Metastyle Art Group Zine

Issue 3
Italian / English
April / May 2007

Intervista ad Antonio Perri - Di cosa sono fatte le lettere? - A come ape / Violetta Troina
Le città invisibili / Alessandro Tartaglia, Stefano Menconi, Gabriele Rosso - Alfabeti
Helvetica legato - Gli spazi pubblici - Estdellest / Giannicola Baiardi, Antonio Matarrese
Alessio Corradini - Daniele Frattolin - Luca Righi - Intervista a Zaelia Bishop
Alessia Travaglini - Tommaso Nava - Giovanni Bianchi - Laura Testasecca - Laura Timpano
El Trampo - Intervista a Peeta - Intervista a Zelda

www.metastyle.it - FF3300@metastyle.it
 

Bimestrale, anno zero, numero tre. Aprile/Maggio 2007

Rivista gratutita, scaricabile in pdf, dal sito www.metastyle.it
Ideata e realizzata dal Metastyle Art Group.

Redazione
Tel. 3400816352 / 3897947376 / 3334418667
sito web: http://www.metastyle.it
email: FF3300@metastyle.it

Nucleo Redazionale
Alessandro Tartaglia, Antonio Donato Dentico, Giovanni
Ricciardi, Violetta Troina, Enzo Ruta, Silvio Nicola Spina,
Maria Rosaria Digregorio, Giannicola Baiardi, Marco Comastri.

Progetto grafico
Alessandro Tartaglia, Violetta Troina.

Traduzioni
Pietro Belli, Antonio Donato Dentico, Alessandro Tartaglia

Si collabora su invito della redazione, il materiale non viene

restituito, per ogni informazione è possibile contattarci
all’indirizzo di posta elettronica.

Immagine di copertina di Violetta Troina

Indice e cartoline di Giannicola Baiardi
 

Indice
Index

Editoriale / Editorial
FF3300 torna con uno speciale inserto ricco di contenuti
sull’alfabeto, sulla scrittura e sulla tipografia. Questo numero
tre è abbastanza atipico rispetto alle uscite precedenti,
per la prima volta abbiamo deciso di concentrarci su di
un argomento, dedicandogli ampio spazio, ed ovviamente
approfondendolo di più rispetto al resto della rivista.
Nel futuro continueremo in questa direzione, spaziando
di volta in volta tra le discipline, focalizzando l’attenzione su
ambiti diversi, ma comunque tutti accumunati dal tema della
contaminazione. Nello scorrere le pagine degli alfabeti non
sarà difficile comprendere quanto la “lettera” come entità
Url: sia diversamente concepita e trattata da grafici, architetti
http://www.metastyle.it illustratori e writers. Noi crediamo che la rivista abbia fatto
un salto di qualità notevole rispetto alle prime uscite, e ci
proponiamo di continuare in questa direzione, rendendola
sempre più dinamica, elastica e attenta alla sperimentazione.
Alessandro

FF3300 comes back with a special review full of contents
about the alphabet, the writing and the typography. This issue
three is a new, for the first time we will talk about a special
argoment, giving it more space than the others articles.
In the next issues we will continue in this way, changing point
of view, talking about different disciplines, but the next issues
the focus will be always the contamination.
In the alphabets pages you can understand the different ideas
of “letter” among the graphic designers, architects, illustrators
and writers. We believe that the magazine is improving itself,
and we want to continue to improve it step by step, with more
attention to the experimental works.
Alessandro

Collaborazioni / Collaborations
Annunciamo con soddisfazione la nascente collaborazione con
E-pix, grazie alla quale potrete trovare la rivista anche sul loro
catalogo, sempre distribuita gratuitamente.
Di seguito vi riportiamo alcune informazione su questa
preziosa risorsa della rete:
“E-pix nasce nel 2001 con l’obiettivo di commercializzare
prodotti editoriali del settore grafica, e tutto ciò che è
immagine. E-pix oggi è diventato un vero e proprio “strumento
creativo quotidiano®”, un punto di riferimento per chi di
design, grafica e comunicazione ha fatto la propria professione
Url: e per chi la vive come passione. E-pix offre, attraverso il sito,
http://www.e-pix.it la possibilità di scegliere ed acquistare, tra oltre 300 volumi
specializzati, organizzati in categorie.
Sicuro in fase di acquisto, semplice durante la navigazione,
con un’interfaccia pulita ed intuitiva, ha già accumulato una
significativa esperienza che garantisce affidabilità, diventando
in poco tempo un protagonista italiano nel settore e un caso di
Net Economy per Assinform e il Sole24Ore.com.
E-pix è un progetto di e-pix s.r.l., Agenzia di Pubblicità
specializzata nello sviluppo di identità on-line, una missione
precisa e uomini che parlano correttamente la lingua della
comunicazione e del marketing, garantendo così l’affidabilità
che deriva dell’esperienza.”
Per ulteriori informazioni: http://www.e-pix.it

We annunce with satisfaction the new collaboration with E-
pix, now you can find the magazine in their online catalogue,
always free downloadable.
These are some important informations about this interesting
resource of the web:
“E-pix starts up in 2001 with the mission of commercializing
publishing products of graphical division and everything that
is image. Today E-pix has become a real “daily creative tool”,
a reference point for people that have turned the design,
graphics and communication into their own profession and for
those that live them as a passion. E-pix provides, through the
website, the possibility to choose and purchase, among over
300 specialized books, organized into categories.
Safe in the phase of purchase, simple during the navigation,
with a clean and intuitive interface, it has already stored up a
considerable experience that guarantees reliability, becoming
in a short time an Italian protagonist in the sector and a case
of Net Economy for Assinform and the Sole24Ore.com.
E-pix is a project of e-pix s.r.l., Advertising Agency specialized
in the development of on-line identity, a specific mission and
men correctly “
More information on this url: http://www.e-pix.it
 

Cartoline / Postcards
Queste cartoline sono istantanee dello schermo di un computer
che cerca di riprodurre un video di un formato sconosciuto.
Sono errori pilotati. Il caso ne è coautore. Un qualche valore
estetico è rintracciabile ovunque si guardi, la “bellezza” non
è intrinseca alle cose, la troviamo lì dove ci dicono di cercarla.
La tipografia accoglie il caso al pari della generazione delle
immagini, il logotipo FF3300 è scomposto, ridotto e collocato
con “gesti del mouse”. Il percorso realizzativo e la sua etica
rigidissima mi hanno interessato, in questo esperimento, più
del risultato qui pubblicato.

These postcards are snapshots of the monitor of a computer

that tries to play an unknown format video. These are piloted
errors. The case is co-author. A kind of aesthetical value is
traceble everywhere, the “beautyness” is not inside the things,
we can find it where they say to search for it.
The typography accepts the case like the generation of the
images, the FF3300 logotype is decomposed, reduced and
placed with “waves of the mouse”. The making way and its
strict ethic have been much more interesting for me, in this
experiment, than the result published here.
 
Cartoline / Postcards


Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
Parliamo di scrittura non lineare. Cos’è? come funziona?
Noi partiamo dal presupposto che la linearità sia una
caratteristica intrinseca dei sistemi di notazione grafica,
ma si tratta di un presupposto sbagliato, che si fonda
sul pregiudizio alfabetico. Questo perché permane
sostanzialmente invariata l’idea secondo cui la scrittura
è lineare al pari del discorso orale che dovrebbe trascrivere.
In verità è dubbia anche l’idea che il discorso orale sia esso
stesso lineare. Almeno se lo si considera nella pienezza delle
componenti semiotiche che lo articolano, quindi “tratti sopra
segmentali” (come il tono, l’intonazione, l’accento) e gli aspetti
“cinetici” (gesticolazione) del rapporto fisico tra partecipanti
(la mimica facciale) e altri aspetti anche inerenti alla stessa
propagazione del suono che non segue un flusso lineare.
Questo significa che l’unilinearità imposta dall’uso
standardizzato dell’alfabeto è un limite, non un arricchimento,
e lo si può constatare confrontando soluzione alternative
presenti in diverse notazioni grafiche che hanno saputo
utilizzare la natura bidimensionale e planare della scrittura.
Come si è avvicinato a questi studi?
Ho cominciato a interessarmi alla scrittura in un ottica non
troppo logica verso la metà degli anni ottanta, seguendo
i corsi di quello che doveva essere il mio relatore di tesi,
e che non lo è stato perché è morto prematuramente, e cioè
Giorgio Raimondo Cardone, è stato grazie a lui che ho scoperto
quella che sarebbe stata la mia passione, nei quindici
anni successivi, e che continua ad essere il mio principale
nucleo di interesse, e cioè la pittografia mesoamericana

Tell us something about non linear writing, what is it? In what
kind of way we could use it?
We usually think linearity is an attribute of the graphical
notation systems, but this is a wrong assertion founds itself
on the alphabetical prejudice. All that because the idea that
writing is the translation of the verbal speech rest alive.
I think it is wrong also to think verbal speech like something
of linear, if we consider all its semiotic components, “tratti
sopra segmentali” (like the tune, the cadence and the accent),
and the kinetic components (like the gesture) of the phisical
and visive contact among the people (facial gesture) and the
others aspects also about the sound propagation that does not
follow a linear flow. This means that the standard linearity use
of the alphabets is a limit, not an enrichment, and we could
better understand looking the alternative solutions of many
graphical notations that were able to use the bidimensional
and planar nature of the writing.
Why you start to study the writing?
I have started being interested in the writing in a not too
logical optics towards half the years eighty, following the
courses of that which had to be my thesis speaker and what
not he has been because he has prematurely died, Giorgio
Raimondo Cardone, has been thanks to him that I have found
out what would have been my passion, in the fifteen next
years, and that it keeps on being my principal interest, and the
maya and aztec visual writing system.
Then I have had the luck to meet the studious maximum
simultaneously of the aztec writing, a Mexican, Joaquin

Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
e azteca. Ho poi avuto la fortuna di incontrare a Parigi
il massimo studioso contemporaneamente della scrittura
azteca, un messicano, Joaquin Galarza, morto due anni fa.
La sua figura è quella di uno studioso in perenne lotta contro
l’esablishment accademico, che continua a negare alla
notazione azteca lo statuto di scrittura.
Io ho soltanto ripreso alcune delle sue intuizioni tentando
di svilupparle alla luce di una teoria semiotica dei sistemi
grafici, e scoprendo le ricchissime potenzialità di un
articolazione grafica non lineare ma fondata sulla possibilità
di disporre i segni in aggregati plastici.
Quindi lo farebbe anche senza una retribuzione questo lavoro?
Per passione?
Ma io lo faccio per passione! La mia professione retribuita è
quella di traduttore, consulente editoriale, e docente
universitario a contratto. Per le mie ricerche sulla scrittura
azteca non sono mai stato pagato, fino ad oggi.
E continuerò a farle.
Cosa pensa dell’affermazione del filosofo francese J.Bolter
riguardo alla scrittura: “Ogni eppoca tende a fissare i propri
modelli gnoseologici e ad elaborare un proprio modello di
funzionamento del pensiero, in base agli strumenti semiotici
di cui dispone: Ogni cultura letterata è inesorabilmente
condotta a definire la mente in rapporto alla scrittura”,
e “i modelli del sapere sono strettamente collegati ai modelli
del discorso che svolgono una funzione selettiva, dividendo
ciò che va ricordato, da ciò che va dimenticato”?
10
Galarza, dead in Paris two years ago. His figure is that
of a scholar in perennial struggle against the academic
esablishment, which keeps on denying the aztec notation the
writing statute. I have only taken some of his intuitions again
trying to develop a semiotical theory of the graphic systems,
and finding out the very rich potentialities of a non linear
graphic but founded on the possibility to arrange the signs in
plastic aggregations.
Therefore would this work do it also without a pay? for
passion?
But I do it for passion! My paid profession is that of translator,
publishing consultant, and university teacher to contract. For
my researches on the aztec writing I have never been paid, up
to today. And I will keep on doing them.
What do you think about the affirmation of the French
philosopherJ.Bolter about the writing: “every epoch streches
to fix its gnoseologic models and elaborate a really model of
working of the thought, on the basis of the semiotic tools of
which disposes”: “Every literated culture is relentlessly led to
define the mind in relationship to the writing”,
and “the models to know are tight connected to the models of
the speech which develop a selective function, dividing that
which goes remembered, by what which goes forgotten”?
Affirmations as these are fully shared, in the measure in which
he understands that they go specified to a cultural reference
universe. Better explain to me, is without true doubt that the
possession of a graphic notation tool conditions the really

Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
Affermazioni come queste sono pienamente condivisibili,
nella misura in cui si capisca che vanno specificate ad un
universo culturale di riferimento. Mi spiego meglio, è senza
dubbio vero che il possesso di uno strumento di notazione
grafica condizioni il proprio rapporto con la memoria
e il linguaggio, ma naturalmente diversi saranno gli esiti
di tale interazione a seconda del tipo di sistema sviluppato.
Da questo punto di vista le generalizzazioni come quella
di Bolter, o prima di lui di Walter J. Ong suonano un pò troppo
etnocentriche, perché assimilano senza volerlo il possesso
della scrittura a quello dell’alfabeto, quasi che l’alfabeto
e le sue caratteristiche in termini di effetti cognitivi fossero
le uniche alternative ad un regime di oralità. Ad esempio:
quando Ong dice che una delle caratteristiche che il passaggio
da oralità a scrittura determina nelle dinamiche comunicative
è una trasformazione da stile formulaico, quindi basate
su formule, tipicamente orale, ad uno stile letterario, dimentica
che in moltissime tradizioni grafiche non solo quella azteca,
ma ad esempio quella egizia, comunemente ritenuta più
nobile, ed ascrivibile pienamente allo statuto di scrittura,
le formule costituiscono la base di qualunque testo scritto.
E si pensi a quanto sono sospetti i concetti come quello
di oralità primaria di Ong, secondo cui l’uomo può esistere
come essere sociale senza il possesso di una qualche
notazione grafica, circostanza del tutto assurda, e quello
di cultura letterata come sinonimo apparente di cultura della
scrittura, in cui, ovviamente, prevale il modello alfabetico
della lettera. Nel suo libro “antropologia della scrittura”
Cardone aveva identificato molto chiaramente i limiti di
questo universalismo alfabeto-centrico che purtroppo da un
ventennio ha avuto molto favore nell’ambito degli studi di
sociologia di comunicazione, sto pensando naturalmente alla
11
relate with the memory and the language, but obviously
unusuals will be the results of such interaction according
to the type of developed system. From this point of view
generalizations like that one of Bolter, or before he of Walter
J. etnocentriche Ong play too much, because they assimilate
without wanting it the possession of the writing to that one of
the alphabet, nearly that the alphabet and its characteristics
in terms of cognitive effects were the only alternatives to a
regimen of orality. As an example: when Ong says that one of
the characteristics that the passage from oral speech to writing
determines in comunicative dynamics is a transformation from
ancient style, therefore based on schemes, typically oral, to a
literary style, forgets that in very many graphical traditions not
only that Aztec, but as an example that one egizia, commonly
thought more nobleman, and ascrivibile totally to the writing
charter, the formulas constitute the base of any written text.
And tasks to how much are suspiciones the concepts like that
one of primary orality of Ong, second which the man can exist
like to be social without the possession of one some graphical
notation, completely absurd circumstance, and that one of
well-read culture as synonymous appearing of culture of the
writing, in which, obviously, prevails the alphabetical model
of the letter. In its book “anthropology of the writing” Cardone
had identified a lot clearly the limits of this alphabet-centric
universalism that unfortunately give 20 years have had much
favor in the within of the studies of communication sociology,
is thinking naturally next to the extreme simplification of the
thought of McLuhan, of whose damages we still work to free
to us.

Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
volgarizzazione del pensiero di McLuhan, dei cui danni
fatichiamo ancora a liberarci.
Forse la differenza tra procedura e struttura, in termini
semiotici, è fondamentale per comprendere cosa sia
realmente una formula, linguisticamente parlando?
Naturalmente si, perché quello che sorprende nello studio
dei sistemi di scrittura più vari, è constatare come le costanti
i processi, i pattern, non si riscontrino a livello delle micro
unità testuali, ma molto spesso a livello di macro unità,
strutture di “Mise en page” per esempio, griglie posizionali
che assegnano particolari valori ai caratteri che appaiono
in posizioni specifiche. Mi viene in mente che, giustamente,
l’antropologo britannico Jack Goody, identificava proprio
in due processi grafici complessi la lista e la tabella il vero
contributo della scrittura alla trasformazione cognitiva delle
culture umane. Lista e tabella infatti come chiunque sia
abituato a consultare strumenti come guide turistiche, elenchi
telefonici, orari ferroviari, sa benissimo pur non avendone una
chiara consapevolezza, sono strutture in grado di organizzare
i contenuti in una forma che è evidentemente ed
esclusivamente grafica. E che spesso non ha un suo
corrispettivo sul piano dell’oralità. A partire da questo le
possibilità di elaborazione delle informazioni consentite
si amplia enormemente, così come le possibili attività di
manipolazione realizzate a partire dalle tracce grafiche.
Come dire che l’uomo non diventa letterato quando trascrive il
testo dell’Odissea di Omero, bensì molti secoli prima, quando
il contabile sumero realizza su una tavoletta quella che
potremo chiamare una vera e propria matrice commerciale
dell’antichità, una sorta di bolladi carico, in argilla, non
12
Perhaps the difference between procedure and structure, in
semiotc, is fundamental in order to comprise what is really
one scheme, speaking about language?
Naturally, because what it is strange in the study of the
systems of several writing, it is to state like the constants
the processes, the pattern, are not found micro to level
of the textual units, but a lot often to level of macro unit,
structures of ìPut as an example en pageî, using grids that
assign particular values to the characters who appear in
specific positions. It comes to me in mind that, with justice,
the British anthropologist Jack Goody, identified just in two
complex graphical processes the list and the table the true
contribution of the writing to the cognitive transformation
of the human cultures. List and table in fact as anyone is
accustomed to consult instruments like tourist guides, it lists
telephone, hour railway, it knows very well also not having of
a clear knowledge, are structures in a position to organizing
the contents in a shape that is evidently and exclusively
graphical. And that often it does not have a its analogous
on the plan of the oral speech. Beginning from this the
possibilities of elaboration of the concurred information are
become larger enormously, therefore as the possible activities
of manipulation realized beginning from the graphical
traces. Like saying that the man does not become well-read
when transcribes the text of the Odissea of Omero, but many
centuries, when the sumeric accountant realizes on a tablet the
one which we will be able to call a true one and own matrix
trades them of the antiquity, rising of cargo bubble, in clay, not
destined is read, but containing information and instructions,
before necessary to the realization of a transaction trade them.

Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
destinata ad esser letta, ma contenente informazioni e istruzioni,
necessarie alla realizzazione di una transazione commerciale.
Quindi per un grafico, cosa significa la scrittura?
Un grafico dovrebbe pensare anzitutto per quello che è, ovvero
un artefatto visivo. Il grafico che si ponga nell’ottica di chi
scrive pensando a una trascrizione del discorso orale
è destinato a fallire, perché i suoi prodotti non riusciranno
a ottimizzare le caratteristiche visive e di immagine che fanno
della comunicazione grafica qualcosa che vale la pena
di progettare. In poche parole, se il grafico scrive solo perché
qualcuno legga ad alta voce, un pò come in un convento
medioevale, allora la sua professione non ha un gran senso.
Cosa ci può dire riguardo la differenza tra la funzione
evocativa e quella descrittiva nella comunicazione visiva?
Proprio come in semiotica la parola “connotazione”, così
nel gergo della comunicazione il termine “evocativo”, è
molto pericoloso. Spesso dietro questa parola si nascondono
dimensioni elusive e sfuggenti della comunicazione
falsamente legate allo spontaneismo e alla creatività, e il più
delle volte in netto contrasto con le ragioni del progetto, in cui
tutto, anche gli effetti estetici, è frutto di una pianificazione
regolare. Ci sono poi ambiti, penso ad esempio a quello
della segnaletica e della scrittura esposta, in genere, dove
la tendenza a privilegiare soluzioni grafiche di forte impatto
evocativo e scarsa consistenza denotativa ha prodotto risultati
addirittura disastrosi.
13
Therefore for a graphic designer what means the writing?
A graphic designer would have first of all to think for what it is,
that is a visual artefact. The graphic designer that be places in
the optical of who writes thinking next to a transcription of the
oral speech is destined to fail, because its products
will be not able to optimize the visual characteristics
and of image that makes of the graphical communication
something that is worth the pain to plan. In little words,
if the graphic designer only writes because someone reads
to high voice, like in the medieval convent, then its profession
does not have a great sense.
What can say care to us the difference between the
evocative function and that descriptive one in the visual
communication?
Just as in Semiotic the word ìconnotationî therefore in the
slang of the communication ìthe evocativeî term is much
dangerous one. Often behind this word elusive dimensions
hide and escaping of the communication falsely tied to the
natural and the creativity, and most times in clearly contrast
with the reasons of the plan, in which all, also the aesthetic
effects, regular planning is fruit of one. There are then ambles
to you, task as an example to that one of the identifying one
and of the exposed writing, generally, where the tendency to
privilege graphical solutions strongly evocative impact and
insufficient denotative consistency has produced turns out to
you quite disastrous.

Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
Ma la funzione evocativa, quando lavora in maniera progettata,
con funzione simile a quella della struttura analogica, non può
essere utile in quanto aggiunge più livelli di significato ad uno
stesso manufatto visivo?
Certo, il problema è che bisogna concepirla come una
dimensione non soggettiva e idiosincratica della significazione
grafica, bensì come funzione di valori comunicativi pubblici
e condivisibili. I semiologi sanno bene che la denotazione
senza connotazione non esiste, ed anche il carattere tipografico
più scontato connota appunto assenza di originalità.
La vera sfida del progettista sta appunto nel finalizzare
la dimensione evocativa o connotativa del suo lavoro ad un
rafforzamento della funzione strumentale o dell’usabilità
dei testi, impedendo che forme di pastiche grafico creino
confusione o rumore in senso cibernetico, nei fruitori.
Pensa che una rivoluzione dal punto di vista semiotico,
riguardo alla scrittura e a ciò che noi consideriamo tale, possa
portare a un cambiamento anche dal punto di vista
antropologico, e sociale?
Indubbiamente si, ma il problema è che questa evoluzione non
c’è ancora stata. O almeno non se ne sentono ancora gli effetti,
da un punto di vista teorico, la semiotica ha faticato tantissimo
e non è ancora del tutto riuscita a liberarsi del pregiudizio
alfabeto-centrico come di una concezione estremamente
limitante della contrapposizione tra iconismo e arbitrarietà
dei sistemi grafici, che rappresenta a mio parere il grosso
limite da superare per poter realizzare prodotti e testi davvero
innovativi. D’altro canto però la tecnologia ha cambiato
completamente le carte in tavola, e oggi ci propone
14
But the evocative function, when it works in planned way,
with function similar to that one of the analogic structure,
cannot be useful in how much adds more levels than meant to
the same visual artifact?
Sure, the problem is that it must conceive it like one not
subjective and “idiosincratica” dimension of the graphical
sense, but like function of values communicated to you publics
and shared. In Semiotic they know well that the denotation
without connotation does not exist, and also the discounted
typographical character more connotes originality absence
exactly. The true challenge of the planner is exactly in
finalizing the evocative or connotative dimension of its job to
a strengthening of the instrumental function or the usability
of the witnesses, preventing that shapes of pastiche graphical
create confusion or noise in cybernetic sense, in the users.
It thinks that a revolution from the semiotic point of view,
with regard to the writing and to that we consider such,
he can to carry to a change also from the point of view
anthropological, and social?
Undoubtedly, but the problem is that this evolution not still has
been. Or at least they are not felt any still the effects, from a
theoretical point of view, the semiotic worked hardly and it has
not still completely succeeded to get rid of alphabet-centric
prejudgment as of a limiting conception extremely of the
contrast between iconism and arbitrariness of the graphical
systems, that it represents to my opinion the large limit to
exceed for being able to realize produced and witnesses
indeed innovated to you.

Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri
piattaforme e supporti in cui digitale e analogico, continuo
o discreto, sistemi a forte e a debole codifica, coesistino e si
sovrappongono. C’è una situazione di curioso sfasamento
in tutto questo, la tecnologia consente di operare e di
sperimentare cose di cui la teoria non ha niente da dire.
Credo che sia necessario uno sforzo di riflessione ulteriore
per cercare di adeguare la riflessione teorica alle potenzialità
progettuali che la multimedialità e la digitalizzazione hanno
inaugurato e credo una simile riflessione vada condotta con
la partecipazione attiva dei graphic designer.
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On the other hand but the technology has changed completely
the papers in table, and today it proposes to us platforms
and supports in which digital them and analogic, continuous
or discreet, systems strongly and to weak person it codifies,
coexist and they are overlapped. There is a situation of curious
phase-difference in all this, the technology concurs to operate
and to experience things of which the theory it does not have
nothing to say. Creed that is necessary a effort of ulterior
reflection in order to try to adapt the theoretical reflection
to the projectual skills that the multimedia and the digital
structures have inaugurated and creed a similar reflection
goes lead with the active participation of the graphic designer.
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Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri

Untitled Codex Fejervary

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Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri

Codex Mendoza
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Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri

Untitled Coyoxahu stone

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Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri

Yaxchilan, Sandstone seated figure of Mictlantecuhtli

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Intervista ad Antonio Perri / Interview with Antonio Perri

Yaxchilan

“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”
Questa raccolta di lettere, di diversi caratteri, è state realizzata
da Enzo Ruta, Mariarosaria Digregorio e Nicolò Loprieno
nell’ambito del “Laboratorio dei Tipi” del Prof. Sonnoli allo
IUAV di Venezia, durante il primo anno del corso di laurea
specialistica in Progettazione grafica.
21
These letters, from different typefaces, are designed by Enzo
Ruta, Mariarosaria Digregorio e Nicolò Loprieno during the
Typography Lab done by Prof. Sonnoli at the IUAV of Venice, in
the first year of the specialistic course of Graphic design.
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: A
Typeface: Din
Material: carta/paper
 23
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: A
Typeface: Foundry
Material: Lana di vetro/Fiberglass
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: B
Typeface: Univers
Material: Immondizia/Waste
 25
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: B
Typeface: Bodoni
Material: Plastica/Plastic
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: C
Typeface: Univers
Material: Riso/Rice
 27
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: E
Typeface: Foundry
Material: Sapone/Soap
 28
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: E
Typeface: Bodoni
Material: Materassino da campeggio/Airbed
 29
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: F
Typeface: Foundry
Material: Stuzzicadenti/Toothpick
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: G
Typeface: Bodoni
Material: Materassino da campeggio/Airbed
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: G
Typeface: Gill
Material: Spugna/Sponge
 32
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: M
Typeface: Bodoni
Material: Puntine/Clip punes
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: Q
Typeface: Miller
Material: Farina/Flour
 34
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: Q
Typeface: Bodoni
Material: Cannucce/Straws
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: R
Typeface: Din
Material: Retina di plastica/Plastic grid
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“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: S
Typeface: Benton
Material: Spugna/Sponge
 37
“Di cosa sono fatte le lettere?” / “What are letters made of?”

Letter: X
Typeface: Gill
Material: Cernit/Cernit

A come ape
http://www.violettavalery.blogspot.com
Questa tesi è un abbecedario.
Un abbecedario formato da ventuno libri.
Ogni libro contiene una lettera.
Ogni lettera esprime una parola.
Ogni parola riguarda la donna.
Ogni concetto viene espresso tramite un libro,
Ogni libro è senza immagini.
In ogni libro compare solo l’iniziale della parola,
che si muove tra le pagine
in modi sempre diversi
su pagine di materiali diversi
dalla diversa consistenza al tatto.
Progetto grafico di Violetta Troina
38
This thesis is a abecedarian.
A abecedarian formed from twenty one books.
Every book contains one letter.
Every letter expresses one word.
Every word regards the woman.
Every concept comes expressed through a book,
every book, without images.
In every book it appears only begins it them of the word,
than one moves between the pages
in always various ways
on pages of various materials
from the various consistency to the tact.
Graphic design, Violetta Troina
 39
A come ape

Le parole dell’abbecedario sono: The words are:

aborto abortion
baciare to kiss
contraccezione contraception
depilazione depilation
emancipazione emancipation
fertilità fecundity
gravidanza pregnancy
HIV HIV
infibulazione infibulation
mestruazioni mentruation
nascita birth
omosessualità omosexuality
piacere pleasure
quid quid
rispetto respect
stupro rape
test di gravidanza pregmantcy test
utero womb
verginità virginity
zzzz zzzz
 40
A come ape
 41
A come ape

C, contraccezione, libro sottovuoto.

C, contraception, book without air.
 42
A come ape
 43
A come ape

H, hiv, libro di rete, con le lettere della parola incastrate fra le pagine.
H, hiv, grid book, the letters are linked among the pages.
 44
A come ape
 45
A come ape

I, infibulazione, libro di carta velina, con delle cuciture, che non si può sfogliare.
I, infibulation,tissue paper book, with seams, that cannot be browsed.
 46
A come ape
 47
A come ape

M, mesrtuazioni, libro con il calendario stampato sulle pagine, e dei fili rossi che lo attraversano.
M, menstruation, book with a calendar on its pages, crossed by red wires.
 48
A come ape
 49
A come ape

N, nascita, libro di cartone a forma di N, con le pagine che si aprono a soffietto.

