avviene l’apprendimento attraverso la zona di sviluppo prossimale
Avviene in tre fasi:
La prestazione è controllata dall’adulto/esperto (nel senso che offre aiuto all’alunno nell’attività adattando sia il tipo di aiuto sia la qualità dell’aiuto al suo livello1) La prestazione è controllata dal bambino (mette a frutto l’aiuto ricevuto) La prestazione è automatizzata (l’alunno fa da solo, «sperimenta» su ciò che ha visto fare. Vygotskij mette le basi del costruttivismo sociale o socio-costruttivismo) 1Wood e Bruner chiameranno questa procedura «scaffolding»
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Reciprocità Alunno - Docente
In questo rapporto l’alunno è APPRENDISTA , cioè acquisisce
varie conoscenze mediante la collaborazione in situazioni di problem-solving e in una vasta gamma di interazioni casuali e informali. L’alunno fa domande, il docente dà suggerimenti, suggerisce strategie. In questo modo l’alunno trasforma il linguaggio di questi dialoghi come parte del suo linguaggio interno, utilizzandolo per organizzare il suo stesso modo di pensare e di comportarsi.
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NE CONSEGUE….
che lo sviluppo umano
Avviene secondo tre diverse dimensioni:
CULTURALE: è l’ambiente che fa richieste al soggetto. INTERPERSONALE: più che dalle pulsioni interne il soggetto si sviluppa – in qualità e quantità – in una realtà strutturata.
INDIVIDUALE: è quello che Moreno chiama «sviluppo di
strada», nel senso che un soggetto sviluppa comunque delle capacità indipendentemente da tutto e tutti o dipendentemente da tutto e tutti.
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Dimensione culturale I soggetti in età evolutiva nel costruire la conoscenza sul mondo utilizzano le acquisizioni delle generazioni precedenti. Gli strumenti o artefatti culturali sono: sviluppati da ogni società aiutano ad adattarsi alla realtà sono tramandati da una generazione all’altra
Esistono 2 tipi di strumenti culturali:
strumenti materiali o tecnologici, es. computer strumenti concettuali o psicologici, es. linguaggio Gli strumenti tecnologici e psicologici esercitano la loro influenza in maniera congiunta
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Merito di Pavlov Vygotskij riconosce al fisiologo russo Pavlov il merito di aver creato un ponte tra natura e cultura:
infatti, da un riflesso incondizionato, la salivazione del
cane alla vista del cibo, si poteva creare un riflesso condizionato, salivazione del cane in risposta ad uno stimolo condizionato;
ciò che permette questo passaggio è un segnale
culturale come ad esempio il suono di un campanello o l’accensione di una lampadina. Dunque, le risposte biologiche possono obbedire a stimoli culturali.
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Con Pavlov abbiamo il passaggio da un livello fisiologico (cibo-salivazione) ad un livello culturale (campanello-salivazione). Questo apre la strada all’idea di un doppio sistema di segnalazione Da questo Vygotskij deduce che anche l’uomo risponde a due sistemi di segnalazione: uno biologico, fisiologico, interno e uno costituito dai segni che sono socialmente prodotti. Per Vigotskij il linguaggio è un insieme di segni, come un segno era il campanello per il cane di Pavlov Formatore preside prof. Mario iacomino 50 Il linguaggio Nel 1934 Vygotskij pubblica lo scritto intitolato Pensiero e linguaggio
E’ lo strumento più importante per trasmettere la
cultura.
Consente ai soggetti in età evolutiva di regolare la
propria attività.
Si acquisisce nelle interazioni sociali
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Origine del pensiero e del linguaggio Secondo Vygotskij, pensiero e linguaggio hanno due diverse origini. Il pensiero ha un’origine interna, nasce tramite l’azione senso motoria sulla realtà. Il linguaggio ha un’origine esterna, viene cioè appreso dal bambino tramite l’ambiente fatto da persone che usano il linguaggio.
Il linguaggio esprime sin dall’inizio la sua natura sociale, Il
bambino inizia a parlare per mettersi in rapporto con l’altro, per richiedere attenzione e risposte ai suoi bisogni, con modalità sempre più comunicative, progressivamente il linguaggio tende all’interiorizzazione, cioè serve sempre di più da ausilio alla riflessione.
Formatore preside prof. Mario iacomino 52
Linguaggio egocentrico Successivamente subentra la fase del linguaggio egocentrico ed è qui che pensiero e linguaggio che finora avevano seguito traiettorie separate, anche se parallele, si uniscono. Durante questa fase il pensiero acquisisce un nuovo strumento che potenzia le sue capacità: il simbolo. Nel percorso di pensiero e linguaggio dunque il pensiero tende progressivamente ad esteriorizzarsi, mentre il linguaggio tende sempre di più all’interiorizzazione, attraverso forma di pensiero silenzioso.
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Dimensione interpersonale
Sviluppo cognitivo = risultato delle interazioni
con altre persone più competenti in diversi contesti La natura umana implica che: Bambino = sfrutta l’aiuto e l’insegnamento Adulto = offre aiuto ed insegnamento Competenza intellettuale emerge a partire dalle modalità di risolvere i problemi che vengono dapprima conosciute nelle interazioni sociali e successivamente interiorizzate Formatore preside prof. Mario iacomino 54 Legge dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori
Le capacità superiori compaiono prima
nell’interazione con gli altri e poi vengono interiorizzate e compaiono a livello intra-individuale.
Le interazioni sociali formano il
contesto primario nel quale il SOGGETTO viene avviato alle modalità di pensiero più mature presenti in ogni società Formatore preside prof. Mario iacomino 55 La costituzione dei concetti
Prima fase: il concetto è la somma delle
caratteristiche esteriori più vistose colte per analogia (colore, forma etc.)
Seconda fase: compare la generalizzazione ossia la
capacità di cogliere dei nessi concreti al di là delle somiglianze
Terza fase: compare l’astrazione ossia la capacità
di costruire categorie anche in assenza di oggetti concreti