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LA PIETRA

Lezione 3 tecnica delle costruzioni

Il primo materiale per l edilizia tradizionale e la pietra . forse il piu importante per le strutture in muratura .
materia prima co cui si costruivano volte cupole pareti etc.

I monoliti sono uno dei primi esempi di lavorazione della pietra , estrazione lavorazione e assemblaggio .
nei trattati di architettura di alberti , de architettura ( citeremo sempre vitruvio epoca classia vitruvio rinasci
e palladio)

Alberti che si avvicina all architettura in tarda eta , dice nel suo trattato“Anzitutto abbiamo rilevato che
l'edificio è un corpo, e, come tutti gli altri corpi consiste di disegno e materia: il primo elemento è in questo
caso opera dell'ingegno, l'altro è prodotto dalla natura; l'uno necessita di una mente raziocinante, per
l'altro si pone il problema del reperimento e della scelta”

Paragona l edificio al corpo umano , gia vi era un modo di lavorare il materiale , ovvio non come le
lavorazioni odierne ma comunque un lavoro razionale .

Qui ci riallaciamo al genius loci , tutta l edificazione comune il materiale da costruzione so quelli locali e cio
ha connotato le varie regioni e aree geografiche .

alberti“Il pietrame che serve per la muratura può essere di due specie: l’una si usa per la preparazione delle
malte l’altra per costituire la struttura dell’edificio”.

Parla del pietrame e dalla malta , ci fa comprendere come nasce la malta pietra artificiale che nasce da
lapideo e altri materiali successivamente lavorato .

“Non è fuor di luogo aver un’idea di quanto varie e sorprendenti siano le qualità delle pietre, in modo da
potersene servire ai diversi fini cha a ciascuna competono nella maniera più appropriata”.

“Delle pietre altre habbiamo dalla Natura, altre sono fatte dall’industria de gli uomini: le naturali si cavano
dalle petraie, e sono o per far la calce, o per fare i muri (..). Quelle delle quali si fanno i muri, o sono marmi e
pietre dure, che si dicono anco pietre vive; overo sono pietre molli e tenere”. Andrea Palladio,

GIA CLASSIFICA LE PIETRE IN DURE E TENERE ,

I MATERIALI DA COSTRUZIONE

Per classificare gli elementi costruttivi di una fabbrica e per studiarne le forme che essi assumono in
dipendenza delle dimensioni che per la loro funzione ad essi si assegnano, è necessario conoscere i
materiali con i quali vengono costituiti, che comunemente vengono chiamati materiali da costruzione. I
materiali tradizionalmente impiegati per la costruzione degli elementi strutturali di un edificio sono: le
pietre da costruzione, i legnami (anche per strutture portanti verticali)ed i materiali metallici(post
rivoluzione industriale ). Con il nome di pietre da costruzione si indicano e si classificano tutti i materiali
provenienti da rocce geologiche, al loro stato naturale, oppure corretti e modificati da processi industriali,
fisici e chimici, secondo la tecnica e l’esperienza millenaria o recente. Si distinguono:

A) Pietre naturali B) Pietre artificiali C) Materiali leganti

LE PIETRE NATURALI
Sono tutte quelle che provengono da rocce che hanno i requisiti fisici e chimici necessari a farle
impiegare nelle costruzioni nello stato in cui si trovano nel loro giacimento. La geologia distingue le
pietre naturali in rapporto alle ipotesi ed alle cause della loro origine. Le principali pietre da costruzione
sono:

1. Graniti, porfidi, calcari primitivi (rocce primitive o vulcaniche antiche)

2. Calcari di transizione (rocce di transizione o intermedie)

3. Pietre arenarie, calcaree stratificate, ardesie, brecce (rocce stratiformi o sedimentarie)

4. Arenarie grossolane, puddinghe, tufi calcarei (rocce alluvionali o di trasporto)

5. Basalti, lave vulcaniche, tufi vulcanici, pozzolane, ecc. (rocce vulcaniche moderne)

Le pietre quanto piu sono antiche tanto piu sono dure. Le arenaria e le ardesie sono stratiformi e quindi
sfaldabili , in base al verso di uso cambia la resistenza . Nelle zone campane vi è molta presenza di roccia
vulcanica . La pozzolana ne è un esempio , estratta alle pendici del Vesuvio e a Bacoli .