N, birth, book made of cardboard, with the shape of a N, and folding pages.
 50
A come ape
 51
A come ape

O, omosessualità, libro con due pagine di specchio, ognuna con una O al centro.
O, omosexuality, book with two mirror pages, every one with an “o” in the centre.
 52
A come ape
 53
A come ape

S, stupro, libro di iuta con una s che si straccia lungo le pagine, sempre di più.
S, rape, iuta book with a progression of letter S, ruined ever more.
 54
A come ape
 55
A come ape

Z, libro cuscino, di stoffa bianca imbottita, alla fine di tutto, per dormirci su.
Z, pillow book, made of white fabric, at the end of all, to sleep.

Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities
“Nelle città invisibili non si trovano città riconoscibili” Italo
Calvino. Questo è un libro oggetto, che reinterpreta l’opera di
Calvino attraverso la tipografia, ispirandosi alla poesia visiva
e concreta degli anni ‘60 e ‘70, e che deve la sua esistenza
a realtà come “Modulo”, nota rivista autoprodotta di cui uscì
un solo numero, e a Giovanna Sandri autrice di “Capitolo Zero”.
Ogni città, con il suo testo originale, è stata elaborata a livello
microtipografico (la lettera nella sua anatomia, la parola),
e macrotipografico (la sintassi visiva). Le pagine sono sciolte
e stampate su acetato, in maniera da poterle sovrapporre
in differenti modi, ottenendone esperienze visive e suggestioni
www.metastyle.it diverse. Il formato del libro è A5.
Gruppo di lavoro:
Alessandro Tartaglia, Stefano Menconi, Gabriele
Rosso.
56
“In the invisible cities, there are no recognizable cities” Italo
Calvino. This is a book object, an elaboration of the Calvino’s
work, through the typography, inspiring itself to the visual
poetry and realizes of years `60 and `70, like “Modulo”, famous
editorial autoproduction of which exited a single number, and
to Giovanna Sandri of “Capitolo Zero”.
Every city, with its text originates them, has been elaborated to
microtypographical level (the letter in its anatomy, the word),
and macrotypographical (the visual sintax). The pages are
melted and printed publication on acetate, in way from being
able to overlap them in different ways, obtaining some visual
experiences and various suggestions. The format of the book
is A5.
Workgroup: Alessandro Tartaglia, Stefano Menconi, Gabriele
Rosso
 57
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities
 58
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities
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Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities
 60
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Armilla è una città fatta di rovine, non rimane null’altro che

tubi che salgono verso l’alto, lasciando che l’immaginazione
percepisca degli scheletri di quelli che una volta dovevano
essere i palazzi che riempivano la città.

Armilla is a city made of ruins, does not remain anything

other that tubes that go up towards the high, leaving that the
imagination perceives of the skeletons of that once they had to
be the palaces that filled up the city.
 61
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Argia è una città sotteranea.

Chi arriva fin qui non vede nulla in superficie. Le strade sono
ostruite da terra, non penetra luce. Di tanto in tanto è possibile,
durante la notte, sentire delle porte sbattere.

Argia is an underground city. Who arrives end here does not

see null in surface. The roads are obstructed from earth, light
can’t penetrate. Every now and then it is possible, during the
night, to feel of the doors to blink.
 62
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Olinda, città concentrica, continuamente in espansione, al

centro è possibile che stia crescendo una città nuova, non più
grande di una capocchia di spillo, un istante dopo è diventata
grande quanto un limone, e poi ancora un quartiere.
Olinda si espande continuamente, come cerchi concentrici che
si dilatano su di una superficie liquida.

Olinda, concentrical city, continuously in expansion, to the

center are possible that a new city is growing, not larger
than an head of pin, a moment after a lemon has become
great how much, and then still a quarter. Olinda is expanded
continuously, as it tries concentrates to us that they dilate on
one liquid surface.
 63
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Valdrada città doppia, che sorge su un promontorio a

stapiombo su di un lago. Continuamente riflessa nell’acqua,
ma non speculare. Vibra continuamente, perché la vera
Valdrada non è l’una né l’altra, ma entrambe.

Valdrada double city, that it rises on a cape to mountain on a

lake. Continuously reflected in the water, but not specular. It
vibrates continuously, because the true Valdrada is not one
neither the other, but both.
 64
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Zaira è come una mano, dentro le cui piege è raccontato

il proprio passato. Come da un continuo flusso di ricordi
emergono parole, immagini, di ciò che la città è stata, e sarà.

Zaira is like a hand, within whose piege it is told just passed.

As from a continuous flow of memories words, images emerge,
of that the city has been, and will be.
 65
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Ad Ersilia gli abitanti tendono fili da una parte all’altra

della città, metafora dei rapporti che legano gli individui
reciprocamente. Quando questi fili saturano lo spazio,
abbandonano la città, e la rifondano altrove.

In Ersilia the inhabitants stretch threads of the city from one

side to another, metaphor of the relationships that tie the
individuals mutual. When these threads saturate the space,
they abandon the city, and settle elsewhere.
 66
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

Ipazia, dove il linguaggio non risponde alle regole che

conosciamo, dove ogni cosa è diversa da quello che pensiamo.
“non c’è linguaggio senza inganno” recita il testo originale.

Ipazia, where the language does not answer to the rules that
we know, where every thing is various from what we think.
“There is no language without deceit” recites the original text.
 67
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

[..] “Guadato il fiume, valicato il passo, l’uomo si trova di

fronte tutt’a un tratto la città di Moriana “ [...] “Da una parte
all’altra la città sembra continui in prospettiva moltiplicando
il suo repertorio di immagini: invece non ha spessore, consiste
solo in un dritto e in un rovescio, come un foglio di carta, con
una figura di qua e una di là, che non possono staccarsi né
guardarsi”. Tratto da Le città invisibili.

[...] “Crossed the river, the step, the man finds of forehead
without warning a feature the city of Moriana ì[...] “From
one side to another the city seems continuous in perspective
multiplying its images: instead it does not have thickness,
consists only in straight and a back, like a sheet of paper, with
a figure here and one here, than they cannot be detached
neither to watch itself.” Feature from the invisible cities.
 68
Alessandro Tartaglia, Gabriele Rosso, Stefano Menconi Le città invisibili / The invisible cities

[..] “Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata.

Ecco il progetto, dicono. “ [...] Tratto da Le città invisibili.

[...] “The night Comes down on the yard. It is a night with many
stars. Here the plan, says.” [...] Feature from the invisible cities.

Alfabeti / Alphabets
Questo è un inserto dedicato alle lettere, il motivo per cui
abbiamo deciso di dedicare loro questo spazio è presto detto:
stiamo cercando di indagare la lettera da diversi punti di vista,
da quello spaziale, da quello concettuale e linguistico.
Diverse tipologie di progettisti si sono cimentati in questa
sfida, creando alfabeti differenti sia come disegno della lettera
che come forma spaziale, e linguistica.
Abbiamo deciso di pubblicare i migliori lavori pervenutici,
nel tentativo di offrirvi una panoramica quanto più ampia
possibile su questo tema.
69
This is a space dedicated to the letters, the reason for which we
have decided to dedicate they this space soon is said:
we are trying to inquire the letter from various points of view,
from that one spaces them, from that conceptual and linguistic
one. Various kind of planners are try to you in this challenge,
creating different alphabets are like design of the letter that
like shape spaces them, and linguistic. We have decided to
publish the best jobs reached to us, in the attempt to offer to
you one panoramic how much wider possible one on this topic.
 70
Antonio Civita Alfabeti / Alphabets
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Antonio Civita Alfabeti / Alphabets
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Antonio Civita Alfabeti / Alphabets
 73
Antonio Civita Alfabeti / Alphabets

In questo manifesto l’alfabeto è reso dal punto di vista

30%,,).'PROTO fonetico-labiale, ogni lettera corrisponde ad una diversa
AFACETYPODESIGNEDBYANTONIOCIVITA posizione delle labbra e di conseguenza ad un diverso suono.
WWWALABAMADEZCOM

A B C D E

F G H I J

In this manifesto the alphabet is rendered from the phonetic

point of view, every letter consequently corresponds to one
various position of the mouth and to a various sound.
K L M N O

P Q R S T

U V W X Y

Z
 74
Giulia Frigerio Alfabeti / Alphabets

Lettere: o, n, q, z, g, i, c, w
 75
Giulia Frigerio Alfabeti / Alphabets
 76
Alfabeti / Alphabets

Questo alfabeto è stato realizzato in cartapesta, le lettere sono

volumi tridimensionali, si muovono nello spazio, forzando il
concetto comune di alfabeto.

This alphabet has been realized in a special paper, the letters

is three-dimensional volumes, moves in the space, forcing the
common concept of alphabet.
 77
Alfabeti / Alphabets

Lettere: D, G, P, E, K, R, Z

Riza Cankaya Helvetica legato
Progetto per il diploma di laurea di Riza Cankaya, anno 2006.
Sviluppo di un sistema di legature modulari e sistematizzate
sulla base del carattere Helvetica, sono stati sviluppati due
alfabeti, entrambi legati, uno in cui le lettere mantengono la
propria integrità, un altro in cui sono decostruite.
78
Project for the thesis of bachelor of Riza Cankaya, year
2006. Development of a system of fastenings modular and
systematics on the base of the Helvetica typeface, has been
develops two alphabets to you, both legacies, in which letters
they maintain own integrity, an other in which is decostruite.
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Riza Cankaya Helvetica legato
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Riza Cankaya Helvetica legato
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Riza Cankaya Helvetica legato
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Riza Cankaya Helvetica legato
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Riza Cankaya Helvetica legato
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Riza Cankaya Helvetica legato
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Riza Cankaya Helvetica legato
 86

L’architettura è un arte necessaria.

Ellesette

Spazi Pubblici / Public Spaces
Questo articolo continua da dove avevamo interrotto nello
scorso numero:
[...] Finito il pranzo, continui il tuo tragitto verso Tower Bridge.
Essendo lontano decidi di prendere la metro, che è proprio
vicino alla piazza. Una volta raggiungo il ponte, non resisti
alla tentazione di salire sopra la torre. Nell’ascensore ti ritrovi
stretto in un gruppo di turisti entusiasti, che salgono con te. La
novità della veduta sembra scemare in poco tempo, ma in ogni
caso ti regala l’opportunità di osservare un altro interessante
tipo di spazio compatto. Si trova affogato tra due edifici
all’estremità della nuova costruzione intorno a Southwark
City Hall. Il posto è poco lontano. Una volta sceso dalla torre
in poco tempo lo hai raggiunto. Una piccola scala che fora
il marciapiede unisce le strada al di sopra con i sottostanti
ambienti e marca la transizione dal livello in cui si trova la
torre a quello degli edifici e piazze sottostanti.
Una sottile striscia argentata di acqua che sembra scolpita
nel terreno ti guida. Taglia attraverso la nuova costruzione e
prosegue il suo taglio dritto attraverso la piazza, per terminare
nella strada che si trova oltre. Segui questo tracciato di acqua
che ti spinge attraverso una calca di gente fino ad una cavità
triangolare tra gli edifici, riempita dal suono dell’acqua che
scorre e dal rumore della folla.
Qui il tuo sguardo si sposta sulla destra, dove sorge un ufficio
con ristoranti e negozi. È un edificio simile a quelli della piazza
precedente per il modo in cui occupa lo spazio. A sinistra
appare un albergo che risulta angolato rispetto all’asse degli
altri edifici. Si orienta verso la strada anch’essa angolata,
87
This article continues that on the last issue of the magazine:
You finish your lunch and continue on your journey to Tower
Bridge. It is far so you decide to take the subway directly
adjacent to the plaza. When you reach the bridge you can’t
resist the urge to go to the top. In the elevator you are with a
tightly packed group of eager tourists that ascend the tower
with you. The novelty of the view from this vantage diminishes
after a short time; however, it does grant you the opportunity
to spot another interesting compact space. It is tucked
between two buildings at the far end of the new construction
around Southwark City Hall. The space is just a short distance
away, so once you descend the tower and make your way to the
street it is just a short time before you arrive there.
A small stair that pierces up through the sidewalk and links
the street above with the systems below punctuates the
transition from the tower to the level of the buildings and
plazas beneath the bridge.
A thin sliver of water, running through a trough that is carved
into the ground, guides your journey. It cuts through the new
construction and pierces straight through the plaza to end at
the street beyond. You follow this path of water, which leads
you amongst a throng of other people to a triangular hollow
amongst a collection of buildings filled with the sound of
running water and people talking.
Here your gaze moves to the right where there is an office
building with retail and restaurants. This building is very
similar, in the way it engages the space, to the buildings of

Spazi Pubblici / Public Spaces
formando quindi uno squarcio trangolare tra due edifici. La
piazza è scostata dalla strada da una serie di fontane.
Al centro di questa piazza c’è una costruzione molto intrigante:
un piccolo caffè che è affogato dalle torri che lo circondano.
Trovi un posto vicino ad un albero piantato presso il caffè e ti
soffermi a osservare il comportamento dello spazio ed il modo
in cui influenza lepersone che lo abitano.
Da qui è difficile sentire il rumore del traffico: le fontane ne
ostacolano l’insinuarsi sufficientemente bene. Clienti del
vicino hotel arrivano e si prendono il caffè dopo una mattinata
spesa a fare giri. Impiegati di ufficio fanno lo stesso non
appena hanno una pausa o finiscono il loro giorno di lavoro.
A tratti, la fila per essere serviti si estende al di fuori della
porta del piccolo bar.
Dal lato opposto della piazza si raggrupano impiegati del
vicino City Hall building. L’unico elemento che impedisce
l’interferenza tra questi impiegati ed i clienti del bar è proprio
la sottile striscia d’acqua, che separandoli, li guida verso la
strada. E’ possibile che la gente che si muove attraverso la
piazza venga filtrata fuori, verso la maglia della città, oltre i
limiti di questo spazio.
Nel considerare come le persone si muovono dalla piazza alla
strada, ti accorgi che queste “giunzioni” hanno una relazione
particolare con la citta’ di cui fanno parte. Senti la mancanza
di connessione quando sei dentro di esse. Ti accolgono
e circondano. Ma sebbene tu avverta una sensazione di
accessibilita’ all’ambiente urbano che ti ospita, continui ad
avere un senso di distacco. Queste giunzioni sono pensate
come elementi all’interno dell’ambiente, non come una parte
88
the last plaza that you visited. To the left there is a hotel
that is angled off of the axis created by the other structures.
The Hotel orients itself to the angled street instead, thereby
forming the triangular gap between the two buildings. The
plaza is isolated from the street by a series of fountains that
enclose the space on that side.
At the center of this plaza is a very intriguing construction; a
small coffee shop that is dwarfed by the towers on either side
of it. You find a seat near a tree planted near the shop and
observe the behavior of the space and how that determines the
way in which people inhabit it.
From here it is difficult to hear the traffic noise from the
nearby street; the fountains disrupt it enough to limit its
obtrusiveness. Patrons from the hotel come and get coffee on
their way back from a days worth of travel. Employees from
the office do the same on their break or when the workday
ends. At times the line for service extends completely out the
door of the small shop.
On the other side of the plaza are employees of the City Hall
building continuing the journey you just took. The only thing
that keeps this row of briskly walking people from impeding
the line of people extending from the coffee shop is the thin
sliver of water that separates them and serves as an itinerant
connector to the street. Eventually the people moving through
the plaza filter out into the network of the city beyond the
constraints of this space.
As you consider the way people move from the plaza to the
street, you realize that these “junctions” have a peculiar
relationship to the city that they reside within. You feel the

