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CONCORSO A CATTEDRA STRAORDINARIO

Scuola secondaria 1 e 2 grado

2° INCONTRO
Anatomia della Scuola Italiana
dalla Legge Casati ai giorni nostri

Formatore preside prof. Mario Iacomino


1
L’Italia alla Vigilia
della Legge
Casati
Le radici della Legge
La Legge porta il nome del conte Gabrio Casati ministro per la
Pubblica Istruzione del Regno di Sardegna nel gabinetto
Lamarmora dal 19 luglio 1859 al 21 gennaio 1960.
Redatta nel giro di quattro mesi, viene emanata il 13 novembre
1859 da Vittorio Emanuele II in virtù degli ampi poteri concessi
al governo nel pieno della seconda guerra di indipendenza e
alla vigilia delle annessioni.
La Legge riflette la realtà scolastica piemontese e
lombarda, ma dopo la proclamazione del Regno d’Italia
(1861) viene estesa gradualmente all’intero Paese.
La riforma tende a configurare un “sistema di media libertà”:
né quello inglese (nessuna ingerenza dello Stato), né quello
belga (ampia concorrenza degli istituti privati), ma quello di
molti paesi della Germania (lo Stato gestisce l’istruzione, ma
consente la presenza delle scuole private),
Le soluzioni adottate
La legge 3725/1859
Istruzione superiore
• indirizza “la gioventù nelle carriere pubbliche e private”
• si articola in cinque facoltà: teologia, legge, medicina, scienze fisiche-
matematiche-naturali, lettere e filosofia.
Istruzione secondaria classica
• forma negli studi letterario-filosofici che aprono all’università
• è divisa i due gradi: ginnasi di 5 anni e licei di 3 anni
Istruzione tecnica
• fornisce la cultura generale e speciale utile per le carriere nel “pubblico servizio”,
nelle industrie, nel commercio e nella agricoltura
• è divisa in due gradi: scuole tecniche di 3 anni e istituti tecnici di 3 anni
Istruzione elementare
• è impartita gratuitamente in tutti comuni
• è divisa i due gradi: inferiore (2 anni, obbligatori); superiore (2 anni)
Istruzione religiosa
• L’educazione religiosa è obbligatoria nella scuola elementare, Nelle scuole
secondarie di indirizzo classico e tecnico è curata da un “direttore spirituale”. È
previsto l'esonero su richiesta dei genitori.
La Legge 3961/1877 , detta legge Coppino
Michele Coppino ministro della Pubblica Istruzione nel primo e
nel secondo ministero Depretis prepara in pochi mesi un
disegno di legge sull’obbligatorietà dell’istruzione
elementare inferiore fino al nono anno di età. L’iter
parlamentare è molto rapido e la legge viene approvata il 15
luglio 1877, subito accompagnata da iniziative (monte
pensioni, aumento di un decimo degli stipendi) in favore degli
insegnanti.
. Si
precisa però che esso “dura fino a nove anni”.
I genitori assicurano l’istruzione ai figli o per mezzo di scuole
private o con l’insegnamento in famiglia o inviandoli alle scuole
comunali
I genitori che non dichiarano all’ufficio municipale le modalità
dell’istruzione dei figli incorrono in una ammenda