Vi è poi una classificazione in base alle composizioni interne

PROPRIETÀ DELLE PIETRE NATURALI

In base alla loro principale composizione chimica, le pietre naturali da costruzione sono poi classificate in:
silicee, argillose, magnesiache, calcaree. Le qualità costruttive delle pietre vengono determinate
principalmente in rapporto alle seguenti caratteristiche: 1. volume 2. peso specifico 3. compattezza e
porosità 4. durezza e tenacità 5. lavorabilità 6. resistenza meccanica 7. durevolezza 8. affinità con le malte

VOLUME

È la capacità di una pietra ad assumere determinate dimensioni. Dipende dalla natura, dalla struttura e
dalla lavorabilità delle rocce stesse. L’utilizzazione della pietra come materiale da costruzione inizia dalla
raccolta in superficie dei frammenti minerali staccatisi dalla massa rocciosa. L’architettura di qualità deve
invece ricorrere all’estrazione di una pietra che possa essere lavorata secondo le esigenze. Le pietre
naturali trovano impiego nell'edilizia per la realizzazione di murature, ma vengono adoperate anche come
rivestimenti o pavimentazioni.

Il marmo di carrara lo possiamo ridurre a un volume in cui prevalgono 2 dimensioni rispetto all’ altezza e
quindi sappiamo di poterlo sfaldare . In base alla proprietà di volume verranno decise le destinazioni d’uso .

PESO SPECIFICO

Rappresenta il peso dell’unità di volume (kg/mc). Si distingue in:

- Assoluto (π as ): se si fa riferimento al volume assoluto, quello occupato dalla parte solida (privo di vuoti).
Dipende solo dalla natura chimica del materiale, è una costante dello stesso;se ho una pietra formata da
vuoti anche , io considero il volume senza i vuoti

- Apparente (π ap ): se si fa riferimento al volume apparente, quello occupato dal materiale così come si
presenta (parte solida e vuoti in essa inclusi).è quello dato dalla parte solida e dagli stessi vuoti.Togliendo i
vuoti il peso specifico assoluto dovrebbe essere uguale per uno stesso materiale , in quanto una grande
variabile è data proprio dai vuoti i quali aumentano in base a determinate caratteristiche ambientali .

Meno vuoti =compatta =\resistente . Dipende anche dallo stato fisico nel quale il materiale viene a
configurarsi, varia da caso a caso Da una stessa cava si ricavano pietre di diversa consistenza e compattezza,
secondo la loro posizione nel giacimento. Fra rocce analoghe le più pesanti sono in genere le più dure,
durevoli e resistenti. Poiché la pietra è un materiale che varia , i suoi pesi specifici variano in base alle
sedimentazioni le quali sono differenti anche nella stessa cava .

COMPATTEZZA E POROSITÀ

La compattezza è il rapporto fra il volume della parte solida (priva di vuoti) del materiale e il volume che lo
contiene. Esprime in quale percentuale un certo volume di materiale sia interamente solido ed è quindi un
coefficiente minore dell’unità. Grado di compattezza = π ap / π as La porosità rappresenta il complemento
all’unità del grado di compattezza. Alla compattezza sono connesse: resistenza meccanica, permeabilità
all’aria, durevolezza. A parità di composizione chimica è più resistente alle sollecitazioni meccaniche il
materiale più compatto ed è più resistente alle trasmissioni termiche ed acustiche il materiale più poroso.
Percentuale pieni=compattezza----Percentuale vuoti =porosità

DUREZZA E TENACITÀ La durezza è la resistenza che una roccia offre ad un insieme di azioni esterne, quali il
logoramento per attrito radente, per rotolamento o getto di sabbia, la perforazione, la scalfittura e la
divisione con la sega. La tenacità è la resistenza che una roccia offre ad una sollecitazione d’urto. Sono
proprietà importanti ai fini dell’estrazione e della lavorazione del materiale , in base alla resistenza che una
pietra oppone a tante prove è più dura . La tenacità è la resistenza offerta solo a una sola particolare prova :
la prova d’urto . Servono a far capire quando un materiale riesce a resistere nel tempo .