Spazi Pubblici / Public Spaces
integrante di esso. Sono spazi totalmente auto referenziali.
Qui nella piazza piena di attività, la tua mente vaga e sogni
così potrà succedere in futuro. In che modo questi sviluppi
potranno culminare? Esiste uno Spazio Pubblico che accoglierà
pienamente le necessità di una cultura urbana in evoluzione?
Queste entità hanno il potenziale di poter definire la capienza
di una città se verranno realizzati come generatori di crescita.
Possono queste idee essere accolte con gli atteggiamenti degli
Spazi Pubblici esistenti, o l’obbiettivo è di reinventare la natura
di tali spazi? La nebbia si dirada e il sogno ti trasporta in uno
spazio nuovo che non appartiene a nessuna città in particolare.
Quale e’ la natura di questo nuovo spazio pubblico che si
affaccia all’orizzonte?
Una ipotetica proposta per la evoluzione controllata di crescita
urbana è il perno del sogno. Questo spazio ipotetico è una
piazza circondata da una molteplicità di programmi intesi
ad avere una comune funzionalità: essere una componente
della città. La moltitudine di programmi che costituiscono il
contenitore per la piazza sono alla scala di isolato urbano
e rappresentano una serie di funzioni interconnesse tra
loro in modo molto specifico ed effettivo. Questo spazio è
contemporaneamente il nesso che unisce queste funzioni ed il
filtro che facilita e si relaziona ai rapporti proficui tra i singoli
elementi programmatici. Ogni componente di questa piazza:
ogni forma, inserzione, oggetto, è dedito a creare questa
struttura sperimentale. È il mezzo nel quale sono immersi tutti
gli altri aspetti dell’isolato. Il perimetro è composto di strutture
che ospitano i programmi dell’isolato e contiene questa piazza.
In ogni caso, la piazza si presenta alla strada formando essa
stessa un aspetto inerente alla struttura urbana. È in questi
momenti che il limite è perso e la condizione della citta’ entra
89
lack of connection when you are within them. They enclose
you, and surround you. Even though you have a sense of
access to the urban environment around you, there is still a
disconnect that is created. The people who are only passing
through the space must transition over boundaries that
define the space. These junctions are constructed as objects
within the urban environment and not an integral part of that
environment. They are inherently self-referential.
Here within the active plaza, your mind wanders and you
dream of what will come next. In what form will these
advances culminate? Is there an Urban Public Space that will
accommodate, fully, the needs of an evolving urban culture?
These entities have the potential to define a city’s capacity for
density if they are implemented as a generator for growth.
Can these new ideas be fused with the attitudes of existing
Public Spaces or is the goal to reinvent the nature of that
public space? The fog clears and your dream takes you to a
new space in no particular city. What is the nature of this new
public space that is on the horizon?
A hypothetical proposal to the directed evolution of urban
growth is the focus of the dream. This hypothetical space
is a plaza enveloped by a multitude of programs set around
a common functionality as a component of the city. The
multitude of programs that form the container for this plaza
are at the scale of a city block, and represent a set of functions
that are interrelated in a very specific and purposeful way.
This space is simultaneously the joint that connects these
functions, as well as the filter that negotiates and facilitates
the purposeful relationships between the individual
programmatic elements. Every component of this plaza: every

Spazi Pubblici / Public Spaces
stessa un aspetto inerente alla struttura urbana. È in questi
momenti che il limite è perso e la condizione della città entra
a far parte dell’isolato, sviluppando un collegamento tra gli
altri isolati che compongono l’ambiente urbano. Questo è un
particolare nodo all’interno di una rete di nodi interconnessi
che formano lo spazio pubblico della città carico.
Nodo Urbano Programmatico: ipotetica progressione ed
evoluzione della Giuntura Ubana verso una tipologia di spazio
pubblico. Come tipologia, la intenzione del Nodo Urbano
Programmatico tende a costruire interazioni precise tra i
programmi che la intersezionano e tende altresì a diventare
il generatore di uno sviluppo urbano organizzato e di un
modello di crescita. Non appena la porzione di strada concessa
ai pedoni cresce e si integra con la piazza dell’isolato presso
il quale stai camminando, ti ritrovi costretto a cambiare il
tuo tragitto e fermarti momentaneamente in questo luogo.
È proprio qui che decidi nuovamente di sostare, ad un caffé
vicino alla intersezione tra le strade su cui hai appena
cominciato a camminare.
Non appena ti siedi al tavolino all’interno del confine del caffé
che si estende in questa piazza, noti come le sequenze spaziali
della piazza dirigono le persone attorno a te. Sopra di te c’è
un globo vetrato che illumina l’intero spazio, ma è adombrato
dalla luce del sole a causa delle strutture che torreggiano
sopra di esso. Vedi un altro caffé, simile a quello dove sei,
sopra di te, alla tua destra. Questo caffè è ugualmente affollato.
È anche prossimo all’entrata dalla strada, ma la strada su
cui affaccia e’ ad un livello piu’ alto rispetto a quella su cui
camminavi poco prima. È in questo momento che comprendi di
occupare lo spazio tra i due livelli stradali.
90
form, every insertion, every object, is dedicated to creating this
experiential mesh. It is the medium in which all other aspects
of the block are immersed.
The periphery is composed of structures that house the
programs of the block and contain this plaza. However,
the plaza presents itself to the street and forms itself as an
inherent aspect of the urban fabric in places. It is at these
moments that the containment is lost and the city condition
enters into the block, developing a linkage with other block
types that compose the urban environment as a whole.
This is a singular node within a network of interconnected
nodes that form the charged public space of the city.
Urban Programmatic Node: A hypothetical progression and
evolution of the Urban Juncture as a public space typology.
As a typology the intention of the Urban Programmatic Node
is to construct the specific interaction between the programs
that intersect within it as well as to become a generator for an
organized urban development and growth pattern.
As the portion of the street, given over to the pedestrian,
swells and integrates itself with the plaza of the block you
are walking past, you find yourself compelled to divert your
travels and pause momentarily within this place. It is here
that you take the opportunity to sit at a small café close to the
connection with the street where you just entered.
As you sit at a table within the confines of the café extended
into the plaza, you notice the way that the spatial sequences
of the plaza direct the people around you. Overhead there is
an enclosure of glass that illuminates the entire space, but is
shaded from the direct light of the sun by the structures that
tower over it. You see another café, similar to the one you are

Spazi Pubblici / Public Spaces
Noti anche che gli edifici che racchiudono la piazza sono
costruiti per reagire ai molti livelli di questa rete di strade,
di cui sei ora solo subliminalmente cosciente. Similmente le
funzoni della piazza sono il risultato delle reazioni degli edifici
ai livelli verticali di strade.
Il tuo cappuccino arriva e decidi di dare un’occhiata ad altre
aree di interesse all’interno di questo piccolo posto in cui ti
trovi. Il tuo occhio segue la folla nelle loro diverse direzioni.
Ti accorgi che gli itinerari che le persone seguono sono
predeterminati ed impercettibilmente parte della struttura
di questo luogo. Il pavimento, che possiede una trama ed è
articolato in modo da rispondere ai bisogni delle presone che
devono viaggiare efficacemente da un punto all’altro, agisce
da elemento direzionale, spingendo la gente lungo i percorsi
più adatti alla loro destinazione. Questo pavimento piega,
sposta, sorge e cade per dare un senso di orientamento ai
movimenti delle persone, permettendone altri, come fare una
sosta dalla veloce routine della città, e sedersi a contemplare.
Questo pensiero ti suggerisce l’idea che tutto sommato la
“scoperta” di questo posto non sia stata del tutto casuale, ma
causata dalla strada stessa su cui hai deciso di camminare.
Lasci perdere questo pensiero, perché non rilevante.
Guardando attraverso la piazza ti accorgi che al centro, tra
le persone che vi si aggirano, sorge un piccolo padiglione
temporaneo. Lo scopo di tale struttura non é subito chiaro,
presumibilmente più tardi ospiterà un mercatino o forse una
piccola mostra. Lungo i margini, ci sono anche molti punti di
accesso alla sopraelevata del treno, che passa al di sopra di
questo spazio, attraverso il blocco di edifici.
91
enjoying now, above you and to your right. This other café is
populated equally to the one you chose. It is also close to the
entry with the street, but the street that it engages is elevated
above the one you were traveling on just a few minutes before.
It is at this moment that you realize that you are occupying a
space between these two street levels. You also notice that
the buildings that enclose this plaza are constructed to react
to several layers of the street network, which you are only
subliminally aware of at this moment. Likewise, the functions
of the plaza are resultants of the reaction of the buildings to
the vertical layers of streets external to the space.
Your cappuccino arrives and you decide to inspect other
areas of interest within this little place you have found. Your
eye follows the throngs of people moving determinedly to
whatever destination is in store for them. You also notice that
the itineraries the people are following are also predetermined
and subtly a part of the construction of this place. The ground,
which is textured and articulated to respond to the needs
of people to get from point to point in an efficient fashion,
serves as a directional element compelling people along the
path most suited for their specific destination. This ground
folds, shifts, rises, and falls to provide a sense of direction
to the peoples’ movement and allows for others, taking a
break from the fast paced routine of the city, to pause and
sit in contemplation. This last thought causes you, for just a
moment, to ponder the idea that your “accidental” discovery of
this place was not entirely accidental but a designed function
of the street that you decided to walk along. You dismiss this,
though, as irrelevant.

Spazi Pubblici / Public Spaces
Sotto ad uno degli edifici, un macellaio ha un negozio di
dimensioni sufficienti a soddisfare le persone che vivono
ai piani superiori di questi edifici. I residenti della zona
comunicano un senso di appartenenza alla città, una strana
forma di autenticità alla zona. Come funzione intrecciata alle
altre caratteristiche del blocco, l’aspetto residenziale sviluppa
un senso di cultura locale attorno a questa piazza. Forse alcuni
dei residenti lavorano o possiedono i negozi sottostanti; forse
il loro bar preferito è nell’edificio immediatamente adiacente al
loro. Questa piazza è allo stesso tempo un posto comunale ed
un luogo di commercio e/o affari. Questo tuttavia non è quanto
accade in tutte le piazze costruite in questa città: questa
sembra possedere una connessione intima con le persone che
la abitano. Nonostante la scala e le complesse connessioni
urbane, è permeata da una qualità molto intima e locale.
Finisci e paghi. Da qui decidi di prendere il sottopassaggio
verso un’altra piazza che conosci bene, che si trova ad una
certa distanza.
James Eckler jr. si è laureato in design presso l’università della
Florida, nel 2004, attualmente è uno studente del corso di
laurea specialistica della stessa università. Ha 24 anni, e studia
architettura da sei anni, la sua città nativa è Boynton Beach, in
Florida, negli Stati Uniti.
92
Looking across the plaza you notice that the center, in the
midst of the people flowing around it, there is a small
temporary pavilion being set up. The purpose of which is not
immediately apparent, but presumably there will be some
kind of market or exposition later this evening. On the other
side you see the subway stop filtering up between two retail
stores. There are also several points along the edge that
can take you to the elevated train, which passes above the
space and through the block. Beneath one of the structures
a grocer has a store large enough to serve the people who
live in the upper levels of these structures. The residents in
this place give a sense of belonging within the city, a strange
form of authenticity. As a function interwoven into the other
characteristics of the block, the residential aspect develops a
kind of local culture around this plaza. Perhaps some of the
residents work or own the shops below them; perhaps their
favorite bar is in the building immediately adjacent to their
own. This plaza is as much a place of community as it is for
commerce and/or business. This is not the same; however,
with all plazas in this city but this one has an intimate
connection with the people that inhabit it. Despite its physical
scale, and complex urban connections, it is possessed of a very
local and intimate experiential quality. You finish, and pay.
From here you decide to take the subway to another plaza that
you know well, which is some distance away.
James Fowler Eckler Jr. received a Bachelor’s degree in design
from the University of Florida in 2004, currently a Graduate
Student at the University of Florida. He is 24 years old, has
been studying architecture in the University for 6 years, his
hometown is Boynton Beach, Florida, United States of America
 94

Giannicola Baiardi, Antonio Matarrese Est dell’est

Estdellest è un breve racconto che abbiamo tratto, liberamente, Estdellest is a short story that we have drawn, liberations, from
da “Il castello bianco” di Orhan Pamuk. “the castle white man” of Orhan Pamuk.
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Giannicola Baiardi, Antonio Matarrese Est dell’est
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Giannicola Baiardi, Antonio Matarrese Est dell’est
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Giannicola Baiardi, Antonio Matarrese Est dell’est
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Giannicola Baiardi, Antonio Matarrese Est dell’est

Alessio Corradini
Ogni viaggio è un mistero che si dipana ai nostri occhi. Gli
orizzonti si rinnovano ad ogni sguardo, sembrano tanti, eppure
sono un tutt’uno. Quel che mi spinge a viaggiare sono pochi
semplici motivi. Voglio conoscere culture diverse, e poi, la
moto, perché voglio il vento in faccia. Questa volta è stata la
Tunisia, due settimane tra dicembre 2006 e gennaio 2007.
Buon viaggio, Alessio Corradini
“Le montagne si dovrebbero scalare col minor sforzo possibile
e senza fretta. La velocità dovrebbe essere determinata
dallo stato d’animo dello scalatore. Se sei inquieto accelera.
Se rimani senza fiato, rallenta. Le montagne si scalano in
http://www.graficoetico.it un equilibrio che oscilla tra inquietudine e sfinimento. Poi,
quando smetti di pensare alla meta, ogni passo non è soltanto
un mezzo, ma un evento fine a se stesso. Questa foglia ha
l’orlo frastagliato. Questa roccia è instabile. Da qui la neve è
meno visibile, benché più vicina. Queste sono cose che dovresti
notare comunque. Vivere soltanto in funzione di una meta
futura è sciocco. È sui fianchi delle montagne, e non sulla cima,
che si sviluppa la vita. Ma evidentemente senza la cima non si
possono avere i fianchi. È la cima che determina i fianchi.
E così saliamo…” Robert M. Pirsig
104
Every travel is a mystery that is opened to our eyes. The
horizons are renewed to every look, seem many, nevertheless
they are tutt’ one. Those that it pushes to me to travel is little
simple reasons. I want to know various cultures, and then, the
motion, because I want the wind in face. This time has been
Tunisia, two weeks between December 2006 and January 2007.
Good travel, Alessio Corradini
“the mountains would have to be climbed with minor the
possible effort and without haste. The speed would have to
be determined from the state of mind of the scalatore. If six
restless one accelerates. If you remain without breath, slows
down. The mountains are escalated in an equilibrium that
oscillates between restlessness and fatigue. Then, when you
stop to think next to the goal, every step is not only a fine
means, but event to if same. This leaf has the ruined hem.
This cliff is unstable. From the snow he is less visible here,
although more neighbor. These are things that you would
have to notice however. Living only according to a future goal
is foolish. It is on the flanks of mountains, and not on the top,
than the life is developed. But evidently without the top the
flanks cannot be had. It is the top that determines the flanks.
And therefore we jump” Robert M. Pirsig
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Alessio Corradini
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Alessio Corradini
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Alessio Corradini
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Alessio Corradini
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Alessio Corradini
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Alessio Corradini