è facoltativo.
I “Provvedimenti Orlando” (Legge 8 luglio 1904, n. 407): il
“corso popolare”
L’obbligo viene innalzato a 12 anni, istituendo nei Comuni con
più di 4000 abitanti (1164 su 8000) una “scuola popolare”
obbligatoria formata da due classi postelementari, la V e la VI,
con orario ridotto da 4 a 3 ore giornaliere. Chi intende proseguire
gli studi secondari deve invece sostenere, compiuta la IV
elementare, un esame di maturità.
La legge ha un volto contraddittorio. Essa si presenta come un
ampliamento dell’istruzione primaria, ma persegue l’obiettivo di
attutire la pressione sulle “scuole tecniche”.
La legge Orlando aggiunge una sola classe all’istruzione
elementare, abbassandone il complessivo livello (riduzione
dell’orario); non fa diminuire le iscrizioni alla scuola tecnica, che
anzi aumentano notevolmente.
I Provvedimenti Orlando prevedono scuole serali e festive per
analfabeti, nonché miglioramenti economici per i maestri.
La riforma Gentile - Il contesto in cui matura
1917: la rivoluzione bolscevica
1918 : la fine della I guerra mondiale
1919: il trattato di Versailles, la repubblica di Weimar e l’avventura dannunziana
a Fiume. Don Sturzo e l’appello ai “liberi e forti”: nasce il Partito popolare italiano.
Mussolini fonda i “Fasci di combattimento”. Prime elezioni a suffragio universale
maschile: forte affermazione di socialisti e popolari, bruciante scacco del
movimento mussoliniano
1920-1921: l’occupazione delle fabbriche, l’ultimo governo Giolitti, il Congresso
di Livorno, la scissione socialista e la nascita del Partito comunista. Nuove
elezioni politiche: i fascisti entrano in Parlamento. Nascita del Partito nazionale
fascista. Rottura del Patto di pacificazione tra socialisti e fascisti
1922: fallimento dello sciopero generale legalitario (agosto), marcia su Roma (28
ottobre), incarico di Vittorio Emanuele III a Mussolini (30 ottobre) che forma il
nuovo governo
1923: la legge maggioritaria Acerbo
1924: il “listone” e il successo del PNF alle elezioni Il delitto Matteotti e l’Aventino
parlamentare
1925: discorso del 3 gennaio: il fascismo verso il regime
Riforma Gentile (1923)
L'obbligo scolastico è elevato formalmente a 14 anni.
Struttura del sistema scolastico
Grado preparatorio (scuola materna), della durata triennale, non è ob-
bligatorio, affidato a comuni e enti privati.
Scuola elementare: durata quinquennale inferiore (3 anni), superiore (2
anni)
Scuole elementari speciali: vengono istituite per portatori di handicap
sensoriali (ciechi e sordomuti);
L'insegnamento della religione cattolica è obbligatorio ed è ritenuto
fondamento e coronamento dell'istruzione elementare. Dopo i Patti
lateranensi del 1929, questo insegnamento viene inserito come opzionale
nelle scuole di ogni ordine e grado.
Le classi oltre la 5a prendono il nome di “classi integrative di
avviamento professionale”.
Esami annuali e Certificazioni: di promozione, di studi elementari
inferiori (dopo la 3a), di compimento (dopo la 5a), di adempimento
dell’obbligo e di idoneità al lavoro dopo le 3 classi integrative di avviamento
professionale.
L’istruzione complementare
“Fa seguito a quella elementare e la compie”. Dura 3 anni
Riforma Gentile
- Liceo scientifico, cui si accede previo esame di ammissione, dopo 4 anni di
scuola media o al quattordicesimo anno di età, ha durata quadriennale, con
esame a fine corso; da qui si accede a tutte le facoltà universitarie, con
l’eccezione della facoltà di Lettere e Filosofia e di Giurisprudenza;

- Istituto magistrale inferiore, cui si accede previo esame di ammissione,


quadriennale, con esame a fine corso per accedere all’Istituto magistrale
superiore, della durata di tre anni, che dà accesso (ancora una volta con esame
di ammissione) all’Istituto superiore di Magistero, dal 1935 Facoltà di Magistero. I
due istituti magistrali, inferiore e superiore, sostituiscono la Scuola normale ed
entrambi preparano all’insegnamento nella scuola elementare;

- Istituto tecnico inferiore, cui si accede previo esame di ammissione,


quadriennale; dà accesso, anche in questo caso previo esame di ammissione,
all’Istituto Tecnico superiore, distinto in due sezioni (rispettivamente di
“Agrimensura” e “Commerciale”). Al termine del percorso si può accedere a tre
Facoltà universitarie: Scienze statistiche, Agraria e Economia e Commercio.
I programmi del 1945
erano rivolti:

Scuola Scuola
materna elementare

Nacquero con la collaborazione degli Alleati, concretatasi con la


presenza nella commissione di Carlton Washburne, pedagogista,
autore del Piano di Winnetka, in cui propone l’individualizzazione
dell’insegnamento, l’abolizione delle classi «pollaio» ottocentesche,
non escludendo, da buon allievo di J. Dewey, l’educazione sociale e
cooperativistica.
I programmi del 1945 annullarono le distinzioni tra scuole urbane
e rurali, maschili e femminili
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La nascita della scuola media unica
Nacque, con il Ministro GUI, nel 1962 la scuola media unica che
segnò una svolta storica nella giovane repubblica italiana, in quanto
dava attuazione al dettato costituzionale dell’obbligo scolastico per
la durata di almeno otto anni.
Per decenni la scuola media (già ex-ginnasio triennale) era stata
scuola di élite a cui si accedeva con un esame di ammissione.
In alternativa a quella scuola, per cinque anni potevano proseguire
gli studi frequentando scuole di avviamento che avevano
normalmente sbocco verso il lavoro.
Con la nascita della scuola media unica prendeva avvio in Italia la
scolarizzazione di massa che avrebbe avuto pochi anni dopo la sua
massima espansione con la frequenza della scuola secondaria
superiore e che, in particolare, avrebbe portato anche le donne ai
massimi livelli di istruzione.
Una curiosità: la legge istitutiva (n. 1859 del 31.12.1962) chiamò la
scuola media come “secondaria di I grado”, una denominazione
che, come si vede, è ritornata.
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31 maggio 1974 vengono emanati i
Decreti Delegati
Da una scuola chiusa si
passa ad una scuola aperta
PARTECIPATA

IL Decreto Delegato 416 istituisce gli Organi Collegiali di governo


della scuola, con la partecipazione dei genitori.

I Decreti Delegati aumentano i soggetti dell’intervento educativo,


partendo dal presupposto che non sono gli alunni, i docenti e lo
Stato, gli attori preposti, ma anche la comunità familiare, la
comunità ideologica, la comunità professionale e la comunità
locale.
I successivi interventi sulla Scuola media unica
giugno 1977: con la legge n. 348 (ministro Malfatti) viene del
tutto abolito l’insegnamento del latino e quindi il suo esame per
l’accesso al liceo classico. A differenza dell’intenso dibattito e
delle vivaci polemiche dei primi anni Sessanta, la decisione
passa quasi inosservata. Divengono inoltre obbligatorie
l’educazione (ex applicazioni) tecnica - non più divisa per sessi –
e l’educazione musicale. Si istituisce la nuova cattedra di
“scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali” (ex
“matematica e osservazioni ed elementi di scienze naturali”)
agosto 1977: la legge n. 517 definisce una parziale modifica
dell’ordinamento:

13
Con la L. 517/77 si passa da un’idea di SCUOLA UGUALE PER
TUTTI ad un’idea di SCUOLA DIVERSA PER CIASCUNO, nella
quale anche l’alunno diversamente abile è accettato in via
normale.

Questa transizione fa della L. 517/77 un PROGRAMMA PEDAGOGICO


perché veicola L’IDEA DI UNA SCUOLA ATTIVA che dà luogo a un
processo di crescita per gli alunni con disabilità, ma anche per i loro
compagni.

Infatti, secondo la pedagogia italiana, crescere è un processo


individuale che ha però le proprie fondamenta nel rapporto e nella
relazione con gli altri; per questo la scuola si propone di essere una
comunità educante, che accoglie ogni alunno con l’obiettivo di fornire
le condizioni ideali a consentirne il massimo sviluppo (Ministero della
Salute, dell’Università e della Ricerca, 2009).
I NUOVI PROGRAMMI DELLA SCUOLA MEDIA VARATI NEL febbraio
1979, CON IL D.M. n. 9, S’ISPIRANO A QUEST’IDEA ATTIVA E
DEMOCRATICA DI SCUOLA.