LAVORABILITÀ È la proprietà di una pietra a lasciarsi ridurre alle forme e dimensioni volute e ad assumere il
grado di finitura desiderato. Poter lavorare un determinato blocco lapideo è di fondamentale importanza
perche consente di aumentare le destinazioni d’uso di un dato materiale . In base alla lavorabilità le pietre
possono essere divise in sei categorie in ragione della maggiore o minore difficoltà che il materiale offre alla
lavorazione:

molto tenera (es: calcari gessosi, tufi vulcanici poco coerenti)

- tenera

-semi compatta

-compatta

-dura

-fredda (es: marmi, graniti)

Un’altra classificazione tiene conto della segabilità della pietra:

-tenera: taglio con la sega dentellata

-semidura: taglio con la sega a lama liscia + sabbia quarzosa

-dura: taglio con la sega a lama liscia e smeriglio

-durissima: taglio con la sega a lama liscia e carborundum o con il filo elicoidale + abrasivo .

Questa suddivisione è antica , lo stesso vitruvio parlava di pietre tenere e pietre dure . Le pietre tenere
hanno il vantaggio di poter essere tagliate facilmente e trovano la loro migliore utilizzazione nei luoghi
coperti, ma quando vengono impiegate all’esterno, per effetto del gelo e della pioggia si disintegrano
facilmente Vitruvio, II, 7

Per le pietre tenere ed i tufi vulcanici Vitruvio consiglia di estrarli d’estate e non d’inverno, e di esporli
all’aria in un luogo scoperto per due anni prima di metterli in opera. In tal modo le rocce perdono
quell’umidità detta acqua di cava e si consente la selezione delle pietre migliori. (Tutte le pietre quando
sono estratte dalle cave contengono una notevole quantità di acqua, detta acqua di cava, che in seguito
tende ad evaporare: in taluni calcari e talune arenarie, per questo motivo, una certa quantità di sali di
carbonato di calce dall’interno viene trascinata verso il paramento del concio, dando luogo alla formazione
di croste). Si tratta di efflorescenze saline.

Consigliava di estrarre in estate e lasciare a caldo cosi da essere sicuri dello stato del materiale .

Se la pietra è piena d’acqua e si gela la pietra aumenta il volume fino a potersi spaccare . In luoghi in cui si
ha la gelività c’è bisogno di evitare pietre porose , e questo vitruvio lo sapeva già.

RESISTENZA MECCANICA

Resistenza a compressione

Resistenza a trazione (1/10 -1/50 di quella a compressione)

Resistenza a flessione: è strettamente legata alle prime due (1/10 – 1/15 di quella a compressione)
Resistenza a taglio: è strettamente legata alla coesione del materiale (circa 1/10 di quella a compressione)
Gli edifici in muratura resistono bene alla compressione . è per questo che l’architrave in pietra ( che lavora
a pressoflessione) è stato sostituito dall’arco . L’arco è geniale in quanto fa in modo che la pietra e i conci
lavorino a compressione . In tal modo dall’arco si passa alle volte in muratura , il principio è lo stesso .
Queste strutture sfruttano la resistenza a compressione che è quello in cui la pietra lavora meglio .(Lavora
male quando subisce la trazione).