Daniele Frattolin
Età biologica: 24 anni.
Tipico prodotto della Bassa Friulana.
Cresce in campagna sognando di traslocare in una grande città,
alla fine si trasferisce a Urbino per studiare.
Lì scopre la passione per l’illustrazione e la fotografia, conosce
persone intelligenti e curiose, e si stabilisce nella biblioteca
della sua scuola (anche se la bibliotecaria lo odia).
Si diploma e successivamente emigra con la fidata amica
Claudia a Perugia. Perennemente alla ricerca di un
miglioramento, sia artistico che umano, attualmente vive,
lavora e disegna. Ma soprattutto progetta una svolta.
112
Biological age: 24 years
Typical product of the “Bassa Friulana”.
He grow up in the country, dreaming to move in a big city,
in the end he move in Urbino to study.
In this city he discoveries the passion for the illustration and
the photography, meets many interesting people, and settles in
the library of the school (but the librarian doesn’t like him)
He graduates, and goes with his trustworthy friend, Claudia,
in Perugia. He is costantly searching for an artistic and human
improvement. Now he lives, works, and draws.
But especially, he is designing a changment.
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Daniele Frattolin
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Daniele Frattolin
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Daniele Frattolin
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Daniele Frattolin

Luca Righi
“THINGS THAT I CAN DO AND CAN DO NOT WITH MY RED
HALF FINGER”
Luca Righi:
Nasco a Modena 25 anni fa e probabilmente ci morirò. Intanto
però vedo tante cose e le voglio fotografare tutte. Mi piace
“l’Evoluzione della Specie” di Charles Darwin e di fatti analizzo
popolazioni di scarabei affini per riuscire a individuare la loro
origine comune. In più mi piacciono molto le fotografie di Xila
e Alberto Garcia Alix e non passa giorno in cui non mi chiedo
se siano la stessa persona. Nel mentre scatto foto, non so
niente di grafica e risparmio per comprare un banco ottico.
http://www.lucarighi.com
Sono ben tredici anni che convivo col mio mezzo dito e per
questo ho deciso di dedicargli un progetto. Sono ben tredici
anni che mi applico per riuscire a fargli fare tutto ma alcune
volte non ne vuole proprio sapere. Magari nel futuro le
cose che saprà fare saranno sempre di più e il medio potrà
finalmente andare in pensione…
126
“THINGS THAT I CAN DO AND CAN DO NOT WITH MY RED
HALF FINGER”
Luca Righi:
I was born in Modena 25 years ago and probably i will die
here. While i see many things, and i want to photograph them
all. I like “Theory of Evolution” by Charles Darwin and infact i
analyze the beetle population to understand their same origin.
I like too much the Xila’s and Alberto Garcia Alix’s photos and
every day i ask me if they are the same person. During that i do
my photos, i don’t know anything of graphic design, and i am
goingo to buy an optic bench.
I live together my half finder by 13 year, and i try to do all with
it, but sometimes it is not in according to me. I hope in the
future it will be able to do more actions, and my medium finger
will go in holiday...
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Luca Righi

Can’t play with guns Can do this stupid trick

Can catch you Can’t play bass like Jaco

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Luca Righi

Can get drunk Can’t use left mouse button

Can love Tufo Can write love letters

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Luca Righi

Can’t fit this gloves Can fly away (omaggio a Xila)

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Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop
Cosa volevi fare da grande quando eri piccolo?
Il pirata, in cima alla lista, l’archeologo, lo zingaro per un
po’, lo zingaro quello più da romanzo, col carrozzone, quello
con le mezze lune incise nel legno degli sportelli, lavorare
in un circo... Però sono ancora abbastanza piccolo per poter
diventare tutte queste cose.
Qual’è stato il tuo percorso formativo?
Il mio percorso formativo è completamente autodidatta, sono
stato e sono tutt’ora un pessimo studente.
http://www.zaeliabishop.com
Cosa studi?
Studio critica cinematografica, ma ormai da duecentosei anni
circa, quindi sono completamente autodidatta.
Quando hai concluso la fase dell’apprendimento, della
formazione?
Non l’ho ancora conclusa
Crema o cioccolato?
...Grandissimo...quindi non è un’intervista dove posso citare
Heidegger questa...
131
What you wanted to make from large when you were small?
The pirate one, in top to the list, the archeologist, the gypsy for
little, the gypsy that more from novel, with the wagon, that one
with the average ones lune recorded in the wood of the shops,
to work in a circusÖ But these things are still enough small for
being able to become all.
Which has been your background?
My formation is completely self-taught, i am really a bad
student.
What do you studies?
Cinematographic critical, but by 206 years approximately,
therefore is completely self-taught.
When you have concluded the learning and formation phase?
I have not still concluded it.
Cream or chocolate?
Great! Therefore this is not an interview where I can talk about
Heidegger...
 132
Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop

No, no.. pero se vuoi puoi citarlo lo stesso... Oh no... but if you want you can talk about it the same
Crema, crema però chantilly Cream, cream but chantilly.

Secondo te cosa è la grafica? According to you what is the Graphic design?

la grafica è un illlusione di comunicazione, credo. The graphic design is an illusion of communication.

E la tipografia? What is the typography?

La tipografia è una sorta di fregio intellegibile, è una The typography is an intellegible sign, is a decoration that
decorazione che cela concetti. hides concepts.

Quindi non c’è un rapporto diretto tra significato e Therefore there is not a relationship directed between meant
significante, nella tipografia, secondo te? and meaning, in the typography, according to you?
Secondo me no, però ci potrebbe essere, ci puo essere, se tu lo According to me, but it could be, it can be, if you want.
vuoi c’è.

Now, question of Roland Barthes, what are letters made of?

Adesso, domanda di Roland Barthes, di cosa sono fatte le
They are made Of will
lettere?
Di volontà
Which’ was your preferred fable from child?
Hansel and Gretel for the small house of “marzapane”, that
Qual’era la tua favola preferita da bambino? perché?
it is one of the more dark symbols that I have never met. In
Hansel e gretel per via della casetta di marzapane, che è uno general terms the fables of the Grimm brothers, are however
dei simboli più sinistri che io abbia mai incontrato. in absolute the fables more truly skewed, but it waits for, also a
In generale le favole dei Grimm, sono comunque in assoluto le fable, than fable is not one, Pinocchio, a lot.
favole più ritorte, le più belle, però aspetta, proprio una favola,
che non è una favola, anche Pinocchio, molto.

Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop
Parlando di libri e di dischi, quali sono i tuoi classici?
Viaggio al termine della notte, di Celine, i Canti di Maldoroor
di Lautreamont, Elianto di Stefano Benni, Le città invisibili di
Calvino. Dischi.. il primo disco dei Pink floid. “___” poi quasi
tutta la discografia dei Death in june e poi, In a bar under
the sea dei dEUS, i primi dischi dei Cure, tutta la wave.., fra il
post punk e la wave a cavallo tra i 70 e gli 80, un disco a cui
sono affezionatissimo, sono due o tre lp prodotti da un’oscuro
gruppo norvegese, che si chiamavano the 3rd and the mortal.
Qual’è stata la tua più grande figura di merda?
Oh finalmente! la più grande figura di merda...
Beh L’esame di maturità è stato quello che ancora mi toglie
ore di sonno quando ci penso, ma le faccio spesso quando
parlo con persone più grandi me, se ci penso bene anche
quando parlo con persone più piccole di me, quindi in effetti
ne inanello di parecchie..
Qual’è la difficoltà più grande per un illustratore?
Convincere gli altri che non sei soltanto un’illustratore.
Esistono gli alieni?
Assolutamente si.
Mi sento appartenente alla categoria.
133
Speaking about books and cds, which are your classics?
Travel to the term of the night, of Hides some, the Songs of
Maldoroor di Lautreamont, Elianto di Stefano Benni, The
invisible cities of Calvino. Discs. The first disc of the Pink floid.
“___” then nearly all the discography of the Death in june
and then, to bar under the sea of the dEUS, the first discs of
the Cures, all the wave, between post punk and wave to horse
between the 70 and the 80, a disc to which is most care, they
are two or three lp produced from a dark Norwegian group,
than they were called the 3rd and the mortal.
Which has been your worst happen with the people about
your work?
Oh finally! the worst apparaence... The maturity examination
has been what still we remove me hours of sleep when task,
but I often make them when I speak with older persons than
me, if task well also when I speak with persons smaller than
me to us, therefore in effects i do a bad appareance some of
several.
Which is the greater difficulty for an illustrator?
To convince the others that a not only an illustrator.
Do aliens exist?
Absolutely I feel myself pertaining to the category.
 134
Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop

Dovendo spiegare il tuo lavoro, ad un tuo amico come lo
spiegheresti?
Guarda io faccio delle cose, composte da ritagli di altre cose,
una volta messe insieme tutte queste cose ne formano una,
però quando tu la vedi questa cosa che ho fatto si frammenta
in un milione di altre cose.
Having to explain your job, to one of your friend, how do you
would explain it?
I watch I make of the things, composed from cuttings of other
things, once put with all these things I form one, but when you
see this thing to it that I have made he fragments in a million
other things.

Che lavoro fai? Which job do you make?

(ridendo) Il creativo, il giovane creativo, giovane con tre g, eh? (laughing) the creative, the YOOOOOOOOUNG, the young
gggiovane creativo... creative...

Tre nomi di persone che hanno cambiato la storia... Three names of persons who have changed the history...
Il Dada, che non è una persona però penso che possa essere un The Dada, that is not a person but i thing that can just be a
nome proprio, Garibaldi e Brigitte Bardot. name, Garibaldi and Brigitte Bardot.

Nasce prima l’uovo o la gallina? Was born before the egg or the hen?
eh beh eh beh...l’uovo Eh beh eh beh... the egg.

La parola o la lettera? The word or the letter?

la lettera. The letter.

Saluti? Credits?
Siete stati un pubblico meraviglioso. You have been a wonderful public.
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Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop
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Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop
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Intervista a Zaelia Bishop / Interview with Zaelia Bishop

Alessia Travaglini
“Nessuna regola è assoluta, ma ha il solo scopo di costringere
se stessi a praticare cose diverse da quelle già fatte”
(Lars Von Trier)
Nelle “5 variazioni” di Lars Von Trier, il regista incontra Jørgen
Leth e lo sfida a rivisitare il suo film “The perfect human” del
1967 chiedendogli di produrre cinque diversi filmati sul tema
e mettendolo alla prova attraverso regole e limiti.
Le 3V prendono spunto proprio da questa idea e propongono
3 elaborazioni di “Un chien andalou”, primo film di Luis Buñuel
e Salvador Dalí del 1929. Il progetto è stato suddiviso in tre
parti, ognuna delle quali ha ricevuto dei limiti o regole da
tre diversi docenti dell’ISIA di Urbino (Silvano Bacciardi -
Federico Parrella - Daniele Barbieri), prima che i singoli
lavori avessero inizio.
La prima variazione proposta è un lavoro fotografico,
trasformato successivamente anche in video, la seconda
un’animazione e l’ultima un filmato.
La scelta di produrre tre elaborati e di eseguirli con queste
specifiche tecniche è stata spinta da una pura passione
personale. In questo modo sono stata costretta a organizzare,
imparare e affrontare nuovi linguaggi comunicativi e ho potuto
sperimentare la mia conoscenza grafica attraverso diverse
forme espressive.
L’argomento centrale del cane andaluso è il totale nichilismo
contro le regole date dalla borghesia, la Patria e la Chiesa.
Tali problematiche, tutt’ora attuali, sono state da me
reinterpretate attraverso una forma e una chiave più
138
“No rule is absolute, but it has the single scope to force if same
to practice various things from those already made”
(Lars Von Trier)
In the “5 variations” of Lars Von Trier, the director meets
Jørgen Leth and the challenge review its film “The perfect
human” of the 1967 asking to produce five various shortfilms
ones on the topic and putting it to the test through rules and
limits.
The 3V they take cue just from this idea and propose
3 elaborations of “a chien andalou”, first film of Luis Buñuel
and Salvador Dalì of 1929. The plan has been subdivided in
three parts, each one of which it has received of the limits or
rules give three various teacher of the ISIA of Urbino
(Silvano Bacciardi - Federico Parrella - Daniele Barberieri),
before that the single ones jobs had beginning.
The first variation proposed is a photographic job, transformed
subsequently also in video, second a animation and last a
filmato one.
The choice to produce three elaborates to you and to execute
them with these technical detailed lists it has been pushed
from one pure personal passion. In this way they have been
forced to organize, to learn and to face new languages
communicated to you and I have been able to experience my
graphical acquaintance through various expressive shapes.
The argument centers them of the dog Andalusian is the total
nichilismo against the rules given from the bourgeoisie, the
Native land and the Church. Such problematic, tutt’ hour puts

Alessia Travaglini
contemporanea. La principale tematica affrontata è la sfera
sessuale e i freni che ci imponiamo o ci vengono imposti
dall’esterno. Le simbologie del film sono state studiate,
analizzate e successivamente rivisitate. Gli elementi come
l’occhio, legato alla scena più celebre di “Un chien andalou”,
è simbolo di iniziazione verso una nuova visione del mondo,
la scatola a righe trasversali, oggetto che più relaziona il film
al progetto e che appare dentro e fuori il lavoro, è il contenitore
dei segreti dell’uomo e delle sue pulsioni, infine la presenza
della donna, protagonista nel film e principale figura delle 3V,
si trova in perenne conflitto con pregiudizi e blocchi mentali
ricercando la propria sessualità ed è la rappresentazione della
libera espressione dei sentimenti umani.
L’impronta e la visione legata all’universo femminile del
progetto non rappresenta una presa di posizione, ma è
semplicemente un punto di vista tra i tanti che si possono
avere. Il percorso sviluppato prende spunto dalle mie
conoscenze dirette e dalle tante informazioni che mi sono
giunte dall’esterno, tutto questo mi ha portato a sviluppare
delle riflessioni personali sul concetto sessuale che ancora
oggi (soprattutto in Italia) rappresenta un tabù, oltre alle
problematiche sociali e politiche che nonostante gli anni,
sembrano riproporsi senza essere effettivamente cambiate
o migliorate. Le tematiche di “Un chien andalou” sono state
fortemente prese in considerazione ma sono state arricchite
da una mia personale chiave interpretativa.
139
into effect them, has been from me reinterpretate through
a shape and one key more contemporary. Main the thematic
one faced is the sphere sexual and the brakes that we prevail
ourselves or we come tax from the outside. The simbologie
of the film have been studied, analyzed and subsequently
rivisitate. The elements like the eye, legacy to the scene more
celebre than “a chien andalou”, is initiation symbol towards
one new vision of the world, the box it to cross-sectional lines,
object that more relaziona the film to the plan and that appears
within and outside the job, is the container of the secrets of
the man and of its pulsioni, at last the presence of the woman,
protagonist in the film and main figure of the 3V, is found
in perennial conflict with prejudgments and blocks mental
searching the own sexuality and is the rappresentazione of the
free expression of the human feelings.
The print and the vision tied to the famale universe of the plan
do not represent position taking, but it is simply a point of view
between the many that can be had. The developed distance
takes cue from mine direct acquaintances and from the many
information that me are committees from the outside, all this
has carried to develop to me of the personal reflections on the
sexual concept that still today (above all in Italy) represents a
taboo, beyond to problematic social and the political ones that
in spite of the years, they effectively seem purpouse without
being changed or being improved.
The thematic ones of “a chien andalou” have been strongly
taken in consideration but they have been enriched from one
my personal interpretation key.
 140
Alessia Travaglini A splinter in the eye