DIFFERENZA TRA I PROGRAMMI DEL ’79


E LE INDICAZIONI NAZIONALI

Programmi del ‘79 Indicazioni Nazionali


Delineano una scuola per la Con l’ossessione per la
formazione dell’uomo e del personalizzazione dello
cittadino. insegnamento, finiscono per
Ancorata all’età ed alla lasciare quasi del tutto solo l’alunno
psicologia degli alunni. con il proprio percorso di
Promuovono la scuola della apprendimento.
programmazione e della Solitudine dell’insegnante messo di
collegialità e lo scambio e la fronte ad un elenco di contenuti da
collaborazione (classi aperte). scegliere.
Astratte abilità da costruire.
Dai Programmi Ermini 1955
ai Programmi Laeng 1985
Programmi 1955 Programmi 1985
• I programmi ERMINI per la scuola • Educazione alla convivenza
elementare e media. Si articola in democratica: uno dei principi
8 classi e in 3 cicli: primo ciclo 2
anni, secondo ciclo 3 anni, terzo e fini della scuola primaria
ciclo 3 anni. Nel primo ciclo non • Spazio curricolare: accanto
vi è la distinzione per discipline e alla storia e alla geografia, la
gli obiettivi di uscita sono
materia «studi sociali»
genericamente saper leggere,
scrivere, contare, misurare, • Fornire gli strumenti per un 1°
esplorare l’ambiente. Il secondo livello di conoscenza
ciclo è organizzato per materie. Il dell’organizzazione della
terzo ciclo presenta due opzioni:
la scuola media e l’avviamento società, con particolare
professionale. riferimento alla Costituzione

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Dalla Riforma Berlinguer (mai entrata in vigore)
alla Riforma Moratti
Riforma Berlinguer (2000) Riforma Moratti
• Introduce 3 cicli: • Vanno favorite le scelte educative
della famiglia.
• Infanzia
• Scuola Infanzia 3 anni, con
• Ciclo primario (elementari e anticipo iscrizione a 28 mesi e
medie) durata 8 anni non più a 36.
• Ciclo secondario, durata 5 • Scuola primaria anticipo iscrizione
anni (Aree: Umanistica, a 5 a. e 4 mesi compiuti. Inglese
da 1° a e abolizione esame di 5^.
Tecnica, Scientifica, Artistica
• Scuola media valutazione Invalsi
e Musicale) con obbligo fino 2° a e al 3° esame di Stato (2^
a 15 anni. lingua da 3h a 2h)
• Università: 3 + 2 • Scuola superiore 2 bienni +
monoennio (maturità)

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LE GRANDI NOVITÀ DELLA RIFORMA MORATTI
Il sistema della istruzione professionale prevede un percorso
diverso in base alle scelte del singolo alunno. La durata del
percorso non è stabilita fin dall'inizio, ma viene graduata nel corso
degli anni (3 + 2).

Alternanza scuola – lavoro viene prevista per gli alunni della


scuola superiore che hanno compiuto i 15 anni. Tale alternanza
prevede che il singolo alunno possa svolgere della attività
lavorativa presso aziende private o statali.

Tutti gli insegnanti con laurea quinquennale, sia alle elementari


che alle superiori, dopo un adeguato periodo di tirocinio, cioè
insegnamento assistito, il futuro docente acquisisce la possibilità
di insegnare, cioè ottiene la abilitazione all'insegnamento.

Introduce la paritarietà delle scuole private (L. 62/2000)


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RIFORMA GELMINI
Entra in vigore tra il 2008 ed il 2011, modificando molto la riforma
Moratti del 2003.