Il carico di sicurezza viene(è una frazione di quello che è il momento in cui si rompe il materiale ) calcolato
in ragione di 1/10 di quello che produce la rottura per schiacciamento (granito ~ 600Kg/cmq, piperno ~ 600
kg/cmq, tufo vulcanico napoletano 30-60 kg/cmq, travertino di Tivoli 290 kg/cmq). È raro che un edificio
superi il carico di compressione massimo , in quanto si costruisce in pietra ( che resiste bene ) e con
spessori non sottili .Il problema spesso è la perdita di equilibrio.

Comportamento elastico: la legge che lega in relazione le tensioni e le deformazioni non è del tipo lineare
neanche per bassi valori del carico. Si deforma molto poco all’aumentare dei carichi . Superato il livello
massimo dei materiali si frattura .

DURVOLEZZA

È la capacità di una pietra di resistere alle azioni di natura chimica, fisica ed organica degli agenti
atmosferici. Es: azione del vento, azione di muschi e licheni, azione dell’acqua – gelività, elementi chimici
etc.

AFFINITÀ CON LE MALTE È la proprietà di un materiale lapideo di aderire con un tipo di malta. La capacità di
adesione è affidata alla rugosità e scabrosità della superficie della pietra, alla mancanza totale di polvere e
al grado di imbibizione. Possono intervenire mutue reazioni tra i componenti la malta e la pietra. L a malta
viene ottenuta impastando materiali lapidei disciolti con particolari lavorazioni e acqua . Una volya
impastata è un miscuglio plastico che è possibile stendere e poi dopo rapprende . Viene da sempre usata
come congiungente tra i blocchi . Funziona bene quando riesce a coniugarsi al blocco lapideo . Più riesce
meglio è la malta . Certo è che c’ è bisogno di un incastro per tenere bene i blocchi , non lavorando ad
incastri , la malta sarà proprio lo strumento d’unione . La sua resistenza deve essere alla pari della muratura

CLASSIFICAZIONE DELLE PIETRE NATURALI

Vengono classificate in:

A1) PIETRE DA TAGLIO


A2) PIETRE DA COSTRUZIONE

A3) PIETRAME, PIETRISCHI, GHIAIE E SABBIE(rocce sciolte ),

le rocce sciolte son quelle che trovo già in natura, li posso ridurre secondo grossolanità differenti. Le prime
due invece le consideriamo per volumi interi.

PIETRE DA TAGLIO

Derivano da rocce dalle quali per caratteristiche di volume, lavorabilità


e compattezza possono essere ricavati elementi regolari di forme e
dimensioni adeguate all’opera da realizzare (“conci” parallelepipedi o di
altra forma prestabilita per muratura e “lastre” da rivestimento o da
pavimentazione).

La posa in opera dei conci per la costruzione di murature, pilastri, colonne,


ecc., potrà essere fatta con malta o senza malta (in questo caso si dice che i conci
sono connessi “a secco”), con o senza materiali protettivi di superficie (intonaci,
rivestimenti vari, ecc.). Siccome la pietra la posso ridurre a volumi precisi
posso gia usarli senza bisogno di lavorare con malta .La malta è un materiale
composito di connessione adeguatamente fluido per il suo contenuto d’acqua. Il
travertino , usato a Peastum , ne è un buon esempio , blocchi o pezzi lapidei perfettamente squatrati intagliati e che
ancora oggi restano in piedi e integri soprattutto. Con la pietra da taglio , grazie alle sue capacità tecniche è possibile
davvero fare di tutto , rivestimenti , pavimenti colonne etc etc

PIETRE DA COSTRUZIONE

Derivano da rocce dalle quali, per volume e lavorabilità, non possono essere ricavati conci regolari di dimensioni
adeguate all’opera (muratura, pilastro, ecc.) da costruire e hanno bisogno essere collegati con malte e protetti sulle
superfici esposte agli agenti esterni con appropriati rivestimenti. Esempi classici dell’impiego di pietre da costruzione in
Campania sono le murature in pietre di tufo (roccia sedimentaria di origine vulcanica), costruzioni che costituiscono la
massima parte di un notevole patrimonio edilizio tradizionale. Poiché il tufo, come vedremo, non è un materiale
durevole, le murature, con esso realizzate, sono protette esternamente da un rivestimento che, di solito, è costituito
da intonaco. Quest’ultimo viene confezionato con altre malte che sono diverse da quelle usate nella elevazione delle
murature: infatti il ruolo degli intonaci è di proteggere, non di sopportare carichi.