Variazione 1

Limiti:
-Scatto multiplo.
-Ripresa in movimento.
-Elaborazione cromatica.
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Alessia Travaglini A splinter in the eye
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Alessia Travaglini A splinter in the eye
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Alessia Travaglini A splinter in the eye
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Alessia Travaglini Secrets

Variazione 2

Limiti:
- Tre messaggi subliminali
per dieci volte.
- Divisione dello Schermo
(non meno di due video).
- Vietato il fermo immagine
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Alessia Travaglini Secrets
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Alessia Travaglini Secrets
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Alessia Travaglini Secrets
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Alessia Travaglini Secrets
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Alessia Travaglini The choice

Variazione 3

Limiti:
- Tipografia e tratto irregolare.
- Uso di trasparenze.
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Alessia Travaglini The choice
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Alessia Travaglini The choice
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Alessia Travaglini The choice
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Tommaso Nava
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Tommaso Nava
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Tommaso Nava
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Tommaso Nava
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Tommaso Nava
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi
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Giovanni Bianchi

Laura Timpano
Sono nata a Lecco il 30 Settembre 1981.
Nel 2000 mi sono diplomata al Liceo Scientifico “G.Galilei” di
Perugia. Ho studiato all’Isia di Urbino, dove mi sono diplomata
a Giugno del 2005 .
Da Luglio del 2005 lavoro presso lo studio grafico Kaleidon di
Rimini. Durante gli studi Urbino ho praticato alcuni stage nei
seguenti studi:
- Studio T&RB di Perugia (estate 2001)
- Studio BCPT Associati di Perugia (estate 2003)
- Studio Kaleidon di Rimini (Settembre 2003)
- Studio Lola design di Andrea Steinfl a Roma (estate 2004)
Oltre a lavorare presso lo studio Kaleidon, seguo altri progetti
come freelance. Dal 2005 collaboro con l’etichetta Cinedelic
di Catttolica, per la quale ho fatto alcuni cd e picture disc a
edizione limitata. Sempre dal 2005 sono la grafica del gruppo
musicale Small Jackets per il quale mi sono occupata della
progettazione di cd, picture disc, manifesti e sito.
Nel 2002 ho vinto il premio speciale per la ricerca artistica al
concorso internazionale di Bordano “Sulle Ali delle Farfalle”
Nel 2003 sono 4 classificata al premio di illustrazione
“Progetto Gutemberg”.
Nel 2004 sono stata pubblicata sul Web Design Annual Italia e
sul catalogo edito dal Ministero dell’Istruzione per il concorso
dedicato agli Istituti Superiori artistici e Accademie per la
progettazione (insieme a Elio di Raimondo, Ivan Piperis e Licia
Zuppardi) del sito istituzionale dell’ISIA di Urbino.
169
I was born in Lecco, the 30 Settembre 1981.
In 2000 i take the degree to the Scientific Grammar school
“G.Galilei” of Perugia. After I have studied to the Isia of Urbino,
where i take the degree in the June of 2005.
From July of the 2005 job in the graphic design study Kaleidon
of Rimini. During the Urbino studies I have practiced some
stage in the following studies:
- Study T&RB of Perugia (summer 2001)
- Study BCPT Associates of Perugia (summer to you 2003)
- Kaleidon Study of Rimini (Settembre 2003)
- Study Lola design of Andrea Steinfl to Rome (summer 2004)
Beyond working near the Kaleidon study, follows other plans
like freelance. From 2005 I collaborate with the label Cinedelic
of Catttolica, for which I have made some cd and picture disc to
limited edition. From the 2005 they are always the diagram of
the musical group Small Jackets for which they are occupied to
me of the planning of cd, picture disc, manifestos and situated.
In 2002 I have gained for research purposes artistic the special
prize to the international competition of Border “On the Wings
of the Butterflies.”
In the 2003 are 4 classified to the illustration prize “Gutemberg
Plan”. In the 2004 they have been published on the Web
Design Annual Italy and the published catalogue from the
Ministry of the Instruction for the competition dedicated to the
artistic Advanced Institutes and Academies for the planning
(with to Helium of Raimondo, Ivan Piperis and Lycea Zuppardi)
of situated the institutional one of the ISIA of Urbino.

Laura Timpano
Nel 2005 sono stata finalista al concorso Palinsesto Italia con il
progetto del libro-rivista “Duezine”, in collaborazione con Elio
di Raimondo e Ivan Piperis.
Sempre nel 2005 sono stata segnalata e pubblicata sul
catalogo della decima edizione dl concorso “Scarpetta d’Oro”.
170
In the 2005 they have been finalist to the competition Italy
Palimpsest with the plan of the book-review “Duezine”,
in collaboration with Helium of Raimondo and Ivan Piperis.
In the 2005 they have always been marked and published
on catalogue of the tenth edition of the competition
“Scarpetta d’ Oro”.
 171
Laura Timpano

Assenza
Absence
 172
Laura Timpano

Presenza
Presence

Laura Testasecca
Laura Testasecca nasce a Civitanova Marche, nel 1982, anno
spettacolare, in quell’anno infatti nascono tante belle persone,
persone che guarda caso sono tutte sue amiche, hi hi hi. Finito
il Liceo si trasferisce non proprio lontano da casa, 80 km più su,
ad Urbino, per frequentare una scuola, indovinate che scuola?
l’ISIA, qualcuno ne ha mai sentito parlare... in questa scuola
con tre suoi colleghi/amici/coinquilini, conclude il percorso
di studi, realizzando il progetto di tesi, “tickets viaggio nella
grafica italiana”, appassionante lavoro di gruppo... si chiede
ancora come ne siano usciti vivi e più amici di prima, alle volte
succedono cose strane. Come gli altri si catapulta nel mondo
del lavoro o più precisamente nel tanto sognato mondo del
laura.testasecca@gmail.com
“mestiere di grafico”; Solo ora però, ad un anno dalla tesi,
http://www.laurate.blogspot.com
la ragazza comincia seriamente a realizzare di non essere
http://viapontacciobox.blogspot.com
più una studentessa, ma una lavoratrice... insomma una che,
come tanti sta facendo la gavetta. Oltre che la progettista
grafica la ragazza vorrebbe fare tante cose, più o meno tutto,
l’illustratrice, la designer, la sarta, la donna della videoteca,
l’arredatrice, così continua a coltivare i suoi sogni pensando
che ogni cosa ha il suo tempo e che ora è appunto il tempo
in cui bisogna fare a “cazzotti” con il lavoro per vedere poi,
chi dei due avrà la meglio.
Una piena di lividi saluta.
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Laura Testasecca was born to Civitanova Marche, in 1982, year
spectacular, in that year in fact many beautiful persons are
born, persons whom case watches is all its friends, hi hi.
Ended the Grammar school she moves herself not just far away
from house, 80 km more on, to Urbino, in order to attend a
school, indovinate that school? The ISIA, someone has never
felt some to speakÖ in this school with three its connects/
friends, concludes the distance of studies, realizing the thesis
plan, ìtickets travel in the Italian diagramî, exciting job of
group... is still asked as of they are alive escapes and more
friends than before, the times succeeds strange things.
Like the others catapult in the world of the job or more just
in the a lot dreammed world of “graphic design work”; Only
hour but, to a year from the thesis, the girl seriously begins to
realize not being more a student, but one working... insomma
one that, as many it is making the apprenticeship.
Beyond that the planner diagram the girl would want to make
many things, more or less all the, illustratrice, designer, the
taylor, the woman of the video, the interior decorator, therefore
it continues to cultivate its dreams thinking that every thing
has its time and that hour is exactly the time in which it must
make to ìcazzottiî with the job in order seeing then, who of the
two will have the better one.
Greetings by one full of bruises
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Laura Testasecca
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Laura Testasecca
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Laura Testasecca
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El Trampo
http://www.fotolog.com/minuto
El Trampo nasce a Porto Alegre il 03 maggio 1972, nel 1987
inizia il suo percorso artistico con un corso di disegno, xilografia,
vernici, nell’atelier libero del corridoio di città di Porto Alegre, ha
partecipato alla riunione del Tupin, gruppo di oda - dell’artista
Carlos Matuk, Florianopolis. Nel 2000 va per la Germania per
l’invito al progetto del Global Mural - ospite per il Calvin Klein
Brasile realizza le illustrazioni durante il lancio del prodotto CK,
partecipa alla proiezione del popcorn del magazzino di Digital,
l’arte postale, che porta a termine per il video produttore del
cinematografo di Zepellin, per cui produce: Vita C e corridoi,
che realizza anche per l’esposizione specifica nella galleria di
Adesivo (POA). Fonda Atelie Fieberfaber (Alemanaha) coordina
l’identità di progetto della via, in cui vernicia insieme con l’OS
Gemeos il treno del tester di POA.
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It was born in Porto Alegre in day 03 of May of 1972 in 1987
its work of street artist starts it made course of drawing,
xilogravura, painting in the Free Atelier of the City hall of Porto
Alegre it participated of the Meeting of the Tupin, oda Group - of
the artist Carlos Matuk they, Florianopolis.
In 2000 Agenda 21 goes for Germany the invitation of Global
the Mural project - Guest for the Calvin Klein Brazil to carry
through illustrations during the launching of product CK One He
participates to Project Popcorn of the Digital Warehouse, postal
art it carries through for video producer and Zepellin cinema
works for you deal them of the products:
Vita C and Halls it carries through individual exposition in the
Adesivo gallery (POA) and in the Atelie Fieberfaber Foundation
(Alemanaha) it co-ordinates the project Identity of Street, where
it paints train of the together meter of POA with os Gemeos.
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El Trampo
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El Trampo
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El Trampo
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El Trampo
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El Trampo
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Titolo titolo

Intervista a Peeta / Inteview with Peeta
Cosa volevi fare da grande quando eri bambino?
Volevo fare il pensionato principalmente, ma poi mi sarebbe
piaciuto fare il camionista o l’autista degli autobus.
Come hai iniziato a dipingere con gli spray? c’è un aneddoto
a riguardo?
Mia madre mi regalò per il dodicesimo compleanno due
bianchi e due neri della Talken. Perché durante le vacanze
a Barcelona mi aveva visto estasiato alla visione di alcuni
graffiti.
http://www.peeta.net
Come sei arrivato al tuo lettering attuale? Puoi raccontarci il
tuo percorso, le tue suggestioni, i modelli a cui ti sei ispirato,
le esperienze che ti hanno segnato?
Ho iniziato a fare bombing, poi sono passato a fare qualche
personaggio. Il fatto di fare i chiaroscuri nei puppet mi ha
spinto a sperimentare la stessa tecnica su delle lettere.
Ne ho ottenuto uno stile molto strano e amorfo, i miei pezzi
sembravano ammassi di muscoli e budelle. Poi però mi
rendevo conto che le lettere erano troppo illeggibili e
vedendo un pò cosa facevano gli altri mi sono cimentato
in qualcosa di molto più simile al wild style. Questo ha
geometrizzato parecchio le mie lettere e mi è servito a
studiarle più a fondo, ma poi ho voluto fare un passo indietro,
tornando alla tecnica del chiaroscuro e ho ottenuto degli
intricati bassorilievi. Dipingendo anche su treno, i miei pezzi
tendevano ad allungarsi e le forme a semplificarsi. Alcune
esperienze in scultura hanno poi reso la mia percezione della
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What kind of job did you want to do, when you were a child?
At first, I wanted to do the pensioner, but after i wanted to do the
lorry driver, or the bus driver.
How did you start to paint with spraycans? Have you a story
about this?
At my 12th birth my mother gave me two white and two black
Talken spray cans, because during my holiday in Barcellona she
looked me rapt watching some pieces.
How you were arrived to your actual lettering? Could you tell
us your way, your suggestions, the models you watched, the
experiences signed you?
I started to do bombing, after i tried to do some charachters.
Doing light and shade effects in my puppets i started to do
chiaroscuro also on the letters.
So i arrived to a strange effect, amorphous, my pieces looked
done by a muscles and guts heat. After i understand the letters
are unrecognizable, and looking the works of the other writers
i started to do wild style. This expierience help me to arrive to
more simple geometries, and to understand better my letters,
but after i came back, i regain the chiaroscuro and i did bas
reliefs. Painting on the trains my pieces started to simplify
themselves, and after some sculture experiences i increase my
skills to control the letter in the space.

Intervista a Peeta / Interview with Peeta
tridimensionalità in modo più consapevole ed elaborato.
Ciò mi ha spinto a creare una continuità tra il fronte e il retro
dei miei pezzi, le mie lettere sono costruite attorno ad ellissi e
ad altre forme chiuse e in torsione disposte in modo articolato
nello spazio tridimensionale. In generale comunque credo che
il mio lettering sia un concentrato di tutte le esperienze che ho
avuto, anche a livello scolastico e lavorativo. Attraverso esso
esprimo tutto me stesso.
Esistono gli alieni? perché?
Non so se esistano di sicuro, so per certo che esistono le Alien.
Perché qualcuno ha avuto una buona idea.
Vedi il lettering come qualcosa di sistematico? di modulare? di
ripetibile e cognugabile? perché?
Si potrebbe scivere un libro su questa domanda. In generale
posso dire che in molti casi, come nella tipografia o nel design
di loghi, il lettering debba essere sistematico e modulare per
forza. Se invece faccio riferimento alla calligrafia espressiva e
al writing ciò non è strettamente necessario. Nel primo caso
la funzione che la lettera deve assolvere è di avere buona
leggibilità anche a dimensioni piccolissime e in relazione ad
una moltitudine di altre lettere affiancate. Nel secondo caso la
leggibilità a colpo d’occhio non è obbligatoria.
La lettera diventa molto espressiva, la modularità forse è un
tantino esagerata, ma il mantenimento di un certo ritmo o
l’applicazione dello stesso criterio di costruzione può essere
fondamentale per rendere un pezzo interessante.
Ogni writer poi ha le sue regole personali.
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This brought me to create a continuity between the front
and the back of my pieces, my letters are built around some
ellipses and other closed twist shapes disposed in an articuled
way in the space. Anyway generally i think that my lettering is
the addiction of all my experiences. I comunicate myself with
my letters.
Do aliens exist? why?
I don’t know, but i know that Alien spray cans sure exist,
because someone had have a good idea.
What do you think about the lettering? Is it something like a
system? Is it modular? Repeatable? Why?
It would be possible to write a book about this question.
Generally i can say that in many istances, like in typography
or logo design, that the lettering has to be systematic and
modular. Intsead, if i talk about expressive calligraphy and
writing, this is no necessary.
In the first case the function of the letter has to be readable in
small dimensions, and with the other letters.
In the second case the readability is not important. The letter
is something of expressive, the modularity is too much forced,
but anyway i think that them have to be a system, with a
rythm, a building logic. This is really important.
But everyone has its personal way and rules.