2 nuovi licei + ampliamento liceo artistico


I 2 nuovi licei: scienza umane (ex magistrali), musicale e coreutica
(danza e musica)
Due lingue obbligatorie nei nuovi licei.
Più matematica e scienze nel classico e scientifico.
Rivoluzionati gli istituti tecnici: i nuovi istituti tecnici saranno quelli
richiesti dal mondo del lavoro. 2 settori e 11 indirizzi: uno
economico e l'altro tecnologico. L'economico avrà 2 indirizzi, il
tecnologico 9.
Ore di lezione da 60 minuti e non più da 50
Introduzione del CLIL per una lingua del curricolo
Unico maestro di riferimento alle elementari. Abolito il modulo a più
maestri degli anni '90.
Alla scuola dell’infanzia si entra a 2anni e mezzo (sezioni primavera).
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LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME:
L’AUTONOMIA SCOLASTICA
L. Bassanini 1997 – Regolamento dell’autonomia 1999 – Titolo V art. 117 del marzo 2001

FINALITÀ: perseguimento degli obiettivi generali del sistema di istruzione

AMBITI DECISIONALI
 Scelta libera e programma di metodologie e strumenti
 Organizzazione e tempi di insegnamento, nel rispetto della pluralità delle
opzioni metodologiche
 Ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa
l’eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel
rispetto delle esigenze formative degli studenti.

VINCOLI
 Rispetto libertà d’insegnamento
 Rispetto scelta libertà educativa famiglie
 Rispetto diritto ad apprendere
 Monte ore annuale stabilito per ciascun curriculum
 Monte ore annuale stabilito per ciascuna disciplina
 Obbligo di adottare strumenti di valutazione e verifica produttività scolastica
nel raggiungimento obiettivi
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La riforma renziana della Buona Scuola

La riforma dell’istruzione “Buona scuola”, presentata dal


Governo Renzi nel settembre 2014 e approvata definitivamente
dalla Camera dei Deputati il 9 Luglio 2015, introduce
importanti cambiamenti nel sistema scolastico italiano.
Il principio fondamentale della riforma è il potenziamento
dell’autonomia scolastica: a partire dal 2016 ogni istituto
scolastico avrà l’onere di pianificare triennalmente la propria
offerta formativa e a questa triennalità saranno legati i vari
adempimenti amministrativi, dall’organico alla mobilità del
personale.

I punti essenziali: Il piano di assunzioni - Gli scatti di carriera:


anzianità e crediti formativi e didattici – Supplenze sopperite con
organico funzionale – Super preside – Materie: rafforzate musica,
arte, lingue, educazione motoria – ASL oggi PCTO – Integrazione
studenti stranieri.
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PERCORSI PER LE COMPETENZE
TRASVERSALI E PER L’ORIENTAMENTO LINEE
GUIDA (ai sensi dell’articolo 1, comma 785,
legge 30 dicembre 2018, n. 145)
CHE COSA SONO I PCTO?
I Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento
(PCTO) sono delle attività didattiche che aiutano ad affrontare
esperienze legate al mondo del lavoro e di orientamento
accademico-universitario.
Tali percorsi saranno attuati per una durata complessiva,
Non inferiore a 180 ore negli istituti professionali
65 ore nelle classi terze;
65 ore nelle classi quarte;
50 ore nelle classi quinte.
Non inferiore a 150 ore negli istituti Tecnici:
55 ore nelle classi terze;
55 ore nelle classi quarte; La Carta dei diritti e dei
doveri degli studenti dispone
40 ore nelle classi quinte. che gli studenti coinvolti nei
PCTO hanno una duplice
Non inferiore a 90 ore nei Licei: copertura assicurativa,
senza oneri personali:
35 ore nelle classi terze; infortuni e malattie
professionali (presso I’INAIL)
e responsabilità civile verso
35 ore nelle classi quarte; terzi (presso qualsiasi
compagnia assicurativa).
20 ore nelle classi quinte.
LEGGENDO LE LINEE GUIDA DEI PCTO RILEVIAMO
che alcuni elementi già delineati dalla normativa precedente
rimangano pressoché invariati:
 Natura delle strutture ospitanti (enti, associazioni, imprese..) anche se non è più
vincolante svolgere le attività al di fuori della scuola
 Requisiti delle strutture ospitanti che devono possedere capacità strutturali,
tecnologiche e organizzative
 Formazione sulla sicurezza degli studenti, con la possibilità di svolgerla direttamente
sulla piattaforma
 Riferimento alla legge 81 sulla sicurezza e alla rilevazione per la valutazione dei rischi
 Funzioni del tutor scolastico e del tutor aziendale
 Ruolo della convenzione e del patto formativo
 Responsabilità dell’istituzione scolastica dei percorsi
 Importanza della co-progettazione da parte della scuola e della struttura ospitante
 Modalità di realizzazione dei percorsi (singolarmente o a gruppi, in Italia o all’estero, in
periodi scolastici o di sospensione delle attività )
 Ruolo dei PCTO in riferimento al raggiungimento del monte ore della frequenza
scolastica
 Ruolo dei PCTO nell’EDS (esame di Stato) (Ordinanza Ministeriale 205/2019 , D. M.
37/2019)
 Valutazione
 Ruolo della certificazione delle competenze per lo studente e per la scuola
 Risorse finanziarie rimodulate sul nuovo monte ore (Legge di bilancio 2019), con la loro
erogazione al 8/12 e al 4/12 dell’anno successivo
 spese ammissibili
Gli aspetti dei PCTO che invece hanno subito dei mutamenti