Quindi ha bisogno di malta per regolarizzare i filari , è più tenera e lavorabile


velocemente . In zona vi è il tufo (giallo in prevalenza ma esiste anche il grigio
,strano superficiale banco tufaceo e il tufo verde tipico d’ischia).La pietra da
costruzione non può essere posta a lastre sottile , è debole e da proteggere , non
può essere usata senza intonaco agli esterni . Questo è un esempio in cui lo stato
di intonaco viene meno e la facciata viene completamente scoperta. Stessa cosa
nella seconda foto.

il piperno si è esaurito , ma travertino e calcarea


(costiera e salernitano )

Se lasciamoil piperno all’esterno la parte più chiara si degrada e resta la parte


più scura , veniva usata molto per elementi decorativi . Il TRAVERTINO VIENE USATO
COME VERO E PROPRIO ELEMENTO STRUTTURALE IN CAMPANIA TRA TEMPLI E EDIFICI SUCCESSIVI. La pietra calcarea è usata
anche per il castello arechi il quale si erge sulla stessa roccia calcarea (cosa molto suggestiva che vedremo altrove)

PIETRAME, PIETRISCHI, GHIAIE E SABBIE

Le rocce che per volume e forma non possono essere utilizzate come pietre da costruzione, sono rotte in pezzi di
piccole dimensioni informi e vengono adoperate nelle costruzioni sotto il nome di pietrame. Oppure sono
ulteriormente frantumate in appositi frantoi, si ottengono così: - i pietrischi che hanno forma irregolare e presentano
una evidente sfaccettatura e una notevole scabrezza superficiale. Ogni elemento di pietrisco, per questo suo modo di
presentarsi è un elemento lapideo a spigoli vivi; - le sabbie artificiali o di frantoio (elementi lapidei fini di dimensioni
inferiori ai 7mm) Molte volte la frantumazione delle rocce avviene in sito, sui monti, per gli effetti dirompenti delle
gelate e gli elementi frantumati, inizialmente a spigoli vivi, durante il trasporto a valle con l’acqua, rotolando e urtando
contro altre rocce o tra loro, subiscono ulteriori rotture con conseguenti riduzioni di dimensioni, nonché un’usura della
superficie che finisce con il perdere l’iniziale scabrosità: le rocce così disgregate in grani vengono classificate come
rocce sciolte.

Le rocce che per volume e forma non possono essere utilizzate come pietre da costruzione, sono rotte in pezzi di
piccole dimensioni informi e vengono adoperate nelle costruzioni sotto il nome di pietrame. Oppure sono
ulteriormente frantumate in appositi frantoi, si ottengono così: - i pietrischi che hanno forma irregolare e presentano
una evidente sfaccettatura e una notevole scabrezza superficiale. Ogni elemento di pietrisco, per questo suo modo di
presentarsi è un elemento lapideo a spigoli vivi; - le sabbie artificiali o di frantoio (elementi lapidei fini di dimensioni
inferiori ai 7mm) Molte volte la frantumazione delle rocce avviene in sito, sui monti, per gli effetti dirompenti delle
gelate e gli elementi frantumati, inizialmente a spigoli vivi, durante il trasporto a valle con l’acqua, rotolando e urtando
contro altre rocce o tra loro, subiscono ulteriori rotture con conseguenti riduzioni di dimensioni, nonché un’usura della
superficie che finisce con il perdere l’iniziale scabrosità: le rocce così disgregate in grani vengono classificate come
rocce sciolte.

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