Intervista a Peeta / Interview with Peeta
Quanta parte di progetto e quanta di improvvisazione c’è nel
tuo operare?
Io progetto solo per mantenermi un po allenato e per
studiare nuove forme e soluzioni. Davanti al muro è sempre
improvvisazione, mi piace che sia il muro e il contesto a
darmi l’input.
Cosa pensi della street art e del writing in galleria?
Bello, anche se è un mondo un po fatato! L’importante è non
mescolare le due cose, c’è una netta separazione tra street art
e writing, ad alcune esposizioni che ho visto non se ne vedeva
il confine perché ci sono persone che non sanno neppure
che esista questa differenza. O credono che la street art sia
un’evoluzione dei graffiti. In realtà le due cose hanno spesso
destinatari, origini e motivazioni molto diversi, mescolarli può
creare un po di confusione anche a livello percettivo.
Comunque vedere questo tipo di cose in galleria, le fa perdere
un po di significato.
Quali credi che siano le nuove frontiere ed evoluzioni del
writing?
Il writing si sta legando molto alla grafica, alla fotografia, alla
scultura, all’architettura e al design. Le nuove evoluzioni si
relazionano all’evoluzione di suddette discipline.
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How much project and “freestyle” there are in your work?
I design to train myself, to study new solutions. But when i
paint on the wall there is always freestyle, i like to do my pices
in rapport to the wall and the place where i am painting.
What do you thing about the Street art and Writing in the
fine art galleries?
Nice, but that is an enchanted world! It is important to not
confuse the two disciplines, there is a difference between
street art and writing, in some exposition i looked that this
fact was not recognizable. The people believe that the street
art is an evolution of graphitisim. Really the two media have
different target, motivations and founts, so to confuse them
could be dangerous. Anyway to see the street art or the writing
in the galleries is a mistification, they lose signification.
What do you think about the new writing horizonts?
Writing is linking itself to graphic design, photography,
sculture, architecture and design. New horizonts are related to
these disciplines.

Intervista a Peeta / Interview with Peeta
La tipografia è un qualcosa di bidimensionale, ma la lettera
come entità, possiede infinite ed inesauribili possibilità e
dimensioni. Che ruolo ha il writer nello studio della lettera
come oggetto astratto secondo te?
Le migliori cose che facciamo in generale sono quelle che
facciamo per noi stessi, perché si è spinti da una energia
interna. Quel che fa il writer è un lavoro molto introspettivo,
di sfida con se stesso, fa egoisticamente tutto questo per se
stesso. Disegnare le lettere del proprio nome è un modo di
rappresentarsi, come un autoritratto, e il fatto di farlo in modo
cosÏ maniacale e assiduo porta ad una estrema evoluzione e
personalizzazione dell’oggetto lettera.
Cosa c’è ad Est dell’Est?
La fiera dell’Est.
Cosa vuoi fare da grande adesso?
L’astronauta.
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Typography is something bidimensional, but the letter has
infinite and inexhaustible possibilities and dimensions. What
kind of role has the writer studing the letter as an abstract
object for you?
The best things we do, generally, are the things we do for
ourselfe, becouse we are aimed by an interior energy. What
the writer does is a really introspective work, of challange with
himself, he does, selfishly, everything for himself. To design the
letters of your name is a way to rapresent yourself, like a self
portrait, and to do it in a so precise and assiduous way gives an
extreme evolution and personalization of the object letter.
What is there at east of the east?
The east fair.
What do you want to do when you’ll be older?
The spaceman.
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Intervista a Zelda / Inteview with Zelda
Parlaci dell’inizio, di quando hai incominciato a dipingere,
com’era? Cosa provavi? Cos’è cambiato oggi nelle persone e
nelle sensazioni?
Ho iniziato a dipingere nel febbraio del 1993 all’età di tredici
anni, influenzato e incuriosito da altri ragazzi che avevano
iniziato a farlo prima di me e che frequentavano la mia stessa
scuola media. Prima di allora ero stato uno skater quindi
l’idea di “graffiti” che avevo era quella legata a qualche foto
su fanzine di quel settore o poco altro, per cui il contatto con
questi ragazzi (poi rivelatesi tutti dei toy) mi ha aperto gli occhi
su un mondo nuovo ed estremamente affascinante, che per
fortuna o sfortuna, mi tiene prigioniero da allora.
Lo spirito che caratterizzava i primi anni era quello di
grande curiosità e gran fermento, come conoscere tecniche
e colori migliori, scoprire le varie hall of fame, e andarci in
pellegrinaggio appena si spargeva la voce che qualcuno (in
particolare quelli della DSP, crew storica di Pesaro) aveva
fatto un pezzo nuovo, oppure cercare degli spazi propri per
iniziare a dipingere con una certa serietà. Si andava spesso al
Van Gogh, che era l’unico negozio in città a vendere le prime
fanzine, spesso estere, tappini vari e abbigliamento da b-boy
degli anni novanta. Si faceva e si pensava tutto in funzione
dei graffiti senza badare a nient’altro, come se nella vita si
potesse vivere solo di questo!! I primi pezzi li feci da solo, poi
vennero le prime crew, l’NSA, l’ADR, fino alla TMA SMK e BSA
di oggi. I writer più anziani, soprattutto i DSP, erano visti come
degli Dei, sia per l’età più avanzata che per le loro indiscusse
doti, e alle volte le loro storie sapute per vie traverse, perché
nessuno della mia età li conosceva direttamente, diventavano
quasi leggenda. Avevano potere di fare il bello e il cattivo
tempo con tutti quelli venuti dopo, e questo era assolutamente
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Talk us about the beginning, of when you have begun to paint,
how was? What tries to you? How is changed today in the
persons and in the feelings?
I have begun to paint in the February of 1993 to influenced and
made curious the age of thirteen years, from other boys whom
they had begun to make it before me and that they attended
my same medium school. Before then I had been one skater
therefore the idea of “graffiti” that I had was that one tied to
some photo on fanzine of that field or little other, for which
the contact with these boys (then you reveal all of toy) me has
opened the eyes on a new and extremely fascinating world,
that for fortune or misfortune, holds me prisoner from then.
The spirit who characterized the first years was that one of
great curiosity and great ferment, like knowing techniques
and better colors, to discover several hall of the hunger, and
to go to us in pilgrimage as soon as the voice was scattered
that someone (in particular those of the DSP, crew historical
of Pesaro) had made a new piece, or to try of the own spaces
for to begin to paint with one sure seriousness. Gogh often
went itself to the Van, that it was the only store in city to sell
the first fanzine, often foreign, caps apparel b-boy varies
and of years ninety. It was made and it was believed all in
function of the graffiti without to attend to nient’ other, like
if in the life it only could living of this!! The first pieces I
made them alone, then came first crew, the NSA, the ADR,
until TMA SMK and BSA today. The writer more old, above
all the DSP, were seen like of Of i, are for the advanced age
more that for theirs indiscusse dowries, and to the times
their history known for ways crosspieces, because nobody
of my age knew them directly, became nearly legend. They
had power to make beautiful and the bad time with all those

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
la normalità. Un writer più grande poteva coprire o infamare
chiunque più giovane, anche con piccoli pretesti, specialmente
se erano writers scarsi, poteva prendergli i loro spazi e
nessuno si azzardava a recriminare qualcosa. Era così e basta.
Adesso il clima è cambiato, la pressione si è allentata e chi
inizia a dipingere adesso non trova grandi difficoltà a farlo,
sia per gli spray, i muri e i rapporti con quelli più grandi, che
ormai con l’età che avanza hanno smesso o hanno problemi
più importanti a cui pensare. Non cè più un gruppo di “padri”
della scena locale come potevano essere i DSP, che hanno fatto
crescere dal nulla una scena a Pesaro e che l’hanno educata
ottimamente nelle generazioni successive. Adesso chi inizia
a dipingere ha come fonte di informazione ed ispirazione
l’enorme mole di materiale proveniente dai media e non è
più necessario quello sbattimento di prima, quando molte
cose circolavano con lo scambio diretto tra i writer nelle hall
of fame. Lo spirito con cui si dipingeva i primi anni era più
primitivo e disincantato di adesso, condito con tutte le cazzate
che puoi fare insieme ai tuoi amici dai 13 ai 18 anni. Le cose
da imparare e conoscere erano sostanzialmente le stesse di
adesso ma i tempi erano molto più dilatati, basti pensare che
un writer per ottenere una certa padronanza della tecnica ci
metteva sicuramente il doppio di uno che inizia a dipingere
oggi, ed essere precisi e puliti era una dote invidiabile che
adesso è invece la norma. Anche il concetto di quantità era
totalmente all’opposto di oggi, aver dipinto un decimo di
quello che può fare un bomber di adesso era considerato già
un’enormità, anche perchè la ricerca della qualità nei pezzi era
lo scopo principale che si cercava di raggiungere.
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come after, and this was absolutely normality. A writer larger
it could cover or make the spy anyone young one, also with
small pretests, especially if they were writers insufficient,
it could take their spaces and nobody risked to recriminare
something. It was therefore and enough. Now the climate
is changed, the pressure has been become relaxed and who
begins to paint now does not find great difficulties to make it,
is for the sprays, the walls and the relationships with those
largest ones, than by now with the age that is left over they
have stopped or they have more important problems to which
thinking. A group does not exist more than “fathers” of the
local scene as they could be the DSP, that they have made to
grow from null a scene to Pesaro and that they have optimally
educated it in the successive generations. Now who begins
to paint has as source of information and inspiration the
enormous size of coming from material from the average and
is not more necessary that banging than before, when many
things circulated with the exchange directed between the
writer in hall of the hunger. The spirit with which he painted
the first years was more begins them now and disincantato,
flavored with all the hauled ones that you can make with to
your friends from the 13 the 18 years. The things to learn and
to know were substantially the same ones now but the times
were much more expand, pack-saddles to think that a writer to
you in order to obtain a sure mastery of technical us sure put
the double quantity of that it begins to paint today, and to be
precise and cleaned up it was an enviable dowry that now is
instead the norm. Also the amount concept was totally to the
opposite one today, to have painted a tenth one of what it can
make a bomber now was considered already a enormit‡, also
because the search of the quality in pieces was the main scope
that was attempted to catch up.

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
Che rapporto hanno le lettere nel writing con le lettere nella
grafica secondo te?
Le lettere sono sempre le stesse, segni dello stesso
alfabeto, quindi l’unica cosa che cambia, a mio parere,
è l’interpretazione e l’uso che se ne fa di queste. Nella
progettazione grafica, il disegno di lettere, che siano fontype
ben leggibili o logotipi chiari e sintetici, è sempre, o quasi,
legato all’assolvimento di un compito ben preciso, funzionale
a qualcosa o qualcuno, che poi per forza di cose imporrà dei
vincoli al lavoro stesso. Nel writing gli usi delle lettere non
devono sottostare a nessun principio e nessun vincolo, se non
quello del buon senso e dei gusti personali del writer, quindi
la libertà è assoluta. “Ognuno fa un pò come cazzo gli pare”
(Questa è la casa delle libertà!) e decide, sbattendosene dei
fruitori finali, che tipo di pezzi fare, wild o meno. La differenza
sostanziale tra i due approcci agli stessi strumenti, sta nel fatto
che i grafici cercano di risolvere problemi, mettendo
i loro referenti a proprio agio e tranquillizzandoli con forme
comprensibili e convenzionali. I writer al contrario, i problemi
li creano, con un linguaggio che spesso si fa criptico alla
maggior parte delle persone e per forza di cose aumenta
la confusione. Poi è chiaro che in certi casi i due mondi si
sovrappongono e si influenzano, tralasciando le varie mode
e tendenze basti pensare che a livello formale, certi graffiti,
per la loro “chiarezza” possono essere benissimo dei loghi per
applicazioni grafiche, e dei caratteri tipografici particolarmente
elaborati e distanti dalle forme comuni, possono essere
benissimo dei graffiti.
(Questi ultimi infatti, anche se possono essere belli, sono
anche spesso poco leggibili e di conseguenza poco usati).
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What do you think about the relations between the letters in
the writing and the letters in the graphic design?
The letters are always the same ones, signs of the same
one alphabet, therefore the only thing that it changes, to
my opinion, it is the interpretation and the use that of ago
of these In the graphical planning, the letter design, that
they are fontype very recognizable or logotipi clear and
synthetic, is always, or nearly, legacy to the performance of
a very precise task, works them to something or someone,
than then by force of things will impose of ties to the same
job. In writing the uses of letters they do not have to submit
to no principle and no tie, if not that one of the good sense
and the personal tastes of the writer, therefore the freedom
is absolute. “Everyone makes a P2o as I haul it seems” (This
is the house of the freedoms!) and it decides, blinking itself
some of the final users, than type of pieces to make, wild or
less.The substantial difference between the two approaches
to the same instruments, is in the fact that the graphic design
try to resolve problems, putting their referring just comfort
and tranquilizing them with comprehensible and conventional
shapes. The writer on the contrary, the problems create them,
with a language that often makes codified to greater part of
the persons and by force of things increases the confusion.
Then it is clearly that in sure cases the two worlds overlap
themselves and they are influenced, omitting the several ones
mode and tendencies pack-saddles to think that to formal level,
sure graffiti, for their “clarity” can very well be of the loghi for
graphical applications, and of the typographical characters
particularly elaborates to you and distant from the common
shapes, can be very well of the graffiti. (These last ones in
fact, even if can be beautiful, are also often little leggibili and
consequently little used).