Le Linee Guida fanno riferimento ai recenti documenti europei


(New Skills Agenda for Europe 2016) che prevedono dei
programmi d’azione per un’alfabetizzazione universale,
attraverso un’educazione “equa e inclusiva“ che miri a
sviluppare uno stile di vita sostenibile nelle tre dimensioni
economica, sociale e ambientale (Agenda 2030 per una
crescita sostenibile pubblicata dall’ONU).
I principali documenti sono:
– la Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 (2018/C189/01) in cui
le 8 competenze chiave di cittadinanza a europea sono riviste e definite come
combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti (ovvero “disposizione
/mentalità” per agire o reagire a idee, persone, situazioni).
– il nuovo QCER2 (Quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue
in ambito europeo) per le lingue straniere e i nuovi descrittori (2017),
– la terza versione del DigComp o “Quadro europeo della competenza digitale
2.1” (2017)
– l’ EntreComp o «Quadro europeo della competenza all’imprenditorialità» (2016)
da cui trae origine il Sillabo per l’educazione all’imprenditorialità pubblicato dal
Miur in data 13 marzo 2018 che è allegato alle Linee Guida e che presenta molti
esempi di attività da attuare nei percorsi.
29 luglio 1997 esce l’OM 455 che istituisce i Centri
Territoriali Permanenti

Riforma Centri Territoriali


DM 25 ottobre 2007 (CPIA)
Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti

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Le azioni per....
L’ Educazione degli adulti (EDA)
• Reti tra i CPIA e gli Istituti di istruzione
secondaria del secondo grado con corsi
serali.
• Formazione linguistica in italiano rivolta
agli stranieri adulti, attraverso i CPIA, e
nei corsi serali delle scuole secondarie
inferiori e superiori.

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DAI CTP AI CPIA (1)
Dal primo settembre 2014 i “cittipì” (Centri Territoriali
Permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta) si
sono trasformati in “cipià” (Centri Provinciali Istruzione
Adulti), regolamentati dal DPR n. 263/2012.

I CPIA fanno parte del "Gruppo delle 56 autonomie


scolastiche per adulti" che sono state istituite dal MIUR sul
territorio nazionale, cui se ne aggiungeranno altre 64, per un
totale di 120.

Rispetto all'ordinamento previgente, la principale novità è


l'attribuzione dell'autonomia scolastica e quindi un
dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e
amministrativi: i CPIA “costituiscono una tipologia di
istituzione scolastica autonoma, articolata in reti territoriali di
servizio su base, di norma provinciale, dotati di un proprio
organico”.
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DAI CTP AI CPIA (2)

Il CPIA costituisce l'unità centrale ed amministrativa


che gestisce il personale scolastico anche delle sedi
associate, ex Ctp, organizza i percorsi di istruzione per
livelli di apprendimento, in una dimensione integrata di
interazione “reticolare” con il territorio che esprime e
richiede specifici bisogni formativi. I CPIA, all’interno
delle reti per l'apprendimento permanente (di cui alla
legge Fornero) nella loro articolazione in reti territoriali
di servizio, costituiscono quindi il soggetto pubblico di
riferimento in grado, in raccordo con le autonomie
locali, il mondo del lavoro e delle professioni e tenendo
conto dei particolari bisogni dell'utenza – popolazione
adulta, stranieri e NEET (i giovani che non studiano,
non hanno un lavoro e non sono impegnati in percorsi
formativi) - di realizzare una nuova offerta formativa.
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L’Educazione non Formale degli Adulti
comprende

tutte quelle attività educative (quali corsi, laboratori didattici, cicli di


seminari, conferenze e visite guidate) che non rientrano nell’ambito
dell’istruzione (universitaria o superiore) o della formazione
professionale.

Nell’ambito dell’Educazione non Formale degli Adulti rientrano


pertanto sia attività quali corsi di lingue o di informatica, sia laboratori
didattici e manuali, corsi di danza, teatro e sport, circoli di studio su
qualsiasi tematica, e via dicendo, senza nessuna distinzione in base
all’argomento delle iniziative.

Elementi centrali e fondamentali di tutte le attività di educazione non


formale degli adulti sono l’attenzione all’aspetto educativo e di
crescita personale, la predisposizione di strumenti volti a favorire
l’apprendimento e la partecipazione, la costante interazione tra i
partecipanti e il docente o esperto.
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L’Istruzione Tecnica Superiore (ITS)
offre corsi di specializzazione tecnologica, riferiti alle aree
considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la
competitività del Paese.
È gestita da Fondazione di partecipazione con imprese,
università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali,
sistema scolastico e formativo. Coniuga le politiche
d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali,
allo scopo di diffondere la cultura tecnica e scientifica e
sostenere le politicheFormatore
attive del lavoro e l’occupazione.
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I percorsi di Istruzione Tecnica Superiore offrono corsi
relativi a sei Aree Tecnologiche:

1 – Efficienza energetica
2 – Mobilità sostenibile
3 – Nuove tecnologie della vita
4 – Nuove tecnologie per il Made in Italy
5 – Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali –Turismo
6 – Tecnologie della informazione e della comunicazione

Accedono ai percorsi, a seguito di selezione, i giovani in possesso di diploma di


istruzione secondaria superiore, interessati all’inserimento qualificato nel lavoro.
I corsi si articolano di norma in quattro semestri (1800/2000 ore), prevedono il
30% di attività in azienda e si concludono con un esame, condotto da
commissioni, costituite da rappresentanti della scuola, dell’università, della
formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro.
Al termine del corso si consegue il “Diploma di Tecnico Superiore” con la
certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo
delle qualifiche – EQF.

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Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS)

Il sistema degli IFTS , istituito dall’articolo 69 della legge 17 maggio


1999, n. 144, è invece articolato in “percorsi” che hanno lo scopo di
corrispondere alla richiesta di competenze tecnico-professionali
provenienti dal mondo del lavoro pubblico e privato, con particolare
riferimento alle piccole e medie imprese ed ai settori interessati da
innovazioni tecnologiche e dalla internazionalizzazione dei mercati.

I percorsi sono programmati dalle Regioni, hanno una durata di due


semestri per complessive 800/1000 ore e sono finalizzati
al conseguimento di un certificato di “specializzazione tecnica
superiore”; tale qualificazione è referenziata al IV livello del Quadro
europeo delle qualifiche – EQF.

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