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
Cosa pensi del writing e della street art in galleria?
Mah, non ci vedo niente di male ad esporre i propri lavori in
galleria o poter campare della propria passione che diventa
un lavoro. La cosa che non mi piace è la grande risonanza che
a volte si da a certe persone che fanno lavori privi di ricerca
o di un percorso personale e sono frutto di ricicli continui, un
copia e incolla di cose altrui o comunque di elementi che fanno
ormai tendenza, giudicati da persone che in fondo, poi, questo
mondo non lo conoscono per niente. Il successo di un writer
che ha una storia e un percorso alle spalle (vedi Barry McGee),
non può che farmi contento per lui, ma quelli che cercano di
cavalcare l’onda del momento lasciano il tempo che trovano…
Esistono gli alieni?
Certo! Da dove pensi che arrivo io, se non da un altro pianeta?
Per te nel writing c’è più improvvisazione o progetto? è il
frutto di una ispirazione o di un percorso?
Tutti e due gli approcci sono giusti, dipende dalla propria
personalità e da come uno se la vive. Io sono un tipo
abbastanza preciso anche al di fuori del writing, che spesso
cura i dettagli, anche quelli insignificanti, quindi i miei pezzi
sono la naturale conseguenza di un percorso e un progetto
che non lasciano quasi nulla all’improvvisazione, è più forte di
me ma non ci riesco a improvvisare un pezzo dal nulla, forse
perché rischierei di ripetermi e questo non mi farebbe piacere.
Vorrei rifare meno possibile lettere che ho già disegnato, o
almeno ci provo, e questo mi è possibile solo grazie a uno
studio e a un progetto.
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What do you think about the Street art in the fine art galleries?
Mah, I do not see nothing to us badly to expose the own jobs
in gallery or to be able to live of the own passion that becomes
a job. The thing that it does not appeal to to me is the great
resonance that sometimes is given to sure persons who make
jobs lacking in search or a personal distance and are fruit
of continuous money launderings, a copy and glue of other
people’s things or however of elements that make tendency by
now, it judges to you from persons who in bottom, then, this
world do not know it not at all. Happened of writer that she
has a history and a distance to the shoulders (you see Barry
McGee), cannot that it makes me content for he, but those that
try to ride the wave of the moment leave the time that they
find.
Does aliens exist?
Sure, i come from another planet!
What do you thing that in the writing is there more
improvisation or plan? is the result of one inspiration
or a distance?
All and the two approaches are right, depend on the own
personality and like one if the alive ones. I am a enough exact
type also to outside of the writing, than often he cures the
details, also those insignificant ones, therefore my pieces are
the natural consequence of a distance and a plan that does
not leave null nearly the improvisation, is more strongly than
me but I do not succeed to us to improvise a piece from the
null one, perhaps because I would risk to repeat to me and

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
Comunque spesso invidio chi riesce a dipingere con
buoni risultati e una buona padronanza delle lettere
seguendo un approccio più istintivo del mio e legato di
più all’improvvisazione (anche se poi non sono in tanti),
perché credo sia anche più divertente e sciolto l’atto stesso
del dipingere e di conseguenza più veloce e meno faticoso.
Purtroppo non sarò mai “Funky”!
Quali sono stati i tuoi modelli? (non solo nel writing)
Writer a cui mi sono ispirato per poi elaborare e cercare di
fare qualcosa di mio non saprei chi dire, almeno consciamente
non mi vengono nomi precisi, sarebbe più un lavoro per
un’osservatore esterno, ma sicuramente in maniera inconscia
potrei dire gente come DELTA, ZEDZ, SENDER, SHOE, BANDO,
NASTY, BOXER, MODE 2, CHINTZ e i vari treni di “On the run”,
ABC, INC, RCB, RENS, FOE, LOOMIT, WON, BATES, SWET,
NOEM 507, OMAECK 193, SKY 4, SKA, RUSTY, DAYAKY, RAE,
DAFNE, ecc…ecc… Tutti quei writer che comunque hanno
detto la loro e lavorato più degli altri per costruire qualcosa
di proprio che potrebbe essere riassunto così: “Da payback
different du restè!” (Mode 2)
Qual’è la pezzata che ricordi con più piacere? raccontaci
perché...
Se devo dire proprio una murata, direi quella fatta con Byr e
poi pubblicata su Aelle nel 94, perché sono stati i primi nostri
pezzi pubblicati su una fanzine (cosa che al tempo ci riempì
di orgoglio), e perché poco dopo, allo storico Indelebile 94 di
Rimini potevamo sfoggiarli come perfetti toy e renderci conto
solo anni dopo che i pezzi erano da schifo.
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this would not make appeals to me. I would want to rifare
letters less possible that I have already designed, or to at
least I try us, and this me is possible single thanks to one
study and a plan. However often I envy who succeeds to paint
with bonds turn out to you and one good mastery of letters
following a more instinctive approach of mine and legacy of
more to the improvisation (even if then they are not in many),
because creed also amusing and is more melted the same of
painting and faster and consequently less laborious action.
Unfortunately I will not be never “Funky”!
What are your models? (not only about writing)
Writer to which they are inspired to me in order then to
elaborate and to try to make something of mine I would not
know who to say, at least consciously me do not come precise
names, would be more a job for an external observer, but
sure in unconscious way I could say people like DELTA, ZEDZ,
SENDER, SHOE, BAN, NASTY, BOXER, MODE 2, CHINTZ and
several the trains of “On the run”, ABC, INC, RCB, RENS, FOE,
LOOMIT, WON, BATES, SWET, NOEM 507, OMAECK 193, SKY
4, SKA, RUSTY, DAYAKY, RAE, DAPHNE, etcÖ etcÖ All those
writer that however they have said theirs and worked more of
the others in order to construct something just that it could be
reassumed therefore: “Da payback different du rest!” (Mode 2)
Which it is the wall that memories with more pleasure? why?
If I must say just a bulwark, they said that one made with Byr
and then published on Aelle in the 94, because they have been
first our pieces publishes on a fanzine (what to you that to

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
Ma più che di murate in particolare, mi ricordo soprattutto di
uscite. Memorabile è stata quella volta di Foligno, dove io Byr e
Lego (ADR ancora senza Done di Cesena) andammo da Osky e
Korea per dipingere ad un party dove c’erano anche i ragazzi di
Ancona. Permesso per uscire prima da scuola la mattina e Byr
neo patentato che mi aspettava all’uscita pronti per partire.
Arrivo a Foligno, party al pomeriggio, cena in quindici tutti a
casa di Osky, sballo, cazzate e trenata finale sulle carrozze non
ancora pellicolate, che mi sono rivisto puntualmente per i tre
anni successivi dalla finestra di camera mia. Praticamente ho
visto la morte naturale del mio pezzo su un treno. Però quello
che spesso mi hanno regalato i graffiti, più del pezzo in sé,
sono state le opportunità di girare e conoscere gente nuova
e diversa, ficcarmi in situazioni divertenti e alle volte pese o
surreali, sempre e comunque per metter lo stesso nome in giro.
Se un giorno dovessi smettere penso che questo sia il bagaglio
più grosso che possa restarmi.
Quali sono gli stimoli che portano un writer anche dopo tanti
anni a continuare il suo percorso, di vita, e artistico?
Di stimoli a dire la verità non è che ne siano rimasti tanti,
l’Hip Hop è morto da un pezzo e i graffiti stanno in sala di
rianimazione a giudicare da quello che si vede in giro. Non si
tratta solo della mancanza di qualità, ma ancora di più di un
certo tipo di approccio che forse è totalmente scomparso, o
quasi, sempre più difficile da trovare nella gente che inizia a
dipingere adesso o che ha iniziato da qualche anno. Parlo di
quell’approccio che ti spingeva a intraprendere strade tue,
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the time filled up us of pride), and because little after, to the
historian Indelebile 94 of Rimini we could sfoggiar perfect
them as toy and become account single years after that pieces
were shit. But more than than bulwarks in particular, me
memory above all of escapes. Memorable it has been that
time of Foligno, where I Byr and Lego (ADR still without Done
di Cesena) we went from Osky and Korea in order to paint to
a party where there were also the boys of Ancona. Allowed
in order to before exit from school the morning and ready
patented neo Byr that it waited for me to the escape in order
to leave. Arrival to Foligno, party to the afternoon, supper
in fifteen all to house of Osky, sballo, hauled and trains final
on the wagon not still covered with the films, than me are
see again punctually for the three years succeeded to you
from the room window mine. Practically I have seen the dead
women natural of my piece on a train. But what often the
graffiti have given me, more of the piece in itself, they have
been the opportunities to turn and to know new and various
people, to put me in amusing situations and to the hung times
or surrealistic, always and however in order to put the same
name in turn. If a day you had to stop task that this is the more
large baggage that can remain to me.
Which are the motivations that carry a writer also after many
years to continue its way, of life, and artistic?
Motivations, to say the truth are not that of they are remained
many, the Hip Hop is died from a piece and the graffiti are
in know it of resuscitation to judge from what it is looked at
in turn. Not draft only of the quality lack, but still more than
a sure type of approach that is perhaps totally disappeared,
or, nearly more and more difficult to find in people that it

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
magari facendo cagate, ma almeno provando a creare qualcosa
di personale nel proprio piccolo, sarebbe bastato anche solo
qualche elemento ben studiato a testimoniare il minimo
impegno, mica toccava essere originali a tutti i costi! Con
questo non vorrei essere frainteso, io non sono nessuno e non
voglio tirarmela, i miei pezzi non hanno fatto e non faranno
certamente scuola però c’è un limite a tutto. Adesso tutti
sono bravi a fare pezzi precisi, dai bei colori, con lettere anche
belle ma senza un minimo di studio proprio e personalità.
Si potrebbe quasi scrivere il manuale per diventare un
graffitista, che pezzo vuoi fare? Stile Daim? Non c’è problema!
Praticamente quasi ogni writer odierno è in debito e la
memoria è sempre più confusa. La situazione è stagnante!
Gli stimoli che mi spingono ancora a continuare a dipingere
nonostante tutto, sono la presenza di writer più anziani di me
che sono come un faro, ma quando anche questi smetteranno…
chissa? sicuramente rimarrà la sfida personale con me stesso,
per cercare di superarmi e migliorarmi visto che di strada
ancora ne devo fare, ma le relazioni con altri writer che
possono stimolarmi a un confronto e una sana competizione
sono sempre meno.
Quali sono le reciproche contaminazioni tra grafica e
writing? e tu cosa ne pensi?
Sicuramente negli ultimi anni, nel mondo della grafica, si
sono usati e richiesti sempre di più quegli elementi propri del
writing e sopratutto della street-art, creando un’opportunità
di lavoro per molti writer che sono diventati anche grafici.
Questo non è certo un male quando dietro a certi progetti,
di buon livello, ci sono persone che conoscono bene questo
mondo o addirittura ne fanno parte, al contrario di altri più
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begins to paint now or that it has begun over recent years. I
speak about that approach that pushed to you to undertake
roads yours, even making shit, but at least trying to create
something of staff in the just small one, some element very
studied would have been enough also only to testify the
minimal engagement, at all touched to be originates them
at all costs! With this I would not want to be misinterpreted,
I am not nobody and I do not want to pull it, my pieces have
not made and they will not make school sure but there is a
limit to all. Now all are good to make pieces precise, from
the beautiful colors, with beautiful letters also but without a
minimum of study just and personality. Could nearly be written
the handbook in order to become a writer, than piece you want
to make? Daim style? Not there is problem! Practically nearly
every writer odierno it is in debit and the memory more and
more is confused. The situation is tinning! The stimuli that
they still push to me to continue to paint in spite of everything,
are the presence of writer more old than me that they are like
a beacon, but when also these stop? sure it will remain the
personal challenge with same me, in order to try to exceed
to me and to improve to me inasmuch as of road still I must
some make, but the relations with others writer that they can
stimulate me to a comparison and a healthy competition are
less and less.
Which are the mutual contaminations between graphic design
and writing? and what do you think about this?
Sure during the last few years, in the world of grafic design,
they have been used and demands always more those own
elements of the writing and above all of the street-art, creating
an opportunity of job for many writer that they are become to

Intervista a Zelda / Interview with Zelda
scarsi o posticci, che dietro hanno persone che cercano solo di
usare questi elementi come tendenza del momento. Questo mi
sembra che sia avvenuto soprattutto in quella sfera di prodotti
che devono per forza di cose strizzare l’occhio ai più giovani
con un linguaggio “a loro più vicino”, come la moda, mentre
l’influenza del writing o della street-art in altre applicazioni
della grafica è molto ridotta o inesistente.
I molti writer diventati anche grafici, come autodidatti o come
studenti di scuole specializzate, appassionandosi a questa
nuova disciplina hanno poi introdotto nel loro modo di fare
graffiti quei principi e quegli stilemi propri della progettazione
grafica, creando così delle figure che spesso sono attivamente
dentro a uno e all’altro mondo.
Qual’è il tuo approccio al lettering, cosa studi di più con che
modalità, a cosa punti?
Quello che mi interessa di più nella progettazione di un graffito
è la struttura delle lettere stesse, sia singolarmente, sia in
relazione a quelle vicine. Non mi interessa riempire un pezzo
di belle colorazioni o fantasie varie, cosa che infatti non sono
buono neanche a fare bene, quello che mi interessa è che le
lettere di un pezzo escano e risaltino per la loro forma, creando
nel complesso finale una certa armonia.
Cerco di non fare pezzi “pseudo wild style” dove le lettere
si confondono in una marea di colori e orpelli inutili che le
circondano tutt’intorno, e dove la loro struttura sembra quasi
irriconoscibile a prima vista, ma poi a ben vedere sono lettere
semplici e basilari alla portata di tutti.
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you also graphical. This is not sure an evil when behind sure
plans, of good level, there are persons who know this world
well or quite of it they make part, on the contrary of other more
insufficient or artificial, than behind they have persons who
only try to use these elements like tendency of the moment.
This me seems that it has happened above all in that sphere
of products that must by force approach the young with a
language “they more neighbor”, like the fashion, while the
infuence of the writing or the street-art in other applications
of the reduced or nonexistent diagram is a lot. The many writer
become to you also graphical, like selfs-taught or like students
of specialized schools, getting passionate themselves to this
new discipline they have then introduced in their way to make
graffiti those principles and those stilemi own of the graphical
planning, creating therefore of the figures that often are
actively within to one and the other world.
Which’ is your approach to the lettering, what studies more
with that modality, your mission?
What it more interests me in the planning of a piece is the
structure of same letters, is singularly, is in relation to those
neighbors. It does not interest to me to fill up a piece of
beautiful colorations or several fantasies, what that in fact is
not good neanche to do good, what it interests to me is that
the letters of a piece exit and risaltino for their shape, creating
on the whole final one sure harmony. I try not to make pieces
“pseudo wild style” where the letters get confused in a tide of
useless colors and orpelli that they encircle to them ll around,
and where their structure nearly seems irriconoscibile from
the first moment, but then very to see they are simple and
basic letters to the capacity of all.
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Intervista a Zelda / Interview with Zelda

Canzone preferita? Favourite song...?

Sicuramente una di Paolo Conte, ma non saprei decidere… Sure one of Paolo Conti, but i don’t know while

Progetti futuri... Future plans?

Imparare un buon inglese e fare couch serfing in giro per To learn a good English and to make couch serfing around the
il mondo! world!
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